Sembra proprio che la caratteristica di questi tempi sia la cattiva informazione.
Viene proclamato risolto il dilemma di Darwin, ma semplicemente non è vero.
Il titolo comparso l’11 Novembre sul Corriere della Sera non lascia dubbi: “Viene dal Cambriano la soluzione al dilemma di Darwin“. Quale fosse il dilemma di Darwin ce lo spiega brevemente lo stesso Giovanni Caprara autore dell’articolo:
Darwin riteneva che l’evoluzione della vita sulla Terra fosse un processo lento ma continuo secondo il principio della selezione naturale. Ma nella storia dei reperti fossili che dovevano testimoniare la bontà della sua idea c’erano dei vuoti (poi colmati), e rimaneva un grande punto di domanda diventato noto come «il dilemma di Darwin». Questo era legato alla rapida diffusione della vita registrata intorno a 600 milioni di anni fa e battezzata per questo «esplosione cambriana» dal periodo con il quale era stata classificata.
In poche parole la teoria originale di Darwin, e le sue successive modifiche, non poteva spiegare un fatto fondamentale nell’evoluzione della vita sulla Terra, l’improvviso aumento della diversità dei viventi avvenuto nel Cabriano, circa seicento milioni di anni fa. Ma adesso Caprara ci dice che è tutto risolto, un po’ come è avvenuto per l’ultima congettura di Fermat che per circa tre secoli e mezzo ha impegnato i migliori matematici del mondo. Nel caso di Darwin saremmo dunque stati più fortunati, solo un secolo e mezzo. Secondo Caprara la spiegazione dell’esplosione del Cambriano è stata finalmente fornita:
…due studi pubblicati sulle riviste Science e Geology sembrano portare un po’ di chiarezza.
Il primo ritiene che fosse stata sovrastimata la presenza dell’ossigeno nell’atmosfera, che avrebbe favorito l’improvviso sviluppo biologico. In realtà il livello era assai ridotto rispetto alle valutazioni e non avrebbe consentito grandi «esplosioni».
In secondo luogo non si capiva da dove provenisse un aumento dell’ossigeno. Ora lo si spiega con i movimenti tettonici che portarono alla formazione del supercontinente e fecero uscire dalle viscere della terra il prezioso gas. Ma tutto accadde in milioni di anni. E quindi Darwin aveva ragione.
Chi capisce cosa intenda dire l’autore al primo punto vince un premio. Traducendo si voleva dire che nell’articolo su Science si afferma che la quantità di ossigeno prima del Cambriano era molto bassa e che solo un suo rapido incremento portò all’esplosione del cambriano. Bene, siamo solo ad una congettura che dovrebbe spiegare il dilemma di Darwin, non esiste infatti nessuna prova che davvero i livello di ossigeno abbia determinato l’esplosione del Cambriano.
E come sarebbe aumentato l’ossigeno nell’atmosfera per consentire l’esplosione del Cambriano? La risposta sarebbe nello studio pubblicato su Geology: “Cambrian transgression and radiation linked to an Iapetus-Pacific oceanic connection?“. Intanto facciamo notare il punto interrogativo, ma nell’articolo del Corriere della Sera scompare ogni dubbio e tale studio spiegherebbe la comparsa dell’ossigeno necessario all’esplosione cambriana, rileggiamo quanto scritto: “In secondo luogo non si capiva da dove provenisse un aumento dell’ossigeno. Ora lo si spiega con i movimenti tettonici che portarono alla formazione del supercontinente e fecero uscire dalle viscere della terra il prezioso gas.“
Per cercare di fare chiarezza andiamo a leggere cosa dice Le Scienze sullo stesso argomento. Intanto il titolo è molto meno sensazionalista: “L’esplosione del Cambriano e la nascita del Nord America”. Sparisce la spiegazione del dilemma di Darwin dal titolo e segue una ricostruzione dei movimenti geologici di quel periodo:
La ricostruzione proposta ora da Dalziel porta a un deciso “restyling geografico” dell’antica Terra: originariamente il Nord America non sarebbe stato connesso all’Europa e all’Africa – come nelle ricostruzioni attuali – ma all’Antartide e a una parte del Sud America. La separazione delle due masse continentali di Gondwana e di Laurenzia sarebbe avvenuta proprio all’inizio del Cambriano, con l’apertura di un profondo canale tra l’oceano Giapeto, il precursore dell’oceano Atlantico, e un oceano Pacifico in parte già ben formato.
“Io non pretendo che questa sia la spiegazione ultima della esplosione del Cambriano – ha detto Dalziel – ma può aiutare a spiegare quello che stava accadendo in quel momento.“
Letto bene? L’autore della ricerca afferma che non pretende di spiegare chiaramente come sia avvenuta l’esplosione del Cambriano! Dalziel sostiene solo che si può “aiutare a spiegare meglio” quello che stava accadendo in quel periodo. Un’idea più chiara la possiamo infine avere andando a leggere la conclusione del paper di Geology:
Nessun riferimento a gas che fuoriescono “dalle viscere della Terra”.
Solo una generica influenza degli eventi geologici sull’ossigenazione, sulla circolazione oceanica e un conseguente rimescolamento chimico.
Il dilemma di Darwin resta dunque ancora da risolvere, un po’ meno quello sul perché l’informazione debba essere così manipolata.
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42 commenti
Ok, abbiamo appreso la lezione del giorno: soffiando sufficiente ossigeno, si potrebbe moltiplicare il numero delle specie, e così risolvere il problema della tigre siberiana, della foca monaca e di tante altre specie in pericolo…
Gli iman delle madrasse afghane, che inculcano i versetti in arabo classico del Corano ai giovani scolari che li imparano a memoria senza neanche conoscere la lingua, sono dei dilettanti rispetto a questi “divulgatori scientifici”, che usano ogni giorno la potenza diffusiva dei media per ottenebrare la capacità di ragionamento dei lettori.
Il mio dilemma è invece se un dilemma abbia bisogno di essere risolto ogni cinque anni:
http://www.lescienze.it/news/2009/01/10/news/il_dilemma_di_darwin-577031/
Quindi era un dilemma già risolto nel 2009. Perché risolverlo due volte ? Troppe spiegazioni finiscono per elidersi a vicenda e quindi per non fornire alcuna spiegazione convincente.
Lei dimentica, Muggeridge, la “risoluzione” trovata nel 2013, stavolta da ricercatori australiani, ancora con una spiegazione diversa, e di cui abbiamo parlato in Cs in una pausa caffè.
A proposito di divulgazione scientifica.
Anche il Prof.Bonolis nella sua più che apprezzata oltre che benemerita per la Mente del Popolo trasmissione televisiva del tardo pomeriggio,trattando del Coccige,anch’esso sostiene che “E’ l’ultima testimonianza della coda……”
Per ulteriori informazioni leggere alla voce di Wikipedia……
ps.Mi si perdoni questo big O.T.
Scusate, dimenticavo il link per chi vuole documentarsi sulla penultima “soluzione”: http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/biotech/2013/09/12/incredibile-ritmo-Big-Bang-vita_9290760.html
Con riferimento probabile alla II Legge della Termodinamica – che non veniva peraltro citata – uno dei testi universitari su cui ho studiato diceva testualmente che “la respirazione pompa fuori il disordine”, strano concetto messo così senza nessuna ulteriore precisazione.
Evidentemente si presume anche qui che un aumento di respirazione (o di possibilità di farlo) allontani il “disordine”, ma quest’ultimo aumenta con tale velocità che non baseterebbero mille camere iperbariche….
“bello” l’articolo segnalato da Giorgio: sin dal titolo mettono le mani avanti “non contraddice Darwin”.
E’ la tecnica usata su Uichi, a piene mani. E in perfetto silenzio.
Propaganda veramente spicciola…
Comunque propongo la mia analisi, che come gia’ evidenziato da altri spiega il perche’ un “dilemma risolto” si debba risolvere ancora.
Semplicemente neopositivismo. Qualcuno e’ riuscito a tirare su un castello di castronerie che sta vagamente in piedi, e giu’ ad adorare il vitello sacro.
Quanto sia ipocrita chiamare tutto cio’ scientifico lo si vede guardando il doppioscarpismo: se fa comodo tirar fuori dal cilindro una “teoria” (che sara’ ovviamente etichettata “scientifica”, ovvero chi non vi si sottomette e’ un cretino), se ne costruisce una che ha il solo scopo di appoggiare positivisticamente lo status quo. Se invece fa comodo NON farsi ulteriori domande, si invoca il caso e.. caso chiuso.
Stupisce che queste teknike si possano utilizzare liberamente.
Stupisce di piu’ che non sia possibile mettere a fattor comune queste teknike. Solitamente si critica la specifica contingente istanza, ma difficilmente si fa notare chiaramente che e’ un pattern.
Detta in altri modi, ci si limita a dire che non e’ scienza mente il punto e’ che e’ politica, un preciso pattern politico.
Ma da un paese di omertosi nessuno parla dell’omerta’.
Temo, Fabio, che non sia questione di un “paese di omertosi”, ma di un sistema occidentale fondato sul profitto e sui consumi, che richiede una massa di senza cervello. Di questo sistema, direbbe Marx, il darwinismo è la sovrastruttura che spiega tutto infine, la nuova religione. Con buona pace di Darwin che, se potesse, prenderebbe a calci questi ciarlatani che si richiamano al suo nome, alla stregua di quanto avrebbe fatto Aristotele con i peripatetici seicenteschi.
Capisco il punto e… l’insegnamento. Grazie!
Con simpatia Prof. Masiero, sempre con buona pace di Marx,
se al termine “darwinismo” sostituisse il termine “religione” e al nome Darwin quello di Gesù, la sua analisi calzerebbe a pennello alla stessa maniera.
Della serie: ognuno vede (solo) i mostri che più lo spaventano.
In che senso, Cipriani, la sostituzione del darwinismo col Vangelo “calzerebbe a pennello” nel mio ragionamento? Le risulta che questi ciarlatani, che inventano in 3 anni 3 teorie diverse (secondo loro “scientifiche”) per spiegarci che l’uomo è nato per caso in un mondo senza senso, facciano riferimento all’insegnamento di Gesù?!
Cipriani, Lei è libero di credere nel neodarwinismo come io di credere nel Vangelo, ma almeno prenda atto che le nostre concezioni sull’Universo e sul posto che l’uomo vi occupa sono agli antipodi!
Caro prof. Masiero, lei mi insegna… Ha ragione ho ecceduto in sarcasmo da quattro soldi subito smascherato… Lì per lì m’era sembrato semplice associare il concetto di quella che lei definiva “nuova religione” (darwinismo) alla vecchia religione che dai tempi di Costantino domina in Occidente, e come la prima la seconda all’idea dei ciarlatani che tradiscono lo spirito originale del rispettivo fondatore (Darwin da una parte e Gesù dall’altra). Mea culpa.
Sul resto alcune riflessioni/domande: se quelle che vengono credute/spacciate come teorie fossero “semplici” congetture? Se facessero semplicemente parte di un tutto di ricerca che porta a contributi tra i più diversi che devono ancora trovare la quadra? E se fosse semplicemente un eccessivo spirito critico a voler vedere in quelle spiegazioni assunti definitivi che in realtà non sono tali nemmeno per chi la ha proposte?
Sulla concezione che abbiamo entrambi dell’uomo non pensi di cavarsela a buon mercato… Già le dicevo in passato che tra me e lei, ne sono certo, non c’è poi questa grande differenza: entrambi poniamo la dignità della persona al centro di tutto, presupposto che è poi, a mio modesto avviso, il segno più alto della convivenza civile. E spero che almeno su questo possa convenire.
Hai ragione Giorgio, non siamo davanti ad un fenomeno locale, pur con tutti i problemi particolari che abbiamo non ci sipuò far carico della manipolazione delle notizie come se fosse una nosta peculiarità.
E concordo con Fabio che tale meccanismo sia fondamentalmente politico, un pattern politico.
@ Cipriani
Ieri sera, Pennetta mi scriveva: “Mi sto convincendo che la battaglia principale sia proprio la disinformazione [dei media] più che i contenuti [dei paper dei ricercatori]”. Ecco, son d’accordo con Lei, Cipriani, che quasi sempre gli studiosi sono prudenti, non nascondono che le loro sono congetture le quali andranno poi verificate, che queste comunque non sono mai esaustive ma possono al più concorrere ad avanzare nella conoscenza della natura. Quando però si passa ai lanci di agenzia e agli articoli sui media – l’esempio Lei ce l’ha sotto gli occhi nell’articolo di oggi sul Cambriano o di ieri sulla cannabis, se solo confronta i proclami delle agenzie di stampa e della divulgazione con i paper da cui sono stati ricavati – allora i punti di domanda spariscono e le congetture diventano “scoperte rivoluzionarie”, la “soluzione del problema”, ecc.
L’opera di debunking di CS si rivolge soprattutto in questa direzione.
Anche se purtroppo, glielo dico per mestiere, sono talvolta gli stessi ricercatori a gettare il sasso nascondendo la mano, nel senso che per attirare l’attenzione sul loro lavoro (che gli dà da mangiare) e anche per tradurre in parole comprensibili ai divulgatori le loro ricerche, non disdegnano enfatizzazioni che poi si traducono in scoop, che finiscono col ridicolizzare la stessa scienza sperimentale.
Quanto alla concezione dell’uomo, lo so che Lei ed io abbiamo concezioni simili e sopra volevo solo provocarLa! Mi piace anche pensare che Lei, quando confronta la Sua alta stima verso la specie umana con le conclusioni del darwinismo, Si trovi a vivere qualche volta il dubbio del vecchio Darwin, che negli ultimi giorni si chiedeva: “Come posso credere a ciò che mi dicono i miei pensieri, se questi sono solo i pensieri di una scimmia evoluta?”
Vorrei commentare…
Io vorrei tanto che vi calaste nel ruolo: se VOGLIO E POSSO manipolare le menti delle persone, quali sono i modi piu’ viscidamente inattaccabili, in perfetto stile 1984?
Ecco, questo e’ uno: lasciare lo sporco lavoro ai media, sollevando i ricercatori dal ridicolizzarsi, evitando che essi perdano la loro aura (creata dai media).
Ho un faro guida (anche se non assoluto): se mi arriva informazione, allora si vede che a qualcuno conviene che mi sia veicolata. E questo qualcuno puo’ essere chi fa contenuto, o chi veicola, o un intermediario, o qualche burattinaio superiore.
Esattamente come la musica spazzatura che da decenni pervade le radio. E’ PAGATA! Vuoi buona musica? Devi rimboccarti le maniche. Quando accendi la radio, quello che senti e’ il suono del denaro.
Per la cultura, a mio parere ed esperienza, e’ la stessa cosa.
PS: questo non vuol dire che non ci sia disinformazione per mano degli stessi ricercatori. Un esempio e’ la pagliacciata del BICEP2. Avete visto quante decine di ricercatori hanno firmato il paper, che non ha neppure passato UN SOLO peer review? E che dire del vassallaggio di Uichi alla conferma, seguito dal silenzio, alla smentita?
Oltre a concordare ancora una volta con le considerazioni di Masiero, aggiungo che quanto scrive Fabio va preso in considerazione.
Per motivi economici o ideologici è possibile che i livelli superiori dell’informazione scientifica o della stessa ricerca siano favorevoli alla disinformazione che avviene a livello poplare, se infatti così non fosse farebbero sentire la loro voce per denunciarla.
E invece si sente solo un silenzio assoluto.
Al livello “alto” della ricerca scientifica, il mio pensiero è questo:
1) La maggior parte – oltre il 90% secondo uno studio peer per view che ha fatto storia – sono congetture e speculazioni che non durano una settimana e servono solo alla pubblicità del team e alla carriera dei suoi componenti.
2) Cmq, anche le congetture, purché non camuffate da teorie, fanno parte della tecnoscienza.
3) I giovani ricercatori si trovano in un ambiente molto competitivo e possono essere spinti a blandire i media per motivi economici.
4) Gli anziani lo fanno invece x vanità e ideologia.
5) Noi abbiamo dimostrato di non guardare in faccia a nessuno, si chiamasse Hawking o Kaufmann.
Molto grave quel che afferma, prof. Pennetta.
Più realisticamente, io penso che i “livelli superiori dell’informazione scientifica” non si preoccupino affatto di smascherare la disinformazione scientifica, magari anche per spocchia, ma soprattutto perché non ne ha bisogno.
In un’analogia forse OT, ma per me calzante, è la stessa cosa che accade quando la Teologia Ufficiale (intesa anche come studi sui vengeli e sui testi sacri originali) non si preoccupa affatto di smascherare o confrontarsi con la teologia popolare della rete, quella che, tanto per intenderci, sdogana in un gossip senza fine un Gesù sposato o, addirittura, mai esistito o figlio di un brigante di Gamala… Non so se ho reso l’idea.
L’esempio e’ chiarissimo! Finalmente qualcuno che si rende conto che la “confraternita scientifica” va avanti a Concili di Nicea, non certo a rivoluzioni come Kuhn sperava. Quella e’ roba da condizione civile. Nei casi clero-militari casomai puo’ succedere un ammutinamento.
E qui si parlava del fatto che non c’e’ ammunitamento.
Si’ ho capito bene che l’esempio voleva mostrare il contrario, pero’ e’ un pessimo esempio per me.
Ma capisco il senso, anche con l’esempio “sfortunato”. Qui non si chiede che vengano prese decisioni a livello di comunita’ scientifica (faccio io un esempio: la NASA che non sta ad aprire Area51 solo per illazioni). Si constata invece il nulla o quasi.
E il quasi e’ importante, perche’ non sono esperto ma per dire Halton Arp alla cosiddetta comunita’ scientifica ne ha dette di tutti i colori, specie sul rosso :D. Idem alcuni premi Nobel. Ma che forza possono avere… qui non servono a nulla Popper e Feyerabend, il giorno dopo tutto continua come prima.
Pero’ sarebbe utile trovare qualche mosca bianca. Nella sua inutilita’ e invisibilita’, sarebbe comunque un segnale salutare.
Per riusare l’esempio che mi scuso di aver ribaltato :D, si sta chiedendo non che la Teologia Ufficiale decreti qualcosa ma che qualche cardinale faccia outing,..
E in ogni caso i livelli accademici (non posso chiamarli scientifici) superiori sono solo una delle ipotesi, il succo e’ che l’informazione che mi arriva E’ guidata. Sempre. Se mi arriva, e’ guidata. Se la cerco io… forse.
Giuseppe, il paragone a mio parere non è del tutto calzante, infatti nel caso della scienza non si tratta di intervenire su fantasticherie del web, si parla di articoli pubblicati sui principali organi d’informazione.
E’ come se le notizie sul Gesù sposato o mai esistito venissero pubblicate da vaticanisti sul Corriere o come notizie archeologiche su le Scienze, sono certo che in quel caso ci sarebbe una serie di iniziative e interventi da parte della Chiesa cattolica.
Nel caso della scienza di reazioni o interventi a tutela della corretta informazione non se ne vedono.
Questo mi fa pensare che una certa mitizzazione dei risultati della ricerca faccia comodo un po’ a tutti.
Caro prof. Pennetta,
capisco la difficoltà a considerare calzante il mio paragone, questo vale anche per Fabio…
Non intendo insistere, mi basta che sia stato capito il senso del mio pensiero, del mio intendere perché certa “roba scientifica popolare” (anche quella dei quotidiani più affermati, perché no?) non viene presa in considerazione a livello di comunità scientifica che viaggia su altri livelli, magari poco capiti dal volgo, ma è quello l’ambito del confronto che per loro vale…
E mi viene facile pensare che dopo la sortita di Telmo Pievani qui su CS, sortita che lasciava sperare in qualcosa di più a livello di dibattito, la stessa CS sia stata tacciata di “insignificanza” e snobbata. Per me una vera autorete del prof. Pievani che, se vuole essere un vero divulgatore, non poteva e non può sfuggire al confronto con le osservazioni (quelle serie) qui sollevate.
Trovo particolarmente esecrabile e anche un po’ ridicolo il “trionfalismo” dell’articolo di Caprara sul Corriere, capisco che l'”esplosione cambriana” sia stata posta sin dai tempi di Darwin come un ostacolo alla sua teoria, ma, di fatto, nel dibattito sulla validità della teoria cambia poco, a meno che non si sottintenda, come credo, la polemica con i creazionisti di ieri e di oggi, quindi con chi tentasse di sostenere che la vera Creazione sia partita da lì, ossia che il “temuto” intervento creativo divino sia avvenuto nel Cambriano e non prima. Di fatto nel Cambriano è avvenuto qualcosa e qualsiasi cosa sia avvenuta sarebbe comunque l’ennesima “causa seconda” attraverso cui si articolerebbe il “progetto sensato” della Creazione. Peraltro quest’ultimo tentativo di spiegazione si potrebbe abbinare (usando un po di “creatività”) con il primo (quello del 2009): molte specie di microrganismi “nascosti” aspettavano giusto “l’insufflazione” di ossigeno del Cambriano per svilupparsi 🙂 Potremmo chiamarlo approccio “pneumatico” e questo potrebbe riavvicinare le posizioni tra materialisti e chi crede nell’agire dello Spirito (il soffio, lo “πνεύμα”, che “aleggiava sulle acque” come si legge all’inizio del Gènesi).
Il Cambriano è del tutto indifferente al teismo come all’ateismo. La filosofia non c’entra.
Mette in crisi il darwinismo, questo è vero, ma ciò è ancora niente. ESSO METTE IN CRISI L’EVOLUZIONE TOUT COURT. Quindi mette in crisi la tecnoscienza. L’unica soluzione possibile è che siano andati perduti fossili di datazioni intermedie.
Prof. Masiero, non capisco perché l’evoluzione sarebbe in crisi… Non bastano, indipendentemente da quel… magico Cambriano, i reperti fossili trovati finora a dimostrarla? Cosa aggiungerebbero eventuali fossili di datazioni intermedie per ritenerla non in crisi?
Non lo dico io, Cipriani, ma lo dice Darwin – il quale conosceva l’esplosione del Cambriano – che l’evoluzione sarebbe una teoria sbagliata se non si trovassero fossili intermedi. E dai suoi tempi non sono stati trovati!
Per capire dia un’occhiata alla figura che ho creato nell’articolo Epistemologia dell’abiogenesi e rapporti tutto a 24 ore: dalle 0 alle 18 secondo i fossili che abbiamo ci sono stati solo organismi unicellulari; poi tra le 18 e le 21 si sono evoluti i più semplici organismi pluricellulari; poi tra le 21.00 e le 21.01, cioè in un minuto, si sono evoluti 20 dei 26 phyla di tutte le specie attuali, e nelle ultime 3 ore altri 6 phyla. La chiamerebbe “evoluzione” questa?
Nel risponderle a pelle, sarò sincero… Indipendentemente dal fatto che in quel “minuto Cambriano” si è svolto un gran numero di… evoluzioni, direi proprio che chiamarla evoluzione, nel suo toto, è proprio azzeccato… E da profano mi sento di dire che è ininfluente che quelle evoluzioni siano avvenute in un… solo minuto. Ben sapendo che in questo campo sono un groviera di ignoranza, dov’è che sbaglio?
Vuol dire, Cipriani, che la Sua idea di “evoluzione” non è la stessa di Darwin, dei paleontologi che da un secolo e mezzo tentano di reperire i fossili supposti mancanti e dei teorici che – vedi gli ultimi 3 team sopra citati – cercano una soluzione all’esplosione del Cambriano.
Nel linguaggio comune l’evoluzione è una trasformazione graduale, continua, come un palloncino soffiato da un bambino, non una granata che esplode in un momento.
Soprattutto Lei manca di curiosità scientifica, Cipriani, perché non sente il bisogno impellente di chiederSi: ma perché quasi tutto in un minuto? E perché in quel minuto?
Non è esattamente la curiosità che mi manca.
Lungi da me, prof. Masiero, non voler conoscere la storia e la causa di quel minuto, soprattutto presentata con la suggestione che in poche parole ha saputo suscitare…
Mi premeva soprattutto non mettere in discussione l’evoluzione come fatto a causa di quel minuto galeotto, che solo per questa premura, non per altro, giudicavo ininfluente.
Per il resto le confermo che ora, in questa fase della mia vita, sono piuttosto aperto a soluzioni “alternative” e, perché no?, anche a non spiegazioni che lasciano campo libero alla fantasia, se le spiegazioni corriamo il rischio, per fortuna o purtroppo, di non averle mai…
Ho già detto, Cipriani, qual è per me una possibile soluzione, la perdita o comunque il non reperimento dei fossili mancanti. Le altre congetture, quelle che escono diverse ogni anno sulle riviste, sono un’offesa alla ragione umana e buone solo per gli allocchi.
Al di là delle congetture più ovvie/scontate, interessante sarebbe una sua risposta sincera a quel suo chiedersi “ma perché quasi tutto in un minuto? E perché in quel minuto?”…
A quello pensavo quando affermavo che sono aperto a soluzioni “alternative”…
Penso che non c’è stato nessun minuto esplosivo, Cipriani, perché quel minuto è solo l’effetto distorsivo della perdita o non reperimento di fossili che pure si sono realizzati con continuità negli altri minuti! Le è chiaro ora il mio pensiero di evoluzionista impenitente?
@ Giorgio Masiero
Caro professore.
Lei per caso ha letto il libro “La vita inaspettata” di Pievani?
Io l’ho comprato di recente, per curiosità di conoscere meglio le posizioni di Pievani.
Personalmete sono rimasto senza parole per il contenuto.
Non è a mio parere un libro di filosofia della scienza rispetto l’evoluzione, ma in realtà è un libro che si propone, continuamente, di confutare una teologia che non è mai esistita, e che propone una strana idea, a mio parere, di cosa sia il “caso”.
Lei lo ha letto?
Che opinione ne ha?
Non ho letto, Enrico, il libro, ma conosco le posizioni di Pievani, che – come Lei ha compreso – è un filosofo di concezioni naturalistiche che egli crede vedere supportate dalla scienza moderna e che invece appartengono soltanto alla sua Weltanschauung.
@ Masiero
Io, come le ho detto, lo sto leggendo.
Se lei a piacere posso riportare alcuni stralci, perchè a mio parere sono piuttosto interessanti.
Senza citare precisamente il testo, per portare un esempio, definisce come caso, e dunque come evoluzione “contingente”, il fatto che una deriva genetica sia legata al sorgere di una qualche barriera fisica, montagne o corsi d’acqua o altro, e che da questa deriva genetica segua un evoluzione a suo dire “imprevedibile”, quindi casuale.
Ora i movimenti che generano montagne o corsi d’acqua non sono affatto casuali, il fatto che non siano prevedibili dalla scienza umana, non significa affatto che non abbiano cause che portano inevitabilmente a quel risultato.
Non mi risualta infatti che i movimenti della crosta terrestre siano dotati di “atti di volizione”.
Ma a parte questo, l’autore sembra desumere, citando non mi ricordo quale gesuita, che ne deriverebbe, dimostrato con questi suoi esempi a suo dire la contingenza dell’evoluzione, che nemmeno il “Creatore” avrebbe potuto prevedere gli effetti dell’evoluzione e quindi ad esempio l’esistenza dell’uomo.
Il nostro sa che per la teologia cattolica Dio è onniscente e quindi a Lui sono contemporaneamente presente tutti i tempi?
Dovrebbe perchè è un filosofo.
Insomma perchè tenta di dimostrare che Dio, come inteso dalla teologia, non sta in piedi, posti i risultati della ricerca scientifica ma inventando una teologia che non esiste?
Legga il libro glielo consiglio.
Anche se temo che la innervosirà…un poco.
No, grazie. Piuttosto sono io, Enrico, a consigliarLe Lucrezio che 2000 anni aveva spiegato la stessa filosofia, però in splendida poesia e metrica latina.
Io il libro l’ho letto… Per me, digiuno della materia, (pur dinanzi a una scrittura semplice) molte cose sono state ostiche, ma una cosa mi ha colpito (e convinto): il riferimento circostanziato a quella che Pievani definisce “cosmica contingenza” (per capirci, il “caso” visto come mostro da abbattere qui su CS). Se, com’è chiarissimo, il prof. Masiero accusa il prof. Pievani di essere mosso da ideologa materialista, è su questo punto che si dovrebbe aprire un bel confronto. Sarebbe… il caso di definire bene il CASO e darne una definizione univoca, come punto di partenza del confronto…
Il caso e l’intelligenza non sono definiti in tecnoscienza, Cipriani, come ho dimostrato nell’articolo La scienza non può provare il caso né escludere l’intelligenza.
Quindi un dibattito tra me e Pievani sarebbe inutile, perché partiamo da due concezioni religiose diverse e incompatibili. Pievani è l’uguale e opposto del creazionista: questo crede di dimostrare Dio, l’altro di dimostrare il caso all’opera nel mondo.
Io invece non tiro in ballo la scienza per giustificare la mia fede.
Le lascio la triste convinzione di inutilità del confronto, che del resto non è manco proponibile, dal momento che lei per primo e di sicuro Pievani per secondo optate per l’inconciliabilità delle rispettive posizioni…
Peccato, era il mio solo il sogno che il pensiero e la parola, uniti a cultura di base e metafisica solida, potessero al fine incontrarsi su un presupposto comune (!?), scevro da pregiudizi e, soprattutto, ideologie.
“… uniti a metafisica solida”: il problema è proprio questo, Cipriani, che la metafisica è ciò che più ci divide, non ciò che ci unisce. Io do alla metafisica (A-T) il più alto peso epistemico, prima tra tutte le scienze, mentre Pievani – per quanto posso capire – la considera una chiacchiera vuota.
PS Non ho capito se L’ha soddisfatta la mia ultima risposta sul Cambriano, o se Le è rimasto qualcosa da chiarire.
Prof. Masiero, capiamoci bene. Considerando che l’evoluzione intesa come successione di specie è fatto assodato, non ho capito:
1) l’esplosione del Cambriano la considera avvenuta o no?
2) se la considera avvenuta (e in ogni caso), come potrebbe confutare l’evoluzione sopra definita?
Mi par di capire, Cipriani, che Lei non abbia mai visitato un museo di paleontologia e forse per questo facciamo fatica ad intenderci.
1) Cominciamo col dire che l’evoluzione non è un “fatto”, perché non abbiamo mai visto una specie trasformarsi in un’altra. L’evoluzione è un’ipotesi ragionevole, forse l’unica, per spiegare la presenza di una decina di milioni di specie diverse, simili per molti tratti.
2) Il fatto sono i fossili che abbiamo trovato e raccolto, e che datano da 3,5 miliardi a pochi milioni di anni fa, con una concentrazione inspiegabile di moltissime specie 600 milioni di anni fa (periodo Cambriano) in un intervallo di meno di 50 milioni di anni.
3) Che ne possiamo dedurre? O che questa cosiddetta esplosione del Cambriano non c’è mai stata e la concentrazione dei fossili che abbiamo deriva solo dal fatto che ci mancano gli altri (ciò che pensava Darwin e continuo a pensare io), o che l’esplosione c’è stata e allora non c’è stata nessuna evoluzione, ma una comparsa improvvisa inspiegabile di molte specie.
OK, ma sarebbe anche il caso di intenderci bene se è evoluzione, da considerarsi come fatto, anche la SUCCESSIONE di specie… Ho l’impressione che a forza di ragionarci sopra, anche qui su CS, sfugga cosa intendiamo con una parola come “evoluzione”. Ma adesso ho la testa in fiamme e faccio fatica a farmi capire bene…
Straordinario o quasi che si trovi d’accordo con Darwin.
Notte a tutti.