“Un’altra scuola è possibile” titola Micro Mega, e si danno indicazioni su come insegnare la teoria dell’evoluzione.
In pratica si tratta di fare della mitologia.
“Darwin fin da piccoli”, così si intitola un articolo a firma del Prof. Telmo Pievani sulla rivista Micro Mega 6/2014 in un numero dedicato alla scuola. Ma la cosa che colpisce nelle dieci pagine riservate all’argomento evoluzione è che non si dice quali dovrebbero essere i punti fondamentali della teoria da insegnare. Ci si gira intorno nominando tutto l’armamentario di termini ben noto a chi si occupa di evoluzione, si va dalle ramificazioni alla contingenza, dalla casualità alle opportunità, dalle imperfezioni alle novità evolutive, ma quali siano gli elementi fondamentali della teoria neodarwiniana da trasmettere agli studenti, niente, non c’è verso di saperlo. Si parla solo di parentele e alberi evolutivi di ogni tipo, di “exhibit” in cui scoprire che abbiamo un sacco di DNA in comune con altre specie (il topo 95%, e la banana 50%, sono le più gettonate ndr), insomma l’unica cosa che si capisce con certezza è che discendiamo da antenati comuni, tanto che viene da domandarsi se il Darwin che si dovrebbe insegnare fin da piccoli non sia Erasmus Darwin, il nonno di Charles che per primo propose la teoria dell’antenato comune.
Che i darwinisti di casa nostra abbiano delle difficoltà a dire cosa sia esattamente la teoria neodarwiniana qualcuno lo ha insinuato da quando il link al “Corso di base: La teoria dell’evoluzione” posto sul portale dell’evoluzione Pikaia non porta da nessuna parte, se infatti un interessato studente volesse sapere cosa sia esattamente la teoria dell’evoluzione si troverebbe davanti il ben noto Errore 404:
Certamente si tratta di un problema tecnico e chissà, dopo questa segnalazione forse lo risolveranno, ma per il momento le risposte su quali siano i punti fondamentali della teoria dell’evoluzione bisogna andare a cercarle altrove, non sui testi scolastici dove latitano esattamente come su Micro Mega. Ad essere precisi i meccanismi di base non sono del tutto assenti, vengono citati di sfuggita a pag. 116, ma è proprio questo il punto, si dedica molto spazio ai dettagli e si sorvola sugli aspetti fondamentali.
Eppure quando si parla di metodo di insegnamento si vede che il Prof. Pievani conosce la strada migliore, propone infatti di “insegnare la scoperta scientifica“, di ripercorrere i processi mentali che l’hanno consentita, ma purtroppo la convergenza di vedute si mostra più apparente che sostanziale, infatti su Micro Mega si consiglia di far leggere la biografia di Darwin, ma quello che invece serve veramente è l’insegnamento della storia della teoria con i suoi contrasti e le sue vicissitudini, a partire dalla proposta di Lamarck che differiva da quella di Darwin solo per la mancanza della selezione naturale, alla critica di Cuvier sulla mancanza di gradualismo nei fossili, all’eclissi del darwinismo con la profonda crisi in cui lo sprofondò la genetica mendeliana, per passare poi alla soluzione proposta con la “sintesi moderna” e i suoi problemi di estrema improbabilità matematica. Di tutto questo nello studio della scoperta della teoria neo-darwiniana proposta su Micro Mega non c’è traccia. E allora lo studio della biografia di Darwin diventa solo una celebrazione della personalità che ben poco contribuisce alla formazione scientifica.
Esiste anche un punto sul quale non potrei essere maggiormente d’accordo col Prof. Pievani, quello in cui riporta una frase di Darwin che è della massima importanza:
“Quantunque nessun fatto nuovo venga scoperto da queste speculazioni, anche se parzialmente vere esse sono della massima utilità per l’obiettivo della scienza, la predizione. Prima che i fatti siano raggruppati e denominati, non vi può essere predizione. L’unico vantaggio di scoprire leggi è prevedere che cosa accadrà e vedere una connessione tra fatti sparsi”
Oggi però, ad oltre 150 anni dalla pubblicazione dell’Origine delle specie, la teoria neo-darwiniana non consente nessuna predizione e non è quindi, secondo le parole dello stesso Darwin, scienza. La spiegazione neo-darwiniana dell’evoluzione è diventata di fatto una narrazione fantastica che soddisfa l’esigenza di dare una spiegazione al perché delle cose ma senza i requisiti di predittività del metodo scientifico, quella che in passato era la funzione del mito.
Ma cosa vuol dire una scuola “Laica, repubblicana, egualitaria e di eccellenza” come quella proposta da Micro Mega? Analizzando i termini si giunge alla conclusione che si tratta di una scuola ideologizzata, il fatto che la laicità sia messa come caratteristica desiderabile mostra una scelta che niente ha a che fare con la qualità della scuola, e la stessa cosa si può dire con l’essere repubblicana, come se nelle monarchiche scuole inglesi o spagnole la situazione dovesse essere necessariamente peggiore. Essere egualitaria e di eccellenza è poi un’aspirazione che lascia troppi dubbi al sospetto che in realtà si prepari una scuola omologante e, nella pur apprezzabile mancanza di competizione, orientata però all’economia globalizzata e non alla formazione antropologica e culturale.
Se Micro Mega propone il suo ideale di scuola anche da parte nostra non mancherà un contributo all’insegnamento delle scienze, infatti un’idea è emersa nel corso del workshop di Roma, prossimamente verranno elaborate e rese disponibili su CS delle schede didattiche per l’integrazione dei testi scolastici in modo da completare questi ultimi sotto il punto di vista di un più ampio e completo insegnamento delle discipline scientifiche. Discipline necessarie per l’acquisizione di una capacità di affrontare in modo critico ogni aspetto della complessa realtà contemporanea.
25 commenti
Scuola “laica, repubblicana, egualitaria e di eccellenza” ?
Anche se probabilmente le finalità sono buone questo “manifesto”, così come é, non può che rischiare di essere percepito come discriminatorio ed utopico.
Se con “laica” si intente una scuola svincolata da una autorità confessionale potrebbe anche funzionare. Ma lo “scollegamento” si intende solo funzionale o anche culturale? I riferimenti confessionali sono escludibili a priori? E se fosse così in che termini?
Con “repubblicana” sorgono ulteriori perplessità. Se qualche famiglia ritiene che altre forme istituzionali sono da prendere in considerazione perché dovrebbero “riconoscere” o “accettare” una scuola che a priori precluda nel suo DNA culturale tale eventualità?
Ma é soprattutto “paventare” la possibile esistenza di una scuola contemporaneamente di “eccellenza” ed “egualitaria” che lascia molto perplessi. In primo luogo sono “desiderata”, ancorchè auspicabili, in qualche modo antitetiche (se non contestualizzate adeguatamente), in seconda istanza sono anche “irrealizzabili” (se prese alla lettera). C’é qualche esempio di realtà scolastica, al mondo, contemporaneamente di “eccellenza” ed “egualitaria”?
Proposta per alcuni presupposti: 1) la scuola non deve annullare le sensibilità in entrata, 2) la scuola deve fornire in modo asettico, equidistante ed efficace la conoscenza di base, per intenderci quella destinata a permettere l’elaborazione culturale del percepito al cittadino del domani, 3) la scuola non deve disconoscere chiccessia a priori e piuttosto deve porre le basi per un futuro cittadino della tolleranza e non un cittadino della prevaricazione. Il “manifesto” successivo vien da se…
Beppino, il tuo intervento mi fa riflettere ancora su queste ‘qualità’ che la scuola dovrebbe avere secondo il “think tank” di Micromega.
Quella che loro vogliono è una scuola NON pluralista, una scuola che ammette come possibile solo l’ideologia di chi la propone, in questo senso i termini laicità e repubblicana assumono un senso.
Io invece ho idee diametralmente opposte, voglio una scuola pluralista dove le famiglie possano scegliere l’impostazione educativa che ritengono più desiderabile.
Che quelli di Micromega aprano una scuola che accoglie il loro punto do vista e si mettano sul mercato, invece no, quello che vogliono è imporre a tutti la loro visione del mondo.
“… quello che vogliono è imporre a tutti la loro visione del mondo…”
Denotando tra le altre cose un “bagaglio culturale” compromesso spesso da visioni ideologiche e luoghi comuni. C’era un tempo in cui “correnti di pensiero” caratterizzate (sempre) dalla negazione del confronto lavoravano sulla manipolazione del bagaglio culturale degli italiani. Da dove arriva la compromissione (attuale) di quello dei signori di Micromega? Quel “riduttivo” o “incompleto” modo proposto di “Insegnare la scoperta scientifica” può essere, forse, una parziale indicazione.
Io comunque e qua propongo il ragionamento:
SE A è simile a B;allora necessariamente un ipotetico C implica A e B.
Definizione di simile:http://www.treccani.it/vocabolario/simile/
Perchè a me mi sfugge questa cosa:
Se un uomo ha arti e una giraffa ha arti,allora è esistito un antenato comune perfino tra giraffe e uomini.Quindi che certamente abbiamo in comune delle parti anatomiche ,fisiologiche, biologiche/biomolecolari ,chimiche, perchè deve anche coimplicare che abbiamo un antenato in comune con la giraffa?Ma infatti come è possibile infatti PROBARE C se c non puo essere preditibile per definizione perchè è sempre un ipotesi?
C non l’osservo praticamente l’abduco,se A è B sono simili abduco C,ma C per cio che esprime non è un’abduzione standard (che deve riosservare C nella natura) ma un’ipotesi mentale,che non potrò mai probare oltre l’ipotesi,risultato c è sempre impreditibile.
L’aspetto morfologico non è indice di cuginanza. Al massimo quello anatomico. Infatti le vecchie tassonomie, che si basavano principalmente sulle somiglianze a livello morfologico (fenetica) sono ormai quasi tutte sostituite da classificazioni che tengono conto della filogenetica (cladistica).
E quindi la cladistica che criteri specifici usa?
omologie,e l’omologia su che criteri si basa?
Deffinizione di omologia:
Somiglianza, affinità: presentare o. con qlcu. o con qlco.
2 biol. Comunanza tra strutture anche di aspetto diverso: l’o. degli arti anteriori dei vertebrati
E quindi mi effettui la spiegazione da un’omlogia a una deduzione certa?
A e omologo a B.quindi deduco C
Detto in maniera sintetica : la classificazione cladistica si basa sui rapporti filogenetici fra specie, filogenesi che viene determinata principalmente dalla comparazione delle sequenze nucleotidiche tra animali che appartengono a gruppi differenti. Dico principalmente, perchè ai dati legati al genoma si sommano studi legata all’anatomia comparata ed alla fisiologia. Per quanto riguarda la morfologia, in natura esistono animali che per convergenza presentano forme molto simili (simili, ma non identici), ma il sequenziamento del genoma rivela al contrario che geneticamente sono molto distanti.
Per concludere quando si parla di evoluzione nessuno può darti certezza di nulla, ci si accontenta di retrodizioni e di ricostruzioni più o meno plausibili.
L’antenato comune di tutto ciò che c’è a questo mondo è una singolarità che 13,7 miliardi di anni fa si separò nei 6 quark; in 0,0001 secondi creò uno spazio grande come l’attuale sistema solare, pieno di protoni, neutroni ed elettroni; queste particelle impiegarono poi 100 secondi ad unirsi per formare l’idrogeno; … ecc., ecc. Almeno questo è ciò che ci dice la fisica.
La quale ci spiega anche, attraverso la teoria della nucleosintesi stellare, come si sono formati in alcuni miliardi di anni tutti gli elementi chimici, di cui sono fatti le pietre, le banane, i topi e anche noi.
Ma donde abbia avuto origine quella singolarità, come sia sorta sulla Terra la prima cellula protocariote non lo sappiamo, né come sia comparsa nessuna specie, né tantomeno l’uomo (v., per questo ultimo punto, “Il mistero dell’evoluzione del linguaggio” di Marc D.Hauser, Charles Yang, Robert C.Berwick, Ian Tattersall, Michael J.Ryan, Jeffrey Watumull, Noam Chomsky e Richard C.Lewontin, del 7 maggio scorso).
Questo programma di scuola, di MicroMega, è adatto ad una madrassa, basato com’è sul dogmatismo (che è l’opposto della laicità), chiuso allo spirito critico e al dubbio (che è il fondamento della scientificità) e impregnato di retorica. Un manifesto perfetto della decadenza dell’Occidente, con la fuga dai valori, la distruzione della Terra, la massificazione dell’uomo e il prevalere della mediocrità.
Le posso chiedere di non spacciare per vere cose che sono molto criticabili, almeno criticabili quanto l’evoluzione che qui si sta criticando?
Ho grande disagio a scrivere in un forum dove si criticano alcune cose, mentre altre cose altrettanto criticabilissime, sono dichiarate vere per forza.
Non rispondero’, non tornero’ su questo argomento.
Io non ho mai spacciato nulla per “vero”, Fabio, in campo scientifico, se Lei capisce ciò che scrivo; ma ho solo scritto ciò che afferma la fisica, e che quindi è “scientifico”. E ciò che è scientifico non è necessariamente “vero”, ma solo momentaneamente corroborato e sempre falsificabile, come ho spiegato infinite volte. O no?
Fa bene a non voler criticare “cose dichiarate vere per forza”, perché parlerebbe solo con se stesso, in quanto io non considero nulla di quanto è scientifico “vero per forza”, e nemmeno solo verosimile.
http://www.lescienze.it/news/2011/10/06/news/luca_l_ultimo_antenato_comune_di_tutti_gli_organismi-559369/
Secondo loro “hanno scoperto”,secondo me hanno fatto metafisica
“Lo chiamano LUCA, acronimo di Last Universal Common Ancestor, l’ultimo antenato comune universale, in pratica l’origine comune a tutti gli organismi viventi. Ma finora su di esso si poteva dire ben poco: secondo molti scienziati non era molto più di un assemblaggio di molecole in una zuppa primordiale dalla quale, sotto la pressione evolutiva dell’ambiente, si sono sviluppate forme più complesse. Altri ritengono che avesse già una struttura alquanto complessa, simile a una cellula, e i dati raccolti in uno studio condotto da ricercatori dell’Università dell’Illinois e pubblicata su Biology Direct sembrano far pendere la biancia a favore di quest’ultima possibilità.”
Niente di cio che è espresso,in pratica LUCA non è un MICRORGANISMO,UN ORGANISMO,UN ANTENATO,luca non è osservabile ne luca potra mai essere osservato o provato.
LUCA è l’idea di archè filosofico che dice nella sua premessa ” tutte le specie sono derivate da un solo unico organismo” Ma LUCA e tutto cio che rappresenta è un’IDEA FILOSOFICA un archè filosofico e poi particolarmente comico quando si afferma “su di esso si sapeva ben poco” (lasciando intendere,a chi legge, che oggi nè si sa di più)come se fosse più dell’idea stessa filosofica che rappresenta,a prescindere da qualunque metodo scientifico.
Il fatto che il laicismo abbia dei problemi seri con la scienza e preferisca le chiacchere è ormai un fatto assodato. Quanto a me (ma so che sono un incorregibile reazionario) i pilastri della scuola dovrebbero essere due (che sono poi le due materie che mi sono maggiormente servite nella vita lavorativa e in generale di cultura):
1) LATINO: unica possibilità di imparare a organizzare in modo coerente i propri pensieri, capire quando qualcuno parla senza dire nulla, venire a capo di una situazione ingarbugliata trovandone il senso.
2) MATEMATICA: unico modo per costringere la mente al rigore, a non dare nulla per scontato,a esercitare insieme induzione e deduzione, a non prendersi in giro da soli.
Tutto il resto viene dopo, ma MOLTO dopo, una solida preparazione sui due pilastri di cui sopra renderebbe molto più difficili gli indottrinamenti di ogni sorta e tipo.
Come chiamerei una scuola di questo tipo ? Non saprei dire, però mi rammento che latino e matematica erano le due materie centrali dell’ordo studiorum dei gesuiti ..sarà per questo che gli illuministi sono subito corsi a chiedere l’eliminazione delle scuole dell’ordine appena preso un pò di potere e influenza nelle corti ?
Pienamente d’accordo! Aggiungerei anche FILOSOFIA come materia fondamentale (al terzo posto, ma di poco sotto la matematica ed il latino); per la mia esperienza personale anche il confronto con i grandi pensatori del passato ha avuto un ruolo importante nello sviluppo di uno spirito critico. Un minimo di conoscenza della filosofia, peraltro, consentirebbe a molti scienziati di evitare delle clamorose figuracce quando spacciano per scientifiche le conclusioni metafisiche che traggono dai loro esperimenti.
Caro Enrico, hai perfettamente ragione se non fosse che da un pò di tempo a questa parte l’insegnamento della filosofia è diventato troppo spesso una palestra ideologica di indottrinamento..(cosa difficile a farsi con versioni dal latino (non a caso ora sistematicamente risolte con internet) e problemi di matematica (non a caso ora spesso ridotti all’applicazione acritica di algoritmi).
La questione del latino è importantissima e condivido in pieno quanto detto da Alessandro, al riguardo sullo stesso numero di Micromega si parla di un ‘nuovo metodo’ per insegnarlo, a questo punto credo che ci si potrebbe scrivere sopra un prossimo articolo.
Non concordo,ovvero,a monte c’e l’italiano.Come fare senza comprensione del testo e difesa contro rivoluzioni assurde di parole?Una lingua oltretutto che con i verbi che ha può esprimere nella maniera più corretta lo stato in essere di fenomeni e situazioni.
La scuola ideale e’ necessariamente una scuola imperfetta. Perché niente di umano e’ perfetto. La scuola ideale e’ quella che tutti ti sconsigliano di fare. La scuola ideale e’ quella che ti insegna l’umiltà. La scuola ideale e’ quella che quando ti iscrivi tutti ti diranno che scegliendo quella, non troverai mai lavoro. La scuola ideale e’ quella che ti insegna a costruire. La scuola ideale e’ quella nella quale si incontrano persone diversissime tra loro. La scuola ideale e’ quella che alimenta la curiosità. La scuola ideale è quella che ha un sacco di problemi ma che insegna ad affrontarli i problemi. La scuola ideale e’ quella in cui chi insegna ha, prima di tutto, passione.
Tutto il resto e’ secondario.
Io sono parzialmente d’accordo nel senso sentimentale,però:
https://www.youtube.com/watch?v=ssvjghB30HU
Certo ci vuole passione però non in questo senso,altrimenti tra andare a scuola e guardarsi questo spot si ci persuaderebbe che è scientifico comprarsi un alfa romeo.
Quindi una scuola che dia i principi su come si ragiona,non un scuola che carichi solo dati nel disco disso senza preocuparsi nemmeno di cosa sta caricando.E dopo deve esserci una parte che critichi questi dati,querllo esattamente che manca al pc e che ha solo l’essere umano.
“Per dire se i mortali si gurdassero da qualsiasi rapporto con la seggezza”,userebbero l’alfa per entrare a 210 Km/h in una curva chiusa,confido si che in questo modo “la vecchiaia nemmeno ci sarebbe” …Il cuore non ha sempre ragione.”:P
Danilo,
la mia era una provocazione poetica nella quale il cuore non c’entra. La scuola dovrebbe avere una funzione maieutica, ovvero riuscire a tirar fuori il meglio da ciascuno. Dovrebbe insegnare un metodo, alimentare la curiosità, sviluppare le capacità di ciascuno. Non è, a mio avviso, il latino o l’algebra che sono decisivi, ma insegnare la “passione” per queste materie. Altrimenti si dimenticano. Più che il “cosa” e’ fondamentale il “come”. E’ questo che fa la differenza.
Buongiorno,
mi permetto anzitutto di complimentarmi per il programma esposto nel Loro incontro lo scorso 11 ottobre, e per i buoni propositi didattici su cui si è ragionato in questa sede. Detto ciò, mi trovo d’accordo su quanto esposto dai prof.ri Masiero e Giuliani e dall’utente Beppino. Aggiungo brevemente che, a mio dire, sarebbe utile, nell’introduzione allo studio critico delle teorie darwiniana e neodarwinista, una lettura analitica proprio de L’Origine delle Specie. Concludo, infine, meditando sull’inquietudine che mi dà l’intendere l’inconciliabilità di una scuola egualitaria con un’eccellente; una coniugazione fra queste, a mio dire, porterebbe solo ad un peggioramento di ambedue, e a nessun miglioramento.
Ciao Alio, intanto grazie per l’attenzione al programma del workshop, mi associo poi all’idea di far leggere l’Origine delle specie, una lettura a dire il vero un po’ noiosa, ma sarebbe utile per vedere i limit della teoria.
E poi si rimedierebbe un po’ alle false idee che circolano, è uno di quei libri di cui tutti parlano senza averlo letto.
Quali figure umane di alto valore sono state prodotte dalla cultura nazionale nel corso dei secoli ? “Santi, poeti, navigatori” ? Diciamo, che se guardiamo alla quantità e non solo all’importanza, abbiamo prodotto più che altro santi e importanti uomini di scienza (per la maggior parte credenti). Per questo una scuola “laica” che in questo caso significa semplicemente “laicista” non terrebbe conto delle nostre radici e predisposizioni e butterebbe via sia l’acqua (pulita) che il bambino da formare.
Se poi a questo programma si aggiunge l’aggettivo “repubblicana” si capisce che detto programma risale a circa due secoli fa e sa di museo del Risorgimento e di muffa, improbabile quindi che un programma del genere sappia affrontare le sfide di questi tempi. Quanto all’eguaglianza e all’eccellenza, tutto bene, ma anche questo tradisce la radice utopistica ottocentesca del pensiero retrostante (che sia “retro” è certo…). Insomma un programma di tipo massonico-risorgimentale, che arriva fuori tempo massimo e che può al più suscitare curiosità di tipo storico e un po’ di tenerezza verso chi è rimasto in un’altra epoca.
Hai ragione Muggeridge, sembra nuovo, ma è in fondo un programma che sa di muffa.
Eheh… ugualitaria e di eccellenza… insieme… chissà quando la smetteranno di leggere Biancaneve e Cerentola e cominceranno ad osservare anche il mondo reale… e poi perché dovrebbe essere “repubblicana”? Quindi l’università di Oxford fa pena perché alle dipendenze di Sua Maestà? Mah… in fondo ha già detto tutto Beppino.