Sull’Espresso si parla di “LUCA”, il progenitore di tutti gli organismi viventi ma l’esposizione è piena di lacune e contraddizioni.
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L’articolo sull’origine della vita viene qui letto e commentato da Max, l’autore del romanzo “Sapiens”.
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E’ più forte di me. Quando vedo il solito disegnino della scimmia che piano piano si alza per iniziare a camminare, io non resisto.Cioè, a volte resisto, rimango per qualche secondo a chiedermi se vale la pena perdere dieci minuti della mia vita e cerco dei motivi per farlo. Quando ho visto che veniva nominata anche Lucy ho capito che mi trovavo di fronte ad un grande classico. A me i classici piacciono, sono un romantico, che ci posso fare?
Ieri sfogliavo L’Espresso del Cinque Giugno e a pagina 88 ho ritrovato la sensazionale novità che ti mozza il respiro: “Siamo tutti figli di Luca”, stavo per telefonare a mio padre per chiedere spiegazioni ma poi ho visto il solito disegnino antropomorfo di cui sopra e ho desistito con un certo sollievo dal fare quella imbarazzante telefonata a mio padre.
Luca starebbe per “Last Universal Common Ancestor”, un acronimo vecchio almeno di undici anni. Compare su Nature Reviews Microbiology del 2003. Come se, aprendo il giornale oggi, trovassimo a caratteri cubitali :”Crac della Parmalat”. Uno si chiederebbe : “Di nuovo?”. Son andato a rivedere la data della rivista che avevo in mano, era proprio Cinque Giugno 2014, incominciamo bene.
Si crede che quell’ultimo antenato comune universale avesse 500-600 geni. Che guarda caso è anche il numero di geni della prima cellula presunta, ma parlo di lavori del 1995, il secolo scorso.
Un vero scherzo immaginare la formazione per motivi casuali di tanto DNA da formare 600 geni altamente organizzati, non dirmi che anche questo mi parte con il mondo a RNA..
Un’osservazione cruciale è quella dell’autorganizzazione: varie molecole possono assemblarsi spontaneamente in strutture più complesse.
E ti pareva, l’avevo detto ch’era un grande classico, fra un po’ mi metto a mangiare anche i pop-corn. Quello che immaginò Joyce oltre dieci anni fa, era un inizio a RNA per le deboli caratteristiche catalitiche di alcuni tratti di RNA. Si sa, quando uno è nel deserto e ha sete, beve anche la sabbia. Ma è più facile sintetizzare RNA invece che gli amminoacidi di Miller? E’ molto più complicato sintetizzare il primo RNA, sarà anche auto catalitico, ma la prima sequenza la devi avere e per sintetizzare gli acidi nucleici serve molta più biochimica di quanto ne serva per sintetizzare un amminoacido. E gli altri problemi dove li mettiamo? Si trova d’accordo anche l’autore dell’articolo che il problema è più complicato di come aveva provato a metterlo:
Il problema allora è quello dell’uovo e della gallina, oggi la cellula si fabbrica da sé i propri componenti, ma quando le cellule non c’erano, come hanno fatto le prime proteine, DNA o RNA a crearsi e a moltiplicarsi?
Compare la parola “crearsi”, mi stupisco. Continuo a leggere sorridendo, voglio vedere dove vuole arrivare, siamo oltre i due terzi dell’articolo. Ma allora come nasce la vita? Me lo volete dire?
Resta un mistero frustrante non tanto perché ne sappiamo troppo poco, ma perché stiamo scoprendo sempre più possibili meccanismi che possono averla prodotta.
Lo sapevo che c’era la svolta! Grande! Cioè, il problema per cui rimane un mistero frustrante non riguarda il non avere la più pallida idea di come sia potuto accadere, il vero problema è che la fantasia umana si è immaginata infinite vie per ottenere la vita. Bè, non sto nella pelle, adesso me ne descriveranno qualcuna di queste vie. Dai, son persone serie, ora c’è la svolta, lo sento.
Meccanismi mal definiti, tutti altrettanto plausibili e tutti altrettanto improbabili.
Ah, ecco. Allora era un a bolla di sapone… Un’altra. Ma riprende la parola lo studioso intervistato:
A luglio al Congresso internazionale sull’origine della vita che si terrà a Nara in Giappone, organizzerò una sessione sulle grandi domande che restano aperte.
Non riesco a trattenermi, forse lo scienziato si chiede :”Perché continuare a umiliare la scienza con speculazioni senza fornire prove?”
Come sono nate le grandi molecole?
Io mi accontenterei di vedere come nasce per caso una singola molecola di RNA, sarebbe un inizio. Ma lui è uno scienziato, punta in alto, fa bene.
Ormai disilluso termino per educazione la lettura dell’articolo, lo sapevo che i grandi classici non ti danno niente, ma vuoi mettere l’ironia che ti sprigionano? Almeno poi ti alzi di buonumore. Torniamo a Luca:
L’antenato comune quindi è giunto in una fase già abbastanza avanzata dell’evoluzione della vita, al termine di tutto un fiorire di chissà quanti esperimenti di previta e di bizzarri microbi primordiali, che utilizzavano forse molecole e processi biochimici esotici di cui oggi, non avendo lasciato fossili né discendenti, non resta traccia..
Ma perché, potrebbero esistere resti fossili di processi biochimici esotici, li sapremmo riconoscere?
Ormai siamo alla frutta, cioè l’articolo sta terminando:
Anche quando le lacune saranno colmate non avremo risolto appieno il mistero: avremo capito le possibili vie alla vita, ma non quella che fu davvero seguita.
Un classico, mi stanno dicendo che non hanno in mano niente. Che noia questi classici.
Dulcis in fundo :
Sarebbe già tanto dimostrare che ci sono alcune vie plausibili.
Davvero, sarebbe già tanto. Ma prima dicevano che stavano scoprendo meccanismi mal definiti ma plausibili. Ah, “stavano scoprendo” nel senso che non hanno ancora scoperto. Ho capito.
Irrinunciabile un paragrafo incorniciato sulla possibile vita aliena piovuta dallo spazio, però vi sorprenderà la conclusione:
Spostare il problema in posti sconosciuti e sotto condizioni sconosciute non ci aiuta a risolverlo.
Ma se è quello che avete fatto per l’intero articolo. Vabbè, ritorno a guardare la mia Lucy, ci sono affezionato. Anche se è stata tolta dalla linea evolutiva dell’uomo molti anni fa, chi lo dice a L’Espresso? E’ un amarcord irrinunciabile. Un vecchio classico.
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24 commenti
Voglio essere il primo a dare il benvenuto a Max e a complimentarmi per questo articolo che prendendo spunto dall’ultimo numero di un noto settimanale sta sulla notizia tempestivamente, e lo fa con competenza ma anche umorismo mostrando i limiti e i difetti sia delle teorie sul primo organismo che dell’informazione scientifica.
Sono certo che questo sia l’inizio di una collaborazione importante.
Grazie, un caro saluto
ep
Grazie Enzo!
Il motore della macchina è giá acceso. Stoandando a Roma per conto di CS. Settimana prossima uscirá un nuovo articolo… di pubblica utilitá a beneficio degli internauti del tuo Blog!
Max
E così adesso abbiamo anche l’inviato speciale! 🙂
Manca un grande classico per l’Espresso: la donna nuda in copertina.
Ma da quando l’Ill.mo Ing ha abbracciato la crociata moralista per scopi elettorali se ne vedono poche.
Ciao Piero,
Beh questa volta c’erano in copertina i pettorali e la tartaruga di Renzi. Scusa se è poco!
🙂
Max
Da buon vecchio etero, tra i pettorali di Renzi e una bella donna, preferisco la seconda…
Si’ lo so, sono antiquato e fossile, ma non riesco proprio ad “adattarmi”… 😀
Max,come esordio ottimo.
Frontiera della mala conoscenza nominale commista all’ignoranza: Luca in quanto prenome di un proto-esserino, invenzione più della logica necessità che della determinazione sperimentale, un chissà che cosa con i suoi immancabili geni, e null’altro sulla sua contingenza scientifica. Quanti articoli riconducibili in “noi non sappiamo”. Che noia il mondo accademico!
Dall’articolo dell’Espresso emerge chiaramente che sull’origine della vita ci si arrampica sugli specchi, staremo a veder cosa verrà detto nel preannunciato Congresso di Nara.
“Noi non sappiamo”, la frase più difficile da far pronunciare agli scienziati contemporanei che finiscono per somigliare a Fonzie quando non riusciva a dire “scusa mi sono sbagliato”.
Ma il prof. Oddifreddi, proprio su queste pagine, non aveva forse detto che sull’origine della vita c’era l’imbarazzo della scelta?
Oppure ho capito male io?
L’imbarazzo della scelta?
No, l’imbarazzo.
Come scrivevo, la fantasia umana è infinita. In quel senso sì, ma se vogliamo rimanere attaccati alla scienza sperimentale, il piatto piange.
Max
secondo me fare luce sull’origine della vita sara’ impossibile,tutte le ipotesi formulate rimarranno tali finche’ non si riuscira’ a riprodurre la vita dal nulla in laboratorio ammesso che ci si riesca,poi le domande che si puo’ fare un ignorante come me in materia svariano da…la terra non e’ sempre esistita?se la vita sulla terra non e’ sempre esistita da un LUCA sara’ cominciata?oppure ci sono stati piu’ LUCA? questi LUCA si sono poi incrociati? BHE CI SONO MILLE DOMANDE E LA RISPOSTA E’ VISSUTA 4 MILIARDI DI ANNI FA CREDO PROPRIO CHE SARA’ IRRISOLVIBILE…
Grazie Gabriele per il tuo contributo,
Infatti per molto tempo si è provato a creare vita in un laboratorio per dimostrare l’abiogenesi (la nascita della vita dalla non vita).
Ora son molto di meno i laboratori che se ne occupano, me lo confermava un ricercatore di Firenze l’anno scorso. Mi parlava di mancanza di fondi, io penso che anche la frustrazione accumulata in decenni abbia avuto il suo ruolo. 😉
Anche una volta ottenuta la vita in un laboratorio, cosa fantascientifica, verrebbe dimostrato che per ottenerla servirebbe un essere senziente (il ricercatore in questo caso), un fornitore di sostanze chimiche, un fornitore di apparecchiature scientifiche e tante altre cosette che dubito fossero presenti 3-4 miliardi di anni fa.
La scienza sperimentale a volte pretende cosí tanto.. Da risultare antipatica..
😉
Saluti,
Max
tutto questo mi ricorda una barzelletta che un mio amico monaco mi racconto’ molto tempo fa…
Per farla breve gli scienziati sfidano Dio che riuscirebbero a creare la vita da soli. Dio acconsente. Dopo un lungo periodo gli scienziati affermano di esserci riusciti. Allora si ritrovano nel luogo della “sfida” e gli scienziati cominciano:
“Allora prendiamo una manciata di sabbia…” al che Dio li interrompe: “Un momento! Prendi la TUA sabbia…” 😀
(non sono bravo a raccontare le barzellette…)
…l’hai raccontata bene!
incredibile!!!da quello che ho capito,praticamente si conoscono alla perfezione tutti gli elementi materiali che costituiscono la vita ma la scintilla di tutte queste parti messe insieme non parte!!! <3
Ciao Gabriele,
Per precisione tutti gli elementi materiali che costituiscono la vita sono esaurientemente racchiusi in una cellula. E assolutamente non sono conosciuti tutti. Con gli elementi materiali partecipano anche tutti i processi di trasformazione delle varie molecole che portano a far funzionare la cellula (sono i pathways).
Non basta una scintilla per mettere insieme queste cose, serve la posizione giusta di ogni molecola (le proteine di membrana sulla superficie, i fosfolipidi sulla membrana, i ribosomi strutturati con le giuste subunitá, ecc. per altre migliaia di esempi), poi serve la concentrazione giusta di ogni molecola e serve un programma ben strutturato che consenta alla cellula di sopravvivere, una volta nata..dal nulla. Poi deve sapersi riprodurre da subito, non ha tempo di impararlo.
Non basta una scintilla.
Max
Max sei molto preparato sicuramente sei del mestiere,hai sintetizzato il concetto molto bene io sono un pescatore di lavoro ma mi piace la storia dell’uomo ed ogni tanto faccio qualche strana domanda in questo bellissimo sito
Caro Gabriele,
Ho una stima e una riconoscenza molto grande per molti pescatori!
Continua a seguirci,
Max
Ottimo articolo, complimenti!
Articolo brillante e divertente, benvenuto Max.
Allimprovviso mi è tornata alla mente una vecchia striscia di Nilus: Il sacerdote che istruiva il figlio del faraone, e diceva “ho una nuova teoria sulla nascita della vita…….”
“C’era la schiuma del mare….” immediatamente dall’alto arriva un fulmine che ZOT! incenerisce il sacerdote.
Mi domando quanto dobbiamo ancora aspettare per vedere simile finale con questi sacerdoti del nulla.
Ciao Valentino,
Auspichiamo qualcosa di assolutamente pacifico! Come ad esempio un pò piú di umiltá da parte di questo tipo di sacerdoti.
Nel frattempo, un buon metodo è andarli a scovare nei loro templi..
Appuntamento alla settimana prossima!
Max
C’è [….]
………
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci
……….(Ecclesiaste)
certo che auspichiamo sempre una soluzione pacifica, ma non è sempre possibile e, forse, nemmeno sempre giusto.
Poi io demandavo a chi abita “colà dove si puote ciò che si vuole” e rimettendomi a quella giustizia 😉
E come il mio solito, ecco un altro esilarante semi-OT:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/individuata-casa-jack-squartatore-1025258.html
notare come avrebbero individuato la casa in base a statistiche geografiche ed analisi comportamentali.
E nonostante avessero “individuato” (sic!) la casa, non sono riusciti a capire chi la abitasse…
Per cui se Pennetta va a bersi il caffe’ sempre al solito bar, magari tra centinaia di anni diranno che il dott. Pennetta era un beone, o un senza dimora, o che era proprietario di un bar.
ma rob’ de matt’… povera “simulazione” in che mani sei capitata…