La NASA conferma che i livelli delle temperature sono correlati ai cicli di attività solare. Ma solo localmente…
La colpa del riscaldamento globale deve essere della CO2.
Un articolo pubblicato sul Corriere della Sera col titolo “Anche la Nasa conferma, temperatura in costante e inarrestabile aumento” indica la concentrazione degli anni più caldi negli ultimi 12:
Gli scienziati della Nasa affermano che l’andamento delle temperature può sì variare di anno in anno, ma quello che emerge in modo chiaro è la costante tendenza all’aumento a lungo termine. Ciò non significa che ogni anno sarà più caldo di quello precedente, ma che ogni decennio sarà sicuramente più torrido di quello che lo ha preceduto.
Insomma con una estrapolazione dai dati del passato viene previsto che se dal 1880 la temperatura di un decennio è sempre stata più alta di quella del decennio precedente, questo stato di cose non potrà che proseguire con lo stesso trend, e ovviamente la causa è da individuare nella produzione di CO2 derivata dalle attività umane.
Un altro studio giunge invece alla conclusione che le dinamiche solari hanno un ruolo fondamentale. Ma questo secondo studio deve essere ricondotto al paradigma dominante dell’effetto serra antropico, infatti come segnalato su Climate Monitor in “Il Sole c’è, sopra le nuvole“, una ricerca del National Research Council, pubblicata sempre sulle pagine della NASA, punta l’attenzione sulle variazioni dell’attività solare:
E così l’articolo pubblicato sulle pagine della NASA così come il report scorrono presentando le diverse modalità di interazione dell’attività della nostra stella con le dinamiche del clima.
E cosa trova la ricerca? Quello che tutti possono certamente pensare immediatamente, che cioè il variare dell’attività solare ha forti ripercussioni sulle dinamiche del clima. Ma non sia mai che si sposti l’attenzione dal nemico pubblico CO2, e così allora si scopre che il sole avrebbe un’influenza “regionale” sulla Terra:
Un’influenza distinguibile a quanto pare, che però viene giudicata più regionale che globale.
E così scopriamo che il sole agisce sulla Terra in modo regionale, che insomma i suoi raggi non arriverebbero in modo uniforme su tutto il pianeta… misteri.
Alla fine della ricerca si richiama l’attenzione su quel periodo tra il XVII e il XVIII secolo che è passato alla storia come la “piccola era glaciale“, un periodo caratterizzato da una bassa attività caratterizzata da un ridotto numero di macchie solari, come ricorda ancora Climate Monitor:
Erano gli anni del Minimo di Maunder, una fase in cui la relazione Sole-Clima, pur tutta da definire, è stata più che mai evidente. Beh, pare che molti degli scienziati che si occupano di dinamiche solari stiano convergendo verso la convinzione che il Sole stia entrando in una fase di scarsa attività in qualche modo paragonabile a quella..
Insomma, i sostenitori del riscaldamento globale antropico (AGW) ci annunciano altri anni di riscaldamento crescente, ma le dinamiche solari puntano verso la direzione opposta.
Ciascuno decida a quale delle due possibilità dare più credito…
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