La differenza tra l’Uomo e gli animali è solo di grado o è un salto ontologico?
Su questo punto si gioca una fondamentale questione antropologica e la sopravvivenza stessa del modello darwiniano.
Nello scorso novembre su Plos Biology è apparso l’articolo Human-Specific Histone Methylation Signatures at Transcription Start Sites in Prefrontal Neurons, nel quale si è affrontata la questione della differenza tra l’Uomo e gli altri primati. L’articolo di indubbio interesse è stato ripreso su Pikaia da Michele Bellone che ne ha parlato in Il ‘salto’ epigenetico dalla scimmia all’uomo del 30 novembre, nel quale leggiamo:
Per lungo tempo la convinzione di molti scienziati che la maggior parte delle differenze fra uomini e scimmie fossero riconducibili a differenze genetiche si è scontrata con l’elevata somiglianza (circa il 97%) fra le sequenze del DNA delle due specie.
Col crescere delle conoscenze sull’epigenetica – che studia quelle modifiche ereditabili dell’attività dei geni che non ne alterano la sequenza – si sono aperte nuove possibilità di indagine su questo argomento
Giustamente si parte dal noto dato della notevole percentuale di DNA in comune tra uomo e scimmia, circa il 97%, e de fatto che effettivamente la differenza del 3% sembra poca per giustificare la differenza tra le due specie (a dire il vero anche quel 50% in comune tra uomo e banana sembra in tal senso un po’ poco…)
Ma adesso qualcosa viene a portare più chiarezza sulla questione, sembra infatti che al di là della percentuale in comune tra uomini e scimmie, giochi un ruolo fondamentale la regolazione epigenetica del genoma.
Infatti dallo studio riportato su Plos Biology e ripreso da Pikaia leggiamo che:
All’interno del nucleo cellulare, il DNA è associato ad alcune proteine a formare un complesso chiamato cromatina, la cui struttura tridimensionale gioca un ruolo chiave nel regolare l’attivazione dei geni. La comprensione dei meccanismi di funzionamento del cosiddetto epigenoma consentirebbe di capire come le singole lettere, rappresentate dai geni, vengono combinate per formare testi anche molto diversi fra di loro.
In pratica, anche prendendo in considerazione porzioni identiche di DNA si possono avere risultati molto differenti variando le parti di DNA che effettivamente esprimono l’informazione.
Per comprendere il fenomeno si potrebbe fare un’analogia con quanto avviene nella metamorfosi del bruco in farfalla, un fenomeno dove lo stesso identico DNA è in grado di esprimere individui profondamente diversi tra loro.
Ma questo porta a delle importanti considerazioni:
Questo salto ‘epigenetico’ emerso dallo studio in oggetto supporta la posizione di chi sostiene che tra uomo e scimmia esista salto ontologico fornendo a tael posizione una base sperimentale.
In secondo luogo, come avrebbe potuto un simile salto verificarsi con i meccanismi neodarwiniani?
Come avrebbe potuto infatti con i meccanismi neodarwiniani formarsi la complessa struttura del cervello umano che è emersa improvvisamente riutilizzando gran parte delle informazioni presenti nelle scimmie ma lette in un modo del tutto diverso?
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19 commenti
Quel 97% non sta ne in cielo ne in terra:
Fonti:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC129726/
http://mbe.oxfordjournals.org/content/24/10/2266.full
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20072128
http://www.nature.com/news/2010/100113/full/463149a.html
Come se non bastasse recentemente è stato appurato che il DNA varia da organo ad organo:
Ma tanto è una causa persa, è diventato un ritornello! Scommetto che anche Umberto Eco e Dario Fo diranno presto che abbiamo il 97% di DNA in comune con lo scimpanzé.
“Il 97 percento ripeto il 97 percento”
Eh no!
C’è chi ha fatto di meglio, ho un libro pubblicato dal National History Museum di Londra che si intitola “99% APE”….
Qualcuno offre di più?
Rilancio del 99,4%.
Gli scimpanzè sono umani: http://www.newscientist.com/article/dn3744-chimps-are-human-gene-study-implies.html
…no comment!
La citazione parafrasata e’ tratta dall’insulso “docu-fiction” di Giulietto Chiesa “Zero” dove l’illustre ing. e arch. Premio Nobel (sic!) Dario Fo dice che lo squarcio al Pentagono e’ largo “5 metri ripeto 5 metri“
beh..non farà riferimento al SI ma ad un suo sistema di misura..
Essenzialmente quella percentuale del 99%.94%,74% etc..che sembra di dare i numeri al lotto,corrisponde a quanto detto da Adriano.
Si possono vedere comunque anche:
http://antidarwin.wordpress.com/2012/11/04/differenza-genetica-fra-uomo-e-scimpanze-di-n-nobile-migliore/
http://antidarwin.wordpress.com/2012/12/04/progetto-encode/
Per quanto riguarda il fatto che scimpanzè(e bonobos) siano umani o che gli uomini sia scimpanzè..è qualcosa di affrontato:
http://www.enzopennetta.it/2012/01/per-qualcuno-siamo-gia-il-pianeta-delle-scimmie/
http://www.enzopennetta.it/2012/01/per-qualcuno-siamo-gia-il-pianeta-delle-scimmie/#comment-1882
Trovo invece non troppo sensato quello che dice il proff.Masiero sugli atomi,che è verissimo però credo comunque si marchi troppo la cosa più del dovuto.Giustissimi limiti e problemi del riduzionismo però anche i riduzionisti, pare,ammettano vari livelli.
Però,anche qualora i chimps avessero il 99,9% di DNa a comune con l’uomo sarebbe evidente che quel 0.1% sarebbe un gran divario.
UN po’ poi il discorso che fa il dott.Migliore
http://antidarwin.wordpress.com/2012/11/04/differenza-genetica-fra-uomo-e-scimpanze-di-n-nobile-migliore/
Fra l’altro già Blyth ricordo diceva che:
“… Ogni specie è essenzialmente distinta e separata da ogni altre specie; altrimenti non sarebbe una specie ma una varietà.Le specie più simili, pertanto, sono solo affini reciprocamente in conseguenza della la somiglianza della loro organizzazione generale.. ”
E’ abbastanza ovvio che creature che condividano somiglianze fenotipiche,che abbiano funzioni e funzionalità simili,omologie ed analogie possano avere anche una certa affinità a livello di DNA.
Sarebbe strano il contrario..
Questo è ciò che dicono i fatti.
Poi dire c’è vicinanza allora hanno avuto un antenato a comune è invece pura congettura.
La somiglianza genetica tra uomini, di etnie differenti o meno, si aggira intorno al 99,5%, per cui è meglio non esagerare.
Si..era un’ipotesi per assurdo..ovviamente comunque se così fosse la percentuale fra etnie diverse sarebbe ancora più prossima del 99,9%..
Non voleva indicare se fosse così realmente allo stato effettivo delle cose..ovviamente.
Io non capisco come dalla “coincidenza” elevata di talune proprietà fisico-chimiche si possa dedurre logicamente:
1) la “continuità” e
2) la “somiglianza” di organizzazioni complesse.
Se osserviamo la base fisica di piante e animali, noi abbiamo una coincidenza al 100% di atomi di cui essi sono composti: e allora? una banana è la stessa cosa di un gatto?
Se osserviamo la base logica di tutti i programmi informatici (in un qualche linguaggio: Android o iOS), abbiamo una coincidenza del 100% di tutte le istruzioni che li compongono. Anzi, tutti i linguaggi sono coincidenti al 100% tra loro perché composti di 0 ed 1. Perfino tutte le lingue parlate del mondo sono composte con lo stesso gruppo finito di fonemi. E allora? forse un file multimediale è la stessa cosa di un file di testo? si può passare dal cinese all’italiano con continuità?
Il salto tra l’uomo e tutto il resto della Natura è “l’elefante nella stanza” che solo i ciechi sono in buona fede autorizzati ad ignorare e sta, come spiega per es. Jacques Monod nel suo capolavoro “Caso e necessità”, nel linguaggio logico-formale.
Senza studiare l’abc della logica e della filosofia, potrebbero questi sofisti contemporanei del riduzionismo almeno leggersi il padre della Sintesi moderna?
Ciao Giorgio,
mi sembra che veramente ogni nuovo dato venga ormai letto in modo orientato al rafforzamento di un paradigma ormai vacillante, fino a giungere spesso a grossolane forzature.
Come è lontana la figura, certamente criticabile, ma sobria e logica di un Jacques Monod.
Gentilmente, mi potrebbe spiegare velocemente questa storia del DNA che cambia da organo a organo?
Oppure indicarmi una articolo capibile da un profano, possibilmente in italiano.
Grzie
Basta usare Google Traduttore, mi pare tutto abbastanza chiaro.
http://translate.google.it/translate?sl=en&tl=it&js=n&prev=_t&hl=it&ie=UTF-8&layout=2&eotf=1&u=http%3A%2F%2Fwww.nature.com%2Fnature%2Fjournal%2Fvaop%2Fncurrent%2Ffull%2Fnature11629.html
http://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=3&hl=it&rurl=translate.google.com&sl=en&tl=it&u=http://news.yale.edu/2012/11/18/skin-cells-reveal-dna-s-genetic-mosaic&usg=ALkJrhgcwAyLGLdXw-vSv7mXP34eo80CCA
http://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=3&hl=it&rurl=translate.google.com&sl=en&tl=it&u=http://med.stanford.edu/ism/2012/november/urban.html&usg=ALkJrhjJWXAiSsZEJ4IWJ60Q49lYeXVRWw
http://translate.google.com/translate?depth=2&hl=it&rurl=translate.google.com&sl=en&tl=it&u=http://www.evolutionnews.org/2012/11/your_genome_whi066601.html
“È stato detto a tutti che ogni cellula del nostro corpo ha una copia del nostro codice genetico unico. Questa è una di quelle convinzioni semplicistiche che sembra essere ragionevole, ma è quasi impossibile da controllare. Non tutto il corpo nasce da divisioni cellulari di un singolo zigote con il suo codice genetico unico? Sì, ma non ne consegue necessariamente che i geni nelle cellule a valle non vengano modificati. Ciò è stato appena assunto.”
Il nostro studio apre la strada per comprendere la questione fondamentale della misura in cui le cellule del corpo umano normalmente acquisiscono post-zigoticamente alterazioni strutturali nel loro DNA.
“Abbiamo scoperto che gli esseri umani sono costituiti da un mosaico di cellule con genomi diversi. In precedenza si riteneva che queste variazioni si verificassero solo in caso di malattia, come il cancro. Il mosaico che abbiamo visto nella pelle può essere trovato nel sangue, nel cervello, e in altre parti del corpo umano.”
“La credenza di lunga data è stata che le nostre cellule hanno la stessa sequenza di DNA e questo modello governa le funzioni del corpo. La ricerca del team di Yale mette in discussione questo dogma.”
” In precedenza si riteneva che queste variazioni si verificassero solo in caso di malattia, come il cancro”
Adriano, questa notizia che hai riportato mi fa riflettere, viene da pensare a maggior ragione che vada approfondita la questione del cancro come malattia dei tessuti e non come malattia genetica, così come affermato nell’articolo “The death of cancer cell”:
http://cancerres.aacrjournals.org/content/71/13/4334.full.pdf
E se veramente le variazioni genetiche attribuite alle cellule cancerose fossero molto più comuni di quanto sinora ritenuto e non fossero il problema centrale della patologia?
La faccenda è molto complicata. Per adesso di sicuro c’è solo il dubbio riguardante il confronto tra profili di DNA. Ovviamente se fatto con campioni di cellule ematiche o salivari sarà più simile ma cosa succede se vengono usati campioni prelevati dal cervello?! Scommetto che la percentuale crollerebbe sotto il 50%.
Leggendo su internet:Condividiamo circa il 99%del nostro DNA coi topi…….(90-95% ?).E i topi effettivamente sono molto,molto intelligenti!?
si..
http://static.bakeca.it/immagini/947/94707a222124eb43ff7b1d35dc4eb8c1.jpg
Il bello di topolino che nessuno riesce mai a sconfiggerlo.
Neppure la Banda Bassotti!
Comunque,seriamente,si parla tutti i giorni del dna in comune con gli scimpanze ecc. e quasi mai con il 99%o 95%o 90%con dei generici TOPI.