E’ la fine dell’illusione neoliberista, un nuovo modello dovrà prenderne il posto.
Lockdown, un modo per affrontare le epidemie che possono adottare solo società indebolite da decenni di politiche di tagli alla spesa pubblica. Il “Lockdown” è il sintomo di una malattia che si chiama neoliberismo e che affonda le radici nell’ideologia della competizione ottocentesca.
Solo un cambio di paradigma potrebbe portarci fuori da questo, una nuova antropologia che è stata lungamente negata conto le evidenze.
70 commenti
Sondaggio SWG:crolla la fiducia degli italiani nell’UE….sett.2019 42% aprile 2020 27%.Niente a che fare con la crisi di un neoliberalismo senza limiti e regole incomprensibili ? Oppure passata la tempesta tutto tornerà(più o meno) come prima ? Sempre nel sondaggio Cina 36%(un “comunismo”(oggi più confucianesimo che maoismo) del tutto consumistico,sempre in viaggio nel mondo ) Usa 30%….cosa cambia in italia ? 53% M5s pro cina 45% Pd sempre pro Cina.Dopo la tempesta quali altri cifre ?
troppe parentesi….pardon
Condivido la tua analisi; l’evidenza di ciò che affermi dovrebbe saltare agli occhi di chiunque non abbia defenestrato i propri neuroni.
Ciò cui mi oppongo, davvero fortissimamente e com piena cognizione di causa e ragioni, è l’adozione di termini (quasi sempre anglofoni) imposti dal colonizzatore. Mi riferisco a “lockdown” (termine mutuato dal linguaggio carcerario americano), che nella NOSTRA lingua ha il perfetto equivalente in “isolamento”. Questo elemento fondamentale della comunicazione lo avevano ben capito i Romani, che avevano capito tutto e prima, i quali imponevano, di fatto e de iure l’uso del Latino ai popoli conquistati (non potevi compiere alcun atto pubblico che non fosse in Latino). Chi è capace di farti cambiare il lessico ha già vinto, perché ti ha fatto spossessare della tua identità.
Conto come un soffio di vento, ma, se necessario, lo ripeterò tutte le volte.
Il lockdown è più corretto tradurlo nel veneto “ciavada”…e per chi non lo sapesse in veneto il verbo “ciavare” significa chiudere ma anche fregare”. lockdow= fregatura
Buona Pasqua a tutti i frequentatori di questa bella osteria e al suo oste!
Buona Pasqua anche a te e gli altri frequentatori della più bella Osteria(senza dimenticare l’oste).
Sì, buona Pasqua a tutti.
Pasqua, nel suo solo significato: Resurrezione, che io ho sempre interpretato, platonicamente, come un cambiamento di stato, dal sono ontologico alla Veglia. Se si vuole, dalla tenebra alla Luce.
Come che sia, mi chiedo, da credente zoppo, che ne è di questa Pasqua, 1987 anni dopo il Sacrificio del Golgota. Non mi sto interrogando sulla “mia” Fede, giacché so che trattasi di Grazia, e non di mia proprietà. Torno ad interrogarmi, per la volta ennesima, ed alla luce (mi si passi l’ossimoro) delle profonde tenebre attuali, su quale ne sia il significato.
In altri termini, non trovo altro modo che dire questa cosa se non in modo folle: so che il male non può vincere, però vedo che sta vincendo. Brutta situazione, quella di una dissonanza tra percezione cognizione. Davvero brutta.
Vediamo che succede.
Diceva sempre a noi bambini, un anziano parroco della mia infanzia, un giocoliere della parola e tanto carismatico da riempire la chiesa anche per quello, che “il bene non fa chiasso” ed anche per tale ragione che siamo portati a vedere più il male, le tenebre… Di bene, e di bello, ce n’è invece ancora tanto ed è la maggioranza del tutto che ci circonda. Lo affermo convinto solo a osservare le persone che conosco che offrono la loro esistenza al servizio degli altri. Per questo sono un fortunato, ed anche per questo rimango ottimista. “Vediamo che succede”.
Quindi riassumendo…
La parola ai virologi.
Gennaio: “non arriverà mai in Italia, e comunque siamo preparati”.
Febbraio: “è poco più di un’influenza, sparirà con l’estate”.
Marzo: “è un virus letale, chiudere tutto, durerà settimane/mesi/anni”.
Aprile: “unica speranza il vaccino, Giulio Tarro [googlatelo, l’unico serio, NDR] è un ciarlatano”.
La parola ai politici.
Gennaio: “non arriverà mai in Italia, e comunque siamo preparati, abbiamo fatto il decreto”.
Febbraio: “zone rosse e poi si riparte, abbiamo fatto il decreto”.
Marzo: “lockdown totale e poi si riparte, abbiamo fatto il decreto”.
Aprile: “allunghiamo il lockdown e poi si riparte, abbiamo fatto il decreto”.
La parola al garante superno della Costituzione, Sergio Mattarella:
Gennaio: “…”
Febbraio: “…”
Marzo: “…”
Aprile: “…”
Infine, l’Europa.
Gennaio: “E’ un problema cinese”.
Febbraio: “E’ un problema italiano, niente aiuti”
Marzo: “E’ un problema italiano e spagnolo, niente aiuti”
Aprile: “E’ un problema comune, va bene vi aiutiamo, mettetevi a 90°”
Vediamo a maggio. Io non ho ancora finito i popcorn e il divano è bello comodo.
Del resto, se ci riesce, mi indichi uno che abbia le idee chiare su questa pandemia… Tutti si barca-menano a vista, dai politici al popolo, dai virologi agli epidemiologi, ai sindaci. Noi stessi che osserviamo sgranocchiando popcorn dal divano non sapremmo probabilmente che dire se dovessimo esprimere una qualche certezza. Il virus, da grande sceneggiatore, ha messo su una storia così piena di colpi di scena e sorprese che non danno spazio ora a troppe valide ricette per uscirne.
Qualche certezza c’è,per esempio mangiare di nascosto Pangolino forse sarà proibito, anche nella potentissima ed evolutissima Cina.Anche se qualcuno sostiene che cani,gatti,pipistrelli e compagnia varia non sia propio il top per la salute.Specialmente abbinata alla totale mancanza di igiene e pietà nei confronti di questi animali.Troveremo mille e mille scuse per nascondere la provenienze della causa della pandemia. Inoltre certo è che far lavorare i poveri operai cinesi per pochi dollari-ora ha poco di marxista o progressista che sia,ma si sa il consumismo oggi è l’unica religione ammessa.ps.Il Capitalismo(come direbbe qualcuno il turbocapitalismo)non muore mai,come una fenice riesce a riciclarsi pure in un sistema politico a lui contrario.
Hai ragione, Sto’. Questo si sa: è un coronavirus che ha fatto il salto di specie per colpa dei comportamenti di Homo sapiens, lo si è capito e denunciato. Pensa che lo scorso anno, in Toscana mi pare, il virus della pseudorabbia dei suidi è passato ai cani, ai quali non rimane altro che schiattare: mortalità del 100%. C’è di mezzo sempre l’uomo che dà la caccia ai cinghiali, spesso infetti… Se lo stesso virus passasse dai cani all’uomo sarebbe un grosso problema.
Bellissimo e razionale riassunto della situazione.
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Gennaio: “non arriverà mai in Italia, e comunque siamo preparati”.
Febbraio: “è poco più di un’influenza, sparirà con l’estate”.
Marzo: “è un virus letale, chiudere tutto, durerà settimane/mesi/anni”.
Aprile: “unica speranza il vaccino, Giulio Tarro [googlatelo, l’unico serio, NDR] è un ciarlatano”.
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I virologi dovrebbero essere più umili, limitarsi alle risposte che la scienza (molto limitatamente) in questa fase può dare… e tenere il profilo basso. L’eccessiva “esposizione” mediatica rispetto ai bei tempi chiusi in qualche ufficio universitario fa giocare brutti scherzi. Dopo l’esperienza di Vo’ (quindi dopo il 23/02/2020) grazie al prof. Crisanti dell’Università di Padova tantissime informazioni a dir la verità si cominciavano ad acquisire (informazioni “nascoste” da CHI la pandemia aveva cominciato ad affrontarla ben prima… già da dicembre 2019). Uno dei pochi ricercatori con le idee chiare nel deprimente panorama universitario ed istituzionale italiano (ISS) e mondiale (OMS).
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Gennaio: “non arriverà mai in Italia, e comunque siamo preparati, abbiamo fatto il decreto”.
Febbraio: “zone rosse e poi si riparte, abbiamo fatto il decreto”.
Marzo: “lockdown totale e poi si riparte, abbiamo fatto il decreto”.
Aprile: “allunghiamo il lockdown e poi si riparte, abbiamo fatto il decreto”.
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I politici, i politici.,,,, se non ci fossero bisognerebbe inventarli…
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Gennaio: “…”
Febbraio: “…”
Marzo: “…”
Aprile: “…”
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Povero Mattarella… ad onor del vero si è mosso subito dopo la “frase” cazzata della responsabile BCE facente funzioni.
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Gennaio: “E’ un problema cinese”.
Febbraio: “E’ un problema italiano, niente aiuti”
Marzo: “E’ un problema italiano e spagnolo, niente aiuti”
Aprile: “E’ un problema comune, va bene vi aiutiamo, mettetevi a 90°”
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L’Europa non esiste perchè non rappresenta un popolo e come “minestrone” di vari popoli non è stata dotata di adeguati strumenti per arrivare a “contare” qualcosa. Sono solo un gruppo di passacarte che si muovono soprattutto con l’obiettivo di non perderlo (il posto) e non sollecitare i potenti di turno. L’Europa serve solo a tener il potere economico nelle mani di chi ce l’ha (quelli che hanno interesse a non vedere diminuire, con l’inflazione, il proprio potere di “acquisto” in definitiva…) e a dare il contentino agli altri (solo perchè c’è comunque bisogno di consumatori finali…). Andiamo fuori dall’euro, torniamo a stampare moneta e a fare politica economica proprietaria, torniamo a cercare da soli gli strumenti per reggere l’urto economico di Germania, Cina, USA, paesi emergenti, ecc… Se rimaniamo semplici consumatori non saremo mai padroni del nostro destino ed ineluttabilmente rimarremo comunque marginali e succubi del potere altrui. Almeno proviamo a giocarcela…
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Vediamo a maggio. Io non ho ancora finito i popcorn e il divano è bello comodo.
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Finirà sicuramente (in un modo o nell’altro) questa pandemia. Del resto la Natura poteva crearci problemi ben più gravi… Tutto sommato, forse, ci è andata anche bene. Un banco di prova per tornare a “volare basso” e a rispettarci di più (soprattutto fra Nazioni diverse).
Complimenti, Giuliano, ottimo e ben costruito il suo schema, sempre apprezzata l’ironia.
Troverei da ridire sull’uso del termine “pandemia”. Non ho conoscenza specifica del settore, ed infatti ho usato il condizionale (troverei), anziché l’indicativo (trovo); tuttavia, per quello che posso dire, “pandemia” mi sembra inappropriato.
Dobbiamo ringraziare Alessandro2 delo schema. Ma perchè inappropriato il termine “pandemia”?
Vero, chiedo scusa ad Alessandro2.
La differenza tra pandemia e epidemia è, a parer mio e stando alla definizione della stessa OMS, puramente convenzionale. I termini sfumati della definizione sembrano fatti apposta per prestarsi ad una estensione o contrazione semantica, a seconda dell’uso che se ne intende fare.
Si lascia intendere che la pandemia sia un evento molto più grave della epidemia; ma, salvo prova contraria (ho ricontrollato prima di scrivere) mancano del tutto i parametri di quantificazione.
Fatto che dovrebbe fare riflettere è che la categoria dei pandemisti e pressoché sovrapponibile a quella dei vaccinisti. Più la situazione è grave (veramente o presuntamente), e più si rimane in attesa del messia che ci doni la salvezza-vaccino.
Spero di essere stato chiaro; e torno a chiedere scusa ad Alessandro2.
FrancescoM, erano solo due cavolate scritte di getto per sottolineare l’incoerenza delle diverse figure coinvolte in questa tragicommedia (salvo il PdR che coerentemente si è mimetizzato con la tappezzeria).
Piuttosto, grazie a voi per gli spunti di riflessione che continuate a dare, rendendo questo blog un posto se possibile ancora migliore.
Ottima sintesi Giuliano!
Mi permetto di aggiungere questo nella sezione ‘virologi’:
Febbraio: trasmissione da pipistrello a uomo
Marzo: escludiamo che il virus sia stato fabbricato in laboratorio (con tanto di articolo su Nature che prova la zoonosi)
Aprile: Il virus è di origine artificiale
Carissimo,in Toscana si continua a seguire una tradizione(venationes) che risale agli etruschi(i quali avevano insegnato ai romani l’impiego di animali nei loro spettacoli cruenti).Anche se degli etruschi(forse qualche piccola traccia a Volterra e dintorni) nel sangue degli attuali toscani non v’è più traccia.E a proposito di tradizione questa regione permette la caccia di selezione(in questi giorni)ma proibisce di fare footing nei parchi e nei boschi toscani!Della Toscana sono belli i vini,i paesaggi, l’arte e il Genio dei suoi migliori scienziati.
Pensierino della sera: noi che abbiamo la pancia piena, noi che il coronavirus ci ha sfiorati, noi che non facciamo i ristoratori o i baristi, noi che non tagliamo capelli, in soldoni noi che non siam morti proni e sedati, noi che abbiamo il tempo di lamentarci, noi che non capiamo più chi la racconta giusta, noi abbiamo bisogno di una pausa, di ristorar le meningi in fiamme, forse solo di capire che siamo in fondo dei privilegiati…
Infatti Giuseppe:” Anche il Nobel Montagnier punta il dito contro il laboratorio di…..”.
@Francescom
Affermo l’ovvio: se l’epidemia da Covid-19 si fosse fermata in Cina non sarebbe stata definita pandemia; si fosse anche estesa al Giappone e alla Corea, non sarebbe stata definita pandemia, e manco se fosse arrivata in Europa… È stata definita pandemia quando ha riguardato il mondo intero, tutta la popolazione mondiale, indipendentemente dai numeri. I vaccinisti sono sempre esistiti, indipendentemente dai pandemisti, e per fortuna io aggiungo. Se malattie terribili come la poliomielite e il vaiolo sono state debellate è merito di questa categoria di umani tanto bistrattata dai no vax e dai cospirazionisti di tutte le risme.
Pensa te che alla categoria cospirazionisti di tutte le risme, fino a qualche giorno fa, appartenevano anche chi sosteneva che il virus fosse stato fabbricato in laboratorio.
Perfino Nature pubblicò un articolo che dimostrava il passaggio del COVID 19 da uomo a pipistrello (sic !!!)
Poi, alcuni giorni fa, un certo Luc Montagnier…..
@Alessandro2,
devo contraddirla, le sue non erano affatto cavolate; è comunque apprezzabile la sua incursione nella modestia. Non ci sono corsi universitari per insegare l’ironia, e neppure cosi di base. Questo, perché l’ironia è una forma superiore, non analitica, di critica. Logicamente, si avvale della sintesi, stilisticamente si avvale dell’ellissi. Per tale ragione non è accessibile a tutti; perché arriva al nocciolo, saltando tutti gli strati intermedi. Il suo è stato un flash crudo ed impietoso sulla demenziale follia che ha caratterizzato tutta questa vicenda. E’ per tale ragione che l’ho apprezzato.
Si è imposta la credenza, a colpi di martellante terrorismo mediatico, pressante, ininterrotto, ritmato, che la presente fosse la più immane sciagura sanitaria della Storia umana. Senza aver, prima, impiantato questa credenza, ossia senza aver portato a compimento, per tramite del terror panico, l’opera di decostruzione e smantellamento della residua capacità critica delle masse, non sarebbe stato possibile imprigionarle col loro stesso consenso; facendo al contempo loro credere di essere tanto mature e tanto “civili”, nell’accettare la reclusione.
Si tengono a cuocere queste masse (e l’uomo massa che ne rappresenta l’atomo) in attesa del messia che porti loro il nuovo sacramento: il VACCINO. Nel frattempo, si è resecata la spina dorsale dell’economia di una Nazione, così che il saccheggio finale, da parte dei salvatori, troverà le masse (e l’uomo massa che ne rappresenta l’atomo) privi della possibilità stessa di capire ciò che sta accadendo. Come già lo è adesso, per la verità; tutto proteso a scrutare l’orizzonte, in attesa che il messia lo salvi col suo sacramento da laboratorio.
Non sto a spiegare, a chi in ogni caso non capirebbe, in cosa consiste e come funziona l’uso manipolatorio della semantica; e come l’utilizzo di un termine (convenzionale), al posto di un altro (convenzionale anch’esso), cambi, a beneficio del manipolatore, senza neanche l’onere della giusta fatica, lo sfondo della rappresentazione. D’altro canto, neppure Cristo fu capace di far rinsavire gli stolti, eppure resuscitava i morti. Nel mio piccolo, lascio al loro destino stolti e morti.
Quanto allo specifico dei vaccini, non essendo il mio ambito di competenza, cedo la parola a chi competente è.
https://www.youtube.com/watch?v=QbYBfPZC62k
Una meraviglia!
Prendendo spunto dal suo “non sto a spiegare… “, per buttarla in celia ricordo che dalle mie parti si dice: “L’è inutile voler spiegarghe le robe ai mussi, se perde tempo e se fa anca inervosir la bestia”. Sagacia popolare.
Anch’io non sono competente sui vaccini… ma quel che ha postato segnala che c’è un problema serio. Sarebbe interessante capire di più e valutare le conseguenze. Resto però del parere che senza certe vaccinazioni sarebbe stato peggio, solo a pensare lo scotto che quelli della mia generazione hanno pagato a quella brutta bestia di nome poliomielite…
Per quanto mi concerne, non parto mai da una posizione di partito preso; ed anzi, faccio sempre l’avvocato del diavolo alle mie stesse idee. In altri termini, prima che siano altri a confutarmi, correggo da solo i miei errori. Ritengo che se tutti facessero lo stesso, anziché struggersi d’amore in difesa delle “proprie idee” almeno il 90% della sofferenza umana scomparirebbe.
Chiarito questo, dovrebbe apparire chiaro a chiunque che nessun discorso fondato può essere sviluppato fino a quando una questione basilare e di interesse collettivo, come la salute, sia totalmente nelle mani di interessi privati; il cui scopo è fare profitto. Per fare profitto, questa è economia di base, devi allargare e mantenere il mercato. Per allargare e mantenere il mercato, i malati NON devono guarire, anzi aumentare, e anzi dipendere sempre più dalle (pseudo) cure che un unico soggetto somministra in regime di monopolio mondiale di fatto.
Ergo, la condizione “sine qua” per parlare di vaccini (così come, in generale, di tutta la medicina allopatica) è che esistano degli Stati-Nazione che sviluppino una farmacologia PROPRIA, in nome e per conto dei popoli che essi rappresentano. Eventuali collaborazioni extranazionali possono esserci solo presso rigorosissimi controlli ed in condizioni di perfetta parità e reciprocità.
Esclusa, dunque, ed anzi bandita, la sola idea di profitto!!!
Ecco, il quadro attuale è esattamente il contrario di quello da me delineato. E’ il mondo capovolto, un manicomio invertito, dominato da psicopatici che creano pande/epi o come si vuole, per espandere il loro mercato.
Questo incubo, io voglio distruggerlo, altri lo coltivino pure, e ci si perdano dentro.
Ma se qualcuno, qualche “sincero democratico”, si sogna di spararmi (per Legge) dentro le vene vaccini che contengono quella spazzatura di cui al video postato, irresistibilmente la mia mano va al primo oggetto contundente che ho nei pressi.
Per dirla pulita, ciascuno si faccia … (mi autocensuro, ma comincia con la f e poi c’è una o) come gli pare; e così, facendo un’eccezione alla mia anglofobia, scrivo a chiare lettere:
I don’t give a damn (che in italiano suonerebbe un po’ colorito… e siccome ho rispetto per Enzo, la pianto qui).
Non ha detto come la pensa del vaccino che ha debellato la poliomielite, forse perché correrebbe il rischio di dover autocorreggersi, almeno in questo caso.
Si rassegni, Sig. Cipriani, lei non riuscirà a farmi perdere la pazienza.
Non ho nessuna auto correzione da fare; piuttosto, dal momento che ho già risposto alla sua domanda nel mio post precedente, non posso far altro che dirle questo:
1°, ha capito o non ha capito che non sono minimamente entrato nel merito di una discussione epistemologica (che potrei sostenere con chiunque, trovandomi nel mio campo) sui vaccini???
Evidentemente non ha capito; giacché se avesse capito, e, ciò nondimeno, mi avesse fatto lo stesso la sua domanda, vorrebbe dire che lei è un provocatore. E dunque, o lei proprio non ci arriva; oppure ci arriva, eccome, ma le piace insolentire il suo prossimo. Nel primo caso, non posso farci niente; nel secondo, si scelga, tra i frequentatori del blog, qualcun altro cui dedicare le sue attenzioni.
2°, ha capito o non ha capito che l’intero quadro mondiale, farmaceutico e sanitario, all’epoca della creazione del vaccino Sabin è C.O.M.P.L.E.T.A.M.E.N.T.E diverso da quello attuale??? Evidentemente non lo ha capito, e quindi come a punto 1; o non ci arriva o è un provocatore.
3°, lo sa o non lo sa che Sabin spese tutta la sua autorità, affinché non si facesse del suo vaccino fonte di lucro??? Evidentemente non lo sa, o non capisce la differenza tra lo sfruttamento commerciale della salute altrui e la vera medicina; oppure sa e capisce, ma è un provocatore.
4°, lo sa o non lo sa che Sabin non volle mai brevettare il suo vaccino, PROPRIO per evitare che diventasse fonte di lucro per le Case farmaceutiche di allora, e che questo intendimento gli valse l’ostilità di questi colossi??? Idem come sopra.
5°, lo sa o non lo sa che le prime Nazioni a creare su larga scala e somministrare il vaccino furono, in ordine, Cecoslovacchia, Polonia, URSS, Jugoslavia, e che il primo Paese non comunista a fare lo stesso fu Singapore?? Questo perché come ho scritto (e come lei non ha capito o non ha voluto capire), NON C’ERANO DI MEZZO INTERESSI COMMERCIALI!!! Il Sabin non ha NULLA a che vedere con la moderna industria vaccinista!!! E infatti, dentro non v’era traccia di DNA di scimmie, metalli pesanti, e porcherie di ogni genere!
6°, mi, mostra, infine, un solo rigo in cui ho scritto che i “vaccini in generale” siano o non siano buona cosa, che funzionino o non funzionino??? Mi mostra un rigo, mezzo rigo, due parole, in cui a avrei affermato questo??? Non può farlo, perché delle due una: A, non riesce a capire cosa legge; oppure capisce, ma non ha interesse al vero confronto dialettico, e le piace solo provocare.
So che non resisterà alla tentazione di rispondermi, magari con qualche proverbio dilettale delle sue parti, o qualche osservazione surreale. Faccia pure, non avrà replica.
Non è la prima volta che cose del genere accadono con lei; ci sono sempre passato sopra, ma stavolta no. E non perché mi sia finita la pazienza, le ho scritto che non potrebbe mai farmela perdere. Parli con altri del blog, magari si troverà meglio. Con me il tempo è scaduto.
Perfetto. Adesso una cosa finalmente l’ho capita… Buona vita.
A scanso di equivoci… Eh sì, anch’io vorrei vivere in un mondo perfetto! Dove ogni cosa fosse fatta per bene, coi crismi della condivisione perché ciascuno, nessuno escluso, ne abbia beneficio… In ordine ai vaccini, la penso esattamente come Francescom, ammiro Sabin per quel che ha fatto, per come lo ha fatto. Mi rendo anche conto che difficilmente troveremo un altro come lui, e che ai nostri giorni i vaccini saranno tutti inevitabilmente fonte di guadagno per qualcuno, ma al giusto prezzo si può anche accettare… Non si può accettare, invece, che queste armi contro i virus siano fatte male, tossiche, addirittura pericolose. Mi auguro che alla lunga prevalga in tutta la filiera vaccini un protocollo di sicurezza che ci dia assicurazioni. Voglio sperarci.
A proposito di vaccini, già oggi i pediatri si golano perché l’antinfluenzale 2020 diventi obbligatoria dai 6 mesi ai 14 anni (avete letto bene!) per “eliminare fattori confondenti in caso di ritorno autunnale del COVID19” (sì, non avete le traveggole!).
https://www.agi.it/cronaca/news/2020-04-20/coronavirus-pediatri-vaccino-8387566/
Peccato che:
1) I vaccini antinfluenzali contegnano effettivamente le schifezze citate nel vidio linkato da da FrancescoM.
2) Basta un comune virus parainfluenzale, gastroenterico o financo un banale raffreddamento per confondersi con i sintomi inizlali di COVID19.
3) I bambini sono nella quasi totalità ASINTOMATICI, quindi con cosa ti confondi se COVID19 non dà sintomi in questi soggetti?
4) I vaccini antinfluenzali predispongono all’infezione da Coronavirus, come provato in questo articolo scientifico: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31607599
“Vaccine derived virus interference was significantly associated with coronavirus and human metapneumovirus”.
Opponiamoci con forza a inutili e dannose vaccinazioni di massa. Facciamolo per i nostri figli.
DISCLAIMER: queste sono evidenze scientifiche. NON SONO UN NO-VAX a prescindere, ma in questo caso l’interesse commerciale (e una categoria medica asservita) sono palesi.
Scusate i molti errori grammaticali, ma questi terroristi (sì, sono LORO i veri terroristi) mi stanno facendo proprio inc**zare e scrivo di getto.
Grazie del contributo, Alessandro2.
Siamo arrivati al punto, prevedibilissimo, in cui si deve fare una dichiarazione preventiva: “io non sono un no-vax”. Ecco, si è arrivati a questo punto perché, ancora una volta, hanno vinto la guerra delle parole. Proprio per tale ragione, nel mio primo intervento in questa discussione specifica, ho richiamato l’attenzione nell’avere la massima cura nell’evitare di adottare termini del nemico (tale è), in questo caso “lockdown”.
E’ la medesima cosa, già invalsa e consolidata, di far precedere una propria affermazione dalla dichiarazione: “io non sono razzista”. Ecco, invito tutti a riflettere sul fatto che se si permette (al nemico) di porre la questione in questi termini, gli si consegna la vittoria.
E’del tutto ovvio (salvo a chi non riesce a vedere l’ovvio) che la questione non è vax no-vax! Sta precisamente qui il punto, capperi!!! Se si accetta questa dialettica disfunzionale, si giocherà la partita interamente nel campo del nemico, dove, lo ripeto e seguiterò a ripeterlo, si può solo perdere. Sono tranelli, trappole, agguati, che si annidano nella comunicazione, conosciuti da secoli, e perfezionati di recente, soprattutto per merito (?) di scuole anglosassoni. Oggi come oggi, credo che tutti (se si vuole evitare che nella propria mente vengano innestate idee altrui, facendo credere che siano proprie; ossia, per evitare di essere manipolati) dovrebbero conoscere i lavori di Bandler* e Grinder sulla PNL, così come le opere di un altro genio della comunicazione, Paul Watzlawick. E non perché queste letture, astrattamente, “fanno cultura”; ma perché è oggi più reale che mai che se della tua mente non ti occupi tu, allora se ne occuperanno altri.
Oggi, appunto, tutti i dibattiti su questo ed altri temi, si svolgono su un palcoscenico in cui gli sfondi e le quinte sono controllati da manipolatori di altissimo livello; a completa insaputa degli spettatori. Qui, non mi sto riferendo a morti di fame come Conte e simili, o carestie giornalistiche come Gruber e qualche altro infelice. I pupari sono altri. E quasi tutti sono stati formati alle cosiddette scuole di Palo Alto, Esalen, ecc…, ed ebbero maestri (e veri geni) del calibro di Pearls Erikson, Satir, e Bateson. Tutta gente capace di farti scambiare un uovo per un tostapane.
E’ per questa ragione che, torno a ripeterlo e al tema, il solo modo per discutere costruttivamente di vaccini (ed in generale di allopatia) è, preliminarmente, eliminare qualsiasi coinvolgimento di elementi di carattere commerciale. Ho mostrato l’enorme, abissale, differenza di approccio di Sabin, che infatti fu sempre odiato dai vampiri delle Case farmaceutiche, rispetto ai buriononidi di oggi, sulla cui malafede si può scommettere (certi di vincere), essendo la loro visibilità e la loro carriera nelle mani dei colossi del farmaco.
Il solo interesse deve essere quello della salute collettiva, di ritorno economico non si deve neppure parlare. Ma questo è esattamente ciò che NON avviene oggi.
Conclusione, in un mondo ideale proverei a dire la mia, nel merito, sui vaccini e l’allopatia. Farlo oggi sarebbe solo accademia.
P.s.
Bandler, cosa curiosa, ha l’aspetto di un gangster. https://www.google.it/search?q=Richard+Bandler&tbm=isch&source=iu&ictx=1&fir=D4Ls1wSUmfB_MM%253A%252C2S48d5uZQac-ZM%252C_&vet=1&usg=AI4_-kQQ5kcaFOKWa-TGg-yhjgRfvawJGw&sa=X&ved=2ahUKEwjk5IrqlfzoAhXZQRUIHYeACGcQ_h0wFXoECAoQBw#imgrc=_JxhfxUoCxiC0M
Com’è, ed ormai è scientifico, che non riesce quasi mai a esporre le sue ragioni senza il mezzuccio irritante della denigrazione di chi vuol prendere di mira (dal Papa, al “morto di fame” di Conte… e via discorrendo).
Non occorre che mi risponda… spero sempre, nel mio piccolo, che il livello dialettico sappia elevarsi mettendo al primo posto sempre il rispetto dell’altro. Se ci riesce, la leggerò ancor più volentieri. Ha del talento espositivo che intriga.
Dimenticavo, dati del portale del Governo, aggiornati a ieri:
http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?area=nuovoCoronavirus&id=5351&lingua=italiano&menu=vuoto
Commento: 24.648 morti (ma non si sa se “col” o “da”) Coronavirus; ossia, 0,04% della popolazione.
Mortalità demografica media annua in Italia, circa 670.000 persone; ossia, 1,1%. Notasi che la mortalità attribuita al Coronavirus (al netto del “col” o dal “da”), è solo leggermente più alta che lo scorso anno.
Anche ammettendo che tutte le 24.648 morti siano “da”, staremmo ancora, comodamente, entro i limiti della norma dei decessi per influenza.
Eppure, l’ipno-macchina della propaganda è riuscita a far credere a decine di milioni di italiani in fase REM, di essere dentro la più grande catastrofe sanitaria della storia dell’uomo. Hanno realizzato un modello quasi perfetto di Stato di polizia, hanno assassinato l’economia, e si apprestano a venderci definitivamente all’usurocrazia. Nel mentre, turbe di pupazzetti in fase REM sproloquiano sui social…
Il problema, amico mio, è che facendo la media come la fa lei si racconta una verità parziale. La mortalità da coronavirus rapportata alla popolazione colpita è ben superiore a quelka dell’influenza stagionale. Si studi le cifre: oggi in Italia la mortalità da coronavirus riferita ai casi rilevati è del 13,39%!
La mortalità potrà essere stimata solo a fine evento. La letalità è fortemente sovrastimata, poiché la stragrande maggioranza dei casi non è stata rilevata: https://codacons.it/coronavirus-ridimensionato-l-impatto-l-analisi-sul-numero-dei-decessi/
La letalità reale del virus, anche sul dato prudente di 7-8 milioni di contagiati totali, è di (25.000/7.000.000)x100 = 0,35%.
Una prima stima della mortalità non vede a livello nazionale un’incidenza significativa sulla mortalità totale. Decessi in Italia nel 2019: 641.768, di cui decessi per malattie del sistema respiratorio 53.372. Per la medesima patologia i decessi a marzo 2020 (attribuiti per eccesso tutti al Covid-19) sono stati 12.352; nel 2019, 15.189, nel 2018, 16.220. Naturalmente, in singole città o comuni epicentro dell’epidemia i dati sono nettamente diversi e a sfavore dell’anno corrente, ma in Italia siamo molti più che a Nembro o a Piacenza. Con tutto il rispetto per i lutti del mio paese d’origine e della città in cui vivo.
Mi riferivo, semplicisticamente forse, alle cifre ufficiali: tot morti, tot contagiati = una percentuale di mortalità riferita ad oggi. Certamente i conti li faremo alla fine, ma sono certo che senza il distanziamento sociale (che sinceramente vivo male) saremmo qui a parlare di ben altre cifre, spero concordi.
Concordo Giuseppe, tuttavia il lockdown (scusi FrancescoM :-)) è stato utile solo nelle prime due-tre settimane, adesso è solo dannoso: https://www.ilmeteo.it/notizie/coronavirus-il-lockdown-prolungato-inutile-non-riduce-i-morti-ecco-il-risultato-shock-di-questo-studio
E’ utile uscire e stare al sole, che produce ozono (disinfettante delle vie aeree), brucia i virus con gli UV, e attiva la vitamina D a livello cutaneo, potenziando il sistema immunitario.
Istintivamente scrivevo di getto “distanziamento sociale”, ancora necessario, purtroppo… Il confinamento, invece, sicuramente creerà molti danni collaterali, e speriamo che tra poco sia meno feroce.
Il sole, abbinato alla buona fitoterapia, è un antivirale coi fiocchi, complice la vit. D. Ci ha visto giusto!
Ha ragione FrancescoM, non dovevo esplicitare in postilla ciò che lei ha giustamente stigmatizzato: significa arrendersi preventivamente all’antagonista dialettico. Invito comunque lei ed i lettori – al netto della postilla e degli errori di battitura – a rileggere con attenzione le argomentazioni che porto a sfavore della vaccinazione antinfluenzale pediatrica di massa, che si prefigura come una iattura dal punto di vista medico, oltre che l’ennesima prevaricazione sulla strada della dittatura.
A margine, chiedo umilmente a lei ed a Giuseppe Cipriani, due menti fini che contribuiscono notevolmente alla qualità del blog, a chiarire le rispettive posizioni: lei smorzando alcuni attacchi personali (la sua bella intelligenza e la preparazione culturale non necessitano di insulti per demolire un avversario), Giuseppe evitando la provocazione gratuita che rischia di accomunarlo ai più banali – e molto meno interessanti – troll pagati o abbagliati dal pensiero mainstream.
Grazie Alessandro per l’invito a moderare i miei modi spicci, sanguigni. Accolgo l’invito e ci provo. Non ho molto da dire, la mia è la posizione che parte da un immunodepressione ultradecennale che mi fa temere ogni virus che circola… Vorrei vivere in un mondo più sicuro dal punto di vista sanitario; e i vaccini sono, dovrebbero essere, ottimi alleati di quelli come me…
Per lei, nella sua condizione, sicuramente lo sono: come tutti i mezzi tecnologici, sono positivi o dannosi a seconda dell’uso che se ne fa. E l’abuso (vedi vaccinazioni di massa pediatriche) è sicuramente dannoso.
@Alessandro2,
non ho sottovalutato il suo apporto, e gli argomenti contrari alle vaccinazioni infantili da lei addotti. Trovo questi agormenti fondati, e, data la natura della questione, la conclusione è allarmante, come minimo.
Apprezzo il suo invito, ma, la prego di credermio, glielo dico con assoluta sincerità, non comprendo quale posizione dovrei chiarire. Ho reagito, purtroppo in ritardo (e questo è il mio unico torto), ad un serie pressochè ininterrotta di provocazioni, sempre e puntualmente fini a se stesse. Le assicuro che non discuto per demolire l’avversario, ed anzi considero una simile attività davvero miseranda.
Non insulto nessuno, anche perché l’insulto è la dichiarazione di impotenza di chi non ha argomenti*.
Questo non vuol dire che mi manca il parlar chiaro, e la capacità di discernere la forza ed anche l’asprezza del rimbalzo dialettico, dalla pura provocazione. L’obiezione serrata e fondata, anzi, è il sale del discutere; avercene! La provocazione, invece, è puro rumore di fondo, ed anzi di più: è assimilabile al tentato omicidio. Perché? Semplice, se si considera che la vita è fatta di tempo, e chi ti fa perdere tempo si appropria di pezzi della tua vita. In un mondo ideale, questo dovrebbe essere proibito e sanzionato per Legge; in questo, che ideale non è, non ci resta altro che scegliere gli interlocutori.
P.s.*
Definire Tizio un morto di fame, e Caio un eretico sarebbero insulti se lo fossero. Per essere insulti, Tizio non dovrebbe essere un morto di fame, e Caio non dovrebbe essere un eretico. Ecco, in questo caso sarebbero insulti, e insultare non va bene. Nel nostro caso, invece, dato che Tizio è proprio un morto di fame, e Caio è proprio un eretico, “morto di fame” ed “eretico” sono semplici attributi; ossia, grammaticalmente, “qualità o caratteristiche che si riconoscono come proprie ed essenziali”.
Vedo che nonostante i proclami in ogni caso mi dà indirettamente bada… Grazie.
Non so cosa intenda per “morto di fame” riferito al presidente del consiglio, ma i termini hanno un significato corroborato che non collima certo col personaggio e rivelano che la sua è un’affermazione falsa… E anche definire Papa Francesco “eretico” al più può assimilarla ai nostalgici del primo concilio, ma non credo ci sia da vantarsene.
@Alessandro2,
che mi scrive:
“…tuttavia il lockdown (scusi FrancescoM :-)) è stato utile solo nelle prime due-tre settimane, adesso è solo dannoso…”.
Grazie, per avermi dato l’opportunità di chiarire questo punto. A proposito dell’uso di termini anglofoni, e comunque di qualsiasi altro tema, spero convenga che il parlar chiaro e netto sia segno di onestà, rispetto, e persino di amicizia, verso gli interlocutori.
L’uso di anglismi (salvo che nelle circostanze di cui appresso, nel P.s.) non è soltanto un errore nello stile, ma lo è anche nella politica e nella psicologia. Mi piacerebbe che questa fosse un’opinione, così da poterne discutere; ma da discutere c’è poco, giacché è un fatto. Ho già citato l’uso politico che facevano i romani della loro lingua, imponendola, di fatto, alle popolazioni conquistate. Potrei fare davvero tantissimi altri esempi, come lo sradicamento dal proprio contesto linguistico, nelle sessioni di interrogatorio, da parte dell’interrogante nei confronti dell’interrogato. Privo dell’aggancio all’idioma nativo, familiare, l’interrogato diventa vulnerabile; e dato che l’essere umano non può non comunicare, una volta adottati i lemmi del torturatore, gli ha consegnato la chiave per accedere alla sua mente. Non è difficile da capire.
Ancora, siamo l’unico popolo al mondo a smutandarsi davanti all’occupante. Nessuno, come noi, adotta, automaticamente, i termini che di volta in volta l’impero culturale americano ci impone. L’ultimo è “lockdown”, altri arriveranno. Gli altri popoli non fanno così; provate a far dire a un francese o un ispanico “computer”. Provateci! E’ probabile che vi guardino come un pezzente.
Ci fu un periodo della mia vita che avevo frequenti contatti con americani. Ebbene, una volta acquisita una certa confidenza, quasi puntualmente, mi chiedevano come mai gli italiani fossero gli unici al mondo a disprezzare la propria lingua. Sentivano, quando venivano in Italia, il nostro parlare continuamente e massivamente infarcito da termini LORO. E non capivano perché.
Ometto cosa rispondevo, giacché non mi renderebbe popolare…
Questi sono fatti, verificabili da chiunque, e che portano ad una sola conclusione: anche se l’errore è diffusissimo, non dobbiamo condividerlo. Mai. Si parla tanto di sovranità monetaria, di sovranità militare, ecc… ma di sovranità linguistica, pare che ne parli solo io. Lo trovo davvero strano.
Per il resto, io qui sono ospite, espongo delle idee, sempre (e sottolineo sempre) argomentandole e motivandole, non parlo mai di cose che non conosco, se non premettendo che sto solo opinando; ma nelle cose che so di sapere, trovo quantomeno scortese che altri che non sanno e pretendono di sapere, sprechino il mio tempo. Non ho la minima pretesa di essere ascoltato, ma neppure mi adeguerò mai a ciò che è palesemente sbagliato e nocivo. E parlare da “amerikeni” è entrambe le cose.
P.s.
L’uso di parole, lemmi, locuzioni di altre lingue è sicuramente legittimo, presso determinate condizioni. Quasi sempre, lo è una volta che si decida di trattare temi (quasi sempre scientifici e tecnici) sviluppati in contesti di ricerca internazionali. Oppure, presso discipline specifiche, che hanno creato un loro linguaggio “privato”, come la psicologia, o altre discipline umanistiche.
Si possono usare termini, o intere espressioni, di altre lingue, sempre che se ne sia capaci, per intrattenere o scherzare, o motteggiare.
In generale, come che sia, è meglio parlare come i nostri padri e i nostri nonni.
OK FrancescoM, ho capito il background, ma essendo su un social, volevo solo stressare il link tra vaccini e virus interference, senza upgradare il discorso verso considerazioni più deep, come spesso fanno altri stakeholders in pool su questo blog. Non perdiamo di vista vision e mission solo per fare lobby contro il mainstream, spesso veicolo di fake news (vedi la questione delle droplet o dei recettori per le spike protein).
Saluti da un worker di COVID hospital nella ex red zone, oggi in lockdown, che in smartworking screena pazienti con kit customizzati e scannerizza documenti, discutendo di recovery bond con altre persone senza tuttavia clusterizzare alla coffee machine.
P.S. Segnalo questo bellissimo sito appena scoperto: https://diciamoloinitaliano.wordpress.com/
Grazie del link, una flebile speranza.
Poco tempo fa, il Prof. Enzo Pennetta ha accennato al cosiddetto “esperimento Stanford”.
Allego un video in cui si mostra una serie di abusi polizieschi, da far passare per dilettanti, la Gestapo, la Stasi, la Ceka, la Guojia Anquan Bu, e tutto lo sbirrume della Storia. Noi siamo “moderni”, ossia, nell’immaginario di molti (“moderni”, appunto) i migliori di sempre. Ed infatti, viene mostrato un campionario di eccellenze.
https://www.youtube.com/watch?v=5Y0VX90Ejlo&t=500s
Esperimento Stanford, dunque, e cosiddetto “Effetto Lucifero”!
Philip Zimbardo, l’ideatore di questo esperimento (e di molti altri analoghi), prova, in condizioni controllate, una verità da sempre conosciuta. Una verità sgradevolissima, che sputa in faccia a quella cosa ridicola che è la nostra “auto-stima”, questa verità: molti di noi (molti, non tutti, ma certo molti), non sono buoni!!! Molti di noi sono creature repellenti, capaci di passare per bravi cittadini, ottime madri e padri esemplari, per via di una discreta abilità nella finzione sociale. Appena sotto la vernice, pasce la sua sordida vita un mostro.
Per il vero, Zimbardo si ispirò ad un celebre, quanto cupo, romanzo, “Il signore delle mosche” (1953), di William Golding, che incredibilmente vinse il Nobel nel 1983. Dico “incredibilmente”, perché proprio da quegli anni l’attribuzione dei Nobel, soprattutto per la letteratura, cominciò a risentire dell’influenza della mortale del politicamente corretto; tanto che vennero attribuiti Nobel a figure mediocrissime (ma allineatissime), come un celebre guitto italiano.
L’orizzonte che si apre con le tesi e i fatti emersi dal libro di Golding e dagli esperimenti di Zimbardo (più molti altri che qui taccio), contribuisce a spiegare molte cose, a partire dalle guerre, passando per ogni carezza negata, e magari finendo a questo presente da incubo, a questa infernale messa in scena neo-liberista.
Tornando a bomba al presente, ho appreso poco fa che Giuseppi, prototipo del caposcala, del caporale, del podestà (un nessuno che non ha un SOLO voto del popolo), ci invita a non illuderci che col nuovo mese sarà finita, e no! L’occasione è da non perdere, la distruzione deve essere portata a termine.
C’era ancora un afflato eroico nel grido della Principessa Padmè Amidala “E’ così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi”! Ora, persino quegli echi lontani si sono spenti. Mentre nel grido lacerante e sommesso della giovane Principessa c’era ancora una fiammella di speranza, in questo presente piatto tutto è vuoto, come le nostre strade fino a poco tempo fa piene di vita, c’è solo assenza. E’ una notte profondissima, vuota di vita, ma carica di fantasmi famelici. I sudditi dormono e sognano l’amore e la protezione dei loro aguzzini (e guai a chi cerca di svegliarli!!!). I pochi che vegliano, che vedono, si aggirano tra le rovine di una devastazione di cui si intravvede solo il principio.
Sono persino finiti i tempi in cui la morte della libertà meritava, ancora e beffardamente, degli appalusi.
Oggi la libertà muore in silenzio, nell’indifferenza del sonno di schiavi grati ai propri carcerieri.
Certi pessimismi mi ricordano il Gordon di Fiorirà l’aspidistra, la lotta perversa e feroce contro un mostro che non è del tutto tale, il sogno-incubo dell’idealista tanto esigente che si auto-castra con le sue stesse mani temendo di essere assimilato, inquadrato dal sistema… e perde giorno dopo giorno sempre più i contatti con la realtà, con le piccole gioie ancora possibili. Stamattina sono un inguaribile e romantico ottimista: esiste ancora la forza della vita, l’aspidistra fiorirà di nuovo.
Ritrovo nelle considerazioni di Francesco e nella successiva risposta di Giuseppe la stessa dialettica che ha caratterizzato un rapido scambio di messaggi di telefonici con mio fratello stamane.
Lui, piccolo imprenditore, lamentava la mancanza di un piano chiaro e concreto del Governo, nonché la sofferenza economica cui la sua azienda è costretta dalla sospensione dell’attività, che potrebbe portarla ad un rapido fallimento. Estendeva il suo pessimismo a tutto un mondo economico e sociale italiano già in disfacimento, che con questo virus secondo lui avrà il colpo di grazia, trovandosi tra poco nella miseria più nera, colonia di molti paesi più ricchi, comprata a pezzi dal cinese e dal tedesco.
A questa visione tragica contrapponevo la considerazione ottimistica sulle qualità del popolo italiano il quale, lungi dall’essere una massa amorfa di mafiosi corrotti come molti lo dipingono, saprà rialzare la testa e riguadagnarsi la dignità e il rispetto che merita per storia, genio e carattere; inoltre, un’Italia fallita non conviene né agli attuali governanti né all’Europa, giacché si tornerebbe al 1946 con lira e miseria, o al 1922, con lira, miseria e fascismo. No: anch’io sono convinto che – pur tra mille problemi e sacrifici e con il necessario repulisti istituzionale – l’aspidistra di Orwell rifiorirà sotto il nostro bel cielo.
Il ritorno allo staus quo ante è un’illusione psicologoca e un’assurdità logica.
L’illusione nasce dal terrore radicale del solo concepire che un’epoca si sia chiusa. Come se la nostra società e la cultura su cui si fonda godessero di privilegi negate a tutte quelle che ci hanno preceduto. Come se un Toynbee o uno Spengler (per tacerne altri) fossero stati lì a friggere l’aria. Purtroppo, quasi sempre, tali illusioni sorgono anche dalla mancanza di conoscenza della filosofia della Storia; ignoranza da cui nasce la pretesa, del tutto infondata, che la nostra società non si estingierà; esattamente come è accaduto a tutte le altre.
Ora, siccome parlare per parlare serve solo a continuare a parlare, ossia per perdere tempo, io dichiaro di recedere da quanto sostenuto, se mi si cita UN SOLO CASO di civiltà precedenti la nostra che non si sia estinto. Me ne basta uno. In assenza di una tale controprova (sempre che si capisca di cosa sto parlando) rimane la semplice constatazione di ciò che è avvenuto ad altri prima di noi.
In secundis, l’assurdità logica è questa: anche mettendo del tutto da parte quanto al punto precedente, quanto è assurdo pretendere che una società si risollevi dopo una crisi, SENZA AVERE RIMOSSO le cause che hanno provocato quella crisi. Ovviamente, non mi sto riferendo al coronavirus, atteso per certo che esso non è affatto la causa di questa crisi, ma uno dei suoi strumenti.
Io nutro la speranza che prima di eventuali commenti si legga con attenzione e si comprenda quanto ho scritto.
P.s.
Allego un breve video del Prof. Fusaro, che fa le stesse, esatte, identiche, affermazioni, che (a proposito del linguaggio) ho qui esposto negli scorsi post.
https://www.youtube.com/watch?v=scz5aCdEtKM
I suoi post ultimamente trasudano un’aggressività che non le conoscevo. Ho ammirato in passato la sua capacità di contestare la religione darwiniana con le armi della sola logica, giacché – come spiegava – quello del biologo non è il suo mestiere; arrivai al punto da salvare in un lungo file di testo molti suoi interventi per rileggermeli e meditarli periodicamente.
Io, che filosofo o epistemologo non sono, ma sono appunto biologo, confesso di non aver mai letto né un Toynbee né uno Spengler; ma rivendico ugualmente il diritto di argomentare il mio ottimismo. Mi invita a leggere con attenzione e comprendere il suo scritto: faccia altrettanto col mio. Si accorgerà che mai ho scritto che tutto ricomincerà come prima, o che la nostra sia la prima civiltà destinata all’eternità. Al contrario, sono convinto che vedremo – con gradualità e senza i traumi che lei sembra prefigurare, solo con dolori che spero e prego non siano drammatici per me ed i miei fratelli – il passaggio da un modello sociale, economico e culturale (l’ordoliberismo o come lo definisce Blondet il “capitalismo terminale”, CEO capitalism per la perfida Albione) ad un altro. Che secondo me sarà per molti versi migliore: e lo sarà precisamente perché col tempo, magari con qualche rinuncia e trauma, saprà rimuovere e cause della crisi, cambiando stile e mentalità. Cambiando pian piano il modello stesso di convivenza sociale su cui ci siamo basati finora. Vede, stamane con mio fratello ragionavo di piani governativi, fatturato, possibilità di prendere un aereo, risparmi della sua famiglia; non di estinzione delle civiltà o filosofia della storia. A lui ed a lei volevo solo dire che secondo me (ricordi: “secondo me” è una locuzione bellissima!) gli italiani hanno abbastanza storia, esperienza e testa per farcela. Giusto i miei due centesimi a disposizione della discussione qui, per stimolare lei e gli altri ad un confronto: siamo nel tardo impero, opulento barocco e decadente, e stanno per arrivare i barbari. Ma quanta ricchezza nel Medioevo che ci aspetta, se lo sapremo vivere con saggezza!
Se lei si pone – pur nella sua indubbia superiorità di mezzi culturali – automaticamente al di sopra dell’opinione altrui, sarò costretto a pensare che, ancorché così profondamente istruito, lei probabilmente è ancora giovane. La prego solo di non permettere che la sua intelligenza irrancidisca in mera supponenza.
Esattamente, Alessandro. La mia forse un po’ forzata citazione di Orwell voleva significare proprio questo: non la mira del recupero di tutto quello che esisteva prima. Ma, con tanta buona volontà, il recupero di tutto quel che vale davvero la pena di essere recuperato/mantenuto.
Nulla è eterno, un’ovvietà! Come viventi abbiamo un inizio e una fine, e inevitabilmente ce l’hanno le civiltà e società umane. E tra quell’inizio e quella fine della nostra natura sta la personale ricerca di felicità, che è una ricerca che appartiene alla sfera delle libertà personali; liberta che a mio avviso appartengono più agli uomini semplici che ai sofisticati, più a quelli liberi nel cuore che a quelli imprigionati in una rabbiosa esistenza contro.
@Alessandro2
mi spiace che la fermezza venga scambiata per aggressività; comunque, la ringrazio per il parlar chiaro, apprezzo questo più di ogni altra cosa. Credo di essere certo che in una conversazione dal vivo questi malintesi non sorgerebbero; ma, dal momento che sono sorti, sarà mia cura tenerne conto.
E quindi, detto ciò, lei ha perfettamente ragione nell’asserire che è lecito opinare del tema qui trattato, anche senza la conoscenza di uno Spengler o di un Toynbee, ma è parimenti vero che – dato che il tema trattato concerne precisamente l’interpretazione di fatti di cronaca di tale portata che presto saranno già Storia, le chiedo quali, “secondo lei”, dovrebbero essere i criteri per interpretare tali fatti, se non quelli della cosiddetta filosofia della Storia? Quali? Le assicuro davvero che le sto ponendo la domanda nel modo più pacato possibile; tornado a pregarla dall’aver cura, nel “leggere” la comunicazione unidirezionale di un social come questo, di discernere la fermezza dall’aggressività. Francamente, dato il tema presente, parecchio rilevante, che ci tocca nella carne, so di aver adottato un parlar chiaro e dritto; ma l’aggressività verbale, se lei, come penso, frequenta i social è ben altra cosa.
Tornando a noi, quando insisto nell’introdurre posizioni storiografiche di assoluto prestigio (come quelle citate), non è per tacitare l’interlocutore col peso di una vera o presunta cultura, ma semplicemente perché non c’è altro modo. O se c’è, mi dica lei quale.
Faccia caso, nel corso delle mie interlocuzioni con Greylines, non sono mai una sola volta entrato in polemica con lui sul suo campo; quella sì sarebbe stata supponenza! La differenza tra quel tipo di dibattito e questo, tuttavia, consiste nel fatto che, in quel caso, era ben possibile approcciare l’argomento anche solo dal punto di vista epistemologico; mentre nel nostro caso, non è possibile discutere seriamente, se non in termini di storiografia e filosofia. Se mi sono spiegato, è da qui che nasce il mio insistere e la mia fermezza. Giacché, diversamente, ci si perde in un dedalo di opinioni prive di aggancio con altra realtà che non sia la propria soggettività. E questo, precisamente, si chiama perdere tempo.
In altri termini, e con un esempio; quando si tratta di biologia, io mi rivolgo al Prof. Pennetta per chiedere lumi (cosa fatta più di una volta); se qualche sua risposta non mi convince, faccio presente la mia difficoltà e attendo una sua risposta; ma non mi permetto di andare a fargli scuola sul suo campo. Non mi sogno di qualificarlo come aggressivo se, avendo io sconfinato in un ambito di cui so pochissimo, Enzo Pennetta mi invita a studiare l’ABC della biologia. Cos’altro potrebbe dirmi?
Insomma, spero di essermi spiegato.
Per ultimo, l’uso del “secondo me”, “secondo me”, crea più problemi di quanti non ne risolva. O è inutile, e quindi ridondante; o è scivolosamente ipocrita; in pochi altri casi potrebbe essere appropriato.
Mi spiego. Non ho memoria, ma potrei sbagliare, dell’uso della locuzione “secondo me” in tutta l’opera di Aristotele o San Tommaso (per limitarmi a questi due). Erano forse saccenti? Proprio no! Quando si discute, e non solo tra filosofi, ma basta tra persone per bene, si dà per SCONTATO che le proprie tesi sono esposte ad altrui confutazione, è una cosa implicita. E parimenti si dà per scontato che chi discute di cose serie non lo faccia per ammazzare il tempo o gonfiare il proprio ego. Se non si danno come premessa assodata queste cose, allora è inutile cominciare una conversazione. Ed allora, se mi sono spiegato, questo mitico “secondo me”, mi pare più che altro un articolo da etichetta.
Confido che lei ed io ci si sia chiariti.
Caro Francescom, spero che non prenda questa mia come una provocazione ma come contributo alla crescita del confronto. Ebbene, deposte le mie armi, divento allievo, pur non avendone più l’età ma pur sempre la vocazione.
Le chiedo a nome mio, ma credo anche a nome di tutti coloro che la leggono qui con gusto, se non sia possibile, da parte sua, riassumere le sue tesi in un unico articolo, in modo sistematico ed organico, a beneficio di tutti coloro che come me intuiscono ma non comprendono a fondo il suo approccio al tutto. Naturalmente occorre l’autorizzazione del nostro ospite, il prof. Enzo Pennetta, oltre alla sua volontà.
Detto questo, pur rimanendo convinto che le stesse cose potrebbe sempre scriverle senza denigrazioni di Papi, presidenti del consiglio, premi nobel e giornalisti, la ringrazio in ogni caso.
Sarebbe al pari interessante sentire il parere in merito alla mia proposta degli altri convenuti qui, il pubblico silenzioso che immagino numeroso. Grazie
Gentile sig. Cipriani, mi pare evidente che in questa sua comunicazione delle 10,06 non ci sia provocazione alcuna, ed infatti, diversamente dalle ultime volte, le sto rispondendo. Per quanto valgono le assicurazioni fatte da uno sconosciuto in un mezzo anodino come una piazza virtuale, le assicuro che non ho mai avuto malanimo nei suoi confronti. Come ho scritto, per me (e spero per tutti) si tratta solo di cercare di utilizzare nel modo migliore il poco e preziosissimo tempo del nostro effimero vivere; per cui dovrebbe essere prioritario finalizzare il discutere all’edificazione e non alla polemica.
Ebbene, queste sue ultime, pacate, righe, aprono una nuova prospettiva, cosa di cui del tutto positiva.
Nel pomeriggio, prima però seguitare a sviluppare il nostro tema specifico, credo sia opportuno illustrare le ragioni che mi hanno portato ad utilizzare un linguaggio molto tagliate nei confronti di talune figure pubbliche. Tuttavia, non so fino a che punto potrò darne delle fondate motivazioni, giacché il farlo implicherebbe l’addentrarsi in ambiti e tematiche lontani dalla presente discussione. Nel caso degli attuali vertici della Chiesa, ad esempio, dovrei spiegare e prima ancora porre le basi di cosa si intende per ortodossia e conclamata Dottrina. Secondo lei, sig. Cipriani, quante settimane ci metterei per fare un semplice sunto?
Ecco, mezzi come questo blog (prezioso per molti motivi che vanno davvero ben oltre i miei contributi, e di cui ringrazio sempre il titolare Enzo Pennetta) si scontrano col limite intrinseco della comunicazione unidirezionale, che non solo rallenta e inceppa la dialettica, ma crea spesso fraintendimenti.
Di questo occorre tenere conto.
Per conto mio, sono d’accordissimo con Giuseppe: esponga in un intervento come secondo lei leggere questo periodo alla luce della filosofia della storia e dei suoi illustri rappresentanti, giacché, lo dico senza ironia, davvero non ne so nulla.
Però prima mi lasci dire: non credo che si debba essere un esperto in materia per esprimere qualche opinione, pur a grandi linee e superficialmente, su quanto sta succedendo: la storia siamo noi, noi tutti, anche il fattorino che mi porta la posta il mattino, e anche se non sa nulla di Toynbee. E parteciperà anche lui, a suo modo attivamente, al cambiamento. Siamo tutti dentro a questo turbine, allo stesso modo in cui un embrione, pur non sapendo niente di biologia, si svilupperà in organismo compiuto: perché È biologia anche se non SA alcunché di biologia.
E da ultimo: se non si è Aristotele o San Tommaso forse “secondo me” non è né inutile, né ipocrita, ma solo umile accettazione dei propri limiti e rispetto per l’opinione altrui.
Nella speranza di trovare il tempo di scrivere l’intervento promesso al sig. Cipriani, richiamo l’attenzione dei frequentatori del blog su questo davvero eccezionale video del giornalista Arnaldo Vitangeli. Dati i fraintendimenti emersi di recente, ritengo prezioso il contributo di Vitangeli, giacché, oltre al grandissimo valore intrinseco della sua lezione, mi risparmia il tempo di porre le premesse a quanto, se ne avrò il tempo, dirò appresso. A questo proposito, e ripensando criticamente ai miei ultimi post, mi sono accorto di aver commesso un errore. Ma esso non concerne né il parlar dritto e chiaro, né la loquela tagliante verso alcune figure pubbliche. Su questo non ho nulla da emendare, e spiegherò in altro post il perché. Invece, mi sono accorto di aver effettivamente commesso l’errore di dar per scontata, negli interlocutori, tutta una serie di dati e circostanze sia di fatto, sia teoriche, in assenza della conoscenza delle quali, il mio discorrere poteva sembrare non fondato. E’ stato un errore (che riconosco come tale) al quale cercherò di rimediare, anche se i tempi dell’esposizione si allungheranno.
Per intanto, invito ad ascoltare con attenzione Vitangeli, che è chiaro, conciso, documentatissimo, capace come pochi di saltare dall’analisi alla sintesi, ed è giovane, lindo, ed anche simpatico. Vitangeli arriva a certe conclusioni per inferenze tanto elementari, quanto irresistibili, e tali conclusioni sono vere (“secondo se stesse”, Alessandro2, e non secondo l’arbitrio di alcuno) perché veri, documentati ed inconfutabili sono i dati di partenza, i fatti analizzati. *
Se si conviene che le affermazioni di Vitangeli sono vere, allora ci siamo portati avanti nel dedurne le conseguenze. Se si ritiene che sono in tutto o in parte false, sfido (dialetticamente, compostamente, ma fuori dai modi da signorine) a indicare con chiarezza il punto o i punti di falsità.
https://www.youtube.com/watch?v=fOOjYbH-A4M
Quanto al resto, se non riesco a postare oggi, se ne parla domani.
P.s.*
Su un solo punto dissento da Vitangeli, al t. 5,02 e seguenti, quando afferma che l’isolamento cui siamo sottoposti sarebbe “comprensibile”. Mi spiace per lui e per chiunque lo pensi; questo isolamento collettivo, imposto sotto minaccia, oltre ad essere del tutto incostituzionale, è uno dei momenti più cupi e sinistri della Storia umana. Ci tornerò, e dimostrerò il fondamento del mio assunto, da cui deriva la sua verità.
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@Alessandro2. Ero quasi certo che avrebbe scritto qualcosa del genere:
“E da ultimo: se non si è Aristotele o San Tommaso forse “secondo me” non è né inutile, né ipocrita, ma solo umile accettazione dei propri limiti e rispetto per l’opinione altrui”.
Purtroppo, non c’è altro modo che dirlo se non dicendolo: lei non ha colto il significato di quelle due righe. Nessuno è Aristotele o Tommaso, certo, ma non nel senso da gara olimpionica di sapere da lei inteso. Per prima cosa, Tommaso o Aristotele, e chiunque abbia la minima idea del filosofare, rifiuterebbero di essere posti sul piedistallo dell’inarrivabilità e dell’incomparabilità. Chi lo fa o è tentato di farlo, non capisce (ma non “secondo me”, ma perché proprio non lo capisce) che davanti al sapere siamo tutti nudi. L’ipse dixit (ossia inarrivabilità ed incomparabilità), infatti sancì l’inaridimento dell’aristotelismo, e la sua eclisse nella Storia. L’uso del “secondo me” è d’obbligo, lo ripeto, è d’obbligo (purché non sia un residuo tossico della falsa modestia, e non diventi ridondante), quando il terreno del discorrere è l’opinione; in questo caso, come già le scrissi, tale locuzione è appropriata. In tutti gli altri casi non lo è.
Se questo è chiaro, come in effetti dovrebbe essere, non trova senso che un fisico, un matematico, o un chimico facciano precedere ogni atto linguistico (riguardante la propria materia) dal “secondo me”. Chi dovesse farlo, dopo un po’ diventerebbe un caso umano.
La medesima cosa vale in ambito filosofico (a meno che lei non mi spiega perché non dovrebbe valere), sia che si tratti di Platone (che sicuramente usava il “secondo me”, tutte le volte che NON faceva filosofia, ma non lo ha mai fatto – perché ragione non v’era – da filosofo), sia che si tratti di Gennarino Criscuolo, filosofo di Scampia. La dialettica, signor Alessandro2, procede per chiarificazione e giustapposizione dell’oggettivo (giacché è nella presunzione che esso esista, che fonda la filosofia); e non, come mi pare lei crede, nella competizione – dotta o non dotta – tra opinioni. Che, come le ho scritto, sono del tutto legittime; poiché la sfera del soggettivo esiste, ed ha i suoi diritti.
E così, se si vuole discutere seriamente di macro politica, soprattutto quando essa eccede la sfera della cronaca per farsi Storia, mi spiega, proprio per favore, come si possa pretendere di farlo in assenza della conoscenza della disciplina che permette di farlo? E’ come cercare di piantare un chiodo senza martello; o come cercare di far di conto non conscendo i principi dell’aritmetica.
Questo, concludo, non ha nulla a che spartire con l’accettazione dei propri limiti; che è dovere etico primario di ogni persona per bene; sia questa un postino, un imperatore, Aristotele, o Pincopallino.
Ha fatto bene, in ogni caso, a ricordarmi di tener conto dei miei limiti (non fa mai male); io non lo ricorderò a lei, visto che già lo sa.
Io non pretendo che per discutere con me qualcuno debba conoscere Spengler, Toynbee, Ortega Y Gasset, ecc…, mi pare ovvio. Parimenti ovvio mi sembra che valga anche il contrario: che quando parlo con chi non conosce certe cose (di cui tuttavia parla), questi pretenda che mi sforzi di non sapere le cose che so.
Infine. lei ha confuso una questione di metodo con l’umiltà, che una Virtù tra le più eminenti, ma che ha poco da spartire col merito del fare filosofia. Anche se è perfettamente possibile che un filosofo, un matematico, un chimico, se non un giardiniere, siano persone arroganti, saccenti, superbe.
P.s.
Dimenticavo. Mi scrive:
”…la storia siamo noi, noi tutti, anche il fattorino che mi porta la posta il mattino, e anche se non sa nulla di Toynbee. E parteciperà anche lui, a suo modo attivamente, al cambiamento…”.
Errore madornale, fatale. Questo che scrive è precisamente quello che chi fa veramente la Storia vuole che pensi chi NON la fa.
La storia la fa chi ha il potere di determinate la cronaca, giacché è l’assommare di cronaca e il passar del tempo che fa Storia.
La Storia la fa chi, premendo un pulsante, determina il costo del grano a decine di migliaia di chilometri da quel pulsante, decidendo, spesso e magari sempre, chi deve vivere e chi deve morire.
La Storia la fanno e l’hanno fatta (almeno negli ultimi 250 anni) i membri di ristrettissime élites che dispongono del potere di sradicare milioni di figli di mamma, di padri e di mariti dalle loro famiglie, e mandarli a morire come carne da macello nell’atrocità della guerra (che è inevitabile, nella misura in cui lo è la mostruosità della cupidigia umana).
La Storia la fa chi detiene tutti i mezzi e le capacità di mutare lo scenario della rappresentazione mediatica, e, attraverso l’utilizzo scientificamente manipolatorio dell’informazione, storpiare la percezione dei sudditi al punto da lasciar credere che a far accadere le cose sono loro.
“La Storia siamo noi” è vero nel paese della cuccagna!
Noi, soprattutto coloro che non si accorgono della manipolazione, siamo i soggetti PASSIVI della Storia, non abbiamo più potere di determinarla di quanto ne ha un garzone di bottega di influire sulle scelte dell’azienda che lo paga; né maggiore libertà di un cane attaccato ad una catena.
Anche gli schiavi della caverna platonica erano sicuri che a fare la Storia fossero loro! E sbeffeggiavano e motteggiavano il filosofo che cercava di far loro comprendere l’errore. Alla fine, come regola delle vicende umane, i cavernicoli, stufi ed irritati per la “saccenza” del filosofo, lo uccisero.
Ecco a cosa serve studiare: a capire che non è così, che a fare la Storia NON siano noi; e che la resistenza alla comprensione è la sostanza di cui sono fatte le nostre catene.
Solo la comprensione, e quindi la verità, possono rendere liberi.
Cade a fagiolo, come si usa dire… Proprio oggi mi imbatto in questa frase di Norberto Bobbio: “La prima condizione perché il dialogo sia possibile è il rispetto reciproco, che implica il dovere di comprendere lealmente ciò che l’altro dice”. Applicato qui, applicato a me, per rispettare Francescom dovrei comprendere quel che afferma, e farlo lealmente: impegnandomi a capirlo per bene (senza pigliare fischi per fiaschi) ed essendo leale, cioè non facendo in ogni caso prevalere il mio pregiudizio… Più facile dirlo che farlo, ma non è mai troppo tardi per provarci. Per questo chiedevo a Francescom uno sforzo aggiuntivo, e quel rispetto dei citati che non sono nelle sue corde, in quanto quei toni “decisi” non risultano funzionali al ragionamento, anzi creano ostilità (pure non funzionale, lo ammetto) in chi, come me, vorrebbe sempre veder prevalere il grande rispetto.
Sig. Cipriani, le rispondo al volo, anche perché mi aspettano incombenze pressanti, e per cui oggi mi fermo qui.
Lei certamente sa che nel nostro lessico, e nella nostra parlata quotidiana, esistono termini, in questo caso attributi, simmetrici e complementari come buono/cattivo, bello/brutto, positivo/negativo, degno/indegno, nobile/ignobile, ecc… Ne conviene, esistono, giusto? Certo che sì. Conviene che esistono per indicare fatti, persone, eventi, attributi, del mondo reale? Beh, ovvio che sì. E dunque, venendo a noi, lei, io, chiunque sta leggendo, ha certamente incontrato almeno una persona cui, per comune buon senso e per senso di giustizia, si possa correttamente attribuire la caratteristica di buono o cattivo; oppure nobile ignobile. Questo perché, certamente, esistono i buoni e i cattivi, i nobili e gli ignobili, i traditori e i leali. Nella parlata quotidiana esistono anche i figli di ecc… che nessuno confonderebbe con le brave persone (salvo essere davvero confuso). Dunque, esistono anche i figli di ecc… Non stiamo parlando di qualcuno in particolare, non ci interessa farlo, stiamo solo dicendo che i figli di ecc… esistono. Fin qui, credo, siamo tutti d’accordo.
Questa la premessa, ora la questione. Lei, Giuseppe, esce di casa ed incontra il suo amico Pasquale, nel mentre conversate, passa una tale Pancrazio: questo Pancrazio, lei lo sa per certo, nel senso che ne ha prova, non opina o immagina, ma ne è certo in modo assoluto, è responsabile di una serie inenarrabile di atti turpi e malvagi. Sa, come ognuno di noi sa le cose che sa, che questo signore le azioni di costui hanno causato una serie interminabile di sofferenze ed ingiustizie.
Bene, il suo amico Pasquale le dice “ecco Pancrazio”. Lei lo vede, e cosa le viene da dire, o se non lo dice, cosa pensa? Ovviamente, non può fare a meno di vedere Pancrazio per quello che sa che Pancrazio è; fosse biondo, non potrebbe non vederlo biondo, giusto? Ma Pancrazio, oltre ad essere biondo o castano, o ogni altro attributo secondario, è soprattutto, e primariamente, un grandissimo figlio di ecc… Lei può non dirlo, salvo che il discorso con Pasquale non lo richieda, ma non può non pensalo; giacché l’essere un gran figlio di ecc… è un attributo caratteristico di Pancrazio.
Bene, ecco la domanda: nell’attribuire a Pancrazio (che lei sa essere responsabile di lutti, sciagure e sofferenze) la qualità di gran figlio di ecc…, lei gli manca di rispetto?
In generale, dunque, nel definire ladro che ruba; nel definire traditore chi tradisce; nel definire ignobile chi compie atti turpi, noi lediamo l’altrui dignità; oppure, senza acrimonia alcuna, chiamiamo le cose col loro nome? Certo, se definiamo ladro chi NON ruba, ci rendiamo colpevoli di diffamazione ingiuria; ma non di questo che stiamo parlando.
E’ una domanda semplicissima, la risposta dovrebbe esserlo parimenti. Ho parlato apposta di un personaggio immaginario (Pancrazio), e ho generalizzato casi umani perenni: il ladro, il traditore, l’ignobile. Manchiamo loro di rispetto nel definirli per come loro stessi si sono definiti dalle loro azioni? Attenendosi a quanto ho esposto, un sì o un no.
No, certo. Se di uno sappiamo che è un ladro, non lo diffamiamo se lo denunciamo come tale. Allora, quando può, mi levi la curiosità che le avevo già espresso: “morto di fame” riferito al Presidente del Consiglio quanto ci azzecca?
Grazie per la risposta, è un passo avanti. Secondo passo.
“Morto di fame”, nella parlata popolare, è sinonimo di spiantato, senza arte né parte, indigente. L’espressione è carica anche di una gamma connotati di giudizio, generalmente dispregiativi.
Un politico, salvo che nelle dittature, fonda il suo consenso sul radicamento popolare, in termini semplici sul voto. Senza voti, in democrazia, non ci si può neppure definire politici. Un uomo assurto ai vertici del Governo senza un voto, privo di legittimazione popolare, politicamente è un morto di fame, un abusivo, uno fatto calare e imposto dall’alto delle oligarchie, che, ad occhio, non amano molto i popoli.
Cariche “politiche” prive di esplicito consenso popolare (che in democrazia si esprime col voto), sono per ciò stesso prive di legittimazione. Legittimo anche pensarla diversamente; legittimo (ma ovviamente incoerente), pensare che la Costituzione possa essere stirata, rivoltata, “interpretata”, aggiustata, per far sì che i quadrati sembrino cerchi, e che in democrazia si possa comandare senza investimento popolare.
Ora, una domanda secca e facile facile (alla quale sarebbe desiderabile lei rispondesse come prima, ma stavolta con un semplice numero). Da zero a un miliardo, quanti voti ha Giuseppe Conte?
Chi è Conte?
https://www.libreidee.org/2019/08/dietro-al-gesuita-conte-il-clan-occulto-che-gestiva-andreotti/
Segue.
Devo essere per forza banale: premesso che la nostra è una Repubblica parlamentare, Giuseppe Conte bis ha avuto il voto/approvazione di 343 deputati e 169 senatori, tutti rappresentanti del popolo, in legittima carica fino a nuove elezioni. La crisi del Conte uno (pure approvato da parlamentari) poteva essere risolta in modo diverso, ma è stata risolta in un modo previsto dal nostro ordinamento costituzionale.
Per l’altra questione, chissà perché sento un rumore fastidioso, come di unghie che graffiano specchi? Nessun morto di fame l’ho sentito assimilare a un abusivo, come lei in realtà lo intende, dal momento che avrebbe preferito un presidente del consiglio con consenso di altra natura.
La prima parte della risposta (Repubblica parlamentare, ecc…) era scontata. E fonda su uno dei due punti ciechi della Costituzione (* nota in calce). Il primo, questo di cui adesso parlo, è arcinoto, ed è reso possibile dall’ambiguità della formulazione stessa di democrazia parlamentare; punto che potrebbe essere (almeno in parte) risolto se chi ne ha il potere – e guarda caso, ma guarda proprio caso, si tratta di un altro potere non eletto dal popolo, ossia l’inquilino del Colle – fosse veramente un arbitro imparziale, anziché essere connotato (sempre, salvo due eccezioni in tutta la storia repubblicana) da due fattori:
1° essere espressione della Sinistra (come per una specie di investitura divina);
2°, essere gradito ai Poteri Forti, anzi, al singolare, al solo Potere Forte di area atlantica; ossia, nel caso sussistessero dubbi, dal cartello finanziario e bancario.
Se non sei di sinistra e non sei gradito a questi poteri, non sali al Colle, e non sali neppure sul terrazzo. L’ultima eccezione fu Cossiga, che lo ricordo, fu dichiarato pazzo dal giornale che rappresenta meglio di tutti il nuovo catechismo laico, La Repubblica titolò quotinianamente per quasi due anni “Cossiga è pazzo”, senza che alcun magistrato avesse a che ridire per vilipendio (non se ne rammenta, sig. Cipriani?); ecco il vero Potere!!! E gran voce e presso ogni canale mediatico fece lo stesso Massimo D’Alema, senza che alcun magistrato a avesse a che ridire. Io me ne ricordo bene, lei no?
Cossiga, l’ultimo Presidente degli italiani, mancò per un pelo la messa in stato d’accusa, da cui si salvò arrendendosi, e creando le condizioni parlamentari per cui fosse possibile realizzare gli interessi della élite di cui sopra. La atroce e folle guerra iugoslava!
Ecco, un Presidente come Cossiga, non permetterebbe che si infilasse il dito in questo buco/baco della Costituzione (cosa che in 10 anni si è fatto per QUATTRO volte!!! a partire da Monti), ma darebbe al popolo ciò che è del popolo: che sia esso a decidere di sè, e non Poteri extra nazionali, per mezzo delle burocrazie degli apparati della Stato, e di un Parlamento disancorato dal solo potere che gli dà potere: IL POPOLO!!!
A lei sta bene che a determinare i destini di una nazione sia la Goldman Sachs (Monti), saltando Renzi, Letta, Gentiloni (tutti uomini del cartello, se non lo sa, legga con calma il saggio di Francesco Amodeo, ”La Matrix europea”; lo legga, e poi ne riparliamo), fino ad arrivare a Conte, uomo dello Stato profondo vaticano, e dei suoi interessi tentacolari, che nulla hanno a che vedere con la Croce.
A lei sta bene, a me no. Per sua soddisfazione, quelli che lei (mi pare) sostiene la stanno avendo vinta su tutti i fronti, imperano su tutto, dalla stampa a pensiero unico, alla magistratura, all’intero corpo della burocrazia statale, ai “volti” della TV, alla scuola e le università (in cui devi pesare le parole col bilancino del politicamente corretto), al cinema e le serie TV, ove, massivamente e ossessivamente viene imposto un solo ed unico scenario, quello di cui Giuseppi è l’esponente.
Lei è vincente, lo so; ed io mi onoro di essere perdente. Questo mondo è il suo, non il mio.
Bene, io mi sono limitato a qualificare Giuseppi come “morto di fame”, e lei mi ha ripreso, suo diritto; ma allora, perché non riprende Enzo Pennetta che propone di continuo contenuti di Claudio Borghi, il quale non manca occasione di definire Giuseppi un TRADITORE? E lo stesso fa Alberto Bagnai, anch’egli colonna d’appoggio e sponda dialettica di Enzo Pennetta; e lo stesso, ed anche parecchio di più in disprezzo, fanno tantissimi altri che condividono col nostro ospite (Enzo) il medesimo orizzonte politico. Diego Fusaro, ad esempio, che, glielo ricordo, è il fondatore del partito politico cui ha aderito Enzo Pennetta, usa nei confronti di Giuseppi delle modalità elocutorie al confronto delle quali, i miei “caposcala” o “morto di fame”, sono zuccherini, puffettini, cotillons. E, aggiungo, sempre Fusaro (che, insisto, è il capo politico del partito Vox Italia, cui ha aderito Enzo Pennetta, sul cui blog lei scrive), ha più e più volte – youtube ne è pieno – qualificato Bergoglio come eretico e traditore del cristianesimo. Settimane fa, pubblicai del link in cui si riportano alcune delle durissime critiche che il filosofo Francesco Lamendola muove a Bergoglio, non ebbi alcun commento. Silenzio! Ovviamente, Lamendola parla con cognizione di causa, mostra di conoscere bene i pilastri della teologia, non argomenta per prestiti, per sentito dire, o per raccatti da internet; sfido chiunque a dimostrare che ha torto. Ebbene, Lamendola, in chiave teologica, a proposito di Bergoglio, sostiene le medesime cose che Fusaro argomenta in chiave filosofica. Qui un esempio della critica di Lamendola:
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/8498-la-bestemmia-di-bergoglio
Entrambi, come me, sostengono l’evidenza, che Bergoglio è ancor peggio che eretico, è blasfemo e anticristiano.
Qui un campionario di blasfemie bergogliane.
http://www.genitoricattolici.org/news/Il%20blasfemo%20Bergoglio.htm
Perché, sig. Cipriani, non argomenta contro Bagnai, Borghi, Fusaro (tralasciamo Lamendola), il cui pensiero, LIMITATAMENTE A QUESTI TEMI, Enzo Pennetta ed io condividiamo (anche io aderisco a Vox Italia)? Va bene, Bagnai, Borghi e Fusaro non sono qui, ma Enzo Pennetta sì.
Non vuole, metterci in mezzo Enzo, avrà le sue ragioni, benissimo; scriva allora un bel post con punti d’elenco, in cui confuta voce per voce, gli errori di Borghi, Bagnai, e Fusaro, nel definire traditore Giuseppi; e quelli di Fusaro nel definire eretico e traditore del cristianesimo Bergoglio.
Lo faccia, si prenda il tempo che le serve, vista la sicurezza con cui mi ha ripreso, sono certissimo che non le mancheranno gli argomenti.
Non mi aspetto le solite quattro righe non argomentate, ma una solida trattazione. In assenza di questa, non rimarrà proprio niente di cui discutere.
In questi giorni ho dedicato al blog più tempo di quello di cui dispongo, in attesa che il sig. Cipriani, o magari altri perché no, rispondano alle questioni da me sollevate, magari con qualcosa più di tre righe e richiami all’umiltà (altrui), salvo novità, tipo una rivolta, mi predo una pausa.
*(nota)
L’altro punto concerne la mancanza di chiarezza circa la natura e quindi la definizione dell’ordinamento giudiziario. In breve: ordine dello Stato, oppure potere dello Stato? Questa mancanza di chiarezza ha fatto sì che la Magistratura agisse come fosse un potere dello Stato, e non come un ordine. Ma per essere un potere, dovrebbe sottostare alla volontà popolare (USA); cosa che non avviene. Mentre, se fosse un ordine, dovrebbe dipendere dall’Esecutivo, come in Francia.
Di fatto, è invalso un assetto che fa della Magistratura un potere del tutto svincolato dal solo potere legittimo, quello che molto schifano: il popolo. Un potere, la Magistratura, auto referenziale.
P.s.
Ah, non ho capito questo:
“Per l’altra questione, chissà perché sento un rumore fastidioso, come di unghie che graffiano specchi? Nessun morto di fame l’ho sentito assimilare a un abusivo, come lei in realtà lo intende, dal momento che avrebbe preferito un presidente del consiglio con consenso di altra natura”.
Non ho idea di cosa sta parlando.
P.s.2
Perché mi nega una risposta? Da zero a un miliardo, quanti voti del popolo ha Giuseppi, quanti cittadini lo hanno eletto?
Suvvia, sia umano, mi gratifichi di una risposta.
Anch’io mi prendo una pausa, non riesco a star dietro a tutte le distrazioni dal tema che mette in campo, addirittura che dovrei riprendere Enzo Pennetta per le sue idee e simpatie politiche, oppure Borghi per le sue sparate quotidiane. Con Enzo, e con altri ospiti che sostengono le due idee, ci siamo scontrati tante di quelle volte in questi ultimi 7-8 anni, e con toni tanto aspri che mi sono costati la giusta espulsione dal blog per almeno tre volte. Nonostante questo credo che con Enzo abbiamo alla fine imparato a conoscerci e a stimarci per quel che siamo, sanguigni e in fondo gente che quando serve mette l’onestà intellettuale al primo posto. E più di una volta ho preso le sue difese e mi sono esposto con impeto, anche fuori del blog, là dove lo vedevo ingiustamente attaccato…
Detto questo, qui la questione è tra quello che pensa lei riguardo a Giuseppe Conte, che ritiene un abusivo senza voti di popolo, e quel che afferma il diritto costituzionale: il presidente del consiglio nel nostro ordinamento non è mai eletto dal popolo, al massimo il popolo può votare per una coalizione che propone un candidato premier, ma come sappiamo questo non è automatico.
Per questo la sua domanda è senza senso e le ho risposto nell’unico modo possibile per portare il confronto nei binari della realtà e della logica. Per ottenere quel che lei auspica occorre cambiare la costituzione, si batta per questo e tanti auguri.
Sull’ultima considerazione che non ha inteso poco male, anche perché forse non era troppo bene espressa. La vedevo come uno che di arrampica sugli specchi, che modificava il significato dei termini “morto di fame”, che aveva impropriamente usato, col più corretto “abusivo” che, per come la intende lei, va invece benone.
Lutto.
Ho appreso adesso della morte di Giulietto Chiesa.
Grande giornalista, persona specchiata e retta. Si batteva, come pochi altri, me compreso, e come tutti quelli che non si arrendono (anche da posizioni ideologiche diverse), per raddrizzare questo mondo capovolto, dominato da poteri anti umani, capaci di una manipolazione tanto massiva delle coscienze, da portare il servo ad amare le proprie catene.
Se si fosse venduto ai padroni del mondo, come moltissimi altri suoi colleghi, quasi tutti, hanno fatto, avrebbe goduto di onori e privilegi; ed invece finì i suoi giorni a curare un blog di nicchia dalla scrivania di casa propria. Da comunista onesto, si è battuto per le medesime cose per cui si battono anche molti non comunisti, perché la Giustizia non ha etichetta.
Il suo anelito e la sua speranza non moriranno.
Sincerissime condoglianze ai suoi cari.
Riposa nella grande Pace, amico.