Coronavirus, occasione per instaurare la Scientocrazia

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Sulla Nuova Bussola Quotidiana scrivo sul pericolo della deriva autoritaria in atto

La politica è diventata ormai superflua, il vero potere decisionale è in mano ai cosiddetti “esperti”, rappresentanti della “Scienza”, che impazzano ovunque, dalle conferenze della Protezione civile ai talk show televisivi. Esperti che un giorno affermano una cosa e il giorno dopo il suo opposto, ma che possono godere dell’acritico supporto della stampa. È un processo che viene da lontano e che abbiamo visto realizzato anche per la questione dei cambiamenti climatici, con la persuasione dell’opinione pubblica attraverso lo stesso meccanismo del marketing. È ora di riconoscerlo: stiamo entrando nellìepoca della post-democrazia scientifica.

Una delle cifre distintive dell’epidemia da coronavirus è la presenza insistente di “esperti”, la politica è arretrata in secondo piano apparendo sottomessa ad un’autorità superiore identificata con una generica scienza o meglio ad una sostantivata “La scienza”.

La percezione di un potere non normato ma effettivo si è manifestata visibilmente nelle immagini delle conferenze della protezione civile, negli infiniti collegamenti dei talk show dove responsabili tecnici ed esponenti del mondo scientifico si sono spinti ad invadere campi non di loro competenza indicando date per il prolungamento del lockdown e provvedimenti che non era nella loro facoltà determinare,

Ma tutto questo non deve sorprendere, da tempo stiamo assistendo al lento ma costante scivolamento dei paesi democratici… (continua)

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

17 commenti

  1. Giuseppe Cipriani on

    Restiamo nel campo degli “esperti” di Covid-19: nessuno lo è, né lo potrebbe essere. La pandemia e stata presa sottogamba da tutti: popolo, medici, giornalisti, politici. Lentissimamente, a partire dai numeri crescenti di morti soffocati e intubati s’è capito che qualcosa di insospettabile e nuovo stava minacciando la nostra salute e tante certezze. Io noto che tra gli “esperti” ce n’è piu di qualcuno, facci caso, che onestamente ammette che ne sappiamo ancora troppo poco per emettere sentenze. Una verità. Come è una verità che allo stato dell’arte isolamento e distanziamento sociale sono, purtroppo, le uniche armi a nostra disposizione contro questo coronavirus.
    Tranquillo, Enzo, la politica non abdicherà dal suo ruolo, dal potere, e certe decisioni le prenderà in carico nonostante gli “esperti”.
    In tutte le categorie umane ci sono buoni e cattivi soggetti e dal canto mio sto faticosamente imparando a distinguere per umana empatia tra chi parla o sparla, tra chi è sincero o bugiardo, tra chi crede in quel che dice o no… e via discorrendo. E questo indipendentemente dal pre-giudizio che attanaglia le menti di tutti noi costringendoci spesso ad arrabbiarci per niente.

  2. Bell’articolo, Enzo, meriterebbe una diffusione capillare, soprattutto oggi.

    Seguo il blog da anni, anche se solo da non molto commento; e così, essendo per fortuna aiutato da una solida memoria, mi è venuto in mente un tuo lontano articolo, che, come minimo, si potrebbe definire molto lungimirante, non so se lo ricordi, è questo:
    https://www.enzopennetta.it/2012/02/scientocracy/

    Ebbene, non è davvero una novità il rapporto strettissimo tra sapere e potere; se discute da sempre, da Platone, ai recenti apporti di un Faucault o di un Deleuze; seppure presso importanti ed anzi fondamentali differenze di interpretazione e di prospettiva, tra la filosofia classica e la moderna (soprattutto la cosiddetta “continentale”, cui appartengono Faucault e Deleuze). Alla sensibilità dei moderni, ad esempio, la seguente frase di Deleuze non può non suonare familiare; fa parte per così’ dire, del clima culturale che si respira; “Non c’è sapere e scienza che non implichi l’esercizio di un potere in atto”; questa celebre frase, una specie di manifesto, la scrive Deleuze nel suo saggio su Faucault. Ebbene, Platone non avrebbe capito, ed una volta che qualcuno, molto (ma molto) faticosamente, glielo avrebbe spiegato, suppongo, sarebbe rimasto di sasso.
    Come mai? Per diverse ragioni, tra cui due fondamentalissime:

    1°, Faucault, Deleuze e tutti i moderni non possono non concepire il sapere se non in termini operativi o strumentali, “orizzontali”, puramente umani. E giacché l’uomo (moderno) è soltanto umano, ed ha come solo scopo l’assoggettamento del mondo, e il solo imperativo, totalizzante, è quello di estendere al massimo possibile la durata della vita (poiché non v’è altra vita che questa, per egli), il solo sapere che vale è quello che gli consente – attraverso ogni genere di ingegneria, dalla sociale alla biologica – di dominare il prossimo e la natura. E quindi, sapere e potere finiscono per coincidere totalmente, sia a partire dalla sfera dei rapporti privati e personali, sia nella sfera collettiva e politica.

    Per quanto io non ami affatto la filosofia continentale, ed in particolare gli autori citati, c’è da dire che, partendo dalle loro premesse, la conclusione cui giungono è corretta ed anzi inevitabile.

    Il punto è che ad essere sbagliare sono le premesse; e lo sono perché è del tutto errata l’antropologia implicita da cui parte questo genere di filosofia.
    E questo porta al punto
    2. Platone non avrebbe capito (quella frase e quanto comporta) per la buona ragione che il suo mondo e la sua idea di “uomo” era pressoché agli antipodi da quella implicita in tutti i moderni. Per Platone, in sintesi massima, uomo e mondo erano manifestazioni sensibili del Logos creato (che altra cosa dal quello increato; ma questo, seppure è altro discorso, è meglio che sia chiaro). Uomo e mondo, prima della fine del MedioEvo, erano, cioè, intrinsecamente SACRI; e non, giova ricordarlo, il prodotto cieco, secondario, fortuito, a-teleologico, della mera casualità.

    Platone, inoltre, avrebbe fatto un’enorme fatica a comprendere l’idea di Scienza; e non certo perché fosse in difetto di intelligenza, ma perché nella sua cultura ne mancavano completamente le categorie esplicative. Avrebbe davvero tribolato persino a comprendere l’idea moderna di materia, che non corrisponde affatto al greco ύλη hyle.
    Una volta compreso cosa è la Scienza e quali ne sono gli scopi, con ogni probabilità, da uomo del mondo antico, e con gli obiettivi dell’uomo del mondo antico, avrebbe avuto della Scienza, la medesima opinione che ne avevano gli orientali colti fino al secolo scorso, questa: “la conoscenza di ciò che non è di alcuna utilità conoscere”.
    In sintesi, è la visione del mondo, e i fini dell’uomo nel mondo, che rende il significato del termine “sapere” completamente diverso nel mondo pre-moderno, ed anzi in tutti i mondi non moderni, e nel nostro.
    Sintesi della sintesi:
    A, “sapere”, oggi, è un modo di parlare di “conoscere-per-potere”;
    B, “sapere”, in tutti i mondi diversi da questo, è la via per ricongiungere l’uomo al Logos.

    Ne consegue che la scientocrazia sta alla nostra cultura, come le api stanno al miele. Il primo termine produce il secondo, ed il secondo tiene in vita il primo.

  3. Giuseppe Cipriani on

    Noto quanto poco si sia consapevoli di quante sfaccettature abbia in realtà la società umana, nel male e, per fortuna, anche nel bene. Si parla del mondo e delle cose del mondo come fosse un superorganismo, un ammasso privo di forme assoggettato al grande fratello di turno, cancellate tutte le individualità a eccezione di quelle di coloro che, unici ad aver capito, combattono la deriva autoritaria… Non mi quaglia, e basta aver partecipato una volta a una riunione di condominio per capire quanto sia riduttivo avere questa visione di superuomini dall’occhio lungo! Se proprio si vuole ragionare a questo livello, di grandi (piccoli) fratelli allora ce ne sono molti, tutti slegati, tutti contro tutti… È semplicemente la storia del mondo che si dipana, sul palco della scena cambiano gli attori ma soggetto e sceneggiatura restano gli stessi.

    • Giuseppe Cipriani on

      Sto scoprendo, in questi giorni, spinto da curiosità e dal desiderio di capire quanto è davvero cattivo il lupo cattivo, le pillole su “radio radio” del giovane filosofo cristiano e supercattolico ortodosso antibergogliano Diego Fusaro. Ebbene, lo trovo divertente e caso di studio per alcune ragioni:
      1) pur nell’apparente e chiarezza lessicale, che trasuda di retorica da tavolino, trovo che l’uso massiccio di termini da tavola alta lo renda ostico\incomprensibile al pubblico dal basso che vorrebbe riscattare
      2) ne consegue che di proseliti in questo modo ne potrà acquistare ben pochi, proprio nelle classi che vorrebbe liberare dal giogo del globalismo
      3) il suo mantra, mandato ormai a memoria, oserei quasi dire recitato, culla come potrebbe farlo un rosario per chi crede, ma rischia di renderlo alla lunga insopportabile a chi solo volesse distillarne un qualche succo concreto
      Per queste ragioni basiche lo trovo divertente… Proseguirò nell’ascolto delle sue pillole per sentire se cambia registro o se davvero è destinato ad avere un seguito da zero,… Mal che vada, mi concilierà il sonno.

      • @Cipriani

        Penso che la filosofia possa essere utile solo avendo la scienza come riferimento e spunto di riflessione,come dice qualcuno che di logica ne sa più di me.E anche i politici al governo fanno bene secondo me a seguire la scienza in questo momento storico,quasi incredibile considerato che i 5stelle avevano marcati tratti bufalari.
        Io preferisco il poco che sa la scienza al tanto della metafisica fine a se stessa.

      • Cipriani.Lo definisci “giovane filosofo cristiano” e “supercattolico”ma devi sapere che il programma di Vox è incentrato su:Hegel,Marx e Gramsci.Certo è che il mondo in questi ultimi 20 anni è profondamente cambiato e pure Papa Francesco è da ritenersi “filocinese”,come anche Fusaro(almeno leggendo le sue dichiarazioni);dunque filosofo cristiano,super cattolico,pro Hegel,pro Marx,pro Gramsci.ps.In un mio commento ho fatto presente che la figura notevole di G.Matteotti, in un programma di depurazione della società attuale non sfigurerebbe di fronte a questi elevati moralizzatori.ppss.Signor Carmine che sta dicendo ?”io preferisco il poco che sa la scienza al tanto della metafisica fine a se stessa”.Segua lo scontro interno alla “scienza” e noterà quanta è l’acredine tra di essi.Pure Einestein viene ogni secondo della giornata messo in dubbio,pur con migliaia di prove concrete alle oramai sue definibili leggi.

        • Giuseppe Cipriani on

          @Sto
          Lo definivo in modo pomposo per quel che ritiene di essere… Un paladino del cattolicesimo che vuole fare la morale a Papa Francesco in tutte le salse, uno che arriva ad affermare che Bergoglio si è rivelato quel che è anche per lo schiaffetto sulla mano della povera pellegrina di recente memoria. Per me, malafede pura e patetismo da quattro soldi.

          • Mah,carissimo;Fusaro lo seguo quasi tutti i giorni,ti posso dire che principalmente mette in un qualche imbarazzo chi segue la “linea del turbocapitalismo”.In un video con 361322 visualizzazioni, di due anni fa “chi è George Soros e cos’è la Open Society Foundantion”spiega come pensano “i suoi amici”.Comunque che il capitalismo non abbia più regole(ovunque,Cina compresa) è oramai un fatto reale,e lo dico da Socialista.

      • Fusaro e’ cattolico quanto il comunismo e’ un eresia Ebraico/Cristiana.
        Lui e’ forse l’unico vero comunista rimasto coerente con Marx. Questo papa venendo dalla lotta alla teologia della liberazione sud abericana, ha sviluppato una grande sensibilita’ sulla dottrina sociale della chiesa. E’ difficile ai profani di cogliere le differenti sfumature tra la sua posizione e quella della teologia della liberazione e i media hanno buo gioco a “tirargli la sottana” nella direzione che vogliono.

  4. Il “comitato scientifico” che comanda il governo e scientocrazia … mi torna fino ad un certo punto (almeno con riferimento alla attuale situazione italiana). Mi permetto di rimutuare un intervento terzo fatto su Facebook… Non so se sto andando fuori tema ma, rimanendo alla situazione italica, a mio parere il vero problema e’ che abbiamo un governo debole e di deboli. E probabilmente sarà sempre peggio nelle settimane a venire. Eppoi, lunghi da me dare una sponda ai leghisti ma vi invito a tenere conto che: Conte è di Foggia, Di Maio (Avellino), Lamorgese (Potenza), Gualtieri (Roma), Bonafede (Trapani), Catalfo (Catania), Bellanova (Brindisi), Azzolina (Siracusa), Costa (Napoli), Amendola (Napoli), Provenzano (Caltanisetta), Boccia (Bisceglie), Fioramonti (Roma), Speranza (Potenza), Franceschini (Ferrara), Spadafora (Napoli), Crimi (Palermo). Dulcis in fondo, la Persona “sopra le parti” : Mattarella (Palermo). Sono sicuro che è un caso… ma andatelo a dire a chi vuole lavorare (in sicurezza, e non solo al nord) e non puo’ muoversi da casa se non per le ovvie motivazioni inderogabili legate al mangiare e salute. Questo governo di burocrati e passacarte (non so fino a che punto succube dei cosiddetti “scienziati”) è bene che cerchi di essere più pragmatico, rapido e incisivo in futuro (anche meno casinista….). Ovvero si dimetta perchè la “sponda” che sta fornendo ha dietro un bel burrone. In ogni caso anche la “scienza” ha implicitamente le sue regolette inderogabili da seguire: invece di limitarsi a stare all’ombra del Conte di turno è bene che in maniera oggettiva ogni scelta che emerge su base scientifica e tecnica sia esaustivamente giustificata (con numeri, grafici, proiezioni, analisi statistiche, e ancora numeri, numeri, ecc…) altrimenti gli astri della virologia e protezione civile italiana prima o dopo trovano qualcuno che gliela da sui denti. Vuoi essere scienziato? Decidi da uomo di scienza e l’uomo di scienza non si espone se non ha il supporto oggettivo dei numeretti e analisi statistiche e amenità varie di questo tipo. Esiste la scientocrazia perchè c’è un governo debole (o di deboli) o esiste la scientocrazia perchè la scienza non rispetta la conta democratica? Se poi ci si riferisce agli interventi “scientocratici” di scienziati italiani la questione può però essere anche semplice. Il politico può aprire bocca e convincere qualche gonzo che ci casca; una persona di “scienza” maneggia materia dove l’oggettività non può che essere ineluttabile (in modo inversamente proporzionale ai tempi condizionali utilizzati quando si apre bocca).

  5. @Maurizzio

    La scienza ci ha dato il benessere attuale,compresi i vaccini gli antibiotici gli antivirali e tante terapie che hanno allungato la vita media,e ci permette di capire la natura. Einstein è il caso tipico di sana metafisica intesa come capacità di raziocinio per elaborare una teoria confermata dai fatti.Chi coltiva l’altra metafisica quella dell’oltre che illude di cambiarla la natura,deve farlo al momento in privato. Bravo Conte a chiudere le chiese pur credente lui stesso,rispettando la laicità dello Stato come già detto nel discorso di insediamento. Io spero che resista.

    • Nessun dubbio infatti.Chiudere o “controllare”le Chiese per un certo periodo è anche nell’interesse specifico dei fedeli.Calcolando che tra di loro ci sono anche anziani potenzialmente vulnerabili.Indubbio il disagio.”Einstein è il caso tipico di sana metafisica intesa come capacità di raziocinio per elaborare una teoria confermata dai fatti”:più chiaro di cosi non è possibile….

  6. A proposito di scientocrazia, una perla di Marcello Veneziani.

    Considero Marcello Veneziani, su scala mondiale, uno dei maggiori intellettuali del nostro tempo. In effetti, ha scarsa concorrenza, essendo gli “intellettuali” con nome molto più spesso del suo (quelli che affollano le TV e vendono libri a vagonate), solo dei funzionari di Regime al servizio del Principe, prezzolati per esaltarne le virtù e la magnanimità.
    Veneziani spicca per nettezza di lingua; ampiezza di analisi di dati espunti da una grandissima erudizione; profondità di sintesi; specchiatissima onestà intellettuale. La sua è una cultura radicata nei secoli, che trae linfa dai millenni, e che si perfeziona con una conoscenza raffinatissima del presente. Avendo avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, posso aggiungere che è persona mite, pacatissima, aperta ed attenta all’ascolto, cordiale e spiritosa; per sua fortuna priva di quella finta e pelosa modestia, che cela, sempre, sotto le vesti dell’umiltà, lo stiletto della superbia.

    Ebbene, un amico mi ha segnalato questo suo articolo, la lettura del quale mi ha fatto lentamente scendere nelle vene una plumbea malinconia, lasciandomi quasi a corto di forze.
    Lo condivido parola per parola, con l’eccezione di due righe precise, alla fine di poco conto.
    Una sola piccola pecca. Aver mancato di sottolineare lo sfondo malthusiano contro cui si staglia lo scenario da incubo che Veneziani magistralmente tratteggia.
    http://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-pericolo-di-una-dittatura-sanitaria/

  7. Giuseppe Cipriani on

    Una curiosità: quali sono le due righe di poco conto che non condivide? Le faccio notare che l’autore, che lei stesso riconosce come onesto intellettualmente, ammette che mantiene lo scarto tra realtà e immaginazione. Dovremo farlo tutti!
    Del tutto che ha scritto Veneziani io mi riconosco in pieno nella frase finale: “Ma restiamo in attesa di resurrezione”. Viva!

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