Venerd’ 4 gennaio su Megliodiniente radio in una diretta parlerò del collegamento tra il neoliberismo e la questione antropologica, un aspetto sul quale si dovrà necessariamente intervenire nel futuro prossimo.
I governi cosiddetti “populisti” ma direi del popolo, hanno iniziato ad opporre una resistenza all’avanzata finora incontrastata del neoliberismo, in questo momento i successi di queste compagini si misurano nella misura in cui si riescono ad annullare decisioni precedenti o, più spesso, solamente ad attenuarle.
L’argomento principe delle discussioni politiche sui grandi media è l’economia in quanto essa rappresenta il terreno di base del neoliberismo e, in termini marxiani, la struttura sulla quale ogni altra realtà si fonda, ma in realtà la struttura economica è strettamente dipendente dalle sovrastrutture culturali e antropologiche che la legittimano e la rendono possibile. Cambiare la struttura economica senza intervenire sulle sovrastrutture culturali sarà dunque impossibile e di questo si dovrà divenire consapevoli al più presto.
Dopo aver allargato lo sguardo a questi aspetti il passo finale e determinate sarà quindi quello di affrontare la questione antropologica: il capitalismo e il colonialismo (come racconto nell’Ultimo uomo) per affermarsi dovettero proporre una visione riduzionista e strettamente meccanicista dell’Uomo che ebbe la sua consacrazione nella teoria darwiniana della selezione del più adatto e della lotta per la sopravvivenza che, non a caso, viene associata al cosiddetto darwinismo sociale, la cosa che non si sa è che fu il darwinismo sociale a nascere prima e poi la teoria lo incorporò dandogli la dignità e l’autorevolezza di una legge di natura.
Le sovrastrutture indispensabili al capitalismo e poi ancor di più al neoliberismo sono elencate nell’Ultimo uomo, le principali sono le seguenti:
1- L’economia capitalista trasformata in legge di natura.
2- il malthusianesimo come conseguenza di tale legge e principio economico.
3- La trasformazione delle sovrastrutture descritta da A. Huxley ne “Il mondo nuovo”
4- La rivoluzione sessuale (il ’68 prima parte)
5- La rivoluzione psichedelica (il ’68 seconda parte)
6- La liquefazione della società
7- I conflitti di faglia
8- La disattivazione della scuola.
Per quel che riguarda il superamento della questione antropologica, la notizia positiva è che esistono oggi tutte le conoscenze scientifiche per considerare confutata una visione darwiniana e per proporne una alternativa che però non sarà un ritorno al passato ma una del tutto nuova che andrà oltre la schematica e fuorviante contrapposizione tra approccio religioso e materialista, una visione che metterà fuori causa la selezione naturale come motore della natura e dell’economia e conferirà nuovamente all’essere umano uno status unico tra i viventi. Questo sarà quanto mi accingo a trattare con la preparazione del prossimo libro.
Si ricomincia con #libertàdipensiero ,
Venerdì 4 Gennaio 2019 ore 21:00 @CriticaScient
Sarà ospite su @MegliodinienteRSuperare il neoliberismo è un’emergenza antropologica#ultimouomo#SaveTheDate pic.twitter.com/KjKqZk1Bb0
— radio meglio di niente (@MegliodinienteR) 2 gennaio 2019
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1 commento
Salve Professor Pennetta,
Avrei una domanda sulla parte riguardante l’alternativa alla visione darwiniana (“esistono oggi tutte le conoscenze scientifiche per considerare confutata una visione darwiniana e per proporne una alternativa”).
Sicuramente ne parlerà su Megliodiniente Radio (a cui non potrò assistere sfortunatamente) e sarà oggetto di un suo nuovo libro, ma sarei curioso di sapere se esiste un nome a questa “alternativa alla visione darwiniana”.
Se possibile, sarebbe così gentile da dare un riferimento (e.g. literature references – magari qualcosa esistente nella letteratura?!) a questa “alternativa alla visione darwiniana”?
La ringrazio per la cortese attenzione,
Cordialmente,
Sim