Il nemico alle porte: le minoranze democratiche contro i popoli

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Nel luglio del 1942 iniziava la battaglia di Stalingrado, la differenza con il luglio 2018 non salta all’occhio. Perché non c’è. (Cit.)

Un confronto-scontro è in atto in questo inizio del XXI secolo che secondo Fukuyama avrebbe dovuto sancire la “fine della storia”, si tratta di quello delle nazioni contro le élite,  quello delle “minoranze democratiche” contro i “popoli fascisti”, per riferirsi ad una terminologia (ossimorica ma emblematica di una involuzione orwelliana) coniata proprio da Francis Fukuyama e usata in un incontro con Giulietto Chiesa che ne ha riferito ieri durante una conferenza alla Camera.

Le ‘minoranze democratiche’ sono quelle che detengono sia la grande editoria stampata su carta e online che quella in video, sono quelle delle lobby accreditate presso Bruxelles e Washington per promuovere i loro interessi, sono quelle dei deep State presenti ovunque, le minoranze democratiche sono quelle a cui si riferiva Julian Huxley, primo presidente dell’UNESCO quando nel primo documento programmatico dell’agenzia ONU scriveva:

L’Unesco deve guardarsi dalla tendenza, attuale in certe regioni, di ridurre tutto in termini quantitativi, come se il conteggio delle teste fosse più importante di quello che è contenuto in esse…

Il progresso non è automatico o inevitabile ma dipende dalla scelta umana e dallo sforzo di volontà. Prendendo le tecniche di persuasione e informazione e vera propaganda che abbiamo imparato ad applicare come nazione in guerra, e deliberatamente unendole ai compiti internazionali di pace, se necessario utilizzandole, come Lenin previde, “per superare la resistenza di milioni” verso il cambiamento desiderabile

Le minoranze democratiche sono quelle che occupano i posti chiave nell’orientare l’opinione pubblica, sono le Giovanna Botteri che si disperano perché i giornalisti non sono riusciti a far vincere Hillary Clinton, sono le Monica Maggioni, i Gianni Riotta, i Beppe Severgnini e le Lilli Gruber che vanno agli incontri segreti del Bilderberg dichiarando fedeltà a loro e non ai lettori, sono gli uomini e donne di Stato che sono passati prima dagli uffici della Goldman Sachs o che ci passeranno poi a riscuotere la ricompensa. Le minoranze democratiche sono quelle che invitano il popolo a non interferire con il loro lavoro:

 

Dall’altra ci sono i popoli, le maggioranze antidemocratiche che in linea di massima sono brutte, ignoranti, sporche e cattive, o meglio fasciste che così si racchiude un po’ tutto. Queste maggioranze ossimoricamente antidemocratiche hanno a disposizione solo il web sul quale hanno costruito una spontanea rete di informazione alternativa che inaspettatamente ha permesso di sconfiggere il Deep State che supportava i Clinton, di far passare la Brexit e di mandare i “populisti” (che non a caso fa rima con fascisti) al potere in Italia.

Ora è del tutto evidente che le minoranze democratiche, quell’ 1% del mondo che detiene il 50% delle ricchezze totali, non saranno così sportive da accettare la sconfitta senza reagire con le notevoli forze di cui dispongono ed è altrettanto evidente che il primo punto che dovranno colpire se vorranno invertire la tendenza a loro sfavorevole, sia la libera diffusione di notizie e opinioni sul web ed è questa la battaglia che si sta combattendo nel Parlamento Europeo con la legge sul copyright che con il pretesto di tutelare diritti di autore bloccherebbe la citazione di articoli e immagini impedendo di fatto la pubblicazione di articoli documentati su temi di attualità e di pubblicare analisi precise.

Come nel luglio 1942 il primo assalto alla Stalingrado 2.0 è stato fermato ma già si preannuncia che l’attacco riprenderà con vigore a alla fine del mese di agosto perché a settembre ci sarà la votazione oggi rinviata.

In campo ci sono forze immense e schieramenti divisi, come drammaticamente ricorda Paul Craig Roberts (ex assistente Segretario al Tesoro per le Politiche Economiche sotto il Presidente Reagan)  anche se le forze populiste appaiono al momento saldamente al potere in USA, Russia e Italia in realtà esiste un deep state operante e ancora in grado di spostare gli equilibri a suo favore, questo è vero per l’America di Trump che ha ancora in campo, e animate da intenzioni di rivalsa, le forze neocon che hanno sostenuto Hillary Clinton, è vero per la Russia di Putin che ha ancora un forte riferimento globalista in Medvedev, ma ovviamente la stessa cosa vale ovunque, Italia compresa.

La calma soleggiata di luglio non deve trarre in inganno, tutto è ancora da decidere e le sorprese sono più probabili che mai, intanto si consiglia la visione del film “Il nemico alle porte”,  genere di guerra del 2001 diretto da Jean-Jacques Annaud, con Jude Law, Rachel Weisz, Joseph Fiennes e Ed Harris, come ricorda Wikipedia che è oggi ancora consultabile perché l’offensiva censoria è stata arrestata. Un film che mostra cosa possa fare un singolo uomo, uno come noi, in quei frangenti. Un capolavoro del grande cinema che insegna anche come si combatte, in ogni caso se ne raccomanda la visione.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

5 commenti

  1. “Queste maggioranze ossimoricamente antidemocratiche hanno a disposizione
    solo il web sul quale hanno costruito una spontanea rete di
    informazione alternativa che inaspettatamente ha permesso di sconfiggere
    il Deep State che supportava i Clinton, di far passare la Brexit e di
    mandare i “populisti” (che non a caso fa rima con fascisti) al potere in
    Italia.”
    Il web come alternativa alla democrazia ?

    Sono assolutamente con voi nella battaglia sul copyright e per un web sempre più libero e accessibile. Perché il web é uno strumento essenziale nella raccolta delle informazioni. Sono però terrorizzato dal web come strumento politico, perché lo vedo (e lo sperimento) come una sorta di Grande Fratello, opaco e acritico nella formazion e del consenso, perciò decisamente antidemocratico.

    • Condivido tutto, tranne il terrore (del web come strumento politico). Credo Lei mi risponderà che si trattava solo di un modo di dire; però quel modo di dire parla di terrore. Quando si tratta di politica, o comunque si discute di idee, le emozioni vanno congelate, diversamente, gli argomenti saranno sepolti dalla cacofonia logica, e dalle idiosincrasie dell’ego. Caso di scuola, la recente discussione sulla cannabis.
      Per la verità, non condivido neppure l’utilizzo del termine “democrazia”, metafisico cigno nero di cui tantissimissimo si parla, suprema deità che nessuno ha mai visto.

    • E io sono d’accordo, il web è una gran cosa, uno strumento magnifico per l’informazione ma uno strumento altrettanto utile alla manipolazione. La Politica deve riformarsi, rinascere dalle sue ceneri che sono la politica, riappropriarsi dei suoi spazi imporre con un comportamento lineare, coraggioso, veritiero la propria primazia nelle sedi adatte. Il web può giocare una grande parte sia come strumento informativo che come punto di scambio di idee ma anche come termometro che misura gli effetti delle azioni politiche la politica deve aprire le sue ali in parlamento, e lo dico da fondalmentalmente monarchico, da sospettoso nei confronti della democrazia che ritengo essere un grande inganno se il gioco lo conducono appunto “le minoranze democratiche” e comunque ritengo essere un terreno assai scivoloso anche se il gioco lo conducono le maggioranze antidemocratiche. Per me non è il miglior sistema politico ma pragmaticamente ammetto che è il miglior sistema politico possibile in questo momento storico.

      • Enzo Pennetta on

        Siamo all’inevitabile conclusione che gli strumenti potenziano le capacità, sia nel bene che nel male, e il web è molto potente.
        Come dicevo prima o lo si elimina o lo si rende il più neutro possibile, ovviamente sono per la seconda.

    • Enzo Pennetta on

      Per questo è necessario che ci possano essere tutti senza censure, per evitare che sia un Grande Fratello.

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