02 ottobre 2017 ore 14:31, Americo Mascarucci
Si intitola L’Ultimo Uomo, è il libro di Enzo Pennetta fondatore e animatore del sito Critica Scientifica, docente di scienze naturali, edito da Circolo Proudhon. Un libro che cerca di rispondere al perché nascono le ideologie e soprattutto sul come nascono e si sviluppano. E Pennetta lo fa mescolando narrativa a saggistica e facendo incontrare e confrontare culture diverse. Dalle teorie sulla popolazione di Thomas Robert Malthus alla lotta per la sopravvivenza dell’evoluzionismo darwiniano, per poi passare al ruolo delle Organizzazioni non governative nelle cosiddette rivoluzioni colorate, alla nuova modo new age e finire con quello che definisce lo gnosticismo dei guru della Silicon Valley.
IL LIBRO
Pennetta evidenzia soprattutto come negli ultimi tempi l’ideologia si sia trasformato da fatto ideale a fatto culturale. Non è più una visione del mondo che non c’è e che si vuole realizzare ma si trasforma in un modo di vivere, uno stile, un comportamento. Una visione dell’ideologia che è cambiata attraverso i secoli favorendo il mutamento del concetto di ideologia, snaturato anche a causa della trasformazione di quelle che sono state le strutture che hanno favorito lo sviluppo delle ideologie. Dai circoli d’Elitè ai partiti politici per finire oggi con le Organizzazioni non governative, strutture diverse nella forma ma identiche nella sostanza il cui obiettivo è finito con il diventare quello di manipolare il messaggio ideologico, veicolarlo con un’unica narrazione e infine eliminare tutti quei soggetti che, in qualche misura, possono ostacolare l’affermazione del pensiero unico che si vuole imporre come dominante. Nasce così quella che tutti definiscono l’ideologia progressista, ovvero la teoria del moderno imposta per legge, attraverso l’accettazione di comportamenti e stili di vita che prescondono dalle culture e dalle tradizioni dei popoli ma che diventano alla stregua di “dogmi di fede” verità indiscutibili, fino a trasformare in eresia il pensiero opposto. E’ il caso dell’ideologia gender, ultimo esempio di una moda culturale globalista, ultra capitalista e mondialista che va oltre il concetto di naurale fino a rompere il concetto stesso di diversità sessuale e capovolgere l’equilibrio che regola il mondo e la sua sopravvivenza.Un’ideologia sradicata dalla realtà e proiettata in un mondo quasi artificiale, costruito ad hoc con metoldologie da laboratorio e attraverso la veicolazione di messaggi adeguatamente manipolati attraverso i nuovi e moderni strumenti di comunicazione di massa.
CONCLUSIONE
Come spiega l’autore questa vuole essere “una storia di intrighi, di scoperte, di ipotesi, di manipolazioni, che ripercorre le vicende e i retroscena politici degli ultimi due secoli per definire, tassello dopo tassello, la costruzione dell’ideologia progressista”. Alla fine del libro si percepisce chiara la consapevolezza di essere parte di un regime solo apparentemente democratico, dove il dissenso non viene più represso con la violenza, i manganelli, gli arresti o le torture ma con la sistematica manipolazione della realtà. Una dittatura mascherata, forse più insidiosa e pericolosa di una dittatura manifesta, dove tutto è rovesciato ad iniziare dal concetto stesso di libertà, talmente manipolato da diventare, nella narrazione unico-pensieristica, il divieto di pensarla diversamente.
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7 commenti
Non capisco di cosa vi preoccupate dato che si va tutti verso il punto Omega.
Ci si preoccupa che qualcuno creda che si va tutti verso il punto Omega.
Non ho ben capito, ci si va o non ci si va?
A Lei pare che negli ultimi 2.500 anni, diciamo da Aristotele a Hawking, da Pericle a Trump, la coscienza dell’uomo sia cresciuta di un millimetro? o che quella delle macchine, da quando un uomo ne ha costruita una, dalla clava di Caino al computer della Nasa, sia cresciuta di una briciola di consapevolezza?
Direi di no. Quando lei scrive:”Al livello basico, nella congiunzione ermeneutica di metafisica aristotelico-tomistica e scienza empirica gli strutturalisti credenti contemplano una teilhardiana evoluzione pregna di senso “da alfa a omega”, non si trova quindi in accordo con la posizione degli strutturalisti credenti.
Il senso di quella frase stava nel contesto: l’evoluzione del creato, dalla luce (“alfa”) all’uomo (“omega”). Fine dell’evoluzione. Con riferimento a Teilhard e alla sua terminologia, spiegavo allora, in un commento che Le è sfuggito, che “intendevo solo … ribadire 1) il monismo e 2) l’esistenza di un senso dell’evoluzione”.
Non avevo letto i commenti, ora mi è chiara la sua posizione. Era facile equivocare.