Dopo la sconfitta subita alle elezioni USA dai media manistream arrivano le prime misure concrete.
Google vara un’estensione di Chrome che marchierà i siti indipendenti come “fonti inattendibili”.
Torno a distanza ravvicinata sull’argomento della libertà di pensiero sulla rete sia perché i fatti si stanno susseguendo a ritmi accelerati sia perché la libertà di espressione è il presupposto dell’esistenza stessa di siti come il nostro.
Dopo aver parlato degli attacchi alle notizie circolanti sulla rete nell’articolo “Guerra asimmetrica dell’informazione: prove di contrasto alla libertà della rete da Obama alla Boldrini. (aggiornamento: discorso della Boldrini).” e averlo aggiornato con il video dell’intervento della Presidente della Camera Laura Boldrini, si rende necessario un nuovo articolo per portare all’attenzione sulle prime misure tecniche adottate per contrastare i siti di informazione indipendente. E’ di oggi 30 novembre la notizia che Google ha lanciato un’estensione per il suo motore di ricerca Chrome che segnalerà sulle pagine Facebook i siti e le notizie ritenute false: “L’estensione di Chrome che scopre le notizie false su Facebook“.
“Bufale e notizie false si diffondono come una piaga su Internet e Facebook. Ma utilizzando il browser Google Chrome è possibile scoprirle. Come? Grazie all’estensione creata da Daniel Sieradski. Si chiama B.S. Detector e si può scaricare gratuitamente.
Il plugin, in poche parole, individua gli articoli su Facebook che provengono da fonti inattendibili. Quando un utente legge i vari post, che scorrono sul news feed del social network, compare un avviso per segnalarne l’inaffidabilità. Daniel Sieradski ha spiegato di aver compilato una lista, contenuta in database, modificabile e implementabile, di noti siti web, produttori di notizie fasulle, in particolare a carattere politico, a cui fa riferimento B.S. Detector per mettere in guardia il lettore.Contemporaneamente, anche Brian Feldman, giornalista del New York magazine, ha realizzato l’estensione per Chrome Fake News Alert , in grado di avvertire gli utenti delle possibili bufale inserite su Google e Facebook. In Italia, invece, c’è l’estensione Bufale.net che, allo stesso modo, evidenzia con una notifica quando un sito contiene notizie fasulle. “
Google si assume dunque il ruolo di garante della verità, proprio loro, quella stessa società denunciata espressamente da Julian Assange come strumento della NSA, vedi “Wired intervista Julian Assange: “Google è la versione privata della Nsa”“, ricordiamo che l’NSA è l’agenzia USA per la sicurezza che spiava anche gli alleati (il cancelliere Angela Merkel) e la cui attività è stata rivelata da Edward Snowden. Con Google giudice delle notizie da ritenere vere e dell’attendibilità delle fonti, il Ministero della Verità orwelliano si realizza, ma non come vero e proprio ministero, nell’epoca della sottomissione degli Stati ai poteri economici sarebbe stato anacronistico, il ministero della verità nasce come servizio “scientificamente” neutrale, in questo modo il controllo avviene in maniera più efficace.
Contemporaneamente vengono diffusi studi (certamente certificati come veri dal meccanismo delle peer review) che denunciano l’esposizione degli studenti alle “false notizie” sostenendo la necessità di “corsi di educazione” o forse sarebbe meglio di “rieducazione” per abituarli a riconoscere la verità delle fonti ufficiali e diffidare di tutte le altre: “La disinformazione inizia sui banchi di scuola“.
L’efficacia di queste segnalazioni di Google potrebbe però essere scarsa, anzi, psicologicamente non sorprenderebbe una reazione inversa di diffidenza nei confronti di questa censura e di conseguente attenzione verso i siti discriminati.
L’attacco alla libera informazione dunque non è ancora repressivo e coercitivo, ma se come tutto lascia pensare queste misure non dovessero bastare non si può escludere che questo sarà il passo successivo.
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41 commenti
Della serie: “quando la fantasia viene supera dalla realtà” (ma un poco alla volta,così nessuno se ne accorge) .
Certo che nell’epoca del relativismo assoluto, in cui sembra dominare il motto di Nietzsche “non esistono verità, ma solo interpretazioni”, fa un po’ sorridere che qualcuno faccia una lista di “fonti veritiere”. Oggi. Sulla rete. Maddai. Eravamo abituati ai libri di storia. Al bavaglio dei dissidenti, dei critici della “verità storica”. Adesso anche qui, nella terra promessa della libertà di espressione? a mio parere il fatto dimostra che siamo difronte ad un’altra finestra di Overton che si apre: abituiamoci pure all’idea che altri decidano per noi cosa leggere (e cosa no). Abituiamoci che il lavoro di critica e vaglio delle fonti e della correttezza argomentativa venga spostato nelle mani di chi detiene le redini del web: i nostri domini, i nostri account, le nostre caselle di posta elettronica, le nostre password, perfino i conti on-line. Abituiamoci. Troveremo del tutto normale, tra un po’ di tempo, leggere ovunque un solo genere di notizie, adeguatamente pre-filtrate, ed una sola interpretazione dei fatti. Con la capacità di critica già sotto i minimi sindacali che ci ritroviamo oggi, sarà un attimo scivolare nell’era del Grande Fratello.
In generale concorderei col suo commento, se non ricevessi giornalmente da parte di amici e conoscenti che pure hanno frequentato scuole ed università una quantità impressionante di link a notizie false , e prima ancora che false logicamente assurde.
Il Web ha messo in condizione dilettanti e professionisti della bufala di creare ad arte notizie che finiscono con l’avere lo stesso impatto di quelle vere, e sulle quali le menti più condizionabili si avventano con voracità
Esistono ormai centinaia di migliaia di persone che non credono più alle fonti più o meno conosciute o governative, e credono soltanto alle fonti “sedicenti” indipendenti, come se l’auto proclamazione di indipendenza sia allo stesso tempo certamente vera e certamente foriera di verità assoluta.
La capacità critica complessiva dell’umanità non è mai stata granchè elevata, ma prima non ce ne accorgevamo perchè giornali, radio e televisioni facevano un filtro , favorito cmq dalla “lentezza” di questi mezzi, rispetto alla iper-velocità delle notizie on-line di oggi.
Forse non ce lo ricordiamo ma fino a qualche anno fa quando il TG1 diceva qualcosa era “cassazione” (“lo ha detto persino il telegiornale”). E quando non la diceva, la cosa semplicemente non esisteva. La censura preventiva è sempre esistita, ed oltre ad essere a volte una deviazione comunicativa antidemocratica, ha anche costituito un baluardo contro le notizie false.
Quindi per chi, come noi, è abituato all’approfondimento ed a vagliare le notizie prima col cervello e poi con la ricerca approfondita, questo sistema di Google è certamente una minaccia alla nostra libertà.
Eppure mi chiedo se ci sia un modo diverso e generalizzato per difendersi un po da tutte queste bufale, posto che esse (quando create ad arte e con obiettivi precisi) sono in grado di spostare l’opinione di migliaia di persone e, di fatto, di alterare le scelte delle stesse anche in termini politici, col risultato che impattano direttamente anche sulla vita anche di coloro che invece sono più attenti. Anche questa è una minaccia alla nostra libertà.
Si guardi per esempio quello che sta succedendo da anni sui vaccini, e si prenda atto che su argomenti che sono ostici anche per gli addetti ai lavori che da 30 anni studiano si sia innestato un rimbalzo e contro-rimbalzo di mezze notizie o tutte falsità che rischiano di mettere sullo stesso piano il parere del primo che passa per la rete e quello di qualche premio nobel.
Non importa se alla fine queste notizie siano vere o false, quello che conta è che con il sistema con il quale si stanno diffondendo sarebbe possibile anche diffondere l’idea che se si mangia tanta uva poi sarebbe possibile sudare ed imbottigliare vino rosso…..
Con questo non voglio certo negare l’evidenza che il vaglio delle notizie fatto da una entità enorme come google o facebook apre certamente degli scenari di attenzione particolare, ma temo che la complessità della modernità non possa essere ridotta a bianchi e neri ma necessiti sempre di continui tuning.
‘cosa succede sui vaccini’…. perché non si può nemmeno denunciare la loro pericolosità, nonché il giro di soldi che alimentano, a danno di noi contribuenti e della salute dei bambini ?
Ecco ; la frase apodittica di Davide è esattamente quello a cui mi riferivo.
Potresti spiegarti meglio, per favore ?
Nella tua frase hai dato per scontati dei fatti, senza dare evidenza dei dettagli e delle fonti che ti portano a dirli.
Sarebbe come se io dicessi che sei discendente del Re di Israele perchè ti chiami Davide.
Posto che ogni attività umana deve essere pagata da qualcuno , e vale per tutte le attività dal medico al muratore, definire i vaccini pericolosi perchè l’industria farmaceutica ci guadagna è una frase senza senso se non accompagnata dalle prove effettive della loro pericolosità (oltre quella minima già dichiarata).
Poichè immagino che tu ti stia riferendo alla nota accusa di legame con l’autismo , tali prove sono state contestate da tutta la comunità scientifica e sono derivate da uno studio artefatto di una persona che è stata radiata dall’albo dei medici americani.
Ora, premesso :
– che non sono medico
– che se anche fossi medico , nel 99% dei casi non capirei nulla dei vaccini che sono un settore specifico
– che ho la sensazione che neppure tu sia medico
– che l’unica effettiva fonte da cui si prendono queste notizie è il WEB e sono fonti di cui è IMPOSSIBILE verificare l’effettiva competenza
– che i vaccini hanno dato una inequivocabile svolta all’aumento della vita media mondiale in occidente, di cui beneficiamo tutti, inclusi io e te
Concludo :
– che fino a quando medici luminari di chiara ed incontestata fama mondiale non dichiarano la pericolosità dei vaccini, ogni altra deduzione certa sugli stessi è solo demagogia, non avendo io (e neppure tu) alcun mezzo per valutare effettivamente tale pericolosità, se non quello di credere ai 1000 Davide che girano per il Web e che riportano fatti da loro stessi mai verificati sul campo, SENZA ALCUNA RESPONSABILITA’ SUGLI STESSI E SENZA TEMERE ALCUNA CONSEGUENZA.
Mi sono spiegato sufficientemente bene…?
@MENTELIBERA5: alla fine non posso che ringraziarLa perché questo alla fine quello dei vaccini è uno dei tantissimi casi di cover up dei media che non diffonderebbero nessun fake…
Solo da altri siti internet è infatti possibile apprendere le sostanze estremamente tossiche delle quali sono composti i vaccini (tipo mercurio ed altri metalli pesanti), i numerosi casi, rigorosamente documentati, dei danni causati da questi veleni, le commistioni ed intrallazzi tra Big Pharma e vari enti governativi e i vari ‘luminari della medicina’ (gli stessi dai quali lei si aspetterebbe che sputassero sul piatto dal quale mangiano a quattro palmenti).
Interessantissimi anche gli insulti che lei mi rivolge nella ultima parte, ai quali non replico soprattutto per il rispetto e la stima che nutro nei confronti del Prof. Pennetta e anche per non dovermi abbassarmi al suo misero livello; insulti che oltre a dimostrare il suo coraggio da leone davanti ad un tablet, evidenziano appieno la sua meschinità intellettuale e morale.
Le chiedo cortesemente di non replicare perché non è certo mio desiderio confondermi ulteriormente con lei.
Addio.
ML, prova a pensare che le stesse accuse che fai a Davide possono benissimo essere girate nei tuoi confronti.
Hai stabilito che Davide veicola disinformazione facendogli un processo sommario, riconoscendo che tu stesso non hai competenze nel campo e senza argomentare su uno solo dei punti in questione.
Non capisco su cosa dovrei argomentare.
C’è una intera comunità scientifica mondiale a cui mi appoggio, e per contro vi sono alcune sentenze causali molto contestate e spesso ribaltate in sede di appello.
Nessuno nega la possibilità che su soggetti particolari e in casi particolari delle sostanza chimico/biologiche in genere innocue possano avere effetti anche gravi, e magari non rilevati in sede di sperimentazione. E’ un rischio insito in ogni attività umana, e la quantità smisurata di persone sottoposte a vaccino fa si che si aumentino le possibilità di eccezione.
Per contro però da queste casistiche controverse (dimostrate solo per effetto causale e mai scientificamente provate nel loro meccanismo biologico) è nata una campagna denigratoria su TUTTI i vaccini e su TUTTE le vaccinazioni, tesa dimostrare una generica, elevata, conosciuta e sottaciuta pericolosità.
E di questo , cioè dell’effetto distorsivo della comunicazione , si sta parlando qui.
Nessuno di noi, neppure lei Pennetta, è in grado di dire una parola certa su questo argomento, eppure si continua a mettere sullo stesso piano la comunità scientifica ed il metodo scientifico a cui essa si attiene (che non è infallibile, ma è l’unico che abbia un senso) contro casi sensazionali ed effetti moltiplicativi del web, prendendo per oro colato ogni testimonianza e parola allarmante, e dando per scontata la MALAFEDE della comunità scientifica tutta, che si considera tesa, evidentemente, soltanto al maggior guadagno personale anche nei suoi esponenti più famosi e titolati.
Io , molto semplicemente, rilevo e combatto quella che per me è la distorsione di questo metodo comunicativo, e se l’utente Davide si offende me ne dispiaccio per lui ma non ci posso fare nulla, perchè mai ho usato parole offensive.
Salve
@MENTELIBERA65: Faccio un’ultima eccezione solo per ribadire un paio di precisazioni:
-) L’aggettivo ‘demagogo’ ti chiedo di avere la cortesia di rivolgerlo ad un altra persona, magari ad un conoscente e possibilmente in faccia, non nascondendosi dietro ad una tastiera.
-) In secondo luogo le numerose storie dei danni causati dai vaccini sono documentate con tanto di nome e cognome, nonché luoghi; certo non ci si può sognare di trovarli sui media ‘ufficiali’, quelli che ‘pubblicano la verità (magari nascondendone gli aspetti più scomodi)’, basta volersi informare, così come sui metalli pesanti ed altre numerosissime sostanze tossiche contenute in questi preparati.
Libero ovviamente di essere così tanto ingenuo da credere sia sufficiente essere un ‘luminare’ della medicina (o di qualsiasi altro campo) per essere insensibile al profumo dei soldi; però dal suo nick (che in ogni caso le consiglio fortemente di cambiare visto che non rispecchia per nulla la sua personalità) deduca che sia sufficientemente adulto da ‘scendere dal pero’ e capire che il denaro è lo sterco del demonio come sosteneva Lutero…. chissà magari potrà anche capire del perché spesso e volentieri le procedure di approvazione di un vaccino (così come di tanti altri farmaci) siano tutt’altro che chiare e trasparenti.
Addio, questa volta per sempre
Davide , la cito :
“chissà magari potrà anche capire del perché spesso e volentieri le procedure di approvazione di un vaccino (così come di tanti altri farmaci) siano tutt’altro che chiare e trasparenti.”
Evidentemente lei è un utente talmente esperto da essere in grado di giudicare addirittura le procedure di approvazione dei vaccini e dei farmaci, comprendendone le basi scientifiche e metodologiche ed identificandone le falle. Inoltre è molto interessante che lei abbia accesso a queste informazioni, che immagino non siano proprio alla portata di mano di chiunque. e che svolga ricerche in tal senso.
E’ sempre un piacere avere la possibilità di interloquire con un luminare informato come lei.
Buona serata.
L’informazione non può subire filtri perché chi controlla i filtri controlla il pensiero delle persone.
Le false notizie sono un rischio inevitabile e probabilmente era peggio prima quando i grandi media facevano da selezione, allora il “ll’ha detto la TV” era la più massiccia e inattaccabile forma di manipolazione mediatica.
Oggi sulla rete si può trovare di tutto e si possono fare confronti, e questo è un bene, il problema è il deterioramento della scuola e delle capacità critiche.
Riguardo ai vaccini ho detto più volte che parlare come al solito di autismo et similia senza fare riferimento alle colossali truffe dell’H1N1 e dell’H5N1 è la dimostrazione che un’informazione filtrata non mostra la verità e che in quei casi l’azione della rete è stata al contrario l’unico mezzo di vera informazione.
L’industria farmaceutica deve accusare se stessa se le persone non si fidano più.
Il punto è questo Prof.: siamo veramente sicuri che sui media ufficiali, tipo TG, ‘Corriere’ e ‘Repubblica’ (tanto per fare nomi di quelli dalla parte giusta) compaia solo ed unicamente la verità?
No, perché a questo punto potrebbero anche mutare il nome in ‘Pravda’…
L’informazione “senza filtri” è un’astrazione, NON ESISTE nella realtà concreta, è una stronzata!
Google è di per se un filtro, visto che quando viene effettuata una ricerca logicamente si presta più attenzione ai primi risultati in alto, le prime 3-4 pagine…
Ad esempio se io digito REFERENDUM COSTITUZIONALE su google(o altri motori di ricerca) mi escono oltre 12milioni di risultati!
Chi ha il tempo di visualizzarli tutti? nessuno, la stragrande maggioranza della gente si ferma ai primi 20-30 link …chi proprio è molto motivato ad approfondire può arrivare a spulciare 100 o 200 link…tutti i milioni di risultati che si trovano al di sotto è come se non esistessero.
Dunque chi gestisce il motore di ricerca(che si tratti di google, o pagine facebook, o video su youtube) deve per forza inserire dei criteri selettivi. Se tra questi criteri selettivi si riuscisse a trovare il modo di penalizzare(nella maniera più imparziale possibile) i siti spazzatura, tanto meglio!
Immagina se i primi 10 risultati di Google(per una qualsiasi chiave di ricerca) fossero siti di bufale, o siti di gossip inutile, pseudo-notizie, informazioni scientifiche o culturali raffazzonate, ricche di imprecisioni, approssimative(tipo alcune pagine di wikipedia italia..se fossi google declasserei parecchio quell’enciclopedia, invece di presentarla spesso tra i primi risultati) ecc.., che riescono a scalare la classifica in virtù delle numerose visite e condivisioni.
Non sarebbe una grave censura(seppure involontaria) a danno di chi si impegna a creare contenuti di qualità, e di chi ha il brutto vizio demodé di verificare la veridicità delle notizie, invece di pubblicare qualsiasi minchiata con titoli acchiappaclick come fanno(in parte anche perché costretti dalle logiche perverse del web) la maggior parte dei siti di informazione odierni?
Se google trovasse il modo di segare le gambe a siti di informazione spazzatura come TZETZE.IT o FANPAGE, e centinaia di simili, sarebbe una ventata di aria fresca, la fine di questa “dittatura della stronzata”, la fine della perversa competizione nel creare titoli falsi e pseudo-notizie in quantità industriali al solo scopo di monetizzare con un’uso massiccio e spregiudicato dei banner pubblicitari!
Sarà lecito sospettare – io credo di sì – che la quantità abnorme di bufale non sia solo dovuta all’effetto Dunning – Kruger, ma queste vengano invece fatte circolare ad arte, tra la stampa indipendente, in modo da screditarla?
E’ lecito sospettare qualsiasi cosa. Sarebbe anche opportuno ogni tanto provare a provarla. Ed in ogni caso questo non sposta il problema. Su queste cose se ci si ostina a vedere solo una parte si fa sempre muro contro muro.
La creazione di una notizia artefatta è fatta per tanti motivi :
– Fare traffico sul link e guadagnare soldi
– Screditare o accreditare l’oggetto della notizia, coscienti del fatto che nessuna smentita sarà mai efficace come la notizia principale
– Screditare la stessa fonte, in modo da disinnescare la sua pericolosità in termini comunicativi.
Ognuno ha facoltà, fatte 100 le bufale, di assegnare la sua percentuale a queste 3 cause (o anche aggiungerne altre)
Nessuno però può far finta che sia vera solo una di queste cause, e le altre talmente residuali da essere trascurabili, anche se sinceramente mi sembra che il 3^ caso (che è quello da te citato) sia un pochino più complicato da mettere in atto rispetto agli altri 2, i cui motivi mi sembrano molto più logici e razionali perchè sott’intendono un guadagno diretto e misurabile di tipo economico o politico.
Ma non importa…facciamo finta che siano tutte sullo stesso piano.
Temo di non aver capito bene. “Sarebbe anche opportuno ogni tanto provare a provarla”: a parte che “la” prova definitiva è impossibile (e di prove particolari ne abbiamo parecchie), il mio è un discorso di principio. I motivi che lei indica (e mi trovano concorde) non disconfermano, anzi confermano l’ipotesi della macchina dell’ideologia in movimento. Come Overton insegna. I “motivi logici e razionali” dell’ipotesi 1 e 2 sono gli stessi del n. 3: la disinformazione fatta circolare ad arte ha come scopo la delegittimazione, quindi la punizione delle voci fuori dal coro: tutte. Senza distinzioni. E’ chiaramente una mossa preparatoria per l’ulteriore espansione del Mercato: quale venditore è contento della capacità di critica del consumatore?
Gli investimenti, che io sappia, si diversificano tra immediato, breve, medio e lungo termine. Credo faremmo bene a rifletterci.
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P.s. un esempio di BUFALA apparsa su un prestigioso quotidiano nazionale, con immediato riferimento al mercato planetario, bilionario, dell’utero in affitto. Solo per citarne una, della quale mi sono occupato a più riprese:
https://ontologismi.wordpress.com/2015/04/07/lo-studio-bufala-delluniversita-di-melbourne-rilanciato-dal-quotidiano-la-repubblica/
Non ho capito…quando lei parla delle ipotesi 1 2 e 3 parla delle mie 3 ipotesi ?
Già, come la mettiamo con bufale come quella indicata da Alessandro?
Qui Chrome certamente non dirà che è fasulla, ti pare che indicherebbero Repubblica come fonte non attendibile?
Manco se lo vedo… 😀
La mettiamo così :
1) Lo studio esiste veramente
2) Chi ha fatto lo studio esiste veramente ed è stato proprio lui a farlo, e si chiama Simon Crouch.
3) L’università di Melbourne esiste veramente , e lo studio è stato fatto da uno dei suoi studiosi.
Quindi Repubblica non ha detto nessuna bufala, ma ha semplicemente riportato un fatto vero.
Se poi lo studio è stato fatto con una metodologia opinabile e ha delle conclusioni opinabili, questo è anche probabile ma fa parte della normale dialettica su questi argomenti, difficili da studiare e pieni zeppi di ideologie e partigianerie (vogliamo negarlo ?) .
Ma non è una bufala.
Esempio : Se Obama dichiara che gli asini volano, tutti i giornali riporteranno la notizia. La notizia è la dichiarazione di Obama, e non che gli asini volano. Quindi i giornali non diranno una bufala
E se Obama è veramente convinto di aver visto un asino volare, neanche la sua è una bufala ma semmai è un abbaglio o un miraggio.
Una bufala è una notizia falsa volutamente spacciata per vera pur sapendo benissimo o sospettando fortemente che sia falsa.
Riusciamo ad essere d’accordo su queste semplici definizioni o ci dobbiamo dividere anche sul concetto di “bufala” ? 🙂
Mi sembra assolutamente più grave la bufala confezionata professionalmente da una università perché è assolutamente più pericolosa di una che afferma che Obama abbia detto che gli asini volano.
Le bufale banali non sono un problema, le menzogne istituzionali sì.
Pingback: I siti indipendenti saranno marchiati come “fonti inattendibili”. Orwell
Guarda che l’estensione Chrome non è di Google. Nell’articolo si dice chiaramente che è stata creata da Daniel Sieradski, web strategist, attivista e sostenitore di Bernie Sanders.
Pingback: I siti indipendenti saranno marchiati come “fonti inattendibili”. Orwell | Sapere è un Dovere
I creatori delle cosiddette “reti libere”… e poi ne diventano ragni.
Esilarante l’ essere umano..
Non mi intendo molto di informatica, so quanto serve per difendermi dalla ferrea logica del silicio. Da profano pertanto mi pare che qui si va oltre il “debunking”, ossia si solleva le persone dalla loro capacità di giudizio. Non voglio peccare in dietrologia, ma il meta-messaggio è «non siete in grado di capire, di distinguere, di valutare… quindi lo facciamo noi per voi». Qui scatta una serie di considerazioni più o meno pertinenti. Tuttavia, non mi pare molto “liberal” affidare a un programmatore, a un database, a un software il discernere dell’uomo, anzi assomiglia alla sponda opposta del “liberal”.
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La preoccupazione poi si mitiga se penso che la notizia, a quanto vedo, avrà solo una “segnalazione” con una fascia rossa di avviso (mi sembrava strano che i social network rinunciassero al traffico e a tutto il conseguente guadagno sui dati personali…).
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A mio avviso, una sintesi su questa dinamica un tantinello schizofrenica l’ha offerta una recente immagine di apertura del post del prof. Pennetta, con l’accostamento di due copertine del “Time”: in dieci anni, la persona dell’anno (You, tu/voi) che controlla/produce informazione si è scoperta essere un troll o un cultore dell’odio. Mi si perdoni, ma qui c’è un cortocircuito logico all’interno della redazione del “Time” (e non solo nella redazione del “Time”, mi viene spontaneo da pensare).
Ciao Liszt, hai messo a fuoco il problema osservando che non si può attribuire a chicchessia il ruolo di giudice della verità.
Anche se si tratta di un’estensione facoltativa e (per ora) di una segnalazione il fatto resta nella sua rilevanza, con il concetto purtroppo molto reale e pervasivo della finestra di Overton ci avviamo ad abdicare alla nostra libertà di giudizio e infine alla nostra libertà tout court.
Insomma una specie di “censura” preventiva con effetti diversi ma simile a quella che sostanzialmente esisteva nel mondo del Cinema (quella del cinema ora non c’é più e ne sono profondamente dispiaciuto perché configurava una presa di posizione meno ipocrita e subdola da parte dei padroni del vapore). Se Google, imposto o facoltativo che sia, avrà il segnalino della non attendibilità, me ne farò una ragione e probabilmente una grossa risata. Ciò che conta non sono le valutazioni della multinazionale internet di turno o del potere politico/finanziario/culturale di turno: quel che conta é che non mi impediscano l’accesso e la visione ai contenuti “non attendibili”. Se poi qualcuno in buona fede penserà che il segnalino é cosa buona e giusta avrà modo di ricredersi prima o poi essendo proprio il “pregiudizio” e la “diffidenza” le cose più importanti (se non altro perché, nella qualifica di lettori passivi, sono gli altri che devono dimostrare oggettivamente che siamo in errore…)
Giustamente ricordi la censura cinematografica che aveva alla fine l’effetto opposto di aumentare gli spettatori, e infatti anch’io ho ipotizzato che il “bollino rosso” possa risultare inefficace se non controproducente, per questo temo che poi si passerà proprio all’eliminazione dei link ai siti.
Su Twitter già succede, ne ho parlato recentemente: alcuni utenti semplicemente non si vedono più nelle notifiche.
Scusate, ma non riesco a capire. Google non ha creato proprio niente. E Google non “vara” proprio niente. E’ un tizio che autonomamente ha realizzato un’estensione per Chrome. Non riesco a comprendere il senso di questo articolo. Leggete bene l’articolo de La Stampa da cui prendete le mosse. Le false notizie sono una realtà sul web. La libertà di pensiero non comprende le “fake news”. A meno che non sia una cosa scherzosa come Lercio.
Se è per questo non si finisce qui : non solo si sostiene che sia Google ad aver creato l’estensione (mentre è stato uno sviluppatore privato ) , ma per definizione si dice anche che sia stata creata a valle della vittoria di Trump alle elezioni ! Insomma… non vorrei che critica scientifica si candidasse ad essere il primo sito af essere filtrato dalla nuova estensione! 🙂
O forse l’articolo della Stampa siete voi a non averlo letto fino in fondo!
L’estensione è per Chrome che non obietta nulla sulla sua applicazione mentre potrebbe dissentire (e non lo fa).
E poi l’intenzione di procedere nel senso indicato è confermata alla fine dell’articolo.
PS comunque se vi piace il mondo con la censura posso pure bannarvi subito! 😀
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“Allo stesso tempo, il social network (Facebook) si è impegnato, sulla scia di Google, a penalizzare i siti che producono falsità escludendoli dalla possibilità di lucrare introiti pubblicitari grazie alla disinformazione.
Facebook, d’altra parte, si è anche unito all’iniziativa First Draft . Progetto, promosso da Google, che riunisce importanti testate, agenzie giornalistiche e social network con l’intento di smascherare e sradicare da Internet la mala pianta della falsa informazione, sempre più prolifera e in evoluzione . “
sinceramente è l’accenno ad un non ben identificato complotto anti-comunicazione libera a fronte della elezione di Trump che trovo decisamente poco consono allo spirito scientifico del Blog. io la seguo (e vi seguo) a bocca semi-aperta quando parlate di scienza , tentando di capire senza mai intervenire per evidenti limiti culturali. ma quando parlate di politica , società ed affini mi permetto di intervenire perché sono molto più preparato e mi trovo a criticare quello che ritengo un ricorso eccessivo ad una modalità giornalistica un po ideologica, tipica di un giornalismo schierato. il segno ‘politico’ degli autori è evidente dopo 30 secondi di lettura di qualsiasi articolo, ed in una società così complessa evidenziare gli errori o gli orrori sempre di una parte sola (quand’anche siano reali peraltro) fa scadere il tono generale delle discussioni ad un mero rimbalzar di ideologie. Per esempio quando si parla di Bufale non sarebbe male fare due esempi clamorosi ed inequivocabili magari di segno ‘politico’ opposto (e se si cerca hai voglia a trovare) invece di portare sempre esempi opinabili e di un ben preciso segno . questo se si vuole un dibattito sereno di crescita per tutti, ed evitare di fare l’ennesimo Blog scritto e letto solo da quelli che la pensano nello stesso modo , che si scambiano un po di complimenti reciproci e ammiccamenti del tipo “e noi sappiamo bene come vanno queste cose” . lo dico perché il livello culturale del Blog è alto ed è un peccato perdere la credibilità di queste energie.
Grazie per la stima per il nostro sito, ma non facciamo allusioni a complotti. I complotti sono per quelli privi di potere economico/politico/culturale che non hanno altri modi per agire. Qui il caso è molto più semplice: chi può fare certe cose formalmente legali, le fa.
Tornando nel merito, è vero che esiste il problema delle notizie false, ma CHI può assumersi il ruolo di garante anche solo delle fonti? Meglio educare i singoli che trovare UN singolo o un algoritmo predefinito.
Guarda ML che di complotto non ha parlato nessuno.
Secondo, di un’influenza delle fake news ha parlato Obama, per il resto io prendo sunto da fatti di cronaca e di attualità, e se è Obama ad aver tirato fuori la faccenda delle Fake News non posso inventarmi che l’ha detto pure Trump, e se è la Boldrini ad aver messo alla gogna una tizia su FB non posso per par condicio dire che l’ha fatto anche Pierferdi o la Meloni. Se poi ti sembra che manchino esempi per equilibrare puoi sempre metterceli tu.
Enzo con tutte probabilità avrai leggo e studiato l’articolo Bufale on-line………su il Fatto quotidiano tratto dal Cicap 30 novembre di quest’anno.
A me è sembrato interessante.
Ciao, non ho letto l’articolo puoi dirmi di più?
Ciao.L’articolo su Il Fatto quotidiano a firma Eva Nuti del 28 novembre 2016.
categoria-Più informazioni:Bufale.
“Bufale on-line,studio sui social dimostra che gli utenti non cambiano idea nemmeno davanti a verità accertate”.
Da seguire.ps.Leggo il Fatto quotidiano tramite Fb,non ho abbonamento,evidentemente solo qualche pagina “gratis”.
Secondo me, Enzo Pennetta fai tanta confusione. L’estensione di Google Chrome è una iniziativa privata. Il fatto che Google non obietti non significa che la sposi. Detto questo : Google è tra i promotori di First Draft. Vuoi mettere in dubbio che esista il problema delle fake news? Le false notizie servono anche da specchietto per le allodole per attirare gente su dei siti e poi avere dei soldi dalla pubblicità. Per questo motivo Google e Facebook hanno preso delle misure per impedire che questo avvenga (tolgono i soldi della pubblicità a chi si inventa notizie false). A me sembra corretto e giusto. La questione della censura si può porre per articoli che contengono notizie vere con interpretazioni, diciamo, scomode. Ma questo è un altro livello di problemi. Qui bisogna certo stare attenti. Ma tu hai un’idea della libertà sul web che per me è incondivisibile e contraria al buon senso. Non c’è libertà di diffamare. Non c’è libertà di dire il falso per ingannare gli altri e ricavare danaro a danno degli altri. Il Mago Oronzo che vende la pomata falsa che spaccia come soluzione al problema del cancro va in galera. E chiaro?
Caro Tizio la confusione la fai tu.
Prima porti il fatto che l’estensione sia fatta da un privato, come confermato da me stesso sopra, poi ripeti ancora quello che ho detto sopra constatando che Google è tra i promotori di First Draft e che quindi il problema è reale.
E allora poi ti spendi a dire che sì ti piace la censura perché il fatto che le notizie “vere” con interpretazioni scomode le deicide sempre qualcuno che stabilisce che sono vere. E allora chiudiamo Corriere e Repubblica che di balle sono l’amplificatore, vedi armi di Saddam, gas nervini in Siria, pandemia H5N1 e H1N1, attacchi sugli ospedali di Aleppo e infinite altre balle.
Tutto il resto che porti sono argomenti vuoti o falsi, chi ha mai sostenuto la libertà di diffamare?
E visto che dici bufale ti banno, immagino che condividerai.
Non vedo dove sia la censura, si tratta solo di un plugin FACOLTATIVO, che può essere istallato da chiunque sia stufo di tutti i siti spazzatura che ci sono sul web, e desidera un aiuto per orientarsi in mezzo a questa valle di bufale.
Chi invece vuole continuare a sguazzare in mezzo alle notizie false, beandosi della convinzione di essere più furbo degli altri, e di conoscere attraverso i siti bufalari le grandi verità che “il sistema” ci nasconde, basta che non installi il plug-in, e potrà continuare a visualizzare tutto come prima!
Oltretutto B.S. Detector non oscura i siti a rischio bufale, ma semplicemente fa comparire una scritta di avviso sulle pagine ritenute poco affidabili, poi l’utente se vuole può leggere ugualmente e farsi un’opinione con la propria testa, non si è costretti a fidarsi ciecamente dell’applicazione.
Logicamente come tutti i software è passibile di errori e manipolazioni da parte dei programmatori, quindi non va utilizzato alla cieca, il giudizio sull’affidabilità di un sito va sempre valutato personalmente, facendo affidamento al proprio spirito critico(o se si tratta di argomenti su cui non abbiamo alcuna conoscenza, sarebbe saggio ammettere i propri limiti ed affidarsi al giudizio di esperti), però può essere un aiuto per scremare più velocemente la merda dalla cioccolata!
Poi se è fatto male, se segnala come JUNK SCIENCE anche un sito come NATURE.COM(certo, anche Nature può sbagliare e pubblicare sporadicamente studi scientifici inficiati da errori metodologici più o meno gravi, ma non è la regola…ad essere etichettati come JUNK SCIENCE saranno siti che pubblicano solo minchiate, tipo i siti anti-vaccini, o quei siti che trattano di strampalate cure alternative per guarire da tutte le malattie, ecc..) , oppure se segna come Hate Group un sito contro il razzismo o contro il bullismo, vorrà dire che è un programma fatto coi piedi, basta disinstallarlo!
La VERA CENSURA è un’altra cosa…