E’ recentemente uscito in libreria “L’Ultimo Uomo” di Enzo Pennetta.
Il prof. Pennetta, biologo e raffinato bioeticista, insegnante, collaboratore di ProVita, ha scritto questo saggio con la sua solita passione e il suo stile chiaro, divulgativo, ma scientificamente rigoroso e documentato, non senza qualche punta acuta di ironia…
Nel comunicato stampa che ci ha inviato si legge che nell’Ultimo Uomo si parla di antropologia, ideologia e scienza, poteri forti e lavaggio del cervello: «Dalle teorie sulla popolazione di Thomas Robert Malthus alla lotta per la sopravvivenza dell’evoluzionismo darwiniano. Dall’eugenetica al Brave New World di Aldous Huxley. Dalla Royal e la Fabian Society fino al ruolo delle ong nelle “rivoluzioni colorate”. Dal New Age fino allo gnosticismo dei guru della Silicon Valley.
Al confine con una prosa narrativa, questo saggio va affrontato come si affronta un noir in letteratura e un thriller nel cinema. È una storia di intrighi, di scoperte, di ipotesi, di manipolazioni, ma è anche il racconto della nascita dell’ideologia progressista, a partire dai sogni e le utopie di Francis Bacon e Auguste Comte fino ai più recenti esperimenti di ingegneria sociale: il birth control e la teoria gender. Dietro questa meta-narrazione prometeica che ha fatto di tecnica e libertà un unico concetto, si manifesta la creazione di un grande dispositivo di dominio e di controllo sociale. L’obiettivo è l’invenzione di un modello antropologico del tutto nuovo».
Dalla prefazione all’Ultimo Uomo, di Lorenzo Vitelli: «Grande protagonista, come al solito del resto, sono gli Stati Uniti d’America, questa terra di contrasti divenuta simbolo della modernità senza volerlo, abitata da un popolo pragmatico ma ancora incastrato in un limbo “infantile”, tanto ingenuo che durante il programma radiofonico War of the worlds del 1938, in cui Orson Welles finse di descrivere un’invasione aliena, il New Jersey cadde completamente nel panico. Questa innocenza, frammista ad un forte senso di idealismo, ha reso gli americani più creduloni degli europei, attaccati – in una società profondamente materialista – a dei nuovi feticci panteistico-religiosi (che sia il New Age o la Chiesa di Scientology frequentata da buona parte dello star system hollywoodiano), allo shintoismo e al taoismo, ai culti acquariani e quanti altri derivati che convincono, per prima, quella power élite (oggi radicata nella Silicon Valley) ai vertici dei più grandi mezzi di comunicazione del globo, e determinata a portare avanti un’idea del mondo inaugurata dall’opera di Malthus».
Gli amici che si trovano a Roma e dintorni sono invitati alla presentazione del libro che si terrà giovedì prossimo, 10 novembre alle 18,30 al cinema – teatro Quirinetta, in via Minghetti, 5, cui sarà presente anche la giornalista Costanza Miriano.
Redazione
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17 commenti
Sig Pennetta
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in merito all’immagine di Darwin che lei afferma essere autentica
e con la quale esprime giudizi negando le prove evidenti che le ho fornito
(https://s22.postimg.org/kb1k01ag1/Darwin_photo_false.gif)
ho scritto al prof. Jerry Coyne (che lei afferma essere convinto dell’autenticità della foto)
dicendogli che quella foto è un falso evidente.
Ebbene Coyne, molto gentilmente, mi ha risposto:
———————-
Jerry Coyne
Yes, John van Wyhe told me this when I met him in Singapore. But I knew the picture was a fake.
cheers,
Jerry
—————-
Per la cronaca: John van Wyhe (https://en.wikipedia.org/wiki/John_van_Wyhe)
è uno storico della scienza particolarmente interessato a Darwin e Wallace ù
e editore del sito “Darwin OnLine” (http://darwin-online.org.uk)
..
Lei mi aveva scritto, senza entrare nel merito dell’evidenza fotografica che le avevo dato:
>L’alterazione si riferisce solo alla colorazione, capito?!?
>Quindi possiamo dire che lei ha travisato alla grande quello che ha scritto
>Coyne e tutti i commentatori
>per adeguarli alla sua idea e questo la dice lunga.
>Adesso se permette non ho altro tempo da perdere dietro a questa storia.
Sarebbe invece opportuno dedicasse molto tempo su “questa storia” per riflettere sul significato e pericolosità del pregiudizio e del non mettersi in dubbio.
Fare ricerca è anche ascoltare le critiche altrui non partendo dalla convinzione di avere sempre ragione. A volte le critiche correggono gli errori e ammetterli, seppur difficile, è sempre un buon segno.
@sig Penneyya
Vorrei sottolineare come quell’immagine sia la copertina del suo libro
“Inchiesta sul Darwinismo”
http://ecx.images-amazon.com/images/I/316Un7dUksL._SL270_.jpg
..
Quindi la sua inchiesta parte già dalla copertina con una immagine falsa.
Non so cosa ci sia scritto al riguardo nel libro, ma se la dichiara autentica e, come già ha fatto rispondendomi, da dei giudizi su Darwin in basa ad essa, la invito nelle prossimi edizioni del libro a correggere la cosa.
Come vede non è una cosa da poco una singola immagine.
@ Roberto
Buon giorno signor Roberto.
Penso che sulla foto lei abbia ragione, dico penso, perchè non voglio dedicare troppo tempo ad una questione che di fatto non muta la sostanza nè del libro, nè delle posizioni di Pennetta, siano condivisibili o meno.
Vuole che comici un elenco di tutti i fatti storici che vengono continuamente modificati in chiave anticristiana?
@Enrico
ciò che è importante è il principio perchè si nega l’evidenza. La sostanza del libro inoltre può risultarne impattata nel momento in cui mi si rispondeva:
..
“Caro Roberto mi corre l’obbligo di informarla che la foto di Darwin con il dito sulla bocca è originale. A quanto pare è stato proprio lui a dare inizio allo sfruttamento mediatico della propria immagine, un vero pioniere del marketing. Forse sarebbe anche questo un argomento su cui fare qualche riflessione.”
..
Quindi come vede, a partire da quella foto si inizia un discorso che cade se quella foto viene dichiarata falsa, ed è chiaro che è falsa. Ecco l’importanza anche di una singola foto. ecco l’importanza di ogni fonte storica, ecco l’importanza della correttezza di informazione nella ricerca e divulgazione.
I fatti devono essere riportati correttamente e quando ci si rende conto che si è dato una informazione errata si corregge, io vedo però una negazione di tutto questo ecco perchè la cosa non è da poco.
@ Roberto
Non sono qui a difendere Pennetta, e come ho detto sulla foto lei ha probabilmente ragione.
Però sfruttare la risposta su un blog nell’intenzione di utilizzare un errore, se vuole anche di sostanza, per criticare tutto il resto e un operazione da sofista.
Nel merito leggo:
“A quanto pare è stato proprio lui a dare inizio allo sfruttamento mediatico della propria immagine, un vero pioniere del marketing. Forse sarebbe anche questo un argomento su cui fare qualche riflessione.”
Che significa che questa lettura di Darwin, partendo dalla foto, che lei ha giustamente corretto, non è ancora stata usata da Pennetta.
Lei processa partendo da una risposta su blog.
Se vuole cominciamo dalle posizioni di Coyne, mi studio un attimo il personaggio, e comiciamo a divertirci..
L’operazione che lei sta facendo si può fare facilmente con chiunque.
comunque, rispondendole meno polemicamente, in questi giorni, dopo i fatti dell’elezione americana, e tutte le cose che si potrebbero scrivere su questo argomento..della foto di darwin, mi interessa poco.
Roberto stai alzando un polverone inutilmente . E fatti una risata che ti fa bene al cuore e non lo dico in senso metaforico .
Ciao Enzo. Dove posso reperire questo ?
@Enrico
possibile che non veda come viene a mancare un principio fondamentale ? quello di avere un dubbio e verificare i documenti e risalire alle fonti come ho fatto io. Possibile che non veda come non si vuole ammettere un errore, per quanto piccolo, ma si rincara la dose addossando agli altri la non comprensione delle cose ? La mia correzione è caduta contro un muro di gomma, le mie prove snobbate. Allora la verità non interessa ?
Non c’è verso, ogni correzione viene rigettata ogni prova rifiutata. Un ricercatore dovrebbe essere contento di essere corretto per amore della ricerca, per dare informazioni sempre corrette e verificate e verificabili. Questo non le torna ?
Darwin non ha mai fatto una foto col dito sulla bocca come per tacere verità scomode, come per truffare gli altri invitando a tacere chissacosa. Capisce che è questo il messaggio che quella foto manda ?
Parliamo adesso d’altro, andiamo oltre, ma la verità è chiara: quella foto è un falso.
Ciao Emanuele, il libro è disponibile su Amazon o direttamente dall’editore “Circolo Proudhon”.
Grazie .
Roberto, ha soltanto dimostrato che Pennetta si sbagliava su una foto, d’altronde quanto gliene dovrebbe importare a lui di una foto vera e ritoccata?? S’informa quanto basta. Non estremizziamo la questione applicando lo stesso metodo a qualsivoglia cosa Enzo ipotizzi o sostenga. Ma la smetta con questa militanza e sia un po’ più razionale. D’altronde cosa le assicura che Coyne non abbia mentito, preoccupato per chissà quale critica che degli italiani avessero potuto muovere contro di lui?? Per me Coyne dice la verità, ma non escludo la possibilità che possa anche aver mentito. Lei invece ne è così sicuro? Più che altro Lei mi spieghi perché si è impegnato cosi tanto per dimostrare di aver ragione su una stupidaggine simile, e soprattutto mi spieghi perché vuole che Pennetta abbia torto in toto solo perché si è sbagliato su una foto, così ci chiariamo sulle intenzioni almeno.
@Nemesis
quella foto compare sul libro “Inchiesta al Darwinismo” e veniva ritenuta originale negando l’evidenza.
Capisce la negazione di un principio ?
Vedo poi che non ha assolutamente menzionati le prove fotografiche che rendono le dichiariazioni di Coyne non determinanti.
Il mio “impegno” è verso un principio non per una foto.
Sì ma veniva ritenuta originale perché si credeva essere originale., quindi non vedo nessuna negazione di un principio. Poi cosa vuol dire: “non vedo le prove menzionate ecc.”?. Finora non conosco neanche le prove che rendano le dichiarazioni di Coyne certamente vere. È proprio perché non ho le prove che il mio dubbio è sensato! E in tutta sincerità ancora non ho capito bene di quale principio sta parlando.
@Roberto
la sua polemica sulla foto di Darwin è davvero istruttiva nella sua pretestuosa inutilità.
E le spiego il perché.
1- prima fase: lei mi accusa di usare immagini lesive della sua divinità Carlo Darwin.
2- io le rispondo che l’immagine non è lesiva in quanto originale a quanto mi risulta.
3- lei giocherella con photoshop et voilà: ho colto pennetta in fallo! La foto è tarocca “penitenziagite! penitenziagite!”
4- le mostro che un ultradarwinista come Coyne l’ha ritenuta vera dopo aver dubitato anche lui che fosse tarocca. Questo ad una persona normale dovrebbe bastare a capire due cose fondamentali:
A- la foto non è offensiva tanto che degli adulanti (mai quanto lei lo ammetto) di Darwin la ritengono bella.
B- è stata ritenuta originale dai darwinisti quanto da me.
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Quindi sia l’accusa di usare un immagine lesiva di san Darwin sul mio libro sia quella di aver detto il falso dichiarandola originale cadono in quanto in questo mi trovo esattamente con l’intera comunità darwinista!
Immediatamente dopo la domanda che faccio è questa: “ma perchè Roberto non va a romepere i maroni con questa storia anche a Coyne?”
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Ma no, non lo fa… Roberto urla e strepita per un solo motivo, grida: ecco la pistola fumante! Pennetta mente, Pennetta si sbaglia!
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Ecco, a questo siete ridotti, cercate appigli, vi attaccate a tutto dato che non riuscite a trovare errori su quello che è l’oggetto della discussione.
Grazie per averlo mostrato con tanta generosa insistenza.
@Sig Pennetta
mi spiace che l’abbia presa così male, io le avevo fatto una correzione, poi lei ha voluto rincarare la dose tirando in ballo Coyne esprimendo giudizi, invitando a riflettere.
Coyne ha risolto il dubbio sul suo pensiero con una risposta semplice e corretta (e anche gentile): ha dichiarato che la foto è falsa citando pure un suo collega storico della scienza (in particolare su Darwin). Come vede non gli ho rotto i maroni (come dice lei) ma gli ho fatto una domanda e lui mi ha risposto, come ci si aspetta da un ricercatore, da uno studioso.
ll polverone lo sta sollevando lei, Coyne non ha fatto una piega, ha risolto tutto ammettendo il vero.
Non dia per scontato di essere sempre nel giusto, la riflessione spetta a lei non a me.
“Coyne ha risolto tutto ammettendo il vero”. Ok, quindi ancora una volta Lei è certo che Coyne abbia detto senza ombra di dubbio la verità, anche se questa certezza è però un atto di fede verso quello che dice Coyne. Ok, ottimo modo di difendere il principio della verità. Io più che altro ho la sensazione che stia difendendo il “principio” della credulità.