Lucy e gli Australopithecus

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Lucy1National Museum of Ethiopia: Lucy

Gli anatomisti evoluzionisti di fama mondiale Lord Solly Zuckerman e Charles Oxnard dimostrarono che non solo Lucy ma bensì tutta la specie Australopithecus fosse in realtà da escludere dal nostro albero genealogico.

 

Pur essendo egli stesso un evoluzionista, Lord Zuckerman, dopo aver trascorso 15 anni a studiare vari esemplari di Australopithecus con un team di cinque esperti sostenuti dal governo britannico, arrivò alla conclusione che questa fosse in realtà solo una specie di scimmia, incapace di camminare in posizione eretta.

Charles E. Oxnard, un altro evoluzionista famoso per le sue ricerche in questo settore, paragonò la struttura scheletrica degli Australopithecus a quella degli oranghi moderni. Per sostenere il bipedismo di questa razza gli evoluzionisti basarono principalmente le loro tesi sull’angolo portante. Gli esseri umani caricano il loro peso sui piedi perché l’unione delle ossa della coscia e della gamba formano approssimativa 9 gradi nel ginocchio. Nello scimpanzé e nel gorilla le ossa della coscia e dello stinco formano una linea retta con un angolo pari a 0 gradi. Questi animali riescono a portare il loro peso sui piedi oscillando da una direzione all’altra.

Gli evoluzionisti sostengono che ominidi con un alto angolo portante fossero in grado di camminare eretti su due zampe, e grazie a questa loro caratteristica poterono evolversi in esseri umani. La ragione per cui gli Australopithecus furono considerati come antenati dell’uomo è quindi dovuta all’ampiezza di questo angolo (pari a circa 15 gradi). Tuttavia questa caratteristica sta ad indicare unicamente l’attitudine di queste  scimmie ad essere esperte scalatrici di alberi. L’angolo più grande riportato tra i primati viventi si trova nell’orango e nella scimmia ragno, ambedue ottimi arrampicatori. In altre parole, la proprietà anatomica che gli evoluzionisti ritraggono come prova della postura eretta di questi animali è in realtà un attributo comune presente ancora oggi nelle scimmie arboricole e non è indice di bipedismo.

Inoltre, le articolazioni del polso di Lucy dimostrano che questo animale camminasse sulle nocche. Brian G. Richmond e David S. Strait dell’università di George Washington riscontrarono infatti, dall’analisi del reperto, ben quattro caratteristiche scheletriche del radio distale degli scimpanzé e dei gorilla. Con la TAC al labirinto osseo dell’orecchio interno, facente parte dell’apparato vestibolare, e responsabile dell’equilibrio compiuta dall’anatomista Dr. Fred Spoor e dai suoi colleghi dell’University College di Londra. Questi dimostrarono senza ombra di dubbio che le dimensioni del canale semicircolare nei crani attribuiti agli Australopithecus erano simili a quelle delle scimmie.

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67 commenti

  1. Enzo, ma un po’ di revisione editoriale prima di pubblicare post no? Queste sono bufale di vecchia data, che oramai neanche nei siti ID americani spacciano piu’. E’ roba che e’ stata refutata negli anni ’50 da Le Gros Clark [1]. Il lavoro di Oxnard e’ stato dimostrato infondato, metodologicamente sbagliato [2], basato su misurazioni erronee. Insomma, e’ fuffa bella e buona. Dobbiamo veramente discutere anche di questo? Il livello della conversazione cade veramente in basso.
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    La fonte non e’ delle piu’ autorevoli, ma contiene molti link: http://www.talkorigins.org/faqs/knee-joint.html. Insomma, questa e’ veramente sbobba. Non potete passare ogni discorso antidarwinista per buono, anche quelli chiaramente propagandistici e ascientifici, se volete poi chiamarvi Critica Scientifica.
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    [1] Johanson, Donald, and Maitland Edey. Lucy: The beginnings of humankind. Simon and Schuster, 1990.
    [2] Howell, F. C., S. L. Washburn, and R. L. Ciochon. “Relationship of Australopithecus and Homo.” Journal of Human Evolution 7.2 (1978): 127-131.

    • Ammetterà che gli studi da lei linkati (1978 – 1990)sono molto più vecchi della pubblicazione segnalata da Adriano (1999), non è che sono i primi a dover essere considerati superati?

      • Zuckerman e’ dei ’40, Oxnard dei ’70. E non mi son messo a fare riferimenti alcuni, solo a pescare dalla memoria. Devo veramente cominciare a elencare tutte le pubblicazioni che supportano la tesi che 1) Lucy camminava in posizione bipedale e 2) Lucy era un ominide? Ma che sul serio?

        • Gvdr potresti cortesemente postare dei link a supporto che lucy camminava in posizione bipedale ? Grazie.

        • Allora qualcosa la segnalo io:
          “Further hints of arboreal tendencies reside in the baby’s inner ear. Using computed tomographic imaging, the team was able to glimpse her semicircular canal system, which is important for maintaining balance. The researchers determined that the infant’s semicircular canals resemble those of African apes and another australopithecine, A. africanus. This, they suggest, could indicate that A. afarensis was not as fast and agile on two legs as we modern humans are. It could also mean that A. afarensis was limited in its ability to decouple its head and torso, a feat that is said to play a key role in endurance running in our own species.”
          Da SA – Special Report: Lucy’s Baby – Settembre 2006
          http://www.scientificamerican.com/article/special-report-lucys-baby/
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          Questo conferma quanto detto nell’articolo riguardo la funzione vestibolare non conforme a quella di esseri a stazione eretta.

          • Enzo, leggi bene: “A. afarensis was not as fast and agile on two legs as we modern humans are”. Anche quell’ultimo articolo citato da Adriano (che dubito l’abbia letto). Si parla di bipedismo non obbligato, ma pur sempre bipedi, e locomozione arborea. Uno non esclude l’altro. Suvvia, son cose assodate. Le hai appena riportate tu…

          • Gvdr gli articoli che mi hai segnalato, in sostanza, sono solo ragionevoli congetture e niente di più . Comunque grazie.

          • Lei dice Emanuele? Potrebbe indicarmi dove quelle ragionevoli congetture avrebbero bisogno di maggiori evidenze e dove, soprattutto, sarebbero meno “ragionevoli” di Oxnard e Zuckerman?

  2. Che strano, mi e’ sparito di nuovo il commento. E si che questa volta il post e’ recentissimo. Devo aver fatto l’errore di includere un link a talkorigins che pare essere sito blacklisted…

  3. potreste linkarmi da dove avete estrapolato la notizia?io in rete non la trovo

  4. Quando non c’è altro da dire ecco gridare al Creazionismo. La panacea ad ogni male causato dalla critica alle favolette Proprio così.

    Ed io che volevo chiedere l’aggiunta di questa bella scansione:
    http://oi57.tinypic.com/2md486h.jpg

    Poi però dirai che sono un fan di Oktar. E’ meglio avvisare tutte le riviste scientifiche di occultare ogni scoop scomodo. Non vogliamo certo che diventino magazine di stampo ideologico (“Loro”). Io dico che se le passassimo al setaccio non se ne salverebbe nessuna. I fatti non si possono insabbiare o sminuire.

    • Io direi che le panzane di Zuckerman e Oxnard e compagnia cantante sono state smentite, piu’ e piu’ volte. Anzi, lo dicono 60 anni di studi da Le Gros Clark, lo ha ribadito Leakey, lo hanno dimostrato Stern e Sussman negli anni ’80. E mille altri da allora. Poi boh, dobbiamo anche sorbirci le bufale riscaldate? Io passo, grazie. Ripeto, il livello della “contesa” di questo blog alla teoria dell’evoluzione ricorda sempre piu’ quello dei movimenti creazionisti americani (grazie soprattutto a questi interventi che ignorano completamente la letteratura scientifica rilevante). Peccato.

      • Zucherman fu Direttore Scientifico dell’Unità Bombing Survey britannico (BBSU), professore di anatomia presso l’università di Birmingham, capo consulente scientifico presso il Ministero della Difesa, capo consulente scientifico del governo britannicoe, segretario e poi presidente della Zoological Society di Londra, ha insegnato presso l’ Università di East Anglia. Fu anche investito di molti incarichi importanti e onorificenze: Ordine al Merito, Cavaliere Comandante dell’Ordine del Bagno, Knight Bachelor, Compagno dell’Ordine del Bagno, Fellow della Royal Societ.
        http://en.m.wikipedia.org/wiki/Solly_Zuckerman,_Baron_Zuckerman
        Charles fu ricercatore, conferenziere e docente di Birmingham, ebbe cattedre presso le Università di Chicago, California del Sud e Australia Occidentale. Fu decano del College di Chicago, Preside della Graduate School di Los Angeles, e Preside della Scienza e l’Agricoltura presso la University of Western Australia (UWA), professore emerito e Senior Fellow onorario della ricerca, professore alla UC Leverhulme, professore onorario di anatomia a Hull / York Medical School, professore onorario di bioingegneria presso U. Hull. Ha ricevuto il Charles R. Darwin Award alla carriera in Antropologia fisica dalla American Association of antropologi fisici, nel 2001, è stato premiato come il dedicatario su un libro “Shaping Primate Evolution”, Cambridge University Press, 2004, e ha ricevuto il cancelliere del Medaglia della University of Western Australia nel 2008.
        http://www.anatomy.org/content/charles-oxnard
        Mi viene in mente il suo commento all’ultimo articolo di Leonetto dove si lamentava che si gettasse fango su personaggi illustri. Al mio paese questa si chiama ipocrisia.

    • Che poi la tiritera del “E’ meglio avvisare tutte le riviste scientifiche di occultare ogni scoop scomodo” qui non attacca proprio! Il punto non e’ occultare risultati, ma saperli comprendere! E magari non fermarsi alle riviste divulgative. Oxnard e Zuckerman hanno avanzato (mal confezione e mal testate) ipotesi. E sono state distrutte. Ora, lei e’ liberissimo di ignorare la letteratura scientifica e di infischiarsene, di rimestolare la minestra dei creazionisti e dirci che Lucy era un colibri’, ma non pretenda che tutti la prendano sul serio.

      • Se le interessa al Museo antropologico Pigorini di Roma qualche tempo fa ad una classe in visita è stato detto che Lucy è un “ramo secco” che non era quindi un’antenato di Homo sapiens.

      • Parlo da uno che non ne capisce nulla da un punto di vista scientifico e forse troppo abituato a riflettere sotto il punto di vista metafisico.
        Lucy non era sicuramente ontologicamente un ramo secco ne probabilmente un colibrì.
        Camminava su 2 zampe? Benissimo, spero si sia divertita! Magari avrebbe potuto anche imparare ad andare in bici (caspita, ci riescono gli orsi!). Che bello!

        Se si dimostrasse che aveva anche linguaggio simbolico, dipingeva alla Michelangelo e componeva fuge bachiane mentre scriveva capolavori come la Metafisica di Aristotele, direi che il gioco è fatto.
        Da qui poi ovviamente bisognerebbe discutere se poi ONTOLOGICAMENTE è possibile pensare che tale creatura sia configurabile come “umana”. Roba che esula ovviamente da tutti gli studi scientifici linkabili.
        E’ possibile?
        Certo, mi accontenterei di incisioni rupestri che so oggi essere retrodatate (presumibilmente) al Neanderthal. Anche su quello avrei domande sciocche, ma saremmo troppo OT.

      • Cosa c’è da comprendere? Sono studi che, per quanto datati, parlano chiaro. Lucy non era bipede. Poi le ossa del reperto sono solo 47 su 407 e molte di esse sono frammentate. Ogni ricerca può essere falsata facilmente.

    • Qui Facchini dice che Lucy non era la prima donna, effettivamente nessuno penso che lo abbia mai pensato.
      Dice anche che aveva stazione eretta, cosa che invece appare, come vediamo dalla discussione, quantomeno controversa.

      • L’esistenza di due posizioni diverse, una degli anni ’40, ripresa negli anni ’70, non è “controversa”. Si discute di quanto fossero agili sui due piedi, non del fatto che fossero bipedi.

        • stò cò frati e zappo l'orto on

          Scusa Gvdr ma nell’altro articolo i commenti sono chiusi. Non posso non apprezzare quello che scrivi:Cioè ti definisci “un dubitatore sistematico”…….

          • Sono anche un criticone, e alle volte pedante. Nel gruppo di ricerca di cui faccio parte lo sanno, e mi usano come filtro per le idee. Una delle domande che non smettiamo di farci su e’ “cosa abbiamo fatto per dimostrare che abbiamo torto?”. E la risposta non e’ mai “tutto”, perche’ c’e’ sempre qualche altra assunzione da testare. Poi, lentamente, si arriva ad avere una “ragionevole congettura”, superando alcuni dubbi e lasciandone aperti altri.

  5. Giorgio Masiero on

    Io, come Minstrel, non capisco nulla di biologia. Chiedo perciò subito venia ai biologi se dirò stupidaggini.
    Se l’obiettivo è quello di corroborare l’evoluzione graduale dell’uomo da una specie animale precedente si dovrebbe per prima cosa, secondo me, definire l’uomo rispetto alle altre specie. È un angolo di articolazione degli arti? Beh, se è questo forse Lucy o qualche altro fossile può anche andar bene.
    Ma per me non sta qui la differenza. Per me, come per Aristotele o Tommaso o Monod sta nel simbolo. Quindi, cari paleontologi e cari biologi evolutivi, quando avrete trovato delle specie con mezzo simbolo o con un quarto di simbolo, fatemi un fischio. Io sono qui.

    • Giustissima considerazione Giorgio, come del resto quella di Minstrel al riguardo.
      Perché allora fare le pulci al caso Lucy?
      Ma perché anche se in tutt’altro senso sempre di simboli si tratta, vedi Lucy in una mostra o su un libro e vieni indotto a ritenere che sia tutto chiaro: il simbolo Lucy resta nell’immaginario collettivo come l’immagine della correttezza della teoria neodrawiniana, e allora dire “Lucy è antenato ma non si può dire che sia progenitore dell’Uomo è importante.

    • Simbolo cioe’ “Qualsiasi cosa (segno, gesto, oggetto, animale, persona), la cui percezione susciti un’idea diversa dal suo immediato aspetto sensibile”?

      Non sono molto brava in Italiano, ma ad esempio quello delle api che danzando indicano coordinate geografiche? Le scimmie che gestuando indicano se hanno sete, o fame o se sono tristi o felici?

      Mi sembra che la vostra definizione metafisica di umano sia tanto confusa quanto le vostre idee scientifiche.

    • Caro Masiero, lei cosa “accetterebbe” come “mezzo” o “quarto” di simbolo? Credo non sia una domanda oziosa. Il problema e’ che siamo capaci di vedere come “simbolo” solo cio’ che viene recepito come tale dal nostro pensiero simbolico, e dunque simboli “interi”. Manchiamo, mi pare, di una “misura” di simbolicita’.
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      Ad esempio, possiamo classificare come “mezzi” simboli le incisioni rupestri, le conchiglie decorate e la “bigiotteria” dei nostri cugini Neanderthal (cf. [1–3])? Cosa dovremmo, nel caso, dedurre se traccia di questi comportamenti venissero ritrovate in altre specie?
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      Mi posso immaginare la sua risposta, un sonoro no (“quelle sono perline, non simboli”), ma quelle perline nell’uomo hanno una funzione simbolica. Come lo avevano quelle stupende statuette di divinita’ della fertilita’ che troviamo cosi’ presto nella storia dell’umanita’. Cos’e’, dunque, un “proto-simbolo”?
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      [1] Zilhão, João, et al. “Symbolic use of marine shells and mineral pigments by Iberian Neandertals.” Proceedings of the National Academy of Sciences 107.3 (2010): 1023-1028.
      [2] Morin, Eugène, and Véronique Laroulandie. “Presumed symbolic use of diurnal raptors by Neanderthals.” PLoS One 7.3 (2012): e32856.
      [3] Rodríguez-Vidal, Joaquín, et al. “A rock engraving made by Neanderthals in Gibraltar.” Proceedings of the National Academy of Sciences 111.37 (2014): 13301-13306.

      • Giorgio Masiero on

        Un simbolo, Gvdr, è un artefatto che sta convenzionalmente per un’altra cosa che sta per un’altra ancora…
        Per es. un cerchietto su una di 5 righe che sta per la nota La che sta per un suono di 440 Hz, dove 440 sta per… e Hz sta per… che sta per…
        Insomma il linguaggio astratto umano, Gvdr, le cui “questioni fondamentali sulle origini e l’evoluzione rimangono misteriose come non mai” (Hauser, Yang, Berwick, Tattersall, Ryan, Watumull, Chomsky and Lewontin, “The mistery of language evolution”, 2014).
        PS. Mi pare ovvio che una frazione di simbolo non esiste e che quindi, in questo caso, non c’è stata evoluzione, ma “salto” (Tattersall) e quindi… se i Neanderthal o altre specie avevano il simbolo vuol dire che erano specie umane.

        • Quanto vi piace quell’articolo, eh? Non ne citate mai nessun altro, nemmeno di Chomsky stesso, ne’ vi va bene nessun altro articolo di Lewontin (ad esempio chiedendovi come quegli autori considerino lo status di scientificita’ della teoria dell’evoluzione). Ma insomma, ok, non disperdiamoci.
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          La definizione di simbolo come “artefatto che sta convenzionalmente per un’altra cosa che sta per un’altra ancora” ricorda da vicino quella di ricorsivita’ dei segni nella semiotica di Sausser (in particolare le proprieta’ detta appunto sausseriana e la omonima ricorsivita’). Dato che vi piace Chomsky, non mi sorprende: nella gerarchia di grammatiche formali di Chomsky, la ricorsivita’ c’e’ sempre.
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          “Mi pare ovvio che una frazione di simbolo non esiste” <- a me pare meno ovvio. Una "frazione" di simbolo, data la definizione che offre, e' un simbolo con limitata ricorsivita'. Un simbolo "a due terzi'" potrebbe condividere quella proprieta' solo per una ricorsivita' finita. Il simbolo X che sta per il segno Y che sta per la cosa Z, punto. Un "quarto di simbolo" sarebbe non ricorsivo: X sta per Y, punto. Vi potrebbero addirittura essere degli esempi di grammatiche umane non ricorsive (http://www.cs.virginia.edu/~evans/cs3102/?p=138). Vedo come, dunque, vi sia una certa "discreta" gradualita' anche qui, data dalla profondita' della ricorsivita'.
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          "se i Neanderthal o altre specie avevano il simbolo vuol dire che erano specie umane" <- Qui non la seguo: credo che significherebbe solamente che la capacita' di pensiero simbolico non e' esclusivamente umana. Se domani dovremmo riscontrare pensiero simbolico nei pesci rossi, sarebbero specie umane?

          • Giorgio Masiero on

            Se i pesci rossi filosofassero sarebbero una specie umana né più né meno che mia nonna sarebbe una carriola se avesse le ruote. Si chiama ipotesi di terzo tipo in grammatica latina.
            PS. Si ricordi, Gvdr, che io considero l’evoluzione una congettura ragionevole. Solo 1) non sono soddisfatto delle spiegazioni che se ne danno finora, 2) non è stata continua, ma composta di salti più o meno grandi e 3) il salto più grande (e più “misterioso”) di tutti è l’ultimo, verso l’uomo.

          • credo che significherebbe solamente che la capacita’ di pensiero simbolico non e’ esclusivamente umana.

            Interessante. Ora dovrebbe essere lei a chiarire cosa intende per “umano” allora.
            Personalmente parlando, restringendo il campo, ritengo umano colui che potenzialmente (sotto la nozione aristotelica) risulta autocosciente. Il “simbolo” (inteso astrattamente come pensiero simbolico o materialmente come gli esempi di Masiero) non è che una delle molteplici possibili espressioni di autocoscienza.
            Roba grossa comunque questa.
            Roba filosofica ça va sans dire.

          • Oh, Minstrel, io m’accontento dei rudimenti di biologia. Umano e’ Homo sapiens. Cioe’ la nostra specie (secondo la definizione di specie che piu’ v’aggrada, io in questo caso sto con quella filogenetica).
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            Altrimenti si cade nella circolarita’: umano e’ cio’ che ha quelle caratteristiche condivise dagli umani, che sono cio’ che hanno caratteristiche umane. Non si definisce nulla cosi’.
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            Mi pare, invece, che la tesi “simbolo = potenziale autocoscienza” sia, appunto, una tesi. Con cosi’ tanti termini vaghi attorno e dalla definizione discutibile che non mi metto nemmeno a discuterla.

          • io m’accontento dei rudimenti di biologia. Umano e’ Homo sapiens. Cioe’ la nostra specie (secondo la definizione di specie che piu’ v’aggrada, io in questo caso sto con quella filogenetica).
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            Ma va benissimo GVDR, il problema è che la nozione di “umano” non può essere soltanto biologica poiché è epistemologia banale sapere che la biologia, in quanto branca della scienza, non fa che studiare una parte del reale definibile con il concetto di “umano”, concetto UNITARIO avente quantità matematizzabili e qualità definibili.
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            Se lei resta all’interno della biologia e definisce “umana” una specie durante un discorso di SOLA BIOLOGIA va benissimo, ma deve essere chiaro che la biologia da sola non definisce alcunché esattamente come le quantità matematizzabili del reale rispondono a tali quantità ma trascurando le qualia di tale reale sono fortemente deficitarie.
            Ciò che rende “umana” una specie deve necessariamente essere, se si vuole restare realisti, una combinazione unitaria fra quantità definibili dalla scienza e qualia definite dalla filosofia. Libero di pensare che il centesimo di torta che padroneggia sia l’intera torta. Non si aspetti che qualora lo dichiari pubblicamente, tutti restino in muto silenzio.
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            Anyway, non abbia paura della “circolarità” potenziale di una riflessione filosofica sui qualia.
            Per esempio tutta la conoscenza sul reale è PENSABILE COME TALE solo e soltanto in base ad un atto di fede nei confronti di assunti ascientifici quali l’esistenza del reale stesso e la sua parziale comprensibilità.
            Sono assunti filosofici di senso comune.
            Con il suo ragionamento allora reale e’ cio’ che ha quelle caratteristiche di reale, che sono cio’ che hanno caratteristiche reali.
            Va fatto un ragionamento metafisico non scientifico per innalzarsi sopra questa circolarità che, in effetti, è inutile. Ma attenzione risulta INUTILE, ma NON FALSO. TAnt’è che non è nient’altro che una riformulazione del principio di identità, il quale non è che un approfondimento del principio di non contraddizione.
            Come si suol dire: un bel casino.
            E’ il Reale, baby.

          • Giorgio Masiero on

            Eh già, Minstrel!
            Ma il mio tavolo “reale” è quella cosa che mi dice la fisica, fatta quasi tutta di vuoto e per un miliardesimo di miliardesimo di cariche elettriche roteanti ad altissima velocità, con sopra quegli altri vuoti denominati dalla chimica?! o piuttosto è questa, lignea, dura e colorata, con bei piatti brillanti e vivande succulenti sopra, come mi dicono tutti i sensi estremamente tesi?
            Qualcuno ha dei dubbi sulla vera realtà?

          • “Umano e’ Homo sapiens”
            Ah beh…e tutti gli altri homo non sono umani..il nehanderthal?Floresiensis?Georgicus?
            Secondo la caratteristica per cui ,se presente,certamente(l’assenza invece non dà certezze..) si può parlare di stessa specie in senso sia più generico che specifico è l’interfecondità,che è presente fra i vari Homo.
            http://www.enzopennetta.it/2013/04/sui-luoghi-comuni-riguardo-lestinzione-dei-neanderthal/#comment-12413
            http://www.enzopennetta.it/2013/04/chi-erano-veramente-i-neanderthal/

            Mah..

          • Leonetto, come le è già stato detto, l’interfecondità NON è un criterio di classificazione tassonomica, per molti motivi. Primo fra tutti perché è operativamente inapplicabile. Secondo perché è estremamente grezzo. Non ho tempo di cercare un fiferimento migliore : http://www.treccani.it/enciclopedia/specie/

          • Ha ragione Leonetto, l’interfecondità è, e rimane, il fondamentale criterio nella classificazione di una specie negli organismi a riproduzione sessuata.
            Nel caso dei reperti fossili certamente l’interfecondità non è praticamente mai dimostrabile (fanno eccezione ad esempio i recenti studi sul DNA dei neanderthal) e allora si devono adottare metodi morfologici, ma questi ultimi rimandano comunque ad una presupposta interfecondità degli individui in questione.
            Anche dalla definizione Treccani indicata si possono ricavare queste conclusioni.

          • Ipse dixit Pennetta. Cala Trinchetto #2.
            “With the advent of gene sequencing, scientists have found that many animal species regularly interbreed. It’s easy for any safari tourist to tell the difference between olive baboons and yellow baboons that live in Kenya, for example. And yet the two species regularly produce hybrids in the places where their species overlap, and they’ve been doing it for a long time.” http://www.pbs.org/wgbh/nova/evolution/are-neanderthals-human.html
            “Some of the genes, meanwhile, appear to have led to fertility problems. For instance, Sankararaman found that the X chromosome is almost devoid of Neanderthal DNA. This suggests that most Neanderthal DNA that wound up on the X chromosome made the bearer less fertile – a common occurrence when related but distinct species interbreed – and so it quickly disappeared from the human gene pool. “Neanderthal alleles were swept away,” says Sankararaman.

            “This underlines that modern humans and Neanderthals are indeed different species,” says Fred Spoor of the Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology in Leipzig, Germany, who was not involved in any of the studies.” http://www.newscientist.com/article/mg22129542.600-neanderthalhuman-sex-bred-light-skins-and-infertility.html#.VShPa4ZdaK1
            “The latest findings from genome comparisons reinforce the status of Neanderthals and modern humans as distinct species.” http://theconversation.com/neanderthals-and-humans-an-interspecies-affair-to-remember-22520

          • Tutto questo fermo restando che ancora non sappiamo cosa sia ontologicamente un “essere umano”… si accontenti chi può.

  6. Lucy è uno dei vari “miti”,al di là del “potrebbe anche essere che”,delle tante ipotesi alla fine della fiera nessuna caratteristica(giocchoia comprese) fa pensare che Lucy avesse chissà che di non comune ad altre scimmie..perché quello era,una scimmia.
    E quello si vedono,scimmie e uomini (homo,dopo Dmanisi se ne sa anche di più..) . Cesura netta fra i due. Non solo per il pensiero simbolico.

    • E’ facile trasformare un animale quadrupede in un bipede quando si possiedono solo pochi pezzi frammentari. Basta incollarli alla distanza desiderata e con l’inclinazione che più ci soddisfa ed il gioco è fatto ..l’inganno è fatto.
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      http://oi58.tinypic.com/bhbscm.jpg

        • L’immagine è efficace come diagnosi di complottismo. Antropologi e paleontologi, sono tutti la fuori a giocare coi dati e a “confezionare inganni”. Cala trinchetto.

          • Devo ricordarle il famoso fake dell’uomo di Nebraska, o dell’uomo di Piltdown?

          • L’uomo di Piltdown è proprio l’esempio perfetto. Perché non ricorda anche chi ha svelato, nel ’53, la bufala? Le Gros Clarck, proprio lo stesso che ha smontato la tesi di Zuckerman!

          • Per come lo dipingi sembra quasi che Gros Clark sia un sommo paladino della giustizia quando in realtà fu solo cooscopritore dell’inganno insieme a Kenneth Page Oakley, Joseph Weiner. Il fatto che abbia denunciato un fake utile a manipolare l’opinione pubblica in favore della teoria dell’evoluzione non fa di lui uno scienziato onesto. A limite furbo, visto che la falsificazione era grossolana (se non sbaglio hanno persino limato i denti per renderlo onnivoro). Meglio che sia un darwinista a scoprire gli altarini piuttosto che un critico della teoria. Poi Gros Clark non ha dimostrato un bel niente, solo l’altro ieri è stato scoperto che una delle ossa di Lucy non era di Australopitecus (tanto per dirne una). Se ritrovo una ricerca del 2003 la posto, atri scienziati infatti hanno asserito che Lucy non era bipede o che comunque ci sono delle incongruenze con tale tesi. Riguardo l’uomo di Pildown, poi, Zuckerman la pensava allo stesso modo ed anche per lui il reperto era, per così dire, “troppo bello per essere vero”:
            .
            “Studenti di primati fossili non si sono distinti per la cautela quando lavorarono entro i limiti logici della loro materia. Il record è così sorprendente che è legittimo chiedersi quanto la scienza deve ancora trovare in questo settore. La storia della beffa dell’uomo di Piltdown offre una buon risposta.”

          • Hai qualche prova per dire che Le Gros Clark non fosse onesto ma solo furbo? Dico, a parte non tirare l’acqua al tuo mulino? Il cherry picking è forte in te.

  7. Giuseppe Cipriani on

    Che bel salto ha fatto l’Homo. L’idea di salto è giusta per chi ragiona dall’oggi al domani o al massimo dalla nascita alla morte, da zero anni al centenario osannato per la lunga vita… Ecco, per questi si tratta di salto, come a dire, cavoli! che grandioso salto ha fatto l’Homo, l’unico vivente che congettura, parla, si interroga sul senso della sua vita, sa che deve morire e pure spera che sia una morte che conduce a una vita più vera… Da questo punto di vista non siamo secondi a nessuno, siamo i più bravi. Ma che bel salto che abbiamo fatto, dall’oggi al domani… “misterioso”, nel senso che non sappiamo com’è avvenuto e mai lo sapremo, dal momento che nulla di strano è capitato giorno dopo giorno, di padre in padre o figlio in figlio.
    .
    Scusate se sono stato puerile e ridicolo, ma questa è metafisica pura, niente di falsificabile, tutto da sostenere a forza di certezze dell’anima… Cavoli! che bel salto che abbiamo fatto.

  8. Quando si dice il tempismo… oggi su New Scientist la notizia che un osso di Lucy è invece di un babuino.
    Nell’articolo Lucy viene definita “uno dei primi fossili umani”.
    “Lucy, arguably the world’s most famous early human fossil, is not quite all she seems. A careful look at the ancient hominin’s skeleton suggests one bone may actually belong to a baboon.”
    Ecco quello che non va.

    • Strano, hai omesso di citare questa parte: “Forty years later, thanks to its age and completeness, Lucy remains an important specimen. It shows, for instance, that our distant ancestors began to walk upright on two legs long before they developed big brains.”. Né il passaggio in cui parlano di che “pezzo” potrebbe essere mal assegnato: “”Mike pointed out that one of the [vertebra] fragments, which no one, including me, had really paid close attention to, looked fairly small to fit with the rest of Lucy’s vertebral column,” says Williams.”. Cioè un frammento di vertebra che non è mai stato usato per alcuna analisi, e toglierlo non cambia nulla circa la locomozione né la sua posizione nella storia evolutiva.
      “He stresses, though, that the analysis, which he will present at a meeting of the Paleoanthropology Society in San Francisco next week, also confirms that the other 88 fossil fragments belonging to Lucy’s skeleton are correctly identified. And the mislabelled baboon bone fragment doesn’t undermine Lucy’s important position in the evolution of our lineage.”.

  9. alessandro giuliani on

    In nessun altro campo della scienza sarebbe accettabile una tale sproporzione tra dati di fatto (poche decine di ossa di un individuo) e congetture che ci si costruiscono sopra. La biologia evilutiva di homo sapiens aldilà di ogni considerazione contenutistica e filosofica è una scienza abbastanza malandata e l’onore che riceve dalla letteratura scientifica per cui ogni osso finisce su Nature è una prova palese del fatto che si tratta di ideologia (provare a fare il confronto con il cumulo di dati necessari per pubblicare qualcosa in chimica organica o in fisiologia).

  10. Spinto dalla lettura delle posizioni contrapposte di alcuni Utenti in questo sito mi sono andato a vedere alcuni articoli che si possono trovare in rete sull’argomento (scimmie-ominidi-cosaarrivaprima-cosasuccededopo-ecc.); mi é sembrato deprimente vedere come certe argomentazioni, quando non cadono quasi nella banalità, sono comunque infarcite di tonnellate di “se”, “ma”, “si suppone”, “probabilmente”. Per non parlare poi di esami di laboratorio (quelli destinati a garantire l’età del trovato…) che alla fine della fiera presentano intervalli di confidenza paurosi. Sarà…
    Mi ha molto incuriosito invece la constatazione (mi pare condivisa dagli esperti) circa la presenza sulla Terra negli ultimi 90-100.000 anni, fino ai giorni nostri, di molte specie di scimmie ma di fatto di una sola specie di ominidi rimasta. Evidentemente siamo animali-umani molto “efficienti” a far sparire i nostri fratelli animali-umani. Paurosa la selezione “artificiale” … 🙂 .

  11. Giuseppe Cipriani on

    Cosa cambia nel concreto a scoprire che Lucy è un ominide oppure una scimmia (e su che basi, prof. Pennetta?)… Resta il fatto che siamo generati, di generazione in generazione da un antenato comune e che l’evoluzione naturale ha portato a questo Homo sapiens che sarà un ennesimo passaggio di specie di qualche milioncino di anni e passerà alla storia come reperto…

    • stò cò frati e zappo l'orto on

      E infatti per il suo “antenato comune” ci sono state migliaia di “prove”,ultimissime anche su tutti i media dell’universo.Su tutta la stampa.
      Non legga solo quello che più le piace Cipriani.
      E stia sicuro la Scienza non perde un solo secondo in supposizioni filosofiche.Almeno questo nei Laboratori.

      • Giuseppe Cipriani on

        Caro Stò, non fraintendermi. Che ti sei messo a darmi del lei come fa il prof. Pennetta con chi lo contraddice?
        .
        Biasimavo questo ping pong continuo su inezie in fondo, questa gara a stabilire cosa? Niente! Quando in realtà quel che conta, per me , è l’assodato che ci vede viventi tra i tanti, tutti di unica matrice… solo con quel salto ontologico che fa impazzire i cuori impavidi e pieni di speranza. L’ammetto anch’io che siamo unici, ma per cause naturali che non sappiamo, come si dice sempre, o che sappiamo parzialmente, senza metafisiche di mezzo e interrogazioni da presuntuosi…
        .
        Ciao caro Stò, ti abbraccio forte come se fossi lì da te. Che lo sai che ti voglio bene.

        • stò cò frati e zappo l'orto on

          Ti do del Lei scherzando!! Lo faccio quando diventi troppo serio!
          E poi che noia “darsi sempre ragione”.
          cento per cento ti voglio bene!!!!Contraccambio l’abbraccio!
          ps.Riesci sempre a stimolare la discussione,con i tuoi toni garbati ma decisi.Confermo dopo quasi(o più ?)quattro anni la vitalità di questo sito,tanto che prima ancora della lettura dei quotidiani,della stampa web,della posta…..e di tutte le grane possibili ed immaginabili mi tuffo con piacere “nella piscina delle opinioni di CS”per un “bagno fortificante”.

    • Come ho detto sopra il problema è che Lucy è diventata un simbolo, qualcosa di molto superiore a quello che effettivamente può dirci la sua analisi.
      Sia il Corriere della Sera che la chiama “progenitrice”, sia New Scientist che la chiama “uno dei primi fossili umani”, fanno affermazioni errate, indimostrabili il primo e addirittura false il secondo, il tutto tendente a dare l’errata idea che si sia ricostruito chiaramente cosa sia successo e come si sia giunti a H. sapiens.

  12. Vogliamo farci quattro risate? Guardate questo video:
    http://www.youtube.com/watch?v=XTvhJIv5Qac
    .
    Riassumo: Lucy passeggia in riva al lago, poi muore, il suo corpo va in putrefazione e resta li per un po’. Arriva un cervo e passandoci sopra rompe l’osso dell’anca (dalla forma umana). I pezzi poi si fondono di nuovo insieme, ma stavolta il caso vuole che l’anca prenda la forma di quella degli scimpanzé.
    Altro che favole..

      • Giuseppe Cipriani on

        Bene. Sono certo che se Lucy si scoprirà scimmia, alla fine scimmia sarà. La scienza non mente, come potrebbe con gli occhi addosso mentire a lungo? Perciò tranqui a tutti… Nessun complotto di nessun tipo trama nell’ombra.

        • Non per fare Capitan Ovvio, ma Lucy, essendo un Hominidae era un Primate, ed in particolare un Haplorrhini, più in dettaglio una Catarrini. Una scimmia del Vecchio Mondo dal naso semplice, proprio come noi e gli Orango, i Bonobo, gli Scimpanzé, i Gorilla. Essere umani significa anche essere primati, scimmie, mammiferi, … Non c’è dicotomia.

  13. Solo per precisione. Lucy non è l’unico specimen di A. afarensis che abbiamo, ce ne sono almeno altri sei. Sulla base dei quali si testano le varie teorie anatomiche. E molti più abbiamo del genus Australopithecus. Le ossa ritrovate coprono circa il 40% dello scheletro. C’è ancora dibattito, è vero, sulla locomozione, ma non è al riguardo del bipedismo. Ci si interroga su se e quanto questo fosse l’unica forma di locomozione, se e quanto fosse ancora anche arborea. Zuckerman e Oxnard appartengono al passato, non riconoscerlo è chiudersi alla scienza perché questa non supporta la nostra ideologia preferita.

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