Dopo la strage alla redazione di Charlie Hebdo la matita è diventata il simbolo della libertà di pensiero.
Un matita che però ha usato la libertà per tracciare delle ‘linee di faglia’.
Dopo la strage di Parigi del 7 Gennaio scorso come tutti sanno su Twitter è stato lanciato lo slogan “Je suis Charlie” che è rapidamente divenuto uno dei più popolari di sempre sul social. Da quel momento agli occhi dell’opinione pubblica Charlie ha rappresentato il simbolo delle vittime in nome della libertà e non era facile che emergessero una serie di considerazioni che è invece doveroso fare.
“Je suis Charlie” è una frase che ad un’analisi non superficiale mostra di andare oltre la solidarietà con le vittime della violenza, è facile verificare che quell’importantissima affermazione “io sono” non è stata impiegata in altri casi recenti in cui degli innocenti hanno pagato con la vita per le loro idee o più semplicemente solo per essere stati nel posto sbagliato nel momento sbagliato, nessuno ha scritto “io sono un manifestante di Odessa” o “io sono un passeggero del volo MH17” o “io sono un irakeno” o “io sono un abitante di Gaza” e così via, l’eccezionalità del “Je suis Charlie” indica un’identificazione che si spinge oltre quella con una vittima di un’azione criminale, l’io sono si spinge fino al punto di far propria l’azione stessa delle vittime di cui viene fatto il nome.
Ma quale era l’azione di Charlie Hebdo?
Non era satira, infatti la satira è un componimento in cui con “arguzia” (acume mentale) e “amarezza” si rappresentano le passioni, i vizi, i pregiudizi e le stoltezze degli uomini. No, le vignette di Charlie non erano argute e tanto meno esprimevano sentimenti di amarezza sulle debolezze umane.
Non era ironia, perché ironia è fingere di affermare il contrario di quello che si pensa per indurre l’interlocutore a riflettere sulle proprie affermazioni e convinzioni. No, i disegni di Charlie non erano ironici.
Charlie Hebdo non faceva dunque della satira o dell’ironia, nelle sue immagini si coglie invece la volontà di esprimere la propria ostilità nei confronti dell’Islam attraverso l’offesa. Charlie Hebdo ha avuto come caratteristica manifesta quella di umiliare e schernire qualcosa in cui si identificano oltre un miliardo e mezzo di persone, quasi un quarto della popolazione mondiale. La stessa frase “io sono”, pronunciata dagli islamici diventa “io sono musulmano”, e si riferisce ad un’identificazione profonda dell’individuo e quindi in caso di offesa si può parlare di un comportamento verso la persona e non verso un concetto astratto, un comportamento contro la persona intesa nelle sue convinzioni più profonde che si può definire “islamofobo”.
Avendo come oggetto non gli intolleranti o i terroristi ma l’intero Islam, Charlie Hebdo ha ingiustamente colpevolizzato in modo indistinto persone dalle idee e dalle posizioni molto diverse tra loro contribuendo a scavare un fossato tra il mondo occidentale (qualunque cosa si possa intendere con tale definizione) e il mondo islamico.
Ad esempio Islam è anche la Turchia, membro importante della NATO, che è stata messa in difficoltà, sono Islam anche tanti immigrati che nella stessa Francia e in tutta Europa lavorano pacificamente da anni e si sono sentiti discriminati.
L’islamofobia di Charlie Hebdo è stata, ed è ancora, di fatto funzionale ad alimentare la teoria dello “scontro di civiltà” elaborata sul finire degli anni ’90 dal politologo Samuel Huntington. Secondo la teoria di Huntington, scomparso nel 2008, è inevitabile che lungo i confini tra differenti culture si accendano scontri permanenti e insanabili, una situazione per la quale è stata coniata l’espressione “linee di faglia“. Huntington afferma che la democrazia in sé è esportabile negli Stati islamici, ma in quel contesto essa non conduce automaticamente all’affermazione del liberalismo. Per Huntington quindi democrazia dovrebbe essere sinonimo di liberalismo: libere elezioni in società non occidentali «producono spesso governi ostili all’Occidente». E quindi poiché il liberalismo viene concepito come l’unica possibilità accettabile per una società, i paesi che rifiutano il liberalismo dovranno essere essere considerati come nemici.
Charlie è stato dunque strumento di una visione del mondo che intende imporre il sistema di “valori” occidentale e che non ha nessun reale interesse a diffondere la democrazia se questa viene usata per scegliere modelli sociali diversi dal liberismo economico e dall’etica edonistica e consumistica.
Charlie Hebdo è inaspettatamente diventato, nella sua tragica vicenda, il polo intorno al quale sono stati riuniti quasi tutti i leader dei maggiori stati occidentali, di quei paesi impegnati sulle linee di faglia dell’ipotizzato scontro permanente con l’Islam.
Nel suo nome anche tre milioni di persone sono state strumentalizzate con una manifestazione di piazza in cui si affermava la propria identificazione con Charlie e, più o meno inconsapevolmente, l’adesione allo scontro di civiltà.
Nel suo nome, infine, degli islamici si convinceranno che lo scontro di civiltà è inevitabile, e degli innocenti hanno già iniziato a pagare, e pagheranno, per cose che non hanno mai pensato, detto o fatto.
Per questo non posso dire “Je suis Charlie”.
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46 commenti
Ma quale Islamofobia? fino a prova contraria, sono i vignettisti di Charlie Hebdo che stanno sotto terra per colpa dei musulmani fanatici, e non viceversa!
Charlie Hebdo è satira dissacrante di sinistra, contro tutte le religioni e non solo, hanno messo alla berlina anche personalità politiche e dello spettacolo, senza risparmiare sfottò nemmeno contro personaggi molto critici nei confronti dell’Islam, come Michel Houellebecq.
In realtà facevano, e si spera continueranno a fare, ciò che ogni buona satira politico-religiosa(esistono vari tipi di satira, non solo quella che rappresenta con arguzia vizi, passioni, debolezze e stupidità umane, ma anche quella che fa caricature della meschinità, avidità, violenza e stoltezza che caratterizzano partiti politici e organizzazioni religiose) dovrebbe fare, cioè irridere ogni forma di potere (politico, religioso, economico) e ogni forma di fanatismo, mettendo in luce le contraddizioni, le assurdità, e le prepotenze(ovviamente a seconda della prospettiva del vignettista, della propria sensibilità e delle proprie idee politiche, non si può pretendere un annullamento della soggettività). Che non ci fosse nessun acume nelle loro vignette, è opinabile!
Scusi Andrea ma sfugge la logica della sua prima affermazione, il fatto di aver subito l’attentato cambierebbe il contenuto di quanto è stato pubblicato e renderebbe le vittime non islamofobiche?
Se vogliamo posso convenire su fatto che l’islamofobia era parte di una generale teofobia che colpiva spesso anche il cristianesimo, dispiace però che in Nigeria questo non sia noto e per l’ “arguzia” dei vignettisti di Charlie Hebdo ieri abbiano incendiato sette chiese.
Sull’arguzia di certe immagini ciascuno la può pensare come vuole, io vedo solo una banale volgarità e spesso delle offese gratuite.
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Esempi di arguzia:
NB in seguito a giuste considerazioni giunte da lettori NON islamici, riportare le vignette anche solo a titolo di informazione ne ripropone comunque la valenza offensiva.
Per tale ragione si lascerà solo il link per chi volesse verificare di persona quale fosse il tipo do messaggio veicolato da Charlie Hebdo.
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https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTmkTPzhUGYBkPv0nDG38UOKYQ5kdgLPuo12yLs4rm_g6OpjqyX
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http://www.lepoint.fr/images/embed/mahomet-etoile.jpg
Cosa si intende per islamofobia? critica dissacratoria alla religione islamica, e ai regimi politici teocratici, illiberali e contrari alla concezione moderna di diritto umano, che caratterizzano in varia misura tutti i Paesi a maggioranza islamica? oppure con islamofobia si vuole intendere odio contro i musulmani?
Per distinguere chi odia dalle vittime dell’odio, basta vedere chi imbraccia il fucile(o impugna il coltello dalla parte del manico) e chi finisce all’ospedale o all’obitorio!
Accusare chi critica in maniera assolutamente non violenta( i disegni non hanno mai ucciso nessuno, e quelli di Charlie Hebdo non contenevano nessuna istigazione alla violenza) di odio, è come accusare Charlie Chaplin di essere “Nazistofobo”….ma non fu Chaplin ad avere le mani grondanti di sangue, così non ce l’avevano nemmeno i vignettisti uccisi!
” i disegni non hanno mai ucciso nessuno”
A me pare, invece, che il caso Hebdo sia la prova provata del contrario: in qualche modo, per dei disegni si può anche morire. Purtroppo.
Inoltre, come l’imbracciare un fucile non è necessariamente male, così il solo uso della penna non è necessariamente bene: dipende dall’uso che se ne vuole fare ed in questo caso è stato fatto un pessimo uso sia dell’uno sia dell’altra.
“A me pare, invece, che il caso Hebdo sia la prova provata del contrario”
Affatto, casomai è la prova provata che il fanatismo(in questo caso religioso, ma esistono anche altre forme di fanatismo) uccide, e dimostra che le loro vignette sull’Islam non erano affatto “islamofobe”, ma piuttosto una pertinente e realistica rappresentazione della violenza insita nell’Islam radicale, e del pericolo che questo rappresenta per la libertà di tutti.
Oggi ci hanno rimesso la pelle solo i vignettisti, ma se non si prendono provvedimenti politici per discernere la maggioranza di musulmani pacifici, dalla minoranza di estremisti, e cacciare via questi ultimi, un domani potrebbero andarci di mezzo tutti(perlomeno tutti i non credenti, magari ai cattolici un bel regime teocratico piacerebbe pure)
“le loro vignette sull’Islam non erano affatto “islamofobe”, ma piuttosto una pertinente e realistica rappresentazione della violenza insita nell’Islam radicale”
E così Maometto nudo sarebbe una “pertinente e realistica rappresentazione della violenza insita nell’Islam radicale”?
Ma stiamo parlando della stessa cosa?
Lei inizia la sua risposta con “affatto”, Andrea, ma poi di fatto mi dà ragione poichè conferma che il fanatismo islamico ha colpito in forza di alcuni disegni. E ciò significa proprio che per dei disegni si può anche morire, come già detto.
Il Maometto nudo è un espediente innocuo(è mai morto nessuno per aver visto un maometto nudo? credo proprio di no!) che serve a far emergere la violenza e l’intolleranza religiosa.
Una persona pacifica e civile, se (per usare la metafora di Papa Francesco) gli offendono la mamma, non prende a pugni nessuno, ma casomai sporge querela per diffamazione!
“Lei inizia la sua risposta con “affatto”, Andrea, ma poi di fatto mi dà ragione poichè conferma che il fanatismo islamico ha colpito in forza di alcuni disegni. E ciò significa proprio che per dei disegni si può anche morire, come già detto.”
Sono stati uccisi per reazione ai disegni, MA non sono stati uccisi DAI DISEGNI. I disegni non causano la morte, sono le persone(violente e fanatiche) ad imbracciare il fucile e premere il grilletto!
Certo, in reazione ai disegni. Quindi per dei disegni, in qualche modo (già l’avevo detto nel primo intervento) si può morire.
In ogni caso, se lo ritiene opportuno, ripeta pure che i disegni non uccidono perchè non possono sparare (…), le assicurò che non replicherò ulteriormente.
Evidentemente il termine islamofobia significa un’avversione generalizzata verso l’Islam, e infatti le vignette colpivano Maometto, non un regime in particolare o una formazione terrorista, mi meraviglio che si debba stare qui a fare queste precisazioni.
E non è vero che per distinguere chi odia dalle vittime dell’odio basta vedere chi imbraccia il fucile, mi sembra davvero ingenuo pensare che l’odio verbale o in altre forme non esista e che senza la violenza fisica non esiste l’odio.
Per favore poi non facciamo paragoni tra Chaplin del Grande dittatore con C.Hebdo, il primo dissacrava una persona, senza mai tra l’altro offendere in modo becero (tipo Hitler nudo) non l’intera nazione tedesca, infine il film era girato in piena guerra.
Detto questo ormai anche i vignettisti hanno in qualche modo le mani grondanti di sangue, nelle ultime 24 ore per via della loro attività in Nigeria sono state bruciate sette chiese e uccise 10 persone innocenti.
“Detto questo ormai anche i vignettisti hanno in qualche modo le mani grondanti di sangue, nelle ultime 24 ore per via della loro attività in Nigeria sono state bruciate sette chiese e uccise 10 persone innocenti”
Ma scherzi o parli sul serio?Il gruppo terrorista islamico Boko Haram compie attentati e massacri da anni, e la responsabilità morale sarebbe di uno sparuto gruppetto di disegnatori francesi(tra l’altro quasi tutti morti e sepolti)?
Se ragioni davvero così, NO COMMENT!
Con questi presupposti “logici” non si può discutere di nulla!
P.S. Chaplin ha dissacrato e ridicolizzato tutto il movimento Nazi-fascista non solo Hitler e Mussolini, tant’è vero che è stato censurato in tutta l’ Europa nazi-fascista
Che c’entra Boko haram?
L’episodio non fa parte delle azioni di Boko Haram, anzi proprio i 2000 uccisi da lui nello stesso giorno dei fatti di Parigi hanno meritato ben poca attenzione da parte deil’occidente.
Appunto, Chapilin ha dissacrato il nazifascismo, non gli italiani o i tedeschi con lo loro cultura.
E poi si era in guerra.
Anche se non è coinvolta Boko Haram, il discorso non cambia, sono stati estremisti Islamici, i disegnatori morti e sepolti, non hanno alcuna responsabilità, neanche morale.
Oltretutto leggo che hanno anche bruciato chiese cristiane e saccheggiato negozi di cittadini non musulmani. Che c’entrano le chiese cristiane, e i negozi non musulmani, con Charlie Hebdo(che irrideva anche ebraismo e cristianesimo)?
Probabilmente è solo un pretesto per fare quello che in Nigeria gli estremisti musulmani fanno quasi tutto l’anno, e anche se non fosse un pretesto, il colpevole è chi commette violenza, non chi disegna vignette che non istigano nessun tipo di violenza( non mi risulta che i vignettisti abbiano mai istigato i non musulmani a picchiare o ammazzare i musulmani)
Mai sentito l’espressione “gettare benzina sul fuoco”?
A maggior ragione dato che la situazione è già rovente a cosa serve provocare?
Servono “pompieri” non incendiari.
Non posso che concordare con quanto viene affermato; Charlie Hebdo è espressione del masso-nichilismo e del lerciume dell’Occidente. E ciò che m’inquieta è constatare di essere una voce fuori dal coro, che senza ragione le masse condividano di essere Charlie, o molto meglio dei porci,
Non vi è alcuna traccia di intelletto in queste vignette, e penso che sia l’Occidente che il mondo Islamico siano usciti pessimamente da questa vicenda, o meglio non ne sono usciti affato.
Gli unici profitti li ha ottenuti proprio la rivista, in termini di visibilità mediatica.
Probabilmente oltre alla rivista i profitti maggiori li ha ottenuti anche il “socialismo alla Hollande”(lo dico con la morte nel cuore).Basterebbe consultare i sondaggi francesi.
In realtà la Libertà e la Laicità non hanno niente a che spartire con la totale mancanza di rispetto per il pensiero altrui(in questo caso religioso).Contano i fatti e non degli scarabocchi su dei pezzi di carta(chi conosce la Francia comunque sà benissimo che le vignette ecc,ecc, sono da sempre,cioè dopo la rivoluzione in particolare,un arma al vetriolo).Logico in ogni caso rifiutare la violenza come soluzione.
La “qualità” della rivista e il “basso livello” della satira di alcune vignette (specialmente negli ultimi anni) ha origini (e si basa prevalentemente) nella cultura di origine illuminista ovviamente particolarmente presente in Francia. Penso anche che questa “cultura” non rappresenti l’occidente o, meglio, ne rappresenta probabilmente una piccola parte. E’ una cultura che, indipendentemente dai valori espressi o proposti (e ce ne sono ovviamente di buoni), porta ineluttabilmente (e spesso) a rotte di “collisioni” con altre culture. Questo per il semplice fatto che “sviluppa” intolleranza in quanto prevede un rispetto verso l’altro contestualizzabile e giustificabile solo nell’ambito della propria proposta etica-culturale. In altri termini l’ “altro” é visto si come generatore di valori da rispettare ma soprattutto NON é considerato/considerabile “generatore” da cui attingere valori (piuttosto “generatore” da cui bisogna blindarsi). Diciamo che é una cultura un poco spocchiosa 🙂 .
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In definitiva, se inteso come presa di posizione, non mi piace ne “io sono Charlie” ne “io non sono Charlie”. Piuttosto un pensiero/preghiera ai morti, piuttosto tenere alta la tensione affinchè vengano consegnati alla giustizia quei quattro deliquenti, piuttosto non comprare il giornaletto se continuano a comparire indirette “valutazioni culturali di prevaricazione” e non delle sane/argute “prese per il c**o” dei vari aspetti della società.
“Charlie è stato dunque strumento di una visione del mondo che intende imporre il sistema di “valori” occidentale”
Charlie (che io non leggevo e continuo a non leggere) attaccava tutte le religioni, non solo l’Islam, rivendicando il diritto di poter scherzare su qualsiasi fede. Ci sono un sacco di buone ragione per essere o non essere Charlie, ma definirlo uno strumento per imporre un sistema di valori è semplicemente sbagliato.
Leggo l’editoriale di Scalfari su Repubblica di oggi:
“A me personalmente “Charlie Hebdo” è un giornale che non piace affatto e non indosserei alcuna insegna dove sopra sta scritto “Io sono Charlie”. Purtroppo alcuni di loro hanno pagato con la morte quella satira volutamente provocatoria e me ne rincresce moltissimo, ma non sono “Charlie”
…
Forse Francesco ha sbagliato a minacciare il pugno contro chi insulta le religioni, ma il precedente c’è e il pugno dovrebbe essere – credo io – una norma che vieti e punisca chi si prende gioco delle religioni. Puoi criticarle, certamente, ma non insultarle
.”
Caspita, può anche accadere che io sia d’accordo con Scalfari… 😯
Prof., cominci a preoccuparsi, allora… Anche io sono d’accordo con Scalfari.
È stato menzionato Samuel P. Huntington e volevo solo dire che per capire meglio la questione riguardante la comparazione tra le civiltà, allora è meglio andare a leggere il fondatore di questa scienza Feliks Koneczny. Robert Piotrowski nel suo libro di abilitazione ha criticato Huntington sul pensiero di Koneczny, dicendo che ha collegato troppo strettamente le civiltà con la religione, cosa che come ha dimostrato Koneczny ha solo posto nelle civiltà sacrali. Comunque, non ho trovato su internet i libri di Koneczny tradotti in italiano, ma si trovano in inglese.
Grazie per l’approfondimento. Purtroppo confermo che in rete non si trova molto degli autori citati, mi sembra particolarmente importante la conferma che Huntington vedesse uno scontro in particolare tra religioni.
A ben vedere si tratterebbe di uno scontro tra la ‘non religione’, o l’ateismo liberista occidentale, e le religioni.
Per me, quando uno decide di fare una scelta di libertà di espressione, anche forte, dovrebbe chiedersi: “La mia scelta potrà avere ripercussioni, anche gravi, nei confronti di terze persone innocenti?” Dare una risposta intelligente (e sincera) a questo semplice quesito dovrebbe indirizzare sempre al meglio le scelte…
La mia libertà, sarà estremamante banale, finisce là dove può andare a incidere profondamente e negativamente sulla vita ed esistenza di altre persone.
Pienamente d’accordo con l’articolo,e in tutto questo Charlie ha guadagnato pubblicità. Probabilmente scrivere j€SuisCharli€ sarebbe più adeguato.
http://www.amlo.it/public/charlie-hebdo.jpg
Vignette come questa, e come molte altre prodotte da quei disegnatori, non sono vera satira. Non fanno ridere, non fanno riflettere, non rappresentano neanche una critica verso i molteplici difetti della chiesa. La loro unica utilità è quella di sancire il totale disprezzo della redazione di charlie hebdo verso la religioni in generale e verso tutti coloro che la professano. Chi vuole vedere delle vere vignette anticlericali spiritose si cerchi i lavori di Galantara pubblicati su l’Asino. Lì si che i difetti del clericalismo venivano messi alla berlina. Qui siamo su un altro piano, che rasenta il caso patologico. Detto questo, meritavano di morire? Certo che no. Se la sono cercata? Direi di si. Quando dico che se la sono cercata, non mi riferisco alla reazione viscerale e sproporzionata di chi li ha uccisi, mi riferisco esclusivamente all’unico fine delle loro vignette: suscitare odio, sputando in faccia il loro disprezzo a chi non la pensa come loro. Non li considero dei martiri della libertà di espressione e non mi sogno neanche lontanamente di attaccarmi allo slogan , falso e ipocrita, “io sono charlie”. I valori dell’occidente, grazie al cielo, sono ben altri.
@Mirko
Mi trova completamente d’accordo su tutta la sua linea di pensiero
Quella è una vignetta polemica, basata su un gioco di parole, contro Monsignor Ving-Trois ( http://fr.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9_Vingt-Trois ), non deve far ridere tutti(ovvio che i cattolici non ridono), non deve necessariamente far riflettere, lo scopo di vignette del genere, è di schernire i nemici ideologici( coloro che sono nemici degli ideali di LAICITA’, LIBERTA’ ,UGUAGLIANZA, ANTIFASCISMO, tipici di una vera sinistra… la pavida sinistra italica, che si limita all’anticattolicesimo, ma poi per paura o per fascino perverso si inchina all’Islam, è una falsa sinistra ipocrita!) .
E a quanto pare riesce molto bene nello scherno, visto che queste vignette sono riuscite a suscitare l’indignazione di molti cattolici!
“Detto questo, meritavano di morire? Certo che no. Se la sono cercata? Direi di si.”
Questa frase è un controsenso, o se la sono cercata e dunque meritavano di morire, oppure non meritavano di morire, e quindi non se la sono cercata. Deciditi!
E’ come dire, NON MERITAVA DI ESSERE STUPRATA, MA CON QUELLA MINIGONNA SE L’E’ CERCATA!
Un po’ ambiguo!
Ma quale liberta’ ed uguaglianza
Questi sono principi utilizzati per chi e’ della stessa ideologia
Sbaglio o qualcuno che legge un libro come protesta, non e’ per nulla stato “tollerato” ed anzi insultato e malmenato?
Certo che anche voi laici ve la prendete e parecchio anche…
“non deve necessariamente far riflettere, lo scopo di vignette del genere, è di schernire i nemici ideologici”
Lo scherno, al solo scopo denigratorio, qualunque sia l’argomento, a casa mia è una cosa negativa e in nessun modo civile. Lo stesso vale per coloro che hanno come unico scopo quello di offendere e provocare un gruppo di persone.
“Questa frase è un controsenso, o se la sono cercata e dunque meritavano di morire, oppure non meritavano di morire, e quindi non se la sono cercata. Deciditi!”
Non c’è alcun controsenso in quella frase, almeno non per gli occhi di un lettore attento. Si sono meritati la morte? No. Si sono andati appositamente a cercare l’iodio e il disprezzo di un gruppo di persone, e quindi anche una possibile reazione estrema (perché nel mondo NON siamo tutti uguali)? Si. Quest’ultima frase dovrebbe suonare però come una sorta di giustificazione alle azioni estreme? No.
Citando il tuo esempio poco calzante con l’argomento: una ragazza che gira in minigonna lungo una via malfamata piena di stupratori seriali merita di essere violentata? No. Se viene stuprata, il violentatore viene scagionato o giustificato da questo fatto? No. Nessuna violenza è giustificabile, ma siccome, come ho già detto, le persone al mondo non sono fatte tutte con lo stampino, la ragazza detiene comunque la colpa di non essere stata previdente. Tornando a specificare che, comunque, l’esempio non è appropriato.
Ok, però in merito all’esempio della ragazza stuprata, io preferirei che il governo rendesse le strade più sicure, piuttosto che privare le donne della libertà muoversi in maniera indipendente, e vestirsi(entro i limiti permessi dalla legge) come gli pare.
Così preferirei che i governi europei prendessero delle contromisure per arginare e sconfiggere il terrorismo islamico in Europa, piuttosto che l’autocensura di intellettuali, scrittori, registi, giornalisti, vignettisti e chiunque abbia un’opinione invisa agli estremisti musulmani!
Ma che c’entra l’esempio della ragazza sturata(*cit Villaggio)?
Che purtroppo il mondo offra il possibile incontro di orchi o lupi cattivi lo può sapere già un bambino quando ascolta cappuccetto rosso.
Andare a fare benzina di notte in certe zone mette in una situazione di rischio,andare in certe stazioni in certi orari etc etc..
Andare in vacanza in certi luoghi in certi momenti,accettare passaggi da sconosciuti etc..
È ovvio che oltre all’azione di governi,forze di polizia e persone serve anche il buon senso,è un’ovvietà di una banalità spèaventosa.
È certamente anche banale che per prevenire/limitare tali situazioni di pericolo non si debba minare quelle che sono le libertà dell’individuo/famiglia/collettività.
Quindi anche reintrodurre i “censori”.
Quì ad ogni modo il discorso è proprio un’altro,non c’è nessuna giustificazione per i terroristi di Parigi,ma,oltre alla banale constatazione che fare ironia contro certe persone può mettere in situazioni di pericolo(esiste la cosa anche con fantici del calcio…),si vuole porre l’attenzione che non tutto è satira,non tutto è black humor,non tutto è critica e che bisognerebbe comun que cercare la qualità in queste cose.
Hebdo è spazzatura,come tanta,basta vedere per esempio video popolarissimi sui social o cose simili,certa spazzatura va,ora quella di Hebdo andava meno di prima e era alla fine.L’attentato gli ha garantito un po’ di vita in più.
Nei limiti consentiti dalla legge nel privato poi ci può stare anche l’offesa,la denigrazione etc..chi paga o a chi piace certa spazzatura non ha un gran bel gusto però,qualunque idea o fede abbia..
Vorrei aggiungere che poi fosse stato preso d’attacco il Vernacoliere di Livorno col cavolo che sarebbero arrivate in massa tutte quelle persone ed autorità.
Concordso infine con Enzo nel constatare che la vicenda è stata come spesso avviene oggetto di strumentalizzazioni.
Ciao Leonetto,
sentivo la mancanza dei tuoi interventi!
Qui sopra mi sembra che tu abbia chiarito bene la differenza tra il “se la sono cercata” e il “buon senso” che deve sempre accompagnare i nostri comportamenti da quando diventiamo adulti e non stiamo a fare irrealistiche questioni di principio.
Detto che per quel poco che ho visto le vignette di CH mi sembrano di un livello intellettivo infimo e detto che non sopporto la satira (che è uno dei massimi strumenti per semplificare brutalmente le cose ed alimentare i pregiudizi), su 2 aspetti (strettamente legati) concordo con Andrea: l’incazzatura nel sentire l’espressione “se la sono andata a cercare” e la valutazione sulla pavidità della sinistra italica. Quanto al primo punto, come negare che fare un’affermazione del genere significa in qualche modo mostrare comprensione (anche se magari senza giustificarle) verso le violenze dei fanatici islamici? Ogni giorno il cattolicesimo viene pesantemente dileggiato da qualche media occidentale, eppure nessuno si sogna di ammazzare i dileggiatori e nessuno pensa che questi con le loro offese si vadano a cercare una violenta vendetta: perchè questo dovrebbe invece accadere con i mussulmani? Con tutta la comprensione che si può avere con il mondo islamico, è innegabile che questo ha al suo interno un fortissimo problema di auto-critica, nel senso che da loro l’auto-critica proprio non esiste. Se anche ammettono che qualcosa nel loro mondo non va, è sempre colpa di qualcun altro, delle crociate, del colonialismo, dei bombardamenti americani ecc. E’ come se noi italiani iniziassimo a buttare bombe contro le ambasciate spagnole e francesi e dicessimo che è tutto giusto e normale perchè nei secoli passati siamo stati oggetto delle loro dominazioni. Che senso ha? Essere più cauti nella critica contro l’islam solo perchè le loro reazioni sono più violente è quindi doppiamente sbagliato, perchè si fa un torto alla verità e si finisce per essere deboli con i forti e viceversa. La critica però deve essere intelligente e ragionata, non dozzinale e urticante come quelle di CH. Quanto alla pavidità della sinistra, come non notare che nelle reazioni ai fatti parigini di molti presunti grandi intellettuali (Odifreddi, Eco, Toscani ecc.), per una sorta di riflesso pavloviano, anzichè prendersela con la visione fanatica e violenta che domina in certi ambienti islamici, si è finito quasi sempre per attaccare le religioni tout court in generale ed il cattolicesimo in particolare (cattolicesimo che non solo non c’entra nulla ma che è anzi probabilmente nel mondo la principale vittima del terrorismo islamico)? Anche questo ha davvero pochissimo senso.
mi sono sbagliato
Io è da anni che sogno una satira cattolica che renda pan per focaccia a questi vignettisti. Ovviamente sarebbe una satira non insultante, ma capace di mettere alla berlina le continue contraddizioni dell’ampio fronte laicista che va dai liberal-massoni e radical-chic agli orfani del marxismo, passando per il vasto centro-sinistra politicamente corretto che guarda ai democratici all’Obama, ma toccando anche il leghismo tracotante e il berlusconismo agonizzante. Ci sarebbe veramente materia di satira a non finire, perché gli spunti che fornisce il fronte laicista sono continui e inesauribili. Purtroppo i disegnatori cattolici sono pochi e non hanno abbastanza cattiveria e forse coraggio per portare avanti qualcosa del genere. Per me all’inizio se la vedrebbero anche parecchio brutta tra denunce, querele e risarcimenti richiesti e forse anche per questo nessuno si muove in questo ambito. In tale ottica il pugno che darebbe il papa a chi insulta sua madre e quindi la religione, dopo un po’ di perplessità (almeno un papa non dovrebbe provare a porgere l’altra guancia ?), non mi è dispiaciuto perché può anche significare che ribellarsi in modo pacifico a questa dittatura della satira a senso unico è possibile e anche auspicabile.
A me piacerebbe una satira sugli “sradicati” ossia sugli gli opinion leader senza radici (cristiane) che ci dobbiamo sorbire di continuo, mi immagino delle vignette alla Pericoli, con questi che volteggiano per aria in varie posizioni (ma spesso con il capo in basso e le gambe al cielo, fluttuanti) mentre portano avanti le loro elucubrazioni tutti compiaciuti e con sprezzo del ridicolo, quindi qualcosa come una sequenza di 4-6 vignette. Come si vede nulla di tremendo, con molto understatement e stile un po’ british, ma immagino già le reazioni spropositate di chi non è abituato a subire attacchi da quella parte e proprio non se li aspetta. Almeno si vedrebbe chiaramente che non c’è davvero libertà di espressione per tutti e c’è giusto molta retorica per coprire chi davvero detta legge, in barba alla tanto strombazzata democrazia.
Muggeeidge dicci la verità tu non solo ci stai pensando tu nel cassetto hai dei disegni. ..non mi rispondere ma se non lo hai ancora fatto leggiti Chesterton iniziando da ‘Eretici’ e ‘Ortodossia’ e’ il massimo semplicemente il massimo dell’ironia oltre a essere l’ultimo grande padre della Chiesa. Comunque il Santo Padre ci ha fatto capire che è ora che tiriamo fuori qualcosa in questo campo.
Può un muggeridge non conoscere (almeno un po’) Chesterton ? :-). Purtroppo non so disegnare o almeno non lo so fare così bene come converrebbe per sperare in un minimo di successo. Non penso di avere poi una particolare vena satirica, mi riescono meglio le caricature accentuate e il mio vero sogno sarebbe un anti-Fo cattolico che faccia teatro, ma su questo non c’è alcuna speranza, gli smonterebbero il teatro subito, forse potrebbe sopravvivere in qualche teatro parrocchiale se trova il parroco giusto però, cosa non facilissima.
Stavolta non sono sicuro di concordare. Rispettare la religione? In quanto? E perche’ non rispettare la fede calcistica. O la credenza in un Big Bang. E, soprattutto, perche’ non parlare di quanto mi fa imbestialire quando mi si tacca per -fobo, che lo ritengo un chiaro insulto?
Non riesco ad entrare nella discussione, ci sono troppe vacche sacre da salvare e ancora non e’ chiaro quali mucche entreranno nell’arca (religione e sessualita’? E basta?) e quali no. E perche’, no.
Charlie, come detto, e’ dissacrare (togliere il sacro). Che e’ secondo me un ottimo esercizio mentale, a mia opinione (di agnostico). Ho visto milioni di persone muoversi come non mai, c’entrano poco i media stavolta, i media non ottengono questo effetto fulminante.
E cerchiamo di non fare paragoni azzardati.
DOMANDA, cui vorrei tanto una risposta (che non trovo): DOVE ACCIDENTI STA SCRITTO CHE QUELLO SUL NUOVO NUMERO DI CHARLIE E’ MAOMETTO?
Dove sta scritto?
Perche’ se non c’e’ scritto, allora l’Islam sta guidando le danze, anche mentalmente.
Beh, l’ultima mi pare della serie “il mio regno per un cavillo” :-), cioè, siccome non c’è scritto Maometto chi l’ha detto che lo sia ? Andiamo, l’hanno sempre disegnato così e ora non è lui ? A cosa siamo costretti ad attaccarci per difendere questa rivista ?
La religione va rispettata perché è alla portata di tutti capire che in questa sono coinvolti i sentimenti più profondi delle persone. Vogliamo includere il tifo sportivo ? Io penso che se una squadra o una tifoseria vengono diffamate a mezzo media, la querela parte eccome.
C’è anche chi ha tentato di ribaltare la questione dicendo che gli offesi sarebbero i non credenti che aspettano una dimostrazione dell’esistenza di Dio da queste fedi che si dicono offese…strafalcione pazzesco, perché è stato offeso il Profeta e Maometto è comunque storicamente il padre delle nazioni arabe. Da questo lapsus e gaffe laicista però si capisce perché si tenta goffamente da parte di alcuni di negare l’esistenza di Cristo. Per i cristiani Dio si è mostrato in Cristo e Cristo è esistito (proprio per canzonare questi negazionisti uno storico ha scritto un libro in cui ha dimostrato che con gli stessi criteri usati contro Cristo, risulterebbe che non sia esistito neppure Napoleone….:-) )
Per me non distinguere tra il caso di riferimento esplicito o no, e’ mostruoso, altro che cavalli. Allora ha ragione LERCIO che ha titolato “fa uno scarabocchio su carta, si accorge di aver disegnato Maometto e si taglia la mano”.
Vedo un enorme balletto.
Chiariamoci: con questo non sto dicendo che non ci debba essere il reato d’offesa religiosa. Dico che, anche CI FOSSE STATO, vedo mostruoso il prendersela con una vignetta che di simbologia riporta solo un turbante! Dove terminerebbe, in questo caso, la simbologia blasfema? Un vestito lungo lo si potrebbe disegnare? O suonerebbe arabo, quindi Maometto, anche quello?
Entrando nel reato d’offesa, mi domando perche’ mai si deve dare questo reato ai credenti nelle religioni, e non ai credenti in altre cose. Un implicito ed atavico asservimento mentale alla religiosita’ dottrinale, invece che ai cavalli?
Non so i cavalli che c’entrino, il mio esempio iniziale era legato ai familiari (ho preceduto il papa 🙂 ) e a me stesso: se mi offendono o li offendono sui media, posso agire legalmente e quindi le religioni e le varie appartenenze, a maggior ragione, non vanno escluse da questa tutela di cui godono i singoli. Questa dovrebbe essere la norma in ogni nazione che si voglia dire civile.
E questa e’ la parte su cui concordo. Non concordo pero’ a far entrare nel recinto delle vacche sacre unicamente le offese a specifiche dottrine. E’ un grosso problema che non si puo’ risolvere speciosamente, ad hoc. Sarebbe un regalo ad una specifica forma di ritualita’. I cavalli li ha citati prima. Non so perche’ sto pure a precisarlo.
Veramente io ho parlato di “cavilli”, non di “cavalli”…
Esiste in “fenomenologia delle religioni” un concetto, sviluppato in particolare da Julien Ries, che e’ quello di Homo Religiosus.
Questo concetto afferma che l’uomo nella sua essenza, e’ un essere religioso.
La religiosita’ costituisce quindi l’essenza piu’ profonda dell’uomo, sia che egli ne sia cosciente o meno.
Offendere quindi una religione equivale ad offendere l’uomo nel suo essere piu’ intimo.
Si puo’ essere d’accordo o meno con queste affermazioni, ma e’ qualcosa di cui varrebbe tenere in conto quando si parla di rispetto e tolleranza.