I due autori Taddia Federico e Pievani Telmo
A prima vista il libro “il maschio è inutile” appare solo un’operazione commerciale, ma invece il discorso è più serio.
Un testo antiscientifico e un messaggio psicologicamente irresponsabile.
“La scienza è arrivata a una conclusione un po’ sconcertante: ovvero che se c’è un sesso debole in natura è quello maschile, non quello femminile. Il sesso maschile è accessorio.” Questa dichiarazione è stata rilasciata nel corso di un’intervista sul libro “il maschio è inutile” del prof. Telmo Pievani al quotidiano Metro. E’ un’affermazione impegnativa dire “la scienza è arrivata a una conclusione“, un’affermazione che impegna a fornire la dimostrazione scientifica di quanto si sostiene, previa definizione del termine “forte”.
Ho letto per intero il libro e la “dimostrazione” riportata con grande sicurezza si baserebbe su una serie di casi particolari riguardanti pesci, insetti, ragni, la foca, l’ “elefantessa marina” (sic!) ecc… che a parere dei due autori dimostrerebbero la tesi del libro. La vetta viene raggiunta dall’esempio della rana pescatrice i cui maschi si fondono con il corpo della femmina diventando letteralmente degli “scroti ambulanti” (pag. 17). Insomma capito come funziona la scienza secondo gli autori? Si prende la rana pescatrice (qualche insetto, ragni ecc…) e si generalizza a tutti gli altri, si opera in pratica quello che viene chiamato “cherry picking”, la scelta di quei casi che fanno gioco e si ignorano tutti gli altri (molti di più) che invece non confermano la tesi che si vuole dimostrare.
Questo modo di procedere è tanto più sconcertante quanto più proviene da chi dovrebbe divulgare la scienza e il metodo scientifico, è però d’altra parte utile per capire come funzioni attualmente un certo mondo scientifico: scegliendo i casi ad hoc si può dimostrare qualsiasi tesi.
Ma quel che è più grave è che viene passato il messaggio che quel che riguarda pesci, insetti, ragni ecc… valga anche per la specie umana, questo oltre ad essere un grossolano errore scientifico è anche un messaggio irresponsabile in quanto va a interferire su un aspetto psicologicamente molto sensibile come quello dell’autostima. Questo aspetto è particolarmente grave in quanto i due autori conducono “Big Bang”un programma scientifico sulla rete DeaKids dedicata ai ragazzi.
Dire che “il maschio è inutile” a degli adolescenti che ripongono fiducia nella fonte dell’informazione è un atto potenzialmente destabilizzante e irresponsabile.
Una volta constatato che si giunge a fare affermazioni destrutturanti riguardo l’essere umano basandosi su quanto avviene in animali che nulla hanno a che vedere con la specificità umana, il libro opera anche una sorta di “pars construens” fornendo una serie di esempi di come dovrebbero comportarsi i maschi umani per rispondere alla loro prossima e “scientificamente dimostrata” estinzione. Ecco che allora si sviluppa una galleria di personaggi che definire “sigolari” è il più delle volte riduttivo, si va da chi si è riciclato come “gigolò” (immaginiamo se si fosse dato questo consiglio alle donne quali sarebbero state le reazioni?), chi ha abbandonato il lavoro di commerciante per mettersi a cercare sassi lungo un fiume, chi è diventato “body painter”, chi invece se ne va in giro per il mondo a dipingere la faccia del personaggio televisivo “Arnold” sui muri per vedere se la gente sorride guardandolo, chi ha pensato bene di andare a vedere se le targhe con le vie contengono errori, altri fanno massaggi per strada a Parigi, c’è poi chi passa il tempo a mettere delle pietre in equilibrio una sull’altra, ma è una possibilità anche andare per il mondo a fotografare gente che si bacia o, perché no, andare sulla spiaggia a cercare bottiglie vuote o suonare fette d’albero sul giradischi… fermiamoci qui.
Ma davvero gli autori darebbero queste indicazioni ai propri figli? E ancora, perché allora non danno per primi il buon esempio?
O forse il buon esempio l’hanno già dato, pubblicare un libro come “il maschio è inutile” è probabilmente assimilabile a tutte le attività alternative che sono state sopra elencate.
Un messaggio negativo, oltre che scientificamente ingiustificato, quello che viene veicolato dal libro “il maschio è inutile”, un’operazione della quale non si sentiva il bisogno.
Il suggerimento del libro è un invito alla fuga dalla responsabilità, come afferma Francesco Piccolo dalle colonne del Corriere della Sera (riportato da Dagospia) :
In realtà, a conti fatti, questa storia dell’utilità dell’inutile è sensata. Tutto quello che desidera un essere umano adulto responsabile (uomo o donna che sia) è essere libero da responsabilità. Partire dall’irresponsabilità della fanciullezza, entrare nel periodo della responsabilità, e fare di tutto per uscirne al più presto, e con danni minimi.
Per tutti coloro che non credono a questa pseudoscienza (al riguardo aspettiamo che intervenga il CICAP sempre così solerte a segnalare i casi di pseudoscienza), per tutti quelli che non pensano che l’aspirazione di un uomo sia quella di essere liberato dalla responsabilità ma semmai assumere delle responsabilità, vogliamo dare una visione diversa del ruolo del maschio e ancor più del ruolo di padre. Si tratta di un brano di Charles Peguy (1873-1914): “Il padre di famiglia” (con link al PDF), dal quale è tratto il seguente brano:
Ma lui, che naviga, che è obbligato a governare la nave su questa rotta immensamente larga, lui solo non può assolutamente passare senza che la fatalità si accorga di lui. E allora è lui che è coinvolto nel mondo, e lui solo. Tutti gli altri possono infischiarsene.
Lui solo paga per tutti. Capo e padre di ostaggi, anche lui stesso è sempre ostaggio. Che importa agli altri di guerre e rivoluzioni, guerre civili e guerre straniere, l’avvenire di una società, ciò che accade alla città, la decadenza di tutto un popolo. Non rischiano mai altro che la testa. Niente, meno di niente.
Ai ragazzi e agli uomini contemporanei le due alternative: seguire l’invito a diventare scroti ambulanti o quello a essere veri avventurieri. A voi la scelta.
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28 commenti
Io e mia moglie abbiamo tre figli adolescenti. Proteggere, spronare ed incoraggiare i miei figli ad affrontare il mare della vita è l’avventura più entusiasmante che un uomo possa desiderare. Col passare degli anni mi accorgo di come ogni età ha le sue sfide, le sue emozioni. Comunque continuo a sentirmi il primo punto di riferimento per loro e la relazione che ho con i miei figli diventa sempre più importante e significativa.
Ma Pievani è capace di costruire relazioni personali, oppure pensa solo a svuotare lo scroto?
Quello che i due autori raccontano va nella direzione della teoria Gender, che in questi mesi – nelle scuole italiane – va per la maggiore. Un altro conformismo. Un altro capriccio. Vigili, aspettiamo che passi anche questa.
Effettivamente l’idea di un genre unico, che dovrebbe essere solo qiuello femminile, può essere funzionale alla teoria del gender: se siamo tutti potenzialmente femmine scegliere una differente declinazione della stessa cosa diventerebbe più naturale.
Non e’ che qualcuno potrebbe riassumere cosa sia sta teoria del Gender? Apparte l’immaginazione, non ho la minima idea. E questo non credo sia un caso: non avendo la tv non recepisco mai “brandelli” di propaganda ma solo idee ben formate (il che non vieta che siano comunque propaganda). Tanto per cambiare questo mi aiuta nella classificazione: se mi rendo conto che mi e’ sfuggito IL DIBATTITO per stabilire se una teoria ha fondamento o no, di solito e’ perche’ non ce l’ha ma e’ solo un ripetere ad nauseam un mantra, una preghierina. Che, appunto, e’ difficilmente convogliabile in altri media che non siano la televisione. Senza tv e’ difficile far passare degli slogan come “Four legs up! Two legs down!” alla 1984.
Teoria del gender spiegata a Fabio alla meno peggio, a parole mie:
secondo tale teoria la sessualità di una persona è data da 4 elementi, 1) il sesso, 2) il genere, 3) l’identità di genere 4) il ruolo di genere: i sessi sono quelli “fisici”, cioè due, maschile e femminile; i generi sono una decina e sono in pratica gli orientamenti (eterosessuale, omosessuale, bisessuale, pansessuale, trans, transessuale, transgender, intersex, intergender…), l’identità è come ti definisci (per esempio uomo nel corpo ma donna nella mente), il ruolo è come vedi contestualizzata la tua identità di genere nella società (per esempio la famiglia stereotipata anni ’50 era uomo-lavoratore, donna-casalinga).
Scusatemi per le semplificazioni.
Avete presente quello che spara a caso contro un muro e poi va a tracciare cerchi concentrici dove è caduto il proiettile? Ha fatto “centro”!
Allo stesso modo questi signori traggono da un’idea pre-esistente solo nella loro testa – della cui origine sarebbe interessante l’analisi freudiana – una selezione di comportamenti animali curiosi, per dimostrare “scientificamente” la loro idea.
Perchè si considerano degli Einstein invece che mettersi correttamente nel campo di favolisti postmoderni alla Esopo o La Fontaine? Perché trasformano il loro parto, il libro, che poteva essere dignitosamente classificato come un prodotto di entertainment, in un manuale per deficienti? Altro problema che lascio ai psicanalisti.
Magari fossero favolisti, le favole sono divertenti, questa lettura proprio non lo è stata.
Mah, ciascun dal proprio cuor l’altrui giudica. A vedere quelle facce, quei fisici a pera, il logo rosa con scritto Big Bang (teoria piena di problemi), direi che, si’, ALCUNI maschi sono inutili.
Come certi libri.
Pero’ sostengo il pieno diritti a scrivere qualsiasi fesseria.
Comunque signori, non disprezziamo troppo i pazzi che esplicitano questi razzismi al contrario. Molto peggio e’ stato nei decenni scorsi dove tale razzismo al contrario era solo accennato, quindi difficile da ribattere. Dato che ogni movimento culturale ha dietro, immancabilmente, uno scopo di potere, si vede che qualche burattinaio sta provando a fare cassa, dopo decenni di pasturazione di questo razzismo.
Ma questa e’ una buona notizia, finalmente escono allo scoperto. Cosi’ si puo’ far vedere loro quanto siano inutili, loro.
Interessante in particolare l’ultima affermazione.
Ho sempre detto che è meglio che le teorie siano esplicitate bene così si vede se sono errate, finché si è nel vago potrebbero anche apparire sensate.
“Il sesso è inutile”. Magari messa così non ha lo stesso successo, ma di questa stregua perché non ricordare che la riproduzione sessuata non è che un fenomeno tardivo nell’evoluzione ? Perché non andare oltre all’azzeramento di un solo sesso ? Magari ricordando che la maggior parte degli organismi viventi del sesso ne fa a meno. Perché il sesso in questa società è diventato sacro e non lo si può mettere in discussione o per farlo ci vorrebbe il coraggio dei veri innovatori, un coraggio che chi cerca il facile plauso del vasto pubblico non può certo avere.
Il bello è che, anche in queste sporadiche specie da loro selezionate e indicate, e in seguito associate alla specie umana, i maschi sono tutt’altro che inutili, in quanto contribuiscono, a loro modo, al vitale proseguimento della specie. Se il minuscolo e rudimentale parassita maschio della Cryptopsaras couesii non si attaccasse alla ben più grossa femmina per immettere lo sperma, non ci sarebbero nuove generazioni della specie.
Fermo restando che, il criterio secondo cui la specie umana debba essere legata a questi pesci abissali, aracnidi e insetti mi sfugge. Non eravamo più prossimi ai primati?
Il dente avvelenato di Penny Wise colpisce ancora ma non affonda un millimetro.
Ci mancava qualcuno degli amici dell’oca.
Comunque per l’esattezza non c’è bisogno di usare denti avvelenati, con libri come quello in questione gli autori hanno fatto tutto da soli, il veleno se lo sono preparato e bevuto.
Per fortuna non si sono inventati che era la femmina ad essere inutile, altrimenti con una pesante accusa di misoginia sospinta fortemente con il vento in poppa dal pensiero unico dominante di questo tempo, il “buon” Pievani e il “buon” Taddia sarebbero caduti nella stessa gogna mediatica che ha massacrato il premio Nobel Dr. James Watson.
Solo una domanda: ma di che sesso sono i due autori? 🙂
E’ una specie di boutade, finalizzata in primis ad ottenere visibilità; siamo immersi in un mondo dove conta sempre più il contingente senza prospettiva da una parte e l’immediatezza del riscontro dall’altra. La qual cosa porta a pensare che il possibile contributo culturale del libro non potrà che essere direttamente proporzionale al lavoro fatto per scriverlo (evidentemente limitato…) e alle conclusioni effimere presentate. Un libro, quindi, ne da comprare ne da tenere in considerazione; in definitiva non aggiunge niente ne toglie niente al bagaglio culturale medio della persona media.
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Anche la teoria del gender penso che alla fine non possa che considerarsi una sciocchezza; adesso và di moda solo perché permette “a chi ragiona in un certo modo” di sparlare/contraddire “chi ragiona in un altro modo” (con buona pace dei vari paesi che addirittura finanziano enti di ricerca sull’argomento…).
E i nostri darwinisti, o neodarwinisti o EESisti, i Greylines i GVDR i Cipriani cosa dicono di fronte a Pievani (il gran capo del darwinismo italiano da loro citato e stimato) che dice che è scienza che il maschio è inutile o presto lo diventerà? Tutti in silenzio oggi? Dai Cipriani tu almeno sei uno spirito libero sei d’accordo oppure almeno stavolta il darwinismo è andato fuori strada?
Bene, anzi no.
Come al solito vado controcorrente e in questo modo vorrei mettere in guardia, se permettete, dal rischio dell’omologazione anche qui su CS… Mi spiego meglio: legittimamente, il prof. Pennetta ha recensito il libro del prof. Pievani, finalmente dopo averlo letto, dopo essersi limitato, in prima battuta, a recensire la quarta di copertina.
Onore al merito per un patto rispettato… Ma c’è un ma.
La recensione non si sposta di una virgola, e si dirà magari che il recensore è coerente. In realtà mi sono dato una spiegazione diversa: il recensore è coerente con i suoi pregiudizi, in quanto voleva a tutti i costi a far collimare quel giudizio preliminare con il giudizio finale.
Direi che c’è riuscito, evidenziando alcune pecche/leggerezze e, dal momento che il libro stavolta l’ha letto, tacendo su considerazioni più profonde e analisi che avrebbero spiegato il tutto… In questo modo ha innescato una serie di considerazioni/reazioni che hanno ragionato più sui contenuti guidati della recensione che sui contenuti del saggio, reazioni che in alcuni casi, come evidenzio più avanti, hanno mirato a offendere/criticare non tanto i contenuti dell’opera, quanto (più volentieri) l’estensore della stessa.
Non starebbe a me prendere le difese del prof. Pievani, non ne ha bisogno; e sarebbe bello che lo facesse egli stesso spiegando il senso del titolo (che è commerciale e per questo puramente provocatorio), e il senso degli esempi riportati in campo animale (che sono presi come estremi rappresentanti di una sorta di “fuori norma” da… non imitare); e così l’autore potrebbe spiegarci anche il senso delle conclusioni vere del saggio che, al contrario di quanto è stato fatto passare qui, mira, da quel che ho capito pur io leggendolo, non alla svalutazione del maschio umano, quanto al suo reinserimento al posto giusto, previsto dalle leggi della natura, per una specie come la nostra. Quello di Pievani è in sostanza un ammonimento fatto con gli ingredienti dello stile leggero, abilmente imbastito per vendere un opera di passatempo che ha il valore vero nascosto dietro le pieghe del paradosso.
Ma si sa che, probabilmente, non avverrà alcun chiarimento, e sarà un peccato, perché chi non avrà la voglia, né il tempo o manco i denari per acquistare il libro e leggerlo, resterà col parere impresso nero su bianco qui sopra, un parere uno, che lo condizionerà al punto di costringere qualcuno che il libro non l’ha letto a dire “Ma Pievani è capace di costruire relazioni personali, oppure pensa solo a svuotare lo scroto?”, e qualcun altro “Perché trasformano il loro parto, il libro, che poteva essere dignitosamente classificato come un prodotto di entertainment, in un manuale per deficienti? Altro problema che lascio ai psicanalisti”, fin anche ad affermare “… finalmente escono allo scoperto”, e anche “Solo una domanda: ma di che sesso sono i due autori?”, o “Cosi’ si puo’ far vedere loro quanto siano inutili, loro”.
Mah.
“La scienza è arrivata alla conclusione che il maschio è un accessorio” (intervista di Pievani al giornale Metro). Grazie Cipriani di essere intervenuto ma non ho capito se secondo te quella frase è vera, e se non è vera e Pievani ha esagerato per vendere il libro dimmi se è giusto che un filosofo (= amante della verità) dipendente dello stato e pagato per educare i ragazzi dica falsità ai danni anche della scienza solo per far soldi.
Forse Giuseppe l’ipotesi giusta è un’altra.
Non sono io che ho voluto riconfermare in modo ostinato il pregiudizio già espresso in precedenza analizzando la quarta di copertina, il fatto è che quest’ultima essendo stata fatta bene esprimeva correttamente il contenuto del libro e quindi la lettura integrale del testo non ha potuto fare altro che confermare quanto già detto.
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Non ritengo accettabile come argomento quello che il significato del libro potrebbe essere un altro, chi compie un’operazione di comunicazione deve sapere come si comunica e cosa passerà del suo messaggio, quindi vale il messaggio che è effettivamente passato e non un ipotetico messaggio diverso (si rifletta sul fatto che tutti i giornalisti hanno recepito la stessa cosa).
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Comunque se qualcuno vuole spendere 15 Euro e trovare dove la mia recensione è sbagliata faccia pure, sono qui pronto a dare spazio e ammettere eventuali errori.
La sua ipotesi la potevo considerare valida e prenderla in considerazione se non avessi letto il libro.
Dopo averlo letto, con un’ottica diversa dalla sua, avendo solo il compito fatto per me stesso di capire se la sua prima impressione fosse quella giusta oppure no, ne ho ricavato quel che le ho già scritto: lei ha “dimenticato” le osservazioni più ficcanti del libro di Pievani, quelle che mirano piuttosto al reinserimento del maschio al posto giusto, previsto dalle leggi della natura per una specie come la nostra.
Quello di Pievani, lo ribadisco con forza, è in sostanza un ammonimento fatto con gli ingredienti dello stile leggero e abilmente imbastito per vendere un opera di passatempo che ha il valore vero nascosto dietro le pieghe del paradosso per trasmettere, alla fine, un messaggio più che positivo.
Contrappongo quindi con forza le mie conclusioni alle sue, e spero che qualcun altro che ha letto il libro sia onesto da dire la sua in spirito di verità.
No, Giuseppe, non è che la lettura del libro è stata fatta con un’ottica diversa, il fatto è che è diversa qualcosa di più importante.
Per te evidentemente il diventare dei nullafacenti e inconcludenti è il posto giusto del maschio, per me il posto giusto del maschio della nostra specie è essere un vero avventuriero.
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e anch’io lo ribadisco con forza, il messaggio di Pievani e Taddia è estremamente negativo che può fare malissimo in particolare a dei ragazzi che si pongono domande sul proprio ruolo nella società e nella vita.
La differenza nelle nostre conclusioni è dunque una differenza nella visione antropologica e non c’entra niente il libro che è solo l’occasione in cui queste divergenze sono venute alla luce.
appena letto il titolo ho pensato alla battutaccia che si diceva alle medie : la donna è quella cosa inutile intorno “ai suoi organi riproduttivi”. poi, quando ho letto :” …si va da chi si è riciclato come “gigolò”” mi sono detto che gli autori non si erano distaccati poi tanto da quella fesseria, hanno solo cambiato donna con uomo.
poi mi chedevo se la donna che si sente uomo diventa inutile o magari solo un po meno utile , così , per contro, l’uomo che si sente donna ritorna utile o magari un pò meno inutile…
mi fido di lei prof e mi risparmio 15 sacchi….così ci vado a vedere il cinepanettone di aldo giovanni e giacomo!
Il curriculum di Pievani è di tutto rispetto, ma quando si diventa divulgatori e si inizia a fare comunicazione televisiva è inevitabile che poi si realizzino opere leggere e sbarazzine come questa, fatte più che altro per attirare la curiosità e per vendere più copie possibili. Il nostro ci sta dando dentro perché l’ho visto intervenire su Rai1 pochi sabati fa su argomenti, a mio avviso, adatti a un perfetto tuttologo (per così dire, alla Odifreddi). Ottimo comunicatore anche sul video, ma per l’appunto parliamo ormai di spettacolo e quindi sempre meno di scienza o di filosofia serie, queste stanno sullo sfondo, ossia qualificano il bravo comunicatore che così può divulgare la sue idee senza dare ulteriori spiegazioni, ossia proponendole al pubblico come delle verità preconfezionate e pronte per un pronto utilizzo e consumo.
Grazie Htagliato! Anche ipotizzando colossali semplificazioni, molte cose mi sono chiare. E mi e’ chiaro anche di cosa si sta parlando. Faro’ un esempio.
Come qualcuno gia’ sapra’, ritengo il Big Bang pieno di problemi, francamente senza piu’ credibilita’. Che lo sia o no, questo e’ il mio pensiero. MA. Ma questo non mi impedisce di fare eventuali discussioni con premessa “ammesso e non concesso”.
Dunque, fuori da esempio, mi pare di capire che se si “ammette e non concede” la teoria del Gender, il libro che stiamo discutendo puo’ essere pura verita’. L’estinzione del maschio pure.
Gia’, ma l’estinzione del maschio che viene fuori dall’applicare quel tortuoso algoritmo per decidere di che sess…gend…oh stiquatsi come lo si vuol chiamare, inutile sottilizzare quando si discute da dentro un frullatore postmoderno di concetti.
Riscrivendolo con meno astrazione, rifacendomi ai punti di Htagliato:
1) ok, la base
2) introduzione di un nuovo ingrediente, lo chiamo Futurismo (dato che la meta’ delle sottoclassificazioni sono possibili solo grazie alla tecnologia, chirurgia plastica ricostruttiva in particolare). Aspettando il Marinetti (mi pare) che voglia spianare Venezia.
3) introduzione del Postmodernismo: equiparare il soggettivo all’oggettivo. Quindi da ora in poi quando andro’ ai bagni pubblici a PartitoItalianoSocialista-sciare dovro’ fare un intervista al mio vicino chiedendogli cosa ne pensa di se’ stesso. O se’ stessa, vai a sapere. Solo allora potro’ -sciare in pace. Strani bagni pubblici frequentano gli autori.
4) questa non l’ho sinceramente capita, mi pare complessa, sembra una sotto-teoria (altra tecnica dilagante nella “scienza”, taggare un problema di teoria e far finta che sia una definizione e scordarsela. Vedi energia oscura, materia oscura, flusso oscuro, chiare falsificazioni) ma va bene, mi pare giusto cosi’, sullo stile della nuova supposta “scienza” che ha finalmente riconquistato il misticismo. Chiamiamolo sesso “oscuro” e ci facciamo un figurone.
Senza offesa per Htagliato, mi raccomando, la mia ironia e’ alla teoria che mi rendo conto non conoscevo assolutamente.
MA. Ma se si scrive entro il framework di questa specifica teoria, allora possono benissimo aver ragione gli autori, che non ci saranno piu’ esseri umani taggati “maschio” dopo aver applicato la teoria del Gender. Mi domando pero’ se gli autori allora si rendono conto che stanno parlando del maschio Genderico, non del maschio biologico.
E… stiquatsi?
O forse di nuovo, e ancora in stile “scienza” attuale, saltano allegramente dal modello alla realta’. Esempio: nella letteratura astronomica di “vulgata” c’e’ spesso il ricorso al trucco di definire la linea retta a volte come la geodetica dello spaziotempo, a volte come… un segmento “dritto”, dritto nel mondo del lettore. Ma questa o e’ prestigiridirivirigiriditazione oppure e’ parlare di concetti che manco si sanno gestire.
Io ho la massima stima, Fabio, come tutti i fisici, per il modello del Big Bang.
Lei invece non tralascia occasione per manifestare i suoi dubbi, o meglio la Sua certezza sull’inaffidabilità del modello.
Ma Lei è certo d’intendere con “Big Bang” la stessa cosa che intendono i fisici? Posso chiederLe che cos’è il Big Bang, secondo Lei?
Caro Giorgio, la risposta e’ no 😀
Ho precisato appositamente che parlavo solo de “il mio pensiero” perche’ allo scopo di questo post tanto bastava (saper entrare o no in un framework anche se non lo si condivide),
Caro Fabio, io ti ho fatto un’altra domanda: spiegami qual è la tua idea di Big Bang.
Il mio sospetto è che sia un’idea che io stesso e tutti i fisici consideriamo inattendibile, altrettanto di te, ma che non sia l’idea che io e tutti i fisici intendiamo con la parola Big Bang.