Adriano Marin (al centro) con i collaboratori
A quasi un anno dall’annuncio, la tecnologia “Wow”, definita ‘da Nobel’, supera le prove al CNR.
L’inventore Adriano Marin parla del nuovo test.
In questi giorni tutti i media parlano della scoperta di un ingegnere italiano (vedi CdS), che potrebbe dare una svolta al problema di depurazione delle acque inquinate per varie cause, comprese quelle usate nelle centrali nucleari. Abbiamo chiesto allo scopritore, l’ing. Adriano Marin, di illustrarci i vantaggi della nuova tecnologia
Una nuova tecnologia, tutta italiana, di depurazione delle acque
di Adriano Marin
Abbiamo inventato e sviluppato un sistema di purificazione innovativo: si chiama WoW Technology. Esso permette di separare l’acqua dai suoi contaminanti, concentrando i rifiuti residui in misura migliore di alcuni ordini di grandezza rispetto ai metodi standard e così fornendo acqua potabile senza elementi microbiologici come batteri o virus, né inquinanti chimici solidi, liquidi o volatili. Il sistema funziona con qualsiasi dimensione dei contaminanti: singoli atomi, molecole, nano-particelle e particelle.
Il prototipo che stiamo testando è basato su una teoria fisica riguardante il processo di evaporazione, con un controllo del suo effetto di trascinamento che crea un fenomeno mai studiato prima. Non si tratta di un processo multi-effetto, né di una distillazione frazionata, ma consiste in un singolo processo di evaporazione, anche se molto “speciale”. Nel processo WoW non viene usato nessuno degli usuali strumenti di distillazione appartenenti alle tecnologie standard, quali filtri, dispositivi di disappannamento, dispositivi di de-trascinamento, separatori a maglia, colonne/torri di distillazione, distributori di reflusso, anelli Raschig, coalescer liquido-vapore, ecc. Tuttavia, con l’aggiunta di alcuni di questi strumenti, le prestazioni di un dispositivo WoW possono essere ulteriormente migliorate.
Uno dei principali vantaggi di questo metodo rivoluzionario di purificazione è che i depositi incrostanti contenuti nell’acqua vengono enormemente concentrati, così che possano essere eliminati correttamente, invece di occupare vaste aree di territorio controllato o di contaminare le campagne con i conseguenti problemi ambientali. Grazie a WoW, i contaminanti che in un primo momento sono stati dispersi in acqua vengono prima raccolti e rimossi dall’acqua, e finalmente smaltiti efficientemente.
Questa tecnologia risulta anche in grado di fornire una vasta gamma di miglioramenti nella gestione dei rifiuti radioattivi liquidi, in termini di efficacia e di riduzione dei costi. Il metodo WoW è semplice, a basso costo in relazione alla sua efficienza, affidabile, forte e resistente.
Di recente sono stati eseguiti presso i laboratori LENA di Pavia e del CNR vari test sul metodo WoW, con un livello di contaminazione da cesio (che è l’isotopo nucleare più importante di contaminazione negli impianti nucleari) 6000 volte maggiore dell’acqua di raffreddamento utilizzata nel reattore incidentato di Fukushima, che è l’acqua radioattiva peggiore di sempre. I risultati dei test hanno misurato che il metodo concentra i rifiuti liquidi nucleari almeno 1.000 volte di più di qualsiasi altro metodo standard normalmente usato. Contestualmente esso ricava acqua depurata, che poi può essere riutilizzata o riciclata. In questo modo WoW esegue un processo di depurazione senza produrre di fatto scorie nucleari aggiuntive, a differenza di quanto accade con i metodi di trattamento ordinari, che producono un volume addizionale di rifiuti nucleari pari a circa il 10-20% dell’intero volume di elaborazione.
L’obiettivo dei test in corso al deposito di scorie nucleari di Saluggia con il macchinario in scala, avente dimensioni notevolmente aumentate rispetto al prototipo iniziale e certificato secondo le normative di sicurezza in vigore, è di dimostrare l’affidabilità e l’elevato livello di prestazioni di questa tecnologia tutta italiana, anche in condizioni d’impiego intensivo e di larga scala, come potrebbe avvenire proprio a cominciare da Fukushima, che è l’area più critica al mondo in questo momento.
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36 commenti
Carissimo ing. Marin,
WoW non è solo il nome della tecnologia, ma anche la reazione che penso tutti avranno, me compreso, nel leggere il suo articolo su CS.
Va benissimo un ‘no comment’, provo a chiederle: quali le basi teoriche su cui si basa la tecnologia adottata?
Parlando di Acqua e parlando di Fenomeno mai studiato prima…. Esorto l’amico Giorgio Masiero ad aggiornare ‘la vita è fisica’. Tante buone idee..portano sulla buona strada.
Piacerebbe anche a me, Max, conoscere le basi teoriche della tecnologia di Wow, ma penso che giustamente debbano restare un segreto industriale! Quando gliele ho chieste un anno fa, è stato piuttosto vago, nonostante l’amicizia che ci lega. Dopo avere letto i miei articoli “La vita è fisica” ricordo che mi ha detto: “Giorgio, quanto hai scritto a proposito della coerenza dell’acqua collima con le nostre risultanze. E’ sorprendente”.
Non so se adesso vorrà specificare meglio…
Giusta la considerazione di Max e comprensibile il riserbo di Marin, credo però che quando il brevetto e lo sviluppo della tecnologia Wow consentiranno una maggiore tranquillità non ci saranno più motivi per mantenere il segreto industriale e allora Masiero e Marin potranno condividere le loro idee.
Spero che sia il più presto possibile.
Condivido l’entusiasmo di Max! Questo sì che è un risultato impressionante, motivo di orgoglio per la ricerca italiana.
L’ing. Marin ha depositato una domanda di brevetto industriale nel 2012.
Come é andata a finire? Il brevetto é stato concesso? Sono ormai passati due anni…
Quali sono le basi di questo metodo “per il controllo di sostanze presenti in un liquido”? Si può sapere qualcosa sulle basi scientifiche della procedura?
Nella nostra cara Italia non mancano “applicazioni innovative”: ricordiamo la fusione fredda (già due anni fa dovevamo preventivare l’acquisto di un nuovo tipo di caldaia per il riscaldamento domestico…) e l'”acquilone” in grado di fornire corrente elettrica addirittura ad un costo competitivo rispetto di quella di origine nucleare (pareva potesse “risolvere” la faccenda Alcoa, ricordate?…).
Ingegnere, come é la situazione? Lo sa che in rete già qualcuno comincia a far dietrologia sulle
fantomatiche “lobbies” che lucrano sullo smaltimento di rifiuti e che faranno di tutto per stopparla?
Preso atto che un prototipo sta funzionando, é possibile sapere qualcosa di più sul fabbisogno energetico/sulla resa energetica del “separatore di molecole”? C’è “complessità” tecnologica? Presuppone l’utilizzo di materiali o procedure non ortodosse? Nel campo della depurazione civile potrebbe avere applicazioni a breve?
Insomma ingegnere, spero non sia l’ennesima bufala… e le auguro intanto ogni bene.
A quanto pare c’è proprio qualcuno che sembrerebbe augurarsi che le cose non vadano bene, probabilmente perché Marin non è un appartenente alle sue baronie universitarie di riferimento:
http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2014/10/17/os-digest-con-scoperta-italiana/
Ciao Beppino,
Lei spera che nn sia l’ennesima bufala.
Il TITOLO dell’articolo informa che : ‘I test al CNR confermano la tecnologia “Wow” ‘.
Ora, va bene i corsi di lettura veloce, ma senza esagerare. Anche in quel caso ci sono i limiti di velocità da non superare…
Buongiorno, le basi teoriche sono quelle di fisica classica e riguardano meccanismi di fluidodinamica e termodinamica fino ad oggi sconosciuti e mai sperimentati prima.
La scoperta riguarda il comportamento fisico dei fluidi in condizioni davvero particolari, nel senso che si verificano solo in presenza di un certo allineamento di parecchi parametri, che noi ricreiamo e controlliamo nella macchina. Il parametro temperatura del liquido non e’ il parametro chiave che consente il manifestarsi di tale fenomeno. Tanto e’ vero che abbiamo ricreato un fenomeno analogo in laboratorio a temperatura di 20 *C e pressione ambiente. In verità, ora che conosciamo questo fenomeno davvero unico, posso dire che in natura tale fenomeno si presenta in varie occasioni anche se è un fenomeno del secondo ordine e solo apparentemente trascurabile.
Tale fenomeno e’ apparso a noi in condizioni davvero uniche e “casuali” e ho impiegato più di 2 anni per dimostrarlo dal punto di vista matematico e fisico anche grazie alle misure fatte a UNIPV e al Lena . Ho modellato matematicamente il fenomeno e la sua legge fisica, sono riuscito a spiegarlo ex post e questa modellizzazione ci ha consentito di fare il salto di scala e quindi di progettare la macchina grande (un modulo) che abbiamo portato a Saluggia e che funziona molto molto meglio del prototipo misurato a Pavia.
La teoria che riguarda tale fenomeno, se controllato, ha parecchie applicazioni nel nucleare (quindi non solo per le scorie liquide radioattive), nella chimica ecc. e quindi non solo per il modo delle depurazioni e della produzione di acque ultra pure.
Posso dire che la teoria è stata già verificata più volte anche da parte di accademici o di ingegneri che il pubblico non conosce . Comunque la prova sperimentale del cambio di scala è la prova più bella della sua veridicità.
Anche volendo non potrei dire di più . Dobbiamo preservare tale conoscenza per studiare tutte le applicazioni industriali possibili. Può dare molto lavoro davvero ad un bel po’ di persone. Se non facessi così darei solo un vantaggio alle società che ci stanno puntando e che si prenderebbero tutto.
Quindi perdoni se non soddisfo la Sua curiosità e spero che capirà la pericolosità di metter in pubblico informazioni del genere. Non è nemmeno questa la sede più adatta nemmeno se fossi vanitoso.
PS1: i brevetti sono stati concessi (Granted) già da Russia, Eurasia, Italia, Cina, Ucraina e siamo in attesa di riceverli da Mexico, Europa, Giappone e altri ancora. Purtroppo è un processo lungo e tortuoso non privo di difficoltà
Non mi dilungo nei dettagli. Il brevetto è un opera d’arte ed è stato scritto da un professionista di N&G che ha fatto un percorso ad ostacoli davvero eccezionale consentendoci di trovare la strada per proteggere il nostro processo senza rilevare praticamente niente. Solo un esaminatore si è accorto di qualcosa e ha fatto domande non pubbliche! Altro non posso dire.
PS2: siamo in tanti e tanti scienziati e ingegneri, assieme anche a qualche organo istituzionale Italiano ed estero, hanno collaborato a questo progetto a vario titolo. Davvero tanti che non immaginate. Abbiamo solo tenuto le bocche cucite fino ad oggi per dare le informazioni nel momento giusto. Dato che le applicazioni sono molteplici, la vedo dura per chi volesse fermarci. Siamo già alla dimostrazione industriale con la sorpresa di tutti con le autorizzazioni e le certificazioni necessarie!
In questo momento la notorietà può farci solo comodo e spero che ci aiuterete nel sostenerla. Una volta tanto spero che in Italia si faccia un gioco di squadra anziché un gioco di trabocchetti, invidie, sospetti ecc.. Almeno lo si faccia per un futuro ai nostri figli.
PS3: non posso anticipare niente ma già da domani in poi vedrete vari servizi TV anche più ampi di quello apparso su TG1.
Infine vi prego di non provocare per ottenere altre risposte perché non voglio e non posso darne altre. GRAZIE
A Marin
Gentile ing Marin,
Grazie.
La sola frase “riguardano meccanismi di fluidodinamica e termodinamica fino ad oggi sconosciuti e mai sperimentati prima” sarebbe già bastata.
Può facilmente immaginare che gioia nel leggere anche tutto il resto!
La parola “sperimentati” è quella che mi è piaciuta di più. Non so perché.. Ma mi ricorda la scienza seria, quella che lavora sodo e si basa sui dati che raccoglie.
Nuovamente : Grazie!
Ing. Marin, la ringrazio sia per l’articolo che per questo intervento che chiarisce, fin dove le è stato possibile, gli aspetti tecnici e la portata di questa innovazione.
La ringrazio anche perché questa sua risposta mette a tacere gli starnazzamenti di chi difende solo la scienza attaccata a qualche carrozzone.
E grazie infine anche perché questa esclusiva pone CS in una posizione davvero avanzata nell’informazione su questa tecnologia.
Un cordiale saluto e buon lavoro
ep
Grazie, Adriano.
Ho provato anch’io leggendoti una sensazione di pulitezza e di serietà, da vera scienza sperimentale, rispetto alle speculazioni inverificabili e illogiche di fisica, astrobiologia, genetica, ecc., ecc., cui si deve purtroppo applicare il nostro debunking quotidiano… Alla fine conta l’esperimento, ci ricorda Marin, e se la teoria non riesce ancora a spiegarlo esaurientemente, dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere i limiti delle nostre spiegazioni teoriche, senza prendercela con l’evidenza sperimentale!
Non vorrei ammetterlo, ma in un mondo accademico-mediatico che dà tanto spazio alla fiction, finirà (come sta già accadendo in un Occidente che fatica ad adeguarsi alla nuova realtà) che il criterio di verità lo daranno gli ingegneri insieme ai fondi d’investimento.
Ing. Marin, mi unisco ai ringraziamenti.
Professionalmente mi interesso di tecnologie nella depurazione dei reflui civili e mi incuriosisce moltissimo la sua nuova tecnologia (anche “scoperta scientifica” a quanto mi pare di capire…) con possibili applicazioni nell’ambito della depurazione dei reflui civili dove le variabilità dei parametri di processo sono enormi ed i problemi operativi/gestionali a volte sono “imbrigliabili” con fatica. Seguo con molto interesse il percorso di conoscenza e industriale in corso; rimango perplesso ma nel contempo le posso assicurare che se l’esito finale risulta favorevole non potrò che essere felice e anche fiero, se permette, visto che sono un suo conterraneo e condividiamo il medesimo ambiente universitario di formazione.
Avrei tantissime domande da farle ma non voglio abusare della sua pazienza e dello spazio di CS. In bocca al lupo e sempre avanti.
Impressionante, un risultato davvero sorprendente che fa ben sperare anche per tantissime altre applicazioni. Complimenti davvero all’ Ing. Marin!
Sempre a proposito dei domini di coerenza dell’ acqua: qualcuno di voi mi saprebbe dire se esistono studiosi che stiano tentando di applicare i teoremi della EDQ per cercare di capire se l’omeopatia possa avere delle basi fisiche credibili?
Grazie! 🙂
Su sorella acqua e le sue meraviglie sappiamo veramente poco, Lucio. O niente. Quel poco che sappiamo ci viene dall’EDQ.
Sì, ci sono molti gruppi interdisciplinari – di fisici, biologi, chimici e medici – che lavorano in diversi istituti di ricerca e università del mondo, per verificare se e in quali limiti l’omeopatia possa avere un’efficacia, senza preconcetti a priori in un senso o in un altro. Alcuni di questi gruppi sono stati citati nella bibliografia dei miei 3 articoli su La vita è fisica.
Grazie prof. Masiero,
La mia impressione, di fronte alle straordinarie proprieta’ dell’ acqua, è che ci troviamo davanti ad un meraviglioso mondo da esplorare, e che da questa esplorazione nasceranno scoperte in grado di fare avanzare in maniera significativa sia la scienza (in particolare la biologia) che la tecnica.
Per quanto invece riguarda i suoi articoli su “La vita è fisica” devo dire che li ho letti con grandissimo interesse ma che, onestamente, non mi sono mimimamente soffermato sulla relativa bibliografia. Chiedo venia….
EDQ intendi Elettrodinamica Quantistica?
Siamo ben lontani dall’applicare le vere basi della Elettrodinamica Quantistica a casi complessi come le molecole, tantopiu’ di molecole in soluzione. Fra l’altro non sarebbe profiquo dato che i processi di rinormalizzazione particolari della QED sono ordini di grandezza sotto i fenomeni rilevanti per l’interazione mezzo acqua e parametrizzabili in modo semplice (Lamb Shift).
Pero’ ci sono diversi studi a riguardo a diversi livelli, esistono differenze soluzioni, anche esatte, alla molecola stessa e anche a molecole piu’ complesse (Calcoli in Configuration Interaction e Coupled Cluster hanno fatto miracoli con la potenza di calcolo oderna), e riguardo alla soluzione ci sono interi filoni di ricerca dedicati in quanto l’acqua e’ l’elemento chiave di infiniti processi biologici e una spiegazione delle sue proprieta’ al meglio delle possibilita’ e’ di primaria importanza.
Sulle basi credibili dell’omeopatia posso dare pero’ un secco no: la “memoria dell’acqua” fisicamente si limita a pochi femtosecondi, come e’ lecito aspettarsi in processi governati dall’interazione coulombiana, sicuramente non e’ perenne come qualche cialtrone vorrebbe far credere.
Qualche “cialtrone”, Andrea, che ha preso il premio Nobel? Chi vivrà vedrà, mai dire mai in scienza.
vedo che il livello di competenza scientifica di questo angolo di internet si alza sempre piu’, ma complimenti! 😛
Più o meno come il livello di competenza grammaticale. Non è vero, signor “Sarebbe Profiquo”?
Daphnos, chiedigli di Babylon V… 😀
E’ possibile sapere quale sarebbe questo misterioso processo di fisica classica?
Sono previste pubblicazioni ora che il brevetto e’ stato garantito?
Hai letto, Andrea, che Marin ha invitato a non far più domande, perché non ha intenzione di aggiungere nulla? (Il brevetto non è ancora stato garantito ovunque)
No non ho notato.
Non sono un esperto di brevetti, in generale mi sembra sempre strano non rispondere alle domande, almeno per quanto riguarda la Fisica di base. Tantopiu’ che essendo il brevetto garantito in alcuni paesi, eventuali prevaricazioni possono essere smontate facilmente per prior art.
In ogni caso rispetto il diritto al silenzio e aspetto con ansia di leggere di piu’ quando almeno la Fisica sara’ resa pubblica.
Bravo.
Buongiorno,
cerco di dare un po’ di informazioni aggiuntive solo per fare un po’ di chiarezza sulla questione dei brevetti
Esistono brevetti di invenzione industriale, i cosiddetti modelli di utilità e poi altri ancora che riguardano i modelli o marchi depositati ecc.
I brevetti di invenzione coprono il diritto di sfruttamento della invenzione e del prodotto sviluppato così come è stata descritto nel brevetto mentre i modelli di utilità coprono i diritti di sfruttamento di una precedente invenzione ad un particolare applicazione (un esempio molto illuminante è quello delle prime saldatrici elettroniche in cui alcuni costruttori Tedeschi si sono affrettati, per ottenere una performance migliore e sfruttando le ricerche degli Italiani fatte anni prima, a depositare modelli di utilità sfruttando particolari circuiterie elettroniche già conosciute.
Il nostro è un brevetto di invenzione industriale.
Per ottenere la licenza di sfruttamento occorre passare un lungo esame in ogni paese dove viene depositato e per essere approvato il brevetto deve soddisfare le seguenti condizioni necessarie:
Non esista un brevetto analogo precedente,
Non esista in letteratura scientifica un articolo o un testo pubblicato che descriva quanto depositato con il brevetto,
Non sia banale e il prodotto o processo registrato non sia già conosciuto secondo lo stato dell’arte attuale,
Non sia stato ancora venduto con fattura alcun prodotto o processo così come descritto nel brevetto.
Nel caso le condizioni necessarie siano verificate, subentrano poi le condizioni sufficienti che sono quelle di una buona descrizione dettagliata dell’invenzione o del processo e di una buona descrizione di tutte le sue possibili varianti (dette rivendicazioni) che non incorrano nella violazione delle condizioni necessarie sopra descritte.
Implicitamente si capisce che non è necessario spiegarne la teoria nel testo del brevetto. Basta solo che il processo o il prodotto venga implementato come descritto nel brevetto.
Ebbene, il nostro consulente ha verificato, facendo un lavoro davvero oneroso, tutte le rivendicazioni dei brevetti attinenti all’argomento e precedentemente depositati. Così facendo ha trovato un varco per proteggere il nostro processo senza praticamente spiegare un granché ma coprendo tutte le varianti dei vari parametri del processo anche se non tutti! Ci sarebbero state altre informazioni e rivendicazioni da aggiungere nel brevetto, ma con tale lavoro preparatorio abbiamo messo in sicurezza tutte le possibili varianti successive che saranno sempre e solo di nostra conoscenza fino a che il brevetto non scadrà e fino a che avremo il controllo delle macchine così come chiadiamo. Abbiamo proprio trovato un varco nei brevetti e così ne abbiamo approfittato. I parametri sono talmente tanti e tutti indispensabili che se ne sbagliamo uno, il processo torna ad essere un processo normale di evaporazione non molto performante.
Insomma abbiamo trovato la possibilità di alzare un muro e non far vedere cosa c’è oltre al muro. Ecco perché l’ho chiamato un opera d’arte peraltro non mia.
Questo chiarisce perché non posso e non voglio parlarne. Soddisferei solo la curiosità di qualcuno ma a che pro?
I risultati ci sono e la modellizzazione funziona. Ora siamo già alla fase di industrializzazione con il primo servizio che stiamo effettuando a Saluggia.
Guardate RAI 3 TG Leonardo di oggi 27/10/2014 alle ore 14.50 per avere una visione della macchina. Siamo già qui e mi apre che basti questo chiarimento.
Grazie, saluti.
A Marin
Grazie per la risposta e la chiarezza.
Rispondo su il “a che pro”.
Io sono un Fisico, e mi interessa la fisica e credo che, per quanto l’applicazione della fisica possa essere secretata per fini industriali e di sfruttamento, la Fisica stessa dovrebbe essere libera da ogni impedimento e “muro”, per quanto brillantemente eretto.
Delle eventuali applicazioni industriali della fisica mi interessano unicamente come secondo processo, ma e’ la fisica stessa che cattura la mia fascinazione e attenzione. Quindi se qualcuno ha un nuovo pezzo di strabiliante fisica (e pure “classica”) da rivendicare, mi sembra naturale essere incuriosito da quello piu’ di quanto possa essere contento per le ottime ricadute pratiche.
Ma e’ anche piu’ di una curiosita’, perche’ e’ quando la Fisica viene lasciata libera di diffondersi che manifesta le sue piu’ strabilianti meraviglie e nei processi di propagazione da una mente all’altra subisce favolose trasfigurazioni che poi, a loro volta, ricadono sul mondo pratico con beneficio di tutti quanti.
Tu vuoi tenere la tua fisica per te, me ne dispiace ma non posso farci granche’, spero che otteniate il tutto il piu’ in fretta possibile e spero che a quel punto potrete togliere il velo anche ai principi e non solo agli ingranaggi.
Il granito e il coccio son entrambi duri. Ma riferiti all’uomo richiamano caratteristiche molto diverse, Andrea.
se prima di inventare la locomotiva, il suo inventore avesse detto al mondo: l’acqua ha la proprieta di aumentare enormemente la sua pressione, se riscaldata, è una sua caratteristica fisica. Forse qualcuno lo avrebbe anticipato in una invenzione, se nn uguale, simile.
Forse, forse nn comprende la prudenza necessaria in questi momenti, perché nn ci è passato.
Molto banalmente, 24 anni fa progettai un software per il riconoscimento delle piante. Fui il primo in Italia, non so altrove. Lo registrai, e tutti mi consigliarono estrema prudenza. Figuriamoci per una cosa seria come quella postata qui sopra!
Senza ironia, forse le sfuggono gli enormi interessi che collegano la scienza con il commercio (quando si tratta di scienza seria, come questa)
Guarda che il fatto che l’acqua, se riscaldata, abbia la proprietà di aumentare di molto la sua pressione lo sapevano ben prima di Stephenson.
A parte che le macchine a vapore in genere sono più vecchie della locomotiva (Watt), ma le proprietà cinetiche dei gas sono state descritte prima del loro utilizzo (Eulero, Carnot…etc…), così come praticamente ogni grande invenzione a cui posso pensare la Fisica era già sul piano ben prima, almeno in nuce, semplicemente perchè è davvero molto raro scoprire “nuova fisica” mentre scoprire “nuove applicazioni della vecchia fisica” è ben più frequente (non semplice) in quanto c’è molto da fare per ogni singola scoperta.
Ed è proprio per questo motivo che ritengo che la scienza debba essere pubblica e patrimonio di tutti, senza se e senza ma. Poi l’ingegneria, l’applicazione, è così avanzata rispetto alla scienza, un mondo a parte, che fare il salto dall’una all’altra è tutt’altro che immediato ed è davvero in casi più unici che rari che la divulgazione di una comporti l’idea dell’altra. D’altronde è tutto un altro mestiere e quella nella società odierna è giustamente protetta (non lo era ai tempi di Stephenson comunque, e di cose belle ne hanno fatte comunque…).
L’eleganza del coccio. 🙂
Il governo giapponese sta spendendo 50 miliardi di dollari all’anno (da ripetersi non si sa per quanti anni) per far fronte a Fukushima, con un sistema che riversa ogni giorno in mare acqua radioattiva altamente inquinata per un volume pari ad uno stadio di calcio. Con WoW, se il sistema funzionerà, si produrrebbe quotidianamente un fango (da smaltire in luogo sicuro per il tempo di decadimento necessario) del volume di una lavatrice.
Idem moltiplicato per n in tutto il mondo, dove n è il numero delle centrali nucleari (e l’acqua invece che riversata in mare viene militarizzata e accatastata sotto montagne, con enormi costi economici e politici).
Capisce, Andrea, la grandezza degli interessi sottostanti (che non sono minimamente paragonabili al fair play della ricerca accademica pura) e perché, nell’interesse dell’ambiente globale, dell’energia, dell’industria nucleare e anche dell’economia italiana, dobbiamo tutti aspettare i risultati delle sperimentazioni in corso in silenzio (quelli di noi che sono credenti, pregando)?
Quel che ho capito, naturalmente da ingenuo osservatore…
Si tratta di questione ancora in divenire, di grande interesse scientifico, ma soprattutto, in prospettiva, economico (per gli ideatori e per le aziende che entreranno nell’affare). Se poi la cosa si rivelerà davvero per quel che ha fatto trapelare anche il prof. Masiero con un esempio calzante, credo che nell’interesse più globale la cosa non potrà, né dovrà, essere relegata a pura questione commerciale, a brevetto da sfruttare per fini più terra terra…
Aspettiamo senz’altro le sperimentazioni e magari, mi viene da dire umilmente, si poteva anche aspettare proprio quelle prima di ogni altra cosa.
La Sua obiezione finale, Cipriani, è sottile. Se posso rispondere, non al posto di Marin ovviamente, ma per l’esperienza che ho in questo tipo di business, occorre trovare un equilibrio nella comunicazione ad un certo punto, quando una prima serie di test abbia avuto successo, tra il riserbo – necessario a proteggere la nuova tecnologia – e l’acquisizione di interesse presso l’industria inquinante e i grandi enti di ricerca – necessario per performarla.
La ringrazio per la sintesi di poche righe che bene spiega come vanno, e probabilmente devono andare, le cose in questi casi. E non creda che mi meravigli che la “comunicazione” sia in questa fase importante quanto il buon esito delle sperimentazioni ancora da completare… Spero ardentemente, per il bene dell’ambiente globale, che tutto trovi la quadra…
La puntata di TG Leonardo si può già vedere qui:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-62a793c1-b4dc-4f95-a41f-f73aa23e77da-tgr.html?refresh_ce#p=0
Quindi é un brevetto di invenzione industriale.
Fra le condizioni di sussistenza di un brevetto industriale c’é quella che il manufatto sia “industrializzabile” e soprattutto oggettivamente attui possibilità di processo inquadrabili attraverso una teoria fisicamente sensata (brevettare un dispositivo che attui il moto perpetuo non é possibile…). Lei scrive: “implicitamente si capisce che non è necessario spiegare la teoria nel testo del brevetto. Basta solo che il processo o il prodotto venga implementato come descritto nel brevetto”. Premesso che i programmi non sono brevettabili (come qualcuno ha scritto…) é proprio il fatto di descrivere un manufatto senza entrare nel merito della teoria fisica che ne giustifica l’esistenza/attuazione che mi lascia un poco perplesso. Il vostro consulente brevettuale deve essere molto in gamba, particolamente nello scrivere le “rivendicazioni” …
Ho visto il servizio sulla RAI ma non sono riuscito a capire se é attuabile un “separatore molecolare” in grado di gestire, con identici tempi e senza improponibili quantità di energia, portate di molto superiori a qualche centinaio di litri giornalieri E’ possibile, dal punto di vista soprattutto dell’economicità energetica, ipotizzare la costruzione di una apparecchiatura in grado di trattare deflussi di 1, 2 o 3 ordini di grandezza superiori, sempre nell’ambito dello stesso tempo attuale di funzionamento del prototipo? E’ sempre necessario passare attraverso la fase di evaporazione?
Chiedo venia, non sono riuscito a non far domande. In ogni caso rinnovo l’augurio per un buon esito degli iter brevettuali (specialmente presso l’USPTO) e della industrializzazione del processo.
vorremmo il vostro aiuto per poter divulgare QUELLO CHE POSSIBILE verso il target DEI GIOVANI CITTADINI DI DOMANI
vedi sito http://www.museoenergia.it un paio di articoli facili e comprensibile a chi non e’ uno scienziato . cioe’ a chi ancora non e’ uno scienzato ma che grazie a quanto legge in giro può’ divenirlo.