A un mese e mezzo di distanza dall’abbattimento del volo MH17 è calato il silenzio sull’inchiesta.
La verità metterebbe fine all’escalation militare in Ucraina, è l’arma più temuta da chi vuole il conflitto, ed è l’unica che abbiamo.
Il giorno successivo all’abbattimento del volo MH17 su CS era apparso un articolo in dissenso con le prime ricostruzioni dell’evento, dalle agenzie di stampa ai governi occidentali, per finire con gli esperti, tutti indicavano nelle milizie indipendentiste filo-russe i responsabili del crimine, queste avrebbero colpito l’aereo di linea con un missile terra-aria Buk (che fino a quel momento non avevano mai dimostrato di possedere), in grado di raggiungere i 10.000 metri a cui si trovava l’aereo.
Oggi, a un mese e mezzo dai fatti nessuno parla più dell’MH17, il motivo è che non è più possibile sostenere la versione iniziale, neanche per gli accondiscendenti media occidentali, tutto converge nell’attribuire al governo di Kiev, appoggiato da USA e UE, la responsabilità dell’accaduto. E allora non si potrebbe più sostenere un governo criminale e la sua azione militare nell’est del paese, ci sarebbe il ‘rischio’ concreto dell’interruzione delle azioni militari governative e la possibilità di pace in Ucraina.
A indicare una diversa dinamica dell’accaduto era stato un tracciato dei radar russi che appena tre giorni dopo l’accaduto mostrava la presenza di un aereo militare nei pressi del Boeing, precisamente quella di un Sukhoi Su-25, qualcosa che ricorda molto la dinamica di Ustica.
I tracciatati radar della torre di controllo di Kiev avrebbero quindi potuto chiarire subito la situazione, anche questo immediatamente segnalato su CS, ma non sono mai stati resi pubblici. Stessa sorte hanno subito i dati delle scatole nere consegnate agli esperti più di un mese fa e del cui contenuto nessuno ha mai saputo nulla, solo il WSJ si è affrettato a dire il 28 luglio che si tratta di modelli vecchi e che possono fornire solo informazioni limitate “Older Flight Recorders on Plane Likely to Provide Limited Data“. Un aereo nuovo con scatole nere vecchie dunque, anche fosse così nessuna scatola nera è così vecchia da non registrare le comunicazioni radio dei piloti.
Ma come spesso accade non tutto può essere sotto controllo, e così un rottame del volo Malaysian MH17 è finito davanti all’obiettivo di un fotografo, ma non si tratta di un rottame qualsiasi è una parte del muso immediatamente sotto ai finestrini della cabina di pilotaggio che presenta fori riconducibili a quelli di proiettili da 30 mm:
L’immagine ad alta risoluzione è disponibile qui.
Altri fori da 30 millimetri sono stati trovati su un altro frammento delle parte anteriore:
Tra i primi a segnalare che qualcosa di strano era presente sul frammento è stato un pilota tedesco in un articolo del 30 luglio, secondo il pilota Peter Haisenko infatti sono ben visibili nella foto dei colpi di cannone da 30 millimetri. Poi è giunta la conferma del giornale News Straits Time, pubblicato in Malesia, che riprendeva le affermazioni di un esperto statunitense: il volo MH17 è stato colpito da un missile aria-aria e poi successivamente finito da colpi di cannone anticarro.
Ai frammenti del muso si aggiungeva una parte dell’ala con il segno di un colpo di striscio:
I danni subiti sul muso dal Boeing sono ben illustrati da questa ricostruzione:
L’angolazione dei colpi subiti dall’MH17 è stata così ricostruita, si nota la corrispondenza tra i fori sulla cabina e i segni dei colpi sull’ala sinistra:
Unendo i dati provenienti dai tracciati radar russi e i segni sulle lamiere della cabina di pilotaggio si ottiene un quadro complessivo coerente che vede un aereo Sukhoi Su-25 avvicinarsi da destra al Boeing, dopodiché questo precipita colpito proprio sul lato destro. I dati tecnici del Sukhoi Su-25 sono però quelli di un aereo di attacco al suolo la cui quota di tangenza massima è di circa 7000 metri, mentre il volo MH17 come è noto volava a circa 10.000 metri. Ma si tratta di una difficoltà apparente, il Su-25 non ha bisogno di raggiungere i 10.000 metri per colpire, una volta giunto alla quota di 7.000 metri può lanciare un missile aria-aria R-60 guidato dal calore dei motori e con un raggio di azione tra i 4 e gli 8 Km. L’R-60 è dotato però di una carica esplosiva di peso ridotto che è in grado di danneggiare un motore ma senza riuscire a mandare in pezzi una struttura grande come quella di un Boeing 777. E infatti l’aereo di linea con un motore fuori uso sarebbe sceso ad una quota più bassa dove il Su-25 lo avrebbe facilmente colpito con i proiettili da 30 mm in grado di provocare la rottura della cabina di pilotaggio e la conseguente caduta.
Questa ricostruzione alternativa a quella diffusa su tutti i media, che vede nel lancio di un missile Buk da parte delle milizia indipendentiste la causa dell’abbattimento del volo MH17, sarebbe facilmente smentita o confermata con la pubblicazione dei tracciati radar della torre di controllo di Kiev o con le registrazioni dei dialoghi dei piloti e del contenuto delle scatole nere.
Ma il governo di Kiev e le autorità britanniche non hanno finora fornito questi elementari dati.
Da quello che è veramente successo il 17 luglio 2014 nei cieli dell’Ucraina può dipendere un futuro di pace o di guerra in Europa, se infatti non fossero state le milizie indipendentiste ad abbattere il volo MH17 ma questo fosse stato colpito da un aereo di Kiev il sostegno al governo ucraino da parte dell’Occidente dovrebbe essere ritirato e la minaccia di guerra si allontanerebbe dall’Europa.
Per questo motivo è necessario fare ogni forma di pressione sugli organi di informazione e i governi interessati affinché vengano rese pubbliche tutte le informazioni su quello che è avvenuto.
Per questo è stata avviata una petizione ai governi dell’Ucraina e dell’Inghilterra affinché rendano pubbliche le informazioni in loro possesso relative ai tracciati radar, ai dialoghi dei piloti e al contenuto delle scatole nere. Se anche non si dovessero raggiungere gli obiettivi prefissati, se anche fossero solo poche firme, sarà comunque un modo per far circolare le idee e mantenere l’attenzione sull’argomento. Per aderire è possibile firmare online a questo link:
41 commenti
Buon giorno Prof. Pennetta
Ho firmato la petizione. Sono d’accordo con lei; è urgente conoscere i fatti che ci stano portando un’altra catastrofe.
Vorrei, umilmente, proporre una domanda a lei e ai vostri lettore, che considero ragionevole e onesti intellettualmente dai testi che ho avuto l’opportunità di leggere.
Premessa: Il rancore non è propriamente una scelta. É un sentimento difficile da raggirare e semmai, “scelgo” di sforzarmi per trasformare questo sentimento in qualcosa di meno negativo.
Domanda: Come può essere un ucraino filo russo? La carestia terroristica non ha segnato quel popolo?
Aggiungo un link per dare un’idea di questo fato storico:
http://www.ecclesiacatholica.it/index.php?option=com_content&view=article&id=209:carestie&catid=63:russia&Itemid=272
Cordialmente
Silvio
Buongiorno Sig. Morais D’Amico,
grazie per le sue parole riguardo alle caratteristiche di CS, rispondo alla sua domanda invitando innanzitutto a distinguere la Russia dall’Unione Sovietica la cui ideologia fu la causa delle repressioni verso i Kulaki, in secondo luogo ricordando che l’Ucraina è divisa in diverse realtà etniche e culturali, ad est i russofoni del Donbass che sono dei russi a tutti gli effetti (e infatti hanno votato per l’annessione alla Russia dopo l’insediamento di un governo ostile a Kiev), e ad ovest le popolazioni del Banderastan più legate alla Polonia la quale a sua volta ha molto risentimento verso i russi per le vicende della II GM.
Dovrebbero però avere lo stesso risentimento anche verso i nazisti che hanno appoggiato il golpe di Kiev, cosa che invece non avviene.
Grazie per l’adesione.
Molti hanno il risentimento verso i russi per il fatto che per anni cercavano di rubarci la nostra identita’ nazionale. E molti hanno anche il risentimento verso quelli del Ukraina del ovest per il genocidio (http://en.wikipedia.org/wiki/Massacres_of_Poles_in_Volhynia_and_Eastern_Galicia). E molti di quelli che adesso combattono contro i russofoni del Donbass, lo fanno con le bandiere rosso-nere, quelle di UPA (OUN-B) di Stepan Bandera.
Buonasera Adam, e grazie per la testimonianza.
Prof. Pennetta
Mi scuso per la tarda risposta alle sue considerazioni ma le mie responsabilità quotidiane mi fanno rinunciare a cose edificante come discussione del genere.
La Eurasia, come concepita da Alexander Duguin e suo discepolo Vladimir Putin, è una sintesi dell’estinta URSS con l’Imperio Zarista. La teoria che fondamenta il progetto è una fusione di marxismo-leninismo, messianismo russo, nazismo ed esoterismo. I nostalgici dello stalinismo vedono nel Eurasia la promessa di rinascimento dell’URSS. Conservatori applaudono il suo moralismo repressivo “soi disant” religioso. Non riesco a distinguere la Russia dall’Unione Sovietica, come lei mi ha invitato.
Vorrei esser chiaro: non difendo il governo di Kiev. Credo addirittura che siano i principali responsabili del caos che vivono i cittadini di quel posto, ma è sempre uno stato democratico e di diritto. Che valore legale può avere una votazione per l’annessione alla Russia di una regione compresa in questo stato? Come il veneto che vota per l’indipendenza? Io sono sempre per la legalità, come, credo, anche lei.
Purtroppo, anche a quest’ora, sono obbligato a lasciare questo testo senza potere approfondire di più, poiché devo tornare a lavorare.
Ringrazio sinceramente il suo interesse al mio commento.
Cordialmente
Silvio
Buongiorno D’Amico, che io sappia il progetto di Putin era quello di un’unica zona commerciale “dagli Urali a Lisbona”, il che non ha niente a che vedere con l’eredità dell’URSS, ed è anzi proprio il motivo per cui gli USA vedendosi svantaggiatri se non proprio esclusi da questo progetto hanno voluto creare una frattura in mezzo all’Europa.
Lasciamo poi perdere l’esoterismo della Russia e gli aspetti religiosi se no cominciamo anche a parlare della Skull & Bones di Kerry, Bush e di tutto l’esoterismo massone di cui l’Occidente è imbevuto.
Che infine quello di Kiev, nato da un golpe neonazista finanziato dagli USA, sia uno stato di diritto e democratico non lo posso proprio accettare,riguardo l’indipendenza delle regioni russofone mi domando perché quando a volere l’indipendenza era il PKK o i ribelli di Bengasi questa era talmenet sacrosanta da richiedere le bombe della NATO, adesso invece si tratta di terroristi.
Si può pensarla come si vuole, ma non sono ammissibili due pesi e due misure.
Buongiorno Pennetta
“Nessun m’indurrà ad assolvere la natura umana per il fatto che io conosco me stesso”
La stupidita dell’Occidente serve come parametro di analizzi, non come scusa per guerre.
Sono d’accordo con lei su quanto siano meschini le strategie della NATO, ONU, e tante consigli europei che esistono e che non sono comprensibili. Ma la mia domanda era, piuttosto, in senso antropologico; L’orrore storico della carestia terroristica e le sequele nel popolo ucraino. Lei cerca di dimostrare la validità di un confronto in quel paese che io non ho contestato. Non potrei nemmeno, poi che ho vissuto la mia gioventù lottando contro una dittatura e conosco, nel corpo e nell’anima cosa significa la “rivoluzione”. Per estrapolare fino in fondo, vi garantisco che i cambiamenti sostanziali non si ottengono con le armi. Ma, ripeto, non era questa la mia questione…
Sula problematica di distinguere la Russia di Putin dell’URSS, condivido le sue parole “Si può pensarla come si vuole” ma, matematicamente ho sempre creduto che il paradosso funziona di più usando UN peso e DUE misure, poiché da due pesi potrei aspettare due misurazioni diverse…ma questa è, solamente, una divergenza linguistica.
Cordialmente
Silvio
Buongiorno,
mi scusi, ma quando vado sul collegamento per la petizione visualizzo la pagina ma non so dove firmare. Mi dice “Grazie per aver firmato”, ma io non ho fatto nulla. Oppure la firma è automatica con l’accesso alla pagina??
Buongiorno Alio,
per firmare devono essere riempiti a campi sulla destra, non saprei perché il sito ti ringrazia senza aver firmato… magari riprova più tardi.
Grazie anche da parte mia!
La ringrazio, professore. Mi sono permesso, seppur discretamente, di diffondere ad alcune mie conoscenze tale fatto e gli articoli di CS sul Malaysian (in modo che potessero farsi autonomamente delle idee).
Grazie, hai fatto un’ottima cosa, io non sto su facebook e twitter è in uso da poco tempo quindi non ho una capacità di diffusione dell’iniziativa.
Avevi ragione, purtroppo il link apriva una pagina successiva alla votazione e molti non hanno potuto eseguirla.
Adesso ho provveduto a sistemare la cosa.
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Ma secondo lei quelli si stanno facendo la guerra per l’aereo abbattuto? Io non credo proprio…
No, l’aereo abattuto sarebbe però una colpa grave di Kiev che se venisse alla luce (insieme alla strage di Odessa) dovrebbe costringere l’Occidente a revocare l’appoggio al regime di Poroshenko disinnescando le argomantazioni che vengono usate per motivare l’interventismo.
Ma lei non trova inquietante il ruolo della Russia in tutto questo? A me sembra una forma subdola di imperialismo, magari un imperialismo di ritorno a seguito dell’espansione della Nato ad est…
La stage di Odessa è inquietante, l’abbattimento di un aereo civile per scatenare l’intervento della NATO è inquietante.
Putin cerca di spegnere il fuoco che gli hanno acceso sulla porta di casa.
Non è evidente?
No, assolutamente non lo è. Alle volte temo che gli occidentali, pur di crogiolarsi nel loro torpore, preferiscano fare come gli struzzi. Quanto aveva ragione Benjamin Franklin…
Ma se è dal 2008 che Putin va dicendo in giro che l’Ucraina in realtà non esiste!
Giuseppe scrive:
“Ma se è dal 2008 che Putin va dicendo in giro che l’Ucraina in realtà non esiste!”
Cortesemente ti chiedo di citare la fonte della tua affermazione, perchè a me non risulta, Sono curioso e sono disposto a rivedere le mie convinzioni, ma solo a condizione di confrontarmi con la realtà.
Anche nell’agosto del 2008 la Russia fu accusata dal mainstream di aver invaso l’Ossezia, ma poi la verità venne fuori (lo fa sempre, è il suo vizio).
Anche di Mahmud Ahmadinejad si favoleggiò che in sede ONU dichiarò di voler distruggere Israele. Peccato non vi sia traccia di tale affermazione in nessun documento ufficiale registrato presso l’ONU.
Come giustamente fai notare è la NATO che si espande, e allora coerentemente devi riconoscere che gli imperialisti sono loro.
Forse le repubbliche ex sovietiche hanno i loro motivi per preferire l’ombrello della Nato al letale abbraccio di uno stato pseudodemocratico guidato da una oligarchia mafiosa…
Mi sembra che le oligarchie mafiose che rubavano le srisrse del paese sono state espulse qualche anno fa, e poi vogliamo parlare del nostri ‘democratico’ Occidente, non sono oligarcie mafioso-finanziarie quelle che stanno affamando la Grecia?
L’unico abbraccio letale che vedo è quello della troika.
del resto, visto che Giuseppe cita Benjamin Franklin:
“Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza.”
Ottimo articolo come sempre.
Che l’informazione italiana fosse ridicola credo fosse notoriamente pervenuto a tutti; ciò che sorprende è la stampa occidentale (quelle che dovrebbe essere tra le prime al mondo).
Mi chiedo, a questo punto, quanto siano veritieri tutti quei sondaggi e liste sulla libertà di stampa nel mondo.
Già, davvero viene da domandarsi cosa sia quella che chiamano libertà di stampa, liberi di scrivere tutti la stessa cosa.
Liberi di non fare articoli scomodi.
La stampa politica (specie quando ci sono possibili conflitti) purtroppo molte volte passa da “in/formare” (avere una propria forma indipendente dalla propria volontà quindi limitarsi a dare la notizia,qualsiasi notizia a prescindere,dare il dato grezzo o il fatto grezzo) a “formare”(creare una forma plasmandola secondo una volontà,dare una notizia con le proprie aggiuntine personali in cui la notizia viene modellata o accentuata verso le proprie esigenze o di altri,verso una forma già voluta) e quando tenta di formare spesso passa al “disi/informare per formare”.
La propaganda cerca di formare escludendo/amettendo o riplasmando notizie,l’informazione no,ma strano vanno tutti in scipoero per l’informazione facendosi propaganda 😛
Liberi di fare propaganda o Liberi di informare?Quale delle due tutela la democrazia?
Giocare con la vita del popolo Ucraino per le proprie ideologie è una bestialità.
Come si fa a colpire un aereo che si muove a 900 km/h facendo dei fori così ravvicinati? Anche con una cadenza di tiro di 3000 colpi al minuto facendo qualche facile calcolo i fori dovrebbero essere a distanza di metri uno dall’altro.
Buonasera Sig. De Nardis,
la domanda è pertinente, per prima cosa direi però che se quei fori sono davvero di un’arma calibro 30 mm il problema del come diventa secondario.
Ciò premesso possiamo dire che se davvero il Boeing è stato prima colpito da un R-60 aveva un motore fuori uso e volava quindi a velocità ridotta (la velocità di decollo è circa 290 Km/h) a forse 500/400 Km/h o anche meno.
Calcolando che il cannnone Gryazev-Shipunov ha, come giustamente da lei riportato, una cadenza tra i 2500 e i 4000 colpi al minuto, assumenmdo un’ipotesi di 3000 colpi al minuto significa 50 colpi al secondo che rendono realistici tre o quattro fori ravvicinati. Del resto se così non fosse sarebbero quasi del tutto inutili i cannoni nel combattimento aereo.
Comunque, ripeto, ogni congettura finirebbe se venissero resi noti i dati richiesti in questo articolo.
Buonasera a lei. A me onestamente i fori sulla lamiera semnrano più facilmente riconducibili ad una testata a frammemtazione. Comunque ho sentito che è annunciato per martedì un primo rapporto dalla commissione d’inchiesta
Viste le difficoltà in cui hanno lavorato tutto sommatto mi sembra un tempo accettabile.
Chiarisco che ritengo più probabile che si tratti di fori di proiettile ma neanch’io mi sento di escludere che si possa trattare di frammenti di una testata esplosiva, che a questo punto, visto il luogo del danno, non sarebbe di un R-60 ma di un Buk. In questo caso si dovrebbe ancora però capire da dove è stato lanciato (tracciati radar) e perché il Su-25 stava manovrando in quel modo vicino al Boeing.
Sono anch’io in attesa di questo primo comunicato, aggiungo che anche in tempi ristretti dovrebbero essere disponibili informazioni chiare e verificabili sui punti oggetto della petizione. Sarà interessante valutarlo non appena l’avremo sotto mano.
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La petizione ha raggiunto l’obbiettivo.
Sì, avevo detto che si sarebbe trattato di un gesto per far circolare le idee, ma adesso a posteriori mi dispiace di non aver gestito diversamente l’iniziativa, penso che si sarebbe potuta giocare meglio questa carta.
Con un po’ più di esperienza e di organizzazione si sarebbe potuto puntare a un numero molto maggiore di firme.
Grazie a te Mirko e a tutti gli altri, questo articolo che è stato pubblicato anche si Libertà e Persona ha totalizzato in pochi giorni migliaia di letture.
A quanto pare si è trattato proprio di una testata a frammentazione.
Dal Corriere della Sera:
“Lo si riteneva probabile fin dall’inizio, ma ora ci sono le prove. Il volo MH17 della Malaysia Airlines, che il 17 luglio scorso si è schiantato nell’est dell’Ucraina, probabilmente è stato abbattuto «da oggetti ad alta energia provenienti dall’esterno del velivolo», in pratica proiettili.”
Il Corriere della Sera? La invito a leggersi il report completo, se le interessa sapere cosa hanno trovato gli investigatori.
http://www.onderzoeksraad.nl/uploads/phase-docs/701/b3923acad0ceprem-rapport-mh-17-en-interactief.pdf
Poi se lei si accontenta di quello che ha scritto sopra allora ammetto che la avevo sopravvalutata.
De Nardis, semplicemente lei non ha capito il mio intervento.
Volevo farle notare che lei è giunto a delle conclusioni arbitrarie che conseguono ad un’analisi parziale, tanto che anche un giornale, certamente non simpatizzante con gli indipendentisti, non si è sbilanciato a trarre le sue conclusioni.
Probabilmente sono io che ho sopravvalutato.
Ciò che da oggi, essendo disponibili le registrazioni delle conversazioni dei piloti e degli strumenti di volo, non sarà più possibile sostenere è che l’aereo sia stato colpito prima al motore da un missile aria-aria ed in seguito da un cannone anticarro: non c’è traccia infatti di perdita di quota o velocità; il report indica chiaramente che l’aereo si è distrutto in volo quando è stato investito da “un gran numero di oggetti che hanno penetrato l’aereo dall’esterno”; indica inoltre che la prima parte a distaccarsi dall’aereo è stata la parte anteriore della fusoleria (cabina di pilotaggio) e che questo significa che sono state le prime a distaccarsi dall’aeroplano.
Chiedo scusa per il refuso: indica inoltre che la prima parte dall’aereo a precipitare è stata la parte anteriore della fusoleria (cabina di pilotaggio) e che questo significa che sono state le prime a distaccarsi dall’aeroplano
Come avevo sostenuto nell’intervento del 5 settembre non mi sentivo di escludere che i fori sulla cabina fossero della testata esplosiva di un Buk, quindi non ho nessun problema se non risultano malfunzionamenti di un motore, questo serve solo a delimitare meglio le possibilità.
L’azione di un solo soggetto (il Su-25) anziché quella congiunta di un Buk e poi di un Su-25 essendo la più semplice era anche la più plausibile in ossequio al rasoio di Occam.
Detto questo la relazione preliminare è deludente sotto diversi punti di vista.
Si parla di perforazioni dall’esterno, ma questo lo sapevano tutti. Non si trova invece alcun riferimento alla tipologia dei vari fori: ne esistono compatibii con un’arma calibro 30mm?
Non lo sappiamo.
Tra i dati analizzati viene indicato anche il tracciato del Controllo del traffico aereo (ATC) della Federazione Russa, ma della presenza del Su-25 non si dice nulla. Ma come è possibile che i tracciati russi sui quali esso compariva adesso non mostrio più nulla?
Questa discrepanza dovrà essere chiarita.
Tutto il resto è compatibile con entrambi gli scenari.
Comunque non abbiamo ancora le registrazioni dei dialoghi ma un resoconto non abbiamo un tracciato radar ma un resoconto.
Con questa relazione preliminare si delimitano le possibili versioni che potranno essere in futuro sostenute dalla commissione d’inchiesta.