Di Ebola ci occupiamo perché siamo preoccupati per noi, se invece in Africa si muore di altre cose tutto a posto.
Questo il razzismo del XXI secolo, quello che si nasconde dietro le apparenze.
Sarà stata quell’ossessione tipica dell’800 di classificare tutti i viventi che ha costituito la base del razzismo, almeno questa è l’ipotesi formulata un mese fa sul Washington Post in “The long and ugly tradition of treating Africa as a dirty, diseased place“, un’idea ricorrente alla quale non sfuggiva notoriamente lo stesso Darwin, come ricordato nello stesso articolo, che amava collezionare scarafaggi.
La collezione di scarafaggi di Darwin (Museo di Cambridge)
E sarà stata anche la fissazione dello stesso periodo con la frenologia, con la convinzione cioè che fosse possibile determinare l’intelligenza e le caratteristiche psicologiche di un individuo dalle dimensioni e dalla forma del cranio. E sarà stata anche quell’infelice immagine della “marcia del progresso” ad aver impresso l’idea che le etnie africane fossero più vicine alle scimmie rispetto a quelle bianche:
Fatto sta che da allora una diffusa e spesso malcelata idea razzista nei confronti dei neri si è insediata e non sembra intenzionata ad andarsene. La differenza rispetto all’800 è che adesso è d’obbligo negare il razzismo, a costo di negare contemporaneamente l’evidenza.
Dopo aver parlato dell’allarme per il presunto pericolo della sovrappopolazione (vedi “Arrembaggio neomalthusiano“) che vede negli abitanti dell’Africa la popolazione da limitare, vediamo oggi come viene vissuto in Occidente l’allarme sanitario del continente nero. L’epidemia di Ebola domina i media, le cifre ufficiali parlano di circa 2.800 morti, il Presidente Obama ha disposto l’invio di 3.000 soldati (deve essere una specie di riflesso condizionato) mentre il Sierra Leone è stata presa una misura estrema con l’imposizione di ben tre giorni di coprifuoco.
Questo interesse però non si è mai manifestato per le morti dovute a dissenteria, che secondo alcune stime ammonterebbero a circa 2.000 al giorno (circa due terzi delle vittime finora di Ebola), né per le morti dovute alla malaria, che secondo le stime del WHO ammontano a circa 627.000 l’anno, cioè circa 1.700 al giorno (in un giorno oltre la metà di quelle di Ebola finora). Chiaramente né la dissenteria né la malaria preoccupano per un possibile contagio in Occidente. Ecco allora in tutta la sua evidenza il fatto che l’allarme e il clamore mediatico intorno ad Ebola sono dovuti solo alla preoccupazione per noi e non a quella per le vittime in Africa.
Anche il distacco con cui è stata presa la notizia dei tre giorni di coprifuoco totale rivela il più profondo disinteresse per quelle popolazioni, gli spazi sui giornali sono stati marginali, eppure l’idea che in un paese occidentale possa essere decretato il divieto assoluto di uscire di casa per tre giorni avrebbe tenuto lo spazio di apertura di tutti i TG. Ma riguardando i negri la notizia non fa scalpore più di tanto, nella tradizione denunciata dal Washington Post di trattare l’Africa come un posto sporco e pieno di malattie.
Questa è la realtà del nostro rapporto con l’Africa, un paese i cui abitanti sono colpevolizzati per il fatto stesso di nascere, dove morire è accettabile purché non si minacci con malattie infettive il mondo ‘civile’, gente sporca e malata che deve lasciar lavorare tranquillamente i ladri di terreno (fenomeno del Land Grabbing).
Un razzismo moderno che respinge a parole la propria natura, e che con le parole fa credere di essere invece attento e compassionevole, la stessa compassione di chi propone l’eutanasia, mentre le immagini con i bambini africani tappezzano le aule delle scuole elementari e le raccolte fondi ai supermercati per farci sentire buoni.
Ma in realtà è bene che i negri si facciano da parte, che la smettano di nascere e che muoiano numerosi senza disturbare, per il loro bene s’intende.
42 commenti
Faccio una boutade, così…dissenteria e malaria non sono buone armi biologiche, ebola sì…
Potremmo chiederci ad esempio cosa facessero dei ricercatori della Tulane University specializzati in armi biologiche in Africa occidentale…
Potremmo chiedercelo ma non lo facciamo…
Di fatto la ricerca sulle armi biologiche è sempre stata la meno pubblicizzata. Mettete in vetrina le testate nucleari ma in cantina le armi batteriologiche.
Già, per loro era piu’ logico andare a studiare un torneo di Bridge, o di Poker Texas Hold’em, vero?
Come quei medici in Russia nell’800 che erano piu’ presenti dove piu’ c’erano malati, e quindi la gente credeva che fossero loro a portare le malattie e li uccisero…
Professore, il blog sta prendendo (e lo dico a malincuore) una brutta piega complottista e piena di troll. Mi dispiace proprio… Un cosi’ bel blog…
A parte attaccare chi ti sta sulle palle hai anche qualche argomento interessante da portare?
No perché altrimenti diventa immediatamente chiaro chi sia in realtà il troll…
PS: Ho una cosa per te, eccola. Ora documentati e sparisci.
Ciao Piero,
che i virus emorragici fossero stati usati per farne armi biologiche se ne era già parlato qui, e con la documentazione di serie riviste scientifiche.
Se vuoi dire che secondo te non c’è la prova di una correlazione tra le ricerche e questa epidemia hai tutto il diritto per farlo, ma per favore non usiamo come argomento il complottismo che è un non-argomento.
Ovviamente ne sono a conoscenza di questo.
Ma meravigliarsi perche’ ci siano specialisti in guerra batteriologica in una localita’ dove e’ in corso un’epidemia di un virus oggetto di studio… non saprei come definirlo.
Chi ci dovevano mandare? floricultori? Specialisti in bricolage? Attrezzisti da teatro?
E’ OVVIO che ci siano specialisti di tal fatta, perche’ sono anche esperti nel modo in cui il morbo in questione si diffonde, la velocita’, ecc ecc… E poi dovevano lasciare che i locali li ammazzassero? E’ ancor piu’ ovvio che ci siano anche militari, addetti alla protezione dell’equipe, e roba varia.
E ancora piu’ ovvio ( ma non a certi troll) che, in campo militare, si abbiano conoscenze riguardo al virus, che magari sono state classificate come segreto militare, e che quindi sono fuori dalla cerchia della comunita’ scientifica “normale”.
Il “vaccino” testato e’ uscito fuori dalla mattina alla sera mischiando a caso due provette?
Uno e’ tanto scemo da produrre un virus letale senza studiare opportune contromisure, contando sul fatto che il nemico e’ cosi’ fesso da non fare altrettanto e usare la sua arma contro di lui?
Non dimentichiamo che questi hanno a disposizione il bilancio del DoD.
E poi ogni agente patogeno e’ in qualche modo “contrassegnato”, e’ grazie a queste “marche” che si e’ riusciti a risalire al laboratorio da cui erano state trafugate le spore dell’antrace nella storia delle lettere all’antrace.
I Servizi segreti russi, o cmq quelli ostili agli americani, avrebbero avuto gioco facile a scoprirlo e sputtanarli.
E non tiratemi fuori la storia dell’accordo per coprirsi a vicenda, per favore, se no ricadiamo nel complotto degli UFO.
avevo spedito una replica, ma il commento non l’ha neppure accettato…
Piero, infatti il commento era finito (non chiedermi perché) in spam, come è possibile vedere l’ho recuperato.
Aggiungo che si tratta di un ragionamento che si potrà condividere o no, ma che non si può dire che non sia argomentato, e questo è quel che serve.
PS c’erano anche altri commenti che ho ripristinato.
Anzitutto io ho chiaramente scritto che la mia era una boutade non certo una rivelazione ma evidentemente Capitan Ovvio non ci ha fatto caso perché preferisce dileggiare chiamando complottista e troll chi non condivide il suo pensiero neocon.
«Il “vaccino” testato e’ uscito fuori dalla mattina alla sera mischiando a caso due provette?»
No infatti se tu avessi letto l’articolo…
«For the last several years, researchers from Tulane University have been active in the African areas where Ebola is said to have broken out in 2014.These researchers are working with other institutions, one of which is USAMRIID, the US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases, a well-known center for biowar research, located at Fort Detrick, Maryland». I ricercatori stavano lavorando in quelle aree da “diversi anni” assieme ad una nota sezione dell’esercito che si occupa di armi biologiche. Ci saranno andati perché gli ammerigani so’ tanto bbuoni e vogliono solo guarire i poveri africani.
«I Servizi segreti russi, o cmq quelli ostili agli americani, avrebbero avuto gioco facile a scoprirlo e sputtanarli.
E non tiratemi fuori la storia dell’accordo per coprirsi a vicenda, per favore, se no ricadiamo nel complotto degli UFO.»
È noto a tutti (tranne a certi troll neocon convinti di vivenre nel mondo buono del Mulino Bianco) che i governi hanno molteplici accordi segreti e non vengono di certo a parlarne con noi.
Di UFO non ne so molto, magari puoi illuminarci tu…
Aggiungo una frase scritta dal prof Pennetta nel suo precedente articolo su Ebola «Non può passare inosservato il fatto che Kenema, il luogo da cui è partita l’attuale epidemia attuale di Ebola, è lo stesso dove risiedeva il laboratorio in cui si svolgevano le ricerche su Lassa.»
Sarà una coincidenza…
“Non può passare inosservato il fatto che Kenema, il luogo da cui è partita l’attuale epidemia attuale di Ebola, è lo stesso dove risiedeva il laboratorio in cui si svolgevano le ricerche su Lassa”.
Fatemi capire, perchè forse ho compreso male: qui in pratica si sta insinuando che lattuale epidemia di Ebola è stata fatta partire dal laboratorio degli statunitensi?
“È noto a tutti (tranne a certi troll neocon convinti di vivenre nel mondo buono del Mulino Bianco) che i governi hanno molteplici accordi segreti e non vengono di certo a parlarne con noi”.
L’accusa di complottismo è probabilmente un non-argomento, il complottismo, invece, di sicuro è un non-argomento! Affermazioni generiche di questo tipo, senza uno straccio di prova (perchè per definizione i complottardi non lasciano prove), sono semplicemente infalsificabili. E’ come la storia degli Ufo che ci sono ma non si fanno vedere perchè vogliono tenersi nascosti…per carità ognuno è libero di credere a quello che prova, ma se le affermazioni sono supportabili da qualche fatto, diciamo che non è una cosa negativa. Detto questo, condivido in pieno il senso dell’articolo: ne parlavo proprio una settimana fa con un prete che è stato missionario per una decina d’anni in Guinea Bissau: ogni giorno in quei luoghi le vittime di dissenteria, malaria ed aids sono notevolmente più elevate di quelle di Ebola, con la differenza però che per le prime l’uomo bianco è in grado di curarsi, per l’ultima (siero sperimentale a parte) no. Da qui tutto il can can mediatico.
Se ti servono ancora prove per capire che i governi mentono sistematicamente sei messo molto male, in particolar modo dopo scandali come Wikileaks e Datagate.
Comunque ripeto perché non si è capito: la mia era una boutade.
È chiaro che non c’è un collegamento visibile conclamato tra la presenza dei ricercatori in Africa e la produzione o il testing di armi batteriologiche tuttavia non si può sempre avere il “collegamento” su un tavolo da laboratorio da sezionare e studiare: questo è da ingenui.
A mio parere quando le coincidenze sono troppe come minimo qualche sospetto può essere alzato.
I piccoli segreti sono i più difficili da mantenere; per quelli grandi basterà sempre l’incredulità della gente.
– Marshall McLuhan
Che i governi mentano è cosa risaputa; da qui a concludere che dietro ad ogni fatto c’è la menzogna dei governi ce ne passa. A priori non credo nè all’innocenza degli USA, nè che siano responsabili di ogni sorta di nefandezza. Se ci sono dei fatti a supporto ci ragiono, se siamo nel campo delle illazioni sospendo il giudizio. Tutto qua.
Beh, se si cominciano a tirare fuori i Wikileaks, e cioe’ la casella di posta della CIA per far sapere al mondo quello che piu’ gli aggrada, si e’ al delirio più completo. Siamo al livello di mettersi la stagnola sulla testa per non farsi carpire i “pensieri” dalla NSA.
Ma quale boutade!!! Prima si afferma che ci sono esperti in guerra batteriologica americani proprio la’ dove c’e’ l’epidemia, lasciando ad intendere che sono proprio gli americani ad aver scientemente provocato l’epidemia, e poi, resisi conto della vaccata che si e’ detta, la si butta in caciara?
ma per favore!
Si, si, ora però posa il fiasco…
Professore, Obama non ha mandato semplicemente 3000 “soldati”, ma personale militare, comprendente medici, genieri e tecnici, che è l’unico in grado di realizzare e mantenere cordoni sanitari per evitare la diffusione dell’epidemia.
Questo non cambia la mia ‘battuta’ che resta pienamente pertinente. Qualunque cosa accada quell’uomo manda soldati.
Tremendo questo duro scontro con la realtà dei fatti. Mi sento ancora più impotente a pensare che qualche donazione possa solo in minima parte arginare il fiume di morte africano…
Ciao Federico,
mai perdere la speranza. Non lasciarti scoraggiare. Ci sono modi sicuri per aiutare quelle popolazioni e salvare la vita a uomini, donne e bambini. basta cercare bene, associazioni serie ce ne sono molte. se ti serve una dritta, a disposizione.
Certo, ti ringrazierei. Io mi fido di Emergency, di altre associazioni non ho conoscenze dirette… La speranza non la perdo, ma lo sconforto mi lambisce il cuore, per tutti i popoli disastrati della Terra.
“Anche il distacco con cui è stata presa la notizia dei tre giorni di coprifuoco totale rivela il più profondo disinteresse per quelle popolazioni, gli spazi sui giornali sono stati marginali, eppure l’idea che in un paese occidentale possa essere decretato il divieto assoluto di uscire di casa per tre giorni avrebbe tenuto lo spazio di apertura di tutti i TG. Ma riguardando i negri la notizia non fa scalpore più di tanto, nella tradizione denunciata dal Washington Post di trattare l’Africa come un posto sporco e pieno di malattie.”
Secondo me non è razzismo, ma innanzi tutto è logico che i giornali italiani ed europei, diano priorità alle notizie che per motivi geografici o geopolitici ci riguardano da vicino. Per esempio ovvio che un omicida seriale a Roma sui nostri TG fa più notizia di un assassino seriale in Perù!
Poi è altrettanto normale che gli eventi si misurano con il metro della civiltà del luogo in cui avvengono; senza arrivare all’Africa, una sparatoria tra camorristi a Napoli(città poco civile) non fa notizia, una simile sparatoria a Venezia farebbe molto più scalpore. A Napoli è NORMALE succede sempre(sarebbe una notizia clamorosa se non succedesse più), a Venezia invece sarebbe un evento eccezionale!
Andrea, i motivi da te addotti secondo me giustificano solo molto parzialmente la disattenzione verso la notizia. Gente costretta a non uscire di casa per tre giorni in una qualsiasi città dell’Occidente, dalla Germania all’Australia, sarebbe stata clamorosa, anche se molto lontana da noi.
Infine le tue considerazioni finali “è altrettanto normale che gli eventi si misurano con il metro della civiltà del luogo in cui avvengono” mi sembra che confermino il razzismo, insomma i negri sono incivili e non gli cambia nientee se vengono segregati in casa per tre giorni, mica c’hanno da andare in ufficio o a via Montenapoleone ad aprire il negozio loro…
Anche i napoletani(la maggior parte, certo non tutti) sono poco civili rispetto alla media nazionale, così come gli italiani , sono meno civili rispetto alla media del nord europa, pur essendo (sia napoletani che italiani in genere) bianchi. Non è questione di razzismo, ma di standard civili. Se succedesse a Francoforte(esempio a caso di città europea), sarebbe uno scandalo, in quanto un sistema sanitario di un paese sviluppato dovrebbe essere in grado di prevenirla o fermarla sul nascere un’epidemia di Ebola. Mentre in un paese sottosviluppato come la Sierra Leone, spiace dirlo, ma è considerato NORMALE che succedano cose simili.
Anche il concetto di civiltà non è scientifico, per intenderci, con quale unità di misura si valuta la civiltà?
Restando al tema Napoli/nord Europa, se ad esempio prendessimo in esame la percentuale di suicidi tra la popolazione suppongo che i paesi nord europei sarebbero avanti.
Ma allora, chi è più civile, chi è socialmente migliore?
Certamente quale sia il modello sociale migliore è soggettivo(ma gli effetti materiali sono misurabili. Ad esempio se la maggioranza delle persone sono portate al menefreghismo totale nei confronti di regole, ci si ritrova in un ambiente invivibile, in cui vige la legge del clan più violento e prepotente. E in una società del genere, fare/costruire qualcosa di buono diventa difficile. Quei servizi pubblici che altrove sono normali, in una città come Napoli, non funzionano mai come dovrebbero ).
Quindi quando dico che il Nord Europa è mediamente(quindi eccezioni a parte) più civile dell’Italia, lo dico secondo il modello di civiltà che idealmente mi sembra migliore, e anche secondo parametri oggettivi misurabili(equità nella distribuzione della ricchezza, servizi pubblici funzionanti, reddito dignitoso per chi si trova momentaneamente impossibilitato a trovare lavoro, libertà d’impresa nel rispetto delle regole, diritti fondamentali come studio e salute garantiti a tutti).
La percentuale di suicidi è maggiore? può darsi, ma quello è un unico parametro, che preso isolatamente non ci dice molto, perché è un fenomeno influenzato da tanti fattori, culturali, sociali, ambientali e perfino climatici. Non ci dice molto nemmeno sul livello di felicità media, visto che a parità di insoddisfazione e infelicità, una persona che vive immersa in una cultura in cui il suicidio è peccato mortale, può essere più portata a stringere i denti sopportare una vita che non ama più. Mentre chi vive immerso in una cultura come quella giapponese, in cui il suicidio è visto come un modo onorevole per porre fine ai fallimenti esistenziali, può essere molto più portato al suicidio. Ma questo non significa che il Giappone sia un posto invivibile, in cui sono tutti tristi e depressi, semplicemente i giapponesi per questioni culturali hanno il suicidio più facile!
Comunque non credo che il Nord Europa sia un paradiso in terra, ma solo che alcune cose funzionano un po’ meglio che altrove, e quindi un sistema sanitario talmente carente e disorganizzato da non riuscire a prevenire e contrastare le epidemie, farebbe più scalpore in Svezia, piuttosto che nell’Africa subsahariana.
Poi tutte i popoli e tutte le culture hanno lati positivi e lati negativi, qui si discuteva solamente l’efficienza del sistema statale e sanitario
Il legame tra razzismo scientifico e darwinismo sociale è molto marcato.
Leggete qui, e osservate da chi prendono spunto queste persone:
http://prometheus.greatnow.com/index.html
Concordo con l’affermazione, anche se il link segnalato è ad un sito che direi non molto rappresentativo. I razzisti ‘seri’ quelle cose le pensano ma in genere non le scrivono.
Il punto è che riporta molti nomi: tra cui Richard Lynn.
Lynn e il suo razzismo evoluzionista potrebbe in effetti meritare anche un articolo qui su CS.
grazie dela poco felice frase Napoli città poco felice avere la camorra non significa essere poco civili ,è lo stesso razzismo che è alla base delle vicende africane.Non fosse altro per le conseguenza dei vari disastri umanitari ,vedi alla voce emigrazione di massa, l’Africa dovrebbe avere un posto importante nei nostri tg invece si finge di non vivere in un mondo globalizzato. Ps i fenomeni mafiosi non sono locali ma da anni estesi anche a livello internazionale il pensare che riguardino solo il Sud è uno dei luoghi comuni che hanno impedito di sconfiggerlo insieme naturalmente ad altremotivazioni
Caro Enzo, che pazienza che ti ci vuole.
Glisso su tutto, voglio pero’ ricordare una cosa non troppo collegata ma neanche fouri tema.
Come mai quando si “vedono” uomini primitivi, questi sono sempre sporchi ed infangati. Noi, una razza estremamente pulita. Roba da pazzi.
Si’, tutto cio’ che viene da certe zone (fisiche, culturali, temporali) deve essere lercio anche oltre il risibile.
Ma il bello che la derisione non arriva mai.
Quando si dice, letteralmente, buttare fango addosso.
E farla SEMPRE franca. Problema piu’ grave dello stesso buttare fango. Siamo sempre li’.
i miei commenti continuano ad essere rifiutati.
Li ho recuperati, non so perché Akismet li elimini, forse è un complotto… 🙂
Qualcuno mi spiega perché quando succede qualcosa in Africa é sempre colpa mia?
Dato che é sempre colpa nostra e nel nostro ci sono anch’io qualcuno mi dice quando io avrei diffuso l’AIDS, e la dissenteria, e tutto quello che viene scritto in questo articolo? Non mi sento responsabile di quello che succede in Africa così come non mi sento responsabile di quello che succede in Norvegia o in Svezia. Il vero razzismo è considerare i popoli con il nostro metro di giudizio, come se fosse l’unico degno di essere accolto. Gli africani sono animisti, vivono con idee diverse dalle nostre. Un missionario mi diceva che un marito malato di aids se ne frega della moglie se si ammala, se muore la moglie ne sposa un’altra, e poi un’altra ancora finché prima o poi muore anche lui, per questo ci sono tanti bambini orfani di madri, ma per loro non è un problema, perché deve diventare il mio? Gli africani Non vogliono vivere come noi, lasciamoli in pace, con i loro riti, i loro riti , le loro macumbe..che facciamo? Li colonizziamo a forza? Non ha mai funzionato. P.S. Quanti miliardi abbiamo dato ai somali? Hanno comprato le armi . È ancora colpa mia?
Buonasera Maria, se c’è qualcosa sulla quale non posso che essere pienamente d’accordo con lei è che quello che avviene in Africa non è colpa sua, e neanche mia o dei nostri vicini di pianerottolo.
Come ha fatto a pensarlo dopo aver letto questo articolo? Posso pensare che sia per via delle innumerevoli cose che nel tempo lei avrà letto e ascoltato sull’argomento, articoli fuorvianti che volevano farle credere che tutti noi in quanto Occidente fossimo responsabili delle disgrazie dell’Africa.
E invece i responsabili sono gli stessi che adesso stanno impoverendo anche noi, realtà economico politiche (FMI, WB) che hanno adesso cominciato anche in Europa la loro opera sperimentata in Africa, hanno fatto lo stesso gioco del debito inestinguibile con la Grecia e ora cominciamo a sentire i loro effetti anche a casa nostra, e ritenere che siano gli africani la causa dei propri mali è la premessa per dire che anche i greci sono causa dei loro mali e che quindi anche noi ci meriteremo la povertà che avanza: non permettiamolo.
I problemi culturali dell’Africa sono mantenuti dallo stato di povertà indotta, quelle situazioni descritte dal missionario migliorerebbero se si consentisse il progresso economico, si domandi perché in una terra ricca di petrolio e uranio non si fanno centrali elettriche ma si propongono umilianti impianti solari.
Gli africani non hanno bisogno della nostra ‘povertà pelosa’, hanno bisogno che si lascino loro le ricchezze della loro terra.
Come ho già fatto altre volte segnalo questo video di Padre Giulio Albanese che chiarisce tutto:
https://www.youtube.com/watch?v=wNEO8tGTDtg
La ringrazio, sono d’accordissimo su tutto. Guardero’ il video senz’altro.
Con stima.
Dura solo pochi minuti ma è molto efficace, l’ho visto più d’una volta e dico grazie a Padre Albanese per quello che fa.
Per rispondere alla sua richiesta di chiarimenti mi ha molto irritato il titolo dell’articolo come se appunto a noi (a me) non importasse nulla ecc. Il titolo presuppone che noi (io, lei,…) abbiamo il potere di fare qualcosa, mentre non è assolutamente vero come ampiamente scritto anche nei vostri articoli. Chiedo scusa, ma io sono molto attenta alle parole che a forza di essere dette e ripetute creano la coscienza collettiva. Con stima.
Gentilissima Maria, non posso che apprezzare l’attenzione alle parole, è una cosa che raccomando spesso ai miei studenti, mi scuso quindi se la prima persona plurale ha generato confusione, l’intenzione era di usare un “noi” per indicare l’Occidente nella sua maggioranza, non certo nella totalità, e non per additare come responsabili delle politiche sbagliate i cittadini che invece le politiche sbagliate le subiscono a loro volta.
Grazie per questo utile scambio e con ricambiata stima.
PS i commenti sono aperti per sette giorni, quindi non sarà più possibile inserirne qui di seguito.
Grazie a tutti colori che sono intervenuti sin qui.