1977 – 2006, a quando il prossimo ripensamento?
Il riscaldamento globale è fermo da oltre un decennio e i critici non si possono liquidare come “negazionisti”.
Intanto avanzano anche le ipotesi di una tendenza al raffreddamento.
Li chiamano “negazionisti” coloro che criticano la teoria delle cause umane del riscaldamento globale, ma tra queste persone andrebbero messi personaggi come Richard Siegmund Lindzen, settantaquattrenne ex professore di fisica dell’atmosfera presso il prestigioso MIT, che già nel 2009 sosteneva che il modello climatico alla base della teoria dell’AGW (riscaldamento globale antropico) non vedesse un’unanimità di sostegni e non fornisse previsioni garantite:
Lindzen nell’articolo sosteneva che:
Il sostegno generale al riscaldamento si basa non tanto sulla qualità dei dati, ma piuttosto sul fatto che c’era una piccola glaciazione da circa il 15° al 19 ° secolo. Quindi non è sorprendente che le temperature dovrebbero aumentare da quando siamo usciti da questo episodio. Allo stesso tempo, mentre stavamo uscendo dalla piccola era glaciale, l’era industriale è iniziata, e questo è stato accompagnato da crescenti emissioni di gas serra come la CO2, il metano e il protossido di azoto.
Ma se davvero, come sostiene Lindzen nel suo articolo, le attività umane sono estranee al riscaldamento globale, desso avanza anche la possibilità che le dinamiche legate all’attività solare conducano ad un futuro prossimo nel quale le temperature potrebbero essere in diminuzione globale. Con i dati attualmente disponibili è già possibile stabilire che i modelli derivati dalla teoria dell’AGW costruita dall’IPCC, l’osservatorio dell’ONU sul clima, sono falliti. La reazione dell’IPCC al momento è come quella di chi finge di non vedere un fatto troppo scomodo e così diventa un vero “negazionista”, termine coniato per gettare un’ombra infamante su chi dissente dalle posizioni dell’agenzia ONU.
Se però la stasi nel riscaldamento era già un problema è possibile che le cose vadano anche peggio in futuro, a quanto pare infatti l’attività solare sta andando incontro ad un consistente rallentamento, della cosa aveva già parlato ad esempio la NASA che nel 2011 ha diffuso il seguente video intitolato “Solar Cycle“:
Di particolare interesse l’immagine che appare al minuto 2,51, dove si vede proprio l’andamento dell’attività solare con la previsione di un calo consistente delle macchie (associate al clima caldo) nei prossimi anni:
Attualmente la situazione, nonostante un recente picco, sembra seguire abbastanza bene quella prevista tre anni fa:
La situazione sembra essere confermata da numerosi studi citati in un articolo intitolato “Cosa sta accadendo al Sole? scienziati molto preoccupati” apparso su Centro Meteo Italiano.it. La mancanza di corrispondenza tra le previsioni e la situazione reale viene attualmente minimizzata e spiegata con il riferimento ad alcune previsioni che includevano periodi di stasi, come ha recentemente fatto Tamsin Edwards, ricercatrice presso l’Università di Bristol, che in un articolo intitolato “Pause for thought” ha proposto il seguente grafico:
Il tentativo non è molto riuscito in quanto dal grafico si vede come il modello, scelto tra i più favorevoli alla tesi dell’autrice, non ha previsto l’attuale stasi e le temperature realmente osservate sono comunque fuoriuscite dai margini delle previsioni.
Se la stasi del riscaldamento dovesse lasciare il passo ad un vero raffreddamento le previsioni dell’IPCC risulterebbero errate al di là di ogni tentativo di accomodamento ai dati reali, come si potrebbe allora giustificare quel presunto 97% di consenso con il quale si è accompagnato ogni discorso sull’AGW e in base al quale sono stati definiti negazionisti coloro che non erano d’accordo?
Si può ipotizzare che verrebbero cercate giustificazioni nell’imprevedibilità dell’attività solare e che lo scampato pericolo verrebbe indicato come da attribuirsi ad un colpo di fortuna imprevedibile dalla scienza.
Ma nell’andamento dei cicli solari non c’è nessuna sorpresa, se e quando le temperature saranno definitivamente andate lontano dalle previsioni al di là di ogni possibile aggiustamento, in quel momento non ci saranno giustificazioni.
Certi meccanismi dovranno allora essere messi seriamente in discussione, un’attenta analisi dovrà andare a fondo nel funzionamento della macchina del consenso nella scienza, e del ruolo svolto da agenzie dell’ONU come l’IPCC che risulterebbero poco scientifiche e molto politicizzate.
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2 commenti
http://www.tempi.it/allarmismo-clima-ingiustificato-e-per-gli-assicuratori-e-stato-tutto-profitto-parola-di-warren-buffett
Grazie Piero, usare il grado di rischio per le compagnie di assicurazione come indicatore è un elemento di valutazione interessante che va preso in considerazione.
Si tratta comunque di una conferma del fatto che qualunque cosa sia accaduta al clima non ha nulla a che fare con gli eventi estremi.