Joseph Mengele
Ricordare senza andare alle radici dell’ideologia nazista significa non capire il presente.
Un presente che in alcune sue tendenze somiglia alle idee di quegli anni.
Saranno numerose oggi le iniziative in ricordo di quel periodo che va dal 1933, con le prime iniziative antiebraiche dell’appena insediato Reich, passando per le leggi razziali di Norimberga del 1935, la Notte dei cristalli del 1938, al gennaio 1945, quando vennero liberati i campi di concentramento. Ma se il fine è quello di ricordare per non cadere ancora negli stessi errori, bisogna andare oltre a quello che fu solo il punto di arrivo di un’ideologia che partiva da più lontano.
L’idea di razza e di miglioramento della stessa traeva origine dall’eugenetica fondata da Francis Galton, cugino di Darwin, nel 1869. Secondo le sue idee esistevano uomini superiori ed era possibile fare in modo che con determinate tecniche di selezione la popolazione potesse essere migliorata. Le idee di Galton si formarono in un clima culturale fortemente caratterizzato da quelle di Herbert Spencer che fu il vero fondatore del “darwinismo sociale” antecedente alla pubblicazione dell’opera di Darwin e che prese la denominazione di “darwinismo” solo dopo che la teoria di Darwin (anch’essa figlia del clima culturale e sociale di quegli anni) fu cooptata per supportarlo. Il termine “darwinismo sociale” fu coniato nel 1879 dall’anarchico Emile Gautier, dieci anni dopo che Galton aveva fondato l’eugenetica e venti anni dopo che Darwin aveva pubblicato l’Origine delle specie. L’occasione in cui Gautier propose per la prima volta il termine fu al 50° congresso dei naturalisti tedeschi al quale partecipavano grandi nomi come Haeckel, Nägeli e Virchow che affrontarono proprio la valenza del darwinismo come giustificazione delle ineguaglianze sociali.
Haeckel in particolare fu un acceso sostenitore del darwinismo sociale abbracciando pienamente il malthusianesimo, l’idea di eutanasia e un razzismo tra l’altro comune agli scienziati dell’epoca. Il segno lasciato nella società tedesca dal darwinismo sociale cresciuto intorno alla figura di Haeckel, venne testimoniato dal biologo evoluzionista Vernon Lyman Kellogg, che nel 1917 pubblicò “Headquarters Nights“, il racconto delle conversazioni avute con alti ufficiali tedeschi in Francia e Belgio nel corso della I Prima Guerra Mondiale, Kellog riferì che il militarismo tedesco si giustificava sulla base di un malinteso darwinismo e di una errata concezione della selezione naturale che però erano percepiti come corretti dai tedeschi. E molti di quegli ufficiali erano stati docenti universitari prima del conflitto.
Ma anche da parte anglosassone la visione era stata fortemente condizionata dalla “selezione naturale”, la sterilizzazione forzata a fini eugenisti era applicata negli USA e lo sarebbe stata a lungo, mentre l’influenza nella politica internazionale la testimoniò George Bernard Shaw nel 1921 in “Torniamo a Matusalemme“, nella cui prefazione denunciava il tentativo da parte delle potenze vincitrici di eliminare definitivamente la Germania, anche dopo la fine del conflitto imponendo condizioni che generavano povertà e carestia, cosa che in passato nessun regno avrebbe pensato di fare.
E proprio la reazione a quelle condizioni fu la forza di Hitler, senza rendersene forse conto proprio Shaw aveva predetto quella svolta, nel suo saggio aveva detto che la Germania sarebbe stata “rovinata oltre la propria possibilità di pagare” o sarebbe divenuta “abbastanza forte per rifiutarsi di farlo“. La scelta delle potenze vincitrici di affidarsi alla selezione naturale avrebbe spinto i tedeschi nelle braccia dell’uomo forte, quello che si sarebbe rifiutato di pagare, e la stessa visione di selezione avrebbe alimentato nuovamente la Germania sia nelle scelte militari che in quelle razziali.
Le scelte malthusiane, eutanasiche ed eugeniste sono adesso nuovamente largamente presenti nelle nostre società, quelle stesse scelte che avevano costituito la base dell’ideologia nazista, non è possibile ricordare cosa fu i nazismo senza andare a quelle che furono le sue radici scientiste che gli fornirono una legittimazione scientifica. Joseph Mengele, il più efferato tra i criminali dei Lager, aveva cominciato la sua carriera come uno scienziato che lavorava solo per il progresso della scienza, la foto che lo ritrae sulla sua bicicletta non è diversa da altre di suoi colleghi dell’epoca, Mengele riteneva normale quello che faceva.
Quale sarebbe allora la differenza tra determinati principi accettati nella nostra società rispetto ai principi di quella nazista? (vedi CS-Rivoluzione nazista ). La differenza secondo uno storico della medicina come Gilberto Corbellini non è nelle pratiche approvate dal nazismo (prima di quelle dei campi di concentramento) che sono sostanzialmente le stesse approvate oggi in Occidente, ma nel “consenso” di chi vi è sottoposto, come affermato nel seguente spezzone de “La Storia siamo noi“:
http://www.youtube.com/watch?v=k_VrHMC68iE#t=3329
Ma siamo sicuri che sia così?
Era davvero solo la mancanza del consenso a rendere inaccettabili le scelte naziste?
Ma anche se il consenso facesse la differenza, forse se nella Germania degli anni ’30 era lo Stato ad imporre d’autorità le proprie idee, adesso una migliore propaganda potrebbe essere riuscita attraverso un’efficace opera di persuasione a farle passare come desiderabili e a fare in modo che si scelga liberamente di dare quel consenso.
Un’ipotesi, una semplice possibilità da prendere in considerazione, per non dimenticare le origini di quegli eventi.
.
.
.
.
.
.
15 commenti
Porre sul consenso della vittima il discrimine tra la liceità (attuale, in Occidente) delle pratiche anti-umane e la loro illiceità (nei regimi totalitari di ieri e di oggi) è l’ultimo sofisma dello scientismo, la cifra razionalistica irrazionale del nostro tempo, che nel tentativo di affrancarsi dal mistero non si libera dal mito di socializzare la natura (come un oggetto liberamente a disposizione del soggetto) e di naturalizzare la società (considerata darwinisticamente, cioè per natura, irrimediabilmente antagonistica).
Che cos’è il consenso se non un capitolo del marketing dell’industria? Il volto soft, come si conviene al capitalismo globale, del dominio di sempre di Caino su Abele?
Lo scientismo è la degradazione della scienza, e il darwinismo la sua nuova religione, composta di racconti indiscutibili, uffici sacri e sacerdoti officianti. Mentre i canoni di verità e di bellezza della classicità erano critici del sistema con il quale non si conciliavano, perché promettendo la felicità nell’avvenire trasfiguravano il presente non adeguandovisi; oggi, invece, la cultura di massa non è la proclamata democratizzazione delle forme elitarie del passato, ma l’integrazione beata ed ebete delle masse arrese al sistema di dominio, creduto ad occhi chiusi “scientifico” e quindi vero.
Grazie Masiero veramente un sostanzioso commento!
Comunque con l’aumento notevolissimo della popolazione mondiale non è improbabile la nascita di “nuove ideologie-forti”e basterà trovare(ed eliminare)il “nemico-ideale”per ritrovare lo SPAZIO VITALE.
In particolare dalle popolazioni che hanno ereditato dagli antenati guerrieri(feroci e violenti)la Forza come Scopo di Vita.
ps.Quante sono state negli ultimi 30 anni le guerre e guerriglie nei paesi poveri e sovrapopolati?Dove la vita “vale meno di zero”.Nella compiaciuta indifferenza dei paesi “ricchi”(compresi i “nuovi ricchi”).
Sono perfettamente d’accordo con Lei, stò, anche perché lo constato tutti i giorni nel mio lavoro. Per questo, quando parlo di declino e d’impazzimento, di perdita delle radici, specifico sempre “in Occidente”.
Professore,la mia è una constatazione storica mentre seguo ammirato(ma “indipendente”)ogni Suo articolo.
Un Fonte di acqua chiara.
Ottimo spunto stò, grazie.
“Che cos’è il consenso se non un capitolo del marketing dell’industria? “
Esattamente quello che penso, il consenso è vero solo se l’informazione che porta ad ottenerlo è vera, altrimenti si tratta solo di una prevaricazione camuffata.
Prevaricazione camuffata della cultura di massa sul popolino, Enzo?
Un esempio l’abbiamo incontrato ieri, il “Logan”, con le sue parolone: chimica, materia, spirito, neuroni, scambi d’informazioni chimiche ed elettriche (sic!) che generano il pensiero… Ma che ne sa Logan del significato di una sola delle parole da lui usate? Tutta qui la sua “scienza”, gli hai chiesto. Io gli ho domandato che cos’è la materia e se l’è data a gambe… T’immagini se gli chiedevo cos’è una “informazione elettrica”?!
Logan non è un isolato, né una minoranza, ma rappresenta fedelmente l’uomo occidentale di oggi con il suo zainetto di superstizioni, uno che si crede affrancato dal mito ed è invece solo asservito (inconsciamente) al potere. La ripetizione cieca e la diffusione rapida delle parole della “divulgazione scientifica” – il moderno catechismo di massa, usato come pubblicità martellante del sistema – rendono familiari le parolone, anche se non se ne conosce il significato. Ma dietro il significato ignoto delle parolone, il sistema veicola il loto che addormenta le coscienze davanti alla sua ingiustizia. Lo strato di esperienza che nel mondo contadino faceva delle parole, quelle vere, l’espressione di uomini duri che “sapevano”, che “lavoravano” e che “vivevano”, oggi è stato completamente abraso. Nella pronta assimilazione dei moduli correnti da parte dei “logan” di massa, che usano google e wikipedia con l’autocompiacimento di chi sa di sapere, la cultura è invece il minculpop delle colonne pubblicitarie sui muri, delle pagine degli annunci dei giornali e degli spot in tv o su youtube.
E’ un “caso”, o c’è chi ne ha dato in anticipo la predizione oggi corroborata, se i divulgatori dello scientismo di massa sono quegli ex-rivoluzionari che dopo l’89 hanno trovato il conforto di una paga sotto il sistema prima tanto odiato?
Ho avuto modo di notare, ancora meglio di quanto non mi fosse accaduto in precedenza,e non solo leggendo su CS, ma anche, per esempio,leggendo alcuni commenti sul tempo, Masiero, che venivano fatti su UCCR(avevo dato un’occhiata per caso a un’articolo e mi son messo a leggere i commenti..)e ascoltando alcune discussione e visionando e leggendo delle altre cose.
Beh,io credo si possa constatare che la maggior parte delle persone con cultura da livello di scuola media fino a quella universitaria sono ancorate a concetti e visioni che vann da quelle di 200 anni fa fino ad altre di 50-60 anni fa..
Al di là di alcune nozioni,di alcuni concetti impressi nella mente che derivano da clichès e “propagande” varie,il fenomeno degli ‘informers’ e dell’analfabetismo funzionale crescente etc..e che sono tutti sballati,quello che invece non dovrebbe esistere è l’ignoranza e l’obsolescenza su certi aspetti che sia scuola che i vari media dovrebbero rendere comuni ai più.
C’è un evidente problema.
C’è chi crede alla teoria di Lamarck,chi crede a quella di Haeckel,chi ha visioni riduzionistiche e arretrate di aspetti comuni legati alla fisica,chi ignora completamente concetti elaborazione,che ha concetti che non si possono ascoltare né leggere di razza etc etc..
Il neodarwinismo rappresenta solo una piccola fetta di tutto questo panorama.
E c’è gente ,come si è visto ultimamente anche di militanza scientista,che va a fare il negazionista sull’olocausto,quando fra svariati documenti e testimonianze oculari si può anche andare per es a fare una visita a a Dachau o da latre parti e vedere…
No, Leonetto, non solo “le persone di cultura media fino all’università” sono ferme agli atomi e allo spazio-tempo di 2 secoli fa, o ben che vada a 60 anni fa, ma a questi livelli è ferma quasi tutta la massa dei laureati e dei ricercatori scientifici,… e giù per lì rami fino all’ultimo giornalista e blogger.
Poi, ogni tanto, salta fuori una persona libera come Chomsky a dire che il re è nudo e tutti abbozzano!
Cui prodest l’ignoranza di massa, se non a un mercato unico che ha bisogno di consumatori acritici e a un sistema sociale iniquo che può sopravvivere solo con uomini addomesticati?
Secondo lei, Masiero, l’ignoranza di massa c’è bisogno di coltivarla, c’è bisogno di addomesticare chi?
Quando sento simili perentorietà mi chiedo come mai lei non c’è caduto dentro.
Se fossi un grande fratello, i primi che “addomesticherei” sarebbero quelli come lei…
Come ha fatto a sfuggire alle maglie dei controllori, agli addomesticatori?
Il GF, 1/10, e’ il sistema economico che vive sui consumi per soddisfare bisogni indotti. Come ne sfuggo, Lei mi chiede?
Cercando di ragionare con la mia testa, parlando solo di cio’ che so (poco), consumando quello che mi basta per vivere, cercando il vero, il bello ed il buono: che poi significa, mi pare valga anche per Lei, riconoscersi responsabile dell’Altro.
Dopo quello che ha detto Corbellini nel video mi spiego come mai in certi stai ora si fa anche l’eutanasia per gli infanti . Come se lo stato i dovesse preoccupare di come uccidere i propri cittadini piuttosto che farli vivere . Bha …
Già, nel caso dell’eutanasia ai minorenni è ancora più aberrante parlare di “consenso”, per la legge un minorenne non può essere responsabile di fare certe scelte come comprare una casa o sposarsi, però può dare l’assenso per l’eutanasia…
Tutti sanno quanto è facile convincere una persona, per di più giovanissima, a lasciarsi andare allo sconforto, la violenza fisica non serve quando c’è la manipolazione psicologica.
Goebbels sarebbe davvero ammirato dell’idea di convincere la vittima che acconsentire alla propria soppressione sia la scelta migliore per tutti.
Si da tanto la colpa ai nazisti ma ci si dimentica spessissimo che impararono il razzismo e l’eugenetica dai maestri americani.
Bell’articolo, come sempre. 🙂
Grazie Kukulkan,
quanto dici è verissimo, anzi, colgo l’occasione di segnalare un testo fondamentale per chi volesse approfondire sull’argomento:
http://www.amazon.com/War-Against-Weak-Eugenics-Americas/dp/0914153293