Da On The Run dei Pink Floyd
Che ci fa un articolo riguardo l’arte psichedelica su Le Scienze?
Al massimo il risultato sembra essere quello di mescolare cose del tutto estranee tra loro.
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Il mensile Le Scienze, edizione italiana di Scientific American, ha pubblicato online un articolo dal titolo “Dai Pink Floyd a Wagner, tutti i colori della musica” nel quale si parla della mostra di un artista, il tedesco Martin Klimas, con tanto di link al sito dello stesso nel quale ne viene spiegata l’opera:
Il motivo per cui il periodico si occupa di questo argomento sembra dunque essere nel fatto che Klimas si è ispirato a Hans Jenny che studiò negli anni ’60 e ’70 la forma delle onde.
Aggiungiamo qualcosa che nell’articolo non viene detto, quella di Klimas è un’arte che affonda le sue radici nella cultura psichedelica degli anni ’60-’70, quando le droghe allucinogene vennero prese come mezzo per il raggiungimento di forme di spiritualità di tipo sciamanico. La più nota di queste sostanze era certamente l’LSD che tra i suoi effetti più importanti ha proprio la sinestesia, la confusione sensoriale che viene rappresentata nelle opere di Klimas, come raccontato proprio da Le Scienze:
Musica per gli occhi: è quanto ha cercato di ottenere l’artista e fotografo tedesco Martin Klimas, realizzando una serie di “sculture sonore” in grado di catturare e rendere visibile attraverso la fotografia almeno una parte dell’energia esplosiva liberata dai brani musicali.
Ma come correttamente riporta sempre l’articolo, la ricerca di una corrispondenza tra la percezione della musica e altre realtà ha un’origine antica, pitagorica per la precisione, che non manca di suscitare interesse anche ai nostri giorni:
I tentativi di trovare una corrispondenza espressiva fra la musica e altre modalità espressive hanno una lunga tradizione, anche se più spesso si è cercato un equivalente musicale di altre esperienze, a partire dall’idea di musica delle sfere di origine pitagorica fino ai brani musicali ottenuti dai tecnici della NASA elaborando numericamente i segnali radio provenienti dalle stelle.
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Le origini pitagoriche della ricerca di una musica delle sfere si concretizza oggi addirittura in programmi della NASA, mentre Le Scienze da parte sua si occupa di schizzi, per quanto suggestivi, di vernice colorata che dovrebbero consentire di visualizzare la musica.
Tutto questo a circa un mese dal festival Tomorrowland nel quale non mancano le suggestioni psichedeliche che da qualche anno sta rilanciando, come segnalato su CS nell’articolo “Tomorrowland”, il futuro della rivoluzione psichedelica, del luglio 2011.
In definitiva l’articolo così com’è risulta quantomeno al di fuori del campo di pertinenza di una rivista scientifica finendo col far confondere la divulgazione scientifica con la promozione della rivoluzione psichedelica.
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