Nell’affrontare la critica a modelli scientifici affermati non bisogna mai dimenticare che si parte da una posizione svantaggiosa.
Andare contro il paradigma significa non confrontarsi ad armi pari.
Quante volte nei commenti che facciamo ad articoli critici verso determinate affermazioni sull’evoluzione o sul clima ci si sente obiettare che la maggioranza delle ricerche pubblicate concorda con la tesi opposta? Si tratta evidentemente di affermazioni che vanno rigettate in quanto non vertono sulla validità o meno degli argomenti ma deviano il discorso sul “consenso”, come se la ragione o la verità fossero cose che si possono mettere ai voti.
Si offre adesso l’opportunità per mostrare come anche questo argomento, indiretto e improprio, sia viziato dalle dinamiche dei paradigmi ben illustrata da T. S. Kuhn nella sua teoria sulle “Rivoluzioni scientifiche“. Per “paradigma” si intende l’insieme di teorie e leggi accettate dalla comunità scientifica, un insieme che costituirà il punto di riferimento fino a quando delle osservazioni contrarie non giungeranno ad imporre un cambio di pardigma secondo lo schema seguente (fonte Wikipedia):
Tra la “nascita delle anomalie” e la “crisi del paradigma” ci sarà però una fase nella quale i sostenitori del paradigma vigente opporranno una forte resistenza al cambiamento, una resistenza anche più forte di quella ipotizzata da Kuhn, perché non solo motivata dalle ragioni che il filosofo statunitense aveva ben individuato, e cioè nelle basi socio-psicologiche e culturali della società in cui il paradigma si è affermato. A queste infatti si dovrebbero aggiungere i possibili interessi economici e politici che potrebbero influenzare l’uno o l’altro paradigma, cioè quello vigente o uno nuovo che viene proposto.
Anche le pubblicazioni scientifiche rientrano pienamente nelle dinamiche dei paradigmi, un caso interessante è quello che ha riguardato lo studio sulle cause del riscaldamento climatico dell’Artico. Come riportato infatti sul sito Climate Monitor, nel 2008 sulla rivista Nature veniva pubblicato uno studio che individuava nelle attività umane la causa della riduzione dei ghiacci artici “Attribution of polar warming to human influence“. L’articolo veniva poi seguito a distanza di un anno da un secondo articolo che il prof. Mariani et al. sottopose a Nature, stavolta si trattava di uno studio alternativo che giungeva a risultati di segno opposto.
Lo studio del prof. Mariani intitolato “Polar warming attribution still premature” passò il vaglio della peer review ma venne negata la pubblicazione con una motivazione quantomeno “strana”:
26th Mar 2009
Dear Professor Mariani
Thank you for submitting your comment on one of our published papers. We sincerely apologize for the delay in our response. Regretfully, based on the comments from the referees, we cannot offer to publish it.
The referees do feel that you have raised valid concerns about the ability of the GCMs used in the Gillett et al study to resolve high frequency climate variability. However, we feel that these concerns will be of interest to a specialist audience only. Moreover, based on the reviews, we are unable to conclude that the comment successfully challenges the main conclusions of the Gillett et al. study, namely that long term trends in temperature at the poles can be attributed, at least in part, to anthropogenic forcing. We therefore feel that your comment is unsuitable for Nature Geoscience.
I am sorry that we cannot be more positive on this occasion.
Yours sincerely
Xxxxxx Xxxxxxx
Associate Editor
Nature GeoscienceNature Publishing Group
The Macmillan Building
4 Crinan Street
London N1 9XW
UK+44 20 7833 4000
Lo studio di Mariani dunque ha passato il controllo dei revisori ma viene respinta la pubblicazione su Nature perché la rivista”ritene che queste preoccupazioni saranno di interesse solo per un pubblico specializzato“, come se quello di Nature fosse un pubblico qualsiasi. E inoltre ritiene che il commento dell’autore sia “inadatto” per Nature Geoscience.
E così tra due studi di segno opposto, uno è ritenuto “adatto”, l’altro “inadatto”.
Ci saranno quindi giornalisti scientifici che diranno che intorno al Global Warming antropico c’è un consenso generale, che chi solleva dei dubbi è un negazionista, alimentando così il paradigma. E ci saranno anche ricercatori che per vedere pubblicati i loro lavori si orienteranno verso contenuti “adatti” alle riviste scientifiche.
E’ anche così che si forma il “consenso”.
Se mai il termine “negazionismo” ha veramente un senso non è nel caso di chi fa una critica negativa di una qualsiasi affermazione della “scienza normale”, il vero negazionista è colui che essendo nella posizione di poter approvare o meno uno studio sfavorevole al paradigma decide di censurarlo.
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27 commenti
Sfido, Enzo, che CS ha sempre nuovi lettori anche di concezioni opposte: dove lo trovi un articolo come questo, di “critica” kantiana, quando il mondo delle riviste “scientifiche”, dei blog di “scienza”, delle pagine di “cultura” dei quotidiani è pieno zeppo di storielle per bambini sul gene della felicità, sul tuo sosia in un altro universo, sulla vita dalle parti di Marte, ecc., ecc. via fantasticando?
Alle ragioni da te citate, vorrei aggiungerne almeno altre due, Enzo, che secondo me giocano a ritardare la presa di coscienza nelle masse che certi paradigmi scientifici sono ormai obsoleti, perché falsificati. E lo vediamo anche qui, in CS, nei commenti che molti lettori fanno, tuttora intrisi di meccanicismo, materialismo e positivismo.
La prima è che la maturazione intellettuale di un individuo è basata su quella assorbita negli ultimi anni delle scuole medie superiori. Ha studiato qui che gli atomi sono come piccoli sistemi solari, fatti di palline circondate da altre palline più piccole che girano intorno? Egli conserverà per tutta la vita questa visione meccanicistica e materialistica. E se la conserverà perfino se, iscrittosi a fisica all’Università, studiate la teoria dei campi, la RG e la MQ, e diventato un ricercatore, si troverà con gli amici la sera a parlare di filosofia…, allegramente dimenticando tutto quello che la fisica moderna ha abbattuto del meccanicismo e del materialismo.
La seconda è il ritardo del ciclo con cui una nuova dottrina, patrimonio acquisito delle elite, si diffonde e viene assimilata dai più vasti settori della società, ancora fermi ai vecchi paradigmi. Oggi per es., nel vasto strato degli opinion maker, siamo ancora in una fase di positivismo diffuso, anche senza che essi se ne rendano conto, e ciò quando ormai da alcuni decenni ogni forma di positivismo è stata abbandonata perché trovata confliggente con un mondo intriso di valori (e nel quale quindi le proposizioni valutative e normative hanno “senso” anche più di quelle empiriche) e perché ignorata dalle stesse scienze naturali. Si calcola che solo questo ritardo di ciclo si misuri in unità di mezzo secolo…
La figura dello scienziato, come immaginata da Francis Bacon, deve essere quella di un nuovo sacerdote, immacolata e onniscente, come si potrebbero allora dichiarare i limiti della scienza e i comportamenti scorretti di questi nuovi sacerdoti?
L’articolo di Stapp che compare in TA è intrinsecamente un atto di accusa verso tutti quegli intellettuali che restando aggrappati a concezioni ottocentesche ostacolano lo sviluppo delle scienze biologiche.
Qualcosa al riguardo avevo già segnalato lo scorso dicembre
Biologia: la rivoluzione scientifica mancata
Hai ragione Giorgio, il nostro mostrare tutto questo ci distingue dalla melassa di fondo e ci fa guadagnare attenzione.
“Contro” la visione degli intellettuali e filosofi e pseudoscienziati, che restano aggrappati a concezioni ottocentesche, segnalo (su segnalazione di Forastiere!) la conferenza che si terrà a Milano nei prossimi giorni
http://dipartimenti.unicatt.it/psicologia-quantum-physics-meets-the-philosophy-of-mind-programme
Chissà che qualche nostro lettore milanese possa andarci e riferirci.
Come potete leggere nel programma, cari amici, ci sono anche fisici, scienziati della mente, psicologi e filosofi che hanno già smesso i paradigmi meccanicistici e materialistici dell’800, perché hanno scoperto che quei paradigmi sono stati falsificati dalla nuova fisica del ‘900.
Il discorso di Kuhn è un altro di quelli che lasciò il tempo che trovò. L’ultima vera rivoluzione scientifica in senso kuhniano fu quella informatica. Al giorno d’oggi la scienza funziona in modo molto diverso, a partire dalla sua sociologia: innanzitutto si è passati da un’unica oligarchia ad una comunità frammentata in diversi “schieramenti”. Le contraddizioni emergono ogni giorno, ma non portano più alle cosiddette rivoluzioni scientifiche, non si tratta di un processo unitario.
La scienza e la filosofia sono concetti che portano in sé l’idea di democrazia, ma nei fatti si basano su strutture “aristocratiche”, un tipo di ordinamento che rispetta esigenze pratiche (e paradossalmente è una componente importante anche nel funzionamento della stessa democrazia).
In questo si sente il desiderio di una democratizzazione della scienza, il che è un grande bene, ma a mio parere per sfidare ciò che viene proposto “dall’alto” con argomenti provenienti “dal basso” non bisogna dimenticare due punti fondamentali:
– Prove sperimentali a sostegno delle proprie tesi. (alcune mi sono state proposte, ma come ultima cosa, invece dovrebbe essere il punto di partenza)
– Aggiornamento e studio costante, disporre di tutta la letteratura scientifica approfondita più recente.
Naturalmente io non sono aggiornato e preparato su tutto, ma qualche volta mi capita di saperne casualmente qualcosa di più e quindi di individuare discorsi basati su concezioni obsolete.
L’esempio è questo:
http://www.enzopennetta.it/2013/05/addio-nonna-lucy-cosa-resta-del-darwinismo/
La rappresentazione idealizzata, semplificata, fiabesca dell’evoluzione come “marcia del progresso”, già ai miei tempi, gli anni novanta, si insegnava solo ai bambini, oggi forse neanche più. La descrizione dell’evoluzione per ramificazione di complessi alberi con struttura frattale è del tutto diffusa e generalizzata, ecco un’immagine abbastanza vecchia: http://i.crackedcdn.com/phpimages/article/9/5/2/48952.jpg?v=1
Quello che è nuovo all’orizzonte, semmai è la descrizione a rete, che tiene conto dei fenomeni di evoluzione orizzontale. Sono tutti ampliamenti di un’iniziale visione poco più che lineare.
A parte che Massimo lei comunque ha tirato fuori Haeckel:
http://www.enzopennetta.it/2013/05/col-multiverso-si-tradisce-leredita-di-galilei/#comment-15346
E che questa cosa altro che obsoleta che è:
http://www.enzopennetta.it/2013/03/a-scuola-cosa-insegnano-agli-studenti-quale-teoria-dellevoluzione-approfondimento-di-leonetto/
E fra l’altro su questo già le era stato risposto…
E poi Lucy è stata rispolaverata anche da una recentissima mostra in tournè:
http://www.homosapiens.net/homo-sapiens-si-racconta/lang/it/
ncora poi,non ha assolutamente capito il senso del periodo sulla ‘marcia del progresso’..lo rilegga..e tutto quanto segue non is basa assolutamente su posizioni obsolete..
Nessuno nega che la cladistica non sia già presa come posizione da tempo e in molte scuole insegnata,già spiegammo più volte cose come questa:
http://www.enzopennetta.it/2012/07/darwins-black-beast/#comment-6639
Ma non cambia nulla dalla nuova rappresentazione cladistica,e,al di là che tutti i cespugli sono uniti da rette ‘immaginarie’, non corroborate e che molti rami viaggiano in parallelo,se si va a prendere una successione di antenati comuni prima di ogni biforcazione si riottiene para-para la vecchia rappresentazione…
Lei ha detto grandissime sciocchezze su Haeckel,che sono ben più che obsolete..la genetica e la possibilità di avere immagini computerizzate lo rende più che mai evidente..
“..un tipo di ordinamento che rispetta esigenze pratiche (e paradossalmente è una componente importante anche nel funzionamento della stessa democrazia).”
Esigenze pratiche…in 200 anni il neodarwinismo non ha portato ad uno che sia uno risultato pratico.
Esigenze pratiche dal punto di vista organizzativo, non parlo di risultati. Poi non vedo perché una scienza che indaga lo sviluppo della vita sulla Terra dovrebbe avere applicazioni tecnologiche, e non vedo perché condannarla per il fatto di non averne. Quante sono le opere umane che non hanno un reale senso pratico ma rispecchiano altre esigenze della nostra natura? E’ giusto che in tempo di crisi si dia la priorità, almeno per gli investimenti pubblici, a ricerche che si interessano dei bisogni primari, come la salute, ma di certo anche gli studi sull’evoluzione generano ricchezza, una ricchezza conoscitiva, che molti scambiano volentieri con soldi reali, e quindi il sistema funziona.
Riguardo Haeckel, io non intendevo chiamare in causa né lui né i suoi studi sulle false somiglianze tra embrioni, e forse non avrei per questo dovuto usare parole simili alle sue, ma il punto è quello. L’evo-devo è un campo di ricerca florido e uno studio di venti anni fa non ha chiuso la ricerca, anzi l’ha iniziata. Oggi sappiamo per esempio che l’embrione di un pollo comincia a sviluppare tratti ancestrali prima che essi vengano riassorbiti o mutati da sistemi di sviluppo più recenti. Questo non vuol dire che, con qualche ritocco genetico, potremmo mai fare uscire da un uovo di gallina un Arcaeopterix, al massimo un esemplare di pollo con una serie di tratti atavici. E dal momento che vi sono professori di biologia che lo ritengono fantascientifico, allora tentare questo esperimento ha sì un’esigenza pratica, dal punto di vista della didattica dell’evoluzione.
Dell’evo-devo se ne era già parlato a riguardo
http://www.enzopennetta.it/2013/05/levolvibilita-le-rondini-di-chernobyl-e-il-cicap/#comment-14910
e se ci sono risultati non sono certo da leggere in ottica neodarwinista.Riguardano quelle cose che neodarwinismo o no trovano comunque loro posto.
A parte che ovviamente c’è da dire sull’uso di ‘convenzioni didattiche’..mi stupisce come butti con leggerezza molte cose sul banco..
E poi sugli ominii anche Pikaia fa sapere che la storia umana è controversa..
http://www.enzopennetta.it/2012/03/le-scienze-unidea-sbagliata-sulle-origini-delluomo/#comment-3794
non vedo come questo c’entri col discorso però,non cambia la sostanza dei fatti.Il nucleo centrale del paradigma è quello e viene regolarmente mostrato e divulgato.Negarlo è chiudersi gli occhi.
Se infine non trova il perché una teoria scientifica dovrebbe portare risultati,e magari ha difficoltà anche a distinguere fra spiegazione scientifica e ricostruzione storico-storiografica,allora questo comprova uklteriormente che forse dovrebbe rivedere alcune cosette..
Il nucleo centrale del paradigma sono le storielle sull’origine dell’uomo? Ma per favore, ogni ricostruzione ha una parte scientifica e una parte speculativa, in particolare non è quasi mai possibile individuare un vero antenato comune ma solo un suo cugino prossimo, è tutto continuamente soggetto a revisioni e la scaletta che si insegna a scuola è solo un’idea generale che con la paleontologia c’entra ormai poco. Il nucleo del paradigma non sono le singole ricostruzioni evolutive, ma i meccanismi biologici il più possibile generali
Il nucleo centrale non sono ovviamente le storielle sull’albero evolutivo umano,che sono invece una consequenzialità o un qualcosa di correlato allo stesso nucleo,ma che vengono comunque ben divulgate e insegnate come più che storielle,questo è ciò che avviene in generale salvo casi particolari,se non lo si vuole vedere ci si giri,ma è così..
Il fatto di non individuare esattamente l’antenato non è certo il punto più dolente ne fra l’altro c’entra nulla col discorso.
La revisione interviene semplicemente come in questo caso:
http://www.enzopennetta.it/2012/09/pikaia-levoluzione-e-falsificabile-forse-anzi-no/
o si arriva a punti di confusione generale come questa:
http://www.enzopennetta.it/2012/03/homo-gorilla-scimpanze/
Il meccanismo neodarwiniano ,poi ,è quello(evo-devo o non evo-devo,teoria neutralista o no,teoria 3.0 o no,equilbrio punteggiati o no)e non è difficile individuare quale sia.
I meccanismi biologici supposti,postulati non spiegano nulla di quanto dovrebbero spiegare(bisogna distringuere fra tutto quanto viene chiamato evoluzione ma non lo è,visto che di fatto è per la quasi totalità il processo contrario),inoltre nei momenti in cui ci si aspetterebbe un qualcosa a sostegno si verifica l’opposto,ancora poi non è possibile falsificare tali ipotesi e in 200 anni non hanno portato a risultati pratici ne a predizioni utili ne si è avuta una corroborazione delle diverse che richiederebbe quella teoria..
Ad ogni modo,il punto di questo discorso non era tanto ribadire queste cose, già dette,ma il fatto che dalla cladistica a qualsiasi altra ricostruzione il risultato non cambia perché comunque sono ricostruzioni(e sottolineo ricostruzioni) totalmente legate al paradigma e ciò comporta che in ognuna sia possibile individuare quella linea evolutiva del darwinismo originario.
Questo legato alla sua incauta affermazione su questioni ‘obsolete’.
Mi sembra difficile che ancora non abbia compreso quale e quali siano i punti di discussione.E’ ovvio che le varie ricostruzioni su alberi evolutivi sono consequenzialità,elementi correlati,dipendenti e implicati dal paradigma,quindi dal nucleo centrale e non possono esserlo essi stessi…
Così com’è ovvio che le revisioni che avvengono sono di questo tipo:
http://www.enzopennetta.it/2012/09/pikaia-levoluzione-e-falsificabile-forse-anzi-no/
se non invece portano problemi come in questi casi:
http://www.enzopennetta.it/2012/03/homo-gorilla-scimpanze/
http://www.enzopennetta.it/2013/03/levoluzione-fuori-orario-i-tempi-dellevoluzione-creano-problemi-alla-teoria/
Cosa facciano o come scelgano di insegnare i singoli insegnanti è un discorso,cosa si trovvi nei libri di testo,nella letteratura ed in tutte le forme di divulgazione è un altro paio di maniche,perciò si evitino inutili sofismi..
I ‘meccanismi’ che costituiscono il nucleo centrale,come visto,sono privi di corroborazioni,di fatto non ne hanno neanche una delle varie che richiederebbe e non è capace nè di spiegare il fenomeno che pretenderebbe di spiegare nè porta a predizioni utili,a risvolti pratici e come visto inoltre non è falsificabile.
In aggiunta le varie ricostruzioni basate su quello si rivelano sensibilmente errate e spesso e volentieri l’applicazione del paradigma ha prodotto errori e rallentamenti al progresso scientifico.
Quanto procede in certi versi è svincolato dal nucleo del neodarwinismo,come già ben spiegato,e sono cose che vi sarebbero tranquillamente senza neodarwinismo,è tutta questione di una speculazione su termini e concetti se si assimilano molti concetti e fatti che per ovvie ragioni non si potrebbero assimilare,molti sono processi contrari..
Il discorso iniziale che si è protratto in questi commenti era semplicemetne in risposta al suo incauto ,un po’ superficiale commento in relazione ad una affermazione di un articolo.Infatti qualunque sia la rappresentazione,qualsiasi ricostruzione,anche la moderna cladistica,risentendo per forza di cose del paradigma,cambia ma non nella sostanza che se letta opportunamente (ma senza stravolgimenti o forzature)è tranquillamente riconducibile alla stessa impostazione del darwinismo originario.E non è necessario neanche un gran sforzo per vederlo..
Che non si identifichi perfettamente l’antenato comune non è certo qualcosa inerente o importante per ciò che è stato detto.Anche lì poi va distinto fra l’antenato comune di un ramo interamente microevolutivo e un presunto antenato di un presunto ramo(ovviamente con sottoramificazioni)di un presunto processo di macroevoluzione…son piani completamente diversi.
E ciò non toglie la natura cespugliosa,ciò che viene divulgato e trascritto o predisposto per l’insegnamento e l’apprendimento ,quelli che sono fatti e quelle che sono solo interpretazioni e speculazioni.
Quanto alle schede,abbiamo capito l’aveva già detto,e le ripeto bisognerebbe vedere le schede,perchè tutte le ipotesi fornite sono tranquillamente tutte equivalentemente subordinate al paradigma e bene o male presentano le stesse problematiche e la stessa qualità scientifico-storica.
Meglio far parlare un esperto al posto mio. http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=WUDSDgcCbgA
Con questo video mi sono reso conto che mi mancavano dei pezzi per poter distinguere correttamente i vari darwinismi e i relativi paradigmi, la loro storia, la loro componente nell’attuale ricerca.
Mi sembra che totale chiarezza non vi sia nemmeno qui, quindi lo lascio per chi volesse.
Come ho chiuso il discorso sulla cosmologia, dopo questo commento non ho altro da aggiungere neanche sul darwinismo.
http://www.youtube.com/watch?v=H7WTLT7mfQc
Anche qui
“..dopo questo commento non ho altro da aggiungere neanche sul darwinismo.”
Credo sia opportuno mi pare si stia perdendo..mi sembra che ultimamente vada cercando e proponendo cose di getto..
Tanto per dire ha citato un video dove sostiene il punto di vista Kuhniano dopo averne speso parole in verso contrario..
Il video del Pievani fa sentire cose già sentite e risentite e largamente già affrontate..alcune anche recentemente nei commenti qua:
http://www.enzopennetta.it/2013/04/il-celacanto-fa-esplodere-le-contraddizioni-del-darwinismo/
P.S.
Una parola sui geni Hox network biology(considerare il genoma come un insieme di geni che interagiscono e non come singoli “operai” al lavoro)& co.
Nel caso dei geni Hox, “geni chiave nel regolare il processo dello sviluppo”, le mutazioni avranno effetti amplificati e quasi sempre negativi, se non mortali, (nella Drosophila si può osservare bene), mentre nel caso di network la probabilità di “indovinare” una serie giusta di mutazioni, anziché una singola mutazione puntiforme, renderà ancora più improbabile che il meccanismo possa funzionare.
http://www.enzopennetta.it/2013/05/levolvibilita-le-rondini-di-chernobyl-e-il-cicap/#comment-14910
A parole va bene la spiegazione neodarwiniana delle varie ‘esplosioni’ di biodiversità etc..però scavando poi vengon fuori tutti i problemi,che non son certo cose da poco…
Vediamo per esempio:
http://www.biologia.uniba.it/Darwin/12-Evo-Devo/Evo-Devo.html
Dove si ammette placidamente che il darwinismo può sperare solo nei geni hox… senza è praticamente finito,ma come detto da quelli non si è ottenuto-osservato altro se non alterazioni negative, e qundi?
va bene dire le cose ma poi è bene andare a controllare cosa venga detto.
Quando chiudo con un link non è perché non mi viene realmente in mente altro da dire, è semplicemente per terminare il discorso con uno spunto di approfondimento. In particolare, ho sì notato che io e Pievani abbiamo due posizioni diverse (nella metafora io sono di destra e lui di sinistra), e di certo è più credibile la sua della mia (io ho dato solo un esame di logica e filosofia analitica della scienza, lui ha una laurea), in ogni caso ho creduto che arricchisse il discorso perché fa il punto della situazione.
Si noti che anche i “rivoluzionari” dell’evoluzione non intendono rigettare il darwinismo, ma renderlo un caso particolare di un nuovo paradigma. Questo sito invece, sempre nella metafora, sembra avere un atteggiamento più che altro anarchico.
In ogni caso, Critica Scientifica ed i suoi autori pongono spesso dubbi ragionevoli, riconosco che dovrei approfondire molto di più per discutere alla pari.
Riguardo la storia degli ominidi, dagli anni ottanta in poi non vi è mai stata un’opinione del tutto condivisa e quella che insegnano nelle scuole è una convenzione didattica, che peraltro il mio professore si rifiutò di adottare e ci diede una serie di schede con molteplici ipotesi differenti.
“Quante volte nei commenti che facciamo ad articoli critici verso determinate affermazioni sull’evoluzione o sul clima ci si sente obiettare che la maggioranza delle ricerche pubblicate concorda con la tesi opposta? Si tratta evidentemente di affermazioni che vanno rigettate in quanto non vertono sulla validità o meno degli argomenti ma deviano il discorso sul “consenso”, come se la ragione o la verità fossero cose che si possono mettere ai voti.”
Noto solo che questa è una tattica senza targa, nel senso che viene adottata da tutti pro domus sua. Si potrebbe dire: scagli la prima pietra (solo) chi è senza peccato.
“Noto solo che questa è una tattica senza targa, nel senso che viene adottata da tutti pro domus sua. Si potrebbe dire: scagli la prima pietra (solo) chi è senza peccato”
Da tutti?
Lei ritiene che anche qui sia stata adottata?
Se mi indica dove faccio autocritica…
Non si senta preso in causa direttamente prof. Pennetta, magari lei non ci è mai cascato…
Mi riferivo a quella categoria di cristiani che si credono al centro del mondo perché più di un miliardo di uomini professa il cristianesimo, oppure sempre a coloro che ritengono due millenni di vita della chiesa cattolica una targa di autenticità della religione professata dalla stessa… Tutto lì!
Giuseppe, ma non è un “tantinello” fissato con il cristianesimo?
Si parlava di pubblicazioni scientifiche.
E comunque di cristiani che fanno considerazioni come quelle da lei riportate non ne ho mai conosciuti…
A ognuno le proprie fisse…
Non sarò molto prespicace, ma finalmente ho capito che non ha alcuna utilità commentare contro argomenti che vengono perpetrati da anni su molteplici siti con fiumi di parole, come un ramo evolutivo che si sviluppa parallelamente alla vera ricerca scientifica e filosofica. E così, se si è detto per 1000 volte che il fine-tuning è un problema che reclama una spiegazione scientifica (come invece richiede effettivamente l’abiogenesi), non sarà una sola persona a smuovere qualcosa. Tutti questi discorsi varrebbero oro se non fosse proposta una dicotomia tra scienza e non scienza per poi far credere che sia compito della prima spiegare perchè una legge è fatta in un modo piutosto che in un altro. Chiedersi se un fatto può non essere un fatto non significa parlare della realtà, ma immaginare mondi possibili. In perfetta continuità la metafisica del multiverso. Nessuna lacuna scientifica malcelata, ma un gran bel discorso filosofico, che non esclude infiniti mondi come non esclude Dio.
Con questa chiudo definitivamente, buon proseguimento a tutti.
Gentile Massimo,
ovviamente lei è libero di fare quello che vuole, ma la prossima volta che qualcuno dirà di “chiudere” la sua partecipazione verrà preso sul serio ed escluso con il blocco dell’account.
Chiuda pure il mio account, grazie per l’accoglienza avuta in questo periodo.
Massimo, mi sembra che non ci siamo capiti.
Ultimamente ci sono stati diversi casi (tra cui il suo) di utenti che annunciano per i più disparati motivi di abbandonare la discussione e poi ritornano sui lor passi. Questo non va bene, non è serio e fa somigliare questo posto ad una di quelle soap in cui i protagonisti escono di scena “definitivamente” innumerevoli volte per poi fare altrettanti rientri.
Il suo contributo, come quello di altri, è utile ma non è di questo che sto parlando, dico solo che non intendo più accettare il ripetersi di queste dinamiche.
L’intenzione di chiudere il discorso era ferma questa volta, ho solo risposto a Leonetto perché l’argomento era un altro e il commento era visualizzato sopra, quindi non appariva come rientro.