Nei giorni scorsi è stata presentata una petizione per salvaguardare la vera cultura scientifica.
Lodevole intenzione, ma un po’ miope e fuori bersaglio.
Ecco alcuni fatti molto più gravi di diseducazione scientifica. La fate una petizione?
Solo pochi giorni fa, il 17 aprile, abbiamo parlato di un’iniziativa nata da buone intenzioni ma che, come spesso accade, si è trasformata in un pericolo precedente per la libertà d’insegnamento, nell’articolo Scienza: l’offensiva del pensiero unico. Ingerenza nelle scelte didattiche di otto scuole, e nel dibattito che ne è seguito si è spiegato il perché.
In quegli stessi giorni bastava scorrere le notizie che apparivano sui giornali per capire che il vero danno ad una corretta cultura scientifica viene da ben altra parte e con una potenzialità di raggiungere grandi masse immensamente superiore. Vediamoli nel dettaglio.
Primo caso, 14 aprile:
Vesuvio e glaciazioni: trovato un collegamento tra eruzioni e fasi glaciali – (Corriere della Sera)
Lo studio è serio, viene anche riportato su Le Scienze con il titolo INGV: I cicli glaciali influenzano il comportamento del Somma-Vesuvio, ironia della sorte lo stesso campo della contestata conferenza di Giampaolo Giuliani. Sul Corriere però compare un passaggio davvero discutibile, sintomo in realtà di un danno conseguente ad un indiscriminato bombardamento mediatico sulla presunta (mai provata) causa del riscaldamento climatico. Ma leggiamo di cosa si tratta:
Anche ai giorni nostri, caratterizzati da un massimo interglaciale come 120 mila anni fa, si registra una favorevole tendenza alla risalita del magma che noi esseri umani stiamo perpetuando. Agendo infatti sul clima e contribuendo al riscaldamento totale, allunghiamo il periodo di interglaciazione e modifichiamo le risposte all’interno della terra. In altre parole favoriamo le attività vulcaniche.
Il lettore trova quindi da una fonte autorevole l’affermazione che le emissioni di CO2 della sua auto favorisce le attività vulcaniche.
Rispetto a questo, non è più scientifica l’idea di G. Giuliani sul Radon?
Secondo caso, 20 aprile:
Diventare leader è una questione di genetica (per circa un quarto) – (Corriere della sera)
Siamo di fronte all’ennesimo studio in cui si sostiene di aver trovato il gene “di qualcosa”, si tratta di studi che in genere sono delle forzature, che non hanno finora avuto alcuna ricaduta pratica, ma che sono in potenza dei pericolosi strumenti di discriminazione. Ma vediamo come inizia l’articolo:
Leader si nasce, almeno un po’. Chi è portato al raggiungimento di posizioni di leadership è aiutato da una predisposizione genetica, esattamente dall’avere un certo tipo del gene conosciuto con la sigla rs4950. Lo ha dimostrato uno studio appena pubblicato sulla rivista The Leadership Quarterly da parte di un gruppo di ricercatori guidati da Jan-Emmanuel De Neve, professore di Political Economy and Behavioral Science all’University College di London, School of Public Policy.
Uno studio come questo è un’apertura alla discriminazione su basi genetiche, infatti in futuro le aziende potrebbero assumere dirigenti richiedendo una mappa genetica per discriminare chi non ha il gene rs4950. Si potrebbero poi scartare quelli predisposti a qualche malattia, quelli potenzialmente tendenti alla timidezza ecc… .
Ma questo studio è anche un’apertura alla giustificazione della separazione permanente tra classi sociali: i figi dei dirigenti continueranno a fare i dirigenti (è la genetica che lo dice) e i figli degli operai continueranno per lo stesso motivo a far egli operai. L’Inghilterra vittoriana se potesse vedere questo risultato riconoscerebbe in cose come questa il suo trionfo classista, razzista e imperialista.
Terzo caso, 24 aprile:
È a cinque mesi che diventiamo davvero umani? – (La Stampa)
L’affermazione è di una gravità assoluta. Si stabilisce che prima dei 5 mesi di vita non si è esseri umani, un’affermazione che a tutti gli effetti diventa un avallo alle criminali tesi sull’infanticidio (aborto post parto) sostenute da Peter Singer e dalle posizioni di Alberto Giubilini e Francesca Minerva che giusto un anno fa proposero l’aborto post natale.
Ma leggiamo direttamente cosa viene detto nell’articolo:
Infilando un inoffensivo ma scenografico caschetto di elettrodi a un gruppo di bambini e osservando che cosa avviene nelle loro piccole-grandi teste, si è scoperto che a cinque mesi hanno sviluppato una prima forma di autocoscienza.
Se nasciamo dopo nove mesi di gestazione, la nostra vera vita da umani consapevoli comincia – o comincerebbe, secondo questa scoperta – nel momento in cui riconosciamo una serie di volti altrui e reagiamo in modi diversi alla loro presenza.
Solo un piccolo accenno di dubbio affiora (grazie al cielo) nell’articolo, un po’ poco date le potenziali ricadute infanticide di una pseudo-scoperta fatta con metodi pseudo-scientifici.
Ecco dunque tre casi verificati nell’arco di soli 10 giorni, tre casi di forte dis-informazione scientifica che vede responsabilità a volte da parte dei giornalisti a volte da parte dei ricercatori.
Ma né ai primi né ai secondi nessuno si rivolge per protestare o fa appelli o organizza petizioni chiedendo di non divulgare notizie che danneggiano la formazione scientifica di decine di migliaia di lettori.
Perché tanti siti di scienza e tante persone impegnate a favore della scienza non si organizzano per protestare? Secondo voi questa è vera scienza?
Ma mi rendo conto… molto meglio e più semplice dare addosso a otto scuole di provincia e a un bersaglio facile come G. Giuliani.
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22 commenti
Io che rispetto a lei, prof.Pennetta, dal punto di vista scientifico valgo poco, certe notizie le prendo sempre con le pinze, soprattutto se a riportarle sono i quotidiani. Sarà perché conosco il modo di far notizia, sarà perché gli schieramenti sono sempre in agguato, ma non ci vedo tutta questa problematicità… E, soprattutto, bisogna andare a fondo degli studi citati e capire bene dove paravano. Magari proprio lì dove sostiene lei, ma bisognerebbe provarlo.
I quotidiani, Giuseppe, riportano (sintetizzandole, è vero, semplificandole e anche spesso parzialmente distorcendole a scopo di scoop) le notizie e gli “studi” che gli arrivano dagli ambienti della ricerca, dell’università e dell’industria.
Ma qui, mi creda, le cose vanno ancora peggio: perché la scienza (ovvero la conoscenza) è l’ultima delle cose che interessano. Prima vengono i finanziamenti pubblici, la competitività tra gruppi e tra colleghi all’interno del gruppo, la concorrenza tra industrie di nuovi prodotti tech.
Che cosa manca oggi? Non certo le pagine sui quotidiani né le riviste di divulgazione; né mancano le riviste scientifiche vere e proprie con gli articoli peer per view; né gli scienziati o i centri di ricerca; né le industrie high tech. Ciò che manca sono riviste come questa, CS, di “critica” scientifica, che separino nel bailamme d’interessi della tecnoscienza e della tecnoindustria moderne, filtrando le poche preziose goccioline di autentica scienza.
Professore mi permetta.Vorrei osservare che quando Pennetta(altro Professore)ha comunicato(anche grazie alla mia “insistenza”)il numero dei lettorifissi della rivista critica scientifica,e cioè 800-900 sono rimasto piacevolmente sorpreso(da non paragonare alle portaerei della stampa e altri media,con centinaia di migliaia di lettori).Dopo decenni di lavaggio intensissimo del cervello nei confronti di milioni di italiani la possibilità che possa sopravvire un canale di confronto e critica nei riguardi della Religione di Stato(neodarwinismo)ha dell’incredibile.E senza scadere in vie di fuga che niente hanno a che vedere con la Scienza!
Caro stò, grazie per essere uno dei regolari lettori di CS, con l’occasione sottolineo che la cifra di 8-900 giornalieri, non significa che abbiamo 8-900 lettori fissi in totale.
Infatti dalla tabella pubblicata si può vedere che chi nell’arco di un mese torna una o più volte a leggerci, supera la cifra di 8000 unità.
Poi ci sono gli assidui, come lei, che ci leggono tutti i giorni o quasi, e che ringrazio… 🙂
Si in effetti CS è nella mia agenda on line,assieme a:facebook,24 ore…,un quotidiano nazionale,la mia posta elettronica,yahoo!Italia o google,google traduttore(??!!),recentemente ho aggiunto anche la mitica radioglobeone(e il suo miticissimo conduttore)…e altro.
Tutti i giorni Vi seguo,anche facendo parte di due importanti istituzioni culturali e scientifiche della mia regione.
Stò non siam della polizia postale 😀
Toscanan….che non sei altro!Purtroppo la Polizia Postale ho dovuto disturbarla…..infatti(tempo orsono)tutti potevono leggere la mia posta elettronica.Che incubo,quando ho scoperto “la falla”(casualmente)!E dato che sei(mi fà sempre un gran piacere)intervenuto,ti confesso di avere un sogno:Far intervenire il mio carissimo Professore(diciamo “di Firenze”)su questo splendido sito.Indubbia la sua competenza in materia.Vediamo se sarà possibile in futuro….e quando sarà più libero da impegni.
Non lo nego, prof. Masiero, che si respiri qui un’aria di onestà intellettuale rara altrove. Non fosse altro perché nessuna questione viene lasciata in sospeso, a volte con capacità rare di replica e spiegazione, sempre con fermezza che dà il senso di una convinzione profonda delle proprie idee.
Però mi lasci anche il beneficio del dubbio che mi sfugga qualcosa se tutto qui sembra essere così… perfetto. E soprattutto quello che difficilmente una sola parte (sia nella dialettica che nei contenuti) possiede la verità in toto.
Questo Suo commento, Giuseppe, mi ha colpito e mi ha fatto riflettere. Le dirò in che cosa, infine, consiste forse la “perfezione” (come Lei la chiama) di questo sito.
Primo punto: separiamo nettamente la scienza dalla filosofia. Almeno ci sforziamo di farlo. Tutti dovrebbero separare le loro opinioni dai fatti, penso.
Secondo punto: sui problemi irrisolti della scienza, non inventiamo soluzioni, ma riconosciamo onestamente che non ci sono (ancora) soluzioni.
Insomma, i nostri avversari non sono coloro che, come Lei, hanno una Weltanschauung diversa dalla nostra (che, lo riconosciamo apertamente, è il cristianesimo). La fede non si dimostra, e richiede soltanto tolleranza reciproca.
I nostri avversari sono gli scientisti, ovvero coloro che non hanno ancora capito in che cosa consiste la scienza sperimentale moderna, e pretendono di far passare le loro concezioni per teorie scientifiche.
Le fa onore,prof.Masiero, il concedermi ancora il suo tempo e le sue analsi, dopo che non l’ho trattata troppo bene… Grazie.
Mi manca, prof. Masiero, la capacità di distinguere, se distinguere si può, questo cosiddetto scientismo… Dal mio punto di vista, che conosce oramai bene, pur con tutti i miei limiti (che sono tanti e tanti), faccio fatica a pensare che chi non ha una teologia religiosa né abbia (come sostenete sempre qui) una analoga di tipo scientista (il povero “dio caso”,che esiste suo malgrado) che si sovrappone, dite, alla scienza. Lì non ci arrivo, lo sa.
Per me, e qui susciterò gli strali di Leonetto che predica da par suo, ha meno “vincoli” chi non ha da difendere un credo religioso (almeno in questo campo dell’evoluzione, dell’origine dell’universo e della vita…), una vita che alla fine, per chi crede, non può che provenire da entità eterna sempre esistita (e fine di ogni problema)… Santi numi, come posso fare a spiegarmi in modo netto, a far passare questo mio sentimento di pelle?
Guardi, Giuseppe, che la stragrande maggioranza degli scienziati non credenti non sono scientisti, perche’ conoscono bene il metodo ed i limiti della scienza!
Quanto poi all’handicap che dovrebbe avere un ricercatore cristiano rispetto agli altri, sono io qui che proprio non La seguo. Se i due domini (quello della fede e quello della scienza) sono separati, perche’ una fede piuttosto che un’altra (o nessuna) potrebbe avvantaggiare qualcuno? Lei pensa forse che il Suo agnosticismo La avvantaggi, o La svantaggi, nel Suo lavoro di agronomo? o pensa forse che il lavoro di un ricercatore abbia caratteristiche peculiari rispetto a quelle di un tecnologo?
@ Giuseppe
“Per me, e qui susciterò gli strali di Leonetto che predica da par suo, ha meno “vincoli” chi non ha da difendere un credo religioso (almeno in questo campo dell’evoluzione, dell’origine dell’universo e della vita…”
Giuseppe il problema dell’origine della vita e dell’evoluzione sono problemi che possono ricadere nel metodo scientifico.
Dato un sistema che posso indagare o simulare, perchè lo conosco, e lo posso studiare, almeno ricreandolo, posso cercare un modello che come previsto dal metodo scientifico sia verificabile e falsificabile.
Ma il problema dell’origine, che non è quello dell’evoluzione di un sistema, qualunque esso sia, non può costitutivamente ricadere sotto il metodo scientifico, poichè non posso uscire dal sistema in cui mi trovo che è l’universo.
Poichè il concetto di Dio è legato al problema dell’ origine, ed essendo questo un problema metafisico, che non ricade sotto il metodo scientifico, il credente non ha nessun problema di vincoli.
“Per me, e qui susciterò gli strali di Leonetto che predica da par suo, ha meno “vincoli” chi non ha da difendere un credo religioso (almeno in questo campo dell’evoluzione, dell’origine dell’universo e della vita…), una vita che alla fine, per chi crede, non può che provenire da entità eterna sempre esistita (e fine di ogni problema)… Santi numi, come posso fare a spiegarmi in modo netto, a far passare questo mio sentimento di pelle?”
Io non sono nè Zeus nè un predicatore 😀
Per te uno scienziato agnostico o ignostico è superiore ad uno scienziato ateo,cristiano,ebreo,islamico o induista..
Ed il tuo punto l’ha spiegato..è quello il problema.Non è questione di non farsi capire è che quello che dici è una fesseria.
La scienza galileiana è materialistica in tutte le accezioni note del termine.Ed i fatti sono fatti per tutti.La scienza è la scienza ,la fede è la fede.
Divergenze si avranno nel campo della storia naturale e della morale.
Ma la scienza lì non apre bocca.
Buon per lei Giuseppe che le notizie le prende con le pinze, ma questo non credo che sia un invito a continuare a dare un’errata informazione scientifica.
Perché non salvaguardare le persone meno accorte di lei che invece prendono tutto per buono?
Non sarebbe d’accordo per una petizione a tutti coloro che, all’origine o nell’articolo (ma questo l’avevo già detto “tre casi di forte dis-informazione scientifica che vede responsabilità a volte da parte dei giornalisti a volte da parte dei ricercatori”) diffondono un’idea errata della scienza?
Lei è d’accordo o ci piace prendercela solo con degli sconosciuti insegnanti?
PS riguardo “E, soprattutto, bisogna andare a fondo degli studi citati e capire bene dove paravano. Magari proprio lì dove sostiene lei, ma bisognerebbe provarlo” è quello che ho fatto prima di scrivere l’articolo, infatti ho distinto tra responsabilità dei ricercatori e responsabilità dei divulgatori.
Prof.Pennetta, se dovessimo andare a cercare il pelo nell’uovo nel modo di fare informazione da gossip di certa stampa, solo per strillare o per fare qualche vendita in più, non la finiremmo mai. Io distinguo tra la scienza che divulga (o si spiega) in modo ufficiale attraverso i canali ortodossi e la scienza trasmessa da volenterosi giornalisti, come potrei essere anche io, che però rischiano di travisare i fatti. Tutto lì.
Nel mio campo, che è quello agricolo, se ne sentono di tutti i colori, ogni giorno. Ma un conto è quello che si scrive e si cerca di divulgare per fare cassetta, un conto sono gli studi dei tecnici e degli addetti ai lavori trasmessi in modo fedele e senza fronzoli extra.
D’accordo con lei che bisognerebbe moralizzare i giornalisti e certo modo di fare giornalismo, qualche bell’esempio in negativo è stato riportato anche qui su CS (si ricorda quell’articolo tanto osannato qui dove i virus, cito a memoria, venivano classificati come “schifezze”?).
“si ricorda quell’articolo tanto osannato qui dove i virus, cito a memoria, venivano classificati come “schifezze”?”
No.
Era la “la cellula è uno schifo” e non l’ha detto propriamente una ‘giornalista’,ovvero benchè si occupi di una rivista online (ne è responsabile) di una nota associazione, è una biotecnologa dottore di riceca in neuroscienze con diverse pubblicazioni e congressi,che ha avuto diverse brutte ‘cadute’ non da una persona del suo calibro in una conferenza che “gli è toccato” tenere proprio per quella associazione per conto di cui è resonsabile della rivista online.
Sono ben altre le cose che si possono criticare a giornalisti e divulgatori,quello si pone su un piano particolarmente differente per diversi motivi.
Stai travisando i fatti, del resto non puoi ricordare ogni cosa. Lascia perdere se non ricordi, non è grave.
“… la stragrande maggioranza degli scienziati non credenti non sono scientisti, perche’ conoscono bene il metodo ed i limiti della scienza!”
Questo, prof. Masiero, mi fa piacere sentirglielo dire, perché è proprio ciò che credo anche io.
“Quanto poi all’handicap che dovrebbe avere un ricercatore cristiano rispetto agli altri, sono io qui che proprio non La seguo.”
Qui siamo in trincea… Si ricorda la polemica per la famosa “marcia in più” che dovrebbe appartenere allo scienziato credente sorta in seguito a quell’affermazione nel primo Mendel day? Ecco, forse bisogna riequilibrare le cose: allora nessuna “marcia in più” e nessuna marcia in meno (“handicap”) per nessuno. Possiamo convenirne e prendere le distanze da quell’infelice considerazione?
“Se i due domini (quello della fede e quello della scienza) sono separati, perche’ una fede piuttosto che un’altra (o nessuna) potrebbe avvantaggiare qualcuno?”
Appunto.
“Lei pensa forse che il Suo agnosticismo La avvantaggi, o La svantaggi, nel Suo lavoro di agronomo?”
Faccio il giornalista e sono un divulgatore di cose di tecnica agricola e coltivazioni (terra-terra, nel vero senso della parola)… E ho la fortuna di non aver a che fare, in ambito lavorativo, con questioni etiche legate al mio agnosticismo. Più difficile la cosa sarà, eventualmente, per quegli scienziati/medici che devono scegliere su questioni importanti che coinvolgono la loro fede, la loro coscienza di credenti…
Sono d’accordo, nessuna marcia in più per nessuno nel proprio lavoro tecnico o scientifico.
Il discorso morale è altra cosa, qui siamo in ambito delle concezioni filosofiche di ciascuno. In Italia c’è una legge sull’obiezione di coscienza, sulla quale a suo tempo ho collaborato anch’io. Ed un ricordo mi è stampato in memoria, che nelle discussioni che avemmo tra laici e cattolici la scienza non ci fu di alcun aiuto, perché era assolutamente muta.
“Non è questione di non farsi capire è che quello che dici è una fesseria.”
Anche quello che affermi tu qui sopra è una fesseria. E allora come la mettiamo?
Basta che me lo argomenti.Come non fai mai.
Sai confutarmi la distinzione fra scienza e fede e fra scienza galileiana e storia naturale?
Etc etc…?
Certo è che se tutti i nemici-oppositori del sito sono come il “signor josef”…con una preparazione scientifica e filosofica di prima categoria.
Meglio del film di Alberto Sordi(noiosissimo)trasmesso in tv questa sera!