“Con noi l’evoluzione non ha fatto un gran lavoro” – Le distorsioni dell’impostazione neodarwiniana

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Siamo pieni di difetti, questa la vulgata che viene proposta in nome di una visione dell’evoluzione per caso e necessità.

 

Ma non c’è niente di scientifico dietro queste affermazioni.

 

 “Quanti scherzi ha giocato l’evoluzione con noi“, con questo titolo apparso su La Stampa de 13 marzo scorso è stato introdotto il resoconto di un congresso di paleontropologi organizzato dalla American association for the advancement of science. E quali sarebbero questi “scherzi”?

E’ presto detto, infatti secondo i paleontraopologi riuniti a congresso tutta una serie di malanni che affliggono numerose persone non sarebbero delle malattie che alterano la normale funzionalità del nostro corpo, ma sarebbero invece dei difetti di “progettazione”, o meglio, dei difetti dovuti al meccanismo evolutivo per “caso e necessità” che ci ricordano come appunto la nostra storia evolutiva sia basata sui tentativi casuali di un’evoluzione che non solo “non ci aveva previsto“, per drla con il titolo di un recente libro, ma a dirla proprio tutta “non ha fatto un gran lavoro“, a dispetto della nostra convinzione di essere delle meraviglie della biologia.

Ma vediamo nel dettaglio tutti questi difetti.

1- Cervello “sproporzionatamente grande”

2- Piedi “pasticciati”

3- Colonna vertebrale “equilibrista”

4- Neuroni cerebrali “invadenti”

5- Il parto è un’  “impresa”

6- Dopo i 50 anni siamo “la natura ci abbandona a noi stessi”.

Dopo esserci macerati nella desolazione seguita al fatto di aver scoperto di essere così mal riusciti andiamo a vedere su quali basi si poggiano queste affermazioni:

1- Il cervello sproporzionatamente grande e il bipedismo, secondo Jeremy De Silva della Boston University, ci hanno trasformato in esseri esageratamente fragili. Bene… ma su quale parametro si stabilisce che il cervello è “sproporzionatamente grande”? Qual è la proporzione giusta, chi la stabilisce? Mistero. Che il cervello non sia poi così grande lo dimostrerebbero invece proprio affermazioni del tipo di quelle fatte alla conferenza…

 2- I piedi avrebbero poi “troppe” ossa, e sì, lo stesso pensatore che stabilisce che il cervello è troppo grande ha anche stabilito che i piedi hanno troppe ossa (ma a lui chi gliele dice tutte queste cose?). Pare infatti che 26 ossa siano un po’ eccessive, infatti Jeremy avrebbe disegnato l’Uomo con meno ossa, un vero peccato che non possa farci un progettino adesso, vuol dire che ci rassegneremo ad andare avanti con quelle che abbiamo. Il risultato sono i piedi piatti e le tendiniti… Ma evidentemente qualcosa non va. Se si trattasse di un difetto, tali inconvenienti dovrebbero lamentarli tutti. Il fatto invece che sia solo una minoranza della popolazione a soffrirne sposta completamente i termini del discorso: non c’è niente che non va nella struttura dei piedi.

 3- Lo stesso si può dire per quel che riguarda la colonna vertebrale che sarebbe nata per camminare a “quattro zampe” e quindi il suo successivo posizionamento a 90° sarebbe la causa di una serie di problemi che vanno dalla cervicale ai mal di schiena (ovviamente la postura errata e attività usuranti non c’entrano nulla con queste patologie…), dimenticando anche in questo caso che se così fosse tali disturbi dovrebbero averli tutti e sin dalla più tenera età.

4- Che poi i neuroni possano aver “deformato” lo spazio del cranio togliendo così posto ai denti del giudizio non assolutamente dimostrabile, si tratta di una fantastica “just so story” da raccontare ai bambini nelle sere buie e tempestose, senza contare il fatto che anche in questo caso se fosse un difetto per così dire “di progettazione” (absit iniuria verbis), si tratterebbe di una situazione generalizzata, cosa che evidentemente non è vera.

5- “Il parto è un’impresa”, certo, ma lo è per tutte le specie, quella umana poi è sopravvissuta per ben 200.000 anni partorendo in grotte e capanne senza la minima misura igienica. Se il parto è un momento difficile, non lo è per via di un residuo mal riuscito dell’evoluzione (che in questo caso sarebbe da ricollegare con il punto 1).

6- “Dopo i 50 anni la natura ci abbandona a noi stessi”. Che vuol dire questa frase? Cosa fa la natura fino a 50 anni? A  pensarci bene anche le nostre automobili dopo i 100.000 Km cominciano a dare spesso dei problemini. Si tratta di cattiva progettazione o di usura?

Questa è la disinformazione che viene rovesciata continuamente su ogni tipo di media.

E poi se si afferma che il rogo della Città della Scienza è poca cosa in confronto a quello che viene appiccato quotidianamente alla scienza e all’intelligenza, c’è chi si indigna.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

20 commenti

  1. Articolo molto interessante: i signori paleoantropologi mi ricodano un po’ Oolon Colluphid, il personaggio inventato da Duglas Adams nel ciclo “Guida Galattica per Autostoppisti”, un intelletualoide che scriveva bestsellers tipo “Anche Dio può sbagliare” e “Altri grossi sbagli di Dio” 🙂 Cmq l’unico osso in più del piede è quello del mignolino che sbatte sempre contro lo spigolo quando siamo scalzi 😀 Scusate la leggerezza, un caro saluto a tutti

    • Jacques de Molay on

      Non a caso Adams faceva scrivere al suo personaggio libri con quei titoli. Adams infatti era un grande appassionato di biologia evolutiva (e molto amico di Dawkins), ed in nome di questa si dichiarava ateo radicale. A parte questo, “The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy” l’avevo apprezzata a suo tempo! 🙂

    • Allora proporrei di aggiungere alle ossa sbagliate anche il calcagno che ci danneggia consumando troppo velocemente i calzini… 🙂

  2. Un caro saluto a tutti (leggo sempre ed ogni tanto “mi rifaccio vivo”).

    Da un lato è incoraggiante (a mio avviso) vedere come oramai gli ultradarwinisti che hanno fatto della propria teoria un dogma intoccabile si arrampichino così sugli specchi cadendo assolutamente nel ridicolo e nella banalizzazione.

    Da un altro lato è triste perchè, obiettivamente, da persone intelligenti quali ci si aspetterebbe di trovare tra i ricercatori, non ci si immaginerebbe di sentire storielle così fantasiose. Ma questa è la serietà che tanto viene decantata nella ricerca scientifica? Che poi quella del cervello troppo grosso le supera tutte eh! elefanti e cetacei cosa dovrebbero dire allora? 😀

    • Ciao Mattia,
      hai ragione, la faccenda è triste, è lo ancor più per il fatto che si tratta di questioni ripetute insistentemente:

      “L’abbandono dell’andatura quadrupede comporta infatti una riorganizzazione costosa di tutta l’anatomia: rende più instabili, porta ad esporre gli organi vitali, restringe il canale del parto nelle femmine ed è più difficile da apprendere per i cuccioli. Ancora oggi, il nostro corpo non è completamente idoneo alla postura eretta: chi soffre di ernia del disco, di mal di schiena e di logorio delle articolazioni ne sa qualcosa. L’unicità e la sub-ottimalità sono i marchi di fabbrica della nostra evoluzione, non certo la perfezione.”
      Da Micromega 1-2012

      Poi le persone ripetono quanto affermato da così autorevoli fonti creando vere e proprie leggende metropolitane.

  3. Gentile prof. Pennetta,
    la seguo ormai da parecchio tempo; il suo blog è per me lettura quotidiana (o quasi), apprezzo moltissimo il suo lavoro e gliene sono grato. Intervengo adesso per la prima volta giacché la lettura dell’articolo mi ha richiamato alla mente un altro esempio di “cattiva progettazione” (o “UNintelligent design”, se vogliamo) che viene di solito portato avanti dai fautori dell’evoluzione per caso e necessità; si trova in certi libri di testo ed era, ad esempio, il “cavallo di battaglia” del mio professore di anatomia comparata, ateo professo, materialista convinto, darwinista entusiasta, tant’è che ero assolutamente certo di trovarlo nella lista. Si tratta della struttura dell’occhio umano, o più precisamente della retina: un Creatore supremamente intelligente, si dice, non l’avrebbe mai ideata così, con le cellule fotosensibili messe, per così dire, al contrario. Sono pressoché certo che nei suoi studi lei si sarà imbattuto in un simile argomento. Cosa vi risponderebbe?

    • Buonasera FZ e benvenuto,
      grazie per l’attenzione a questo lavoro, spero di poter leggere in futuro altri suoi interventi.

      Riguardo alla questione specifica da lei posta confermo di averla sentita altre volte.
      All’obiezione ricorrente sulla “cattiva progettazione” si può facilmente rispondere nel seguente modo:

      -L’efficienza dell’occhio risulta inadeguata con l’attuale sistema?

      -E’ provato che la diversa disposizione dei recettori migliorerebbe la vista?

      -Si può escludere che una differente posizione comporterebbe a lungo andare danni o problemi strutturali e funzionali che al momento non possiamo immaginare?

      In definitiva, mancando dati che rispondano a quanto puntualizzato sopra, chi afferma che le cellule fotosensibili sono “messe al contrario” afferma sostanzialmente di ergersi a giudice di come dovrebbe essere fatto il mondo.

    • Jacques de Molay on

      Quello riguardante l’occhio umano è un argomento abbastanza utilizzato da coloro che negano il Disegno, ed è stato utilizzato anche da Massimo Pigliucci nel debate VS William Lane Craig, affermando che gli occhi degli “squids” (teuthida, cefalopidi simili alle seppie) avrebbero una conformazione decisamente migliore rispetto a quella umana.

      Riporto il passaggio:


      The eye used to be a favorite example of theists. It’s the kind of structure that you really cannot explain except by design. Well, it is pretty badly designed because, for example, we have blood vessels right in front of our retina, which means that under certain light conditions especially some among us see these funny little things flying all over the place across the visual field. Well, that’s not a good design. Not only that, but there are organisms that are better designed. Squids, for example, have their blood vessels in the back of their eyes, so they actually see much better than we do, even though otherwise the two kinds of eyes are very similar.

      Secondo me il prof. Craig ha dato una risposta brillante, specie al primo punto in cui fa riferimento alla micro-evoluzione.

      Cosa ne pensa, prof?

      • Fermo restando che restando nell’affermazione che quelli che usano questi argomenti per negare o affermare l’esistenza di Dio fanno della cattiva filosofia, voglio fare qualche considerazione.

        Per affermare che un “progetto” è stato mal fatto credo che si dovrebbe partire dalla verifica della sua funzionalità: l’occhio umano è efficace?

        Ha permesso di studiare l’astronomia ai babilonesi identificando migliaia di stelle, ha un range di funzionamento che va dalla luce di un campo innevato a quella di una notte senza luna, ha una messa a fuoco con una sola lente a geometria variabile (che nessuna tecnologia ha ancora realizzato), come prestazioni è molto meglio della fotocamera del mio modernissimo smartphone… però certi scienziati affermano che è progettato male.
        E gli scienziati sono uomini d’onore, come direbbe Shakespeare.

        Il fatto poi che esistono animali che hanno una vista più acuta della nostra cosa significa?
        Quasi tutti gli animali di pari taglia corrono più veloci di noi, quasi tutti resistono meglio di noi alle intemperie, quasi tutti sono meno delicati nel mangiare, quasi tutti sono meno vulnerabili alle infezioni, altri poi volano e altri sentono gli ultrasuoni.
        E allora? Vuol dire che siamo “progettati” male?

        Certe discussioni sono tempo perso, gli scienziati che si impelagano in queste diatribe trasformano la scienza in una “carnevalata”, come affermato in un libro che sto leggendo.

        • Jacques de Molay on

          Concordo in toto. Tuttavia la mia domanda era contestualizzata all’argomento del design dell’occhio umano. Nella risposta, Craig afferma che queste presunte imperfezioni potrebbero essere il by-product della micro-evoluzione. Era su questo che chiedevo un’opinione. Infatti la cosa mi ha divertito, perchè a suo modo è stato usato un “argomento evolutivo” (dando per scontato che Craig sottenda evidentemente l’irriducibile complessità dell’occhio) per contestare “the Argument from Imperfections” e, con più ampio respiro, lo stesso darwinismo il quale sostiene appunto l’imperfezione del creato (come ben è stato affrontato recentemente anche qui su CS, es: DNA spazzatura, etc).

          PS. Confermo che, con alcune rare eccezioni, questi debate americani (di stampo protestante, solitamente)sull’esistenza di Dio & Co. sanno, spesso, di aria fritta.

          PPS. A quale libro fa riferimento? 🙂

          • Certamente tutto ciò che può passare come imperfezione avvalora la teoria dell’evoluzione per caso e necessità (giustamente ricordi il caso del cosiddetto DNA spazzatura) viene tirato in ballo come prova dell’assenza di un progetto divino, ma noi sappiamo bene che questo non è un problema e varrebbe solo per contrastare le posizioni estremiste dei creazionisti di stampo nordamericano.

            Per chi invece, come noi, concorda sull’evoluzione e non ci vede niente che possa confutare la religione si tratta veramente di discorsi a vuoto.

            Il riferimento al carnevale a cui viene ridotta la scienza è tratto dal libro “The Altemberg 16” un resoconto di un meeting ad alto livello tenuto nel 2008 in cui si è affrontata la fine del neodarwinismo e lanciata l’idea di una nuova teoria.

          • Jacques de Molay on

            Cercando il libro che sta leggendo, ho scoperto questa “Rational Wiki” (?) che ha una pagina dedicata alla “Altenberg 16 controversy” e guardi se non è davvero un caso questo, prof, uno di quei 16 era proprio MASSIMO PIGLIUCCI :! Questi, poi, assieme a cotale Müller, ha pubblicato il resoconto delle idee esposte al meeting (Evolution – the Extended Synthesis).
            Su quella pagina, al paragrafo “Controversy” leggo quanto segue:

            The Altenberg meeting was unfortunately misunderstood and deliberately distorted by religious creationists and intelligent design advocates. Only a few days after the meeting and hundreds of creationist anti-evolution websites and blogs were claiming the scientists at the Altenberg meeting were anti-evolution or advocating non-Darwinian evolution.

            Quindi, da quanto posso capire, la “nuova” teoria sarebbe la sintesi estesa?! Da quello che era stato scritto in articoli passati, qui su CS, mi sembrava di aver capito che questa estensione fosse una sorta di “addendum” -tipo Zeitgeist :)- al neodarwinismo…

            Sono confuso: quei 16 l’hanno dichiarato morto il neodarwinismo, come ha detto lei prof, o lo hanno messo in sala di rianimazione?!

            Inoltre non posso non fermarmi a riflettere sul fatto che proprio uno di quegli scienziati è stato un fomentatore di questo “carnevale scientifico” giustamente criticato…

          • L’autore dell’affermazione da me riportata è David Sloan Wilson (http://en.wikipedia.org/wiki/David_Sloan_Wilson ), il libro che riferisce dell’incontro è di Suzan Mazur e quello che è certo è il fatto che il ruolo della selezione naturale appare assolutamente ridimensionato.

            Così, eliminata la trasmissione dei caratteri acquisiti e dichiarata secondaria la selezione naturale, cosa resta della teoria iniziale? Perché chiamarla ancora darwiniana?
            Un brevissimo ma chiaro resoconto della Mazur è a questo link:
            http://www.suzanmazur.com/?p=30

            E un’altra cosa che emerge chiaramente dai discorsi de protagonisti è il fatto che lo spauracchio dei creazionisti è un argomento molto utile per dissuadere i critici verso la teoria dal dire le cose come stanno.

            Pigliucci è un esempio chiaro di questo comportamento: parla di “auto organizzazione” della materia, una cosa letale per il darwinismo, ma per paura di essere strumentalizzato dai creazionisti poi si impelaga in situazioni come quella da te segnalata.

          • Jacques de Molay on

            (Pigliucci) parla di “auto organizzazione” della materia, una cosa letale per il darwinismo

            😀 😀 😀

            Alla voce self-organization leggo:

            This process is spontaneous: it is not directed or controlled by any agent or subsystem inside or outside of the system; however, the laws followed by the process and its initial conditions may have been chosen or caused by an agent

            Questa definizione è corretta? Perchè se così fosse, non credo possa rimanere molto spazio per il buon vecchio Caso, così caro al ND.
            Magari mi sbaglio…

          • Infatti nel libro quando la giornalista domanda a Richard Lewontin (che pure in passato è stato molto critico verso alcuni aspetti della scienza) cosa ne pensi dell’auto organizzazione proposta da diversi autori, lui appare irritato e risponde che non capisce cosa si intenda con questo termine.

            Proprio come hai detto, ammettendo l’auto organizzazione come fonte di nvità, la selezione naturale diventa solo un mezzo per eliminare i soggetti difettosi e non il motore dell’evoluzione.
            Cosa resterebbe del neodarwinismo?

          • Jacques de Molay on

            Bene prof, la ringrazio. I suoi interventi sono stati fonte di interessanti spunti. Grazie al link all’articolo della Suzur, ad esempio, ho conosciuto Salthe di cui leggerò volentieri i vari articoli (ho già cominciato con Purpose in Nature).
            Buona domenica!

          • Jacques de Molay on

            *Mazur, sorry. M’è scappato un acronimo involontario… 😀

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