Avviso agli astronauti: «Il sesso nello spazio può essere letale» (ma non è vero)

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La locandina del film di fantascienza “Barbarella” del 1968, con Jane Fonda. 

Ancora titoli ad effetto che fanno vendere di più ma riducono la scienza ad una pagliacciata.

 

Sul Corriere della Sera online del 15 marzo è stato pubblicato un articolo dal titolo: Avviso agli astronauti: «Il sesso nello spazio può essere letale» Colpa dell’assenza di gravità, parole dal senso inequivocabile, parole che affermano la pericolosità dell’accoppiamento nello spazio, fatto che solleva non poche perplessità.

Il problema però è che si tratta di perplessità giustificate, infatti andando a leggere l’articolo scopriamo che il contenuto della ricerca a cui si fa riferimento parla di tutt’altro:

 …uno studio canadese indica ora che il sesso nello spazio può essere nocivo per la salute. Nello specifico, la ricerca è stata condotta sui processi di riproduzione nelle piante. 

 Insomma da uno studio sulla riproduzione delle piante si arriva a dichiarare ingannevolmente che “Il sesso nello spazio può essere letale”. Ma le cose stanno ancora peggio di quello che si possa pensare, infatti andando a leggere quanto scritto nell’abstract dello studio di riferimento pubblicato su Plosone troviamo quanto segue:

 To understand the effect of gravity on the metabolism and cellular functioning of non-specialized plant cells, we investigated a rapidly growing plant cell devoid of known statoliths and without gravitropic behavior, the pollen tube.

 Ecco svelato il collegamento! Per studiare l’effetto della ridotta gravità sul metabolismo cellulare si sono effettuati studi su cellule ad alta velocità di accrescimento, come quelle del tubo pollinico… da qui il collegamento tra la gravità e il sesso!

Sembra proprio che la divulgazione scientifica finisca troppo spesso col somigliare al gioco del “passaparola” dove quanto detto dal primo giocatore della fila diventa tutt’altra cosa quando arriva all’ultimo, e proprio come nel gioco sembra che qualcuno trovi che deformare volontariamente il messaggio renda il tutto più divertente.

Quindi i potenziali astronauti amanti possono tirare un sospiro di sollievo, non corrono nessun pericolo.

La conclusione è che, riguardo al sesso nello spazio, era più scientifico il film “Barbarella” del 1968, che non la divulgazione del XXI secolo.

Dicono che sia il progresso…

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

2 commenti

  1. Caro Enzo,
    che dire ? Meno male che è una bufala ! Così tutti noi possiamo stare tranquilli.
    Ma chi è che paga questi “scienziati” ?
    Dopo ci si lamenta perché vincono i grillini !

    • Eh sì, Massimo, meno male che è una bufala… altrimenti visto l’elevato numero di astronauti tra noi sarebbe stata da perderci il sonno, altro che crisi economica!

      Alla tua domanda aggiungerei chi li paga i “giornalisti scientifici”?

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