Il 15 aprile 2012 ci siamo occupati della vicenda dei cosiddetti “neuroni specchio”.
Avendo ricevuto al riguardo una segnalazione del Prof. Paolo P. Pascolo dell’Università di Udine (citato nell’articolo) volentieri la proponiamo ai lettori.
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Dopo aver ricevuto una mail del Prof. P.B. Pascolo dell’Università di Udine, citato nel precedente articolo, e che ringraziamo per il prezioso contributo costituito dalla segnalazione dell’articolo, pubblicato sul Journal of Electromyography and Kinesiology “On the relationship between mouth opening and “broken mirror neurons” in autistic individuals“, a firma P.B. Pascolo e A. Cattarinussi, abbiamo importanti elementi per riaprire il discorso sull’argomento.
Con il titolo “Neuroni specchio, specchio dei tempi…” il 15 aprile 2012 ci eravamo occupati dei “neuroni specchio”, la scoperta di alcuni ricercatori dell’Università di Parma che indicano in questi neuroni il centro nervoso che si attiva quando vediamo altri compiere determinate azioni.
Come ogni scoperta scientifica anche quella dei neuroni specchio ha lasciato intravedere delle applicazioni pratiche, nel caso specifico si è pensato che essi potessero essere coinvolti in quei disturbi dell’apprendimento del tipo highly functioning autistic (ASD).
Partendo dall’ipotesi che un disturbo come l’ASD potesse essere dovuto all’incapacità del soggetto di riconoscere la finalità di un’azione, sono stati ideati degli esperimenti denominati “grasp to eat” nei quali venivano confrontate le reazioni di due gruppi di soggetti, uno autistico ASD, l’altro “Tipical developing” (TD), (Cattaneo et al. 2007). Nel corso dell’esperimento è apparso che i componenti del gruppo ASD erano incapaci di prfigurare il fine dell’azione, fatto dimostrato dal ritardo nell’attivare l’apertura della bocca rispetto al gruppo TD.
Nell’articolo del prof. Pascolo, pubblicato sul Journal of Electromyography and Kinesiology nel febbraio 2012, troviamo il racconto di come le modalità di esecuzione dell’esperimento abbiano lasciato spazio ad alcuni dubbi:
Tuttavia, leggendo l’articolo riportando i suddetti esperimenti (Cattaneo et al., 2007) ci siamo resi conto che ci potrebbero essere alcuni problemi con la metodologia utilizzata. Per esempio, la presenza di diversi sperimentatori durante le prove (come illustrato nel materiale online di supporto aggiuntivo disponibile per l’articolo originale) potrebbe aver influenzato i risultati, così come potrebbe averlo fatto la distanza tra il soggetto e il cibo che sembrava essere stata lasciata incontrollata nei loro esperimenti.
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A questo punto Pascolo e Cattarinussi hanno deciso di ripetere l’esperimento inserendo dei precisi controlli su questi due fattori giungendo ad un risultato estremamente interessante:
Osservando Fig. 3 ed i risultati della Student t-test, è evidente che, in contrasto con Cattaneo et al. i nostri risultati non mostrano una differenza significativa tra i bambini TD e quelli affetti da ASD.
Considerando la temporizzazione di apertura della bocca, Cattaneo et al. hanno trovato che i bambini TD tendono ad aprire la bocca anticipando la presa del cibo, mentre i bambini affetti da ASD prima afferrano il cibo e quindi aprono la bocca. Considerando i nostri risultati, sembra che entrambi i gruppi di bambini si comportino in modo simile, prima afferrando il cibo e quindi aprendo la bocca.
In realtà, per i bambini TD l’apertura della bocca è ancora più ritardata che nei bambini affetti da ASD, l’esatto opposto di ciò che è stato trovato da Cattaneo et al.
Questo nuovo potrebbe essere una conseguenza in generale delle differenze nella configurazione dell’esperimento e in particolare della presenza di stimoli esterni estranei.
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Fig. 3
I risultati del precedente esperimento, nei quali veniva fortemente indicata una correlazione tra funzionalità dei neuroni specchi e autismo, venivano dunque rimessi in discussione evidenziando il peso delle condizioni sperimentali sui risulttati stessi.
L’articolo si conclude infine con le seguenti parole:
Pertanto, sembra che non vi siano prove sufficienti per sostenere un legame tra ASD e MNS danneggiati, e risultati sperimentali simili a quelle presentate qui e in Cattaneo et al. devono essere interpretati con cautela prima di sviluppare protocolli terapeutici o riabilitativi.
Va inoltre ricordato che l’esistenza di MNS nella sua formulazione più ampia deve essere ancora approvata all’unanimità dalla comunità scientifica e in effetti alcuni autori rispettati domande la sua esistenza (Pascolo et al., 2010, Hickok, 2009, Dinstein et al. , 2008, Csibra, 2005).
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Un saggio atteggiamento di cautela, al quale ci associamo, viene quindi raccomandato in conclusione dell’articolo, infatti l’esistenza dei neuroni specchio nella scimmia è ancora da dimostrare con certezza (le misure fatte sono poco attendibili), e poi sull’uomo sono solo congetture.
Tipico esperimento MNS condotto su scimmie.
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Ringraziando ancora una volta il Prof. Pascolo per il suo importante contributo, aspettiamo di avere ulteriori elementi da lui stesso nei prossimi mesi.
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3 commenti
Ciao Enzo,
ti segnalo e consiglio la visione di questa serie di video su youtube:
Prima “sessione”
http://www.youtube.com/watch?v=QeDRvazHF2k
http://www.youtube.com/watch?v=kiwCJwC7GmM
http://www.youtube.com/watch?v=R3tpcQtpVAU
http://www.youtube.com/watch?v=LXHZl3aENcU
Seconda “sessione”
http://www.youtube.com/watch?v=gKtCfsemSwk
http://www.youtube.com/watch?v=_OOzNjuZGDU
http://www.youtube.com/watch?v=DsQxwMqTrzY
http://www.youtube.com/watch?v=oRxsoJw_6ec
Pare che il dottor Verzella stia già curando i bambini autistici e ovviamente è sconociuto… tutto nel silenzio mediatico.
Le cause infatti, da quanto capisco io sentendo i video sarebbero i metalli pesanti…
Se li guardi fammi sapere che ne pensi.
Forse si potrebbe dare voce a questo medico no?
Tommaso.
Ho ascoltato la prima registrazione, l’argomento è davvero interessante, mi serve però un po’ di tempo per capire bene e farmi un’idea. E perché no, per sentire il dott. Verzella.
Grazie per la segnalazione.
🙂