La sentenza sul mancato allarme riguardo al sisma dell’Aquila ha sorpreso tutti.
Ma forse è la conseguenza della falsa immagine che molti hanno contribuito a dare della scienza.
Processo l’Aquila, condannati tutti i membri della commissione «Grandi rischi», è il titolo apparso sul Corriere della Sera del 22 ottobre:
L’accusa nei loro confronti era di omicidio colposo, disastro e lesioni gravi, per aver fornito rassicurazioni alla popolazione aquilana, in una riunione avvenuta solo una settimana prima del sisma.
E così abbiamo appreso che i geologi sono in grado di prevedere i terremoti, lo stabilisce la legge, anche se tutti sanno che non è invece possibile fare questo tipo di previsione. Le decisione del Tribunale ha sollevato allarmate proteste anche dagli USA L’Aquila, gli scienziati Usa contro la condanna «Napolitano dovrebbe intervenire», ma come è stato possibile che un tribunale ritenesse possibile quello che per la scienza attualmente non lo è?
Non si può non pensare che una parte di responsabilità sia da attribuire a coloro che diffondono una falsa immagine promuovendo un’idea di scienza che in realtà non esiste, una parte di responsabilità va data a chi non è capace di dire un frase semplice e onesta: “non lo sappiamo“. Il riferimento è a tutti quegli studi e quegli articoli nei quali si fantastica di cose che con la vera realtà della ricerca non hanno nulla in comune. Lo scientismo, l’ideologizzazione della scienza, fa male alla scienza stessa. E così cresce tra le persone la falsa idea che nulla sia impossibile alla scienza, e che quindi se i geologi non hanno avvisato del sisma è perché non hanno saputo fare il loro mestiere.
Ma è bene chiarire da subito che questo non significa affatto che gli scienziati non siano in nessun caso responsabili delle loro azioni professionali.
Forse un tribunale non sarebbe fuori luogo per stabilire la posizione di coloro che si sono assunti la responsabilità di lanciare l’esagerato allarme sull’influenza H1N1, per accertare eventuali conflitti d’interessi tra esperti e case farmaceutiche coinvolte in una vicenda che ha avuto costi sociali ed economici molto pesanti (CS-Pandemie: propaganda in azione).
Forse un tribunale sarebbe utile anche per accertare se negli studi sul Global Warming siano entrati in gioco interessi che con la scienza non hanno molto a che vedere, vedi Il WWF ha condizionato i dati dell’IPCC?, e accertare le responsabilità di chi ha operato scandalose manipolazioni della verità Climate change: this is the worst scientific scandal of our generation.
Nessuno infine porterà in giudizio chi ha nascosto i danni derivanti dall’utilizzo dei proiettili all’uranio impoverito Scienza e politica – Un gruppo di accademici denuncia: censurati studi sugli effetti dell’uranio impoverito.
Di tribunali per queste vicende stiamo certi che non ne vedremo, dietro i protagonisti di si muovono realtà che hanno tutti i mezzi per non finire in giudizio.
Gli innocenti pagano e i colpevoli no. Nihil novum sub sole.
65 commenti
E’ sicuramente una sentenza shockante. Mi permetto tuttavia qualche osservazione rispetto all’atteggiamento corrente. Noto innanzitutto una certa dissonanza tra la seconda affermazione dell’articolo “L’accusa … era di aver fornito rassicurazioni alla popolazione aquilana …” e la successiva affermazione sarcastica: “abbiamo appreso che i geologi sono in grado di prevedere i terremoti, lo stabilisce la legge”. Io credo come tutti che in QUEL contesto (i ripetuti allarmi nella popolazione a causa dello sciame sismico) la commissione grandi rischi abbia fatto l’unica cosa ragionevole: evitare il panico. Ciò non toglie che quelle parole in QUEL contesto hanno fatto danno. Si poteva evitare ? Cosa si poteva fare di meglio ? E’ possibile definire una colpa ?
QUEL contesto è quello per cui la parola dello scienziato è nella nostra società la parola di un mago onnisciente. Forse in questo contesto la funzione di una “commissione grandi rischi” è prima di ogni altra quella di curare le relazioni con il pubblico, promuovere la divulgazione scientifica, promuovere una cultura popolare del rischio e della gestione dell’emergenza. In questo senso la mia personale percezione è che la commissione assieme a tutto l’establishment scientifico (oltre che politico, ma sarebbe sparare sulla croce rossa) sia ampiamente inadempiente. Forse la comunicazione al pubblico in quell’occasione poteva essere diversa e più oculata. Forse la commissione grandi rischi ha la sua parte di colpa che non sta a noi valutare. Forse questa sentenza anziché essere preventivamente squalificata può avere il grande pregio di aiutarci a focalizzare un problema davvero complesso (aspetterei come sempre le motivazioni). Certo ci facciamo rider dietro da Stati Uniti e Giappone, ma nel “loro” contesto ho l’impressione che la popolazione sia diversamente “avvertita”.
Il problema è che sono tutte ipotesi. Forse avrebbero potuto comunicare meglio. Forse se fossero stati meno rassicuranti si sarebbe evitata qualche morte. Forse si è badato di più a smentire le fasulle previsioni di Giampaolo Giuliani che ad una corretta informazione sul rischio sismico. Forse, forse, forse… Però su tutti questi forse si basa addirittura una condanna per omicidio colposo! Mi dispiace, ma il legame tra l’atteggiamento della commissione e le morti è indimostrabile, e non c’è bisogno di essere giuristi per capirlo. Quali sono le persone morte per colpa della commissione e quali quelle che invece sarebbero morte in ogni caso?
Ora con questa sentenza abbiamo trovato un capro espiatorio: non è il terremoto che ha ucciso quelle persone, ma Boschi & C. Quando Robdrto De Mattei (che in altre situazioni ho criticato) con l’occasione del terremoto in Giappone fece una chiara lezione di teodicea, ben ancorata nella Tradizione cattolica, si gridò allo scandalo. Ora invece un tribunale è giunto addirittura a dare personalmente la colpa a qualcuno per il terremoto.
In realtà in questa situazione, oltre che una conseguenza della cattiva informazione, ci vedo qualcosa di più profondo, ci vedo la conseguenza della sempre più evidente incapacità, anche, e forse soprattutto, nel mondo cattolico, di riflettere sul male e sulla colpa (la negazione del peccato originale, che io considero una verità di ragione, è guarda caso un tema tipico di molti ambienti “cattolici” progressisti). Non si è più in grado di capire, di dare un senso al male, e quindi si cerca in ogni modo un capro espiatorio per tranquillizarsi.
Nel 1986, durante alcune lezioni dedicate alla creazione, Joseph Ratzinger disse: “Nel contesto di questa nostra situazione storico-spirituale vi è una certa logica nel fatto che il tema del peccato sia divenuto un tema rimosso, eppure al contempo sia rimasto vero. I sintomi sono molti; caratteristica mi sembra ad esempio l’aggressività che ora è sempre pronta e che viviamo palesemente nella nostra società, questa prontezza, sempre desta, a offendere gli altri, a incolparli della loro infelicità o a rimproverare la società e a voler cambiare il mondo con la violenza. Mi sembra che tutto ciò si possa comprendere solo come espressione della verità rimossa della colpa, che l’uomo non vuole ammettere; poiché tuttavia essa esiste, egli deve attaccarla e calpestarla. Poiché l’uomo può rimuovere la realtà, ma non eliminarla, si ammala di verità rimossa.”
Io ci vedo una stretta relazione tra questo discorso e l’attuale vicenda de L’Aquila. Voi che ne pensate?
Mi dispiace, in un blog dedicato a temi prettamente scientifici, aver introdotto riflessioni che invece vanno ben oltre la scienza, però credo siano importanti per comprendere davvero la situazione. Se qualcuno fosse interessato alle lezioni di Ratzinger, sono state pubblicate quest’anno da Marcianum Press, con il titolo “Progetto di Dio. La Creazione”
Sono assolutamente daccordo con tutto quel che scrivi su male, colpa, cattolicesimo. Io volevo solo spostare l’attenzione dall’aspetto colpa a quello responsabilità e mi pare che anche Enzo Pennetta si muova nella stessa direzione anche se con accenti diversi. Credo che ci siano delle ir-responsabilità enormi non solo nella scienza ma forse molto di più nel modo con cui la scienza viene trasmessa al pubblico. Possiamo essere daccordo con il fatto che da questo all’omicidio colposo ce ne passi (non ne sarei certissimo), ma se si permette che lo stato della cosa sia così “corrotto” (s.l.) … La responsabilità sarà magari molto più ampia di quella delle persone colpite dalla sentenza eppure se la sentenza si muove in questa direzione credo possa fare solo del bene.
Ti ringrazio, Francesco, del tuo commento profondo, che ha aggiunto nuovi importanti elementi di riflessione per tutti.
Ci sono troppi forse e nessuna certezza dice Francesco Sabini. Per chiarire ancora meglio: é esattamente questo il problema. I giornali dell’1 Aprile riportavano le rislutanze della riunione senza nemmeno un forse, dicendo semplicemente “non ci sono rischi” e questo disegna un comportamento irresponsabile e colpevole. Ci sarà una parte di colpa nei giornalisti, un’altra nell’incultura scientifica di base, ma quello della commissione resta un comportamento sbagliato e pericoloso.
Questo che hai virgolettato, Luca, è il verbale della Commissione o quanto riportato dai giornali riguardo ai lavori della Commissione?
Quello che hanno riportato i giornali, anche perché a quanto pare il verbale non c’é e quello che c’é é stato prodotto solo dopo, a frittata fatta. (…) Questo la dice lunga mi pare sulla sostanza del problema e sulle irresponsabilità. Ci sono sicuramente moltissime correità, comprese quelle dei giornalisti, ma il problema é gravissimo e questo episodio sembra fatto apposta per metterne in luce la portata. Senza processo ce ne saremmo già dimenticati … almeno fino al prossimo disastro.
Ne parlavo questa mattina con un collega del settore rischio sismico e prevenzione. Secondo lui bisognerebbe che queste cose venissero comunicate attraverso un ristretto numero di gioenalisti accreditati. A me pare ci siano moltissime correità, ma qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità degli errori. A partire credo io dalla fonte prima della notizia e dagli esperti che l’hanno propagata eventualmente senza controllare la bontà o la correttezza dell’uso che ne é stato fatto. Particolarmente se quell’azione era rivolta espressamente al pubblico. Il problema é a monte. Un”forse” inserito nella notizia, in Italia avrebbe generato il panico, negli USA che ora sono tanto scandalizzati avrebbe semplicemente generato comportamenti “responsabili” e coscienti. Il problema é quello che sottolineava Santoni: la nostra impreparazione culturale a convivere con l’incertezza, con i “forse”. A questo dovrebbe aiutarci la cultura scientifica, non a dare semplici risposte di comodo spesso preconfezionate e “ideologiche”.
Purtroppo l’esperienza insegna che spesso e volentieri i giornalisti usano i virgolettati a sproposito, quindi quello non dimostra niente. Ricordo che per condannare una persona ci vogliono prove certe che la collegano al fatto, non ipotesi vaghe su come il comportamento di quella persona potrebbe, forse, aver influito.
Tutto giusto, ma resta il male compiuto e quello nessuno lo cancella più. Meglio credo un’eccesso di colpevolizzazione che una generalizzata fuga dalle responsabilità. Gli “esperti” se sono “esperti” dovrebbero sapere e comunque controllare come i giornalisti usano le loro parole, tanto più in un caso come questo.
Trovo davvero molto condivisibili le cose che sono state dette sin qui, voglio solo aggiungere qualcosa per chiarire meglio.
Quando affermo che si è diventati incapaci di dire i “non lo sappiamo”, il riferimento è sia alla “scienza”, in quanto alla riunione della commissione grandi rischi non si è stati in grado di dire che non si poteva escludere né confermare un imminente sisma. Si doveva dire chiaramente che il dare o non dare un allarme in tale stato di incertezza era una decisione politica e non scientifica.
Ma il riferimento è anche ai media che insieme ad un certo tipo di divulgatori non amano mostrare i limiti della scienza e che quindi non pubblicano articoli dubitativi.
Da questa vicenda si potrebbe dunque trarre una lezione per correggere alcuni comportamenti sia degli scienziati che dei media.
Ma se non ci sarà prima un cambiamento nell’atteggiamento degli scienziati, non credo proprio che i media possano compiere spontaneamente un gesto di responsabilità.
” Meglio credo un’eccesso di colpevolizzazione che una generalizzata fuga dalle responsabilità” ???
Scusami ma questa è follia. Questo si fa nelle dittature.
Delle dittature non so (per mia fortuna) ma gente in giro disposta ad assumersi responsabilità ne vedo davvero poca. Si tratta di etica e in questo caso anche di ancor più latitante buona politica, non di altro.
Se poi vogliamo discutere il caso (davvero purtroppo molto italiano e persino secondo qualcuno “cattolico”) di questa collettiva fuga dalle responsabilità, si dovrebbe discutere se quanto e come la magistratura possa supplire, attribuendo in nome della giustizia responsabilità anche individuali in un caso come questo di colpa collettiva. Non é certo un problema di stato di polizia, tantomeno di stato etico, solo un problema di giustizia. L’opposto, la delega costante delle responsabilità individuali o il loro annacquarsi nella colpa collettiva, anche questo é tipico delle dittature come ben ci ha insegnato Norimberga.
Se poi vogliamo discutere il caso (davvero purtroppo molto italiano e persino secondo qualcuno “cattolico”)
Come mai non mi stupisce affatto sentire questo da Luca?
@ Piero
evidentemente perché mi hai letto spesso e conosci la mia vocazione per le provocazioni. Comunque, senza bisogno di azzuffarsi sulle tesi di Weber e Novak mi pare del tutto piano e pacifico osservare l’ossessione protestante per la responsabilità individuale e contrapporla alla cultura cattolica della comunità ecclesiale. Ho vissuto due anni in terra calvinista e potrei raccontarti aneddoti gustosissimi su quella follia ma questo non mi impedisce di vedere anche l’altra faccia del problema etico (…). Spero si possa concordare sull’italianità del vizio di assenza di responsabilità individuale.
Comunque siamo abbondantemente fuori tema, chiedo scusa a Pennetta, ci saranno forse altre sedi e altre occasioni per approfondire la conoscenza con Piero.
Io non so che farmene della provocazione, soprattutto di fronte ai morti, e alla possibilita’ concreta che NESSUNO d’ora in poi osi dire una sola parola e ad ogni stormir di fronde si proceda all’evacuazione di ogni citta’ per paura di venire incarcerato, dando la stura ai cialtroni indovini di chi predice con 70 anni di anticipo il terremoto distruttivo a Roma o propaganda metodi tipo due elettrodi nel terreno, come vidi tanto tempo fa (e proprio Boschi lo smenti’).
P.S.: mi sa che hai preso qualcos’altro dai calvinisti.
Mi trovi ovviamente daccordo sugli “indovini” ma forse si può, addirittura si deve, aspirare a qualcosa di ancora più alto: una società dove anziché lasciar parlare a vanvera i cialtroni come giustamente tu paventi, parli chi sa ma parli assumendo piena responsabilità per le sue parole. Se invece le parole di un tecnico hanno un’esclusiva finalità politica, come quella che i nostri annunciavano ai loro uomini “non é che un’operazione mediatica … verranno e diranno che é una situazione normale … non ci sarà mai la scossa quella che fa male” (Bertolaso al telefono) allora a me pare ci sia qualcosa che non va e che questo qualcosa passi purtroppo anche attraverso le parole incaute di scienziati travolti dal loro ruolo pubblico. Perché in questo caso si contrabbandano opportunità e scelte politiche per verità scientifiche e questo a me pare gravissimo tanto per la società che per la scienza. Non si tratta, nessuno nemmeno in tribunale lo pensa, di poter evacuare città, si tratta invece di instaurare una comunicazione tecnica e scientifica improntata alla consapevolezza dove io cittadino ho quella libertà che solo la corretta conoscenza mi garantisce. Ad esempio e banalmente, conoscenza sui comportamenti da tenere in caso di rischio. Credo che se così fosse stato non ci sarebbe stato il problema di evitare a tutti i costi il panico e di conseguenza non ci sarebbe stata la clamorosa gaffe. E’ chiaro che così dicendo esco di molto dalle responsabilità specifiche dei condannati per puntare su problematiche molto più grosse e generali eppure se riconosciamo che il problema c’é allora a me pare proprio l’occasione giusta per affrontarlo. Io spero davvero che le motivazioni della sentenza ci aiutino a fare chiarezza su questa strada.
taccio per carita’ di patria su questi discorsi a dir poco assurdi (per non dire farneticanti), altrimenti ce ne sarebbe da dire a bizzeffe…
Mi domando se sei capare di affrontare una volta tanto un discorso in modo serio e non “provocare” (ma sono convinto che sia un modo come un altro per “buttarla li’” e poi ritirare la mano) inutilmente su arogmenti determinanti per tanta gente.
L’assurdita’ poi di dire che e’ “molto cattolico” rifiutare la responsabilita’ quando uno dei pilastri che ci divide dal calvinismo/luteranesimo/e varie eresie protestanti e’ proprio la accettazione della nostra responsabilita’ nel peccato, e’ in prima battuta esilarante, poi diventa irritante, alla fine, dopo queste continue “provocazioni” diventa semplicemente stucchevole…
Il rifiuto di assunzione di responsabilita’ che tu reputi tipicamente italiano, e’ dovuto allo (iper)statalismo imperante che regna in ogni stato sociale, livello amministrativo e credo religioso: TUTTI RESPONSABILI, NESSUN RESPONSABILE.
P.S.: voglio vedere con che animo d’ora in poi firmerai una perizia geologica, basandoti specialmente sulla “storia sismica” della zona come hanno fatto quelli che hanno classificato quelle zone dell’Emilia colpite dal terremoto come “a basso rischio”.
Perizia geologica.
Questo invece é un discorso serio e rispondo volentieri. Cambiare il carattere della comunicazione scientifica come dicevo nel commento qui sopra non é solo di garanzia e libertà per il pubblico, ma di garanzia anche per chi lavora con la scienza. Riacquisterebbe infatti il sacrosanto diritto di sbagliare previsione. Il pubblico deve aver coscienza del valore e dei limiti di una previsione scientifica, solo così, imparando a convivere ed apprezzare i “forse”, possiamo sterilizzare i cortocircuiti di cui si sta discutendo. A partire dalla percezione dello scienziato – mago onniscente. Senza questa operazione continuo a pensare che in quelle famigerate affermazioni responsabilità ce ne fossero e non lievi.
Mah… quante volte abbiamo letto di giudici che hanno scarcerato o ridotto la pena a persone che si sono macchiate di crimini violenti e queste, appena uscite dalla galera, si sono affrettate ad uccidere la ex-fidanzata o chi per lei?
Vediamo un po’ se questa sentenza riuscirà davvero a creare un precedente e a far incriminare di omicidio colposo i suddetti magistrati… io temo di no.
So bene che ciò che scrivo mi fa apparire come un lettore e commentatore medio de “Il Giornale”, ma ci tengo a precisare che non mi identifico assolutamente in quella categoria. Tuttavia, leggere i commenti dei sinistrorsi che si infilano prontamente nelle pagine filo-berlusconiane e, cercando di presentarsi come persone di intelligenza e cultura superiori alla media, difendono strenuamente la categoria dei magistrati in ogni occasione, è una cosa che rinfranca lo spirito.
La chiudo qui, voglio solo rassicurare Piero. Se ha la possibilità di rileggermi forse potrà convenire che io ho scritto semplicemente che “secondo qualcuno” (NON secondo me) la fuga dalle responsabilità individuali é un tratto caratteristico dell’etica cattolica. Potevo risparmiarmela e mi scuso con tutta la forza. A questo punto provo almeno a spiegla meglio. Siccome a partire dal bellissimo commento di Santoni il discorso era scivolato sull’etica e sulle responsabilità individuali, mi era parso quasi scontato riferirmi a quello che moltissimi pensano e scrivono su etica cattolica e etica protestante. Perchè quei pensieri si fondano esattamente su questa stessa osservazione che si stava facendo: sulla differenza di “animo” etico facilmente riscontreabile tra i paesi latini e quelli riformati. Sulla differenza in qualche modo che ci distanzia dagli scienziati USA evocati nell’articolo e da quel tipo di comunicazione. Niente di più o di diverso. Che dipenda o no dalla religione (io come voi penso di no, ma penso a ragioni storiche e culturali complessive rispetto alle quali forse un MALINTESO senso religioso qualcosa a che fare ce l’ha) …
… Che dipenda o no non intendevo minimamente provocare personalmente nessuno in particolare, intendevo solo approfondire il discorso sulla responsabilità individuale. Chiedo scusa agli offesi. Tutto il resto “come mai non mi stupisce affatto sentire questo da Luca” – lettore medio del Giornale – sinistrorsi – infiltrati – blog filoberlusconiani (?? cosa ne pensa Pennetta in qualità di autore scientifico ??) – persone culturalmente superiori … queste sì che mi sembrano affermazioni gratuite e malevole, fondate su pregiudizi e volte ad evitare il dialogo per buttarla sulla provocazione personale. La cosa mi dispiace molto. Chiedo scusa ancora a Pennetta e davvero la chiudo qui, qualunque ulteriore provocazione arrivi.
Veramente tu non c’entravi nulla con ciò che ho scritto, mi scuso per non essere stato chiaro. Intendevo dire che sul sito de “Il Giornale”, e non certo su questo sito, che non fa politica, esistono persone che entrano a gamba tesa sui commentatori accusandoli di idiozia e sostenendo con una certa violenza verbale le proprie tesi.
Non mi riferivo assolutamente a te!
Oltretutto su alcune delle cose che hai detto sono d’accordo.
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Cioè?
e c’e’ anche bisogno di chiederlo?
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Sul fatto che ci sia scarsa ricezione dell’attività scientifica da parte della popolazione, c’è poco da essere in disaccordo. Condannare a 6 anni di carcere delle persone per questo motivo, è un altro paio di maniche.
Non mi sembra che questa sia stata l’unica cosa detta dal “calvinista” Luca…
E anche su questo, si’, non sono d’accordo…
Ma fondamentalmente è su questo che sono d’accordo con il “calvinista” Luca. Penso che tutto il resto della sentenza sia roba allucinante soprattutto per le implicazioni relative a un simile precedente (sempre aspettando di leggere le motivazioni: chissà che non ci sia di peggio), ma anche per il fatto che qualunque altra persona in quella commissione avrebbe agito esattamente nello stesso modo; questo, ovviamente, oltre all’assurdità dell’idea di lanciare un avvertimento alla popolazione del tipo “c’è la possibilità che avvenga un terremoto, ma c’è anche la possibilità che ciò non avvenga”, che avrebbe provocato solo confusione se non la solita ilarità verso le istituzioni. E che dire se si fossero presi provvedimenti in senso opposto, cioè autorizzando la popolazione ad abbandonare la zona a tempo indeterminato (magari permettendogli di sospendere le attività lavorative)?!
ma io ho detto che manco su quello sono d’accordo.
Ne prenderò atto 😉
Il punto é chiaramente quello della cultura scientifica della popolazione. Ora se le istituzioni che sono preposte per statuto al dialogo e all’intervento diretto sulla popolazione (parlo di una commissione grandi rischi) non solo non si fa carico del problema a monte, nel quotidiano, ma rispetto alla popolazione decide di metter su un teatrino per MENTIRE di proposito (il condannato Boschi al tangentista Bertolaso “la verità non si dice”, le intercettazioni sono in rete) questo secondo voi é o non é colpevole ? Avrei davvero piacere di sapere se negli USA queste notizie si sanno e se chi lanciava allarmate proteste (“Boschi come Galileo” e sciocchezze del genere) cosa ne pensa ora.
Il vostro devoto amico calvinista.
Si può sostenere credo (forse é questo il pensiero di Piero) che parlare apertamente avrebbe generato il caos e sostanzialmente danni maggiori. Io però credo che questo significhi trattare le persone come “popolo bue” e negare loro il preciso diritto di essere correttamente informati, con una colpevole sottostima dell’intelligenza delle persone. Si troveranno i modi e i toni, si attueranno le opportune azioni preventive, ma di questo si tratta, non di altro. Una settimana prima tutti si sono trovati per valutare e conoscevano esattamente il rischio. Davvero non c’era nulla da fare ad esempio come informare ed educare ai comportamenti da tenere nell’eventualità di ? Come al solito, quante persone sono morte sulle scale di casa (magari con le strutture se non intatte ancora in piedi) ?
Da ultimo: hanno evitato il panico e forse anche qualche morto, daccordo. E adesso cosa succederà la prossima volta che Bertolaso o chi per lui annuncierà “non c’è nessun rischio” ?
Che succedera’ dopo questo?
Che per QUALUNQUE sciocchezza, uno sara’ costretto a sottoscrivere un’assicurazione privata.
E quindi la CALVINISTA Lloyd & C. guadagneranno un’enormita’ di quattrini alla faccia dei cattolici becchi italiani… Come se non ne avessero guadagnati a sufficienza da questa FALSA crisi indotta…
Piero: Lloyd & co. (…)
Se ho capito bene ritieni che dai comportamenti di Bertolaso &C debba necessariamente consguire la squalifica totale di ogni parere scientifico. La scienza ai ciarlatani, come si diceva qualche commento fa, ogni competenza azzerata. E’ proprio su questo aspetto che volevo invitarti a riflettere. Secondo me se ne esce solo con una sincerità totale anche quando scomodo o potenzialmente pericolosa. Solo così si può fare educazione scientifica. Sarà anche una colpa molto generale, non esclusiva di Boschi, ma é una colpa ed é grave.
sincerità … anche di fronte a verità scomode o come in questo caso potenzialmente pericolose (commento multiplo per errore)
Non c’era nessuna “verita’ scomoda” da tenere nascosta… E’ stato detto quello che qualunque sismologo avrebbe detto, tranne quelli democristiani, che avrebbe messo il piede in due…anzi tre staffe:
convididiamo le preoccupazioni della popolazione e attiveremo delle procedure proattive in modo da garantire una pronta risposta epidottica al rischio di sisma. Occorre stimolare i controlli e le verifiche inquisitive sulla popolazione in modo da rendere inutili i pur necessari ,inviti alla prudenza (cit.)
Quanto alle intercettazioni, magari converrebbe sentire tutte le altre, e anche quelle relative ad altre persone (ma quelle stanno dalla parte “giusta” e quindi non vengono toccate),magari relativamente al periodo Novembre 2011, e forse il nostro geologo calvinista Luca riderebbe di meno…
a) Non dici nulla e arriva il terremoto, condanna per omicidio colposo;
b) Procuri un allarme e non arriva il terremoto, condanna per procurato allarme;
c) Non dici nulla e non arriva il terremoto, non sei un sismologo ma un impiegato delle Poste;
d) Procuri un allarme e arriva il terremoto, sei Dio.
Il messaggio del 26 orttobre delle 14.16 doveva essere in risposta a Piero 8.06. Chissà se questa volta sono riuscito a ficcarlo al posto giusto
Il punto e’ proprio quello che la cultura scientifica della popolazione l’hanno rovinata quelli che fanno passare lo scienziato come il mago, l’indovino e lo stregone! *
Incantatori di serpenti che ci fanno credere (mediante “rigorosi” modelli matematici, naturalmente “al compiuter“, e i “compiuter”, si sa, non sbagliano mai: andatelo a dire a chi corregge i bug!) di poter prevedere ESATTAMENTE la temperatura DI OGNI ANGOLO DEL GLOBO con la precisione del centesimo di grado, quando non sono in grado di prevedere il tempo su Roma due giorni dopo… A proposito, come mai questi qui non sono stati condannati per procurato allarme?
Condannare, e sputtanare a mezzo stampa, solo per mezzo di intercettazioni (illegali tra l’altro, e anche illegale divulgarle) e’ abominevole, e rende bene il livello di giacobinismo di chi li riporta e della stampa italiana in particolare.
Tra l’altro e’ pure risibile, perche’ se “la verita’ non si dice”, allora vuol dire che Bertolaso la “verita’” la sapeva, e quindi poteva prevedere i terremoti, e quindi un bel premio Nobel (o equivalente) gli andrebbe dato.
Noto con interesse che i processi ormai in Italia si fanno a mezzo stampa e le sentenze poi vengono sputate
come veleno (il “condannato”, il “tangentista”) alla faccia della carita’ e giustizia cristiana.
Ma si sa, il sacro“dialogo” va cercato anche con gli eretici, con chi ti vuole distruggere, con satana, ma non con questi…
Poi non capisco tanta insistenza nel dichiararsi “cattolico”, e quale debba essere la vergogna di dichairarsi luterano, calvinista o altro…
Fortunatamente non e’ piu’ obbligatorio essere cattolici, se mai lo e’ stato in qualche periodo storico…
di poter prevedere ESATTAMENTE la temperatura DI OGNI ANGOLO DEL GLOBO
* tra 150 anni
Guarda Piero che ti stai proprio sbagliando. Siamo di fronte ad un caso più unico che raro nel quale le intercettazioni saltano fuori solo a sentenza emessa, quando per loro natura diventano pubbliche come parte della motivazione. Illegale (anche se purtroppo così comune) sarebbe stato leggerle prima. In questo momento invece io, come te e come tutti, ho il diritto di essere pienamente informato su queste cose che toccano direttamente la mia persona e la mia sicurezza. Come avrei penso il dovere di informarmi su tutti questi aspetti prima di diffamare un giudice sentenziando sulla sua sentenza.
Anche su questo ti dò ragione. Anch’io, come ho detto, aspetto le motivazioni della sentenza anche se, come avrai capito, mi aspetto più che altro qualche shock aggiuntivo.
Resta il fatto che il crimine perpetrato è l’omicidio colposo, quindi una responsabilità diretta.
E qual era la verità indicibile? Che le case non erano a norma? Mi pare un segreto di Pulcinella, e non so come la CGR, anche avvertendo la popolazione, avrebbe potuto migliorare la situazione. Che stava per arrivare la scossa? Avrebbe ragione Piero, Nobel a Bertolaso. Che c’è un modo per preparare la popolazione all’eventualità di una forte scossa? E’ quello che suggerisci tu, ma a questo punto mi pare che abbiano preso solo dei capri espiatori, visto che le esercitazioni nei luoghi pubblici dovrebbero essere obbligatorie a prescindere. Senza contare che il popolo viene trattato in modo bovino in ogni caso… boh, io aspetto. Però rimango allibito.
E quando una cosa identica avvenne cinque anni fa nel Mugello, vicino a casa mia, ci fu una scossa che fece cadere un paio di calcinacci e nient’altro. A questo punto credo che i colleghi toscani dei condannati abbiano avuto fortuna e nient’altro.
Perché, secondo te se fosse stato detto in modo semplice e piano semplicemente il grado di rischio che c’era lasciando libere le persone di scegliere ma dando loro gli strumenti di decisione comprese istruzioni sul da farsi individuare le zone più sicure delle case e così via, sarebbe stato sbagliato ? Io penso che dire o comunque lasciar credere che non ci fosse nessun rischio SAPENDO DI MENTIRE possa configurare l’omicidio colposo. Questo é stato, una menzogna coscente. Non perché sapessero esattamente quando e con che modalità ma perché non hanno saputo parlare semplicemente come me e te di probabilità e rischio reale, perché avendone la capacità e gli strumenti di conoscenza hanno ritenuto di doverli nascondere alla popolazione.
Se si fosse dato “l’allarme” molto probabilmente ci sarebbero stati molti piu’ morti…
Ma allarme “de che”? Sai meglio di me che centinaia di piccole scosse sono meglio di una sola grossa…
Si trascura di dire che, se le abitazioni fossero state costruite a regola d’arte, e che certi uffici PUBBLICI hanno colpevolmente collaudato, di morti ce ne sarebbero stati uno o due (come succede anche nelle scosse di magnitudo 2.3 che c’e’ il vecchietto che muore d’infarto).
Penso con terrore all’evacuazione della zona limitrofa del Vesuvio.
Ah per la cronaca, quando ci furono, caso piu’ unico che raro, delle esercitazioni su un attacco terroristico “biologico” ci furono quei bei tomi dei no-global a “disturbare”… Quindi non prendiamoci in giro per favore…
Forse hai ragione Piero, questa é stata la mia prima affermazione, tuttavia … se io in quei giorni fossi stato là penso che avrei preteso a tutti i costi un’informazione completa e precisa (credo anche te). Quello che é successo invece é una sorta di circonvenzione di incapaci. Come ho detto dall’inizio il problema é nel come la scienza e l’emergenza vengono comunicate e QUEL modo é sbagliato e pericoloso. Se poi la cosa abbia o no rilevanza penale non sta a me deciderlo, certo considera che é stata compiuta proprio da quelle persone che sono istituzionalmente preposte a comunicare ed istruire il pubblico nelle situazioni di rischio. Quante morti saranno arrivate nel corso di una fuga disordinata magari con i muri portanti ancra in piedi e integri ?
Guarda Piero che stai travisando le mie parole. Non sto dicendo che bisognava dare l’allarme né tantomeno che andava evacuata la città. Sto dicendo che le persone avrebbero dovuto possedere informazioni complete e veritiere su quel che stava accadendo, garantendo loro la libertà di scelta (libertà negata dall’ignoranza). E’ molto diverso dire “dare l’allarme” e informare sul rischio, non confondiamo le due cose. Comunque comtinui a ragionare in base ad un pregiudizio di colpevolezza dei giudici che non mi trova daccordo. Se effettivamente la sentenza si basa come sostieni sul fatto che i tecnici avrebbero dovuto prevedere … allora avrai assolutamente ragione e te ne darò atto molto volentieri. Del fatto giudiziario ovviamente al momento ne so quanto te, comunque a me pare che nei fatti le cose stiano in termini diversi da quelli che dici e mi dispiace che tu continui a polemizzare in modo più o meno violento e radicale senza tener conto di queste possibili ragioni alternative. Buona giornata
non abbocco piu’ alle tue “provocazioni” (in realta’ abilita’ di gettare il sasso e nascondere la mano).
Ho avuto modo di seguire su UCCR le tue “acrobazie verbali” per sostenere una cosa e poi far finta di ritrattarla e passare per l'”aggredito” da foga “radicale”…
Impiego meglio il mio tempo.
Ricordati che il SACRO “dialogo” va ricercato con TUTTI, non solo con satana e gli eretici, ma anche con chi vuole seguire la verita’.
Non abbocchi più.
Cerchiamo di intenderci almeno sulle parole Piero. Quando dico di me stesso che mi piace lo stile della provocazione intendo dire (copio e incollo dal dizionario online del Corriere della Sera): “stimolo intellettuale, invito a riflettere: un discorso che contiene intelligenti p.”, non certo l’altra accezione “Atto, comportamento, parola o discorso offensivo o di sfida, che mira a irritare e a provocare una reazione violenta degli altri”. Dunque non é mica detto che uno debba per forza capire subito il senso di una provocazione, capita. Eppure basta chiedere e chiarire. Fermo l’intento di aprire il dialogo sui fatti riportati dall’articolo (nel caso l’atteggiamento degli scienziati USA) io il senso mi pare di averlo chiarito con semplicità e chiarezza, suscitando semplicemente il tuo O_O (che ancora come Daphnos, che ringrazio, attendo di capire a cosa si riferisca). Il punto é che tu dall’inizio sei sceso in agone semplicemente puntando sul mio incauto riferimento all’etica cattolica e etica protestante, rifiutando a prescindere il dialogo di fronte a qualsivoglia spiegazione, rifiutando di discutere nel merito (se davvero questo era il tuo intento) e riversando consguentemente sul tema in questione (terremoto) solo un pregiudizio ideologico non scalfibile (e dal mio punto di vista inaccettabile). Questo ricalca effettivamente quel che capita spesso anche su UCCR: strani litigi di matrice ideologica e rifiuto pregiudiziale verso qualsiasi tentativo di chiarezza. Che devo dirti, la cosa non manca di spiacermi parecchio e la trovo onestamente inutile oltre che stupida. Mi pare che basterebbe discutere apertamente su di un tema alla volta chiarendo argomenti ed obiettivi. Lo stile della provocazione é rischioso, questo é vero, eppure se uno partisse dal pregiudizio opposto, quello di credere sempre nella buona fede degli stimoli dell’interlocutore …
Non abbocchi più, questo é l’aspetto triste. Non accetti stimoli e di conseguenza a tua volta non semini.
Il blog di Pennetta, CS, non e’ una trasmissione televisiva che ha bisogno di “provocazioni” (che provocazioni non sono, sono solo scuse per dare contro alle idee proposte dalla Chiesa Cattolica dichiarandosi dentro di essa) per alzare l’audience, o una cantante come Lady Gaga che ha bisogno di mostrare il cu*o o sputare sulla Croce per poter vendere i dischi agli allocchi.
Si “stimola” la discussione parlando SERIAMENTE delle cose che succedono nel mondo scientifico, e non facendo gli “sboroni” come Voyager o Kazzenger… Certi argomenti, come questo, sono tanto incredibili che vanno al di la’ di ogni immaginazione…
Preferisco seminare dove si ha qualche possibilita’ di attecchimento, e non invocare la gramigna o il diserbante o calamita’ naturali come grandine e vento forte per poter dire che queste cose hanno dato la possibilita’ di costruire piante piu’ forti o bearsi di essersi imbattuti in essi.
Giusto Piero. Perciò siccome personalmente ritengo di aver sempre discusso seriamente, in modo esplicito ed aperto, devi solo decidere con te stesso. Se vuoi che discutiamo di protestantesimo e di etica devi solo esplicitare il tuo dissenso nei miei confronti prendendo per buone le mie parole. Su questo punto specifico, poiché ti richiami a quanto successo in passato attraverso i miei messaggi su UCCR e poiché come un pò tutti in quel contesto A) sembri in vibrante attesa di una mia confessione protestante o in alternativa di maggior chiarezza da parte mia, B) siccome il giudizio generale nei miei confronti sembra considerare la scarsa ortodossia cattolica delle mie tesi … con queste premesse ne approfitto per essere ancor più diretto ed esplicito. Sono nato nel 1959, sono cresciuto, sono stato educato, vivo, nella Chiesa uscita dal Concilio Vaticano II. Questo mi rende familiare con la Parola di Dio, con il Catechismo della Chiesa Cattolica, con i documenti del concilio, con le varie encicliche papali, con la pastorale degli ultimi quattro papi ed in particolare per formazione mia specifica con il movimento ecumenico da loro promosso. Conosco ed apprezzo la tradizione precedente alla luce di quel che vivo e sperimento (non il contrario). Capisco benissimo e ovviamente sono a conoscenza del fatto che non tutti i cattolci abbiano le stesse sensibilità ma mi rende molto triste constatare come qualcuno – appoggiandosi magari sulla riconciliazione con i lefevriani (felice eppure ancora incompleta, un cammino da compiere secondo il papa) o sulle tesi di Monsignor Gherardini sulla tradizione (così diverse da quelle del Santo Padre) – qualcuno dicevo ignorando 50 anni ininterrotti di pastorale cattolica ritenga di potersi definire più puro e cattolico di altri. Se queste mie considerazioni si adattino o meno al caso del nostro dialogo onestamente non ne ho idea, ma questa é la sensazione che mi sto formando e tanto vale esplicitarla. Lamento semmai come queste considerazioni restino mie e mai discusse da nessuno, in assenza di chiarezza da parte degli interlocutori, in presenza di pregiudiziale stizzosa ostilità. Ho l’impressione che gli interlocutori spesso diano queste tesi eterodosse (per quanto pienamente cattoliche) come per scontate. Costringendomi a immaginarle da solo ed esponendomi ad inevitabili gaffe (che appunto attraverso queste righe spero di evitare almeno n questa occasione).
Se invece vuoi parlare di scienza, comunicazione scientifica, terremoti prova semplicemente a prendere sul serio le mie tesi su quello che la commissione avrebbe potuto fare e non ha fatto. Ho appena trovato su UCCR la requisitoria del processo (511 pg). Ad una scorsa veloce si nota una lunghissima tabella di dati sulle scosse precedenti l’evento del 6 Aprile e questo sembra effettivamebnte inquadrarle in un contesto di scosse premonitrici. Perciò non é vero quello che scrivevi sul fatto che non c’era nulla da sapere, dire, spiegare in possesso della CGR e mi sembvra corretto discutere di quel che si sarebbe potuto o dovuto fare. Poi é vero che la requisitoria sembra puntare troppo (a gusto mio) sulla previsione deterministica e questo, sempre in attesa della sentenza, darebbe ragione a te sulla sostanza del processo.
Abboccare, da parte mia io sono sempre pronto. La bocca aperta ed affamata ad aspettare la tua esca (o provocazione che dir si voglia). Ciao e buone cose
ERRATA
… gli interlocutori considerino scontate le LORO tesi eterodosse (quelle di Gherardini per intendersi). A quel profluvio di mie affermazioni dogmatiche mancava alla fine l’unica cosa che conta, nel definirsi cristiani: la carità
Si può sostenere credo (forse é questo il pensiero di Piero) che parlare apertamente avrebbe generato il caos e sostanzialmente danni maggiori. Io però credo che questo significhi trattare le persone come “popolo bue”
No, e’ esattamente il contrario, e’ trattare le persone come il “popolo bue” raccomandando, come prescrivono sempre piu’ le istruzioni di qualsiasi cosa in USA, che il phon non va usato mentre si dorme, che una bibita calda debba aver scritto di sopra “ATTENZIONE! CALDA!”, specificare che le manopole della Vespa non debbano essere morsicate, che il costume di Superman di tuo figlio non abiliti al volo…
sincerità … anche di fronte a verità scomode o potenzialmente pericolose, come in questo caso
Si legge oggi di un’intercettazione a Enzo Boschi dove lui direbbe testualmente a bertolaso “la verità non si dice” e si perannuncia una riunione a verità pre-confezionata prima. Spero che questo contribuisca a chiarire il senso del discorso che andavo facendo. Si tratta di un atteggiamento irresponsabile e sono sicuro che né gli scienziati americani né altri che incautamente si scagliano contro la sentenza troverebbero concepibile una cosa del genere. Poi uno queste differenze, nel senso culturale più ampio, le attribuisca a quel che vuole ma questo é il dato e questa é la colpa giudicata in tribunale. Semplicemente, il fatto della prevedibilità dei terremoti secondo me non c’entra e credo non sia mai stata in discussione a livello giudiziario se non nelle nostre piccole polemiche interne. Ribadisco a Piero che mi dispiace per la nostra incomprensione. Se ha la bontà di rileggermi vedrà che io non ho mai affermato di pensare ad una cattolicità per sua natura “deficiente” sul piano etico, ho solo cercato di stimolare la discussione sulle differenze che sul piano dei comportamenti civili e sul piano della comunicazione ci allontanano da altre realtà che ci stanno giudicando dall’esterno. Lui dice che la differenza la fa l’iperstatalismo intendendo credo che in quel contesto lo stato diverrebbe la mamma cui delegare la coscienza. Sarà, ma (sia detto senza polemica) a me pare che tra le democrazie occidentali i più statalisti siano gli scandinavi che sono protestanti, lo stato regola la loro vita nei dettagli dalla culla alla tomba e vivono con un senso di responsabilità individuale almeno … oppressivo (hai presente l’atmosfera di certi film di Bergman ?). Ciao Piero, buone cose.
http://www.tempi.it/abbiamo-unemergenza-che-si-chiama-democrazia-pensateci#.UIzv22e1muJ
Se capisco bene vuoi dire: i giudici sono l’emergenza democratica, vanno combattuti a prescindere. Non si capisce bene la rilevanza rispetto all’articolo che stiamo commentando. Il mio giudizio personale, che é solo un qualsiasi giudizio politico rispetto ad un articolo politico – legittimo come qualsiasi altro – é molto diverso e non vale la pena di essere qui discusso.
Se però intendi dire che l’operato dei giudici sul processo dell’Aquila é sbagliato perché i giudici in sé sono una categoria da combattere … se vuoi sostituire ogni giudizio di merito con un giudizio di opportunità politica … bé questo annulla qualsiasi possibile discussione sulla verità o giustizia di un fatto o di una sentenza. Annulla in sé tout court qualsiasi possibilità di verità e giustizia e visto che l’argomento ti sta così a cuore lasciami dire che non mi pare un atteggiamento granché cristiano. Anche se evidentemente é un giudizio buttato lì che andrebbe argomentato su ben altri supporti.
Frequento gruppi di discussione (in generale) da quando molti dei commentatori qui ciucciavano ancora il latte della mamma.
Questo non per atteggiarmi a Grande vecchio saggio che tutto sa, ma per dire semplicemente che con il tempo ho imparato a conoscere le persone da quello che scrivono.
Adesso ormai, diciamo che dopo 7 post riesco a capire al 95% (un po’ di meno di una carica di un condensatore!) quello che dira’ la volta successiva il mio interlocutore (ovviamente al netto di “imprevisti” quali non aver letto la mia risposta, non aver avuto il tempo di rispondere prima di chiudere i commenti, ecc ecc).
Ovviamente ci sono occasioni in cui sbaglio e naturalmente chiedo scusa subito, mentre stranamente quando succede il contrario, quando si sbagliano su di me non si scusano affatto. Boh?
Qui ho commesso il peccato di non “predire” a Pennetta quello che mi sarei aspettato di sentire, ma lo chiamo comunque a testimoniare sulle mie capacita’ di “preveggenza” riguardo l’arrivo di personaggi (e la relativa provenienza) che noi ben sappiamo! 😉
Ci avrei scommesso la testa sul Concilio Vaticano II (ignorando che ce ne sono stati piu’ di 20 tutti ancora in piedi nonostante i tentativi di demolizione), sui lefvebriani (di cui non me ne importa nulla) e naturalmente sulla “carita’” (anche a costo di rinunciare a Cristo ovviamente), da rifiutare pero’ solo a quelli che ci stanno sulle balle (come il compianto card. Martini insegna).
Quanto all’articolo io non combatto proprio niente e nessuno, ho solo segnalato l’articolo di Amicone, e le derive che si stanno raggiungendo.
Quanto allo scambiare la requisitoria di un PM per la sentenza di un giudice la dice lunga sul giacobinismo imperante ormai da piu’ di vent’anni in Italia. Non a caso si vuole una sorta di riedizione della Rivoluzione Francese.
Per gli stessi scopi.
E per le “scosse premonitrici” abbiamo imparato da un illustre geologo che non appena sentiamo una scossetta al di sotto della magnitudo 3.0 dobbiamo evacuare intere citta’, perche’ PRIMA O POI una scossa bella grossa arrivera’.
Bisognerebbe dirlo a quelli di Los Angeles, di Kyoto, ecc ecc…
In questi giorni dovremmo evacuare l’intera calabria e basilicata. Resta da capire dove.
Ovviamente Piero esistono altri 20 concili, ma se con questo vuoi dire che solo proprio e l’ultimo “non vale”, trascurando la teologia e la pastorale del nostro (?) papa sulla continuità, se stai peciò affermando di essere sostanzialmente “sedevacantista” per me va benissimo ma perlomeno evita di fare il solone su quella fede cattolica romana della quale evidentemente condividi solo la parte che fa comodo a te. Non serve mica fare il veggente, basta chiedere. Ho l’impressione che qui invece si viva in una sorta di comunità separata dando per scontate cose che sono scontate solo al votro interno.
Strana poi questa cosa della requisitoria, perché l’ho tirata fuori esattamente per sottolineare quanta consonanza ci fosse con le TUE tesi forse più che con le mie. Avendo chiarito per primo da subito che occorre aspettare la sentenza ma al contempo tentando anche conn il riferimento alla requisitoria di valutare bene quel che si sa del processo, anche le cose dissonanti rispetto alle mie parole.
Posto che per me il dialogo su questo argomento é sostanzialmente concluso, (almeno sino alla sentenza) sei sicuro che le tue posizioni nei miei riguardi siano equilibrate, di non usare semplicemente uno stonato pregiudizio ideologico ?
Scrive Piero: … la “carita’” (anche a costo di rinunciare a Cristo ovviamente) …
Non resisto alla tentazione di sottolineare questa antinomia straordinaria, dacché come il mio papa mi insegna DEUS CARITAS EST.
avresti dovuto/dovresti farlo notare al compianto card. Martini e al suo successore Tettamanzi…
P.S.: il Dio CRISTIANO e’ CARITA’ (che poi in latino dovrebbe essere AMORE, ma vabbe’),non altri…
Ovviamente Piero. Immagino bene che Benedetto XVI parlasse del Dio cristiano. Dopodiché Benedetto XVI in qualità di partecipante al concilio ha contribuito a fondare quello che oggi é l’atteggiamento della Chiesa verso le altre confessioni cristiane e le altre religioni. In particolare riguardo il valore che la Chiesa riconosce al loro apprezzamento (eventualmente parziale e particolare) della Carità quale espressione concreta e tangibile di una fonte d’Amore trascendente. Perciò non vedo il problema e non vedo dove tu voglia arrivare con Martini e Tettamanzi (o con Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, il Catechismo della Chiesa Cattolica … noialtri fedeli e tutto il resto).
Aggiungi per di più che Benedetto XVI (incontro di Assisi) attribuisce egual valore anche ai non credenti, sempre in linea con la magistrale pastorale inaugurata dal Concilio (GS 1):
Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo e nulla vi é di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.
Io non so bene dove ci stiano portando questi discorsi rispetto al tema in oggetto. Penso comunque che possano servire a riflettere sull’esigenza di difendere un’idea di verità e giustizia assolute (trascendente per noi credenti) attribuendo valore ai tentativi di chiunque, persino a quelli di un giudice, senza bisogno di squalificarlo preventivamente come fazioso a prescindere.
Dato che la scienza non puo’ escludere che il 21 (o 22 o 23) dicembre 2012 non avverra’ la fine del mondo, sara’ il caso di cominciare ad organizzare i soccorsi fin da subito per non essere accusati di “nascondere le prove”. 😀
Effettivamente, se si verificasse che un’intera comunità di persone per questo fatto telefona preoccupata alla protezione civile penso che qualcosa andrebbe fatto. Ad esempio con una bella squadra di psicologi.