Il manoscritto di George Orwell con la frase “Who controls the past, controls the future: who controls the present controls the future”
Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato.
Questa intuizione che George Orwell mise nel suo romanzo 1984 viene immediatamente in mente leggendo il libro di Francesco Agnoli “Scienziati dunque credenti”, ed. Cantagalli, che viene adesso pubblicato in una versione ampliata.
La vulgata positivista ha sempre presentato la storia della scienza e del pensiero scientifico, come un percorso che dall’illuminismo in poi ha liberato l’umanità oscurantismo delle epoche precedenti, proiettando l’umanità verso sorti magnifiche e progressive.
Ma basta cercare un po’, senza fermarsi ai luoghi comuni, per scoprire il vero svolgimento degli eventi, si tratta di fatti storicamente documentati che permettono di scoprire che la verità è un’altra, che è stato il cristianesimo liberare l’umanità dall’oscurantismo ereditato del paganesimo che con il suo animismo vedeva degli spiriti dietro i fenomeni naturali.
E’ stato infatti solo sulle basi del pensiero cristiano che è potuta nascere la scienza moderna, e chi oggi nega questo nega la realtà storica degli eventi compiendo di fatto una vera e propria opera di disinformazione, un’opera che fu iniziata dal saggista William Draper, che nel 1874 scrisse History of the Conflict between Religion and Science, tradotto in tutto il mondo e nel quale fu letteralmente inventato il conflitto storico tra religione (cristianesimo) e scienza.
Ma per fortuna in tempi recenti qualcuno ha prodotto un lavoro di altissimo livello che smentisce le falsità inventate da Draper e ristabilisce i giusti meriti nella nascita e affermazione di una mentalità scientifica, il riferimento è a Stanley L. Jaki, spesso citato da Agnoli, uno dei massimi esponenti della Filosofia della scienza, scomparso pochi anni or sono, nel 2009.
Stanley L. Jaki
Sulla figura di Jaki si segnala un articolo di Alessandro Giostra, un interessantissimo autore che svolge le sue ricerche nel campo della storia del pensiero filosofico, che collabora come recensore per il portale della Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede e per alcune riviste del mondo accademico americano.
L’articolo a cui ci si riferisce è stato pubblicato su emmeciquadro e ripreso sul ilsussudiario.net (vedi “STANLEY L. JAKI (1924-2009)“), tra i passaggi più significativi troviamo:
Le interpretazioni ateiste del darwinismo, l’impostazione materialistico-dialettica dei cosmologi della ex scuola sovietica, così come le velleità di molti scienziati che partono dalle loro conoscenze per oltrepassare gli ambiti legittimi della scienza, sono alcune delle istanze di un pessimo uso del discorso scientifico in chiave anti-religiosa e, soprattutto, anti-cristiana.
Tutto ciò avviene in un’epoca nella quale il recupero della dimensione etica della scienza e delle sue applicazioni tecnologiche rappresenta una scelta non più rinviabile.
Il riconoscimento dei rispettivi ambiti di scienza e fede, tuttavia, non ha impedito a Jaki di evidenziare la chiara influenza della teologia cristiana sulla nascita delle scienze esatte.
La realtà è quindi profondamente diversa da quel conflitto tra scienza e fede inventato da Draper e che ancora trova credito nella formazione culturale di molti.
La verità però ha una propria forza di auto affermazione, e le vicende narrate nel libro di Agnoli si impongono immediatamente per la loro autenticità, una verità che si potrà diffondere in virtù della sua auto evidenza.
Basta solo renderla disponibile.
53 commenti
[semi-OT]: ogni tanto una buona notizia:
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/allarme-hollywood-cinema-oscar-non-conta-pi-niente-851196.html
il riferimento e’ alla manipolazione della storia passata ad opera dei film hollywoodiani, si pensi a “Le Crociate” di Ridley Scott, Il Codice Da Vinci, Ipazia, ecc ecc…
Per non parlare del proselitismo del nuovo credo panteista hollywoodiano, in film come Avatar.
O della messa in burla della scienza (quella seria) ad opera di film come “Capricorn One”…
due precisazioni:
il film su Ipazia si chiama “Agora” e non “Ipazia” come avevo detto
e il termine hollywoodiano e’ da intendersi per estensione a tutto il cinema mainstream
Direi più che altro che la scienza é figlia della ragione e la ragione ha molti padri (cristianesimo compreso ovviamente). Credo che in questo genere di giudizi ci voglia un pò di equilibrio. Credo che la ragione specifica che fa propendere la storiografia per una filiazione privilegiata dall’illuminismo é che l’illuminismo ha posto fine al principio di autorità, aprendo la strada ad una libera circolazione e dibattito delle idee sino a quell’epoca inimmaginabili. Questo quando ancora la Chiesa (come altri potentati dell’epoca) condannava al rogo per reati d’opinione.
Luca, quello che dici è vero in generale, ma se leggerai le motivazioni addotte da Laki e di conseguenza da Agnoli, vedrai che invece la scienza moderna è veramente figlia del pensiero cristiano in senso stretto.
L’illuminismo ha invece danneggiato immensamente la vera scienza (che ricordiamo ancora una volta nasceva e fioriva nella cattolica Italia) aprendo le porte allo scientismo, e lascerei stare le leggende nere del rogo per reati d’opinione che è una falsità.
Speravo di non leggere da queste parti ancora questi luoghi comuni.
Le vere vittime, e a milioni, per reati d’opinione sono tutte delle ghigliottine degli illuministi, dei lager comunisti e di quelli nazisti.
Caro Enzo, mi pare scontato osservare che la Chiesa abbia costituito sino al ‘700 di gran lunga la maggior “agenzia culturale” del mondo. Che perciò l’illuminismo non nasce come una “mutazione casuale” ma si alimenti ad esempio dell’empirismo di Ruggero Bacone o di quel che già la scolastica andava producendo contro il principio di autorità s.s. (ad esempio con il giusnaturalismo). Per stare ai luoghi comuni possiamo discutere quanto vuoi sul processo a Galileo, ma non possiamo negare che con Galileo é stata sepolta per secoli l’interprpetazione delle scritture che oggi diamo assolutamente per scontata, che allora era propugnata dal cardinal Baronio, ma cha all’epoca non valse a salvare Galileo dal processo (“l’intenzione dello Spirito Santo essere di insegnarci come si vadia al cielo, e non come vadia il Cielo”). Per quanto false potessero essere cos’erano le eresie se non reati d’opinione ? Quante delle istanze degli eretici magari in forma rinnovata sono vive e feconde nella teologia di oggi ? E’ un pò quel che Benedetto XVI ha riconosciuto a Lutero Ad esempio direi sulla traduzione della Bibbia e sulla rilevanza che deve avere nella vita dei fedeli, e qui ci riagganciamo a Galileo.
A me pare che il danno maggiore alla scienza (ma anche alla fede !) sia stato fatto più che da una filosofia particolare dalla contrapposizione forzosa tra fede e ragione. Con corresponsabilità bipartisan ma avendo mantenuto il versante “fede” troppo a lungo acceso il faro del principio di autorità. Questo fatto ha malauguratamente dato occasione alle alzate di scudi scientiste. A tre secoli di distanza (!) ci sono voluti gli ultimi due papi per rifondare il discorso (“Fides et Ratio”, per non parlare delle richieste di perdono del 2000). Già questi aspetti la dicono lunga sul fatto che non si possano dividere torti e ragioni in modo così manicheo. Perciò continuo a pensare che la scienza non abbia un solo genitore e che l’illuminismo tra gli altri abbia giocato un ruolo essenziale.
PS
Cardinal Baronio. Vedi Piero che i Martini e i Tettamanzi per fortuna nostra sono sempre esistiti nella tradizione della Chiesa ?
Luca non può rinunciare alle banalità e parlare a ruota libera come si fa al bar, anche quando si tratta di materia seria.
Dice: “Direi più che altro che la scienza è figlia della ragione e la ragione ha molti padri (cristianesimo compreso ovviamente)”. Se la scienza moderna fosse figlia esclusivamente della ragione, perché è nata solo in Europa, a partire dal Medio Evo e non, che so, in Cina durante la dinastia Ming o in Grecia ai tempi di Pericle? Non usavano la ragione cinesi e greci?
Dice: “Credo che la ragione specifica che fa propendere la storiografia per una filiazione privilegiata dall’illuminismo…”. Questa è nuova: tutti – anche gli anticlericali – fanno al più tardi risalire la maturazione esplicita (fin nei suoi principi) della scienza moderna a Galilei e Newton, due figure cristiane che con l’illuminismo non hanno nulla a che fare.
Conclude: “… è che l’illuminismo ha posto fine al principio di autorità, aprendo la strada ad una libera circolazione e dibattito delle idee sino a quell’epoca inimmaginabili. Questo quando ancora la Chiesa (come altri potentati dell’epoca) condannava al rogo per reati d’opinione”. La libera circolazione delle idee e del dibattito è cresciuta progressivamente con l’espandersi delle abbazie benedettine prima (Alto Medio Evo) e delle università poi (tutte create dalla Chiesa a partire dalla prima di Parigi nel XIII secolo, lo Studium catholicum) ed è proseguita ininterrottamente fino ad oggi, in parallelo con il progresso economico e delle comunicazioni. Conosciamo bene tutti, poi, lo sbocco politico dell’illuminismo, quel Terrore che ha portato sulla ghigliottina Lavoisier e migliaia di dissidenti, sulla base dichiarata del reato d’opinione alla dea Ragione, ma reale prosaica della paranoia del gruppo giacobino al potere in quel momento. Ti risulta, Luca, che dopo l’illuminismo, siano finiti il richiamo al principio d’autorità e il rogo per i reati d’opinione, o non piuttosto che il secolo scorso, il “secolo breve”, ne sia stato la massima violenta espressione con gli ateismi di stato nazisti e comunisti?
Ci troviamo in una democrazia(in occidente)anche se non perfetta.Speriamo che duri a lungo.
Pensare ai milioni e milioni di esseri massacrati(nel secolo scorso)mi viene da piangere.Forse vorrà dire che il nazismo i varii comunismi e altre dittature(tutte)si ritenevono Cristiane?Cattoliche?Si legga anche lei Signor Luca una bella serie di libri di storia.
Luca vuole riproporre il giochetto che ha gia’ fatto su UCCR. Io stavolta passo…
Perché mi attribuisci cose così distanti e diverse da quelle da me scritte ? Dove le leggi queste assurdità ? Non sarà che semplicemente ci siamo capiti male ? Fammi capire per favore dove o cosa ho sbagliato invece che aggredirmi in modo così “astruso”. Io non ho mai difeso nessun autoritarismo, ho parlato solo di scienza e filosofia della scienza.
Se ti rivolgi a me:va bene,ok.
Ti ho frainteso,sò anche chiedere scusa:scusa Luca.
Ovviamente Giorgio. Il principio d’autorità era per molti già in crisi da molto prima anche di Galileo (Abelardo ?). Tuttavia é sopravvissuto giusto giusto sino all’illuminismo. Come mai ? Ovvio anche che il principio d’autorità sia quello di qualsiasi assolutismo, dunque in primis quelli del secolo breve. Tuttavia oggi lavoriamo in continuità storica sul lascito ereditario della scienza e della filosofia illuminista, non su quella nazista o sovietica. La scienza e la tecnica devono molto tanto alla cina che alla grecia classica. Tanto é vero che sono loro ad aver fondato quelle che poi sono state per millenni le autorità (penso soprattutto ad Aristotele). Il problema sorge quando l’autorità viene “congelata” divenendo ostacolo al progresso. In questo senso la scossa rivoluzionaria dell’illuminismo (con tutti i disastri e dolori sanguinosi che ogni rivoluzione si porta dietro) era semplicemente necessaria e dispiace vederla così sottovalutata. Essenzialmente (a naso) giusto in nome di un pregiudizio ideologico.
Un poco mi diverto a ribadire banalità, perché a me sembra questo vostro atteggiamento maniche ed ideologico a giustificarle.
Inutile ribadire l’intreccio tra Galileo ed il principio d’autorità (compreso evidentemente il fatto che al processo avesse formalmente torto). Su Newton forse vale la pena ricordare come al di fuori dell’Inghilterra le sue idee abbiano tardato ad attecchire. Almeno sino alla diffusione promossa dall’illuminista Voltaire (il quale evidentemente nutriva meno pregiudizi di te per uno scienziato di fede diversa dalla sua).
Sui “padri” della scienza giustamente tu ricordi Galileo e Newton, ma se leggi in trasparenza il mio messaggio potrai ben comprendere che stavo semplicemente facendo il verso all’articolo, là dove scrive “La vulgata positivista ha sempre presentato la storia della scienza e del pensiero scientifico, come un percorso che dall’illuminismo in poi …”.
Potrà dispiacervi ma la nostra società e la nostra cultura sono debitrici non tanto a Pericle quanto alla rivoluzione francese. Famigerata, terribile, terroristica, sanguinaria, atea ma sul piano storico questo resta. Poteva andare diversamente, in modo più lineare e pacifico ? Forse, ma la storia non si fa con i forse. Sul piano delle idee poi, quelle erano e quelle sono. Del tutto indipendentemente dall’eventuale incoerenza o barbarie degli autori.
Vorrei chiederti, Luca, di dirmi un ideale, un’idea (progresso? uguaglianza? libertà? fraternità? che cos’altro?), che la rivoluzione francese non abbia mutuato dal messaggio di Gesù, il quale però non è stato “famigerato, terribile, terroristico, sanguinario, ateo, ecc.”.
Mi dispiace che un cristiano come te non capisca che una sola è stata la vera rivoluzione, quella del cristianesimo, mentre tutte le altre sono false ed anti-umane.
Nessuna Giorgio. Se vogliamo parlare di ideologie (provoco) lo stesso si potrebbe dire persino del comunismo: “a tutti secondo i loro bisogni da ciascuno secondo le proprie capacità”. Niente equivoci per favore: non sono comunista.
Per me vuol dire semplicemente che l’illuminismo o la rivoluzione francese (epurati dell’ideologismo ateo e laicista) non sono in sé anticristiane. Detto questo, storicamente chi ha imposto la democrazia in occidente ? Un cumulo di concause, senza dubbio ma l’ultima di questa catena di cause é storicamente legata ad una rivoluzione. La differenza la fa la storia, che ha condannato il processo storico scaturito dalla rivoluzione d’Ottobre e reso vincente quello scaturito alla Bastiglia. 1800 anni di cristianesimo evidentemente non erano bastati a produrre i risultati desiderati al punto da causare (purtroppo) il macello. E moltissimi ancora (di risultati) ne mancano, perché siamo ben distanti dall’ideale evangelico.
Perché dovrebbe farmi problema riconoscere questi fatti ? Non pensi sia bellissimo e grandioso riconoscere come il nostro ideale etico sia così profondamente radicato nel cuore dell’uomo, talora (almeno in parte) persino in quello dei nostri nemici ?
Scusa Luca ma la pensiamo in modo molto diverso.
Il cristianesimo nella sua storia aveva già prodotto uno sviluppo in tutti i campi, scienza, ospedali, arte e tecnologia, quello che ancora era da migliorare non l’ha certo portato la Rivoluzione francese che anzi ha distrutto e non costruito.
Orrori come il Terrore e la Vandea non si erano mai visti in stati cristiani, le guerre certamente sì, ma da credente non vorrai mica pensare che l’uomo all’improvviso sarebbe diventato perfetto?
Questo sì che fu il problema di Lutero, non accettare l’imperfezione dell’uomo.
Insisto, all’Illuminismo non dobbiamo proprio niente, se non l’intolleranza ipocritamente camuffata da tolleranza, Voltaire docet.
Liberiamoci dalla falsa ragione illuminista, che scimmiotta la vera ragione idolatrando la “dea ragione”, dalla falsa morale che sostituisce l’amore con la tolleranza, e dalla falsa buona politica che propone il progresso delle rivoluzioni sanguinarie, e meglio sarà.
Che confusione, Luca! La rivoluzione francese non e’ mai stata una “democrazia”, ma sempre e solo una dittatura. La democrazia liberale, come s’ e’ infine imposta in tutto l’Occidente, era nata 500 anni prima nei comuni italiani (cristiani), e poi nella magna charta inglese e nelle citta’ anseatiche, poi nelle citta’ elvetiche, ecc., pure cristiane.
Ma chi ti ha insegnato una storia cosi’ stravolta?
Sono assolutamente daccordo con Giorgio ed Enzo sul fatto che la rivoluzione francese non é mai stata una democrazia nel senso che oggi diamo alla parola. Sono anche assolutamente daccordo sul ruolo decisivo delle esperienze storiche ricordate (magna charta, leghe, comuni) nello sviluppo della moderna concezione di stato e nella comparsa in quel contesto di assemblee popolari e forme di autogoverno. Credo però Giorgio ed Enzo che occorra innanzitutto intendersi sui termini. Quando penso ai concetti ricordati da Giorgio (progresso, uguaglianza, libertà, fraternità) e li incrocio con il concetto di democrazia qui ricordato, penso occorra riconoscere come la democrazia come oggi la intendiamo non possa essere disgiunta dalla percezione diffusa della persona come fonte di diritto, provvista di autonomia decisionale e politica nei confronti dell’autorità pubblica. Condizioni senza le quali il concetto di democrazia resta puramente formale e vuoto di significati e le recenti tragiche esperienze di “democrazia esportata” stanno lì a garantircelo. Il limite delle esperienze medioevali sopra ricordato mi pare in questo senso chiaro: nelle leghe (comunali, elvetica, anseatica) la persona più che soggetto sede di diritto era una funzione lavorativa, era membro di una corporazione ed era la corporazione ad essere soggetto politico. Credo insomma che si possa continuare a dire senza paura di sbagliare che sino alla fine del ‘700 la cultura e la forma dello stato siano rimaste in sé rigidamente autoritarie e che domandarsi come sia nata la democrazia coincida con il domandarsi come si sia formata la coscienza civile dell’individuo. Io credo si possa dire che una svolta epocale sia stata imposta dal codice napoleonico, fondato su principi illuministi ed oggi alla base dei codici di diritto civile occidentali. Forse ancora più basilare e fondante é stata l’esperienza di un esercito enormemente popolare entro il quale, per dirla con Napoleone “ogni soldato portava nel suo zaino il bastone di Maresciallo”. La fragilità degli equilibri usciti dalla Restaurazione, la velocità con cui da quelli si é passati ai moderni stati – nazione é lì a testimoniare la profondità dei processi innescati da quegli eventi. Il fatto infine che questi processi siano passati per le mani di uno dei criminali più grandi e sanguinari costituisce una di quelle ironie della storia che mettono in luce il pericolo e l’inutilità di ridurre realtà tanto complesse in senso ideologico e manicheo come a me pare di leggere qui. Questo é scritto perché la discussione ha preso inevitabilmente binari “politici” ma credo che le considerazioni sul pensiero scientifico procedano, in qualche modo su strade a queste parallele, dal principio di autorità all’autonomia della ragione.
“Tutti gli uomini sono eguali per natura. […] La natura ha fatto tutti gli uomini eguali in libertà… Gli uomini agiscono, mentre le altre cose sono agite. Il fondamento della dignità umana è dato dal fatto che l’uomo grazie alla ragione e alla volontà è aperto a tutto l’essere. Perciò l’uomo è libero e signore dei suoi atti” (Tommaso, “Summa Theologiae”).
Distaccandosi dal pensiero classico pagano di un Aristotele, ma anche dal filosofo musulmano Avicenna, che giustificavano la schiavitù, Tommaso anticipa ancora una volta Kant affermando, con una sua frase originale, che “l’uomo è fine in sé”. Nel cristianesimo fu la teologia razionale, ovvero la fede nella ragione e nell’uguaglianza degli uomini, ad infondere i concetti di fratellanza e libertà, estirpando prima dell’anno Mille la schiavitù di derivazione romana da tutto il continente.
Uguaglianza, libertà, democrazia non sono concetti nati con Locke né con la rivoluzione francese, ma assiomi medievali della Scolastica, la quale costituiva all’epoca l’autorità sul popolo. I regimi democratici certamente richiesero tempo e lotte per imporsi in Europa, ma comunque s’imposero alla fine soltanto in Europa come esito di princìpi teorizzati da almeno mezzo millennio prima.
Ovvio Giorgio, siamo assolutamente daccordo e su questo piano bastava ed avanzava il riferimento da te già fatto alle radici evangeliche di questi principi. Questo non cambia la storia, purtroppo. Non cambia il fatto che queste cose le troviamo ovvie 2000 anni dopo Cristo o 800 anni dopo S Tommaso. Purtroppo sino a 200 anni fa o anche meno il potere definiva sé stesso “per volontà di Dio” con tanto di benedizione ecclesiastica, la Chiesa ritenva di aver autorità sulle dispute di ragione, filosofiche o scientifiche e la società (anche quella scientifica) campava di conseguenza in contraddizione con le suddette regole. Io sto con la Chiesa che nel 2000 ha ritenuto di dover chiedere perdono mentre a me pare che qui ci si sforzi di sostenere una continuità lineare (quasi positivista !) che esclude ogni processo o dinamica umana quando di fonte extra-cattolica. In modo secondo me antistorico e persino poco … cattolico.
Molte delle superstizioni,psudoscienze,razzismo scientifico,riduzionismi all’estremo,politiche socio-economiche quasi criminose ed anti uomo sono proprio figlie della cultura e filosofia illuminista e positivista del 700 ed 800.
Al di la che qui non si fa troppo riferimento al clero in questo articolo ma semplicemente all’impostazione cristiana in generale,che “paradossalmente”(in realtà non troppo paradossalmente) potrebbe benissimo adottare anche un ateo o agnostico o ignostico che sia..
Poi un po’ sicuramente vale il principio de “veritas filia temporis”per cui ogni situazione va contestualizzata oopportunamente,certo è che quelle impostazioni illuministico-positiviste si sono fatte sentire fino a tempi recenti e si fanno sentire tutt’oggi con risultati che definire in qualche modo positivi diventa abbastanza difficile..
Da un movimento la new age non sarebbe divenuta la cultura senza l’opportuno background…essa permea un po’ tutto e tocca alla scienza essendo divenuta cultura.
La scienza volta al servizio del capitalismo e dei poteri forti,il modo di relazionarsi all’interno della società ,della famiglia che hanno assunto le persone…non ci si trova in una società così illuminata e non credo proprio che colpa di questo possa averla qualsiasi presunto oscurantismo fideistico-religioso,ne men che meno precetti cristiani..
“gli ellenistici erano interessati a spiegare il mondo naturale solo attraverso principi generali astratti”.
(Cohen, La rivoluzione nella scienza, Longanesi 1988)
E difatti la Grecia che alcuni vedono culla della scienza in verità non lo è,della filosofia magari,ma si è ben lontani da trovcare i natali della scienza..
benchè probabilmente F.Santoni avanzerà una sua apologia a Aristotele ed alla Accademia,con tutto quanto di positivo ed attuale possano avere si è comunque lontani da poter trovare il sorgere del pensiero scientifico in ciò(basti pensare che applicando il metodo scientifico,anche rudimentale, si sarebbe arrivati alla conclusione che l’ipotesi sulla caduta dei gravi era sbagliata).C’era ragionamento,deduzione etc..si potevan trovare intuizioni principi logici si poteva giungere alla conoscenza di diverse cose ma il tutto non avveniva con un concetto di “scienza moderna”,questo è inoppugnabile,ma neanche tanto in potenza..era comunque altro..il metodo scientifico era ben diverso.Le scienze naturali e non sono proprio frutto di una “ribellione” al razionalismo aristotelico. Una radice di ciò avviene in quel medioevo dal quale poi si diffuse la rivoluzione scientifica e periodo che poi appunto neol 700 ed 800 venne rivalutato in modo un po’ poco rispecchiante la realtà dei fatti,con chiari intenti ideologici e pro-giochi di potere politico-economici.
E così nomi che hanno contribuito alla scienza vera (che poi è stata un po’ accomodata in illuminismo e positivismo)trova nomi sconosciuti come Ugo di San Vittore,Ruggero Bacone ,Grossatesta,Buridano,Teodorico di Freiberg,Ockham,Oresme(era anche vescovo), Bradwardine,Dumbleton, Heytelsbury e molti altri tutti in epoca medioevale..certo epoca segnata anche da tante altre cose,ma è bene scindere le varie cose.Tutto questo avviene in un background cristiano permeato da un’impostazione cristiana anche di vedere la natura..
A proposito di ciò Pierre Duhem ,considerato uno se non il fondatore della storiografia della scienza,in Système du Monde, offre ampia documentazione che da modo di confutare l’idea persistente che l’oppressione di una Chiesa autoritaria abbia impedito ogni significativo progresso scientifico nel periodo conosciiuto come epoca medioevale.
Molte delle superstizioni,psudoscienze,razzismo scientifico,riduzionismi all’estremo,politiche socio-economiche quasi criminose ed anti uomo sono proprio figlie della cultura e filosofia illuminista e positivista del 700 ed 800.
Ma certamente Leonetto, anche su questo sono assolutamente daccordo. Ciò non mi impedisce purtroppo di constatare come gli stessi identici mali da te elencati, figli del tempo, si siano così spesso fatto scudo di luciferine misinterpretazioni della religione (ed anche su questo piano il riferimento più semplice e sintetico resta quello alle richieste di perdono del 2000). Dunque sta a noi modulare il giudizio. A mio parere se é vero quello che ci insegna il catechismo (… Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa …) sembra insensato dividere torti e ragioni come si legge su queste pagine. Se abbiamo a cuore la fede e la ragione mi preoccuperei prima delle consonanza che delle dissonanze lasciando le insensate “guerre di religione” agli atei. perché semplicemente, per restare al tema, come non ha senso parlare di scienza senza il contributo dei credenti non ha senso nemmeno parlarne senza il contributo degli atei.
Si..però non c’entra nulla..
Che grandi scienziati fossero cristiani,islamici,ebrei,atei buddisti non è il punto.o se fossero agnostici o ignostici..
L’articolo titola:”La scienza è figlia del cristianesimo”
Se si facesse un sondaggio o una ricerca si troverebbe che o si identificano i natali della scienza,del pensiero scientifico nell’antica greciae/o in epoca illuministico-positivista.
E’ un pensiero storicamente corretto?no.
Il fatto che oggi la mancanza di verità,una totale assenza di verità di fatto venga fatta passare come libera opinione se non come verità stessa,un relativismo contorto a volte è figli di quel pensiero illuministico-positivista,nell’impostazione precedente questo non c’era e la scienza con questo elemento perde scientificità…non esistono scontri di religione per il cristiano,casomai può crearli un islamico o un ateo della parrocchia uaar,al più per un cristiano ci sono le difese dell’uomo in primis.
C’entra con il cappello dell’articolo, che da il tono al seguito: “La vulgata positivista ha sempre presentato la storia della scienza e del pensiero scientifico, come un percorso che dall’illuminismo in poi ha liberato l’umanità oscurantismo delle epoche precedenti, proiettando l’umanità verso sorti magnifiche e progressive.” Mi sono sempolicemente permesso di dire che la scienza é figlia della ragione, quindi del cristianesimo come delle filosofie che alla ragione si appellano. Sarà anche un’osservazione scontato e marginale rispetto alla sostanza (la fondazione della ragione sulla filosofia scolastica), solo che quella ragione non é un’esclusiva del cristianesimo. Fa male lo scientismo a dimenticare le origini della ragione come fa male il cristianesimo quando mette in ombra i contributi “altri” o si dipinge come “esclusivo” Sostanziando la famigerata opposizione fede ragione, quella sì fonte di tanti mali. Niente di più o di diverso. Il contributo essenziale dell’illuminismo é stato quello di favorire il passaggio dal principio di autorità all’autonomia della ragione e questo é un pilastro imprescindibile che fonda il pensiero scientifico.
“…solo che quella ragione non é un’esclusiva del cristianesimo”
La ragione non è esclusiva del cristianesimo, certo, ma è questo ciò che dice l’articolo?
No.
L’articolo si basa sul lavoro di S. Jaki che afferma che la scienza postula i seguenti punti:
1- L’uomo può comprendere la natura perché ha lo stesso intelletto di chi l’ha creta.
2- La natura funziona con delle leggi perché chi l’ha creata è qualcuno che procede in questo modo.
E questi due punti appartengono solo alla religione cristiana ed ebrea.
“Il contributo essenziale dell’illuminismo é stato quello di favorire il passaggio dal principio di autorità all’autonomia della ragione e questo é un pilastro imprescindibile che fonda il pensiero scientifico”
Il principio di autorità era già bello che finito quando gli illuministi si presentarono, altrimenti Galilei non avrebbe potuto affermare che i cieli non sono perfetti come li volevano Pletone e Aristotele.
Le macchie solari e i crateri sulla luna sarebbero stati inaccettabili per gli aristotelici, e di fatto furono gli astrologi i nemici del telescopio di Galilei, mentre invece Cristoforo Clavio del Collegio Romano confermò tutte le scoperte.
Certo che se si leggesse il libro di Agnoli si potrebbero imparare queste cose ed evitare di ricadere nei luoghi comuni.
La ragione non è esclusiva del cristianesimo, certo, ma è questo ciò che dice l’articolo?
Credo di avere qualche dubbio:
Non conosco certo TUTTE le religioni del mondo, per lo meno restringendo a quelle con un numero di fedeli superiore ad 1 milione, ma quale altra religione presuppone che l’Uomo abbia un’intelligenza capace di comprendere la razionalita’ dell’Universo, e lo scopo di tutto, senza affermare che tutto e’ un esclusivo capriccio della divinita’?
“Il principio di autorità era già bello che finito…”
Infatti l’illuminismo si rifà esplicitamente a Galileo e Newton. Anzi, come già ricordato é stato il motore essenziale nell’affermazione delle idee di Newton, sino ad allora piuttosto controverse in continente. La novità sta nel fatto che la contestazione del principio di autorità diventa estensiva, applicata ad ogni campo (filosofico, politico, morale, estetico …) ponendo le basi dell’uomo moderno e della responsabilità personale (dunque anche per lo scienziato).
Sarà che era già finito, ma tanto per dire le discussioni attorno al creazionismo fissista dovevano ancora cominciare (a partire credo dalle leggi di Playfair, 1802) e ancora come sai bene non sono finite.
Sarà che era finito, resta l’impressione tu stia affermando con questo che illuminismo e rivoluzione francese non abbiano nessun senso né ragione storica. Io preferisco continuare a credere nell’uomo (immagine di Dio), nella ragionevolezza della sua evoluzione storica e culturale.
Approfondisco i motivi di dissenso. Se Jaki dice che l’uomo ha la stessa intelligenza del suo creatore, bé questo assomiglia proprio al delirio di onnipotenza scientista. Non é vero che sta nella religione ebraica. Basta leggere Giobbe, dove chiede a Dio ragione delle sue disgrazie o più in generale dei mali del mondo e si sente rispondere “sei tu che hai posto le fondamenta della terra ?”
Tantomeno sta nella religione cristiana. Si legge infatti in San Paolo “vediamo come attraverso uno specchio, per enigmi …”.
Che senso avrebbe altrimenti il peccato originale ?
Senza voler intervenire nella discussione, nella quale non ho ne’ il tempo, ne’ la voglia di battibeccare, la frase relativa all'”intelletto umano uguale a quello divino” non si rifersice certamente alla quantità ma alla qualità.
E’ l’essenza del pensiero galileiano: nel momento in cui un uomo realizza che la somma delle aree dei cateti è uguale a quella del quadrato costruito sull’ipotenusa, ha una comprensione assoluta del concetto. Dio non conosce il teorema di Pitagora MEGLIO degli uomini.
Non saprei Daphnos. Quando diciamo Dio onniscente diciamo credo che Dio immaginava o conteneva in sé il teorema PRIMA che esistessero tre linee materiali in grado di visualizzarlo. Perciò conosceva anche un numero di possibili relazioni tra teorema e la realtà materiale tendenzialmente infinito, che noi non siamo in grado di immaginare.
Su di un altro piano credo tu abbia ragione Daphnos, nel senso del dire come la ragione sia una sola e che noi ne siamo partecipi con Dio, ma allora credo che l’espressione “ha lo stesso intelletto” sia quanto meno mal scritta. Si intende infatti ha per possiede, andrebbe scritto piuttosto qualcosa come “partecipa di”.
Ed è esattamente ciò che pensava Galileo. L’intelletto divino è quantitativamente infinito, perciò inarrivabile per l’uomo che è finito. Tuttavia, in termini qualitativi, una presa di coscienza da parte dell’intelletto umano è qualcosa di assoluto.
Ci sarebbe molto da dire e da ridire, e insisto nel non voler prendere parte a questa discussione.
Luca,
non capisco il suo punto di vista. Si dice continuamente d’accordo con le osservazioni di Enzo, Giorgio e Leonetto sulla centralità dell’apporto della cultura cristiana nella storia delle scienze e del pensiero, tuttavia sembra non voler rinunciare ad assegnare ad illuminismo e rivoluzione francese, un ruolo preminente di apertura alla libertà di pensiero e di scardinamento liberatorio della scienza dal principio di autorità.
Delle due l’una.
Anche perché, come già accennato, la rivoluzione francese fu dichiaratamente, apertamente e violentemente anti-cattolica. Nelle ispirazioni, nei simboli e nelle azioni concrete (eccidi, saccheggi, espropri, violenze sulla persona e sul patrimonio, dissoluzione dei valori cristiani, etc).
Non basta rifarsi continuamente mente alle “scuse” poste della Chiesa recentemente se poi si sorvola o si ignorano del tutto le “ragioni” che invece ha la Chiesa (ha avuto e continua ad avere storicamente parlando) contro l’esercizio della violenza (a differenza della rivoluzione francese) per la libertà e dignità della persona umana (a volte in contrasto con certa filosofia liberale relativista) e soprattutto per lo sviluppo libero delle scienze e del pensiero (al contrario dei regimi autoritari).
Francesco,
non ho nessunissima predisposizione per mortificare la Chiesa, quanto piuttosto un atteggiamento laico di ricerca della verità. Rifiuto le preclusioni manichee del tipo “tutta la verità esclusivamente in A, tutto il male esclusivamente in B”.
Perciò io non vedo la contrapposizione che lei dice.
Tra le mille ragioni che la Chiesa ha, quella che da fedele trovo pertinente con il discorso in oggetto sono quelle che stanno all’inizio del catechismo: l’uomo é “capace” di Dio. Sono le stesse ragioni che hanno portato il nostro pontefice a sottolineare ad Assisi il contributo alla verità che RICEVIAMO dagli agnostici. Tutto questo andrebbe miseramente perduto se ci mettessimo a dividere torti e ragioni reciproche. Su questa strada l’unica cosa che conta é la ricerca di consonanze, non di contrapposizioni.
“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi sono le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo e nulla vi é di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. (GS 1)”
Ho come l’impressione che qui la prospettiva sia esattamente rovesciata: il primato assegnato alle conquiste cognitive dei fedeli, tutto il resto giudicato attraverso questa forma di supremazia intellettuale, annullata qualsiasi esigenza di ricerca o anche di adorazione del mistero di Dio.
Luca,
certo che la ricerca e l’apertura verso il pensiero degli altri sono una ricchezza, così come “il contributo alla verità che riceviamo dagli agnostici”. Nessuno mette in dubbio questo, si tratta però di comprendere che non può essere messo tutto sullo stesso piano, tutto con pari valore, come sembra emergere dal suo pensiero. Perché questo siginfica non avere un punto di vista, una posizione, una valutazione critica sugli eventi e sulla storia. Il suo è un atteggiamento legittimo, ma che ha poco a che vedere, a mio avviso, con l’essere cattolici, con il condividere un credo che è anche un punto di vista sull’uomo, sulla storia e su ciò che è verità rispetto a ciò che è menzogna. Benedetto XIV ha cercato in numerose occasioni di mettere in guardia l’uomo moderno dai pericoli del relativismo e dalla vischiosità ambigua di mettere tutto sullo stesso piano, con pari valore e con equipollente peso. Questo post si intitola: “La scienza è figlia del cristianesimo”. O si è d’accordo oppure no. Non si può sostenere entrambe le posizioni. O quantomeno non senza incorrere in una consapevole o inconsapevole contraddizione. Questa è la mia posizione. Rispetto tutte le altre, anche e forse ancor più quelle contrarie alla mia. Fatico a comprendere chi si nasconde, mistifica, rende torbida, ambigua, omnicomprensiva la sua posizione.
Infatti Franmcesco. Io non mi sogno nemmeno di dire che siccome il contributo degli illuministi sul piano della ragione é importante allora la loro negazione di Dio vale quanto la mia fede. Semmai semplicemente mi limito ad osservare che in astratto, sul piano della ragione pura, non essendo io Dio e non potendo entrare nella loro coscienza personale, non posso giudicare. Posso e debbo invece valutare le loro affermazioni fondate sulla logica all’interno della mia coscienza che considera la logica appartenere per intero solo a Dio stresso. Sostengo spesso, suscitando molte critiche, la bontà dell’affermazione di Tertulliani “credo quia absurdum”. Perché oltre un certo limite tra fede e ragione bisogna per forza che piaccia o no fare una scelta sul senso che vogliamo attribuire alla nostra vita e alla realtà.
“Ho come l’impressione che qui la prospettiva sia esattamente rovesciata: il primato assegnato alle conquiste cognitive dei fedeli, tutto il resto giudicato attraverso questa forma di supremazia intellettuale, annullata qualsiasi esigenza di ricerca o anche di adorazione del mistero di Dio”
Luca, qui non stiamo parlando di tutte le conquiste dell’umanità, dalla ruota alla fusione nucleare, stiamo parlando dell’invenzione del metodo scientifico sperimentale, e questo è stato fatto da un uomo chiamato Galileo Galilei in un preciso contesto e sulla precedente esperienza di altri uomini nello stesso contesto e con le stesse premesse.
La sua posizione è come quella di chi non volesse riconoscere a Colombo la scoperta dell’America perché è una conquista dell’umanità e quindi è errato attribuirla a un italiano.
Non c’è nessuna superbia in quello che si è detto, solo la verità.
Scusate se mi intrometto (vi ho letto finora) ho solo una piccola cosa da aggiungere. L’orignine del metodo scientifico vanno ricercate in civiltà molto piu antiche. Gli esempi piu antichi del metodo scientifico empirico praticato in medicina si trovano i due papiri egiziani del 1600 AC. Non ci sono sorprese penso, dopo tutto non puoi svilupare un archittettura avanzata senza una scienza e metodo scientifico.
Il contributo del cristianesimo o del islam se per quello alla religione e stato modesto e funzionale. Modesto perche non permetteva contrasti, e funzionale perche incoraggiava avanzamenti solo di quei rami ritenuti di immediata utilità.
Penso che oggi chedersi se un ricercatore e cristiano o musulmano equivale a chiedersi se un ricercatore sia bianco o nero. Nella moderna scienza contano solo i fatti obiettivi.
Detto questo e indubbio il ruolo di Gallileo come padre del astronomia come quello di tanti altri venuti prima ma non piu di tanti altri venuti prima di cui nomi forse sono persi nella storia.
Ultimo punto dire che la scienza e figlia del cristianesimo significa ignorare avanzamenti teconologici e scientifici fatti dai popoli asiatici e sud americani in epoche pre-cristiane.
Southstar, finora hai letto ma senza capire quello che leggevi.
Dal tuo intervento si capisce che tu rispondi ad un altro articolo non a questo.
Nell’articolo si legge:
“E’ stato infatti solo sulle basi del pensiero cristiano che è potuta nascere la scienza moderna”
Nel titolo ,che per convenzione deve essere breve,sintetico e deve assolvere alla funzione di titolo; con scienza si intende il pensiero scientifico moderno,ciò che oggi si va ad intendere con scienza..
Come scrive Enzo poco sopra:
“qui non stiamo parlando di tutte le conquiste dell’umanità, dalla ruota alla fusione nucleare, stiamo parlando dell’invenzione del metodo scientifico sperimentale, e questo è stato fatto da un uomo chiamato Galileo Galilei in un preciso contesto e sulla precedente esperienza di altri uomini nello stesso contesto e con le stesse premesse.”
La scienza in senso molto generale precede di molto la nascita del pensiero scientifico,l’antichità è piena di scoperte anche geniali in molti campi scientifico-tecnici(edilizia,metallurgia,medicina,astronomia etc..) I Babilonesi,iSumeri,iMaya,i Persiani,gli Aztechi,gli Egizi,i Cinesi,gli Etruschi ma anche i Cinesi,possedevano un bagaglio di conoscenze di matematica, di astronomia, di anatomia e di medicina tutt’altro che disprezzabile, Ma esse nascevano in altri contesti di pensiero.Non in veri contensti di pensiero scientifico.
Il metodo scientifico,la scienza galileiana poggiano inequivocabilmente e trovano i natali come scrive Enzo:
“in un preciso contesto e sulla precedente esperienza di altri uomini nello stesso contesto e con le stesse premesse.”
Il concetto di scienza prima lo si può trovare ancora legato ad una visione del mondo di tipo qualitativo, in cui la natura è vista come un essere vivente, ordinata con suoi propri fini come un organismo(simile alla Gaia new age), nel ‘600 si afferma una concezione della scienza come un sapere oggettivamente verificabile e pubblicamente controllabile(ma perchè prima di questa affermazione in periodo medioevale essa nasce e si forma per poi affermarsi là,questa è storia).
La scienza moderna respinge dal proprio ambito conoscitivo qualunque problematica di tipo metafisico, relativa alle essenze o all’intima struttura delle cose, per analizzare solo le cause dei fenomeni, alla ricerca di leggi, elaborate sulla base di ipotesi vagliate da esperimenti, espresse in termini matematici.
Ed a tal pro è utile ricordare ciò che scrive su Piero:
” presuppone che l’Uomo abbia un’intelligenza capace di comprendere la razionalita’ dell’Universo, e lo scopo di tutto”
Insomma le cose sono chiare e sono un fatto storico,libero da luoghi comuni..
Lei ,come al solito, prende lucciole per lanterne,però diventa ormai impossibile sapere se sta facendo trolling,suo unico scopo,oppure se sia veramente confusa o indottrinata da luoghi comuni e quant’altro..ed aggiungo che comunque quanto dice l’articolo,i commenti(meglio magari leggersi anche Agnoli) già permettevano di avere chiara la faccenda e quindi di non ricadere ancora in simili confondimenti o luoighi comuni come in questo suo ultimo commento…ma come detto è molto pèrobabile che stia solo facendo trolling come suo solito e giocando su confondimenti,rendendo lucciole per lanterne etc..
Vabbeh..comunque è tutto storia,basta documentarsi..po ognuno crede a quello che vuole ,però non può certo dirsi onesto né informato,come scrive Enzo:
“La sua posizione è come quella di chi non volesse riconoscere a Colombo la scoperta dell’America perché è una conquista dell’umanità e quindi è errato attribuirla a un italiano.
Non c’è nessuna superbia in quello che si è detto, solo la verità.”
Tanto per precisare..ma non c’era bisogno come detto.
“Southstar, finora hai letto ma senza capire quello che leggevi.
Dal tuo intervento si capisce che tu rispondi ad un altro articolo non a questo.”
Esattamente.Come detto non c’era bisogno di ribadire i concetti,bastava leggere fin ora..
Vabbè, Leonetto, ma così dicendo ignori il grande contributo dei Maya alla nascita del pensiero scientifico contemporaneo.
Leonetto scrive:
1 novembre 2012 alle 10:39
“Il concetto di scienza prima lo si può trovare ancora legato ad una visione del mondo di tipo qualitativo, in cui la natura è vista come un essere vivente, ordinata con suoi propri fini come un organismo(simile alla Gaia new age), nel ’600 si afferma una concezione della scienza come un sapere oggettivamente verificabile e pubblicamente controllabile”
Mi faresti un esempio di questo nella cultura cinese e/o egiziana e/o maya? (ovviamente per quanto riguarda queste culture AC).
Per il resto sono d’accordo con quello che dici, la mia era sola una precisazione che il metodo scientifico come tale fu scoperto gia da molti popoli in tempi AC.
Ho capito benissimo Enzo, mi limito a sottolineare anche con forza i fraintendimenti che certo modo di presentare le cose implica. Nota ad esempio come Piero prontamente ribadisca di voler intendere in senso totale ad assoluto quel che tu avevi appena sottolineato di non voler significare. Non é per atteggiamento polemico che intendo intervenire. Mi sono limitato ad osservare che quando si dice “i primi sono stati i cristiani” non si intende “in quanto cristiani” (come vorrebbe Piero) ma in quanto detentori all’epoca di una sorta di (meritatissimo) privilegio e monopolio culturale. L’hanno fatto in nome perciò della ragione, che nella loro visione coincideva con la fede. Ora poiché purtroppo la fede in determinati contesti storici e culturali ha coinciso con l’affermazione del principio di autorità producendo con ciò un congelamento della ragione, il discorso così come viene presentato, in opposizione alle filosofie fondate sulla ragione mi pare induca ad una sottostima sia dell’apporto di quelle filosofie sia delle ragioni che malauguratamente ci hanno condotto a questa contrapposizione. Da ragione tutta in Dio a Ragione dea in opposizione a Dio. Loro sottostimano Dio, mi pare di condividere con te la preoccupazione di non far sì che la fede sottostimi la ragione. Nemmeno quando SEMBRA dar torto o si pretende dia torto all’ipotesi Dio, perché questo implica considerarla autonoma dal principio di autorità.
L’uomo chiamato Galileo che come ricordi era un credente ed ha fondato il metodo scientifico senza bisogno di nessunissimo principio di autorità, é stato attaccato e condannato dall’autorità Chiesa per l’uso che faceva e della ragione e della parola di Dio. Indipendentemente dal fatto che, come più volte sottolineato, al processo le sue ragioni fossero incomplete e non esaustive a distanza di secoli gli si riconosce giustizia tanto sulla ragione che sulla parola di Dio. Su episodi come questo marcia la critica scientista, e spiega bene il ruolo essenziale che su questo punto ha avuto la rottura imposta dall’illuminismo.
Non é per atteggiamento polemico che intendo intervenire. Mi sono limitato ad osservare che quando si dice “i primi sono stati i cristiani” non si intende “in quanto cristiani” (come vorrebbe Piero) ma in quanto detentori all’epoca di una sorta di (meritatissimo) privilegio e monopolio culturale.
Non so’ davvero se lo fai apposta a fraintendere (le tue famose “provocazioni”) o mi spiego male io (puo’ essere).
I primi sono stati i cristiani che erano detentori all’epoca di una sorta di (meritatissimo) privilegio e monopolio culturale proprio perche’ erano cristiani, che intendevano il mondo conoscibile e non erano vittime dei capricci della divinita’ di turno.
Che conoscevano l’importanza della cultura e non erano dediti solamente a inventare macchine da guerra per sottomettere il nemico (che diventa fratello). Quest’ ultima non e’ propriamente conoscenza, ma tecnica applicata (alla guerra).
Il privilegio ed il monopolio potevano discendere da meriti ed anche superiorità ad esempio sul piano etico, come giustamente sottolinei. Ma i risultati cognitivi, filosofici, scientifici che questo monopolio genera, se sono frutto della ragione non sono “cristiani” in modo specifico, sono solo frutto della ragione. Anche di quella illuministica, che sarà venuta dopo ma con ragioni sue specifiche di interesse e ragioni a mio parere decisive. Il ché ci riconduce al senso del mio dis-senso. Ciao
Luca,
non ho ancora compreso se lei è concorde o meno sul senso dell’articolo: “La scienza (intesa come metodo scientifico moderno) è figlia del cristianesimo”. Molte sono le sue labirintiche circonvoluzioni. Non capisco perchè lei non se la senta di “giudicare”. Quando il giudizio non è una sentenza, aiuta a capire, a chiarire la propria posizione e a farsi capire. Inoltre riscontro come abbia qualche problema con il principio di autorità. Che non è sempre e solo negativo (come spesso nei suoi post vuole lasciare ad intendere) anzi, se inteso come autorevolezza e non come autoritarismo, ritengo sia essenziale e imprescindibile per la crescita dell’uomo e della società. Il poeta Michael Ende scriveva: “la vita è un labirinto. Per essere felici bisogna uscirne. Ma per uscirne bisogna essere felici”.
Ecco, uscire dal labirinto è anche provare a fare chiarezza (in primis sulle vicende storiche e scientifiche). E prendere una posizione (modificabile, integrabile, aggiornabile) che sia chiara a noi stessi e ai nostri interlocutori.
Luca,
non ho ancora compreso se lei è concorde o meno sul senso dell’articolo: “La scienza (intesa come metodo scientifico moderno) è figlia del cristianesimo”. Molte sono le sue labirintiche circonvoluzioni.
Classica sindrome da maanchismo…
😀
La scienza figlia del cristianesimo.
Sì Piero, sono daccordo se limitiamo il senso all’osservazione storica, al fatto cioé che i fondatori del pensiero scientifico fossero cristiani (ed è comunque già profondamente diverso dal dire che é stata fondata dal cristianesimo, cioé da una religione).
No, non sono daccordo se deduciamo da “la scienza é figlia di” il fatto che sia una sorta di esclusiva e che pertanto il pensiero illuminista – essendo l’illuminismo una filosofia – non sia in grado tra gli altri di adire alla VERA scienza. In questo secondo senso l’affermazione é radicalmente sbagliata. Perciò ribadisco: la scienza é figlia della ragione e la ragione ha molti padri. Il vero problema, l’aspetto che effettivamente genera danno, é il conflitto tra i diversi “padri”. Un conflitto che con corresponsabilità bipartisan. Allora quando si scrive “la scienza é figlia del cristianesimo” e immediatamente dopo si scrive
“La vulgata positivista ha sempre presentato la storia della scienza e del pensiero scientifico, come un percorso che dall’illuminismo in poi ha liberato l’umanità dall’oscurantismo delle epoche precedenti, proiettando l’umanità verso sorti magnifiche e progressive. Ma basta cercare un po’, senza fermarsi ai luoghi comuni, per scoprire il vero svolgimento degli eventi, …”
In questo caso si scrive :
1) sul piano storico un’ovvia banalità
2) sul piano del suddetto conflitto, ci si entra a pié pari rovesciando in una (probabile) speculare sciocchezza la sciocchezza dei laicisti.
A questo punto diviene a mio parere necessario comprendere prima di qualsisi altra considerazione le RAGIONI che hanno sostanziato le sciocchezze laiciste (…).
La sciocchezza “probabile” diventa “reale” se appena da me solleticati si verifica che effettivamente quelle parole nascondono nell’intenzione degli autori una sottostima pericolosa di cosa l’illuminismo abbia significato e prodotto e se tu dimostri che effettivamente si vorrebbe proprio intendere “scienza direttamente e necessariamente generata dal cristianesimo in quanto cristianesimo”.
Rispetto alle reali buone RAGIONI del laicismo penso che il “mitico” processo a Galileo, quel cristiano cattolico cui siamo tutti felici di attribuire il rovesciamento del principio di autorità e la fondazione del metodo scientifico, quel Galileo processato dalla Chiesa Cattolica proprio in nome della sua autorità, offra l’esempio più famoso e completo.
Ciao
Per la centomiliardesima volta:
ai tempi del processo di Galileo la Chiesa AVEVA RAGIONE, o meglio, Galileo NON POTEVA DIMOSTRARE quello che proponeva, col senno di poi grazie…
E poi nella sua testardaggine tutta toscana, voleva modificare le Sacre Scritture per adattarle a quello che secondo lui era il mondo (un po’ come oggi i cattolici adult(erat)i).
Questo dimostra che non parli con cognizione di causa, ma soltanto per portare avanti la tua tesi (protestante) che la Chiesa sbaglia e ha sbagliato sempre e comunque.
Non c’entra niente Piero, e forse non hai letto o tenuto conto di quel che avevo scritto precedentemente. Galileo non era in grado di dimostrare quel che stava asserendo e questo come ricordi é ampiamente ricordato da tutti. Aveva comunque un cumulo di indizi che avevano bisogno di essere discussi in modo laico, perciò al di fuori del principio di autorità. La Chiesa aveva torto marcio a pretendere che quel tipo di discussioni e temi dovessere essere da lei (?) risolti in base al principio di autorità (della sua autorità). Istituendo quel processo in base a quel principio la Chiesa rende del tutto inutile la pretesa che poi, a ritroso, la scienza sia cristiana perché é stato Galileo a disfarsi del principio di autorità e fondare il metodo. Si da invece ragione e necessità alla rivoluzione illuminista che da lì a poco avrebbe preso forma. Tutto questo è stato ampiamente riconosciuto 4 secoli dopo da papa Giovanni Paolo II. Quando papa Benedetto XVI afferma sulla scorta di Feyerabend e Koyré che “il processo fu ragionevole e giusto” non sta sconfessando il suo predecessore, sta parlando propriamente di razionalità. Tant’é vero che nelle polemiche seguite a quella frase fu risposto per bocca ufficiale che
– “Fu invece proprio il cardinale Ratzinger, da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il primo ad affiancare il Papa nel processo che cancellò l’antica condanna ecclesiale”,
– “l’opera di Galeleo non fu contro la fede”
– ed infine che “Galileo e gli altri scienziati ci hanno insegnato le leggi della natura e l’opera di Dio”.
Le seconde due affermazioni arrivandoci direttamente dal papa (angelus 21 Dicembre 2008).
Un modo molto chiaro a me sembra per dire che quel processo, ancorché razionale, era nella sostanza sbagliato.
Quanto poi al modo di leggere le scritture, il modo suggerito dal cardinal Baronio per bocca di Galileo (“l’intenzione dello Spirito Santo essere di insegnarci come si vadia al cielo, e non come vadia il Cielo”) é esattamente il modo che oggi diamo per scontato ma che pure all’epoca veniva con Galileo condannato.
Non posso che ripetere la mia “provocazione” a riguardo del cardinal Baronio: hai visto che i Martini e Tettamanzi sono per nostra fortuna sempre esistiti nella TRADIZIONE della Chiesa ?
Card Poupard, 31 Ottobre 1992
“Eredi della concezione unitaria del mondo, che si impose universalmente fino all’alba del XVII secolo, alcuni teologi contemporanei di Galileo non hanno saputo interpretare il significato profondo, non letterale, delle Scritture quando queste descrivono la struttura fisica dell’universo creato, fatto che li condusse a trasporre indebitamente una questione di osservazione fattuale nel campo della fede. E’ in questa congiuntura storico-culturale, ben lontana dal nostro tempo, che i giudici di Galileo, incapaci di dissociare la fede da una cosmologia millenaria, credettero a torto che l’adozione della rivoluzione copernicana, per altro non ancora definitivamente provata, fosse tale da far vacillare la tradizione cattolica e che fosse loro dovere proibirne l’insegnamento. Questo errore soggettivo di giudizio, così chiaro per noi oggi, li condusse ad adottare un provvedimento disciplinare di cui Galileo “ebbe molto a soffrire”. Bisogna riconoscere questi torti con lealtà, come ha chiesto Vostra Santità”.
Giovanni Paolo II, 31 Ottobre 1992
“A partire dal secolo dei Lumi fino ai nostri giorni, il caso Galileo ha costituito una sorta di mito, nel quale l’immagine degli avvenimenti che ci si era costruita era abbastanza lontana dalla realtà. In tale prospettiva il caso Galileo era il simbolo del preteso rifiuto, da parte della Chiesa, del progresso scientifico, oppure dell’oscurantismo “dogmatico” opposto alla libera ricerca della verità. Questo mito ha giocato un ruolo culturale considerevole: esso ha contribuito ad ancorare parecchi uomini di scienza in buona fede all’idea che ci fosse incompatibilità tra lo spirito della scienza e la sua etica di ricerca, da un lato, e la fede cristiana dall’altro. Una tragica reciproca incomprensione è stata interpretata come il riflesso di un’opposizione costitutiva tra scienza e fede. Le chiarificazioni apportate dai recenti studi storici ci permettono di affermare che tale doloroso malinteso appartiene ormai al passato”».
Nella relazione finale della commissione di studio datata 31 ottobre 1992 dunque,si scrive che la condanna del 1633 fu ingiusta, per un’indebita commistione di teologia e cosmologia pseudo-scientifica e arretrata, anche se veniva giustificata dal fatto che Galileo sosteneva una teoria radicalmente rivoluzionaria senza fornire prove scientifiche sufficienti a permettere l’approvazione delle sue tesi da parte della Chiesa.
Dunque pare che per la Chiesa Cattolica – non quella protestante – anche se non per te un’errore ci fu. Questo errore non fu nel merito della disputa razionale come tu pretendi io sostenga (? leggessi meglio e senza paraocchi quel che scrivo ?) ma nell’istruzione stessa del processo, nella commistione tra teologia e cosmologia, nel riferimento in altre parole ad un principio di autorità (in quanto tale estraneo alla ragione). Il tutto attraverso un’uso scorretto ed indebito delle Sacre Scritture (!!)
Giovanni Paolo II, 31 Ottobre 1992:
“A partire dal secolo dei Lumi fino ai nostri giorni, il caso Galileo ha costituito una sorta di mito, nel quale l’immagine degli avvenimenti che ci si era costruita era abbastanza lontana dalla realtà.
In tale prospettiva il caso Galileo era il simbolo del preteso rifiuto, da parte della Chiesa, del progresso scientifico, oppure dell’oscurantismo “dogmatico” opposto alla libera ricerca della verità. Questo mito ha giocato un ruolo culturale considerevole: esso ha contribuito ad ancorare parecchi uomini di scienza in buona fede all’idea che ci fosse incompatibilità tra lo spirito della scienza e la sua etica di ricerca, da un lato, e la fede cristiana dall’altro. Una tragica reciproca incomprensione è stata interpretata come il riflesso di un’opposizione costitutiva tra scienza e fede. Le chiarificazioni apportate dai recenti studi storici ci permettono di affermare che tale doloroso malinteso appartiene ormai al passato”»
Nelle parole di G.P. II il caso Galilei ha costituito una sorta di “mito” che lo ha reso “simbolo del preteso rifiuto, da parte della Chiesa, del progresso scientifico”.
Quello che ha detto G.P.II è che il caso Galilei è stato strumentalizzato e che non dimostra affatto l’esistenza di un conflitto tra Chiesa e scienza. La critica scientista non ha dunque nessun avallo da parte della Chiesa.
Ma soprattutto quella vicenda non può togliere nulla al fatto che la scienza, cioè il metodo scientifico, sia stata figlia della visione cristiana del mondo.