Le Scienze: il riscaldamento globale fa bene alla biodiversità

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Su Le scienze uno studio che dovrebbe far riflettere sulla “minaccia” del global warming

 

Se la temperatura aumenta, la biodiversità cresce“, proprio con queste parole, decisamente politically uncorrect, è apparso su Le Scienze il 6 settembre scorso un articolo che riporta uno studio pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.

Dallo studio emerge il fatto che quando nelle epoche passate la temperatura della Terra ha subito un riscaldamento, gli esseri viventi se la sono “passata” meglio, questo risultato fa chiarezza su un punto rispetto al quale i risultati erano finora contrastanti:

…la ricchezza tassonomica aumenta e non diminuisce con la temperatura. Precedenti conclusioni di segno opposto, dunque, sono da attribuire esclusivamente a distorsioni sperimentali. 

 Tutti tranquilli dunque, anche se la temperatura del pianeta va aumentando questo porterà ad un aumento di biodiversità, e quindi è molto improbabile che la specie umana vada contro corrente avviandosi verso un’estinzione. Ma non è tutto:

inoltre, si osserva anche che l’incremento della temperatura è un parametro predittivo importante per i tassi di estinzione e nascita di nuove specie, parallelamente ad altre variabili abiotiche e biotiche. 

Quindi se la biodiversità dovrà aumentare, questo significa che faranno la lor comparsa nuove specie:

vuoi vedere che finalmente assisteremo a qualche caso di evoluzione e che quindi potremo farci un’idea diretta di come funziona la faccenda?

Veramente una serie di buone notizie una dietro l’altra. Ma ci pensa l’articolo pubblicato su Le Scienze a smorzare gli entusiasmi:

Tutto questo ovviamente non implica che l’attuale riscaldamento globale causato dall’uomo sia un fenomeno positivo. In passato l’aumento delle temperature ha anche provocato estinzioni, sottolineano gli autori.

La velocità con cui aumentano le temperature è cruciale e il riscaldamento attuale va veloce.

Ma nel nostro caso niente aumento di biodiversità, siamo troppo veloci. Non sia mai che il nostro Global Warming, antropico  o meno che sia, possa essere un fenomeno positivo!  

Altrimenti chi li dà più ai ricercatori i fondi per i loro studi…

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

7 commenti

  1. Non ci sono dati che dimostrino con certezza l’esistenza del “global warming”, apprendo che non c’è neppure certezza sugli effetti che ha sulla biodiversità.
    Purtroppo questa teoria, non dimostrata, ha già effetti nefasti sulle aziende italiane grazie al Sistema di scambio delle emissioni [Emissions Trading System – ETS], determinato dall’ancora più nefasta Unione Europea. Dato che l’UE è come l’orwelliana “Fattoria degli animali”, l’Italia paga più di altri Stati. Questo grazie agli accordi firmati nel 1997 dall’europeista Governo Prodi I. L’ennesima conferma che quando qualcuno parla in nome degli ideali europei deve sempre infinocchiare il popolo italiano. Ecco la notizia riporta dal quotidiano “Italia Oggi”.
    http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1789274&codiciTestate=1&sez=hgiornali&testo
    Gabbiano. (ex Marco, ho visto che sulla nuova versione del sito c’è già un Marco ed allora prendo il nome di un uccello anche perché vorrei volare via da questa gabbia).

    • Ciao, effettivamente anche io avevo notato che un altro utente si era iscritto col nome Marco, pensavo che Wrdpress non consentisse nick uguali.

      Comunque questo nuovo non è male, penso pure al gabbiano jonhatan Livingstone…

      L’articolo che hai linkato denuncia una situazione davvero scandalosa, una conferma che tutta la faccenda dell’AGW è solo un meccanismo per consolidare le posizioni dominanti con la scusa dell’emergenza climatica.

    • Bene, quindi mentre i ghiacci galleggianti artici si fondono lasciando invariato il livelli del mare, i ghiacci continentali aumentano sottraendo acqua.

      Come si fa a paventare l’innalzamento del livello del mare?

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