Ci siamo occupati pochi giorni fa delle implicazioni antropologiche della proposta di nutrirsi di insetti.
Oggi ci occupiamo di musica, un argomento inaspettatamente collegato al primo.
Lo spunto per questa riflessione viene da un articolo pubblicato su Le Scienze del 26 luglio scorso: L’occulto conformismo della musica pop e rock. Si tratta di uno studio effettuato dall’Università di Barcellona, dal Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo e dal Centro di ricerca matematica di Barcellona pubblicato su Nature, sempre il 26 luglio, con il titolo Measuring the Evolution of Contemporary Western Popular Music.
Quello che emerge dall’analisi di ben 464.411 brani musicali diversi che vanno dal rock al pop, hip hop, metal e musica elettronica prodotte tra il 1955 e il 2010, è che la musica proposta è andata progressivamente perdendo di complessità:
Di fatto, l’evoluzione è stata caratterizzata da tre tendenze: la riduzione della ricchezza armonica, l’omogeneizzazione della tavolozza timbrica (con i timbri frequenti che diventano sempre più frequente), e la crescita dei livelli del volume medio, che sta arrivando a minacciare – osservano i ricercatori – una ricchezza dinamica che fino a oggi è riuscita a conservarsi.
In pratica negli ultimi 50 anni la musica è andata impoverendosi: le progressioni degli accordi sono diventate più semplici mentre il volume è andato aumentando, relegando l’impressione di novità nell’uso di nuovi strumenti.
Ma a questo punto è necessario spiegare cosa possa collegare questo argomento con l’articolo sulla proposta di nutrizione a base d’insetti.
Qualcuno ha giustamente fatto notare che presso alcune popolazioni primitive il nutrirsi d’insetti è una pratica comunemente accettata, e che quindi tale comportamento non è considerato un comportamento aberrante. Perfettamente d’accordo.
Il problema infatti non è se gli insetti abbaino o meno delle proprietà nutrizionali interessanti, il problema è antropologico: quale modello viene affermandosi con l’entomofagia e con una serie di altri fenomeni (che siano diffusi spontaneamente o spinti da qualche ente) a cui stiamo assistendo?
Se osserviamo in parallelo alcune diverse tendenze l’orientamento antropologico che le unisce appare più evidente:
1- Nutrirsi di insetti
2- Produzione di musica con crescente povertà armonica e giocata sul volume
3- Ritorno in massa a pratiche come i tatuaggi e i piercing
4- Declino dell’istruzione e declino culturale in genere
A questi quattro punti si potrebbe aggiungere dell’altro, ma sono già sufficienti a individuare una tendenza verso un modello di uomo primitivo.
È come se dopo essersi emancipata dall’animalità della preistoria, l’umanità stesse finendo adesso con il rinnegare tutto il percorso compiuto per tornare alle origini.
Ecco allora che lo spezzone del film di Francis Ford Coppola “Dracula”, proposto in occasione del precedente articolo mostra la grande intuizione del regista, infatti il mangiatore d’insetti è colui che aspetta l’arrivo del suo “padrone”, il Conte Vlad, il “non morto” che ha rinnegato la religione e la civiltà per cui aveva combattuto divenendone feroce avversario.
Chissà, forse Coppola non ha mai pensato di dare questo significato al suo film, ma in fondo questo non ha importanza, l’arte a volte riesce a cogliere la realtà andando oltre la consapevolezza degli stessi autori.
37 commenti
Una riflessione profonda e terribile. Grazie, Enzo.
Grazie a te Giorgio e ben tornato da queste parti.
Per la verità, Enzo, io ci ritorno oggi giorno dalle tue parti. Solo che non sempre mi faccio sentire!
Chissà perché di questi tempi, quando non vedo commentare qualcuno per un po’ di tempo, penso che sia partito per le vacanze!
🙂
Gìà, primitivo (e quindi più facilmente manipolabile) e schiavo.
Intendiamoci, non dico che primitivo sia meno intelligente di evoluto, dico solo che il primitivo in definitiva ha molte meno informazioni di base e quindi meno strumenti di giudizio a parità di intelligenza.
Per questo è pìù facile veicolare veso questo tipo di uomo e la sua società qualunque superstizione e qualunque distorsione pseudoscientifica.
Qualunque “scienziato” di regime diventerà un vate, mi sembra che tutto sia funzionale all’instaurazione della tecnocrazia in atto.
Le perline in una società di primitivi valevano oro, in una società matura arrivano dalla Cina e te le tirano dietro.
La musica è paradigmatica, io ho sempre saputo che si definisce musica una composizione di suoni che abbia 3 caratteristiche: armonia, melodia e ritmo (premetto che non sono ne’ un musicologo ne’ un musicista per cui mi si perdonino le inesattezze); ora certa “musica” moderna mi sembra stia perdendo queste caratteristiche, in particolare melodia, ed in secondo luogo armonia, incentrando tutto sul ritmo che diventa il fulcro.
Possiamo ancora chiamarla musica?
Vorrei portare l’attenzione sui lavori di alcuni gruppi rock storici, in particolare i Pink Floyd, Jethro Tull, Emerson Lake & palmer tanto per citarne due, e un gruppo pop, i Queen. Potrei citarne tanti altri ma bastano questi.
Forse non tutti sanno che molti di questi signori sono usciti dai conservatori, hanno studiato armonia, composizione, ecc. ecc. ecc. e non per niente ascoltando le loro composizioni, possiamo riconoscere dietro ad una apparente semplicità delle complessità originali ed interessanti e ricchezza musicale pur nel solco di un tipologia espressiva nuova.
Le cover degli stessi pezzi rock “classici” sono desolanti, stravolte nel ritmo impoverite nell’armonia e spesso banalizzate nella melodia, d’altra parte per diventare un gruppo rock di successo basta esere giovani, vestire in modo originale, comportarsi in modo eccentrico e conoscere il giro di do (cosa non indispensabile), cosa possiamo pretendere da questo?
American Pie di Don Mc. Lean, ascoltate l’originale e poi il remake di Madonna, un abisso.
Già l’uso della voce nel “canto” moderno fà rabbrividire, ascoltate i glissati e la modulazione di Amalia Rodriguez, le cesellature di Joan Baez, senza voler andare sui cantanti lirici, ma ascoltate De Andrè che pure nella sua semplicità (almeno nelle prime produzioni) sapeva fare un uso sapiente dello strumento vocale, ascoltate Leonard Cohen, sembra e ripeto sembra monotono; bene confrontate questo modo di cantare con quello attuale.
A ben vedere tutto tende alla semplificazione, la musica, la pittura, il linguaggio, il pensiero, la cucina.
Non si tratta di semplificazioni positive che riducono orpelli inutili ma si semplifica la sostanza, il “core”, cosa assolutamente negativa: tutto semplice e standard, dimenticando che l’uomo ed il suo cervello sono tutto meno che semplici e standard.
Ciao Valentino, veramente argomentato e interessante questo tuo intervento.
Quando dici:
“Forse non tutti sanno che molti di questi signori sono usciti dai conservatori, hanno studiato armonia, composizione, ecc. ecc. ecc. e non per niente ascoltando le loro composizioni, possiamo riconoscere dietro ad una apparente semplicità delle complessità originali ed interessanti e ricchezza musicale pur nel solco di un tipologia espressiva nuova.”
fornisci una spiegazione del perché i miei studenti ancora ascoltino e ammirino moltissimo i gruppi che sentivo io da ragazzo, i Pink Floyd in particolare.
Però non tutti riescono a rendersi conto di questa differenza, e purtroppo molti non sono più in grado di ascoltare, o meglio di apprezzare, quelle musiche così elaborate.
“1984” NON E’ UN MANUALE DI ISTRUZIONI!
« La qualità della musica attuale è crollata ad un livello talmente schifoso che un pezzo di disco music degli anni ’70 ci sembra un’opera d’arte. »
(Elio, Mono, All Music, 27 Apr 2008 6:29 pm)
Aggiungo che anche la preparazione scolastica degli anni ’70 che a me sembrava scadente adesso è un riferimento chimerico…
Questi sono gli artisti di oggi: http://www.diariodelweb.it/Articolo/Spettacoli/?d=20120809&id=258693
Concordo in pieno con quanto scrivi, caro Enzo. Abbiamo fatto considerazioni molto simili con mia moglie (pianista), in queste sere d’estate rigonfie di musica assordante, ripetitiva, ossessivamente ritmica.
Tutti parlano, però alla fine molti genitori non educano musicalmente i figli… perché?
Non te lo so dire, io ho avuto l’immensa fortuna di crescere ascoltando Chopin, tartini, Vivaldi, Verdi, Rossini ecc. ecc. ecc.
Solo molto più tardi, verso i 10 anni, mi sono avvicinato ad altra musica e per l’esattezza alla Country Music (erano gli unici dischi di musica occidentale acquistabili nella base ARAMCO di Dharan fra il 1965 ed il 67), che alternavo ad un doppio Enrico Caruso e Mario Lanza, ed altri 3 dischi di Caruso che mio papà si era portato dall’Italia.
Ora sono un onnivoro per quanto riguarda la musica (sempre che di musica si tratti) ma ascolto tutto sempre con la sensibilità che musica classica e lirica mi hanno dato.
Ringrazio molto mio padre, mia madre, mia nonna e le mie zie che mi hanno dato questa grande opportunità.
Ricordo ancora il mio primo disco: era azzurro semitrasparente (farfalle di Modugno) ed il mio secondo ormai consumatissimo: Le Polacche di Chopin suonate da Pollini 🙂
@Gemini
credo che attualmente i genitori non educhino musicalmente i figli perché loro stessi appartengono ad una generazione che è largamente ignorante musicalmente (e non solo).
Potremmo chiamarla ignoranza di ritorno…
Ciao Michele, che fortuna avere una moglie pianista!
Saluti ad entrambi! 🙂
Concordo sul fatto che gli argomenti siano collegati, anche se a prima vista sembrerebbero non esserlo. Si tratta in entrambi i casi di una regressione, che pretende di riportare la vita e la cultura all’essenzialità, quasi a voler dimostrare che si sopravvive (e magari anche meglio) con poco, ritornando all’essenza e facendo a meno di quella civiltà che ha prodotto inquinamento, effetto serra, estinzioni, ecc.
In altre parole, si dimostra che è possibile uscire da questo circolo vizioso: basta poco, basta volerlo; poi, si offre anche il mezzo: la semplificazione. Basta sostituire al mondo con le sue brutture un mondo in cui siano conservate solo le cose che ci piacciono. Ed il campo della della musica è forse il più immediato, il primo al quale ci si approccia per libera scelta.
Una musica che appare molto spesso simile ai ritmi tribali, sciamanici (sic!), ritmicamente ossessiva ma nel contempo, per dirla con Desmond Morris (“La scimmia nuda”), così rassicurante nel ricordare il pulsare del cuore della madre nelle fasi della vita embrionale; così sbandierata come simbolo di emancipazione ed invece così irrimediabilmente sintomo di un bisogno di protezione.
Anche in questo caso, probabilmente, si tratta di una sostituzione: si sostituisce al battito del cuore materno un battito di un’altra cosa che lo ricorda, ma il cui messaggio, oltre che molto più semplice, è ben diverso. Un’altra cosa che viene accettata acriticamente e che scava, plasmando coscienze e personalità, sostituendosi ad un legame indissolubile quale quello madre-figlio e proponendo spesso, al contrario, un messaggio di rottura con tutto quello che c’è stato prima.
Il discorso si ripropone sempre: si parte da un qualcosa di organico, complesso, lo si erode impoverendolo ed estraendone solo alcuni pezzi che vengono indicati come la vera via che porta al progresso, all’emancipazione, all’ “evoluzione”.
L’entropia regna.
Già, si tratta esattamente di ritmi tribali suonati con strumenti elettronici, un modo per essere primitivi illudendosi di essere invece “moderni”.
L’entropia regna… “ordo ab chaos”
Mi soffermo sul titolo del thread, “rinnegare la tradizione”. Questo altro non è che negare il sacro, il sacer, ossia l’esistenza di qualcosa di superiore o di separato da noi e dal mondo. La tradizione è in effetti qualcosa di superiore, un insieme di insegnamenti che ci formano, qualcosa insomma che non creiamo noi. Il mondo moderno invece vuole fare tutto da solo: vuole mettere tutto ciò che esiste dentro una scatola (i propri assiomi) per poterlo avere sotto controllo. Per questo non può ammettere che esista il sacro, o una tradizione a cui dare rispetto. La tradizione, ricordiamolo, non è dire che i vivi sono morti, ma che i morti sono vivi (per dirla con Chesterton). Tale modo di pensare tipicamente moderno nasconde una paura folle per ciò che non rientra nella scatola di assiomi, nasconde il terrore per ciò che non si controlla. Questa almeno è la mia impressione: rinnegare la tradizione = rinnegare il sacro = paura per ciò che è separato e superiore rispetto a noi. L’uomo moderno è in sostanza un egocentrico.
Avete notato che le tradizioni da rinnegare sono sempre e solo quelle cristiane, o comunque “occidentali”?
Tutte le vecchie tradizioni, tramandateci dai nostri avi, che le hanno seguite per secoli e secoli, sono soltanto frutto della superstizione e del bigottismo…
I venerdi’ di Quaresima si chiede di non servire carne alle mense scolastiche? Sono solo bigotti che con le loro credenze esoteriche che danneggiano la salute dei bambini.
Lo chiedono i musulmani (tra l’altro, solo per loro e non imponendolo agli altri) di non servire carne di maiale? detto fatto.
Ancora sul cibo: si abituano a mangiare i piatti tradizionali (tra l’altro, sempre piaciuti a quasi tutti, a differenza della nouvelle cuisine o di quella macrobiotica)? Sei solo un ottuso retrivo che vive nel passato.
Ed ecco quindi spuntare la proposta veltroniana di portare nelle mense TUTTI i piatti del mondo, tranne ovviamente quelli della tradizione italiana.
Le processioni, le feste tradizionali, anche locali, i modi di fare, sono solo espressioni del volgo piu’ basso e piu’incolto? Le tradizioni degli immigrati DEVONO essere introdotte e inglobate nelle nostre.
Le Madonne e i Santi, specialmente in alcuni paesini, vengono esposte nelle nicchie delle case, come segno di devozione? Devono essere murate perche’ urtano la suscettibilita’ dei musulmani! La macellazione halal fa soffrire terribilmente gli animali, e tra l’altro e’ contro il regolamento italiano? Ci si gira dall’altra parte, con buona pace degli animalisti, con un laconico “bisogna rispettare profondamente le loro tradizioni”.
Un siciliano un po’ matto e possessivo fa uscire molto poco la moglie? E’ un povero mentecatto dalla mente offuscata dalla mentalita’ maschilista della Chiesa.
Un pakistano sgozza la figlia fino quasi a decapitarla perche’ metteva la minigonna o non accettava il matrimonio combinato con un altro piu’ fanatico del padre? Sono gli loro usi e bisogna rispettare le loro tradizioni…
E cosi’ via…
P.S.: ho scordato una cosa:
Sapevate che fino agli anni ’80, il Venerdi’ Santo, sulla RAI non davano spot e cancellavano anche i varieta’?
Adesso ci sono le veline mezze nude, film scollacciati, varieta’ come se si fosse a carnevale…
Quando ero bambino il Venerdì Santo sulla radio sentivo solo musica classica.
Ma ovviamente per la sensibilità attuale si trattava di roba noiosa…
Scusate, sono un fossile vivente! 🙂
L’uomo multiculturale è una persona che serve più padroni, ma ama uno e disprezza gli altri (cfr Vangelo).
E come dimenticare quella gran cag…ehm… stupidata della festa di Halloween, importata grazie ai telefilm ammmerriggani?
Stanno applicando a parti invertite la sovrapposizione delle festività che la Chiesa attuò all’inizio.
E noi ci caschiamo. Del resto è molto più “divertente” Halloween che Ognissanti.
Tutto questo mi ricorda un po’ Pinocchio nel Paese dei balocchi, sappiamo come è andata a finire….
Salve a tutti,ben ritrovati!^_^
Bisogna precisare alcune cose,che,fra l’altro,permettono di focalizzarsi meglio su un aspetto importante che certamente si evince,o si dovrebbe,da questo interessante articolo.
‘Halloween’ trae origini dal giorno(sera)dei morti sia in accezione cristiana che pagana,mentre la festa celtica di Samhain non era null’altro che un solstizio di origine contadino-pastorale.
un momento di contemplazione gioiosa, in cui si faceva memoria della propria storia, della propria gente, dei propri cari, in cui si celebrava la speranza di non soccombere alle sventure, alle malattie, alla morte stessa, che non era l’ultima parola, se era vero che i propri cari, almeno una volta l’anno, potevano essere in qualche modo presenti. Nella magica notte di Samhain non erano le oscure forze del caos che riportavano nel mondo i morti, ma il ricordo e l’amore dei vivi che li celebravano gioiosamente
I telefilm americani e non c’entrano poco,o c’entrano al più per una moderna commercializzazione…
Il passaggio da Samahin ad Halloween manifesta invece,in primis, un atteggiamento tipico del cristianesimo,sia cattolico,che ‘anglossassone’ che non disprezza mai quanto gli preesiste storicamente,”un po’ sulla scia della cristianizzazione dei pagani negli atti degli Apostoli”,o in alcune occasioni missionarie, ma ne coglie il valore, per riproporlo in chiave ”cristiana”.
Si trattò di qualcosa che poteva avvenire in quel caravan serraglio di popoli, culture, tradizioni che fu il Medioevo, dove il ”Cristianesimo” agì come forza per unire, salvare, selezionare, elaborare tutto ciò che proveniva prima di sé, vagliando ‘opportunamente’ ogni cosa e trattenendo ciò che si pensasse potesse avere valore. Un’opera colossale socio-culturale, con la quale, e sulla quale,non solo si edificò la Chiesa, ma l’intera civiltà europea(fatta di culture, lingue, usi, costumi e, naturalmente, ‘celebrazioni’…)
Un tentativo per ricondurre il tutto ad un’unità, seppur rispettosa delle varie particolarità, delle specificità,delle singolarità.
Tenendo perciò conto di quei tre grandi elementi costitutivi del mondo europeo: la tradizione romana, quella celtica e quella germanica che lo permeavano e lo rappresentavano.
Detto ciò si può quindi focalizzarsi,come annunciavo,sul punto importante,non bisogna partire infatti dai telefilm americani,ma da prima!
In epoca vittoriana furono gli strati più elevati della società ad impadronirsi della festa e a riproporla in chiave ‘new-age,ovvero diciamo ‘esoterico-occultista’diventando così uno dei tanti tasselli che oggi compongono la new age e che permettono di leggere tutto in chiave puramente consumistica e commerciale,ma su dsfondo esoterico-occultista…
Le tradizioni sono importanti perchè su esse si costruì la civiltà europea,ma certamente possono cambiare,non è quello il problema,i valori importanti in qualche modo con cambiamenti dovrebbero mantenersi.
Il problema sta nell’inglobare tutto quanto in un modello vuoto,che attraverso appunto un declino dell’istruzione e culturale in generedanneggia l’intera società/civiltà e danneggia quindi anche la produzione artistica…
Ci sono ‘pezzi’ di ‘pezzi’ dei vari Lady Gaga etc..che possono essere anche orecchiabili e utilizzabili come varie colonne sonore per scene o manifestazioni etc..ma quindi come supporto,come aggiunta,non come forma centrale d’arte.
E se un’appendice diviene l’organo centrale qualcosa non va..quantomeno c’è un impoverimento,se un’house,un computer diviene l’artista sta avvenendo una de-umanizzazione,il tutto perfettamente prevedibile in questo neo-mondo new age…
Come abbiamo gia’ avuto modo di discutere, non si mette in dubbio che ci siano, o ci siano state, anche in ambito cattolico/cristiano, e in ambito pagano, o legate a tradizioni regionali, “feste” o celebrazioni che ricordassero i defunti.
Quello che vorrei sottolineare, e’ il carattere assolutamente “farsesco” (mi si passi il termine, non mi sovviene la parola giusta al momento…) del moderno Halloween.
La maggior parte delle tradizioni, che siano di origini cattoliche o pagane, presupponevano un “contatto” (magari lasciando “qualcosa da mangiare”) con i defunti all’insegna del rispetto, del tenero e nostalgico ricordo.
Ma nel RISPETTO!
Non certo mascherarsi con le mani tagliate e grondanti sangue, o con la testa mozzata, o come i personaggi di una certa letteratura gotica.
In piu’, e’ una tradizione assolutamente estranea, per lo meno a tutta l’europa mediterranea, ma anche (se non sbaglio) nell’area germanica e francese.
E’ stata portata qui da qualche pipparolo discotecaro per avere una scusa in piu’ per fare bisboccia… e per scimmiottare i suoi “eroi di celluloide” dai telefilm americani…(son tutti sui 30-40 anni…)
Bentornato a te Leonetto!
E, da quel che vedo, in ottima forma!
🙂
Si,Piero,ripeto il concetto in altre parole,il punto di Halloween,che poi è estendibile a diverse cose,non è tanto che sia una manifestazione farsesca nata da telefilm o da chissà che di simile,questo semmai ne incrementa,definisce e sottolinea la sua commercializzazione e massificazione e ne ac centua il lato goliardico.
Le vecchie tradizioni pagane,cristiane o pagane ‘cristianizzate’ che tu dici erano caratterizzate dal rispetto,cosa vera ,quantomeno era una caratteristica presente in un qualche modo,non l’unica,ne di entità omogenea,ma presente..assieme ,come detto,a vari ‘valori’
Ma la nuova non ha nulla a che fare con esse,non è una de-evolution delle tradizioni ‘cristianizzate’,ne un ritorno alle origini,per così dire,ma è proprio un ricondurre il tutto in ottica esoterico-occultistico new age con tutte le conseguenze che ciò comporta,anche diverse manifestazioni che richiamano stregonerie,riti esoterici,inferi,demoni,rune,zombie etc..
ma sono sviluppi di un qualcosa che parte in tempi remoti non una decadenza di questi tempi.
La foto di Lady Gaga postata da gemini mi fa venire in mente un altro esempio sul rapido degradarsi della musica pop-rock. Come è noto, Lady Gaga si ispira, per la musica e per gli atteggiamenti provocatori, a Luoise Veronica Ciccone, in arte Madonna. Lasciamo da parte il lato provocatorio; basta ascoltare pochi brani per rendersi conto che l’allieva deve fare ancora molta strada per raggiungere la maestra. Eppure Madonna non è certo una gigante della musica. Infatti, qualche anno fa, fu pesantemente stroncata dal leader dei Rolling Stones, Mick Jagger, che la definì: “un bicchiere di talento in un mare d’ambizione.
Marco
Certo…
Se non provocano non sono sui giornali e la gente non compra i loro dischi (ma dico io: ma c’e’ bisogno di provocare per acquistare dei dischi? la gente e’ proprio rincretinita).
Prendi per esempio Britney Spears, o Christina Aguilera, o anche altre: se non andassero sul palco solo con qualche centimetro quadrato di vestiti, pensi che i ragazzini arrapati comprerebbero i loro dischi?
E poi “canzon(ette)” con versi provocanti, gemiti in un orgasmo continuo e video con donne quasi nude, sono un “progresso”?
Poi:
http://www.youtube.com/watch?v=wmin5WkOuPw
Queste le chiamano “canzoni”…
Un richiamo continuo al tribalismo imperante…
Quando andranno in scena percuotendo un tronco cavo?
Senza contare che i tre quarti delle loro “opere” sono una combinazione lineare dei seguenti termini:
– Baby
– Oh Baby
– Oh yeah
– you drive me crazy
– in my eyes
– in my heart
– in my mind
ripetute ad libitum…
Rumori, caro Piero, sono solo rumori non musica. Suoni similtribali volti ad annichilire le menti e l’anime di chi ascolta. Ci sono poi d’aggiungere i danni fisici: conosco un paio di persone amanti di certa “musica” e frequentatori di discoteche, dove viene sparata a tutto volume, che, a poco più di 30 anni,si ritrovano già con problemi d’udito.
marco
Questa “musica” ha degli standard ben precisi.
Una volta c’era il rock psichedelico, formato da un cocktail ben preparato: rabbia politica giovanile indirizzata, ideologie orientali e droghe allucinogene (nuova religione in collegamento alla conoscenza dell’Io).
Questa versione è andata avanti fino al Woodstock del 1999.
Dopo il casino, gli stupri e le violenze di quell’anno l’opinione pubblica si è interrogata.
Così il business si è orientato verso una nuova fonte di omologazione dell’americano medio: passività giovanile (per controllarli, serviti dalla tecnologia moderna e i relativi “suoni”), ideologie politiche (omosessualismo, ambientalismo, vegetarianismo) e droghe sintetiche.
Questi piani sono nati per distruggere la gioventù e per allontanarla dalla Tradizione
Leonetto sono d’accordo con te, su quanto hai esposto a riguardo di Shamain e che componeva la triologia delle feste principali assieme a Beltaine (solstizio di primavera e festa della luce) e Lughnasa (festa delle messi in cui i giovani innamorati si ritrovavano in capanne costruite con fronde e fiori per accoppiamenti rituali. Interessante che in Cina a primavera i giovani contadini dei villaggi sciamassero nei campi per lo stesso tipo di attività).
Quindi, luce e vita (e nascita dei frutti concepiti durante la lughnasa dell’anno precedente) a Beltain; messi maturità unione e concepimento nella Lughnasa; famiglia, inclusi i defunti, quindi morte ma nella continuità a Shamain.
Il tutto era in pratica un festeggiamento del ciclo della vita, aveva dei fondamenti ed era rispettoso dei “misteri” della vita e della morte, dell’aldiquà e dell’aldilà.
Halloween è il paradigma dell’abbandono della tradizione, si conserva il guscio svuotato del contenuto profondo, pregnante e giustificativo e questo, mancando di radici assume proprie forme, in genere degeneranti, e viene pilotato per scopi puramente consumistici.
Non avviene così anche per S. Valentino? Non è lo stesso processo che sta subendo il Natale?
Per quanto riguarda la musica, mi sa che siamo una bella mandria di dinosauri qui! 😉 Viva la Musica! (mentre scrivo sto ascoltando Johannes Brahms – Ungarische Tänz n.5)
Una considerazione generica: tutto si dirige verso l’essenziale, il predigerito, le pillole di conoscenza (ben definiste e staccate una dall’altra naturalmente) cioè verso la visione puntuale delle cose e la perdita dell’afflato potente del tutto.
Sembra che vogliano portare l’umanità verso il “non bisogno”, quello che stride è che questo “non bisogno” calorosamente raccomandato e promosso, riguarda solo la cultura, l’impegno, la spiritualità (sempre più ridotta ad elementare e facilmente fruibile pappa indefinita) mentre dall’altra parte si spingono bisogni assolutamente irrinunciabili (i-pad, automobile, vacanze strane, manifestazioni di piazza tipo notti bianche, olimpiadi, concerti (se così possiamo chiamarli), vestiti e suppellettili ecc. ecc. ecc.)
Alla faccia dello strabismo!
“Halloween è il paradigma dell’abbandono della tradizione, si conserva il guscio svuotato del contenuto profondo, pregnante e giustificativo e questo, mancando di radici assume proprie forme, in genere degeneranti, e viene pilotato per scopi puramente consumistici.Non avviene così anche per S. Valentino? Non è lo stesso processo che sta subendo il Natale?”
si…rifaccio notare che questo non va erroneamente indicato come una degenerazione propria di questi tempi ma come conseguenza della diffusione del new age con annessi e connessi,e quindi anche da tutto quanto in epoca vittoriana è stato ri-editato ad hoc in ottica occultistico-misterico-esoterica,pertanto non c’è ne un ritorno alle origini,ne un degenero consumistico fine a se stesso,ma piuttosto un progressivo impatto,con tutto ciò che ne deriva,comprensivo di una rielaborazione di vecchie e nuove tradizioni,praticamente ricreate ex-nihilo, di un ideologia ben precisa..
La conseguente trasmormazione della società rientra ovviamente in tutto questo essendo intrisa ovunque di quell’ideologia divenuta dominante ed ‘inn’…
Pienamente d’accordo con voi.
Da parte mia aggiungo che la prima religione ad essere modificata ad uso “new age” fu l’induismo seguita dal buddismo, tanto che qualche studioso ha parlato di “eresie” occidentalizzate.
Già, e ci stanno riuscendo.
Quando mi sento dire da qualcuno che lui è “spirituale” man non crede alle strutture mi cadono le braccia.
Cosa vuol dire essere spirituali?
Buoni sentimenti?
E che spiritualità cìè nei boni sentimenti?
“Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? ” Matteo 5,38-48