Darwinismo: controreplica a MicroMega

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Il 26 giugno su MicroMega è stata pubblicata una risposta ad un articolo intitolato DARWIN INCIAMPA NEL “PROGETTO” SULL’UNIVERSO pubblicato su Avvenire a firma di Roberto Timossi.

 

La replica firmata da Pierfranco Pellizzetti evita però di affrontare le obiezioni scomode di Timossi.

 

L’articolo pubblicato da Roberto Timossi su Avvenire del 30 maggio era intitolato DARWIN INCIAMPA NEL “PROGETTO” SULL’UNIVERSO in esso si sosteneva la tesi che l’ateismo contemporaneo ha ormai come sua ultima difesa il darwinismo:

L’ultima ridotta nella quale si è trincerato da tempo l’ateismo contemporaneo è sicuramente la teoria dell’evoluzione per selezione naturale, vale a dire il paradigma evoluzionistico oggi dominante in biologia e formulato originariamente da Charles Darwin.

Questa prima considerazione portava poi alla successiva che indicava proprio in questo ruolo ideologico il motivo della strenua difesa del darwinismo da pare dei suoi seguaci:

A onor del vero, intorno alla natura e alla portata dell’evoluzionismo negli ultimi vent’anni si sono intrecciate numerose controversie tra gli evoluzionisti stessi, tanto che c’è chi tra gli epistemologi o gli storici della scienza ritiene più corretto non parlare al singolare di “teoria dell’evoluzione”, bensì al plurale di “teorie dell’evoluzione”. Per quello che pare giustificato definire “neo-darwinismo”, tuttavia, anche la semplice supposizione dell’esistenza di più teorie evoluzionistiche risulta inaccettabile e da bollare come una vera e propria eresia scientifica, dietro la quale si cela nientemeno che un complotto creazionista volto (ovviamente) a screditare il valore scientifico dell’evoluzionismo di matrice darwiniana.

Una prima critica di Timossi è sul fatto che si debba parlare di “teorie” evoluzionistiche al plurale, e che quindi esse siano in contrasto fra loro, cosa che implicherebbe una questione ancora aperta e che quindi non autorizzerebbe a parlare di un teoria soddisfacente sulla quale converge un ampio consenso. Che il parlare al plurale di “teorie” provochi le sdegnate reazioni di personaggi come Telmo Pievani è un dato di fatto, come testimonia questo passaggio tratto dall’Almanacco MicroMega del febbraio 2009 in riferimento ad un convegno organizzato all’Università Gregoriana:

I brividi cominciano a scorrere lungo la schiena già dal titolo: “L’evoluzione biologica: fatti e teorie” (al plurale).

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E’ lo stesso Pievani dunque  a contrastare sarcasticamente l’idea che quella dell’evoluzione sia in realtà un insieme di teorie distinte e quindi potenzialmente in contrasto tra loro. Ma purtroppo per lui la stessa cosa sostenuta al convegno alla Gregoriana e da Timossi è stata confermata proprio sulla testata ammiraglia dello stesso gruppo editoriale di MicroMega, infatti su La Repubblica del 24 giugno scorso è stato pubblicato un articolo intitolato Da Darwin alla genetica le sfide sulla nostra natura – Massimo Pigliucci della City University di New York fa il punto sulle diverse teorie che oggi si fronteggiano.

 

E proprio di questi giorni poi la conferma delle divisioni interne al darwinismo, il riferimento è alla forte polemica tra Richard Dawkins Edward O. Wilson, di cui si è occupata anche Pikaia e Pievani in una trasmissione di Radio 3 Scienza (seconda intervista).

 

Due punti dunque a favore di Timossi: si può parlare di “teorie” dell’evoluzione e la divisione regna in campo evoluzionista, a meno che non si voglia definire La Repubblica una testata creazionista.

Ricordiamo a questo punto che le prese di posizione di Pievani su qualsiasi affermazione che possa solo adombrare una debolezza della teoria darwiniana, viene spiegata da Timossi con il fatto che questa teoria è utilizzata dall’ateismo contemporaneo come baluardo per poter sostenere la propria razionalità, e addirittura la propria scientificità.

La replica di Pellizzetti si guarda bene però dall’affrontare la correlazione tra darwinismo e ateismo, egli non può che essere perfettamente consapevole che l’appoggio del movimento degli atei alla teoria darwiniana è interessato ed è un elemento centrale nelle loro argomentazioni, al riguardo basti citare il ruolo dell’UAAR nell’importare in Italia l’usanza dei Darwin day e nell’organizzarne la maggior parte (vedi CSUAAR-Pikaia “connection”). Va ricordato che Timossi non afferma che il darwinismo sia solamente il rifugio dell’ateismo, ma che l’ateismo cerca il su ultimo rifugio nel darwinismo fornendogli per tale motivo un forte supporto, e questo è sotto gli occhi di tutti.

Che sui primi due punti sollevati nell’articolo su Avvenire i fatti diano ragione a Timossi non può esserci dunque il minimo dubbio.

E infatti, come abbiamo detto, nella replica su MicroMega ci si guarda bene dal replicare.

 

(Continua)

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

7 commenti

  1. Non dovrebbe stupire,ed è bene che non stupisca,che il darwinismo(con annessi e connessi)sia la bandiera dell’ateismo.
    Dicendo questo non si pensi di dire qualcosa ne di oscuro ne di segreto ne di “scomodo”.
    Sono stessi neodarwinisti e atei e ateisti,UAAR stessa,che senza problemi lo portano avanti come bandiera.
    Ma del resto,come si è avuto modo di dire più volte questa in se è un po’ un’ovvietà..Da Engels che in un carteggio con Marx scriveva:“Questo Darwin che sto leggendo è formidabile. Un certo aspetto della teologia non era ancora stato liquidato. Adesso è cosa fatta” alla dott.ssa Mautino che placidamente ammette che “diede l’alibi per non credere”,l’UAAR(e l.Feltrinelli) che porta il Darwin Day in patria,che fa un catechismo per atei incentrato sul dawinismo etc etc..
    Quindi non può dar noia, ne far stupore una cosa detta in tutte le salse ed ovvia da capire.Ovviamente, si parla del Dio Rivelato,non del deismo,che poi era una via per l’ateismo(si è visto un po’ di recente )ne delle cosiddette “religioni atee”(che poi piaccion tanto anche agli atei che ne condividon spesso e volentieri visuali).

    Il “problema” viene quando si dice che il darwinismo si impose e si impone come ideologia da supporto per darwinismo sociale ,razzismo ed ateismo piuttosto che come scienza.Insomma,come giustificazione scientifica,supporto scientifico per ideologie.
    Questo si che è scomodo e questo non voglion sentirlo dire gli atei ed ateisti.

    Del resto fino verso i ’70 l’ateismo “viveva” con la certezza.
    Si consideravano(beh tuttora)più intelligenti,più razionali,quelli che, vinte superstizioni avevano accolto la realtà dei fatti.Che si erano destati da uno stato di dormienti..Niente filosofia,ma fatti.
    Ma se il loro caposaldo non è più un fatto, la loro ideologia diventa inevitabilmente un credo.
    E questo non possono accettarlo.E’ come cadesse il cielo addosso.
    Ed il fatto che vengano occultati i reali problemi del neodarwinismo dietro spesso a storie proprio così,denota che probabilmente non è il bene della scienza a tenerlo su,ma altro.

    Per tanto comunque non credo sia un’affermazione così valida quella di Timossi secondo cui l’ateismo cerca il su ultimo rifugio nel darwinismo.Semmai mantiene quello che ne era il fondamento,il caposaldo,la bandiera.
    Non è che vi era una fortezza ateista man mano sgretolatasi della quale rimane che l’ultima torre del darwinismo,non è così..
    Senza quello non aveva nulla prima e non ha aggiunto nulla dopo.
    Solo inutili dissertazioni filosofiche,ovviamente,fini a se stesse ed attacchi ai Testi Sacri dettati dalla non conoscenza degli stessi o da un’analisi faziosa di essi.
    Al limite qualsiasi cosa poteva rafforzare l’idea,che comunque stava in piedi per il darwinismo.
    Hanno sempre e solo avuto quello.Quale ultimo rifugio?
    Vabbeh all’Avvenire da giornalista faceva comodo metterla in quel modo,ma non ha tanto senso.
    Non avrebbe avuto ne potrebbe avere forza l’ateismo,se privato del neodarwinismo.
    Tutto il resto son cotillon.

    • Sono d’accordo con te, altro che ultimo rifugio….
      L’ateismo non è in ritirata, quindi il darwinismo non ne rappresenta una difesa ma uno strumento di propaganda.

      Più che “ultima ridotta” direi “testa d’ariete”.

  2. Timossi non dice nulla di nuovo: sono tutte cose che aveva già pubblicato in un suo libro di un paio d’anni fa. I contenuti delle sue affermazioni non sono niente di assurdo, poiché è sotto gli occhi di tutti il fatto che Dawkins si mette ogni 3×2 a dire “Dio non esiste, lo dice la biologia evoluzionista”. Quanto alle diverse teorie evolutive, uno scienziato serio non dovrebbe vedere in ciò nessun ostacolo, anzi uno stimolo ad approfondire. Non è forse dal confronto di diverse teorie che la scienza progredisce? Solo persone ideologizzate vedono nella diversità di opinione dei “deviazionismi” o delle “eresie”. La reazione scomposta di Micromega non fa altro che confermare ciò che ha detto Timossi.

    • Quello che viene rinfacciato a chi si rende protagonista di queste controversie è il fatto che potrebbero essere strumentalizzate dai creazionisti.

      All’interno sono quindi percepiti come degli scontri feroci, per gli altri la versione e che si tratta di normale dibattito.

  3. nella “replica” (se di questo si tratta) di Pellizzetti ho scorto solo molti voli pindarici, ma ubriacare con belle parole e un titolo che promette beffa non basta certo per dimostrare le proprie convinzioni

    altro punto negativo, e forse un po’ ridicolo, di questo intervento è sicuramente l’enorme contraddizione in cui incorre nel sostenere l’inesistenza di varie teorie dell’evoluzione quando il suo stesso gruppo aveva già accettato tale realtà …un “miscredente, nonché micromeghista” come lui doveva saperlo!

    che dire è sempre la solita storia, queste persone mi hanno davvero annoiato

    • E’ vero, è sempre la solita storia!
      Ma non sarà facile fargliela cambiare, da parte nostra possiamo però ricordarglielo e mostragli le loro contraddizioni.

      Chissà che con un lampo di fantasia non cambino almeno un po’.

  4. Il fatto che ad un articolo di un filosofo/teologo si faccia rispondere ad un saggista politico (è l’unica definizione che trovo per Pellizzari) è la migliore dimostrazione che ormai il darwinismo o neodarwinismo o teoria dell’evoluzione non ha più nulla a che fare con la scienza. Quando i veri scienziati se ne renderanno conto?

    p.s. ma perchè c’è gente che si sente in diritto di diffondere falsità storiche senza riserve come in questo caso la citazione di Laplace?

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