Sul sito Pkaia è apparso un articolo di Giorgio Tarditi Spagnoli in replica all’articolo apparso su CS-L’evoluzione umana continua…?!?.
Che sia un’apertura al dibattito?
Forse l’articolo pubblicato su Nature in cui si invitava a rispondere alle argomentazioni antidarwiniste è all’origine di questo cambiamento.
L’articolo in oggetto è stato pubblicato sul sito Pikaia il 26 maggio con il titolo “Rettifica: l’evoluzione è cambiamento!” e a firma di Giorgio Tarditi Spagnoli, un intervento in replica ad un articolo apparso su CS il 13 maggio intitolato (L’evoluzione umana continua…?!?) e che a sua volta commentava un primo articolo di Tarditi Spagnoli apparso su Pikaia il 12 maggio col titolo L’evoluzione umana continua.
Quella che emerge da questa breve ricostruzione è l’immagine di un “dibattito”, cioè di un civile confronto di idee. Niente di strano dunque, se non fosse per il fatto che si tratta di qualcosa di nuovo, infatti in precedenza era stata negata la possibilità di un simile confronto, qualcosa sembra dunque essere cambiato. Se tra le date sopra riportate inseriamo quella del 16 maggio questo cambiamento potrebbe avere una spiegazione, si tratta infatti della data in cui sulla rivista Nature è stato pubblicato un articolo del paleontologo Russell Garwood della University of Manchester, intitolato Reach out to defend evolution, un articolo nel quale ricordando la “pericolosità“ dei dibattiti diretti con i “creazionisti” (in realtà con chiunque critichi la teoria neo-darwiniana n.d.r.) si sollevava comunque la questione della necessità di contrastarne le affermazioni per non lasciare loro il campo libero (CS-Nature: i sostenitori del darwinismo temono i confronti).
Ed ecco dunque che accogliendo in qualche modo l’invito di Garwood su Pikaia si decide di replicare alle mie osservazioni, accettando così di fatto il dibattito. Sarà dunque nostra cura dimostrare che non c’è nulla di “pericoloso” nel confronto fra idee, e che non c’è nulla di provocatorio nel sollevare delle obiezioni tecniche verso una teoria scientifica.
Ma dopo questa dovuta premessa veniamo al dibattito vero e proprio. L’articolo di Tarditi Spagnoli, che come ricordato si intitola Rettifica: l’evoluzione è cambiamento!, ha come sottotitolo “Prima di scrivere di evoluzione è bene si conoscano le basi della biologia…“. Ottimo inizio, andiamo già d’accordo, è proprio quello che vado sempre dicendo!
Ma andiamo avanti e vediamo quali sono gli argomenti che vengono proposti:
Forse sarebbe il caso di riprendere in mano i testi base di biologia, o anche solo il glossario delle definizioni. Eh già, perché evoluzione = cambiamento. Punto. La comparsa di nuovi caratteri non è infatti prerogativa dell’evoluzione (da qui la teoria neutrale dell’evoluzione di Motoo Kimura) e solo se questi offrono un qualche vantaggio selettivo, si tratta di un adattamento.
E’ a questo punto necessario fare un po’ di “explicatio terminorum” altrimenti non ci si intende, secondo la definizione generica di “evoluzione” l’osservazione evoluzione = cambiamento, corrisponde a quanto comunemente si può trovare sui dizionari, vedi ad es. Biology Online. Qui però corre l’obbligo di fare una precisazione, questa definizione va bene se si parla di microevoluzione, le definizione di macroevoluzione non può però essere soddisfatta dall’equazione evoluzione = cambiamento.
Sulla microevoluzione come è noto non esistono controversie, finché si resta nell’ambito della variabilità intraspecifica la teoria neo-darwiniana non è soggetta (almeno da parte mia) a grandi contestazioni, la vera disputa si svolge sulla macroevoluzione, e su questo punto la suddetta equazione evoluzione = cambiamento proprio non è sufficiente. Per parlare di macroevoluzione bisogna essere in presenza di nuovi caratteri, non basta la modifica di caratteri preesistenti con mantenimento della stessa funzione o la perdita di una funzione.
Potremmo quindi convenire sul fatto che se anziché utilizzare il termine generico di “evoluzione” scendiamo sullo specifico, dovremmo riscrivere l’articolo apparso su Pikaia col seguente titolo: “La microevoluzione umana continua”.
Come ho già detto prima non ci sono certo difficoltà a riconoscere la “microevoluzione”, come potrebbe essere negata la comparsa di errori di trascrizione nel DNA? Solo che con quella che viene chiamata “microevoluzione” si intende la comparsa di alleli rari e quindi, eventualmente, di cambiamenti ininfluenti o di malattie genetiche (vedi CS- Neodarwinismo alla “deriva” #2: le mutazioni casuali generano malattie, non evoluzione).
Fatte queste precisazioni, la parte seguente dell’articolo apparso su Pikaia perde di consistenza:
Ricordate: se la frequenza di alcuni geni nella popolazione varia, indipendentemente dalla sua espressione nel fenotipo (ovvero della loro traduzione in proteine), si ha evoluzione. Il cambiamento è infatti studiabile a più livelli.
Detto ciò, non si comprende davvero tutta la fanfara sollevata dal blog dell’ “amico” di Pikaia, Enzo Pennetta – a cui rispondiamo con una rettifica: proprio perché “L’evoluzione umana continua” non è affatto una clamorosa notizia, bensì una conferma delle ipotesi formulate da scienziati in tutto il mondo.
Come detto prima noi contestiamo la teoria che riguarda la macroevoluzione, per cui il fatto che la frequenza di alcuni geni nella popolazione varia, indipendentemente dalla sua espressione nel fenotipo non costituisce alcun problema. Il problema semmai è voler usare per questo fenomeno che è in realtà un’ovvietà, il termine fuorviante di “evoluzione“. Se vi vendessero un software che contiene delle modifiche ma fa esattamente le stesse cose del precedente e lo chiamassero “evoluzione” 2.0, sareste autorizzati a fare causa alla software house per truffa. Rifletteteci un po’ sopra.
E farei anche qualche riflessione sul vero significato dell’equilibrio di Hardy Weinberg, una formula che riguarda quanto esposto sopra e che da sola non spiega l’evoluzione, come ben sa il prof. Odifreddi (vedi CS-Asino d’oro 1: Odifreddi e l’evoluzione).
Ma quello che si contestava al primo articolo di Tarditi Spagnoli era l’aver denominato “evoluzione” un caso di selezione, lasciando così intendere l’identità tra le due cose. Fatto al quale l’autore replica così:
In ogni caso, separare “selezione” da “evoluzione” è un colossale errore.
A questo rispondo semplicemente che non c’è macroevoluzione se non ci sono prima “nuovi” caratteri da selezionare, e che quindi un caso di “selezione” potrebbe essere un caso di microevoluzione, non certo di macroevoluzione.
Potremmo quindi convenire sul fatto che un titolo come “L’evoluzione umana continua” può essere fuorviante, e che magari in futuro sarebbe raccomandabile titolare anteponendo quel “micro“.
Chiudiamo riportando la conclusione dell’articolo nella quale Tarditi Spagnoli si è voluto evidentemente togliere qualche sassolino dalla scarpa:
Possibile che non si conoscano le basi dell’evoluzione biologica? Sono basi che costerebbero il debito formativo a uno studente di liceo! Ma forse sta proprio qui la notizia: che questi incredibili fraintendimenti di conoscenze scientifiche acquisite da decenni siano diffusi da chi si definisce un insegnante di scienze naturali. Che cosa ne pensa il Preside?
1) Possibile che chiamiate evoluzione una diminuzione d’informazione nel genoma? Questa fuorviante definizione non sarebbe ora di rivederla? Ha ragione Piattelli Palmarini quando afferma che si vuole “salvare il neo-darwinismo, allargandolo fino, mi sembra, a farlo scoppiare”. Ecco, definire evoluzione qualsiasi cambiamento nel DNA significa proprio dilatare il concetto di evoluzione fino a farlo “scoppiare”.
2) Non mi rubi le battute, quella del debito formativo l’ho fatta per primo io.
3) Il fatto che questi “fraintendimenti” (quelli che vanno sotto il nome di Sintesi moderna) vengano diffusi da decenni è proprio la notizia!
4) Non “mi definisco” insegnante di scienze naturali, questa è una qualifica che mi dà lo Stato con una abilitazione ottenuta col punteggio massimo. Sorry…
5) La preside della mia scuola insegna inglese e rispetta la libertà d’insegnamento. Vede sig. Tarditi Spagnoli, noi siamo in una scuola libera. Finché qualche legge a tutela del darwinismo di stato non ce lo impedirà…
20 commenti
Caro prof. Pennetta, sono molti mesi ormai che la seguo. La differenza tra micro e macro-evoluzione è la prima cosa che ho imparato leggendo i suoi articoli. L’impressione che ricavo seguendo i suoi appassionanti articoli polemici è che i darwinisti fanno finta di non capire, per il semplice motivo che non sanno cosa rispondere.
Una domanda: sui testi di scuola viene spiegata la differenza tra micro e macro-evoluzione?
Sui testi di liceo che ho avuto io si confondeva addirittura tra selezione naturale ed evoluzione. E di micro o macro evoluzione non se ne parlava, la differenza l’ho imparata in questo sito.
Infatti.
Addirittura sul mio si portava ad esempio come evoluzione la classica “farfalla bianca” che diventa nera per effetto dello smog prodotto dalla rivoluzione industriale!
Anche sul mio. Biston betularia, se non ricordo male.
No, non ricordate male! 🙂
Giancarlo, mi scuso se rispondo solo adesso per problemi al modem…
Intanto grazie per l’attenzione e la fiducia, riguardo poi al confronto con i sostenitori della teoria darwiniana come vede alla fine qualche frutto si riesce a cogliere, almeno se dobbiamo essere contrastati che sia per quello che effettivamente diciamo e non per uno stereotipo errato che viene attaccato addosso.
Riguardo alla spiegazione della differenza tra micro e macro evoluzione sui testi scolastici, la risposta, per quelli che conosco io, è no.
Giancarlo, mi scuso se rispondo solo adesso per problemi al modem…
Cos’e’? Un’epidemia?
Caro Piero, escludendo una specie di epidemia e la pista del complotto, direi che si tratta di una semplice “caso”, come quello delle mutazioni neodarwiniane!
Ancora meglio, uno di quei pochi casi di vera azione del meccanismo “caso e necessità”:
rottura casuale e… necessità di comprarne un altro! 🙂
Chissa’ che il suo modem non diventi come “Deep Blue”.
Del resto, ha il 100% dei componenti che ci sono nei supercomputer…
Dobbiamo solo aspettare…
Beh Enzo in effetti non c’è troppo da dire..musiche già ascoltate…
Si cerca di far emergere un ignoranza di chi avanza la critica facendogli contestare cose che in realtà non contesta affatto..
Evoluzione=cambiamento..un’uguaglianza per chi non sa più che pesci prendere..
Intanto si parte dalla definizione biologica,ok,ma la tde coinvolge più discipline e usare una definizione creata ad hoc per una di esse potrebbe essere non utile nella globalità delle tutte interessate.per esempio se si usa la definizione biologica di specie si vede che se si parla della tde non va sicuramente bene…
Mi riallaccio a quanto dicevo qua,nell’articolo incriminato,:
http://www.enzopennetta.it/wordpress/2012/05/levoluzione-umana-continua/
Si può dire tranquillamente “evoluzione” quando si parla di fenomeni di adattamento,di esiti di speciazione allopatrica,parapatrica etc..
Così come si parla di economia parlando di macro-micro-economia o di elettronica per microelettronica..però se esiste la possibilità che il messaggio sia fuorviante,che vi possano essere errori di comprensione interpretazione,forse una maggior precisione sarebbe d’uopo.
Ma è chiaro perchè ciò non avviene infatti ricordiamo:
http://www.pikaia.eu/EasyNe2/Notizie/Esiste_realmente_una_distinzione_tra_microevoluzione_e_macroevoluzione.aspx
Che al di la del bel quadretto di Haeckel presenta chiaramente quello che Enzo ha ricordato e Piatteli palmarini e Fodor hanno chiaramente scritto:
“salvare il neo-darwinismo, allargandolo fino, mi sembra, a farlo scoppiare”
Il “gioco” è molto chiaro,viene detto:
-“[…]La speciazione è la tradizionale linea di demarcazione tra micro-e macroevoluzione “.”
-Evoluzione=cambiamento
e poi il resto vien da se…
E’ altrettanto chiaro però che questa è una visione o estremamente riduttiva,troppo,oppure erronea.
In tutti i casi “deficiente”,nel senso di scrasa,insufficiente..
Ma da dove arrivano “le novità”?le nuove caratteristiche,funzioni?
Come fa in quest’ottica un non-mammifero a diventare un mammifero?un non-uomo a diventare un uomo?
In una situazione del genere va bene sicuramente:
http://www.emsbachdalmis.de/assets/images/stammbaum-der-hunderassen.jpg
Ma da un ominide a un uomo per esempio?Davvero è la solita cosa?
O forse con questo articolo di Pikaia si vuol solamente dire che la biologia evolutiva si occupa solo e soltanto di microevoluzione,con tutto ciò che è possibile far rientrare in questo(ibridazione,speciazione,selezione,mutazioni etc..),insomma di tutti i cambiamenti intraspecifici,dove con specie si intende sempre comunità di individui aventi lo stesso pool genico,che incrociandosi tra loro generano potenzialmente una prole illimitatamente feconda.
E che quindi non è un problema scrivere evoluzione perchè bisogna perforza intendere quello,giacchè sulla macro-evoluzione non è possibile dire nulla?
Boh forse è così…
Sicuramente è stata ricordata una grande verita,fra l’altro più volte ricordata su CS:
“Prima di scrivere di evoluzione è bene si conoscano le basi della biologia…“..
Non so se sia un radicale cambio di politica,se sia la “chiamata-alle armi” di Russell Garwood,se sia l’eco di “la Voce” o altro..però sicuramente come non essere d’accordo con il titolo:
Pikaia replica a CS: che sia un dibattito? Questa sì che sarebbe “evoluzione”…
Per il 99% della popolazione italiana(con tutto il rispetto possibile)non credo esista la differenza fra micro e macro evoluzione e questo anche grazie alle campagne divulgative a SENSO Unico della tv italiana(tutta).
Mah.. credo che in effetti non sia molto lontano dal vero,in verità con evoluzione “i più” pensano certamente a una trasformazione in cui considerandola da A->B B è migliore di A(più adatto a fare qualcosa in virtù di nuove caratteristiche).
Credo sia molto ma molto interessante guardare cosa dica la Treccani:
http://www.treccani.it/enciclopedia/macroevoluzione/
“A livello genetico tutti i fenomeni macroevolutivi avvengono all’interno di una popolazione coinvolgendo il genotipo dei singoli individui e sono quindi contemporaneamente eventi microevolutivi.
A livello fenotipico le differenze sono notevoli e sotto questo aspetto la m. non può essere ricondotta alla microevoluzione se si intende l’evoluzione biologica come mutamento di caratteristiche adattative e diversificazione, e non soltanto come mutamento di frequenze geniche. ”
L’SMA dell’Università di Bologna scrive:
“La teoria secondo la quale la macroevoluzione altro non è che la microevoluzione estesa nel tempo, e quindi i meccanismi che la spiegano sono i medesimi, viene chiamata “neo-darwinismo”, od anche “teoria sintetica dell’evoluzione.””
In buona sostanza,pertanto,già si è visto anche su CS..non viene neanche fatta distinzione fra micro e macro perchè macroevoluzione viene vista semplicemente come una grande collezione di cambiamenti microevolutivi che si sarebbero accumulati in un lasso di tempo ragionevolmente lungo, nel tempo, fino al punto in cui essi avrebbero causato la separazione con l’archetipo della nuova specie.
Peccato che questa “tesi” poggi sul nulla..manca qualsiasi cosa possa corroborarla sia indirettamnte che direttamente.
Nemmeno si riesce a spiegare come potrebbe avvenire.
Quelli che criticano la teoria dell’evoluzione non è che non hanno compreso cosa indichino questi 2 termini, coniati un’ottantina d’anni fa da un evoluzionista,semplicemente li hanno presi per mostrare la diversità fra due processi,sono riadattati alla realtà delle cose,così come lo è specie.
Ridicolo rifarsi alla definizione di specie del ’40,quando ancora non si conosceva il DNA.
Altrettanto è mantenere i concetti più o meno di quegli anni di micro e macro evoluzione.
Ma è chiaro cosa intendano con quei termini gli oppositori della sintesi moderna,perchè si prodigano bene di spiegarlo.
E’ privo di senso dire che fanno una cosa sbagliata perchè quei due termini alla loro “coniazione” volevano dire in fondo la medesima cosa…
E’ prendersi in giro..
I fossili più di una “evoluzione”,nel senso di susseguirsi di diverse specie nel tempo,non posson mostrare,al più mostrano quello.
E nessun esperimento,nessu caso osservato,mostra come sia possibile che parta un processo macroevolutivo.
Visto che si parla di polli…
Si prendano galline pentadattile..o il gallo dai piedi piumati..il gallo brachidattilo..la gallina dalle zampe palmate o l’anatra con zampe di pollo.. o il gallo dalle 4 zampe…
Di solito la mortalità osservata dai soggetti “mutati” è molto maggiore dei normali e sopravvengono malattie,e solitamente presentano difficoltà che i soggetti normal inon hanno..
Ma ammettiamo che si verifichino condizioni favorevoli..si può davvero che da queste cose per esempio si arrivi in un lasso di tempo lunghissimo a qualche nuova specie(nel senso indicato su)?
Io direi proprio di no..
Si ponga un gradualismo anche quasi fatto da infiniti passi davvero il passaggio da una “sorta di scimmia” a un uomo può essere tranquillamente visto come una collezione di processi microevolutivi?
E’ una teoria scientifica questa?
Eppure dovrebbe essere chiaro il punto della critica alla sintesi moderna…non si farà direttamnte ricorso al solito stereotipo ma mi sembra che più o meno la linea seguita sia quella.
Stando ai fatti è “plausibilissimo”(eufemismo)avere una visione di moicroevulozione e macroevoluzione come abbiamo presentato qui su CS e come portano avanti gli “obiettori” del neodarwinismo.Non lo è certamnte quella proposta dall’ambiente neodarwinista.
Non è assolutamente stato mostrato perchè dovrebbe essere così e non come dicono gli “anti-neodarwinisti”.
Ne perchè il loro modo di descriverli sia fallace,inapplicabile ,errato o altro..
Dimenticavo che bisogna anche prepararsi all’arrivo del PolloSauro.
Arriva anche quello… domani!
Grande Calà:
http://www.youtube.com/watch?v=VVDY3IMmKvA
Chicken Park..parodia di Jurassik Park..qualcuno forse la ricorderà..
http://www.angeldevilland.com/chickenpark.jpg
“Chiken Park”, insomma in poche parole si tratta di un pollaio!
Adesso ci faranno sembrare una cosa straordinaria anche un normalissimo pollaio con polli deformi.
Mala tempora currunt…
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