Luca Cavalli Sforza ha da poco compiuto 90 anni. Per l’occasione ha rilasciato un’intervista a la Repubblica.
Secondo il famoso genetista evoluzionista Luca Cavalli Sforza “gli unici discorsi che val la pena affrontare sono quelli scientifici, gli altri sono privi di consistenza“.
E così, migliaia di anni di storia dell’umanità sono spazzati via: l’umanità degli eroi omerici, la tragedia greca, il diritto romano, lo slancio religioso del monachesimo, l’arte rinascimentale, la poetica dantesca, leopardiana e manzoniana, la teologia, la filosofia classica, teoretica e analitica ecc… sono privi di consistenza.
Questa Mostra, curata da Luigi Luca Cavalli Sforza stesso e da Telmo Pievani, filosofo della scienza ed esperto di evoluzione, racconta da dove veniamo e come siamo riusciti, di espansione in espansione, a popolare l’intero pianeta, costruendo il caleidoscopico mosaico della diversità umana attuale.
Ma come potrà comprendere la “storia della diversità umana” qualcuno che afferma “gli unici discorsi che val la pena affrontare sono quelli scientifici, gli altri sono privi di consistenza“? Al massimo con un approccio di questo tipo si potranno affrontare gli aspetti strettamente biologici della specie umana primitiva: cosa mangiavano; quanto erano alti; quale era l’età media; erano più o meno pelosi… ma null’altro. Per Luca Cavalli Sforza non c’è nient’altro di cui valga la pena parlare.
Ma poi Cavalli Sforza si lancia in una serie di considerazioni sull’uomo che non si sa con quale metodo scientifico possano essere state ottenute:
“Si muovevano (un milione di anni fa n.d.r.) sapendo di imbattersi talvolta in gruppi ostili, che potevano rappresentare una limitazione importante agli spostamenti. Ma al tempo stesso esistevano ampie zone abitate da gente pacifica”
E inoltre non si sa quale metodo scientifico possa permettere di giungere ad affermazioni non dubitative (agnostiche) nei confronti della morte:
L’aldilà è un’invenzione intelligente e niente più. Il cristianesimo gli ha dato una forma compiuta.
Ed ecco che infine questa presunta inconsistenza degli argomenti non scientifici porta alla coerente presa di posizione sul contenuto di un testo come la Bibbia:
Ho il massimo rispetto e considerazione per quel testo. Ma come membro della specie umana posso affermare che la sua narrazione dice ben poco sulle nostre origini. Anzi non dice un accidente di niente.
Ci permettiamo di dissentire con Luca Cavalli Sforza: la Bibbia, anche nel caso in cui fosse considerata solo come un’opera letteraria, sulle origini e sulla natura dell’uomo avrebbe da dire molto di più della mostra su “Homo sapiens” al Palazzo delle Esposizioni.
Così come sull’Uomo hanno da dire molto di più gli stessi miti greci e la letteratura di ogni epoca.
E forse non è mai troppo tardi per interessarsi alla letteratura, cosa che come lui stesso afferma nell’articolo non ama fare:
Non sono assolutamente bravo a leggere i romanzi. Preferisco le storie vere. Meglio i giornali.
Le parole di L.C. Sforza vanno in definitiva a rafforzare la convinzione che un approccio riduzionista alla conoscenza dell’Uomo non può che essere quantomeno incompleto, se non profondamente fuorviante, e che sentiamo di dover guardare con diffidenza ad affermazioni analoghe come quelle del paleontologo George Gaylord Simpson fatte proprie dall’ateologo Richard Dawkins:
“…la vita ha un significato? Che cosa ci stiamo a fare al mondo? Che cos’è l’uomo? Dopo aver posto quest’ultima domanda, l’eminente zoologo G.G. Simpsoncosì scrisse: ‘La mia opinione è che tutti i tentativi di rispondere a questa domanda c eompiuti prima del 1859 sono totalmente privi di valore e che faremmo meglio a ignorarli completamente’.”Richard Dawkins, “Il gene egoista” – Oscar Monadadori, pag. 3
Ma come dicevamo le cose non stanno così, se vogliamo davvero conoscere cosa è l’Uomo, faremmo bene ad ascoltare le risposte scaturite anche prima di quella data e non soltanto quelle scientifiche. Anche perché, come ha suggerito Albert Einstein:
“La scienza non può stabilire dei fini e tanto meno inculcarli negli esseri umani; la scienza, al più, può fornire i mezzi con i quali raggiungere certi fini. Ma i fini stessi sono concepiti da persone con alti ideali etici […]. La scienza può solo accertare ciò che è, ma non ciò che dovrebbe essere, ed al di fuori del suo ambito restano necessari i giudizi di valore di ogni genere”
(A. Einstein, “Pensieri degli anni difficili”, Boringhieri 1965).
(Questo articolo verrà pubblicato anche sul sito UCCR)
47 commenti
Che tristezza questo anziano inaridito, preghiamo per la sua anima e perchè una luce di Verità lo illumini, ovviamente quello che fa arrabbiare di tutto ciò è che le persone che fanno questi discorsi poi si inamorano, fanno dei figli, litigano con il vicino ed accarezzano i nipotini…tutte cose a cui si suppone tengano molto e a cui partecipano ritenendole rilevanti. Poi però tutto ciò non viene loro in testa quando dicono che solo la scienza è consistente.
Cosa fare di una filosofia che ha espunto dal suo orizzonte la vita ed il comune sentire ?
ritorna l’anno 1859, l’anno zero dell’umanità! senza contare il classico metodo dell’annullare la domanda (per non suscitare risposte fuori dal sistema) tipico delle ideologie e degli gnosticismi (credo che il ‘darwinismo’ sia un tipo di gnosticismo), i quali, per far rientrare la realtà nel loro schema, devono necessariamente epurarne alcune dimensioni. dunque, per spiegare ‘scientisticamente’ la realtà, pare sia necessario annullare tutto quello che l’umanità è stata prima dell’anno di grazia 1859.
Sono perfettamente d’accordo, tutto lo scientismo altro non è che una versione attualizzata della gnosi.
Salve professore, come sta?
Ottimo articolo.
Bisogna comunque riconoscere che almeno i Provine, gli Shermer e gli altri hanno avuto il coraggio di dibattere altre teorie nel corso della loro vita.
http://www.youtube.com/watch?v=AM-H6NxdCd4
http://www.youtube.com/watch?v=W9W1Y_PmhSI&feature=related
Mi piacerebbe molto poter ascoltare un dibattito tra lei e Boncinelli o Pievani, per esempio.
Certo, finchè Pievani e Boncinelli si rifiuteranno non sarà possibile.
Buongiorno Riccardo,
grazie per l’apprezzamento, per il resto diciamo che fino a quando ci si può occupare di scienza (o dei suoi problemi) va bene, spero che anche per lei e per gli altri frequentatori sia così.
L’idea del dibattito sarebbe molto interessante, ma, come da lei giustamente osservato, non credo che trovi molta disponibilità dall’altra parte.
La conferma sta nel fatto che pur di non legittimarci come interlocutori (manco fossimo al Quaeda!) possiamo permetterci di fare qualunque critica senza suscitare alcuna reazione.
Contenti loro…
Provine dice d’invitare Johnson nella sua università e di far leggere ai suoi studenti il suo libro, Darwin On Trial, e sarebbe bello se Boncinelli e Pievani facessero leggere ai loro allievi i suoi libri o quelli del professor Giuliani, ma credo che sarebbe pretendere troppo da loro.
Già è tanto che non vengano censurati in quanto “negazionisti”…
Chissà cosa direbbe il prof. se sapesse che il mio libro è in vendita presso la libreria del Palazzo delle Esposizioni accanto al suo!
Stia attento Prof, malgrado qualche darwinista di Pikaia ci sta leggendo ed informerà il Prof Pievani di questo.
Concordo con quanto dice Alessandro Giuliani: la tristezza è la prima sensazione che si prova nel leggere le affermazioni di Sforza…
Volevo dire magari, pardon.
…o magari ne approfitterà per andare leggere di nascosto cosa dice questo “abominevole testo eretico”!
“Ma come membro della specie umana posso affermare che la sua narrazione dice ben poco sulle nostre origini. Anzi non dice un accidente di niente” Estiqaatsi? Chi è che ha dimostrato che solo quell’argomento è degno di nota? Di certo non la scienza, la quale non può certo misurare quanto un argomento è “interessante” o “fondamentale”. Forse dovremmo inventare una nuova unità di misura, il “cavallo sforzo” per determinare quanto valore hanno gli argomenti.
Riguardo l’aldilà, concordo con l’analisi di Enzo Pennetta: dire “non esiste” è una presa di posizione, e dire “la scienza ha dimostrato che non esiste” è una presa di posizone falsa. Come ho scritto in alcuni miei post, la scienza non può dimostrare che esiste solo sé stessa come criterio di validità. Non vi pare?
“Come ho scritto in alcuni miei post, la scienza non può dimostrare che esiste solo sé stessa come criterio di validità.”
Certamente, e se nelle scuole si studiasse “bene” un po’ di filosofia e di epistemologia, certi discorsi, come questo di L.C. Sforza, verrebbero contestati sul nascere.
Se non erro,Riccardo,cò fa pressocchè riferimento a quel principio per cui ,se si rivendica per la scienza di un campo di indagine illimitato,proponendola come filosofia onnicomprensiva in espansione,allora di fatto si presuppone che non vi sia niente al di fuori della scienza se non l’ignoto.Che poi rappresenta la forma di pensiero scientista “rinata” dopo che un certo Popper l’aveva ,almeno nei fatti,nelle menti evidentemente no,demolita.
Tuttavia anche qi regna una contraddizione,poichè che al di fuori della scienza vi sia l’ignoto non è scientificamente dimostrabile, e ricade quindi nell’ambito dell’ignoto,generando un ciclo da cui non è più possibile uscire.
E così questa visione della scienza ad elevarsi da ‘strumento'(diciamo così)a “sapere totale”, ad appoggiarsi all’ignoto, imboccando però una strada senza uscita…
Sforza disse anche:
«Abbiamo un bisogno estremo di capire meglio noi stessie di imparare a usare nel modo migliore la nostra eredità culturale».
e pure:
«I vantaggi della vecchiaia? Oggi ho più tempo per pensare».
..forse questa volta ha pensato poco.
P.s Una ‘letterina’ di una bambina a Cavalli Sforza,offre anch’essa spunti di riflessione:
“Buongiorno, sig.Cavalli Sforza,sono una bambina di 10 anni,sono stata a Roma con la famiglia proprio per visitare la mostra Homo Sapiens e’stata emozionante,ho incontrato Lucy e animali solo immaginati;sono uscita consapevole di essere ‘parente’ dell’intero pianeta essere vivente e non!!! La mia maestra Silvia Donati de Conti mi ha detto che ha avuto modo di conoscerla a Crema.Le auguro buon compleanno,e sicuramente andrò a Milano a vedere le foto dei suoi viaggi. un caro saluto.”
“sono uscita consapevole di essere ‘parente’ dell’intero pianeta essere vivente e non!!!” fino a “pianeta” ci sono arrivato, ma “essere vivente e non” non l’ho capito.
Quello che capisco è che questa bambina, purtroppo, sembra pronta per il New Age e il mito della Madre Terra “Gaia”.
new age…
se si considera che tutto proviene da un Big Bang,che l’organico nasce dall’inorganico,la vita dalla non vita,ripescando un po’ di Steiner magari…ecco che magari anche nella roccia si trova vita,forza vitale,spirito vivente della terra etc etc..
Ragazzi è come con il vino, basta non esagerare, allora è chiaro che in un certo senso siamo parenti anche dei sassi (simile composizione atomica, stesse leggi della fisica fondamentale, comune abitazione sul pianeta terra) e che ancora di più lo siamo con il mondo vegetale ed animale. Siamo insomma parte della stessa Creazione e quindi siamo anche parenti con la galassia alfa centauri che è fatta della nostra stessa materia. Poi noi, come uomini, abbiamo un’altra linea di parentela, molto più forte, elgata al nostro essere fratelli perchè figli dello stesso Padre (per chi crede) ma anche per chi non crede la nostra comunanza è quella che ci fornisce il senso morale ed anche ci detta la vita di tutti giorni (nessuno va a farsi curare da un medico scimpanzè oppure preferisce parlare con una pecora che con una persona umana e quando raramente succede siamo di fronte a delle malattie gravi). Tornando al vino, le considerazioni banali appena fatte corrispondono ad un bicchiere ai pasti, la new age ad una sbornia bruttissima, la bambina non credo sia candidata alla sbornia…
“nessuno va a farsi curare da un medico scimpanzè oppure preferisce parlare con una pecora che con una persona umana e quando raramente succede siamo di fronte a delle malattie gravi.”
Alessandro, mi hai fatto veramente morire dal ridere con questo passaggio, ti ho mai detto che nello stile hai qualcosa di Chesterton?!
A me è venuto in mente l’episodio con Gene Wilder in “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere” di Woody Allen…haha
Troppo buono Enzo, GKC è il mio maestro inarrivabile comunque….
Beh.. certo, nessuno ,penso, veda nella bambina una new ager,o altro,fatto sta che volenti o nolenti messaggi che si ricevono, che si recepiscono da bambini poi possono portare a preconcetti ,ad accettare acriticamente,ad abboccare a ciarlatani etc quando si andrà a vestire la toga virilis.
Se poi certe idee dal sistema di istruzione,dai media,da riviste,da internet,continuano a venir offerte un po’ anche ‘omeopaticamente’ magari uno pensa che un bicchere fa bene,due lo stesso,vabbeh qualche bicchiere in pù che sarà mai e poi forse arriva la sbornia.
Un conto è poi essere dela stessa ‘materia’,un conto è essere imparentati,un conto è vedere la vita nella non vita.
E’ un passo non legittimato da nulla,ne utile affinchè si inviti a farlo.
Certo che però, da quanto ho capito, se i genitori sono venuti a Roma espressamente per vedere la mostra… mi sembra tanto una specie di “pellegrinaggio” tipico della “Nuova religione” comtiana.
Un pò pellegrinaggio forse lo è, chiaramente noi stiamo parlando senza sapere nulla, è un puro ‘caso di specie’, vale la pena però soffermarcisi un pochino per capire come ci dobbiamo comportare noi (intendendo per noi chiunque abbia a cuore la ragionevolezza e la ricerca della Verità) di fronte a certi fenomeni.
Allora il punto è a che livello stiamo parlando, insomma ciò che nel MedioEvo (mai abbastanza rimpianto..sob) si chiamava discorso anagogico, insomma la stessa affermazione aveva significati diversi a diversi piani di interpretazione e partirei proprio dalla frase di Leonetto:
Un conto è poi essere dela stessa ‘materia’,un conto è essere imparentati,un conto è vedere la vita nella non vita.
Sicuramente Leonetto ha ragione nel 2012 perchè purtroppo siamo costretti da fattori che vanno dalla fretta allo sviluppo tecnologico alla democrazia (non necessariamente in quest’ordine) ad immaginarci sempre un ‘contesto medio ed indifferenziato’ che accoglie le nostre parole, per cui meglio ‘evitare equivoci’, però dobbiamo essere consci che lo facciamo a scapito della profondità e quindi della verità che vive di antinomie e di molteplicità di livelli (vi consiglio ogni più piccolo scritto di Pavel Florenskij che su queste cose ha fornito diamanti puri..). Allora Messer Leonetto nel 1212 avrebbe preso in considerazione la struttura anagogica ed avrebbe detto:
1) ‘Non c’è differenza fra vivente e non vivente’ se si stava parlando della termodinamica delle reazioni chimiche o anche dell’ottimalità sterica dei solidi platonici per riempire lo spazio
comune a virus, polimeri e casse da imballaggio.
o, al contrario (apparente)
2) ‘Vivente e non vivente non possono essere comparati’ se si stava parlando della struttura delle cellule, oppure del processo di accoppiamento dei cromosomi alla mitosi, o anche del nostro cucciolo di casa rispetto a un peluche.
Questo poteva accadere perchè Leonetto avrebbe avuto dalla sua la grande libertà di pensiero offerta dal dogma, insomma l’insegnamento e l’auctoritas della Chiesa garantiva del fatto che queste sue affermazioni non avrebbero travalicato il loro contesto, in cui entrambe erano sensate, per diventare affermazioni generali dotate di un impossibile valore assoluto (impossibile non perchè non esiste la verità ma per il semplice fatto che il linguaggio naturale è polisemico ed è polisemico perchè fa riferimento ad un significato).
Un pomposo filosofo tedesco secoli fa se ne uscì purtroppo con ‘L’imperativo morale categorico’ per cui qualsiasi affermazione ed azione doveva essere universalmente giusta INDIPENDENTEMENTE DA CONTESTO (mentre di Universalmente giusto prima si consideravano solo i (pochi) articoli di Fede) ed il mondo è precipitato nella dittatura delle ‘tendenze’, per cui oggi potremmo ritenere che mettersi in groppa ad uno schiavo sia immondo, domani che mettersi in groppa ad cavallo sia una crudeltà verso il cavallo, dopodomani che metterci in groppa ad una sedia sia una crudeltà verso la sedia per il semplice fatto che riteniamo che ‘mettersi in groppa’ sia una cosa in generale violenta indipendentemente dal contesto e quindi ‘progressivamente’ da annullare (questo è proprio GKC, anche se rimaneggiato).
Detto questo mi chiedo come potremmo trovare spazio per questa ariosità del discorso anagogico che unico ci permette di dare muscoli al pensiero in questo veloce e frettoloso spazio di internet, altrimenti nella battaglia tra ‘affermazioni giuste in sè’ faremmo il gioco del nemico che è sempre poco realista e molto razionalista.
Che dire, Alessandro, forse non si è più abituati a ragionare a questi livelli, proviamo a leggere cosa si scrive da altre parti… solo slogan, frasi fatte, analisi superficiali.
Se anche solo riuscissimo a suscitare il desiderio di muoversi su questo piano culturale sarebbe già un grande successo.
Ma purtroppo con quella “demolizione controllata” che è stata fatta della scuola, le prospettive non sono delle più rosee.
Cari Enzo e Alessandro, visto che avete tirato in ballo il buon GKC: penso che lui avesse già trovato la ragione di tutte le disavventure in cui continuiamo a incappare nel nostro “dialogo acceso” con un certo tipo di ateismo scientista. Essa sta in queste due semplici frasi: ” Il cristiano è liberissimo di credere che nell’universo ci sia una notevole quantità di ordine prestabilito e di inevitabile evoluzione. Ma al materialista non è concesso ammettere che nella sua macchina immacolata ci sia la minima punta di spiritualismo o di miracolo ” (da “Ortodossia”). Insomma, ogni minima critica al cristallino, multisfaccettato e fragile paradigma che lo scientismo ha forgiato per sé va prontamente e ferocemente respinta , perché per quanto piccola è potenzialmente letale per esso!
Grande Chesterton, no? 😀
Un caro saluto!
Grandioso ! E questo è il motivo per cui tutto sommato abbiamo vita facile a controbattere..
Forse non la pensa come lei “lo scienziato di Sestri Ponente, che credeva al Disegno Intelligente”… ah, la poesia scientifica, come ho fatto a vivere senza fino ad oggi.
Veritas filia temporis ,si,ma ci sono cose che non hanno tempo,o che mutano semplicemente il loro lato exoterico rimanendo esotericamente inalterate,cosìcchè da adattarsi e sopravvivere ad ogni sconvolgimento,altro che ominidi…
In un ipotetico 1212(Dott.Giuliani sa che ha replicato la data del Darwin day..sta facendo pubblicità occulta?^^)per quanto riguarda la cristianità,la Parola era disponibile,a avere conoscenza e possibilità e spirito di leggerla,o comunque poteva essere trasmessa,quindi in virtù di quella l’ipotesi sulla vita di una roccia per esempio veniva esclusa.In ambito scientifico invece si poteva pensare che larve,mosche nascessero da carne morta o che topi nascessero da rifiuti,ma mancavano conoscenze,di fatto fra l’altro bastava solo mettersi li e verificarlo e si poteva vedere che così non era.Quindi li non vi sarebbe stata possibilità di pensarlo se non filosoficamente.
Invece ,ragionando con una struttura anagogica da 1212 ai giorni nostri ,probabilmente verrebbero fuori le due affermazioni che formerebbero un pensiero preciso e di un considerevole livello culturale e di dibattito.
Ma il punto è,almeno in parte,un altro,ovvero,se determinate persone,molte, non hanno letto,non hanno dedicato particolare tempo allo studio eppure hanno impressi nella testa determinati concetti,hanno delle immagini delle quali pensano di conoscere il significato da attribuirgli,vuol dire(non sono idealista)che da qualche parte tali cose sono entrate;fra l’altro in virtù di tali cose poi più facilmente è possibile accettarne altre, ovvero, è possibile accettare un’intera ideologia,un’intera filosofia di vita,un ‘intero modo di vedere la vita e le cose se esso trova uno spiraglio e terreno fertile.
Quindi se queste cose sono entrate nelle menti, saranno giunte dall’istruzione ricevuta,dai media,dalle mostre,dalle riviste e documentari,nonchè dalla cultura del proprio paese, che sicuramente,queste, sono cose condivise da una larghissima fascia di persone.
Quindi,un problema,o quantomeno un aspetto da non tralasciare,imho,consiste nel considerare che è possibile che esistano quelle che definisco le “cose che la gente sa ,ma non sa di non sapere”.
Un modo di ragionare più diffuso da 1212 non sarebbe male,la mia preoccupazione verte su un metodo da 1984…
non so se mi sono meglio spiegato.
Spiegazione perfetta ! Concordo completamente, quando mi rammaricavo della fine del MedioEvo lo facevo con ironia, ma è sicuramente vero che l’epoca aveva grandissimi pregi e credo che una certa profondità ed insieme semplicità di pensiero non sia stata più raggiunta, ma sono state raggiunt molte altre belle cose (tra cui la scienza sperimentale moderna). Però dovremmo osare il pensiero trasversale, attraversare i piani…la grande lezione di Pavel Florenskij e della filosofia russa appena prima la Rivoluzione Sovietica…
E forse non è mai troppo tardi per interessarsi alla letteratura, cosa che come lui stesso afferma nell’articolo non ama fare:
“Non sono assolutamente bravo a leggere i romanzi. Preferisco le storie vere. Meglio i giornali.”
Pare che qualcuno dei suoi correligionari non sia d’accordo con lui.
http://www.uaarvenezia.it/concorsopoesia/?page=primo
sono convinto che questo tipo di poesia sarà giudicata “consistente”.
Ecco, tratta dal sito segnalato da Daphnos, un esempio di “poesia scientifica”:
La banda di Valenza
Un branco di elettroni di valenza
aggredì un atomo nella sua residenza.
Catturati verso sera,
finirono in galera
e fu la fine della banda di Valenza.
Chissà cosa ne penserà LCS?
A me è piaciuta anche questa:
L’argomento
C’era un logaritmo bugiardo di Cento
che dal dir panzane si tratteneva a stento.
Gli chiesero se era vero
che era stato logaritmo di zero,
ma il logaritmo di 100 cambiò argomento.
Chissà se ha vinto il Terzo Premio (“Due simpatici scimmiotti di peluche di nome Charlie e Sigi in onore di Charles Darwin e Sigmund Freud”)… sicuramente lo meritava…
😀 😀 😀
PS: Comunque molte di quelle poesiole sono davvero buffe! 🙂
Per la verità, come ho spiegato su UCCR, ho raggiunto il sito casualmente… sto leggendo solo adesso le poesie…
Non credevo che fosse possibile concepire tutto questo. Che dire, a quanto pare la realtà supera di gran lunga la fantasia.
oh mamma mia!!
Sconvolgente, altro che Dante!
Sono effettivamente buffe e sono nello stile dei Limericks, le poesie nonsense che mandavano in brodo di giuggiole la classe ‘colta’ inglese di epoca vittoriana, e limericks sono le poesie che ricevo in regalo dai miei amici atei e progressisti. Poesia ha invece il signficato originario di poiesis coè di FARE IL MONDO, qualcosa di molto serio e realistico, molto più realistico di molta parte della scienza. Per rimanere a GKC la sua unica prova poetica è la Ballata del Cavallo Bianco che trasuda realtà e senso. Una formula chimica è in qualche modo poesia perchè densamente simbolica, raccoglie senso ‘multistrato’ nella sua stessa forma (non a caso avendo come solo input le formule di struttura si possono recuparare miriadi di caratteristiche chimico-fisiche dei composti corrispondenti) ma solo un’anima aperta al mistero pò condensare in una ‘formula poetica’ un tale concentrato di relazione fra significato e significante come
Stiamo come d’autunno sugli alberi
le foglie
Ciò non toglie che io sia d’accordo con Michele nel considerare buffe le filastrocche riportate ma appunto, sono filastrocche, la poesia è altro…
Auguri di buon compleanno.
Alberto, se si riferisce al Natale di Charles Darwin simo un po’ in anticipo.
Anche se abbiamo già cominciato a mettere un po’ di regali sotto l’albero…
Forse erano auguri per i 90 anni di Cavalli Sforza..beh comunque mica se li porta male…
Hai ragione, comunque per non sbagliarci auguri a tutti e due…
P.S. da metterci la firma ad arrivare ai 90 in quel modo!
Molto di ciò che non ha “consistenza” servirebbe alla vita e all’uomo di oggi. Con “la morte di Dio”, ed anche con i meno infausti decessi dei suoi surrogati novecenteschi, déi nuovi secolari e storpiati, le ideologie totalitarie comuniste e fasciste, i regimi liberali e democratici del mondo avanzato appaiono arenarsi oggi in un “deserto” di leopardiana memoria. “O la immaginazione tornerà in vigore, e le illusioni riprenderanno corpo e sostanza in una vita energica e mobile, e la vita tornerà ad esser cosa viva e non morta, e la grandezza e la bellezza delle cose torneranno a parere una sostanza, e la religione riacquisterà il suo credito; o questo mondo diverrà un serraglio di disperati, e forse anche un deserto” scriveva il recanatese in un lontano 1820.
Il 2 ho festeggiato il compleanno………..di mia sorella, biologa 🙂
Detto questo, volevo fare alcune considerazioni sicuramente meno profonde delle considerazioni lette (molto interessanti invero) ma ognuno ha il suo livello, e questo è il mio (diciamo anche che ognuno ha il suo chiodo fisso e questo è il mio).
Parto dal considerare la faccenda dello “stare in groppa”, parliamo di cavalli quindi; è evidente che esiste qualcuno che la considera una crudeltà verso il cavallo, ormai lo spirito animalista pervade ogni cosa, vedasi l’incidente capitato a Bigazzi per la storia dei gatti (notare che non ha invitato a mangiare i gatti ma ha solo raccontato di come in periodi in cui l’abbondanza alimentare non era alla portata della maggioranza delle persone si faceva di necessità virtù e si mangiava tutto il mangiabile). Scandalo! certo a certe anime belle sembra certamente più giusto lasciar morire di fame dei cristiani (inteso come esseri umani) che come sappiamo sono degli intrusi, dei prevaricatori, dei cancri della natura, piuttosto che uccidere dei gatti per mangiarseli; infatti si preferisce produrre cibo per animali piuttosto che soccorrere milioni di persone che muoiono di fame.
Tornando ai cavalli, credo che se potessimo chiedere ad un cavallo se preferisca essere utilizzato come cavalcatura, traino o altro lavoro oppure scorazzare libero con un branco di suoi simili la risposta sarebbe scontata. Credo anche, però, che se chiedessimo ad un capriolo se preferisse essere mangiato dai lupi o scorazzare libero, anche questa risposta sarebbe scontata.
L’animalismo esasperato, che non ha niente a che fare con l’evitare sofferenze inutili anche ad altri animali, in verità non è “per gli animali” ma è solo una delle molte armi ideologiche “contro l’uomo”.
E uno.
Sappiamo che il cianuro fà male, direi assai male, però, non so se vi è capitato di bere del vino della Carinzia, il mal di testa è assicurato assieme ad altri sintomi di intossicazione (cosa per altro che non capita ai Carinziani che sono mitridizzati) perchè contiene cianuro ancorchè in minime quantita, ma non si muore.
Il cavolo invece, si sà che fà bene, direi molto bene, eppure io sono convinto che potrei uccidere una persona facendogli mangiare troppi cavoli (se non per le sostanze contenute, per indigestione).
E’ solo una questione di soglia, tutto può far male, il problema non è il cosa ma il quanto, ciò che fà male non è la sostanza ma l’eccesso.
ieri però ho letto un articolo sul nuovo killer: lo zucchero.
Ecco ci mancava solo questo, prima era la carne di maiale, poi le carni rosse, ora la carne di qualsiasi tipo, poi il latte, e ancora il vino, il grano, il sale, ora anche lo zucchero, ma attenzione, nell’articolo non si parlava di saccarosio ma bensì di fruttosio! quindi la frutta fa male!
Anche questa “dietologia” moderna (spesso sposata a concetti new age) non è altro che un’altra arma contro l’uomo.
E due.
Proseguo con con il linguaggio, anche qui, con il politically correct si produce una cesura nella continuità culturale rendendo l’uomo fragile ed incerto, privo dei legami con la sua storia e la sua cultura, mi viene in mente un astronauta durante una passeggiata spaziale a cui venga tagliata la corda di ancoraggio.
Contemporaneamente si propone un linguaggio povero, essenziale (no, questa sarebbe una cosa positiva!) minimale è la parola giusta capace di esprimere pur in maniera sgrammaticata i concetti più immediati, concreti, direi di soppravvivenza materiale ma incapace di esprimere concetti alti.
Se non mi credete provate a parlare con degli studenti delle superiori, pur tenendo conto delle eccezioni che ci sono, non conoscono il significato di molte parole che erano di uso comune fino a pochi anni fa e se riusciamo a portarli a discutere di argomenti un po’ trascendenti vi garantisco che non ci riescono per mancanza di strumenti linguistici adeguati; il massimo che sanno fare è ripetere pappagallescamente delle frasi fatte.
E tre.
Tirem innanz e arriviamo ad un altro punto dolens, l’attacco alla famiglia e all’identità sessuale. Qualsiasi cosa va bene, l’eterosessualità è un limite, tutti siamo bisessuali ma non abbiamo il coraggio di ammetterlo, la perfezione però la si raggiunge solo con l’omosessualità.
Preferisco non addentrarmi più oltre in questo argomento perchè mi vengono alla mente delle battutacce da osteria che saranno anche volgari e perchè no, peccaminose ma vivaddio normali! ah già, cos’è normale? pfffff!
E quattro
E avanti con la liberà di pensiero, la libertà di pensiero è quella imposta, chi dice qualcosa di diverso ma anche chi chiede spiegazioni a dubbi e ventila il proprio fastidio nell’accettare pedissequamente tutto quello che gli viene propinato sotto forma di omogeneizzato culturale, ideologico, storico, politico eccetera è soggetto a ostracismo, derisione e via dicendo.
Nemmeno si possono più formulare ipotesi su cui intraprendere ricerche, certe cose non si possono proprio dire, ultimo brillante esempio la legge passata in Francia sulla strage degli Armeni. Ora, io sono fra quelli che credono che il genocidio ci sia stato ma non posso pensare che si possa limitare la possibilità dell’indagine storica per legge, è abberrante!
E cinque
Sulla stessa falsariga l’attacco all’identità religiosa e alla libera espressione della stessa, viene mascherata da rispetto per le altrui culture ma in effetti si tratta di ricacciare ogni espressione religiosa nel privato estromettendola dalla vita pubblica, e funziona, la gente ci cade e con sussiego si adegua eliminando presepi, canti natalizi e così via.
E sei
Potrei continuare ancora e sono sicuro che tutti voi potreste arricchire il carnet ma non mi sembra il caso.
A me è evidente, lampante, chiarissimo che tutto converge verso un “normalizzazione” dell’essere umano.
Ve la ricordate la normalizzazione vero? Ungheria, Cecoslovacchia…, bei tempi quelli in cui le normalizzazioni si facevao con i carri armati, almeno la violenza era evidente e provocava una reazione anche se purtroppo quasi sempre perdente.
Oggi non è più così, la normalizzazione viene imposta con metodi più subdoli e raffinati, protossido di azoto e tu ridi, ti cavano i denti buoni e tu continui a ridere, ti presentano una fattura da stramazzare e giù risate.
C’è proprio da piangere, povera umanità
Ora che ho ricevuto il tuo punto di vista personale su determinate faccende,fra una parola e l’ltra,un luogo comune qui un luogo comune la,posso anche trovare concepibile e condivisibile il problema dell'”esser normale”,tuttavia non posso che chiedermi cosa c’entri con questo argomento e sapere di aver provato sollievo leggendo:
“Potrei continuare ancora e sono sicuro che tutti voi potreste arricchire il carnet ma non mi sembra il caso.”
Comunque auguri alla biologa..
Semplicemente che, a mio parere, certe affermazioni non sono casuali.
Quanto detto dal Prof. Sforza non è che un tassello di un disegno intelligente.
Un po’ è anche critica alla critica e l’esposizione di un dubbio: non è che se si contrasta questa o quella affermazione di questo o quel personaggio si gira un po’ a vuoto? (interessante a questo proposito “la grande strategia dell’impero romano” di Luttwak).
Intendiamoci, non che non si debba fare, è doveroso, ma è come sperare di salvarsi da uno sciame di vespe di terra ucidendole una ad una, se non si tappano le uscite del nido saranno loro a distruggere noi e non viceversa.
Leggo e partecipo al blog da un po’ e condivido la maggior parte delle cose che si dicono (di solito non condivido le cose che non capisco, come potrei? cerco di documentarmi alle volte con risultati accettabili e alle volte meno).
Il mio cruccio è che sì è giusto argomentare punto a punto, ma mi domando quanto sia produttivo.
Tutto qui, alle volte il concentrarsi sul particolare fà perdere la visione di insieme e mentre ci concentriamo a discutere su cosa sia quell’appendice tremolante la rana pescatrice ci mangia.
Non sono un complottista irriducibile, ma non riesco a non vedere una convergenza di varie azioni di sradicamento culturale e di menzogna sistematica, di sostituzione (di fedi) e non riesco a non vedere un disegno in tutto questo.
Volevo solo richiamare l’attenzione su questo punto, prendendo spunto dalla citazione del “salire in groppa”.
In quanto all’OT, non mi sembra di essere poi così tanto OT, certe affermazioni di Cavalli Sforza, forzano (stride, lo so) proprio il cardine della tradizione, gettano alle ortiche tutto ciò che non è misurabile e seguono la corrente di questo disegno intelligente. Nell’url dell’articolo (sì leggo anche quelli) compare un “/luca-cavalli-sforza-negare-luomo/” evidentemente non sono il solo ad avere certe “sensazioni” e negare l’uomo distrugge l’uomo.
E’ probabile che non ci fosse bisogno di scrivere in quanto più o meno siamo tutti nello stesso solco comunque ho voluto contribuire.
La domande sono:
ma certe cose le dicono consapevolmente o inconsapevolmente? Rispetto al disegno intelligente-
esiste, o per lo meno è plausibile il disegno intelligente?
In quanto alla sensazione personale le la risposta alla prima domanda è “inconsapevolmente” concordo per un sentimento di tristezza se la risposta fosse “consapevolmente” bhe il sentimento prenderebbe altro nome.
Grazie per gli auguri, li trasmetterò.