L’effetto del fondatore: è un elemento di prova a favore della teoria neodarwiniana?
Sul blog “Leucophaea” è apparso un articolo, ripreso anche altrove, in cui si parla di esperimenti che confermano la teoria neodarwiniana.
Ma in realtà non confermano che aspetti collaterali, aspetti che potrebbero essere utilizzati anche in senso contrario: chi fa simili affermazioni fornisce sì una conferma sperimentale, ma solo del fatto che spesso non si conosce bene la teoria che si vorrebbe sostenere.
Quello che più colpisce dell’articolo apparso su “Leucophaea” è la trionfalistica conclusione nella quale si afferma di aver prodotto due esperimenti di convalida della teoria neodarwiniana e si sfidano immancabilmente i “creazionisti” ad addurre altrettanto inoppugnabili esperimenti:
Per finire, una considerazione per i creazionisti. Questi lavori sono molto complessi, e spesso difficili da pianificare e portare avanti: ma vanno tutti in una sola direzione, cioè nella conferma della teoria dell’evoluzione e delle sue conseguenze (ricordiamo inoltre che l’ipotesi del rinforzo era state proposta da Wallace, compagno di Darwin nell’elaborazione della teoria dell’evoluzione per selezione naturale). Quando anche i nemici dell’evoluzione se ne usciranno con un esperimento (uno, 1) che dimostra come la selezione naturale non esiste – ed è compito loro, mica degli evoluzionisti, pianificarlo – credo che potrebbero lontanamente pensare di avere una dignità di una discussione.
Come vediamo innanzitutto si ripete la parola d’ordine, si indicano come “creazionisti” tutti quelli che si oppongono alla teoria dell’evoluzione per “caso e necessità”. Ma questo è un passo che viene reso possibile solo da una scorrettezza precedente, quella di identificare il fatto dell’evoluzione con il neodarwinismo, che ne è una possibile spiegazione. Quindi, ripetiamo per l’ennesima volta, contestare il neodarwinismo non è equivalente a contestare l’evoluzione.
Come vediamo si tratta di un concetto alquanto semplice, quindi il permanere dello stesso errore lascia pensare che esso sia voluto proprio per non dover rinunciare ad etichettare come “creazionista” chiunque sollevi dei dubbi.
Vediamo poi un passaggio che mostra come proprio chi vorrebbe difendere la teoria in realtà non la conosca: “Quando anche i nemici dell’evoluzione se ne usciranno con un esperimento (uno, 1) che dimostra come la selezione naturale non esiste“… Ma chi ha mai detto che la selezione naturale non esiste?
Quando l’autore dell’articolo ci porterà un’affermazione (una,1) che sostenga che questo è il problema?
Se egli conoscesse veramente la teoria neodarwiniana, saprebbe che il cuore della teoria, il fatto che deve essere ancora dimostrato non è la selezione, ma la comparsa di nuove specie per somma di mutazioni casuali “e” selezione: la selezione deve avere qualcosa di nuovo su cui agire, altrimenti è solo un fattore di stabilizzazione.
Una volta chiarito questo, vediamo che i due esperimenti che vengono riportati possono essere interpretati in senso contrario a quello dato dall’autore. Ne sono la prova delle affermazioni riportate su un blog di segno diametralmente opposto a “Leucophaea“, il blog “Anti-Darwin” nel quale vine riportato uno scambio tra un neodarwiniano e un creazionista (vero):
Neodarwiniano (domanda):
Un suo amico, il prof. Maciej Giertych… sostiene che la formazione di razze o di varietà, fenomeno molto ben studiato sulle specie domestiche, consiste in una riduzione della diversità del genoma. Guarda caso è la stessa preoccupazione dei biologi conservazionisti (che sono anche evoluzionisti!): temono proprio per questo le conseguenze dell’isolamento fra loro di varie popolazioni di una stessa specie. Ma se questo è un aspetto molto importante ce n’è un altro: l’isolamento (geografico, alimentare o di altro genere) non Le sembra il sistema migliore per la speciazione perchè delle variazioni genetiche si possano fissare meglio in una piccola popolazione che in una grande?
Creazionista (risposta):
Sicuramente l’isolamento favorisce la selezione naturale e successiva fissazione delle rimanenti informazioni genetiche, che sono ridotte rispetto alla popolazione parentale. Più è piccola la popolazione isolata, più va favorito la deriva genetica fino ad arrivare all’effetto fondatore con solo una coppia o un’animale gravida. A maggior ragione l’isolamento porta ad una perdita di informazione genetica e l’impoverimento del patrimonio genetico…
Se infatti l’isolamento riproduttivo, di cui l’ “effetto del fondatore” e il fenomeno del “reinforcement” sono elementi rilevanti, può essere un argomento a favore della teoria dell’evoluzione neodarwiniana, allo stesso tempo può essere utilizzato come elemento a sfavore. Cosa è allora che determina la correttezza dell’una o dell’altra conclusione?
La presenza o meno di nuove informazioni genetiche!
Il fatto che su molti siti evoluzionisti sia stato riproposto l’articolo di Leucophaea e che non sia stato sollevato questo punto è in definitiva la conferma “sperimentale” (questa sì) del fatto che chi vorrebbe sostenere la teoria neodarwiniana, spesso sembra non conoscerla bene.
E allora le parole con cui l’articolo in questione si conclude, appaiono in tutta la loro realtà di frasi fatte, di slogan a difesa di un’ideologia che non deve essere messa in discussione:
E ragionare, invece che mettere insieme evoluzione darwiniana, buco dell’ozono e riscaldamento globale, e dimostrare in tal modo che la loro opposizione è profondamente radicata in un’ideologia religiosa che si oppone a priori a tutto ciò che si scontra con la loro visione del mondo, tipica di pastori mediorientali di 4.000 anni fa.
E un’altra cosa dimostra “sperimentalmente” questa conclusione, che chi oggi sostiene il dogma neodarwinista accusa gli altri di dogmatismo, e che le questioni del Global warming e dell’evoluzione sono sostenute da una stessa idea (o ideologia?).
Un’idea che vede le sue origini culturali nella linea politica ed economica di istituzioni che si rifanno al pensiero di Thomas Robert Malthus.
29 commenti
“Quando anche i nemici dell’evoluzione se ne usciranno con un esperimento (uno, 1) che dimostra come la selezione naturale non esiste“…credo che potrebbero lontanamente pensare di avere una dignità di una discussione.”
O_O ehhh????
A parte che anche qualsiasi ‘nemico dell’evoluzione’ accetta sia la micro-evoluzione che la selezione naturale,come potrebbe non farlo?
Fra l’altro questi tali sanno che ,comunque, sono concetti questi ,che al livello base,sono come quello dell’acqua calda?
Banalmente credo si possa rispondere :
Quando gli evoluzionisti,di quel tipo,impareranno o non faranno finta di non conoscere i concetti di specie e speciazione,di nuova informazione credo che potrebbero lontanamente pensare di avere una dignità di una discussione.
Vabbeh comunque Leucophaea…ruminazioni su scienza…finchè appaiono in questi posti si constata la presenza di ignoranza e di luoghi comuni,ideologie,concetti che sono filtrati e che vengono riproposti a macchinetta..però sul piano scientifico non ci si aspetta niente di che..
Però quando appaiono in altre parti che sulla carta sono di un livello scientifico un po’ più elevato e che comunque hanno più influenza sul pubblico è certamente peggio..
fra l’altro si rispondeva giusto a questa cosa qua:
http://www.enzopennetta.it/wordpress/2012/02/caro-augias-facciamo-tornare-darwin/
a Niccolo circa appunto la selezione naturale..
bell’articolo, complimenti prof!
ormai è una convenzione accusare di “creazionismo”, quasi fosse un insulto alla ragione dell’interlocutore
affibbiare quest’etichetta per sminuire l’attendibilità di qualcuno che solleva dei dubbi sulla teoria dell’evoluzione è una chiara evidenza di come i darwinisti diano per scontato che tale teoria sia esatta e “dimostrata” a prescindere da eventuali prove confutative …insomma non vogliono sentire discussioni, è un vero dogma, ed anche dei più prepotenti
Carissimo, mi fa piacere vederti tornare reduce dall’infuocato scontro con l’ossimorico pennuto!
Credo che tu di accuse di creazionismo ne sappia qualcosa… e credo anche che il modo più efficace di contrastare questo trucco dialettico-propagandistico sia quello di riportare instancabilmente il discorso sul piano tecnico, come tutti noi stiamo facendo.
Bellissimo articolo, Prof.
Va anche detto che anche l’Intelligent Design ed il creazionsimo sono molto diversi tra loro.
L’ID E lo studio di caratteristiche in natura che si ritiene siano meglio spiegate come opera dell’intelligenza di un creatore, mentre il creazionismo cerca di far coincidere i dati della scienza moderna con un’interpretazione letterale della Bibbia di tipo evangelico-protestante.
Chiedo ad i frequentatori di questo sito di correggermi qualora sbagliassi.
Grazie Riccardo, personalmente credo che il problema dell’ID sia quello di non proporre nessuna spiegazione verificabile.
In pratica, il neodarwinismo propone spiegazioni verificabili che però non sono mai state verificate, l’ID non le indica nemmeno.
Quindi, il creazionismo non ha proprio nulla a che vedere con la scienza, l’ID vuole essere scienza ma poi non propone nessun esperimento, il neodarwinismo vuole essere scienza e propone delle verifiche ma poi fallisce la prova sperimentale.
Come dire, tre modi diversi di non essere scienza.
Non è esatto…L’ID diciamo di si,semplicemente sostiene sia scientificamente possibile determinare cosa sia opera del caso e cosa di un progetto intelligente,quindi ordinato,cosciente di cosa va creando.Non necessariamente indica un creatore potrebbe essere anche un meccanismo naturale autoregolante o altro,comunque non è importante chi o cosa sia dietro la creazione,ma il fatto che sia possibile,scientificamente,dire che dietro vi sia un progetto intelligente.
Il creazionista-smo si divide in 4 ‘branche’ principali:
-la prima, che pone a priori di avere la piena conoscenza e la piena interpretazione corretta di un testo sacro e quindi da questa cerca di spiegare la natura e di cercare conferma di quanto dice il testo
-la seconda,che preso atto di cosa avviene e di cosa si trova in natura,di quanto apprende dall’analisi di dati,va a vedere se vi può essere corrispondenza con il suo testo sacro,se vi è ne afferma,ne mostra e ne difende la plausibilità.Se non ne trova cambia il suo pensiero e pensa che ho non ha capito bene quanto il testo volesse dirgli o forse la ricerca manca di parti che successivamente rivaluteranno il testo.
-la terza che crede nell’atto creativo e in una creazione continua dietro la guida e il pensiero e il volere di un essere superiore ed intelligente,della cui creazione si può trovare dei riscontri nel loro testo sacro,della cui parte l’interpretazione va capita man mano che sia possibile.
-la quarta che afferma che siano presenti determinati segni inequivocabili di un intervento alieno intelligente nell’evoluzione.
(la prima di solito corrisponde alla parte che presumo tu definisca protestante-evangelica,la seconda racchiude diversi cristiani ed ebrei ,la terza diversi cattolici e la quarta gli ufologi)
Questo detto abbastanza semplicemente ed in sintesi…
Comunque l’importante non è affatto questo.
Anzi,è inutile.
Poichè tali considerazioni riguardano la storia naturale(beh la 4 teoria va discussa anche in ambito scientifico e fra l’altro è trovata più che mancante..la prima invece stravolge i campi)e non la scienza,pertanto se si va ad analizzare la teoria dell’evoluzione neo-darwiniana lo si fa
instancabilmente portando e mantenendo il discorso sul piano tecnico-scientifico, come tutti noi stiamo facendo.
Non serve che ci sia una contrapposizione,non è un round fra pugili,se si trovasse un piccione al bordo di una buca di 4 metri e si teorizzasse che l’abbia fatta il piccione per stanare un verme,per andarla a confutare non ho il bisogno di sapere se la buca è stata causata da un siluro,una ruspa,un elefante un uomo o altro;se posso sapero meglio,ma se non posso saperlo non è che devo creare un’ipotesi alternativa per confutare quella sul piccione.
Questo è il ncciolo,questo è importante..
Eppure anche questo articolo mostra che invece che rispondere in ambito tecnico -scietifico argomentando è più conveniente affibbiare un appellativo a quello che muove le contestazione per spostare la replica dall’argomentare le cose dette da quello ad un attacco al suo credo..andando anche a far passare che quelle sue contestazione siano fruitto solo del suo cieco credere e di non voler vedere la realtà delle cose..
Hai capito?
Bisogna uscire da Evoluzione Vs Creazionismo,Evoluzione VS ID etc…o altrimenti considerarle ma sul piano che è adatto per questa disputa,non su quello scientifico..
La ringrazio molto per le sue precisazioni, Leonetto, cercherò d’informarmi di più su queste diverse concezioni.
Grazie per avermi chiarito la differenza tra queste filosofie, comunque.
Riccardo dammi pure del tu:)
Comunque ah nella prima categoria finiscono anche cerchie di carattere settario come i Geova,l’avevo scordato,ed è con quella branca che viene identificato il creazionismo e il creazionista di conseguenza,quando in realtà il creazionismo indica semplicemente il credo che l’Universo, la Terra, la vita e l’uomo abbiano avuto inizio in seguito a un atto di creazione,solo questo vuole dire,però ouoi ben vedere come si sia speculato anche su questo termine facendolo divenire sinonimo di quella particolare branca..
Una generalizzazione che fa comodo a chi vuole portare avanti certi discorsi,ma che di fatto non è assolutamente lecita..
Il blog di Leucophaea… ha visto il titolo dell’ultimo articolo, prof.?
“Il caso e… il caso”.
Forse è un passo avanti. A differenza di “il caso e… la necessità”, si potrebbe intravedere uno spiraglio di falsificabilità, almeno verbale (visto che caso e necessità sono oggetti del pensiero). Oppure no?
Ma quando si accorgeranno certe persone che neanche i creazionisti più incalliti rifiutano la selezione naturale? “Chi si oppone a priori a tutto ciò che si scontra con la propria visione del mondo”, è un’etichetta che potrebbe calzare anche a loro stessi. Al blogger in questione, di sicuro.
Leggo dall’articolo:
“…solo per alcuni, in particolare i religiosi; i quali, pur accettando obtorto collo l’evoluzione, non possono prendere per buono il fatto che la nostra specie NON sia il pinnacolo dell’evoluzione, quindi la specie più complessa e “evoluta”
Forse qualcuno dovrebbe segnalare all’autore che lo stesso Wallace, solo una decina di anni dopo la pubblicazione dell’Origine delle specie, era giunto alla conclusione che la specie umana non può essere paragonata alle altre.
E’ comunque interessante che costoro non si vedano come il “pinnacolo dell’evoluzione”, allora che senso avrebbe magnificare attività “specificamente” umane come la letteratura, l’arte, la scienza stessa?
Non sono, secondo la loro visione, queste cose allo stesso livello del verso degli animali?
Un po’ di coerenza…!
La ringrazio Professor Pennetta e mi saprebbe dire cosa ne pensa della complessità irriducibile? Le sembra un buon argomento o cattivo argomento?
http://en.wikipedia.org/wiki/Irreducible_complexity
La complessità irriducibile è la premessa per giungere all’ID di cui si è parlato sopra.
Ci sono però al riguardo delle considerazioni che meritano attenzione, anche perché se veramente si giungesse alla dimostrazione condivisa che qualche carattere non può essere stato ottenuto con il meccanismo neodarwiniano, saremmo in presenza di una possibile confutazione(come le stesso Darwin aveva affermato).
Maciej Giertych è un creazionista molto conosciuto in Polonia. Dal testo sembra che è un evoluzionista… C’è stato un misunderstanding oppure sono Io che non capisco il contesto…
Buongiorno Adam,
non so se Giertych abbia posizioni veramente creazioniste o se si tratta di un contestatore della teoria darwiniana etichettato come creazionista.
In ogni caso, il motivo per cui viene citato nel frammento di dialogo da me riportato non ha a che vedere col creazionismo ma con l’affermazione che quando si formano varietà o razze si assiste ad una riduzione di variabilità nel genoma.
E comunque nel testo viene citato dalla parte darwinista specificando però “Un suo amico, il prof. Maciej Giertych…”, quindi viene posto dalla parte del creazionista.
Spero di aver chiarito l’equivoco.
Va bene puoi anche lasciare cosi visto che sono l’unico qui che sa veramente chi è e per altre persone non importa un gran che di un nome strano 🙂 Maciej Giertych comunque è un creazionista biblico al 100%.
Grazie per la risposta.
E’ vero, Giertych è un creazionista, articolista per il sito italiano del creazionismo. Però non mi ha affatto dato l’idea di essere un incapace per ciò che riguarda la sua materia di competenza (botanica), come impone il pregiudizio.
si Daphnos devi rivedere su in quello che ho risposto a Riccardo per “creazionista”,l’esserlo o non esserlo non determina ne l’intelligentza,ne la preparazione ne l’essere o meno buon scienziato…
Il riferimento al polacco è stato fatto in una domanda ,un po’ contorta ,se vogliamo, da Piombino nell’intervista(abbastanza ‘celebre’) a S.Bertolini,non mi pare proprio che appaia come un ‘evoluzionista’,ma nemmeno come ‘creazionista’ in quel riferimento Adam..
quindi si,sicuramente sei tu che non hai capito il contesto,o forse,dico forse,hai un po’ di confusione sui concetti di evoluzionista e creazionista,magari sapendo che è l’uno o l’altro a parlare ti aspetti che vengano proposti tutti e solo una serie di clichè…
Bisognerebbe uscire dal vedere qualsiasi creazionista in una maniera così negativa e dispregiativa,fintanto che ,perlomeno, dimostra di porsi in maniera ‘onesta’.
In particolare si fa riferimento a un qualcosa riguardo alla selezione naturale di cui si parla va anche qua:
http://www.enzopennetta.it/wordpress/2012/02/caro-augias-facciamo-tornare-darwin/
non è altro che il riferimento ad una speciazione allopatrica,ad un isolamento,ad un impoverimento di geni,alla deriva genetica etc etc…
Al fine di considerare tutto nelle sue reali dimensioni, anche il concetto di selezione naturale andrebbe sempre adattato al caso specifico a cui si riferisce, senza essere necessariamente un deus ex machina a cui ricondurre non si sa bene che cosa. Niente dovrebbe essere un dogma, tanto meno in campo scientifico.
Una prima cosa da rilevare è che non sia molto chiaro cosa si intenda esattamente per “selezione naturale”.
Nata per indicare quel processo di eliminazione dei più deboli in favore dei più forti, essa si è trasformata nel processo di eliminazione dei “meno adatti” all’ambiente, in favore della sopravvivenza dei “più adatti”. I più adatti a cosa ? A predare, a non essere predati, a resistere a malattie, a stress di vario tipo o a cos’altro ancora ? E, soprattutto, l’adattamento ad un ambiente richiede delle caratteristiche che sono costanti o che, al contrario, fluttuano, in funzione di molteplici, infinite variabili ?
I più adatti ad un ambiente sono quindi quelli che in quell’ambiente sopravvivono. Ma chi sopravvive in un ambiente ? Il più adatto. Ovvio. Il concetto non fa una grinza; semplice, no ?
Volendo analizzare ad es. la ripartizione in classi di età, appare evidente che l’organismo che in età adulta sarà il più “adatto” di tutti passa attraverso una fase in cui la selezione è determinata dalla piu’ assoluta casualità.
La storiella del più forte che sopravvive e che esplica una maggiore concorrenza è un concetto che affonda le sue radici direttamente nelle teorie economiche.
Di fatto, chi adotta tale concetto e lo trasporta pedissequamente al mondo biologico dimostra di avere di questo una conoscenza estremamente parziale, semplificata e riduttiva. Non tiene conto di una miriade di varianti e di fasi vitali in cui la selezione si esplica con modalità di semplice riduzione numerica. Fortunatamente la conoscenza dell’ecologia ha evidenziato un mondo ben più complesso di quello che si riteneva nel XVIII Secolo.
E’ qui che predomina il caso: allo stadio di uovo o in fase giovanile (o prima ancora, a livello di femmina gravida) in che modo si può esplicare la sopravvivenza del “più adatto” ?
Belli, i documentari che mostrano il leone più veloce che raggiunge la gazzella, a ripetere la favoletta che la voce suadente e bonaria degli speaker ripete all’infinito. Ma quel leone è passato attraverso crisi di ben altro tipo, in cui l’elemento essenziale per la sopravvivenza non è stato il suo grado di “adattamento” all’ambiente, ma la sua maggiore resistenza a questa o quell’altra patologia, allo stress idrico, la “fortuna” di essere, in fase giovanile, sfuggito al predatore e così via interminabilmente.
Sembra strano, ma è proprio in questo campo, ossia in quello della tanto decantata selezione naturale (oggi, a quanto pare, peraltro ben sfrondata dai presunti risvolti “creativi” che le si attribuivano in passato), che la casualità sembra imperare !
Benvenuto Giovanni,
e grazie per l’intervento che approfondisce la tematica della selezione naturale e della sua sopravvalutazione nei meccanismi dell’evoluzione.
Speriamo che l’autore di Leucophaea legga e ci pensi un po’ su prima di lanciare altri proclami.
prof a dire il vero ho avuto altri scontri di diverso genere negli ultimi giorni, la lotta al darwinismo non è la sola battaglia che sostengo, anche se è la più impegnativa
l’acceso discorso intrapreso con oca, gvdr ed il resto della gang è risultato essere comunque assai sterile ma, purtroppo, ricco di tutti i clichè tipici del caso, quali: domande senza risposta, totale negazione quasi patologica (o forse utile a sviare da argomenti scomodi) di fatti supportati da fonti e prove, subdoli tentativi diffamatori ed inconsistenti nel tentativo di trovare consensi alle proprie opinioni (indice di debolezza), verità distorte (il più classico del mondo darwinista) e persino una canzoncina rap sull’evoluzione dal discreto turpiloquio
come hai sottolineato il solo modo per arrivare ad un punto conclusivo nel dibattito intrapreso con questo tipo di personalità è la pura logica, ogni loro affermazione è una matassa di insulti e contraddizioni da districare ancor prima di muovere qualsiasi replica …insomma è un lavoro duro ma qualcuno dovrà pur farlo!
p.s. ancora complimenti per l’articlo; di trionfali conclusioni su nuove prove dell’evoluzione se ne leggono tante, sia per il web che sui giornali, basti pensare a tutti quegli anelli mancanti trovati ed acclamati da darwinisti e midia (ultimo Sediba, di cui ormai non parla più nessuno, chissà perchè?!) …ma poi che senso ha la provocazione fatta ai “nemici dell’evoluzione” sulla selezione naturale?
“Quando anche i nemici dell’evoluzione se ne usciranno con un esperimento (uno, 1) che dimostra come la selezione naturale non esiste – ed è compito loro, mica degli evoluzionisti, pianificarlo – credo che potrebbero lontanamente pensare di avere una dignità di una discussione.”
per come è impostato il discorso sembra quasi che nel trattare di evoluzione l’avere dignità dipenda esclusivamente da quanto grossa la si spari, almeno in questo l’autore dell’articolo è stato sincero
Personalmente sono convinto che l’utilità di questi confronti non è tanto nella remota speranza di riuscire a convincere l’interlocutore della fallacia dei suoi argomenti, quanto quella di mostrare ai lettori che non intervengono (e che so essere moltissimi) gli argomenti delle due parti.
Sono fiducioso nella capacità delle persone di capire chi usi argomenti ragionati e documentati, mostrando disponibilità e chi, al contrario, utilizzi la derisione ed aggiri le questioni.
Quindi ti auguro, e auguro a tutti noi (mi riferisco ovviamente a quei frequentatori che con le loro risposte competenti fanno un grandissimo lavoro), di andare avanti così.
“il torto urla e la ragione parla” caro prof, chi ha le orecchie giuste saprà ascoltare
auguro anche a te buon lavoro, la costanza con cui pubblichi i tuoi articoli è ammirevole, spero non sarà mai sottovalutata
Grazie, i tuoi auguri mi fanno molto piacere.
Riguardo alla quantità degli articoli… è “merito” della controparte che mi fornisce continuamente materiale combinandone almeno una al giorno!
sono convinto anche io che molte persone potendo leggere un confronto a botta e risposta,possano farsi un idea e riflettere sulle cose dibattute e comprendere chi abbia ragione,ma non solo,chi si muova con onestà,serietà,logica e argomentazione e chi proceda a casaccio,per dirla eufemisticamente.Quindi sicuramente un apporto lo danno semre e comunque
Professore… che ne pensa di questo MERAVIGLIOSO (lol) articolo del suo collega Corbellini di 6 anni fa?
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-02-11/charles-superstar-fede-154224.shtml
Penso che articoli come questo siano inarrivabili.
Francamente me lo ero perso, ma vedo che ci sono degli argomenti “evergreen”!
In un certo senso, secondo me, qualcosa è cambiato. Scriverne così tante tutte insieme è una cosa che non sono riesce spesso negli ultimi anni (ovviamente, escludendo il blog dello stesso Sole 24 Ore “Darwinpunk”).
A prescindere dalla “mutazione del virus H5N1” come prova del meccanismo mutazione-selezione, quella della “dimostrazione sperimentale che la selezione naturale ha permesso al cervello di autosuggestionarsi” (pagina 2) è roba da far perdere il sonno dalle risate.
Ho letto che Corbellini è professore presso “La Sapienza”. D’accordo che i docenti alla Sapienza saranno un migliaio, ma lei lo conosce?
Sì, è vero che una concentrazione simile non è facile trovarla, ma non credo che sia per il timore di venire smentiti, mi sembra che a certi livelli siano pochi a prendere iniziative in questo senso.
Riguardo alla Sapienza io essendo docente di liceo non la frequento molto, forse potrebbe conoscerlo Alessandro Giuliani che lavora proprio lì di fronte.
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