Venerdì 30 dicembre 2011 su La 7 è andato in onda l’annunciato speciale “Allarme Italia” sul collegamento tra l’alluvione di Genova e il riscaldamento globale.
Riconosciamo a Mario Tozzi di aver posto l’attenzione sull’incuria dell’Uomo come causa dei disastri, ma quel che è mancata è proprio la dimostrazione del collegamento col riscaldamento globale.
Nel corso dell’ora circa di trasmissione sull’alluvione di Genova del 4 novembre 2011, Mario Tozzi ha svolto un lodevole lavoro d’inchiesta giornalistica mostrando la dinamica di quanto è accaduto quel giorno e denunciando le responsabilità di chi ha costruito palazzi ed interi quartieri incurante del necessario rispetto del territorio, e soprattutto del rispetto per le vite umane.
Fin qui tutto bene, quando però si è trattato di andare a stabilire un collegamento tra quei fatti e il riscaldamento globale ci siamo trovati di fronte alla classica montagna che partorisce un topolino, sono stati infatti solo pochissimi minuti quelli dedicati a spiegare perché, oltre alle responsabilità sopracitate, la causa dell’alluvione sia da individuare nei cambiamenti climatici.
A tal fine nella trasmissione viene mostrata una carta del tempo del 4 novembre nella quale si vede come le nubi temporalesche siano state trattenute sulla Liguria da venti meridionali:
Ma il punto in cui entra in gioco il Global warming è quello in cui la responsabilità dell’alluvione del 4 novembre in Liguria viene attribuita all’aumentata temperatura del Tirreno. Infatti secondo Tozzi questo fatto avrebbe portato ad una maggiore evaporazione dell’acqua, e ad una “maggiore energia” per i sistemi meteorologici nuvolosi e a carattere perturbativo che possono dare luogo a delle vere e proprie tempeste “come in questo caso” e quindi ad una maggiore quantità di precipitazioni. Questa è la parte di causa legata al riscaldamento globale che dipende “in larghissima parte dagli uomini”.
Tutto qui. Il collegamento tra l’alluvione e il riscaldamento globale si risolve solo in un’affermazione apodittica.
Ogni dimostrazione è esclusa, eppure in un’ora di trasmissione qualcosa in più poteva essere detta.
Avrebbero potuto essere mostrati ad esempio gli studi di cui si parla sul blog di National Geographic, in cui Mario Tozzi scrive:
Ma qui le opinioni non c’entrano: l’apporto antropico all’effetto serra aggiuntivo si calcola e vale circa il 90%, mentre quello di raggi cosmici e macchie solari vale circa il 10% (cfr. V.Ferrara, datti rivisti ENEA).
Bene, siamo d’accordo che le opinioni non c’entrano, ma come è possibile leggere sul blog, un mia richiesta di avere un link per quegli studi rimane senza risposta.
Anzi, un frequentatore era già intervenuto con dei toni a dir poco minacciosi:
Salve Tozzi,
si ricorda la filibusta sul forum rai?
Direi di sì.
Vedo che i negazionisti, quanto quelli che vogliono trasformare in opinioni le misurazioni, continuano a starle addosso.
Non saranno contenti fintanto che non avranno distrutto tutto, loro stessi compresi.
(Forse) è il caso di bastonarli prima e pure senza pietà.
Ecco dunque l’anatema: “negazionisti“, la risposta a chi propone un confronto tra esperti (non avevo ancora richiesto il link allo studio di Ferrara). “Bastonare senza pietà” (Forse, viene aggiunto… bontà loro), questo è il metodo di confronto che viene proposto?
Ma visto che il nostro metodo è un altro voglio fornire io un documento che va nella direzione opposta a quella indicata da Tozzi, mentre infatti egli afferma che l’apporto antropico “all’effetto serra aggiuntivo” dipende dal 90% dall’uomo e per il 10% da raggi cosmici e macchie solari, un rapporto pubblicato il 14 dicembre 2011 sul sito della Cornell University Library, mostra degli studi che potrebbero forse condurre a conclusioni molto diverse:
These models show that 60 per cent of the annual and winter temperature variations are explained by solar activity. (Questi modelli mostrano che il 60% delle variazioni di temperatura invernale annuale, sono spiegate dall’attività solare).
Sarebbe interessante confrontare i dati di cui parla Tozzi con altri studi, come si vede forse c’è bisogno di fare un po’ di chiarezza sul ruolo del Sole e su quello dell’Uomo.
E che dire poi della statistica che vedrebbe il 90% degli studiosi concordi sull’origine umana del Global warming? Infatti Tozzi afferma:
Negazionista è chi nega l’evidenza del cambiamento climatico e del ruolo che gli uomini hanno avuto e hanno nel causarlo. Cioè a dire una straminima minoranza fra gli scienziati del clima. Se 9 medici su 10 (questa è la proporzione) vi suggerissero di operare vostro filgio malato e solo 1 vi sconsigliasse di farlo, a chi dareste retta? Io non ho molti dubbi.
A parte il fatto che la verità non dovrebbe essere una questione di maggioranza, studiare come si arrivi a queste percentuali è del massimo interesse. La briga di fare questo calcolo se l’è presa Guido Guidi che sul suo sito CLIMATE MONITOR nell’ironico articolo Ho cambiato idea ha pubblicato un istruttivo resoconto:
Pensate, ben il 97,4% degli scienziati del clima concorda sul fatto che bla bla bla… Così ad esempio ci diceva uno di loro in un lancio Ansa già commentato un paio di settimane fa. Così, comunque, ci dicono tutti quelli bravi. Ma da dove spunta fuori questo numero?…
Questa la storia. Due ricercatori dell’università dell’Illinois si sono dati da fare qualche tempo fa in un’indagine conoscitiva da cui è scaturito un lavoro leggibile a pagamento, di cui circola tuttavia un esauriente report sulla rete. Il tutto si è svolto on line, inviando ad una selezione di 10.257 esperti di scienze della Terra un questionario di otto domande…
Sicché sono andati a cercare tra i tremila e passa (che hanno risposto al questionario N.d.r.) quanti si definissero scienziati, e quanti di loro avessero pubblicato almeno il 50% dei loro lavori nel settore del climate change. Ciò che significa che anche uno su due andavano bene. Risultato, settantasette in tutto. Di questa moltitudine ben settantacinque hanno risposto “sì” alla seconda domanda. Et voilà, quanto fa in termini percentuali 75/77? Esattamente 97,4%, bingo.
Ecco che dunque la percentuale del 90% di scienziati del clima viene ottenuta selezionando tra circa 3.000 risposte su 10.000 scienziati interpellati, quelle 77 corrispondenti a chi avesse pubblicato almeno il 50% dei lavori sul clima, e rispondendo a domande generiche.
Ed ecco le domande del questionario:
Nel report ci sono i due quesiti chiave:
- Rispetto ai livelli pre-1800, pensi che la temperatura media globale siano generalmente aumentate, diminuite o rimaste relativamente costanti?
- Pensi che le attività umane siano un fattore che contribuisce in modo significativo a modificare la temperatura media globale?
La prima domanda come si vede non riguarda le cause del riscaldamento, la seconda è ingannevole in quanto non specifica se ci si riferisca alle emissioni di CO2 o se si parla di situazioni limitate come ad es. delle isole di calore urbano.
Questa è dunque la serietà dei dati sul consenso intorno al riscaldamento globale antropico? Su questi dati i governi dovrebbero prendere importanti decisioni?
Ma per qualcuno chi solleva obiezioni sulla responsabilità umana del riscaldamento globale è un “negazionista” possibilmente da bastonare.
E intanto, mentre sullo schermo del cinema il Global Warming provoca catastrofi immaginarie a New York, in Africa le persone subiscono danni reali per quella specie di “caccia alle streghe” che è diventata l’ossessione delle emissioni di CO2. (CS – A proposito di razzismo: qualcuno informi Fabio Fazio e Massimo Gramellini)
Forse il vero “negazionismo” è non parlare di quel che sta succedendo in Africa.
30 commenti
“Cioè a dire una straminima minoranza fra gli scienziati del clima. Se 9 medici su 10 (questa è la proporzione) vi suggerissero di operare vostro filgio malato e solo 1 vi sconsigliasse di farlo, a chi dareste retta? Io non ho molti dubbi.”
In realtà quel medico che vi sconsiglia di farlo potrebbe benissimo aver ragione, poichè la scienza non è “democratica”.
E’ esattamente questo il punto. Se 9 medici su 10 (chiaramente in un campione aleatorio, il discorso cambierebbe se conoscessi personalmente qualcuno di quei medici) mi consigliassero di operare mio figlio e uno mi sconsigliasse, lo farei operare senza indugio.
Ma se l’operazione si rivelasse non necessaria e complicasse la situazione, non esiterei a denunciare uno a uno quei 9 medici incompetenti.
Staremo a vedere…
Sono d’accordo, ecco un’osservazione importante su cui riflettere:
e se la diagnosi fosse sbagliata e l’operazione, oltre ad essere inutile, comportasse danni al paziente?
E’ un’ipotesi a mio giudizio assurda.
Io prima di tutto ascolterei il consiglio di un medico di cui mi fido.
All’epoca quando girai l’Italia per mio padre molti mi consogliarono di operarlo, ma il mio medico di famiglia (e di fiducia) no. Aveva ragione lui.
Per questo ho precisato che il campione deve essere del tutto aleatorio: se conoscessi personalmente qualcuno di quei medici, la sua opinione avrebbe un peso diverso.
Prof., non sono ferratissimo sul’argomento, ma se si riferisce al minore sviluppo economico dei paesi più poveri, ecco, l’inquinamento da CO2 e conseguente (o meno) surriscaldamento globale non è l’unico problema di un’industrializzazione selvaggia, forse neanche il più grave anche se fosse vero: l’aumento di concentrazione di monossido di carbonio e di azoto, biossido di zolfo, polveri, idrocarburi aromatici, dovute alle emissioni dei mezzi di trasporto, delle fabbriche e delle centrali elettriche, non sono un toccasana per l’atmosfera, specialmente nelle città, e causano numerosi problemi all’organismo umano. Per cui, anche se con più difficoltà, non mi dispiacerebbe se i paesi africani si industrializzassero seguendo altre vie rispetto ai paesi europei.
Ma la verita’ e’ che non esistono queste fantomatiche altre vie…
La difficolta’, nei paesi europei & occidentali, e’ di avere citta’ costruite male che vada 1000 anni fa, se non di piu’ (Roma docet).
E’ la difficolta’ a portare un tubo sotterrato senza fermare mezza citta’ e conseguente costo, e’ ammodernare il parco CALDAIE piu’ che il parco macchine, e’ la difficolta’ a fare qualunque cosa, e’ la difficolta’ da trattenersi da fare gli affari delle lobbies…
E’ tante cose, tranne quelle che hai detto (o quanto meno, e’ il problema minore)
Inoltre mi dovresti spiegare perche’ e’ meglio essere “avvelenati” dalla CO2 della Cina piuttosto che dalla nostra.
Quella della Cina e’ piu’ bella?
Non hai capito che e’ un altro “pacco” regalatoci dall’alta finanza (vedi “certificati verdi” & co.)
L’economia italiana nonchè europea,’occidentale’,risente pesantemente da tutto quanto evidenziato,la scsarsità(nel senso di qualità),l’inutilità,la fanno da padrone nell’edizia e nell’industria;nonchè il moderno debellamento della manodopera specializzata porta a considerevoli sprechi e a favorire determinate grandi multinazionali e paesi.
Così anche per le energie rinnovabili e per le emissioni di Co2 e via discorrendo..
Tali propagande più che denuncia scientifica sembrano reclames commerciali.
Dice molto il fatto che Paesi(fra i quai l’italia) vengano ‘forzati’ con l’accordo-placido benestare dei loro governi all’importazione di ‘beni’ ,nel senso più generale possibile,dei quali potrebbero essere grandi esportatori.
Quando chi parla è veramente ambientalista e quando invece fervente pro-neo-colonialismo?
E’ una cosa su cui bisogna prestare attenzione.
Finora abbiamo speso 90-120 MILIARDI DI EURO per gli incentivi al fotovoltaico: cioe’ abbiamo regalato una tale montagna di soldi a Germania e Cina (guarda caso), produttori di dette fetecchie.
Sento sempre dire “Si ripagano in 20 anni, si ripagano in 20 anni“… gia’… peccato che dopo 20 anni tu li debba buttare. E guarda caso, i pannelli solari sono esentati dal divieto di contenere CADMIO. Mi e’ stato risposto una volta che i pannelli mica te li devi mangiare, peccato che la stessa obiezione non valga per tutti gli altri.
Senza contare la manutenzione, che anche nel caso di un impianto domestico su tetto, necessita di una certa perizia (e quindi di un costo), figuriamoci di un impianto industriale…
Poi l’energia prodotta dalle centrali nucleari francesi, che a detta di molti, ci viene quasi regalata (perche’ loro ne hanno un surplus) sapete a cosa ci serve? A pompare all’insu’ l’acqua nei bacini delle centrali idroelettriche, per farci sembrare “verdi” (verdi si’, ma di rabbia), nei periodi in cui non piove tanto e il Sole non fa il lavoro per noi.
Quindi una nostra centrale idroelettrica, nel periodo secco, produce X Watt, pero’ ne spende X+t per ricominciare a produrre. Un bel guadagno, non c’e’ che dire… Da parte di chi, e’ tutto da scoprire.
Con tale somma ci saremmo affrancati per sempre dal giogo arabo e avremmo conquistato l’indipendenza totale dagli approvvigionamenti di energia elettrica. Ma questo alcune potenze non vogliono.
Voglio dire che in ambito scientifico anche una teoria proposta dallo 0,1 per cento degli scienziati può essere quella giusta!
Buon anno a tutti, Autori e Frequentatori del sito!
Mi rifaccio solo all’ultima serie di commenti, quelli relativi alle “percentuali” di affidabilità. Ritengo che qui si rischi di cadere nel “trappolone” statistico. Come a dire: se il 99% degli “scienziati” afferma questo, allora è giusto. Ma qui si rischia di confondere la normalità (statistica) con la verità… Banalmente: anche se tutti gli Utenti/Autori si mettessero d’accordo che la frequentazione di queste pagine faccia guadagnare 1.000 € al minuto (e penso che nessuno si ritirerebbe da questa offerta…), questo non accadrebbe semplicemente in virtù di un consenso generalissimo. Una teoria è giusta o non è giusta nella misura in cui spiega o meno la realtà che si prefigge di studiare: in questo senso l’intervento di Riccardo mi trova pienamente d’accordo. Se poi ci si mette anche il fatto che solitamente gli scienziati più “catastrofisti” sono quelli che (per intrinseco meccanismo dei mass-media) hanno maggior eco, il gioco è fatto: i pochi sembrano diventare molti, e dunque le loro ipotesi (alcune, veramente, non meritano nemmeno di fregiarsi del rango di teoria) sembrano essere le più vere.
Beh la scienza ha una qualità rispetto ad altre cose,operando con metodo scientifico è possibile mostrare quale ipotesi sia vera o falsa e qule abbia maggior probvabilità di essere errata.
All’impossibile nessuno è dovuto,purtroppo in fatto di operazioni i fattori sono molti e non sempre una cattiva-buona soluzione offerta è frutto di non competenza,è bene valutare se lo sia quello si,e fare in modo da escludere la possibilità che non si possa presentare quel caso.
Vedete Leonardo e Riccardo,bisogna fare molta attenzione e richiedere molta selettività ed evitare assolutamente di mescolare varie cose quando si parla in termini di percentuali.
Chi avrà avuto a che fare con probabilità,fenomeni aleatori,statistica,saprà che è importante,quando si presentano delle percentuali rendere inanzi tutto chiari tutti i fattori che hanno permesso di raggiungere quei risultati.
Quindi il target preso in considerazione,lo strumento(domande fatte o proprio strumento fisico)usato per prendere i campioni,quanto fossero più o meno della stessa precisione competenza coloro che forniscono i campioni su cui fare il calcolo,esistenza o meno di ipotesi necessarie affinchè i campni siano attendibili;quindi in un certo senso andare a farsi una valutazione del livello di oggettività,altrimenti come si dice si va a parlare di “aria fritta”..
E così Riccardo il suo esempio può essere valido ma per altre considerazioni ed è importante anche per alcune riflessioni ma abbastanza inutile che fa trovare corretta la risposta di Piero.
Invece il discorso fatto da Leonardo appare totalmente insussistente in questo caso,poichè è giusto il discorso,nel sens che la verità non la fa la maggioranza,ma è abbastanza una ovvietà questa,banalmente si diceva,si,ma un po’ troppo banalmente..
Il fatto di chi ha più o meno eco quello è un discorso giusto,poichè evidentemente vengono posti ideologie e dogmi alla base della divulgazione scientifica,che ha un effetto deletereo sulla stessa..
Se il 99% dehgli scienziati fa una affermazione,per i dati disponibili ,dovrebbe essere una affermazioni di molto buona attendibilità e veridicità,il fatto come giustamente mostrato sagacemente dal proff.Pennetta in questo articolo è rispondere alla domanda:”Ma siamo sicuri che sia vero che il 99% degli scienziati sia concorde su tal cosa?”
Carissimo Leonetto,
innanzitutto grazie per il suo commento, decisamente ricco di spunti!
Vorrei chiarire che il mio (mini)intervento era solo mirato a focalizzare la questione normalità/verità e null’altro.
Ma riprendo i punti (che ritengo essere) salienti del suo post.
Il metodo scientifico: l’unica affermazione scientificamente corretta è che, allo stato attuale delle conoscenze, esistono N esperienze che suffragano l’ipotesi/teoria A e X esperienze che la falsificano. Dunque l’ipotesi/teoria A sta oppure non sta in piedi. Questo è il metodo scientifico. Quanto all’applicazione di questo metodo al mondo medico, vale forse la pena ricordare che la medicina è più un’arte che una scienza esatta. Nel senso che i fattori in gioco nel rapporto medico-paziente sono molti di più e molto meno “oggettivi” rispetto a quelli che legano il fisico con il Bosone.
Questionari: è evidente che chi “costruisce” un questionario, soprattutto su questioni “di frontiera” ha in mente un risultato che si attende. E per quanto non voglia pensarci, per quanto ritenga di strutturare una rilevazione “oggettiva”, il suo progetto iniziale verrà sempre fuori. Altro, invece, è costruire (come nel caso preso in esame nell’articolo che stiamo commentando) questionari volutamente piegati all’ideologia del suo ideatore. Ma, anche qui, niente di nuovo sotto il sole: basta rivedere tutti gli esperimenti di antropometria e fisionomica di fine ‘800 e inizi ‘900 per vedere che è sempre in agguato il tentativo di piegare il dato alle proprie convenienze. Ma, grazie a Dio, la realtà è più cocciuta dell’idea e, inesorabilmente, presenta il conto. Lo stiamo vedendo, in altro campo, con i ginecologi obiettori: in molte Regioni il “servizio abortivo” è a rischio di continuità per il semplice fatto che mancano i medici per coprire i turni.
Consenso degli scienziati: è vero che il 99% dei consensi prevede (o comunque indica) una buona attendibilità di una ipotesi/teoria, ma vorrei ancora sottolineare come questa attendibilità sia sottoposta alla condizione “al meglio delle attuali conoscenze”. Ossia: allo stato attuale la tal cosa può essere letta in questi termini, ma nulla vieta che fra X anni/secoli tutto sia diverso o addirittura antitetico.
Buon anno anche a lei Leonardo,
il suo discorso è valido come affermazione che per la scienza non vale legge della democrazia per cui è la maggioranza che decide, ma come sottolinea Leonetto il caso analizzato dal Meteorologo Guido Guidi in realtà il rapporto degli interpellati che avrebbe espresso un parere in supporto all’ipotesi dell’AGW è di 77/10.000 in assoluto e di 77/3000 relativamente a quanti hanno effettivamente risposto.
Quindi la percentuale andrebbe dallo 0,77% nel primo caso al 2,5% nel secondo. Altro che 90%!
Ancor prima della “non democraticità” della verità, il problema è che le percentuali plebiscitarie sono infondate e che quindi il dibattito sull’argomento dovrebbe essere aperto.
Ma inaspettatamente il dogmatismo sembra affiorare in alcune discipline della scienza contemporanea.
Carissimo Enzo,
sono d’accordo sul fatto che (teoricamente) il dibattito debba essere riaperto. Mi rimangono alcuni dubbi che, serenamente e senza vis polemica, mi permetto di esternarle.
1. Premesso che ho litigato con la matematica da piccolo e non ho ancora avuto modo di rappacificarmi, dò pieno credito al fatto che i fautori dell’AGW siano tra l’1 ed il 2,5 percento. Allora, chiedo: in che senso il dibattito va riaperto? Mi pare chiuso “a priori”, nel senso che una posizione assolutamente minoritaria di scienziati sostiene teorie che non hanno riscontro sperimentale e che, evidentemente, grondano ideologia da tutte le parti. Eventualmente dovrebbe essere la “parte minoritaria” a chiedere di rivedere alcune posizioni largamente condivise (e che, sottolineo, sono sufficienti a rendere conto e prevedere fenomeni reali), proponendo in suffragio di questa loro richiesta nuovi dati e/o nuove ipotesi sperimentali. Mi pare che questo, invece, non vi sia.
2. Dogmatismo. Mi parte che la chiusura “a riccio” sia l’unica difesa possibile quando, non avendo argomenti da sostenere o, peggio, sostegni alle proprie argomentazioni, ci si sente attaccati. E allora il “negazionismo”, termine quanto mai in voga in questi anni, a partire dalla storiografia, appare come unico argomento. E allora mi permetta: che tipo di dibattito ci si attende da una posizione simile? Un dialogo si ha nella misura in cui due o più persone intendono porre in gioco le proprie identità. Ma se una di queste non intende mettersi in gioco, che si può fare?
In questo senso ritengo che il suo sito stia facendo un lavoro encomiabile: non semplicemente “denunciare” o “far le pulci” alle posizioni pseudo-para-scientifiche, ma anche e, forse, soprattutto dare voce alle posizioni realmente scientifiche o, come direbbe il buon Tozzi: negazioniste.
Leonardo,
mi sembra che ci si intenda su certe dinamiche da lei chiaramente esposte, e nel ringraziare per l’apprezzamento del lavoro che si cerca di svolgere con questo sito, insisto sul fatto che i vostri interventi, seri, rispettosi e documentati, sono la nostra forza.
A proposito dell’abuso del termine “negazionismo”, ci torneremo molto presto…
faccio parte della categoria dei medici e, proprio per questo, cono scendo la qualità e la direzione dell’informazione universitaria riservata ai medici, vi dico che se un medico su dieci vi dice di non operare vostro figlio starei molto, molto attento ai suoi argomenti. ma questa è un’altra storia.
piuttosto, a prescindere dal fatto che i più informati a vari livelli sanno già i casini climatici succedono a causa dell’attività solare contestuale all’attività galattica…. a prescindere dal fatto che c’è un ben definito ed efficace tentativo di sviare l’opinione pubblica e degli esperti in merito al suddetto argomento dell’attività solare, con la scusa del riscaldamento globale antropico…
piuttosto, mi domando, da diverse parti ci viene detto del giro di boa che sta facendo il sistema solare nella galassia. sembra che eventi come i disastri climatici e ambientali siano stati annunciati o predetti. tipo questo, per esempio, avvenuto in norvegia credo qualche giorno fa: http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.tzetze.it%2Ftzetze_news.php%3Furl%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.express-news.it%252Fmisteri%252Fpiu-di-20-tonnellate-di-aringhe-si-sono-spiaggiate-in-norvegia-e-mistero%252F%26key%3Db56150c80c0c49fb8f953cb345d8ef6e79b11040&h=IAQESklP7AQETliKFwbpBBal2IqlqmK8s6V5_10tnXT3bAA
ecco, come ci confrontiamo noi con tutti questi avvenimenti e la possibilità che certe profezie possano essere reali e stare avverandosi? che certamente, NON SONO DI ORIGINE ANTROPICA, ma galattica ?
un saluto
Riguardo quanto detto sopra, non mi sono spiegato benissimo?
Non so se ci siano altre vie per l’industrializzazione di quello che sovente era chiamato “terzo mondo”. So solo che tale industrializzazione porta a un pesante inquinamento dell’aria per la presenza di composti già elencati (non la CO2, chiaramente) che danneggiano l’apparato respiratorio umano. Tutto qui.
Cosa c’entra la CO2 più buona se viene dall’estero?
So solo che tale industrializzazione porta a un pesante inquinamento dell’aria per la presenza di composti già elencati
Ma anche TANTA, ma proprio TANTA aspettativa di vita in piu’.
Cosa c’entra la CO2 più buona se viene dall’estero?
C’entra con il fatto che i paesi cosiddetti del Terzo Mondo sono ESENTATI dal rispettare i trattati di Kyoto.
Piero, se la metti su questo piano non posso più risponderti: è ovvio che l’aspettativa di vita crescerebbe molto, ma io intendo dire un’altra cosa.
So bene che l’energia rinnovabile non è utilizzabile su vasta scala, ma potrebbe funzionare per le necessità più piccole, come il consumo domestico; inoltre sappiamo bene che ci si muove per ridurre le emissioni di gas di scarico dei trasporti, e queste misure migliorano tantissimo l’aria che respiriamo (e migliorano ulteriormente l’aspettativa di vita, anche se di poco rispetto a prima). Quello che auspico è che, con il progresso nel tenere relativamente basse le emissioni di gas inquinanti, e il conseguente abbassamento dei costi, si possa fare in modo che l’industrializzazione in alcuni paesi, per così dire, bruci le tappe.
Sulla Cina, non mi pronuncio: so solo insieme all’India provoca più inquinamento di tutti i paesi occidentali insieme.
So bene che l’energia rinnovabile non è utilizzabile su vasta scala, ma potrebbe funzionare per le necessità più piccole, come il consumo domestico
Sarebbe inutile, dannoso e uno spreco.
Inutile perche’ con la POTENZA (che molti spesso dimenticano) ottenuta da pannelli solari ci fai andare al max un frullino.
Dannoso, perche’ la rete elettrica nazionale non sopporta oscillazioni tanto sostenute.
Spreco perche’ e’ come se tu, invece di prendere 1Kg di pane pagandolo 1.5 euro/kg, prendessi ogni volta un boccone, pagandolo 10euro/kg.
Il fotovoltaico e’ utile quando non c’e’ nessun’altra fonte disponibile (sembra lapalissiano ma per molti non lo e’)
noltre sappiamo bene che ci si muove per ridurre le emissioni di gas di scarico dei trasporti, e queste misure migliorano tantissimo l’aria che respiriamo
Il particolato e NO2 vari, viene soprattutto dalle CALDAIE, specialmente quelle vecchie a gasolio. Ma se imponessero la revisione di tutte le caldaie la gente se li mangerebbe vivi.
Quindi ripiegano sulle INUTILI “domeniche a piedi”.
Sulla Cina, non mi pronuncio: so solo insieme all’India provoca più inquinamento di tutti i paesi occidentali insieme.
Ecco, appunto. Prova ad immaginare perche’.
Azzardo:
1) abbondanza di schiavi da far lavorare a 1euro/giorno
2) assenza di qualsivoglia protezione sindacale/sociale
3) abbondanza di energia a basso costo (perche’ detti paesi non rispettano Kyoto)
4) nessuna protesta (o facilmente “mazzolabile”) per livelli di inquinamento locale inaccettabile: intendo arsenico, metalli pesanti in genere, emissioni di gas venefici, ecc
Ok Piero, mi piego al tuo discorso. Non mi torna il fatto delle caldaie, però. Dovremmo cambiarle prima o poi?
Ma infatti…
Quando parlavo di lobbies, non sapevo se linkare il pannello fotovoltaico o la FIAT…
Se l’Italia non avesse perso tutti quei soldi a finanziare la FIAT (che adesso ci prende pure per i fondelli!) con le varie auto-rottamazioni, e le avesse dirottate verso cose piu’ proficue…
In fondo basterebbe poco, magari che lo stato rinunciasse all’IVA, no? Visto che in ogni caso la caldaia va denunciata perche’ bisogna farci la certificazione.
Ma e’ il discorso (specialmente adesso) che fa sempre lo stato:
“La tua auto inquina troppo. Perche’ non te la cambi?”
risposta moderata “Ma un te viene er dubbbio che i sordi ppe’ cambialla ‘un cell’ho?“
Ma l’auto e’ ancora vista come simbolo dell’individualismo, come cosa da “ricchi”, al contrario del “proletario” autobus, e quindi, in una logica catto-comunista, da punire…
Aggiungici che in molte parti d’Italia si organizzano i servizi pubblici apposta per non farli funzionare…
Nel paese di mia moglie, i treni per i luoghi di lavoro li mettono alle 9,30 10,30 e 11,30 e poi basta. Pomeriggio nada de nada. C’e’ un cartello “Arrangiatevi!”
Basterebbe anche solo organizzarli meglio per migliorare di molto la situazione.
Adesso il sig. Tozzi è esperto anche di naufragi?
[Oggi 17 gennaio 2012 ore 18.32 su Rai 1]
Trattasi della nuova categoria intellettuale denominata “tuttologi”.
“Il tuttologo è colui che sa anche ciò che non sa”
evoluzione per selezione darwiniana degli opinionisti moderni(Opinionistes aequales)(=coloro che esprimono il proprio parere come ospiti fissi in trasmissioni televisive o radiofoniche, senza riguardo alla professione esercitata, o alle competenze sulle materie e gli argomenti oggetto di opinioni.)evoluzione darwiniana dell’apparitor colloquentis(pubblico parlante).
purtroppo nessuna specie è estinta..eh si il darwinismo non funziona.. 😀 😀 ;D
Vuoi vedere che abbiamo trovato la prova che confuta la teoria!?!
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