I due fori sulla torretta del carro armato potrebbero essere la conseguenza di un munizionamento ad uranio impoverito. L’operatore protetto da una tuta bianca indica che si teme qualche tipo di contaminazione all’interno del carro.
Sul Corriere della Sera viene pubblicato un articolo intitolato La guerra lascia il segno sulle malformazioni congenite sull’aumento delle malformazioni in Iraq a partire dal 2003.
Ma la notizia è giunta a noi tramite un gruppo di ricerca italiano, il New-weapons Committee che denuncia gravi pressioni sui ricercatori irakeni.
Così inizia l’articolo apparso sul Corriere della Sera:
Nel 2010, quasi il 15 per cento dei bambini nati nell’Ospedale di Fallujah, in Iraq, presentava malformazioni congenite, un tasso dieci volte più alto di quello registrato nelle stesse famiglie tra il 1991 e il 2001.
L’incremento, associato anche a un aumento dei casi di aborti involontari, si è cominciato a notare a partire dal 2003, anno in cui iniziò la guerra in Iraq.
Si tratta di una notizia che dà corpo a quel che già si temeva o, meglio, si sapeva: in guerra vengono usate armi che dopo il loro uso continuano a causare gravi danni ai civili ma anche agli stessi militari che presidieranno il territorio.
Nell’articolo si parla degli effetti dei “metalli pesanti”, termine dietro il quale si può scorgere il gravissimo problema dei proiettili all’uranio impoverito, un tipo di munizionamento ad alta capacità perforante che utilizza come penetratori dei dardi realizzati col pericoloso elemento:
Una pagina dedicata al problema è disponibile sul sito della World Health Organization.
All’argomento sono stati in realtà già dedicati diversi servizi da Rainews 24, ma sono poi stati dimenticati, sembra che solo alcuni casi particolarmente scabrosi di cronaca nera meritino di essere ripetutamente proposti all’attenzione. E questa si chiama informazione. Tra i documenti proposti da Rainews 24 segnalo un PDF del USA Department of Defense e una importante serie di inchieste televisive tra cui Uranio impoverito, guerra e bugie, del 2006 di cui si consiglia la visione preavvisando però che il contenuto è, sin dalle primissime immagini, piuttosto forte:
http://www.youtube.com/watch?v=hAiQ5UlaKj0&feature=related
Ma perché allora proprio adesso viene a galla un dato di cui sarebbe certamente stato possibile disporre molto prima? Vediamo come prosegue l’articolo:
Un recente studio condotto da un gruppo di ricerca italiano, il New-weapons Committee, ha cercato di gettare luce sulle allarmanti osservazioni dei medici del General Hospital di Fallujah sulla salute della popolazione adulta e dei neonati in quella regione dell’Iraq. La ricerca ha documentato l’aumento dei difetti congeniti alla nascita, assieme ad una quantità molto sopra il normale di metalli pesanti nei capelli dei bambini malati e dei loro genitori.
La “notizia dentro la notizia” è in questo caso che esiste un gruppo denominato New-weapons Committee che si occupa di studiare gli effetti dei nuovi armamenti. Andando a cercare qualche informazione su questo comitato si giunge facilmente ad una interessantissima pagina web che ne documenta l’attività:
Come è possibile leggere anche sulla testata del sito del New-weapons Committee, esso è costituito da un gruppo di accademici, ma quello che si scopre andando oltre è che si tratta di un comitato tutto italiano che svolge un’attività che potremmo definire “controcorrente”. Nella pagina a cui fa riferimento l’articolo poi pubblicato sul Corriere della Sera possiamo leggere la seguente affermazione:
Notwithstanding the attention upon pre-enquiry for this science manuscript from various scientific Journals, including prestigious ones, there have been political and other pressures that suggested to choose press modality of publication. The Iraqi authors retired their assent to publish in scientific Journals, blocking de factu an already done submission to Lancet.
Quindi, nonostante l’attenzione dimostrata da diverse riviste scientifiche verso lo studio dei medici irakeni, essi hanno subito una serie di “pressioni politiche e di altro genere” che ne hanno condizionato le modalità di pubblicazione, di particolare rilevanza è il ritiro da parte degli autori della proposta di pubblicazione fatta presso la prestigiosa rivista Lancet.
Tutto questo solleva due questioni:
1- Il problema degli effetti delle nuove armi, specialmente quelle all’uranio impoverito.
2- La libertà della scienza e i condizionamenti politici e “di altro genere”.
Argomenti sui quali non si dovrebbe far calare l’attenzione.
11 commenti
Ho un ricordo preciso, durante la guerra del Kosovo in TV è andato in onda un talk show sull’argomento e mentre mi sembra di ricordare Bertinotti ed altri dicevano che l’uranio impoverito provocava danni o almeno sussisteva un forte sospetto, un famoso medico del CRO di Aviano insisteva con il dire che le ricerche dimostravano il contrario.
Il mezzadro lega l’asino dove il padrone vuole.
E a volte il mezzadro sembra essere purtroppo anche la scienza…
La domanda a questo punto può essere: quante altre volte e in quali casi la scienza potrebbe subire pressioni per mostrare un risultato “politicamente corretto”?
Di solito Bertinotti & C. sostenevano che la ricerca, per esempio su embrioni, omosessualita’, clonazione, multiverso, problemi etici in generale, non erano influenzabili dalla politica, e che quindi dovevamo fidarci…
E certo! la scienza che è funzionale al proprio agire politico è buona, e quella che è contraria è cattiva.
Evidentemente non hanno imparato niente da lisenko.
Sarebbe proprio bello che la scienza cercasse la Verità invece delle verità contingenti.
Per me, vale sempre l’affermazione che “il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” e così parafrasando “la scienza è per l’uomo non l’uomo per la scienza” tenendo presente questo molte porcherie non si vedrebbero.
In quanto al fidarsi io mi fido solo di chi ha detto quella frase
E certo! la scienza che è funzionale al proprio agire politico è buona, e quella che è contraria è cattiva.
Questo credo che valga per ogni politicante, che sia italiano o meno.
Per me, vale sempre l’affermazione che “il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” e così parafrasando “la scienza è per l’uomo non l’uomo per la scienza” tenendo presente questo molte porcherie non si vedrebbero.
Mai commento fu piu’ appropriato.
Avete visto lo spettacolo di Marco Paolini su questo tema?
No, non sapevo che ne avesse fatto uno.
Come era?
Io l’ho visto anni fa, pochi anni dopo la guerra in Kosovo. Portava la testimonianza di una persona che ha subito contaminazione radioattiva. Era un buon documentario, davvero ben fatto.
Sì, ma era semplicemente utile alla sua causa, cioè CONTRO la Guerra Americana in Kossovo…
Non mi risulta abbia fiatato per le numerosissime bugie dette dai media a proposito della Guerra contro la Libia…
Se quei proiettili li avesse usati l’esercito sovietico in Afghanistan, non avrebbero profferito parola…
Sono del parere che sarebbe auspicabile che tutti coloro che si occupano di fare informazione uscissero fuori dalle dinamiche degli schieramenti e si focalizzassero senza pregiudizi sui fatti.
Sono d’accordo, dott. Pennetta.
Pero’ non si puo’ pretendere di lasciar fare informazione ad attivisti politici, o a comici all’ingrasso e riciclatesi come “guru del web” e “guru verde”…
Se il mondo dell’informazione non fosse cosi’ “decaduto” (eufemismo), specialmente da quei “formidabili anni” (come qualcuno disse), vedi per esempio Tiziano Terzani…
se l’attivista politico, l’agit-prop (una volta si diceva), si traveste da informatore, da giornalista, e pretende di essere lui, e solo lui, depositario della verita’ assoluta, non si va da nesuna parte…
A scanso di equivoci, non credo assolutamente alla balla che “con internet tutti hanno la possibilita’ di informarsi in modo completo ed obiettivo“