Nel libro “Homo sapiens la grande storia della diversità umana” viene fatta un’affermazione precisa sulle espressioni facciali definite “una chiave di lettura perfetta per comprendere l’unità storica della nostra specie”.
Ma le espressioni facciali sono tutt’altro che una chiave di lettura perfetta, nonostante i tentativi di sviare il discorso.
Nell’articolo Perché non rispondiamo alle provocazioni. Lettera aperta di Telmo Pievani ai lettori di Pikaia, apparso il 28 dicembre 2011, il prof. Pievani rispondeva all’articolo Mostra HOMO SAPIENS: contiene già un errore… apparso su CS il 21 dicembre 2011, nel quale si contestava una frase stampata sul libro Homo sapiens, la grande storia della diversità umana. La frase in questione è la seguente:
Come Darwin aveva bene inteso, i modi in cui gli esseri umani esprimono le loro emozioni sono una chiave di lettura perfetta per comprendere l’unità storica della nostra specie. (pag. 134)
La risposta apparsa su pikaia a questa contestazione è stata la seguente:
Se al veglione vi imbattete in qualcuno che non ha ancora capito che il tema delle espressioni delle emozioni umane consiste nel valutare quanta parte di esse è universale e quanta parte invece è dovuta alle diversità dell’evoluzione culturale, e finge di non capire che il risultato provvisorio di un sondaggio verbale su web deve passare qualche vaglio ulteriore prima di diventare una prova scientifica, va pazientemente convinto a rileggersi: Charles Darwin, “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”, a cura di Paul Ekman, Bollati Boringhieri, Torino, 1999. Se poi si potesse visitare la Mostra “Homo sapiens”, a Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 9 aprile 2012, sarebbe utile soffermarsi sull’exhibit relativo alle emozioni umane in sezione sei, guardare con attenzione il video di Paul Ekman e leggere fino in fondo il pannello.
Probabilmente se al veglione vi siete imbattuti in qualcuno che “finge di non capire”… dovevate esservi seduti proprio vicino all’autore dell’articolo su Pikaia!
Il prof. Pievani infatti ignorando che la contestazione fatta su CS era che “i modi in cui gli esseri umani esprimono le loro emozioni NON sono una chiave di lettura perfetta per comprendere l’unità storica della nostra specie.” rimanda al fatto che lo studio Darwin’s emotion experiment dell‘Università di Cambridge non è ancora definitivo.
Certamente lo studio non è ancora definitivo, ma altrettanto certamente un’affermazione del tipo: Come Darwin aveva bene inteso, i modi in cui gli esseri umani esprimono le loro emozioni sono una chiave di lettura perfetta per comprendere l’unità storica della nostra specie, diventa certamente errata in quanto la presunta perfezione dello strumento viene comunque meno. E le parole della prof. Alison Pearn, direttore associato del Darwin Correspondence Project,riportate dal Corriere della Sera, non lasciano troppe illusioni sulla presunta perfezione:
Non possiamo dire che l’esperimento sia finito: l’intelligenza collettiva è infinita, non c’è un limite al nostro test — spiega Pearn —, per ora abbiamo ricevuto risposte in inglese e in cinese, da 169 Paesi del mondo, l’Italia è l’ottavo Paese per affluenza.
Ogni fotografia è stata descritta in circa 1.500 modi diversi».
Non una, quindi, ma 1.500 parole per commentare una stessa espressione.
Se dunque ogni espressione è stata descritta in ben 1500 modi diversi, come è possibile affermare, come scritto nel libro in questione: “Come Darwin aveva bene inteso, i modi in cui gli esseri umani esprimono le loro emozioni sono una chiave di lettura perfetta per comprendere l’unità storica della nostra specie”?
Il fatto è che in fondo non si trattava di un argomento centrale del libro, e sarebbe stato quindi meglio se il prof. ci avesse ironizzato sopra lamentandosi della malasorte che gli ha fatto uscire il libro in contemporanea con lo studio di Cambridge! In questo modo avrebbe avuto tutta la nostra solidarietà oltre che simpatia.
Oppure dal suo punto di vista ha ragione, e forse abbiamo solo una concezione differente di cosa si intenda per “chiave di lettura perfetta”.
Per finire aggiungerei un’ultima considerazione: il mio articolo affermava che il libro relativo alla mostra contiene già un errore, non si parlava dunque né del libro del prof. Ekman al quale si rimanda la lettura, né del pannello presente alla mostra, quel che è scritto sul libro è scritto, e non ha senso rimandare ad altre letture o documenti che non siano il libro in questione e di cui non si è parlato.
Ma forse il fatto che il prof. per argomentare a suo favore rimandi proprio a testi che non sono quello del libro, è in fondo un’ammissionedi aver sbagliato qualcosa, che quel:
“Come Darwin aveva bene inteso, i modi in cui gli esseri umani esprimono le loro emozioni sono una chiave di lettura perfetta per comprendere l’unità storica della nostra specie.“
proprio “perfetto”, non deve essere…
3 commenti
espressione dei sentimenti nell’uomo e negli animali (L’):
http://www.liberliber.it/libri/d/darwin/index.htm
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“Ogni fotografia è stata descritta in circa 1.500 modi diversi».
Non una, quindi, ma 1.500 parole per commentare una stessa espressione.”
una percentuale d’errore del 99% è quindi il frutto di uno strumento perfetto per tale misurazione..interessante..
Però in realtà i neo darwinisti su questo hanno da ‘ridire’ invece di soliti silenzi su altre cose..
Infatti sostengono che a ciò si ovvia, sostenendo che l’analisi trovi ragione solo esclusivamente nelle emozioni principali o “semplici”,che sarebbero innate o, in altre parole,come Darwin avanzava ipotesi, che i segni delle emozioni sono il prodotto di una evoluzione e pertanto parte della biologia umana..
Rabbia ,paura,gioia,disgusto,tristezza,stupore sarebbero un bagaglio innato,eppure anche queste stesse portano tutt’altro che risultati unanimi se analizzate le espressioni di ambosessi diversi che le riproducono.
Non mancarono ovviamente test su popolazioni meno civilizzate e su ciechi per esempio..
Quindi per esempio in riferimento a uno stupore si riscontrava che lo spalancamento degli occhi potesse avere la funzione adattiva di allargare il campo visivo ed allo stesso tempo di facilitare lo spostamento degli occhi in tutte le direzioni, come a prevenire nuove sorprese, mentre l’ apertura della bocca faciliterebbe una respirazione completa e profonda.
Ora,una qualsivoglia emozione interviene sul nostro corpo,questo non serve aver conoscenza di nulla per constatarlo,conseguenza di ciò è un determinato coinvolgimento di alcuni muscoli umani.
Alcuni possono anche essere coinvolti in logica sequenza..
Tale coinvolgimento determina l’assunzione di una determinata espressione,nell’adulto come nel bambino come in chi ha muscolature simili.
Si vede semplicemente come ad una emozione corrisponda un dato coinvolgimento del proprio corpo oltre che del proprio pensiero.
Ad esempio in realzione alla rabbia ,causa l’accelerazione dell’attività cardiaca e circolatoria, la faccia prende colore e si può avere dilatazione delle vene del collo e della fronte nella collera, fino a divenire rossi di rabbia,similmente per un imbarazzo forte.
Ma legarlo ad un adattamento,trovare corrispondenza fra emozione e risposta del corpo a un adattamento evolutivo ,alla cui visione come al ‘solito’ non mancano connotazioni di un rinnovato lamarkismo,è una cosa tutt’altro che legittima,è qualcosa che poggia su basi che non sussistono.
E’ un pretendere di fare una radiografia ad occhio nudo,o si è origoinari di Kripton o sarà difficile..
La prova sentimentale dell’evoluzionismo?(al di la del notare come si speculi continuamente sulla parola ‘prova’)
Se anche le scimmie si sorprendono come un qualsiasi uomo, se si commuovono come ognuno di noi piangono,ridono,si spaventano e si stupiscono come un bambino, allora si può affermare che abbiamo un antenato a comune?In base a cosa?
Si può semplicemete dire che abbiamo evidentemente muscolature simili e possiamo provare emozioni,che può provare anche un gatto o un cane,tanto per dire..
E’ la storia delle omologie,anche a volerle considerare siamo nel campo di condizioni necessarie non sufficienti per fare certe affermazioni!
(Banalmente tutte le medesime considerazioni valgono anche per identificare un medesimo progetto intelligente che le accomuna..)
I segni del corpo come un po’ esprimevo qua:
http://www.enzopennetta.it/wordpress/2011/12/mostra-homo-sapiens-il-catalogo-contiene-gia-un-errore/
sono utilizzati dalla psicologia clinica naturalmente solo come indici di “attitudini” psicologiche e non certo elementi previsionali.
Ovvero danno la possibilità di formulare un’ipotesi iniziale in quel campo passibile di errore che può essere minimo quanto mlto elevato,che tale branca con più metodi di analisi andrà poi a minimizzare cercando di individuare il problema,almeno questo è ciò che si prefigge di fare..
La stessa branca è quella che riporta l’osservzione che certi gesti mimico facciali sono propri della singola persona quindi applicabili solo per osservazioni sulla stessa,applicare quei criteri per dire qualcosa su un altra persona estranea sarebbero pure congetture basate sul nulla.
Quindi la scienza si pone in maniera assai più moderata verso questi studi Darwiniani..
Ma la risposta del prof.Telmo è chiara,toglie qualsiasi dubbio:
“perché non rispondiamo mai agli attacchi e alle insinuazioni che compaiono su certi siti di antievoluzionisti e di integralisti religiosi. La ragione è semplice e fu spiegata nel 2001 da due brillanti evoluzionisti, che erano in disaccordo su molte questioni ma in piena sintonia su questa, e cioè Richard Dawkins e Stephen J. Gould: non si reagisce a queste provocazioni perché significherebbe riconoscere implicitamente all’interlocutore una qualche pertinenza sull’argomento. ”
Non so quante pagine del blog mostrino tale frase per quel che realmente vale dalle considerazioni sull’assurdità di affibbiare certi termini a una certa critica,o su Dawkins..
E’ certamente un comodo,avvocatesco modo per sviare,evitare una discussione che non si potrebbe ingaggiare,denigrando e buttando fango sull’oppositore.
La figura che ne risulta,come quella del libro poi sono quelle che sono con chi guarda le cose con criticità e non con dogmatismo ideologico.
Pievani qua fa decisamente prevalere il suo volto filosofico e lavora per l’apoteosi darwinsta,la figura ed i risultati poi son quel che sono.
“La filosofia della scienza è per gli scienziati quasi altrettanto utile quanto l’ornitologia per gli uccelli.”
-anonimo-
E’ certamente un comodo,avvocatesco modo per sviare,evitare una discussione che non si potrebbe ingaggiare,denigrando e buttando fango sull’oppositore.
Mi piacerebbe che qualche lettore di Pikaia che ci legge (e sappiamo che ce ne sono) voglia smentire queste conclusioni in conclusione dell’intervento precedente, che leggendoci possa informare i suoi amici, e soprattutto il responsabile del sito, che non siamo degli orchi che mangiano i bambini, né degli ignoranti in materia, come anche gli interventi, come ad es. quello di Leonetto, dimostrano.
“Many creationists and scientists engage in frequent public debates regarding the origin of human life, hosted by a variety of institutions. However, some scientists disagree with this tactic”…
http://en.wikipedia.org/wiki/Creation%E2%80%93evolution_controversy#Debates
Se capisco bene negli Stati Uniti la norma è il dibattito mentre solo alcuni scienziati si oppongono con motivazioni diverse.
Da notare anche la motivazione di Gould che trovo un pò problematica nella conclusione:
” I don’t think I could beat the creationists at debate. I can tie them. But in courtrooms they are terrible, because in courtrooms you cannot give speeches. In a courtroom you have to answer direct questions about the positive status of your belief.”…
Per capire la confusione sul termine ‘creazionismo’:
http://en.wikipedia.org/wiki/Creation%E2%80%93evolution_controversy#Viewpoints
Dove vedo inserita pure la ‘Theistic evolution’ cosa un pò strana perchè se ne dovrebbe concludere che chi non vuole i dibattiti con i creazionisti non dovrebbe neanche dibattere con questi:
http://en.wikipedia.org/wiki/Theistic_evolution#Contemporary_advocates_of_theistic_evolution