Nella foto Greg Graffin, di fianco la copertina del suo ultimo libro: Anarchia-Evoluzione. Fede, scienza e cattiva religione in un mondo senza Dio.
Greg Graffin è un paleontologo della prestigiosa UCLA (University of California, Los Angeles).
Uno strano scienziato, leader di un gruppo dal nome “Bad religion”, cioè “Cattiva religione”.
Indovinate quale…
Sotto al palco con la croce e un bel segno di divieto… Sono queste le parole con le quali inizia un articolo pubblicato sulla rivista Wired, n°32 ottobre 2011. Ed ecco il simbolo di cui si parla:
Ma qual è il gruppo che si esibisce sotto quel simbolo anticristiano?
Il gruppo sono i “Bad religion“, un complesso californiano che ha il suo leader in Greg Graffin, paleontologo presso l’UCLA. Griffin è stato tra l’altro l’autore della scoperta di un fossile di uccello che da lui ha preso il nome, la Qiliania graffini:
Graffin, nell’intervista di Wired, fa delle affermazioni molto interessanti, forse proprio per via della sua doppia veste di affermato scienziato evoluzionista e star, si fa meno scrupoli di altri nel dire certe verità che in genere non vengono chiarite.
Ma vediamo per ordine gli argomenti toccati nell’intervista e le risposte di Graffin. Prima domanda:
Cosa c’entra la scienza con il suo gruppo?
“C’è un fattore comune ed importantissimo per entrambe: la spinta alla sfida al conformismo ed all’autorità…”
Già qui siamo abbastanza sorpresi, per noi la “spinta” per fare scienza viene dal desiderio di conoscenza. La scienza invece per Graffin deve essere usata come un’arma contro il conformismo e l’autorità.
Come fare una premessa: la scienza deve essere strumentalizzata. Niente male come inizio.
Senza contare che Graffin, se veramente oggi volesse andare contro il conformismo e l’autorità, dovrebbe essere antidarwiniano!
Ma andiamo oltre, giungiamo direttamente alla terza domanda:
Se il darwinismo è qualcosa di anarchico, allora Charles Darwin è da considerare un punk ante-litteram…
“Ho sempre ammirato Charles Darwin per l’enfasi usata nel suo L’origine delle specie e in altri scritti per penetrare la dura scorza della comunità scientifica e le tendenza sociali dell’epoca…
Ancora una volta Graffin ammira Darwin non per aver scoperto le cause dell’evoluzione, ma per aver “penetrato” la scorza della comunità scientifica e delle tendenze sociali dell’epoca. Quello che, ancora una volta gli sfugge, è però che oggi la “scorza” della comunità scientifica è posta a difesa del darwinismo, e le tendenza sociali sono quelle della competizione. Facciamo notare ancora una volta che un nuovo Darwin, se volesse davvero andare contro il conformismo, dovrebbe essere antidarwiniano.
Già a questo punto iniziamo a pensare che Graffin, nascondendosi dietro l’immagine di ribelle anarchico, sia invece il più conformista di tutti. Un anarchico alquanto strano, un ribelle che difende l’autorità costituita dell’establishment accademico e della visione sociale consolidata della sua epoca.
Quarta domanda:
Oggi l’insegnamento dell’evoluzionismo è ancora percepito come qualcosa di scomodo. Come te lo spieghi?
“Be’, fondamentalmente l’evoluzionismo è in opposizione all’idea di ‘disegno intelligente’, specialmente nei confronti del creazionismo, che vorrebbe il nostro universo creato da una volontà senziente e non frutto di fenomeni naturali…
Ecco che dunque a questo punto Graffin effettua l’identificazione tra “creazionismo” ed “esistenza di un creatore”, tra “visione religiosa” e “intelligent design“, escludendo il caso in cui il creatore abbia utilizzato proprio le leggi naturali per generare la varietà dei viventi. Si manifesta in questo passaggio che la sua visione darwiniana, ma come sappiamo non è solo sua, è in realtà divenuta un’ideologia negatrice.
E finiamo con la domanda numero sei:
Nel tuo libro e nelle tue canzoni parli molto di religione. Credere è incompatibile con il pensiero scientifico?
“L’incompatibilità deriva dalla visione dualistica del mondo da parte della religione…”
Quello che conta in questa risposta non sono tanto gli argomenti, tra l’altro infondati, (l’esistenza di una realtà spirituale come potrebbe disturbare lo studio del mondo fisico? Griffin ha mai sentito parlare di scienziati religiosi, come ad es Galilei, Newton, Mendel, Lemaitre…) ma il fatto che Graffin conferma quello che la domanda dava per certo: l’incompatibilità tra scienza e fede.
Anarchia-Evoluzione. Fede, scienza e cattiva religione in un mondo senza Dio, ricordiamo che questo è il titolo dell’ultimo libro di Graffin, un altro autore darwiniano che, come Dawkins, con il suo lavoro La radice di tutti i mali, combatte le religione, e in particolare combatte il cristianesimo.
Il libro di Greg Graffin
Il lavoro di Richard Dawkins
Non cominciano a manifestarsi un po’ troppo i nemici darwinisti della religione per pensare che si tratti di un fenomeno circoscritto?
Allora Grazie a Lei prof. Graffin, perché preso dall’entusiasmo ci ha confermato quello che già si era capito: la teoria darwiniana è usata come strumento contro la religione.
5 commenti
Il dogma e la bestemmia. L’euforia del potere e l’ebbrezza della sovversione (cit.).
Comunque, in America forse questa forma di “ribellione” ha ancora un significato, perché i creazionisti in varie forme sono molto numerosi. La cosa che mi sorprende di più è che la metodologia applicata nell’ultradarwinista Europa è grosso modo la stessa.
La scienza come clava contro chi vi si oppone… aiuto.
Alla faccia dell’imparzialità della scienza. Un altro che la fa fuori dal vaso, credendo che la scienza sia la sola forma di conoscenza. Fondamentalmente l’assioma alla base di tale pensiero è il seguente:
“la scienza si occupa di cose scientifiche–>ciò che non ricade nella scienza non è scientifico–>ciò che non è scientifico è falso”.
Questo è il dogma dello scientismo.
Tra questi assiomi ce n’è uno particolarmente sottile: “ciò che non è verificabile non è vero”. Affermazione falsa, ma da ciò deriva proprio l’ultimo, e più importante, degli assiomi da te citati.
Questi argomenti mi sembrano così patetici da non meritare grande attenzione, professore!
Sono d’accordo che tutto questo non meriterebbe attenzione.
Il fatto è che la nostra è un’attenzione dovuta, per via della visibilità del personaggio, per la diffusione delle idee espresse e per l’importanza che sono altri a dare alla cosa…