Su “Corrispondenza Romana”, l’agenzia d’informazione diretta da Roberto De Mattei, Fabrizio Cannone commenta “Inchiesta sul darwinismo”
La recensione è di particolare interesse in quanto appare sull’agenzia d’informazione del prof. Roberto De Mattei che da vicepresidente del CNR, con il suo Evoluzionismo: il tramonto di un’ipotesi, Ed. Cantagalli, Siena 2009, pp. 192, Euro 15,00, sollevò un’infinità di polemiche (vedi ad es. MicroMega: “L’evoluzionismo? Fantasie”. Il creazionismo antiscientifico del vicepresidente del CNR)
L’autore della recensione analizza con intelligenza il contenuto del libro, ma prima fa una premessa che affronta la teoria di Darwin in quegli aspetti che, utilizzati per fini estranei a quelli scientifici, divennero strumenti anticristiani. Dopo questa premessa viene effettuata la critica vera e propria che inizia con un’efficace sintesi delle finalità del saggio che viene definito come un aiuto alla demistificazione del darwinismo, iniziando col fare un particolare riferimento alla derivazione della teoria dell’evoluzione di Darwin da quella economica di Malthus.
Roberto Cannone sottolinea poi il collegamento tra gli ambienti darwiniani e la Fabian Society, collegamento molto importante, che andrebbe ripreso e approfondito in quanto rappresenta un punto nodale per comprendere come e perché la teoria di Darwin sia stata così fortemente sostenuta all’inizio, e poi difesa e riproposta dopo il suo tramonto all’inizio del XX secolo.
Una recensione certamente positiva e a tratti persino lusinghiera, ma a giunti alle ultime righe c’è un unico punto sul quale l’autore esprime le sue riserve, ed è quello in cui si evidenzia la mia presa di distanze sia dal darwinismo che dal creazionismo:
Il saggio di Pennetta contribuirà a far cadere la mitologia del darwinismo anche se, nell’argomentazione, a volte si cedono spazi importanti all’avversario, come quando si professa equidistante da evoluzionismo e creazionismo (cfr. p. 7), cioè dalla favola di Darwin e dalla più pura tradizione biblica, fatta passare per fondamentalista dai i marxisti e dalla grande stampa.
Su questo punto ci tengo a precisare il mio punto di vista a Roberto Cannone.
La presa di distanza dal creazionismo lungi dall’essere un difetto è invece un punto di forza del libro, un punto in cui “non” si cedono spazi importanti all’avversario… quando ci si professa equidistanti da evoluzionismo e creazionismo.
Il termine “creazionismo” non indica infatti la posizione di chi ritiene che l’universo sia stato creato, indica invece (nel significato comunemente accettato) una interpretazione letterale del libro del Genesi, interpretazione che non ha niente a che vedere con la tradizione cattolica.
Ma per una definizione più precisa della questione è meglio riferirsi a quanto riportato su CS in Governo Monti: il nuovo ministro per la salute e il creazionismo.
Di seguito la recensione di Roberto Cannone
(link all’originale:http://www.corrispondenzaromana.it/recensioni-librarie-come-si-costruisce-la-teoria-darwinista/)
RECENSIONI LIBRARIE: come si costruisce la teoria Darwinista
Tra di essi spiccano: il materialismo che vede la storia generale come caotica organizzazione della materia (negazione del trascendente e della Provvidenza); il progressismo come tendenza insita nell’avventura umana ad affermare sempre il meglio e ad escludere progressivamente e definitivamente il male (con la negazione del peccato originale, della tentazione, dell’azione di Satana e della lotta incessante tra due città-civiltà rivali ed antagoniste); e il razionalismo, che idolatrando le scienze esatte, dimentica altre dimensioni umane fondamentali (negazione della spiritualità dell’anima, del valore della penitenza e dell’ascesi, becero intellettualismo per cui vale di più il saccente empio che il pio illetterato, etc.).
Un aiuto alla demistificazione del darwinismo ci viene dallo studioso romano Enzo Pennetta, grazie a questo suo recente scritto (cfr. Enzo Pennetta, Inchiesta sul darwinismo. Come si costruisce una teoria, Cantagalli, Siena 2011, pp. 215, euro 15,50). L’Autore, professore di scienze naturali, mostra con una certa abilità «le condizioni che accompagnarono la nascita della teoria di Darwin» (p. 13), con ampi passaggi sulla storia sociale, politica ed economica dell’Inghilterra che, non a caso, è divenuta la terra fertile dell’evoluzionismo, dello scientismo e dell’eugenetica (cfr. pp. 17-43). Secondo il Pennetta, per esempio, è innegabile che le teorie maltusiane sulla popolazione costituiscano un «fondamento della teoria dell’evoluzione» (p. 50).
Lo statunitense Bowen notava già nel 1879 che: «proprio nel momento in cui questa cupa dottrina di una ‘battaglia per la vita’ [cioè il malthusianesimo] si era quasi estinta in politica economica, essendo stata tranquillamente abbandonata dalla maggior parte delle autorità sull’argomento come indifendibile speculazione, essa fu fatta rivivere nella biologia» (cit. a p. 50).
Ma è stato soprattutto il progresso scientifico (vero, non ideologico o addomesticato) a rendere obsolete le ipotesi evoluzioniste. «A distanza di un secolo e mezzo le testimonianze fossili non hanno ancora mostrato un gradualismo nell’evoluzione e, al contrario, hanno invece evidenziato che la regola è la stasi interrotta da bruschi cambiamenti» (p. 55).
Molto interessanti nel libro sono i legami, ben rintracciati, tra darwinismo e la filosofia sociale di Comte (pp. 65-72), tra darwinismo scientifico, darwinismo sociale ed eugenetica (pp. 72-78) e infine il meno noto collegamento tra darwinismo e la Fabian Society. Il darwinismo come visione del mondo aspira a poco a poco ad essere il collante sia del liberalismo più anarchico che del socialismo più materialista, e infondo di tutte le ideologie secolarizzate del Progresso e dell’Umanità…
Oggi, esso è divenuto un dogma nelle università e nei centri di ricerca più prestigiosi del mondo intero, dogma evidentemente né scientifico né religioso, anzi chiaramente anti-scientifico e anti-religioso. Il saggio di Pennetta contribuirà a far cadere la mitologia del darwinismo anche se, nell’argomentazione, a volte si cedono spazi importanti all’avversario, come quando si professa equidistante da evoluzionismo e creazionismo (cfr. p. 7), cioè dalla favola di Darwin e dalla più pura tradizione biblica, fatta passare per fondamentalista dai i marxisti e dalla grande stampa. (Fabrizio Cannone)
2 commenti
L”errore’ in cui cade Cannone è quello in cui poi sono stati indotti un po’ tutti coloro che vengono a a sapere,a leggere,circa la critica all’evoluzionismo.
La creazione deista(o teista),la creazione biblica,la creazione aliena(su questa poi bisognerebbe andarsi a vedere tutte le cose circa l’esistenza degli alieni),sono ipotesi,credo personali,che la persona pone a suo giudizio osservando se cadano o meno,se possano essere plausibili o meno.Se esista o meno qualcosa capace di confutarli.
Anche l’evoluzione della specie proposta dai neo-darwinisti faceva parte di questo gruppo di idee,venne poi elevata circa verità scientifica,olimpo nel quale una teoria può soggiornare eterna come cadere vorticosamente al suolo crollando per mano della stessa scienza,sfortunatamente per loro la teoria atta a spiegare questo processo di trasformazione si è rivelata errata,qualsiasi biologo,genetista,a porte chiuse se non in pubblico penso non abbia riserve ad ammetterlo..Di conseguenza ora è spiacevole trovare ua scienza che si battè contro i dogmi,contro “idola mentis”,se ne fa paladina…Il libro di R.De Mattei io l’ho letto e consiglio di leggerlo,qualunque sia il credo personale del lettore,si legga poi pure anche Dawkins con il suo “gene egoista”,non dico certamente di no,però poi si sottopongano al tribunale della ragione, le cose lette e in onestà si valuti l’onestà e affidabilità degli scrittori.
Vedere in contrapposizione all’evoluzionismo che si trova nei testi didattico-accademici,verità scientifica odierna,un creazionismo,un disegno intelligente o altro è valido e corretto fino ad un certo punto,ovvero,è lecito e corretto se ciò è fatto come un qualcosa esterno,parallelo se vogliam,alla critica,non facente parte della critica stessa.Quando mai per criticare una affermazione devo trovarne per forza una che la sostituisca?Sarebbe come se qualcuno asserisse che un buco nel suolo profondo 3 m e largo 5 fosse stato fatto da un piccione,e pretendesse che per confutarlo ci fosse bisogno per forza di saper dire cosa lo abbia prodotto,altrimenti è valida l’ipotesi del piccione…è ridicolo..non c’è bisogno di trovare un sostituto per dire che qualcosa nnon sia corretto,l’ignoranza perchè non si riescono ancora a comprendere certe cose è lecita,l’ignoranza causata dall’accettazione incondizionata di dogmi non lo è.
Può essere anche corretto vedere una “specie” principale di creazionismo e poi le varie “sottospecie”(varianti meglio,sottospecie è un termine che non mi è mai piaciuto,è brutto e da inferiorità)
il punto è che non è rilevante,perchè esso e le altre cose non sono necessarie per la critica al neo-darwinismo,solo la scienza lo è.
Caro Leonetto,
come altre volte la sua è un’analisi ampia e ricca di riflessioni, con le quali personalmente concordo.
In particolare condivido fortemente il punto in cui afferma che per mostrare che una conclusione è sbagliata non bisogna necessariamente indicare quella giusta:
Quando mai per criticare una affermazione devo trovarne per forza una che la sostituisca?Sarebbe come se qualcuno asserisse che un buco nel suolo profondo 3 m e largo 5 fosse stato fatto da un piccione,e pretendesse che per confutarlo ci fosse bisogno per forza di saper dire cosa lo abbia prodotto,altrimenti è valida l’ipotesi del piccione….
E ancora siamo d’accordo che solo la scienza serve per criticare il neo-darwinismo.