A proposito di Massimo Piatteli Palmarini, di cui si è parlato proprio ieri a proposito dell’evoluzione del cervello, nel suo libro “Gli errori di Darwin”, scritto con Jerry Fodor, abbiamo oggi l’opportunità di parlare di un’altra parte del suo saggio. Il riferimento è ad un caso che l’autore porta come difficilmente spiegabile in termini evolutivi neodarwiniani, quello della vespa Ampulex compressa, che inietta in uno scarafaggio del veleno in due punture distinte, in dosi calibrate, separate da un preciso intervallo di tempo, per ottenere il controllo dello scarafaggio e deporvi le sue uova.
Gli autori fanno notare che è assolutamente improbabile che una simile successione di eventi sia scaturita dalla selezione naturale. (pag. 108)
Proprio in questi giorni è stata pubblicata su National Geographic, un servizio su un altro caso di insetto trasformato in zombie in un modo similmente complesso, il tutto è corredato da una interessantissima serie di 6 fotografie che documentano quanto accade. La prima foto è accompagnata dal seguente testo:
«Una specie di vespa parassita (Dinocampus coccinellae) si prepara ad iniettare un uovo in una coccinella. La vittima rimane paralizzata dal veleno della vespa.
In poco tempo l’uovo si schiuderà, liberando la larva che continuerà a svilupparsi per qualche giorno, creando una piccola cavità nell’addome della coccinella. La larva tesserà poi un bozzolo tra le gambe della coccinella; il corpo dell’insetto resterà al vertice dell’invocro mentre la larva completerà il processo di metamorfosi.
In uno studio recente, pubblicato nella rivista Biology Letters, gli scienziati hanno notato che a volte le coccinelle sopravvivono all’emergere della larva, e in quei casi la vespa riesce a influenzare il comportamento della coccinella, portandola a difendere la larva dall’assalto dei predatori, come afferma uno degli autori dello studio Jacques Brodeur, biologo dell’Università di Montreal.
“Il parassita prende di fatto il controllo del comportamento dell’ospite – ecco perchè possiamo parlare di manipolazione”, afferma Brodeur.»
Dopo l’ Ampulex compressa, adesso è dunque la volta della Dinocampus coccinellae. Se i casi anomali si moltiplicano diventa più difficile accantonarli come “rompicapo”, termine che impiegava T.S. Kuhn per indicare quei casi che mettono in difficoltà le teorie accettate ma che vengono aggirati relegandoli al ruolo, appunto, di “rompicapo” come se fossero delle semplici bizzarrie e non delle difficoltà delle teorie a tutti gli effetti.
Esiste una spiegazione per “caso e necessità” soddisfacente perché le vespe abbiano sviluppato, in almeno due casi, caratteristiche come queste in tempi geologici che non tendano a valori assurdi?
Ma questo nel bell’articolo di National Geographic non viene affrontato.