Il sito del Prof. Formenti
Il Prof. Daniele Formenti, che come abbiamo detto nella prima parte svolge la sua attività presso il Dipartimento di Biologia Animale dell’Università degli Studi di Pavia, cura un interessante sito intitolato “Attacchi all’evoluzionismo”. Si tratta di una essenziale e aggiornatissima rassegna di tutti gli eventi legati all’evoluzionismo, spesso accompagnati da commenti dell’autore che rimane sempre nell’ambito del corretto confronto senza fare concessioni a considerazioni fuori luogo.
Fatta questa dovuta premessa, mi occupo di questo sito per replicare alle osservazioni in esso contenute nell’intervento datato 6 agosto 2011, nel quale possiamo trovare le seguenti osservazioni:
« Incredibilmente istruttiva (ma sconcertante) la possibilità di incrociare uno strano articolo antievoluzionista pubblicato oggi dall’Avvenire (“Darwin idolo del bigottismo scientifico”) con altri documenti recentemente pubblicati (e che non sembra siano tutti rispettosi delle decisioni delle autorità religiose responsabili del settore).
L’articolo è una recensione ad un libro di E.Pennetta, pubblicato all’inizio dell’anno (“Inchiesta sul darwinismo, come si costruisce una teoria”).
Dalle informazioni presenti nel commento che avevo scritto il 31/5/2011, al momento della presentazione di questo strano libro, puo’ venire un primo spunto per capire come sia l’articolo dell’Avvenire che il libro sembra si inquadrino in un’iniziativa che sarebbe corretto definire “antivaticana” più che “antievoluzionista”.
Si evidenziava come il libro nascesse in contemporanea ad un’iniziativa che il vicariato di Roma aveva affidato proprio a E.Pennetta e a un gruppetto di docenti che né mons.Ravasi né N.Cabibbo avrebbero invitato – per le loro posizioni o per le loro diverse competenze – alle iniziative ufficiali organizzate dal Vaticano nel 2008 e 2009 per discutere di scienza, di storia della terra, di Darwin e dell’evoluzione biologica.
L’iniziativa, denominata “L’INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE” era nata per formare docenti capaci di presentare una scienza … “religiosamente” corretta (“il ruolo degli insegnanti della scuola cattolica, … deve essere proprio quello di indicare come realtà provvisorie e non come verità dogmatiche quegli aspetti delle teorie che sono frutto dei “paradigmi” del momento”).
Proprio in maggio, nei giorni in cui questo libro veniva presentato nella sede della Provincia di Roma (!?), mons.Ravasi organizzava in Vaticano la presentazione degli atti del convegno organizzato da lui su Darwin.
Basta leggere – nell’articolo pubblicato dalla R.Vaticana – gli interventi di Ravasi(“La Chiesa non condannò mai Charles Darwin, né la sua teoria dell’evoluzione. Tuttavia, molte persone sono ancora convinte che si opponga a questa teoria scientifica”) e di G.Auletta (“La conoscenza scientifica non è semplicemente una conoscenza di serie B che ha a che fare con alcune questioni empiriche o di poco conto, ma è conoscenza della verità nel senso più pieno della parola e quindi meritevole di essere presa molto sul serio. Una filosofia e una teologia che non sono in grado di recepire questo, di fare i conti con questo, secondo me si condannano a priori a una morte rapida, perché una filosofia senza scienza rischia di scivolare nell’estetismo del relativismo.”)»
Partiamo con la prima affermazione, quella che parla di “uno strano articolo antievoluzionista”, innanzitutto non comprendo la definizione di “strano”, ma non è questo il punto, quello che ci tengo a precisare è che ci si dovrebbe innanzitutto intendere sui termini per potersi confrontare sui contenuti, il termine su cui intendo fare chiarezza è “evoluzionista”.
Se, come ritengo, “evoluzionista” è quella posizione che ammette una evoluzione nella storia della vita sulla terra, ci tengo a precisare con la massima decisione che né l’articolo, né tantomeno il libro a cui si riferisce sono antievoluzionisti.
Direi che, per esprimere correttamente quello che il Prof. Formenti intendeva dire ,si sarebbe dovuto utilizzare il termine “antidarwiniano”, che esprime una posizione di dissenso dalla spiegazione [neo]darwiniana del fatto (su cuii si concorda) dell’evoluzione.
La seconda affermazione su cui vorrei fare chiarezza è quella in cui si definiscono sia il libro che l’articolo come parte di un’iniziativa “antivaticana” più che “antievoluzionista”. A sostegno di questa interpretazione vengono riportati gli interventi di Mons. Ravasi e del Prof. G. Auletta, in particolare si cita la frase di Mons. Ravasi in cui egli afferma:
«La Chiesa non condannò mai Charles Darwin, né la sua teoria dell’evoluzione. Tuttavia, molte persone sono ancora convinte che si opponga a questa teoria scientifica»
È vero che la Chiesa non condannò mai la “sua” (di Darwin) teoria dell’evoluzione, e questo è un fatto che sarebbe bene che fosse maggiormente conosciuto, ed è anche giusto e condivisibile dire che la Chiesa non si oppone ad una qualsiasi teoria scientifica, non solo a quella darwiniana.
Ciò premesso, possiamo finalmente chiarire che la nostra critica alla teoria “sua”, di Darwin, non è di natura religiosa e che anzi questo voler a tutti i costi agganciarla ad un problema teologico ha sinora ostacolato il confronto sui contenuti, che sono l’unica cosa che ci interessa dal punto di vista scientifico.
Detto questo va anche affrontato il problema della strumentalizzazione della teoria a fini che non sono propriamente scientifici, ma quando e da che parte ha avuto inizio questa strumentalizzazione?
È per rispondere a questa domanda che all’inizio del mio libro ho riferito di un documento (quello sì che lo definirei “strano”!) che ho visto al Palazzo delle Esposizioni in occasione della mostra sulle celebrazioni darwiniane:
«La Scuola Italica, Reale ed Imperiale Società, instituita nelle primarie città Ausoniche nel mandato di restaurare la mentalità primitiva patria, nomina Voi Illustre Carlo Darwin Presidente onorario degli Anziani Pitagorici destinati a conservarla patrocinarla e propagarla…
1 novembre 1880»
Da: Inchiesta sul darwinismo, pag.6
Come vede mentre, secondo quanto affermato dallo stesso Ravasi, la Chiesa non condannò e non si oppose mai alla teoria di Darwin, in quegli stessi anni la società dei “pitagorici” si impadroniva della teoria scientifica per piegarla ai suoi fini anticattolici. Se dunque oggi dobbiamo occuparci delle ricadute socio-politiche della teoria non possiamo prendercela con la Chiesa, se proprio vogliamo, domandiamoci chi fossero questi “pitagorici”.
Non posso inoltre non condividere anche quanto affermato da G. Auletta quando dice:
«La conoscenza scientifica non è semplicemente una conoscenza di serie B che ha a che fare con alcune questioni empiriche o di poco conto, ma è conoscenza della verità nel senso più pieno della parola e quindi meritevole di essere presa molto sul serio. Una filosofia e una teologia che non sono in grado di recepire questo, di fare i conti con questo, secondo me si condannano a priori a una morte rapida, perché una filosofia senza scienza rischia di scivolare nell’estetismo del relativismo. Una proposta così ambiziosa, come quella di volere interpretare perfino in termini escatologici la dimensione umana, necessariamente deve partire dalla creazione così come è oggi. Sottovalutare quello che la scienza ha da dirci sul nostro universo sarebbe veramente un gravissimo errore»
Vede, Prof. Formenti, è proprio perché siamo profondamente convinti del fatto che: “La conoscenza scientifica non è semplicemente una conoscenza di serie B” e del fatto che “Una proposta così ambiziosa, come quella di volere interpretare perfino in termini escatologici la dimensione umana, necessariamente deve partire dalla creazione così come è oggi. Sottovalutare quello che la scienza ha da dirci sul nostro universo sarebbe veramente un gravissimo errore” che non possiamo permettere che una teoria così importante come quella su come sia avvenuta l’evoluzione non sia affrontata su basi rigorosamente scientifiche, a noi non interessa una spiegazione di comodo, a noi interessa solo la verità.
Passiamo adesso ad un ultimo punto su cui vorrei spiegarmi con l’attento Prof. Formenti, mi riferisco a quello di cui parla nel seguente passaggio:
«Ancora peggiore è stato l’errore (e l’incoerenza dimostrata) del gruppo incaricato di organizzare corsi di “scienza cattolica certificata”, ma almeno loro hanno provveduto immediatamente a correggere il loro errore, nascondendolo almeno alla vista.
Avevano infatti preparato del materiale didattico, forse da utilizzare nei corsi o nelle lezioni nelle scuole private cattoliche romane. Si trattava di numerosi file powerpoint, su diversi argomenti di biologia, chimica e fisica.
Ho provato a guardare alcuni di questi file – quando erano ancora disponibili – e sembrava che avessero appaltato il lavoro a giovani usciti dalle nostre università: infatti, come chiunque può controllare, sia il file che spiega la Selezione naturale che quello che spiega l’Evoluzione utilizzano, magari semplificate e poco aggiornate, proprio le informazioni fornite dai testi neodarwinisti usati oggi nelle scuole e nelle università. Evidenti sono le differenze di questo materiale didattico rispetto ai contenuti della prevista conferenza antievoluzionista, nella quale si negano le connessioni fra specie successive (“i gruppi viventi NON mostrano di essere collegati fra di loro da legami implicanti connessioni genetiche dirette”), senza proporre ipotesi alternative e migliori. »
È comprensibile l’interpretazione data dal Prof. Formenti alla “vicenda” delle diapositive, vicenda che però ha un’altra spiegazione che vado ad esporre.
Quando mi trovai a dover curare il sito del corso sull’insegnamento delle scienze, pensai che sarebbe stato utile fornire anche del materiale di supporto, una parte del quale da inserire all’inizio e il resto in corrispondenza degli incontri.
L’idea era quella di spiegare proprio la teoria [neo]darwiniana esattamente come è, e come viene insegnta nelle scuole e nelle università, né più né meno, quindi non fu una svista l’inserimento di quelle diapositive. Spero che a questo punto stia iniziando ad essere chiaro come sono andate veramente le cose. Come ho già detto qualche riga sopra, quello che mi interessa è solo la verità e per poter capire cosa non va nella teoria [neo]darwiniana bisogna prima conoscerla bene, e quindi (questo probabilmente non se l’aspettava!) sono dell’idea che la teoria [neo]darwiniana vada insegnata bene!
Troppe volte infatti un insegnamento superficiale non permette di mettere in luce le difficoltà, e non si può avere un confronto vero con qualcuno che non sa bene di cosa si parla.
Se c’è una cosa che trovo insopportabile, sono le critiche pro o contro che siano, che sembrano più adatte alle tifoserie calcistiche che ad un confronto culturale.
Ripeto, la teoria dell’evoluzione [neo]darwiniana, va insegnata bene prima di poterne discutere!
Una volta chiarito questo punto posso proseguire raccontando che, avendo poco tempo a disposizione, approntai quella serie di diapositive utilizzando anche del materiale che avevo reperito in rete, ma appena terminato, la cosa non mi lasciava soddisfatto, non mi sembrava giusto utilizzare, anche se in parte, del lavoro non originale. Fu per questo motivo, e solo per questo, che decisi quindi di rimuoverle.
Vede come i fatti possono essere molto diversi da come appaiono?
Questo è quanto volevo precisare.
Evidentemente ci sono molte altre questioni che potrebbero essere affrontate, ma per il momento credo che quanto detto basti.
Un cordiale saluto
E.P.